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La galleria del vento dedicata solo alle bici

18.04.2023
5 min
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Si parla spesso di galleria del vento, degli effetti che ha l’aerodinamica sulle performances e dei test eseguiti sulle biciclette. In rare occasioni ci siamo posti il quesito, se ne esista una specifica per la bicicletta.

La risposta è sì, esiste, si trova a Paal ed è perfettamente integrata nella sede di Ridley (nello showroom), all’interno della Bike Valley. Ci siamo stati e abbiamo fatto qualche domanda a Daan Teugels, responsabile della galleria del vento e del Progetto Aerodinamica.

Le linee blu della galleria del vento che fanno da soffitto all’esposizione (foto Ridley)
Le linee blu della galleria del vento che fanno da soffitto all’esposizione (foto Ridley)

Una galleria del vento slow speed

«Questa galleria del vento – spiega Teugels – è posizionata all’interno della sede della Belgian Cycling Factory e si sviluppa in lunghezza appena al di sopra della sala di esposizione delle biciclette. E’ la prima galleria che tecnicamente prende il nome “slow speed”, questo perché è dedicata interamente alla bici e tutto quello che ruota intorno alla bicicletta. Qui si eseguono test comparativi, di efficienza e naturalmente di quanto l’aerodinamica pura influisce sulle performances.

«Utilizziamo un modulo CFD proprietario, personalizzato da noi e cucito sulle esigenze del ciclismo. Questo porta dei vantaggi notevoli, soprattutto se facciamo un confronto con altre gallerie del vento che analizzano diverse categorie di prodotti. Ruote, caschi e abbigliamento tecnico, le stesse posizioni dei corridori, qui l’aerodinamica applicata al ciclismo trova il suo regno».

Daan Teugels, responsabile della galleria del vento
Daan Teugels, responsabile della galleria del vento
I numeri della galleria sono replicabili nella vita reale?

La risposta è no, o per lo meno non del tutto, ma l’obiettivo principale di una galleria del vento è quello di fornire una base di lavoro e capire quali sono anche i vantaggi più piccoli. E’ sempre necessario considerare che la variabile più grande è l’atleta. L’analisi tramite la galleria del vento offre dei dati oggettivi di base e relativi ai materiali.

In sostanza la galleria del vento è un lungo corridoio (foto Ridley)
In sostanza la galleria del vento è un lungo corridoio (foto Ridley)
La variabile più grande è il corridore?

Si esatto. Circa l’80% della resistenza totale generata è dovuta al ciclista. Sulla resistenza allo spazio influiscono la posizione dell’atleta e ovviamente la bicicletta. Volendo fare un esempio: la differenza tra una posizione eretta e una posizione aerodinamica è di circa 50 Watt. La differenza tra il normale abbigliamento da corsa con casco da strada, rispetto ad un body specifico da crono e con indossato il casco da crono, con la seconda opzione si risparmiano circa 15 Watt. Lavorare sui componenti e sugli strumenti che usa l’atleta, valutarli nella galleria del vento, ci permette di abbassare l’influenza delle variabili.

Alcuni test hanno una durata di un’ora, altri diversi giorni (foto Ridley)
Alcuni test hanno una durata di un’ora, altri diversi giorni (foto Ridley)
Quanti test vengono fatti in un anno?

Indicativamente 150 in totale, ma dipende dal periodo. Il più intenso è quello invernale e all’inizio della primavera, dove si provano i nuovi equipaggiamenti e i corridori ottimizzano la posizione sulla bici. Quello con una quasi totale assenza di test è quello compreso tra la fine del periodo estivo e l’autunno.

Ci sono anche aziende esterne alla Bike Valley che usano questa galleria del vento?

Certamente, molte aziende che investono e sviluppano abbigliamento, caschi e naturalmente biciclette. Diversi brand americani di biciclette utilizzano questa galleria del vento.

La piattaforma che angola la bicicletta in base alle esigenze
La piattaforma che angola la bicicletta in base alle esigenze
Il vento simulato all’interno che velocità può raggiungere?

