Tolio, splendida follia alla Strade Bianche di Romagna

21.04.2021
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Una pazzia vera e propria. Un allungo che si è trasformato in una cavalcata di 50 chilometri di fuga solitaria. A Mondaino, Alex Tolio – trevigiano di Crespano del Grappa, 21 anni lo scorso 30 marzo, che corre con la Zalf Euromobil Desiree Fiorha dominato la quarta edizione della Strade Bianche di Romagna di ExtraGiro. Un’azione nata quasi per caso e poi portata a termine con ogni energia in corpo per resistere, dopo un vantaggio massimo di 1’20”, al forte ritorno degli inseguitori. Alle sue spalle il gruppo è esploso sull’erta finale che portava al traguardo. Nell’ordine hanno chiuso Alessandro Verre (Colpack-Ballan) a 42”, Riccardo Lucca (General Store) a 50” e poi frazionati il danese Asbjorn Hellemose (Vc Mendrisio), gli azzurri Gianmarco Garofoli (Team Dsm) e Antonio Puppio (Team Qhubeka), che avevano provato a ricucire quando il gap dal battistrada era sui 30”.

Sfinito dopo il traguardo e dedica finale alla mamma che compie gli anni (foto ExtraGiro)
Sfinito dopo il traguardo, poi la dedica alla mamma (foto ExtraGiro)

La fuga nel dna

L’atleta veneto è alla terza vittoria da under 23, tutte in solitaria. La prima venne a luglio 2019 al Gp Polverini nell’aretino, la seconda lo scorso ottobre al Gp Empoli. E’ tornato alla Zalf dopo la parentesi di dodici mesi fa con la Casillo-Petroli Firenze e la dedica di questo successo è per la madre. «Perchè compirà gli anni fra qualche giorno – dice – e questo è un regalo tutto per lei».

Nel 2017 il russo Kustandinchen vinse con un fuga di 30 chilometri e tu oggi hai fatto meglio. Ci racconti come è andata?

Ho tentato questa azione per provare a fare selezione, il nostro obiettivo era quello di anticipare le squadre più forti. Prima di entrare nel terzo dei cinque tratti di sterrato, quello in salita (tra Trebbio di Montegridolfo e Tavullia, ndr), ci sono stati un paio di scatti ed eravamo tutti sfilacciati. In quel punto mi sono trovato da solo e speravo che mi seguisse qualcuno. Sapevo che sarebbe stata ancora molto lunga e c’era anche molto vento. Il mio diesse Contessa mi ha comunicato un primo vantaggio di radio corsa e mi ha consigliato di attendere, però purtroppo non arrivava nessuno. Col senno di poi è stato meglio così, ma vi assicuro che negli 10-15 chilometri di gara ero sfinito. Sul traguardo non avevo la forza di esultare anche se la gioia era immensa.

Neglii ultimi 10-15 chilometri la fatica è stata bestiale (foto ExtraGiro)
Neglii ultimi 10-15 chilometri la fatica è stata bestiale (foto ExtraGiro)
Come è stato pedalare sullo sterrato.

E’ stata una emozione particolare perché era la prima volta che disputavo una gara del genere e devo fare i complimenti agli organizzatori. Hanno allestito una grande manifestazione. Mi sono un po’ sentito come i pro’ nella Strade Bianche. E mentre pedalavo tutto solo, ho preso motivazione pensando a loro. Guido bene la bici e me la cavo, ma ero all’esordio in una esperienza così, quindi era tutto nuovo e tutto da scoprire. Naturalmente sono contentissimo di questo risultato.

Il tuo margine è stato un elastico: 30″, poi quasi 1’30” e infine hai perso altri 40” in pochissimi chilometri prima dell’arrivo. Dove hai trovato le energie?

Ho cercato di andare del mio passo. In salita ho tenuto un ritmo regolare per poi spingere ancora in pianura e discesa in modo da recuperare quello che perdevo in salita. Ho tenuto duro più che potevo e ho dato tutto ciò che avevo, forse anche di più.

