Un esercito di 45 mila ciclisti che chiedono più sicurezza

13.09.2022
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Il punto sulla sicurezza si può fare anche dall’analisi del danno. Solo che se di mezzo ci sono biciclette e strade, si capisce bene che il danno possa essere ben più doloroso di una carrozzeria rigata. Per questo, nei giorni dell’Italian Bike Festival, abbiamo invitato Federico Balconi , avvocato fondatore dell’Associazione Zerosbatti (in apertura all’inaugurazione del monumento a Scarponi, dopo Nibali, Tonti e Carera), a fermarsi per qualche minuto sul pullman di bici.PRO, dando una continuità ai discorsi fatti più volte durante l’anno.

Avvocato, come va la vita sulle strade?

E’ ricominciato tutto come sempre. C’era stato un calo durante il lockdown, poi appena il Governo ha pubblicato la famosa FAQ con cui si consentiva la ripresa delle uscite in bici, sono ripresi gli incidenti.

Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono più sicurezza (foto Facebook)
Zerosbatti conta ormai 45 mila soci in tutta Italia, che chiedono sicurezza (foto Facebook)
Da allora ACSI ha inserito l’iscrizione gratuita a Zerosbatti in sede di tesseramento, a quanti associati siete arrivati?

Ad oggi abbiamo circa 45 mila soci e sicuramente le casistiche si ampliano. Un portfolio di questo tipo ci dà più credibilità presso le assicurazioni. Il nostro obiettivo di base è agire senza arrivare in tribunale, mettendo in atto una sorta di gestione virtuosa del danno. Io lavoro nei sinistri da quando ho iniziato, ma ora sono diventato l’avvocato dei ciclisti, quello che si occupa della loro sicurezza.

La casistica si amplia e cosa si capisce?

Vengono fuori situazioni che magari prima non si consideravano. Dalla multa al ciclista, ad esempio, che denota una forma di pregiudizio.

Multe di che tipo?

Capita che il ciclista investito venga multato perché non era abbastanza a destra. Chiaramente si fa ricorso, perché il motivo di quella posizione potrebbe essere dovuto a una buca, alla strada comunque danneggiata o a situazioni che ne pregiudichino la sicurezza. Sono ricorsi che si vincono e che non pregiudicano l’esito del risarcimento. I verbali sono tutti contestabili, perché sono comunque la ricostruzione di qualcuno che non c’era. Capita anche il ciclista che quella multa la paga, anche se io consiglio di non farlo. Ma alcuni sono così onesti che lo fanno ugualmente.

Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa a favore della sicurezza
Federico Balconi e Vincenzo Nibali, il primo ad aver creduto fermamente nell’iniziativa
Altre casistiche che portano a incidenti?

Le discussioni fra automobilisti e ciclisti, come quello che è successo a Luca Chirico. L’automobilista forse non si rende conto che l’investimento costituisce un’ipotesi di reato, mentre è sempre più evidente la serie di luoghi comuni che ci perseguitano. Dal fatto che si stia in mezzo alla strada, al nostro non andare a lavorare. Quello che leggi sui social è lo specchio della realtà. Pensare che certa gente vada in macchina mentre siamo in bici a volte fa paura.

Cosa si può dire del famoso metro e mezzo in sorpasso?

Personalmente non sono a favore, perché di fatto significa imporre un altro limite. Il Codice della Strada dice che non si deve superare una distanza cautelare e su questo esiste una sentenza di condanna per omicidio stradale. Quello che incrementerei nel Codice sarebbe semmai stabilire che se investi un ciclista, hai torto a prescindere, come quando guidi in stato di ebrezza. Le pene severe servono prima a spaventare e poi a educare, finché certi comportamenti non diventano un’abitudine.

L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
L’Acsi di Emiliano Borgna, qui con Bugno a IBF 2022, offre ai tesserati l’iscrizione a Zerosbatti (foto ACSI)
Come l’uso della cintura di sicurezza?

Esatto, anche se poi trovi quello che aggancia la cintura del sedile accanto e se ne fa un baffo. O come quelli che continuano a guidare col cellulare. E qui subentra la distrazione, causa di incidenti e decessi. Sono solito dire che se provochi un brutto incidente in cui qualcuno muore o rimane gravemente ferito, il dramma è per entrambi. Perché anche la vita di chi l’ha provocato cambierà per sempre.

Qualche consiglio prima di andare?

Usciamo in bici sempre in coppia, in modo da avere un testimone e qualcuno che possa aiutarci.

Sicurezza stradale, ne parlano tutti tranne il Governo

24.02.2022
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Le parole di Marco Scarponi sul tema sicurezza stradale di qualche giorno fa hanno offerto lo spunto per bussare alla porta di Emiliano Borgna, l’avvocato che guida la componente ciclismo dell’ACSI e che in tema sicurezza ha adottato l’interessante prospettiva di offrire, a proprie spese, la tutela legale ai propri iscritti. Lo ha fatto, come abbiamo già raccontato, offrendo loro gratuitamente l’iscrizione all’associazione Zerosbatti che di questo si occupa.

Quindi c’è chi propone il metro e mezzo. Chi gira per le scuole. Chi tutela i propri iscritti. Chi va sul territorio installando e firmando cartelli per sensibilizzare gli automobilisti (foto di apertura). Chi manda lettere. Eppure ciascuno resta nel suo ambito, senza fare sistema, senza unire le forze e per questo senza incidere. La teoria del “divide et impera”, imposta in parte dal disinteresse istituzionale e in parte da piccole gelosie.