La velocità massima che possiamo raggiungere con la nostra galleria del vento è di 108 chilometri orari. Tuttavia la velocità massima utilizzata è di 80, poiché la nostra esposizione sottostante deve rimanere intatta. 80 è un valore molto reale se comparato con condizione esterne di vento estremo.

Esiste un intervallo ottimale di vento all’interno del quale si sviluppano le prove?

La maggior parte dei test rientrano in un intervallo di velocità compreso tra 35 e 60 chilometri orari e un angolo di imbardata compreso tra meno 15 e 15 gradi. Le condizioni al di fuori di questi intervalli sono molto rare.

Vengono eseguiti anche dei test di valutazione termica dell’abbigliamento (foto Ridley)
Vengono eseguiti anche dei test di valutazione termica dell’abbigliamento (foto Ridley)
Quale è il fattore più difficile, se ne esiste uno, da analizzare?

Il più grande ostacolo ai guadagni aerodinamici sulle biciclette è che ogni capo di abbigliamento, ogni attrezzatura e posizionamento sono diversi per ogni ciclista. Raramente c’è un’attrezzatura veloce per tutti. Questo lo rende anche molto interessante ovviamente. L’aerodinamica è molto individualistica e dipende molto dal tipo di corporatura e dalla flessibilità della persona.

Il calco di Tony Martin
Il calco di Tony Martin
C’è un test che è stato più difficile da sviluppare rispetto ad altri?

Come dicevo poco fa, l’aerodinamica è individuale, ogni prova e test, ogni singola situazione sono difficilmente replicabili. Però in passato, quando Tony Martin era ancora corridore, proprio qui abbiamo condotto delle prove per lo sviluppo dell’abbigliamento crono della nazionale tedesca. Quello che avevano in dotazione all’epoca non era troppo efficiente in termini di aerodinamica e lo staff della nazionale ha chiesto il contributo di Bioracer, azienda della Bike Valley con la quale collaboriamo attivamente.

Le fasi di preparazione ai test avvengono in diversi passaggi (foto Ridley)
Le fasi di preparazione ai test avvengono in diversi passaggi (foto Ridley)
E cosa avete fatto?

Abbiamo creato un calco del corpo di Martin, che ritraeva fedelmente la sua posizione sulla bici da crono. Abbiamo notato che la sua spalla destra era più bassa rispetto alla sinistra. Grazie a questa informazione Bioracer ha creato un body ad hoc per il campione tedesco ed in seguito anche la posizione sulla bici da crono è stata modificata in modo da renderla più efficiente. La storia dei suoi risultati parla da sola.

Quanto è il costo di un test?

Sono 500 euro per un’ora, a prescindere dal soggetto della prova.

Aerodinamica, il punto tecnico di Wilier, Pinarello e Cervélo

30.05.2022
4 min
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Tre aziende che sono un riferimento nel mondo della ricerca e sviluppo, dei materiali e delle soluzioni in fatto di aerodinamica. Cervélo da sempre investe risorse ingenti in questa categoria di prodotti, così come Pinarello. Wilier ha implementato la ricerca e in occasione della corsa rosa ha lanciato la nuova bicicletta. Vogliamo capire come le aziende affrontano l’argomento dell’aerodinamica che si sposa con il ciclismo.

La ricerca Wilier al Politecnico di Milano (foto Wilier)
La ricerca Wilier al Politecnico di Milano (foto Wilier)

L’aerodinamica è uno strumento

Abbiamo fatto quattro domande comuni alle tre aziende. Quanto costa sviluppare e produrre una bici specifica per le prove contro il tempo? E’ una fascia di mercato legata al mondo dei pro’, oppure esiste una nicchia di acquirenti? In sostanza, l’azienda ha un ritorno? Vale la pena investire in questa categoria? Lo sviluppo delle bici da crono condiziona la produzione delle bici “normali”?