Una pazzia quindi per la tua vittoria più prestigiosa?

Sì sì, assolutamente una follia e la più importante. Ma adesso posso dire che è andata bene ed è stato meglio così.

Sul podio finale con Verre e Lucca a capo di una vera impresa (foto ExtraGiro)
Sul podio finale con Verre e Lucca (foto ExtraGiro)
Sei un passista-scalatore, a chi ti ispiri?

Se devo fare un nome, uno su tutti, dico Vincenzo Nibali, il più grande ciclista italiano che abbiamo.

Progetti per il futuro?

Fare il meglio possibile in tutte le gare e diventare professionista, che è il mio sogno da quando sono bambino. Io ce la metterò, spero che il passaggio avvenga il prima possibile.

Faresin, il ritorno alla Zalf e tre nomi da tenere d’occhio

02.04.2021
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La Zalf è sempre la Zalf. La squadra di Fior e di Rui quest’anno ha fatto il salto tra le continental. Tra i grandi team under 23 mancavano solo loro. Per l’occasione hanno richiamato anche il diesse Gianni Faresin, il quale ha preso in mano la situazione.

Gianni Faresin, Alberto Dainese, Aldo Caiati, tappa di Valdobbiadene Giro d'Italia U23 2018
Gianni Faresin (con Dainese e Caiati) è tornato alla Zalf dopo un anno alla Casillo
Gianni Faresin, Alberto Dainese, Aldo Caiati, tappa di Valdobbiadene Giro d'Italia U23 2018
Gianni Faresin (con Dainese e Caiati) è tornato alla Zalf dopo un anno alla Casillo

Il ritorno di Gianni

Il veneto è tornato alla base dopo un anno alla Casillo – Petroli Firenze. E ha ritrovato tutti gli ingranaggi al proprio posto.

«La Zalf resta una squadra familiare. Qui è una vera passione, dalla proprietà alla dirigenza e questo rende la base solida. Si è contenti quando si vince, ma si è anche consapevoli che con il passaggio tra le continental arriverà qualche risultato in meno. Siamo alle prime battute e stiamo prendendo confidenza con la nuova categoria, abbiamo già fatto delle gare con i professionisti e la programmazione del lavoro è un po’ diversa. Il calendario infatti è “giusto, giusto”, ci sono poche gare e bisogna far correre tutti i ragazzi.

«Le gare che abbiamo fatto ci sono servite per fare esperienza, per farci vedere e per trovare il ritmo giusto. Lavorando soprattutto in ottica internazionale».

Benedetti vince il Gp La Torre di quest’anno
Benedetti vince il Gp La Torre

Più chilometri

Faresin è anche un preparatore. Segue direttamente i suoi ragazzi. Per l’occasione del passaggio alle continental ha aumentato la parte del fondo. In pratica le distanze in allenamento sono cresciute, ma per il resto, ammette lo stesso diesse, le cose sono rimaste le stesse.

«Già da qualche anno – riprende Faresin – anche gli allenamenti degli under 23 si sono intensificati e sono più vicini a quelli dei pro’. Prima si tendeva a preservare i giovani, adesso si cerca di portarli alle corse a tutti i costi, visto che vanno più forte dei “vecchi”. Poi l’avvento degli stranieri, ha spinto ancora di più verso questo cambiamento».

Zambanini al Trofeo San Vendemiano
Zambanini al Trofeo San Vendemiano

Benedetti e Zambanini

Nella “nuova” Zalf tre ragazzi si sono fatti vedere più di altri e sono Gabriele Benedetti, Edoardo Zambanini e Stefano Gandin.

«Benedetti ha già vinto una corsa ed è atteso a delle conferme sulla base di quel che aveva fatto vedere al primo anno da under 23, quando passò e si mostrò subito molto promettente. E’un passista-scalatore che può essere protagonista nelle corse a tappe. E’ un terzo anno. Lo avevo con me alla Casillo e la sua stagione 2020 non è stata facile. Adesso ha ritrovato la serenità necessaria per correre».