Forum 2021 per la sicurezza dell’Acsi, Federico Balconi (Zerosbatti), Nibali, Borgna e Johnny Carera
Forum 2021 per la sicurezza dell’Acsi, Federico Balconi (Zerosbatti), Nibali, Borgna e Johnny Carera
Perché non si riesce a creare unità di intenti fra coloro che dovrebbero avere nella sicurezza stradale un obiettivo più che condiviso?

Perché in giro ci sono troppe componenti diverse. E se l’iniziativa parte solo da esse, difficilmente arriverà al centro. Bisognerebbe che l’azione partisse dalle Istituzioni, questo voglio dire. Che il Governo prendesse davvero a cuore il problema, inquadrando gli organismi da coinvolgere fino ad estendere la propria azione agli utenti finali della strada. Compresi tutti quei neofiti che sono arrivati alla bici dopo il lockdown ed eventualmente fruiranno delle modifiche.

Discorso giusto, ma a noi sembra anche che si scelga di non condividere per semplice campanilismo…

Altra componente che in Italia è molto importante, purtroppo. Adesso di sicurezza stradale parlano tutti, perché è diventata tristemente famosa. Prima pochi se ne interessavano, mentre oggi chiunque vuole di dire la sua con la pretesa di avere la ricetta vincente. Si è provato a fare qualche tavolo condiviso, ma alla fine è stato abbandonato con la convinzione (sbagliata) che da soli si vada più lontano.

Il cartello di 1,5 metri creato dall’Accpi è la bandiera, ma non ha risolto il problema
Il cartello di 1,5 metri creato dall’Accpi è la bandiera, ma non ha risolto il problema
Su una cosa Scarponi ha ragione: abbiamo sentito il Presidente Mattarella spendersi per i morti sul lavoro, sui femminicidi e ultimamente per quelli nell’alternanza scuola-lavoro, ma non una parola per le migliaia di morti sulle strade…

Ed è purtroppo vero. Sembra quasi che sia una cosa scontata. Le strade sono ridotte male. Le auto sono tante e corrono. E alla fine pare normale che qualcuno per questo muoia. Però certo, è un silenzio che si nota.

Visto che ci siamo, Scarponi dice anche che il granfondista si spende per correre, mentre sul resto chiude un po’ gli occhi…

Il granfondista pensa a gareggiare. Va a fare il training camp alle Canarie. Mentre forse questo tipo di orientamento va capovolto. Bene tutto, ma sarebbe anche utile cominciare a pensare ai bambini e all’attività di base. La Federazione aveva speso belle parole su una collaborazione in questo senso. Per ora hanno riformato alcuni settori, rivedendo i criteri di partecipazione e altri aspetti. Magari quando avranno finito la fase di riforma, si potrà tornare a parlarne.

Le gran fondo stanno per ripartire: si riuscirà a renderle organiche a una nuova cultura con la bici al centro?
Le gran fondo stanno per ripartire: si riuscirà a renderle organiche a una nuova cultura?
In Sicilia hanno fatto quel che ipotizzavamo lo scorso anno: gare giovanili sfruttando la logistica delle gran fondo…

L’importante è che le idee circolino, non rivendicarne la paternità senza metterle in pratica. Bravi loro. E’ il modo per abbattere i costi e rimettere la bici al centro. I genitori vanno a correre e nello stesso giorno possono gareggiare anche i figli. Però certo, non possiamo dimenticare anche qui il discorso sulla sicurezza.

In che senso?

Nel senso che basta farsi un giro su ciclocolor.com e guardare le foto abbinate alle classifiche, per rendersi conto che ci sono gare che nel rettilineo di arrivo hanno le fettucce, oppure tratti alternati di fettuccia e transenna. Servirebbe una disciplina condivisa e fatta osservare con severità. Chi non si attiene al capitolato tecnico non deve organizzare. E noi che imponiamo certi criteri ai nostri associati, a volte siamo in difficoltà guardando quel che fanno gli altri. Ne parlai anche con il Prefetto Sgalla, ma le parole non sono ancora diventate fatti concreti.

Si è sempre puntato sull’alto numero delle prove…

Ma si potrebbe ragionare sulla loro qualità. E magari scremare un po’ il calendario, sacrificando le prove che non sono in grado di garantire standard soddisfacenti, è il modo di dare sicurezza a tutti e soddisfazione a chi fa le cose per bene.

ACSI Ciclismo e Liotto: nuove collaborazioni e iniziative speciali

02.02.2022
3 min
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Prosegue spedita, anche per la stagione in corso, la collaborazione attiva già da qualche anno tra ACSI Ciclismo e Cicli Liotto. Proprio il 2022 rappresenta per l’azienda vicentina – bandiera del Made in Italy – un numero davvero speciale, considerando che quest’anno festeggerà i “primi” cento anni dalla nascita.

La locandina di presentazione della partnership tra ACSI Ciclismo x Liotti
La locandina che annuncia la partnership tra ACSI Ciclismo x Liotti

Una partnership di successo

La partnership tra Liotto e ACSI Ciclismo continua a “produrre” un’interessante promozione a beneficio di tutti i tesserati allo stesso Ente: 52.933 nel 2021, con 1.883 ASD affiliate per oltre 1.200 eventi programmati e svolti. La promozione Liotto per i tesserati di ACSI Ciclismo è uno sconto del 20 per cento sull’acquisto di una bicicletta completa oppure di un telaio prodotto dallo stesso brand veneto.

Vale la pena ricordare che la Liotto è oggi condotta dai tre figli di Gino, a sua volta figlio del fondatore Luigi Liotto: Pierangelo, Luigina e Doretta. Insieme formano un’affiatata squadra in grado di mettere in campo una solida sinergia di forze giovani e fresche. Nel frattempo trasmettono alla clientela quel valore unico generato dalla tradizione dall’esperienza nel settore.