Ecco i manubrio in titanio per il Team Ineos (foto Pinarello)
Ecco i manubrio in titanio per il Team Ineos (foto Pinarello)

Risponde Wilier

«Crediamo molto nella ricerca e nello sviluppo di questa categoria – ha risposto il responsabile dell’Innovation Lab Wilier Claudio Salomoni – ed è qualcosa che continueremo a spingere anche in futuro. I costi sono difficili da quantificare, perché dietro di ci sono tantissimi fattori da considerare. Test nella galleria del vento, telai prodotti in singole parti e prototipi. Se prendiamo ad esempio la nuova Turbine SLR, sfioriamo i 100.000 euro solo per la ricerca. La categoria delle bici da crono non è una parte dominante nel fatturato dell’azienda e del catalogo di Wilier.

«Lo sviluppo ha l’obiettivo primario di accontentare gli atleti professionisti, ma inevitabilmente le ricerche in merito tornano estremamente utili anche per le bici che troviamo nel mercato e pensate per l’utenza. Inoltre l’aerodinamica ad oggi è fondamentale anche per la ricerca e sviluppo dei materiali, non solo delle forme. Le innovazioni dell’aerodinamica ricadono a cascata su prodotti che hanno un bacino di utenza maggiore; i modelli Filante SLR e 0 SLR ne sono un esempio».

Un dettaglio della Pinarello Bolide di Ganna (foto Pinarello)
Un dettaglio della Pinarello Bolide di Ganna (foto Pinarello)

Il punto di vista di Pinarello

«E’ difficile – risponde Federico Sbrissa – quantificare il costo di produzione di una bicicletta da cronometro, perché i fattori in gioco sono molteplici. Si tratta di un investimento davvero importante. L’azienda non ha un ritorno economico sulle vendite di questi prodotti. Dal punto di vista commerciale, le vendite sono molto limitate e il ritorno è una questione di immagine del brand. Per Pinarello vale comunque la pena investire in questa categoria. Sviluppare dei prodotti specifici per gli atleti più forti al mondo è una sorta di obbligo.

«La storia di Pinarello è segnata dalle bici più veloci di sempre, dalla mitica Espada di Indurain alla Parigina di Collinelli/Ullrich fino alla Bolide per Wiggins e Ganna. E poi c’è quel filo diretto che lega le soluzioni moderne alle bici di altissima gamma. Alcune soluzioni di sviluppo si intersecano in maniera importante».

Cervélo, parola al product manager

«Le bici da cronometro hanno una complessità elevata – dice Maria Benson – maggiore rispetto a qualsiasi altra bicicletta. Si parte dall’attrezzatura e si parla di diverse migliaia di dollari, potenzialmente a sei cifre. Poi ci sono da aggiungere la progettazione e il costo degli ingegneri, ma anche i tempi di commercializzazione. Ad esempio per la Cervèlo P5 sono trascorsi 3 anni, per la P2 due anni. Una bici da cronometro è il risultato di più pezzi e componenti che devono collimare alla perfezione e per ognuno di questi ci sono degli investimenti elevati. Nell’ottica del mercato invece, le biciclette da cronometro sono da considerare una nicchia. Ma pur rispettando le norme che richiede l’UCI, si può sviluppare un prodotto per le gare TT e che sia in grado di accontentare i triatleti: la P5 ne è un esempio, un punto fermo per gli atleti del Team Jumbo-Visma, ambita dai triatleti.

«Per noi di Cervélo il triathlon gioca un ruolo di primaria importanza. Progettare e sviluppare una bicicletta TT è un insegnamento e un banco di prova. Un progetto del genere obbliga a trovare soluzioni intelligenti, non solo specifiche per l’aerodinamica pura, ma ad esempio anche in fatto di integrazione. Molte di queste soluzioni le ritroviamo anche sulle bici standard, la Cervélo S5 ad esempio. Noi come azienda, ad oggi, assegnamo le medesime risorse in fatto di investimenti, alle bici TT e a quelle tradizionali».