«Zambanini è un secondo anno e anche su di lui ci sono grandi attese, specie dopo quel che ha fatto vedere al Giro U23 dell’anno scorso quando vinse la maglia bianca con tutti quei corridori forti che c’erano. Dovrà migliorare sulla tenuta, come gli altri del resto, e sulla costanza di rendimento. Correre adesso poi non è facile. I circuiti sono praticamente spariti, le gare spesso presentano il “trabocchetto” nel finale, e le squadre col fatto che ci sono poche gare portano spesso gli stessi nomi (i più forti, ndr)».

Gandin, classe 1996, è stato già due volte nella top ten nelle gare con i pro
Gandin, classe 1996, è stato già due volte nella top ten nelle gare con i pro

Gandin, corridore moderno

Infine c’è Gandin, che stavolta suggeriamo noi a Faresin.

«Lui è uno dei quattro elite che abbiamo squadra. E’ un leader, viene da una stagione importante e sembra aver trovato la sua dimensione. E’partito bene con un buon settimo posto alla Per Sempre Alfredo. Una ruota veloce? Per me è più un passista scalatore direi. Lui è il prototipo del corridore moderno: va forte in salita ed è molto veloce».

La Zalf sarà adesso presente nelle gare italiane di aprile dal Piva al Belvedere, passando per il Giro di Romagna. Ma i veneti hanno cerchiato di rosso il Gp Liberazione, la classica più amata.

Gianni Faresin, Zalf Fior

Il ritorno di Faresin alla corte di Fior

29.12.2020
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Gianni Faresin è tornato a casa. A dire il vero era già sembrato strano che se ne fosse andato. Parlandoci all’inizio del 2019 aveva spiegato come secondo lui si potesse fare una buona attività U23 anche senza diventare continental. Eppure alla fine della stessa stagione ha accettato l’offerta della Casillo e ha raggiunto Matteo Provini portando anche suo figlio. Il 2020 è andato come sappiamo. E quando nel corso dell’estate Luciano Rui ha annunciato che anche la Zalf Fior avrebbe fatto il salto tra le continental, Faresin ha fatto nuovamente i bagagli ed è tornato.

«Non è peccato cambiare idea – dice – soprattutto quando ti rendi conto che i ragazzi più giovani ormai vogliono soltanto le continental. Il messaggio che passa è questo. Ed è innegabile che fare corse di 200 chilometri con i professionisti a un ritmo gara superiore ti aiuta quando vai a misurarti nelle internazionali U23».

Edoardo Zambanini, Zalf Fior, 2020
Edoardo Zambanini ha vinto la maglia di miglior giovane al Giro d’Italia U23 (foto Scanferla)
Edoardo Zambanini, Zalf Fior, 2020
Zambanini, miglior giovane al Giro U23 (foto Scanferla)
Come è nato il riavvicinamento tra Faresin e la Zalf?

Parlando con “Ciano” Rui. Alla Casillo stavo bene, ma c’era il limite della distanza. Quei 250 chilometri da casa alla sede della squadra erano un bel freno al mio modo di lavorare, che prevede il fatto di seguire i ragazzi ogni giorno in allenamento. Ci pensava Provini e per la preparazione avevamo adottato una linea quasi professionistica, con il programma mandato via mail. Poi i ritiri sono saltati a causa del Covid e si è potuto lavorare poco. Detto questo, i 13 anni fatti con la Zalf non si dimenticano e io qui ero stato bene.

C’erano state discussioni?

Più che discussioni, parlerei di riflessioni. I corridori continuavano ad andare via, soprattutto Dainese e Battistella bruciavano parecchio. Erano corridori nostri, cresciuti qua, che se ne sono andati e hanno vinto il campionato europeo e il mondiale con altre maglie. Poi se ne è andato anche Frigo, da campione italiano. Tutto intorno erano venute fuori delle realtà che ai loro occhi erano più appetibili.