Il risultato è testimoniato dalla continua crescita di Liotto sul mercato, figlia della passione e della cura che i tre fratelli riversano nel lavoro. Dalla scelta dei materiali costruttivi da impiegare, fino alla cura e all’attenzione nel seguire il cliente. Dalla partecipazione ai più importanti eventi e gran fondo in Italia, alla collaborazione con ACSI Ciclismo: un’attività quest’ultima produttrice davvero di ottimi risultati…

Maglia di campione nazionale Granfondo disegnata da Nalini x ACSI Ciclismo
Maglia di campione nazionale Granfondo disegnata da Nalini x ACSI Ciclismo

Sicurezza per i tesserati

Dal canto suo, ACSI Ciclismo ha quest’anno introdotto un’importante novità assicurativa a beneficio di tutti i propria affiliati. Forte dello stretto legame con l’Associazione Zerosbatti dell’Avvocato Federico Balconi, e proiettata sempre più a promuovere e rilanciare il tema generale della sicurezza in bicicletta. L’ente coordinato da Emiliano Borgna ha introdotto “a costo zero” sulla tessera la tutela legale nella polizza assicurativa che copre l’attività di tutti gli associati.

Zerosbatti è un’associazione nata a Milano nel dicembre del 2017, costituita espressamente con l’obiettivo di compiere una triplice missione: quella di difendere i ciclisti in caso di incidente, quella di garantire la sicurezza stradale, e quella più generale di promuovere la filosofia dello sport.


Grazie all’esperienza di ciclisti e professionisti, Zerosbatti ha così potuto puntare dritto verso questi obiettivi raccogliendo casistiche e sentenze, con avvocati specializzati e impegnati da vent’anni nella difesa delle vittime della strada.

L’idea vincente di Zerosbatti è stata quella di studiare un sistema unico ed esclusivo che potesse garantire, fin dalle prime fasi successive al sinistro, una tutela ed un’assistenza qualificata, a diretto contatto con lo sfortunato ciclista. Zerosbatti assiste immediatamente il danneggiato, che spesso si trova a non sapere a chi rivolgersi e come comportarsi, compromettendo spesso il proprio diritto al risarcimento. E proprio per raggiungere questi obiettivi, avvocati e professionisti qualificati si sono messi al servizio dell’associazione e degli sportivi coinvolti per garantire sia assistenza quanto servizi esclusivi.

ACSI Ciclismo e Zerosbatti hanno iniziato un cammino ed una collaborazione congiunta che immaginiamo possa portare solo buoni frutti all’intero movimento amatoriale.

ACSI

Liotto

Acsi e Federazione, prove di intesa a Roma sulla sicurezza

03.11.2021
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«Quello della sicurezza non è un tema nuovo purtroppo – dice Nibali al tavolo dell’Acsi – per questo anno dopo anno sono stati aggiunti nuovi strumenti. Il primo fu l’uso obbligatorio del casco in corsa. E’ normale, con la grande cultura del ciclismo in Italia, che tanti ragazzi si avvicinino alla bicicletta, in più l’e-Bike ha messo in sella tante persone alle prime armi. Il popolo italiano è cresciuto con le auto e anche se un po’ sta cambiando, i numeri degli incidenti che coinvolgono le bici sono impressionanti. Come utenti più esperti, riusciamo ad anticipare i problemi. Per gli altri la situazione è più complicata…».

Il forum sulla sicurezza voluto dall’Acsi si è svolto nel Salone d’Onore del Coni a Roma
Il forum sulla sicurezza voluto dall’Acsi si è svolto nel Salone d’Onore del Coni a Roma

Nibali e Agnoli

Roma, pomeriggio d’inizio novembre, Salone d’Onore del Coni al Foro Italico. L’Acsi ha organizzato un forum sulla sicurezza e ha scelto per farlo la casa dello sport italiano. Il presidente Malagò passa per gli onori di casa, risponde con due frasi di maniera, poi torna a un meeting sugli aspetti fiscali delle associazioni sportive. Fra gli ospiti chiamati a intervenire ci sono la Federazione e vari soggetti che di questa battaglia hanno fatto una ragione di impegno quotidiano. Per cui si riconoscono l’avvocato Federico Balconi, creatore di Zerosbatti, il Prefetto Sgalla in collegamento su Zoom, la stampa di settore e appunto Vincenzo Nibali. 

Il siciliano è arrivato da Fiuggi, dov’è ospite dei suoceri, assieme a Valerio Agnoli. La mattina l’hanno passata in gravel a coprirsi di fango. Il tempo di un saluto al telefono al neo cittì azzurro Bennati, scherzando sui 150 battiti medi di Valerio in appena due ore mentre lo Squalo si è fermato a 100, e il discorso prende il largo.

Tutto lo staff di Acsi, con Nibali. Da sinistra, il presidente Antonino Viti e accanto il suo vice Emiliano Borgna

Nel 2019, 253 morti

Antonino Viti è il presidente dell’Acsi. E’ un signore discreto che trasmette buone maniere, che prima racconta che l’associazione che presiede nacque proprio a Roma nel 1960 in occasione delle Olimpiadi. Ma quando snocciola i numeri, nella sala cala il silenzio.

«I dati Istat riferiti al 2019 – dice – parlano di 3.173 morti sulla strada, di questi 253 sono ciclisti, con un aumento del 15 per cento dal 2018. Nel 2020 la pandemia ha fatto esplodere il numero dei praticanti. La bici è sempre più amata, per allenamento, gara e turismo. Parliamo per l’Italia di 55 milioni di pernottamenti di turisti in bicicletta. Il prossimo passo è abbattere la barriera tra professionisti e praticanti per condividere le stesse esigenze e le problematiche comuni».