Matteo Zurlo, Team Casillo 2020
Dalla Casillo, oltre a Faresin, è tornato anche Matteo Zurlo (foto Scanferla)
Matteo Zurlo, Team Casillo 2020
Dalla Casillo è tornato anche Zurlo (foto Scanferla)
Ma Faresin non era convinto…

Io continuo a pensare che la continental dà il vantaggio di correre fra i pro’, ma ti toglie la possibilità di avere una crescita calma. Se però guardiamo a come è andato il 2020 tra i professionisti, dovremo ragionare anche su questa gradualità.

Nel gruppo dei pro’ si parla tanto di questo aspetto.

Lo so bene, soprattutto in termini di longevità e di carriera, perché secondo me è difficile che arrivino a correre fino a 35 anni. Perciò bisogna che vincano e guadagnino bene nei prossimi cinque/sei anni, perché poi avranno davanti una vita intera da inventarsi. Del resto è sempre andata che chi vince da giovane guadagna sempre di più di uno che ci arriva dopo.

Che cosa possiamo aspettarci dalla Zalf continental?

Sicuramente, essendo il primo anno, faremo qualche puntata tra i professionisti e qualche corsa all’estero. Il grosso della nostra attività sarà comunque incentrata sugli under 23, puntando a farli crescere in casa. Se hanno la prospettiva di correre con noi tra i professionisti, magari si riesce a convincerli a fare un anno in più.

Samuel Slomp, Zalf Fior 2020
E poi c’è Samuel Slomp, 19 anni, passista scalatore trentino (foto Scanferla)
Samuel Slomp, Zalf Fior 2020
Slomp, passista scalatore trentino (foto Scanferla)
Come andrà la convivenza con Ilario Contessa, che nel 2020 è stato il tecnico della squadra?

Avevamo già lavorato insieme tre anni fa. Lui si occupa della parte gestionale e logistica, io torno a fare quello che facevo prima, seguendo la preparazione. Io ho una certa età e sono una persona tranquilla, lui è maturato. Andrà bene.

Tutto sui giovani, allora?

Ne abbiamo di promettenti, da vedere sul campo. Dai test abbiamo avuto delle belle sorprese, per cui sicuramente avremo un bel gruppo. L’unico neo forse è la mancanza di un velocista stagionato che possa portare il numero di vittorie, ma ne abbiamo 3-4 veloci che, se ben allenati, possono farsi valere.

Ci sono ritiri in programma a gennaio?

Aspettiamo le direttive del Governo e le previsioni del tempo. L’idea sarebbe di rimanere a Castelfranco appoggiandoci all’hotel Fior. Se dovesse fare brutto, al massimo andremo in Toscana.

Luciano Rui, Marco Frigo, 2019

E alla fine Rui porta Zalf tra le continental

29.10.2020
4 min
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Alla fine sta per cadere anche l’ultimo baluardo del vecchio dilettantismo italiano: la Zalf Desiree Fior diventa continental. E siccome non si tratta di voltare le spalle alla gloriosa storia della squadra di Castelfranco, ci permettiamo di salutare la novità con un applauso. Da troppo tempo infatti i corridori avevano smesso di considerarla un approdo che agevolasse l’accesso al professionismo. E questo indubbiamente significava tradirne la tradizione.

«Per questo motivo – spiega Luciano “Ciano” Rui, carismatico direttore sportivo del team – negli ultimi anni abbiamo perso corridori come Dainese, Battistella e Frigo (i due sono insieme in apertura, foto Scanferla), che ha vinto la maglia tricolore e se l’è portata in Olanda. Loro me lo hanno detto in modo esplicito. Siamo riusciti a trattenere soltanto Moscon, grazie all’attività con i professionisti svolta con la nazionale. E speriamo che qualcuno vada a riprenderlo, Gianni. Era duro di testa allora, temo lo sia rimasto…».

Alessio Portello (Borgo Molino Rinascita Ormelle), Go Rinascita 2020
Alessio Portello, nuovo acquisto, vincitore del Gp Rinascita 2020
Alessio Portello (Borgo Molino Rinascita Ormelle), Go Rinascita 2020
Portello, nuovo acquisto, al Gp Rinascita
Insomma, vi siete decisi…

E’ stata versata la fideiussione, direi che ormai è fatta, anche se ci siamo mossi nel momento più sciocco, con questo Covid ancora nell’aria. Però serviva una svolta, per non perdere i giovani che cresciamo e poi vanno via. Dà fastidio rendersi conto che la Lotto Under 23 non sia continental, ma loro sono il vivaio di una WorldTour…

E poi all’estero ti fanno correre lo stesso.

Qua invece alcuni organizzatori hanno la puzza sotto il naso e altri per correre ti chiedono di pagarti le spese. Ma va bene, si doveva fare e si farà.

Quanti corridori avrete?

Saranno in 15 e sull’ammiraglia torna Faresin. Gianni se ne era andato per fare esperienza continental, ma ha visto che con i corridori lontani da casa non riusciva a seguirli come voleva. Lui sarebbe rimasto se fossimo già stati continental. E assieme a Gianni, tornano a casa suo figlio e Zurlo.

Dici che sarà amore tra Faresin e Contessa, che gli è subentrato l’anno scorso?

Posso dire che sto… mescolando la pasta. Io farò un passo indietro, diventando più manager che tecnico, e ho cominciato a raccomandargli che dovranno lavorare nell’interesse della società. Faresin è super motivato, Contessa ha l’entusiasmo del giovane. Speriamo bene. La squadra del resto è sempre la stessa. Faremo solo corse importanti, qualcosa tra i pro’ e qualcosa all’estero.

Ben figurare tra i pro’ vale quanto vincere una corsa del martedì?

Probabilmente è anche meglio, spero lo capiscano gli sponsor. Ma certo dovremo fare esperienza. Saremo con loro alla partenza, magari non saremo tutti all’arrivo, ma per crescere serve ragionare così.

Edoardo Zambanini, Zalf Desiree Fior, Giro d'Italia Under 23, 2020
Edoardo Zambanini ha conquistato la maglia bianca Aido del Giro
Edoardo Zambanini, Zalf Desiree Fior, Giro d'Italia Under 23, 2020
Zambanini, miglior giovane del Giro U23
Su quali nomi puntate?

E’ arrivato Gabriele Benedetti, che nel 2019 alla Mastromarco aveva fatto due vittorie e cinque podi, poi è passato alla Casillo e non ha brillato, ma ha tanto da dare. Abbiamo preso un paio di buoni juniores, Moro e Portello dalla Borgo Molino. E non dimentichiamo Zambanini, che ha vinto la maglia bianca al Giro d’Italia U23.

Al Giro è arrivata anche la maglia rossa di Colnaghi. Come hai vissuto la sua positività?

Male. Ha fatto una cavolata, ma non me ne lavo le mani. Abita vicino a Spreafico, entrambi positivi allo stesso integratore comprato su internet. Non capisco perché rovinarsi la carriera, dopo essere stato in nazionale e avere delle prospettive. Gli ho parlato da padre. Gli ho consigliato di andare in procura e raccontare la verità, sperando che trovi qualcuno che capisca e non abbia la mano troppo pesante. La domanda che mi faccio è se l’abbiano fregato, nel senso che non c’erano avvisi sul prodotto, oppure no. Internet è un posto rischioso, ma peggio ancora è la mentalità di cercare certe cose.

Correrete ancora con bici Pinarello?

Sì, avremo le F12 con freno a disco. Fausto ci teneva ad avere una continental a Treviso. Il futuro ha i freni a disco. A parte Ineos che fa come vuole, hai visto che al Giro le avevano tutte così? E voi come andate con bici.PRO?

Si lavora, Ciano, si mena e si spera di conquistare pubblico.

– Solo sul web, giusto? Come per i freni a disco. Il futuro è sul web. In bocca al lupo.