Il casco obbligatorio

Roberto Sgalla ha un curriculum imponente. E anche se adesso è direttore del Centro Studi Americani, in passato ha rivestito anche il ruolo di direttore della Polizia Stradale, per cui sul tema sicurezza ha sempre avuto l’occhio critico e la propensione a non… propendere necessariamente dalla parte dei ciclisti, ravvisandone spesso i comportamenti impropri. La Federazione però l’ha inserito nella Commissione sicurezza e in questa veste parla nel microfono del suo iPad.

«Il ciclismo – dice – è lo sport con più alta mortalità in rapporto al numero dei praticanti. In Italia c’è un numero eccessivo di gran fondo, che espongono i partecipanti a rischi impensabili. Abbiamo dei video che lo dimostrano (dirlo a casa di chi ha nelle gran fondo la sua ragione sociale è piuttosto singolare, ma il tema c’è, ndr). L’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo in cui il casco non è ancora obbligatorio. In cui sotto Covid si sono fatte ciclabili semplicemente comprando secchi di vernice e tracciando righe bianche, mentre ci sarebbe bisogno di infrastrutture più stabili».

Crisafulli, consigliere Fci, ha parlato di azione nell scuole e di scuola guida
Crisafulli, consigliere Fci, ha parlato di azione nell scuole e di scuola guida

Iniziare dalle scuole

Ci sarebbe bisogno soprattutto di concretezza, viene da pensare ascoltando gli interventi. E forse, come fa notare Nibali, anche una semplice striscia di vernice bianca sulla strada consente alle auto di sapere quale sia la loro corsia e mostra alle bici dove stare.

«Bisogna intervenire nelle scuole – spiega Gianantonio Crisafulli, consigliere federale addetto al cicloturismo – partendo magari dai ragazzi delle superiori, che si avviano a prendere la patente. Bisogna che si parli di più di biciclette nei corsi di scuola guida. I fondi europei per la ripartenza dal Covid hanno stanziato 750 milioni di euro per la creazione di ciclovie e per la ciclabilità urbana. In Italia la pista ciclabile è promiscua, ci sono ciclisti e pedoni, all’estero no. E’ bello andare al lavoro in bici, ma bisogna essere certi di ritrovarla all’uscita, per cui servono depositi sicuri. La manutenzione delle nostre strade è da Terzo Mondo. E da ultimo, bisognerebbe che i ciclisti fossero più educati. Sarà un percorso lungo, il Governo è a fine legislatura, magari non è il momento di affrontare il tema, sperando che nel frattempo quelle risorse vengano spesi nel modo giusto».

Il vero appello alla concretezza è arrivato da Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo
Il vero appello alla concretezza è arrivato da Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo

Basta parole

Valerio Piccioni, giornalista della Gazzetta che conduce il dibattito con Antonello Orlando della Rai, fa notare che anche l’ultima volta il Governo era in scadenza e si disse che non fosse il momento di parlarne. E a un tratto ti assale la sensazione che l’esercizio verbale abbia preso nuovamente il sopravvento sulla concretezza, che però torna quando parlano Emiliano Borgna e Federico Balconi: loro la concretezza l’hanno sposata.

«Dopo il lockdown – dice Borgna, vicepresidente Acsi e presidente di Acsi Ciclismo – sulle strade si è riversata un’utenza nuova e concordo sul fatto che per creare una cultura diversa servirà del tempo. Però intanto dobbiamo fare formazione per chi utilizza la bici e dobbiamo farlo insieme. Come Acsi ci occupiamo di sport di base, la Fci di sport olimpico: il nostro sforzo deve essere comune per il bene di chi va in bici».

Il patto tra Fci e Acsi l’ha annunciato a parole Crisafulli prima di scappare verso l’aeroporto ed è qualcosa su cui terremo lo sguardo, viste le tante promesse del passato. Fra i due enti non corre buon sangue. La Fci non vede di buon occhio l’Acsi per i numeri del tesseramento totalmente dalla loro parte, grazie a tariffe più abbordabili e a un’elasticità organizzativa che in Federazione per ora non sono in grado di garantire. E adesso che alla tessera Acsi si aggiunge l’iscrizione gratuita a Zerosbatti e l’accesso gratuito alla tutela legale, il pacchetto è completo.

Balconi e Nibali, Zerosbatti ha preso il volo grazie alla loro collaborazione
Balconi e Nibali, Zerosbatti ha preso il volo grazie alla loro collaborazione

L’omicidio stradale

Federico Balconi, che con Nibali e Johnny Carera, anche lui presente, s’è inventato Zerosbatti infatti chiude con parole nette e finalmente chiare. Intanto racconta la breve storia della sua associazione, che già da tempo vi abbiamo raccontato, poi fa notare che nell’ultimo anno, i 350 casi gestiti hanno visto incidenti fra ciclisti solitari e automobilisti distratti, dal telefono o chissà cos’altro. Il loro intervento è di supporto e mediazione. La base degli avvocati si è estesa a tutta Italia, con una rete territoriale che sta diventando sempre più importante (Nibali conferma ad esempio che Fausto Malucchi, suo avvocato di sempre, è entrato nella squadra).

«Anche se il codice della strada si riferisce alle bici in modo superato – chiude Balconi – vi è prevista la fattispecie del sorpasso delle bici ed è previsto anche il reato di omicidio stradale. Perciò, rivolgendomi anche e soprattutto agli amici della stampa, quando vi trovate davanti a un ciclista ucciso, smettete di usare parole come fatalità e parlate di omicidio. Forse è il modo perché la gente apra finalmente gli occhi».

C’è concretezza anche nell’annuncio che in settimana Antonino Viti sarà a colloquio con Valentina Vezzali, Sottosegretario allo Sport nel Governo Draghi, e le sottoporrà anche il delicato tema della sicurezza. Quei 253 morti e quelli che purtroppo verranno meritano leggi e non parole.

Oltre all’assicurazione, la tutela legale: accordo Acsi-Zerosbatti

18.09.2021
5 min
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Le strade sono piene di bici e di pericoli. L’incremento dettato dal Covid non ha reso la situazione meno pericolosa, con automobilisti esasperati e sempre più distratti. Poi ci saranno pure i ciclisti che vanno in gruppo quando non dovrebbero e tutto il resto, ma alla fine della fiera loro si fanno male e gli altri no. Le notizie di cronaca si susseguono. E se nulla si muove sul piano legislativo (è davvero avvilente rendersi conto del disinteresse per gli utenti deboli della strada), fa piacere segnalare l’iniziativa di Acsi e Zerosbatti. Il primo è un ente che assomma circa 52mila tesserati fra gli amatori ed è presieduto nella sezione ciclismo dall’avvocato Emiliano Borgna. Il secondo è l’associazione creata dall’avvocato Federico Balconi, che offre assistenza immediata e tutela legale ai suoi associati in caso di incidente. I due hanno deciso di unire le forze, così a tutti i tesserati Acsi dal 2022 sarà offerta dalla stessa associazione la tessera Zerosbatti, senza alcun aumento nei costi del tesseramento.

La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne
La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne

Obiettivo concretezza

Con Emiliano Borgna abbiamo parlato spesso. Fu sua la proposta, finora disattesa, di una collaborazione con la Federazione ciclistica italiana per abbinare alle Gran Fondo delle gare delle categorie giovanili, sfruttando la logistica delle zone di arrivo. L’accordo con Zerosbatti ha davvero un ottimo sapore.

«E’ un’idea interessante e concreta – spiega – perché si parla spesso di sicurezza, si pensano mille cose, dal metro e mezzo ad altre forse, ma poi per mille motivi diversi non si realizza molto. Così abbiamo pensato se non altro di offrire un servizio in caso di sinistro, un consiglio e l’appoggio legale, perché quando ti buttano per terra, non sempre sai come muoverti e cosa fare. Perciò ci siamo incontrati con Federico Balconi, abbiamo iniziato a ragionare e l’accordo è stato spontaneo».

Al Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenava
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Attività formative

Zerosbatti nei mesi ha raccolto il favore anche di alcuni professionisti di spicco, fra cui Nibali, e questo potrebbe servire per invogliare gli amatori a non sottovalutare l’opportunità.

«L’idea di fondo – prosegue Borgna – è anche quella di organizzare delle attività formative, delle tavole rotonde attraverso cui affrontare le varie questioni legate alla sicurezza. Perciò nella tessera 2022 i nostri associati si troveranno anche la tutela legale e penso che potranno esserne contenti anche sul piano economico, dato che affiliarsi a Zerosbatti costerebbe comunque 15 euro. All’Italian Bike Festival di Rimini abbiamo visto tutti quali grandi numeri facciano le e-bike e le bici che saranno usate da utenti della strada che non hanno una grande dimestichezza. Per questa iniziativa penso ai nostri amatori, ma anche a loro. Con una tessera che gli dà l’assicurazione, trovano anche la tutela legale».

L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo
L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo

Paga tutto l’Acsi

Chi paga i 15 euro per 52mila tesserati, se è vero che non avranno alcun aumento nel tesseramento? E’ questa la prima domanda con cui bussiamo alla porta di Federico Balconi, ideatore e motore di Zerosbatti con l’appoggio esterno e lungimirante di Johnny Carera.

«Conoscevo Borgna da anni – racconta – e da un paio abbiamo cominciato a pensare di fare qualcosa insieme. Ho parlato con la nostra assicurazione, abbiamo spuntato un prezzo di favore e tutti i costi li sosterrà Acsi, che ha rinunciato a qualcosa per farsi carico di questo impegno importante. Certo un numero così grande di tesserati richiederà anche a noi di strutturarci. Stiamo facendo colloqui su colloqui, non bastano avvocati. Serve anche gente capace di empatia e che sia capace, al primo contatto, che di solito avviene in caso di incidente, di spiegare al ciclista frastornato cosa fare. All’inizio il supporto è prima di tutto morale, poi si passa a fare le foto e alla tutela legale».

Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze
Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze

Una base larga

Si tratta di grandi numeri, che potrebbero esplodere ancora se con il passa parola si aggiungessero altre tessere.

«Stiamo toccando con mano dai primi riscontri – ancora Balconi – quanto fosse urgente questa esigenza. Mentre in caso di incidente il singolo scrive all’assicurazione e si espone alla valutazione dei periti, i nostri iscritti scrivono a noi. Siamo noi il primo filtro, li guidiamo nelle richieste. Avere un incidente non è vincere alla lotteria, per cui se non ti fai male, puoi sperare di avere gratis il modello nuovo della bici distrutta. Le furbate sono ciò che rende i liquidatori poco disponibili. Si cerca la soluzione stragiudiziale, lavoro da 25 anni con le assicurazioni e penso che con logica, buon senso e diritto si portino a casa buoni risultati in tempi rapidi. Se parliamo solo di danni materiali, in due mesi il caso si chiude. Ma bisogna essere onesti e trasparenti.

«E se poi ci sarà da andare in causa, la polizza di tutela legale ti permette di andare senza troppi pensieri e senza dover anticipare le spese legali. E se anche i tempi si allungano, la copertura ti tiene al sicuro. Emiliano è un avvocato. E anche se per questo incarico non esercita la professione, ha avuto una visione giuridica importante. E chi dice che un giorno, forti di tante migliaia di tesserati, non si possa andare dal legislatore a chiedere delle riforme? Il principio del referendum è proprio questo…».

Vendrame prenota una tappa: «Scegliete voi quale…»

04.05.2021
5 min
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Ci sono immagini che restano negli occhi, vai a sapere il perché. L’immagine di Vendrame al Giro d’Italia per chi scrive è il corridore veneto che passa in un secondo dal sogno di vincere la tappa di San Martino di Castrozza al chinarsi sulla bici con la catena incastrata. E lo stesso, ripartito, arrivare secondo alle spalle del sorriso di Chaves, stramazzando sull’asfalto senza il fiato per rendersi conto della straordinaria rimonta. Era il 2019. E anche se la ricompensa arrivò nella forma del contratto WorldTour con la Ag2R, togliersi dalla testa quella maledetta sfortuna è un’operazione ancora impossibile.

«E figuratevi per me – sorride amaro Andrea – se non resta un chiodo fisso. Quel salto di catena me lo porto nei pensieri. Certo non ci sto a pensare ogni giorno, sennò impazzirei…».

Al Coppi e Bartali una caduta il primo giorno lo ha costretto a ritirarsi
Al Coppi e Bartali una caduta il primo giorno lo ha costretto a ritirarsi

Tardo pomeriggio di un giorno che annuncia il Giro. Domani Torino sarà invasa dalla carovana rosa, chiamata al primo giro di tamponi. E i giorni che restano, come ha già raccontato De Marchi, sono quelli per far entrare milioni di appuntamenti nel poco tempo a disposizione.

«Il Giro ti stanca – ammette – ma le due settimane prima sono terrificanti. Soprattutto se hai sponsor come plantari o fondelli, per i quali ci sono misure da prendere, verifiche da fare. E io quest’anno voglio fare un Giro diverso dall’anno scorso, quando mi buttavo nelle volate e tenevo duro sulle montagne. Il piazzamento dà morale, ma l’obiettivo stavolta sarà cercare tappe per andare in fuga. Oppure giornate in cui la selezione porti 50 corridori in volata, per provare a vincere. Peccato il piccolo incidente di percorso alla Coppi e Bartali…».

Caduta, botta alla spalla e ritiro dopo la prima tappa… Cosa cambia?

Sono stato fermo per 12 giorni, quindi la condizione è rallentata, per cui dovrò fare una prima settimana tranquilla, per venire fuori dopo. Il guaio è che per la caduta ho dovuto saltare l’Amstel, che sarebbe stato un bel banco di prova. In ogni caso, un professionista deve essere capace di rialzarsi e la squadra punta molto su di me, me lo hanno sempre detto. Sono stati formidabili, anche se all’inizio non parlavo francese. Ma adesso, essendo l’unico italiano, sento l’obbligo di fare un bel Giro.

Un motivo di pressione?

No, perché da quando sono arrivato, mi hanno sempre coccolato e lasciato tranquillo. Sarò libero di giocare le mie carte, la squadra è polivalente e il fatto di non avere un uomo di classifica che possa puntare a stare nei 10, libera le mani agli altri. Il passaggio da team disegnato per i Giri a team per le classiche ha fatto sì che si sia smesso di programmare tutto al dettaglio, una cosa che a me non piaceva. Diciamo, scherzando, che si stanno adattando a me…

Ci avevi parlato della Sanremo come grande obiettivo di primavera.

Avevo tanti obiettivi, la Sanremo era quello su cui puntavo di più. L’anno scorso era venuto un 11° posto, pensavo di fare meglio. Quest’anno sono arrivato comunque nel gruppo dietro i primi, ma senza il caldo del 2020 (si corse ad agosto, ndr) le cose sono cambiate. A ciò si aggiunga che ogni anno si va più forte e si deve studiare con i preparatori il modo per arrivare al via al 110 per cento.

Bisognerà rifarsi, insomma…

L’obiettivo di questo Giro sarà portare a casa una tappa. Per me. Per i tifosi. Per il team che mi ha rinnovato la fiducia fino al 2023. Per il mio allenatore. Per il mental coach. C’è tanta gente che vorrei ripagare e che ne sarebbe contenta…

Europei U23 2016, argento. Cinque mesi prima lo hanno investito, la cicatrice sul volto lo ricorda
Europei U23 2016, argento. Cinque mesi prima lo hanno investito, la cicatrice sul volto lo ricorda
Fra gli incidenti di percorso, c’è anche l’aggressione di Natale…

Ho dato tutto in mano a Federico Balconi, l’avvocato di Zerosbatti. Ero stanco e stressato di seguirla, così gli ho dato mandato. E’ assurdo che un bambino che inizia a correre o un amatore possa essere aggredito, mentre dovrebbe essere tutelato. Ne vedo di cotte e di crude, ma sono sulla strada a lavorare. Avevo già pagato il mio debito nel 2016, quando una signora mi investì, ma evidentemente – sorride amaro – mi aspettava ancora la maxi-rata. Sono cose che non dovrebbero accadere

Ma ancora accadono.

Ho visto il video dell’aggressione subita dl ragazzo del Team DSM e francamente si fa fatica a immaginare che la gente possa arrivare a questi livelli. Ma evidentemente nell’epoca del Covid, di persone che hanno perso il lavoro, di preoccupazioni a non finire, la lucidità va a farsi benedire. Ma noi non c’entriamo. Siamo persone che fanno il loro lavoro. Pensiamo al Giro, dai. Domani si va a Torino, sabato prima tappa…

Corridori, leggete qua: cosa si fa in caso di sinistro?

07.04.2021
4 min
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Il primo contatto ha lasciato tante porte aperte, così questa volta con Federico Balconi, avvocato e fondatore dell’associazione Zerosbatti, si parla del caso più frequente: l’incidente, il sinistro. Di quando un’auto investe il corridore e lo lascia lì. Ferito più o meno gravemente, se non peggio. L’elenco è infinito, la strada ha preteso un elevato numero di vittime i cui nomi scorrono davanti agli occhi. Con alcuni continuiamo a parlare. Marina Romoli. Samuele Manfredi. Luca Panichi. Con altri vorremmo poter parlare, ma non si può più. Michele Scarponi. Tommaso Cavorso. Anthony Orsani. L’elenco è lungo e ogni caso ha avuto un percorso processuale differente.

Il perito dell’assicurazione deve anche essere esperto della bicicletta
Il perito dell’assicurazione deve anche essere esperto della bicicletta
Da cosa cominciamo, avvocato?

Da una considerazione: sulla strada non si è mai abbastanza prudenti. Un cliente ciclista qualche tempo fa ha ucciso un ragazzino ed è uno super sensibile alla tematica della sicurezza. Sono a favore della regola del metro e mezzo per il sorpasso, che però ha un limite. Il Codice della Strada non impone misure, ma dice che se tocchi un ciclista mentre lo superi, sei colpevole. Il contatto poi può avere diverse conseguenze. Può portare alla morte dell’investito o a lesioni di varia entità.

La morte dell’investito…

L’omicidio stradale adesso è previsto come un reato autonomo, non si parla più di omicidio colposo. Viene punito con una pena da 2 a 18 anni.

Che cosa si fa quando si viene investiti?

Bisogna ricostruire le dinamiche. Il ciclista è un soggetto fluttuante, se viene colpito vuol dire che chi lo ha superato non ha messo in atto tutte le misure necessarie. La ricostruzione tempestiva delle dinamiche è utile quando si andrà a processo. E’ importante avere un avvocato da chiamare, per avere un punto di riferimento nel momento in cui non hai la lucidità per fare tutto il necessario. Se aspetti che a fare i rilievi siano i Carabinieri, magari passa troppo tempo oppure gli stessi rilievi vengono fatti male.

Ai rilievi dei Carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze
Ai rilievi dei Carabinieri si possono aggiungere quelli individuali
Quale utilità può avere che io proceda a fare da me i rilievi?

Se fai i tuoi rilievi e poi consegni tutto al suo avvocato, quello può fare un’indagine. Tenete presente che dopo 7-10 giorni non trovi più le cose come sono. Ci sono casi di strisce disegnate sull’asfalto dopo l’incidente o buche tappate, perché qualcuno si è reso conto di una mancanza e vi ha posto rimedio.

Ovviamente tutto questo va bene qualsiasi siano le conseguenze dell’incidente?

Certo, anche se non ci scappa il morto. I nostri associati ormai sono diventati bravissimi. Se fai le cose per bene, anche il liquidatore dell’assicurazione ha meno problemi a fare il suo lavoro, perché riesce ad evadere una pratica completa. Allo stesso modo, sarebbe utile che il perito dell’assicurazione fosse esperto di bici.

Mi investono e cosa faccio?

Prendi il numero di targa, che va bene per fare la denuncia. Se invece non riesci a prenderlo e l’investitore se ne va, si può sempre ricorrere al Fondo di garanzia delle vittime della strada. Diverso se hai preso la targa e quello nega. Se lo denunci, poi sta a lui dimostrare che non si trovasse lì quel giorno e a quell’ora. In questi casi faccio appello al buon senso. Se menti e vieni smascherato, diventa un boomerang, perché scatta anche l’omissione di soccorso. Ma per rendere tutto questo meno problematico, sarebbe buona norma uscire in bici in due, per sicurezza in ogni caso.

La media dei sinistri che coingolgono ciclisti è di quasi uno al giorno
La media dei sinistri che coingolgono ciclisti è di quasi uno al giorno
Ci sono corridori che hanno subito danni irreversibili: quanto copre l’assicurazione?

Se c’è un responsabile, l’assicurazione copre al 100 per cento, ma devi avere un buon avvocato. Non ci sono solo i danni alla bici, ci sono incidenti che portano invalidità permanenti, che comportano costi fissi per le famiglie di cui si deve tenere conto. In quei casi c’è da fare una trattativa in sede extra giudiziale. E poi ci sono i danni per i corridori e lì entriamo in un altro mondo.

Vale a dire?

Investi un atleta. Lo costringi a stare fermo per un certo periodo di tempo, magari a saltare la stagione. Così entra in campo il mancato guadagno per l’anno in corso, ma va anche affrontato ciò che tale interruzione dell’attività comporta. Magari gli impedisci di rinnovare il contratto, di offrire le prestazioni che porterebbero a un ingaggio migliore. Allora devi esibire l’elenco dei piazzamenti, dei precedenti, delle offerte ricevute e declinate a causa dell’incidente. E il brutto è che succede tutto per un motivo.

Che sarebbe?

Che la bici non viene percepita come un veicolo, ma come una scocciatura. Se consideri che stai superando un veicolo e non un ostacolo che si frappone fra te e la tua smania di superare, magari sei già un passo avanti nello scongiurare l’incidente e ti eviti un mare di problemi.

Zerosbatti: difesa dei ciclisti, tutela legale e tanto altro

24.03.2021
5 min
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I numeri parlano chiaro, in barba alle lamentele di chi guida l’auto e vorrebbe toglierli tutti di mezzo. I ciclisti sono l’anello debole della strada e spesso al danno vedono sommarsi la beffa: Zerosbatti è nata per questo. Vendrame aggredito per la strada. Scarponi ucciso a pochi metri da casa. Tommaso Cavorso ucciso da un’auto in sorpasso. Marina Romoli travolta. Pozzovivo schiantato da un’auto. Samuele Manfredi su una sedia a rotelle e Luca Panichi prima di lui. Quanti sono i ciclisti che ogni giorno subiscono la violenza della strada?

Se seguite il ciclismo su Eurosport, questa storia l’avete già sentita, perché Luca Gregorio non manca mai di parlarne e fa bene. Qui ci proponiamo di preparare la tela su cui stendere di qui in avanti una serie di ragionamenti a uso di chi va in bici e nel momento del sinistro, non sa che pesci prendere.

«Perché quando ci finisci in mezzo – dice Federico Balconi, avvocato (nella foto di apertura) – non hai la lucidità di fare quel che serve. Se sai di avere un’assistenza legale, magari sai anche come muoverti. Ma se prima hai da pensare alle tue ferite e alla fisioterapia e il ricorso lo tieni per dopo, magari quando cominci è già tardi. Avete fatto voi il nome di Scarponi. Non conosco il caso, ma quando succede qualcosa di così drammatico, l’avvocato serve subito perché vengano fatti tutti i rilievi e si lavori in modo tempestivo. Dopo è tardi. Dopo oltre al dolore per la perdita, c’è la beffa per risarcimenti risibili».

Questa foto fa male, parla di Michele Scarponi e Marina Romoli e di un destino atroce…
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Una storia personale

Federico va per i 53 e racconta che la sua storia e quella di Zerosbatti, l’associazione da lui fondata, risale al dicembre 2017. La storia nel dettaglio è sul sito. In sintesi, torniamo al 2016. Durante un’uscita in bici, Federico viene contattato da un’agente della Stradale che gli comunica che suo padre è stato investito. Corre al Pronto Soccorso. Trova il padre sfigurato dal dolore. Ma il vero calvario è appena cominciato. E proprio dal rendersi conto della difficoltà nell’ottenere giustizia, nasce l’idea di creare un’associazione che offra assistenza legale e metta il ciclista investito al riparo dai primi esborsi finanziari. Un’assicurazione. Zerosbatti, appunto, nessuna preoccupazione.

Perché di preoccupazione si tratta…

Hai subito l’incidente, poi arrivi alla causa e si apre tutto un altro scenario. Devi disporre di un fondo iniziale per cominciare e poi c’è la causa, che può andare bene o male. E se per qualsiasi motivo va male, non solo non hai un risarcimento, ma devi pagare le spese legali. Noi evitiamo tutto questo. Facciamo l’analisi della pratica e valutiamo la fattibilità. Se sei andato da solo contro un furgone parcheggiato, hai poco da fare. Ma se noi di Zerosbatti siamo convinti di poter procedere, la portiamo sino in fondo.

Cosa fare se si viene investiti: Zerosbatti fa anche formazione
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Come dire che i ciclisti non sono la causa di tutti i mali?

Potranno dare fastidio quando sono in mezzo alla strada, ma la stragrande maggioranza dei sinistri vede la ragione da parte dei ciclisti. Sia che vengano travolti da un’auto, sia che cadano per una buca. La Cassazione ha detto che se anche il ciclista è distratto e non la vede, l’Ente che ne è proprietario ha l’obbligo di pensare alla manutenzione. Ma è necessario che il ciclista sappia quali sono i suoi diritti, per questo con i nostri associati facciamo anche opera di educazione, spiegando quali sono le cose da fare subito dopo un incidente.

Qual è il quadro più tipico in caso di incidente?

Leggendo i verbali, la frase più ricorrente è: «Non l’avevo visto!». Perché la vittima è più spesso un ciclista da solo. Il gruppo magari manda in bestia gli automobilisti, ma rende visibili. In auto ci si distrae, sempre più spesso a causa del cellulare. C’è la rotonda che entri e non sai come ne esci. Poi c’è il caso più ricorrente, del ciclista da solo che viene travolto mentre procede sulla destra per i fatti suoi. E poi c’è il sorpasso dell’auto dal senso opposto, perché le nostre strade sono strette e nessuno aspetta il tempo giusto. Il ciclista è l’anello debole e un bersaglio facile, ma nemmeno mi sento di demonizzare troppo l’automobilista.

Indurain, Cavorso e Fondriest: 1.000 km in Spagna per le vittime della strada
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Perché?

Perché a meno che non sia un criminale, è qualcuno che dopo un incidente grave, ha finito di vivere: basti pensare all’uomo che investì Scarponi. Non è cattiveria, è un malcostume da sradicare. Bisogna fare educazione, nelle scuole e nella società civile. E noi facciamo anche questo.

State avendo buone risposte?

Mi parlavano del possibile arrivo di invidiosi ed haters, ma finora sto respirando soltanto la gratitudine di chi non aspettava altro. Finalmente c’è un soggetto legale che ci mette la faccia. E non si tratta solo di dare assistenza legale, perché tutto quello che c’è prima viene fatto a titolo gratuito. Se vai in un’assicurazione e attivi la tutela legale, l’avvocato comunque devi trovartelo da te.

E’ vero che c’è il suo zampino anche nella possibilità di uscire in bici durante il lockdown?

Lo ammetto, è vero. Ero abbastanza convinto che i vari DPCM non impedissero a chi va in bici di uscire dal Comune, ma non se ne trovava traccia. Così abbiamo pesato di scrivere una FAQ e ho trovato una persona davvero disponibile a Roma. Mi è stato chiesto di scrivere la domanda e la risposta e di inviarla, finché alle 23 della vigilia di Natale, è stata pubblicata. Adesso sparisce ad ogni DPCM successivo, ma tempo due giorni la rimettono fuori. Avrei potuto infischiarmene, andavo comunque in bici e avrei potuto difendermi da qualsiasi ricorso. Ma questa mossa ci ha dato un sacco di visibilità. E alla fine quello che conta è che se ne parli, che si faccia fronte comune. Solo così magari il ciclista diventerà meno invisibile.