Wilier Verticale SLR, veloce, leggera e godibile ovunque

04.08.2024
7 min
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La nuova Wilier Verticale SLR va molto oltre la bici dedicata allo scalatore. Certo, è leggerissima, elegante e sfinata, ma è anche veloce ed è rapidissima nei rilanci dalle basse alle alte velocità. Le ruote Miche Kleos RD36 sono un bel prodotto che diventa il vestito ideale di questa bici. L'abbiamo portata alla frusta in diversi contesti, chiudendo il nostro test alla Maratona delle Dolomiti 2024, un'edizione segnata dalla pioggia.

CORVARA – Il test della nuova bici di casa Wilier si conclude con la una delle gran fondo più ambite, ovvero la Maratona delle Dolomiti, il contesto perfetto per una bici come la Verticale SLR. Eppure, dietro questo mezzo top di gamma in senso assoluto c’è tanto da raccontare.

A nostro parere è riduttivo limitarsi a descriverla come “bicicletta da scalatore”, perché la nuova Verticale SLR è anche molto veloce. In discesa è gratificazione pura e prende velocità in un amen se rilanciata partendo da velocità ridotte. Entriamo nel dettaglio della nostra prova.

La stessa bici usata da Tejada al Tour (ruote a parte)
La stessa bici usata da Tejada al Tour (ruote a parte)

Una bici da 6,6 chilogrammi

In tutto 6,6 chilogrammi, rilevati e senza pedali, una bici sul filo dell’illegalità. Illegale, un aggettivo che piace tanto ai ciclisti amanti dei numeri, dei pesi ridotti che collimano con una efficienza tecnica che non viene mai meno, in nessun frangente che si incontri sulla strada. 6,6 chilogrammi con i portaborraccia montati ed il supporto per il computerino, il supporto per la luce posteriore (che all’occorrenza diventa anche porta numero) e con tutta la componentistica di serie, tubeless da 30 millimetri di sezione compresi, pignoni 11-34 inclusi. Quindi si può limare ancora qualcosa.

Ma quello che più ci ha colpito è il rapporto che esiste tra il valore alla bilancia e la stabilità della bici, la giusta rigidità percepita e una precisione di tenuta delle traiettoria degna di nota (anche con pneumatici più piccoli da 28, una sorta di standard attuale). Wilier Verticale SLR, la migliore Wilier di sempre.

In salita

Nasce per la salita, è il terreno dove eccelle e anche quando non si ha la gamba, la stessa bici è in grado di dare qualcosa. Cosa significa? Significa che la nuova Wilier è una di quelle bici che funziona bene quando si pedala da seduti, quando ci si alza in piedi sui pedali e quando ci si scompone.

Offre un buon sostegno sull’avantreno (bisogna però abituarsi alla forma del manubrio) e permette di caricare molto i pesi del corpo proprio sulla porzione anteriore. Al contrario di molte superleggerissime non trasmette nessuna flessione che arriva dalla forcella e non da mai quella sensazione di “tirare indietro” nel punto dello sterzo. La stessa cosa arriva dalla scatola centrale e dal carro. Il reggisella è più confortevole e fa percepire una certa elasticità, utile nel lungo periodo e quando si affronta un tratto con asfalto malmesso.

In discesa

Non ci ha sorpreso, ci aspettavamo una bici precisa e stabile. E’ migliore se paragonata alla Zero SLR ed è più precisa. In parte ricorda la Filante SLR, che tanto ci era piaciuta in questi frangenti. E’ bene sottolineare che la Verticale SLR è una bici da corridore agonista. Non è la bici da mandare a briglia sciolta, va tenuta ed in parte assecondata, ma non è una di quelle bici leggere che si imbizzarriscono quando la velocità sale. Permette di correggere qualche errore in fase di inserimento e quando viene rilanciata è superlativa.

E’ una bici da portare alla frusta e che al tempo stesso diventa anche esigente in alcuni frangenti, perché invita a spingere sempre. Non è un fattore da far passare in secondo piano, anche nella scelta dell’allestimento più adeguato e per sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo.

Profilo medio, il vestito perfetto

Per la maggior parte del tempo (il test è durato circa un mese e mezzo, con oltre 1.800 chilometri percorsi) abbiamo utilizzato le Miche Kleos RD36. Abbiamo sconfinato anche verso ruote da 50 e con profili differenziati 58/48 (posteriore e anteriore), in modo da avere una panoramica più ampia del comportamento della Verticale SLR.

Con le ruote altissime è veloce, ma perde qualcosa in agilità e nella perentorietà che la contraddistingue nei cambi di ritmo alle basse andature. Le 50 millimetri sono il compromesso ottimale per una bici del genere e oltre alla performance c’è anche un vestito che gratifica gli occhi al 100%. Ma con le ruote medie resta la leggerezza al pari della capacità di sopportare i cambi di ritmo secchi, le sparate secche e fasi di rilancio che in salita fanno godere anche chi salitomane non è.

La confidenza con il manubrio

Abbiamo utilizzato la misura di manubrio più estrema: quella larga 37 sopra e 40 sotto. Provenendo da manubri tradizionali, la presa stretta sopra può non essere immediata ed è necessario prendere un po’ di confidenza, anche in discesa. Cambia la dinamica della guida. Quando si impara e ci si adatta (diventa importantissimo capire dove e come tenere i gomiti, i polsi e gli avambracci) i vantaggi ci sono e sono alla portata di watt e schermo del computerino. Si è veloci e si risparmia qualche watt. Quando ci si alza in piedi sui pedali non è un problema e si tira facile.

Il vantaggio vero e proprio arriva dal disegno che c’è al centro della curva. E’ una sorta di gomito che rende la presa corposa e riempie tutto il palmo della mano. Ha il suo perché nel tenere arpionato il manubrio in volata, in pianura quando la velocità è alta, sui vallonati ed in discesa. Il lavoro che è stato fatto in questa zona della bici è importante e a nostro parere anche la sicurezza in vari frangenti ne guadagna.

La stabilità di una bici si misura anche grazie a gesti, ad esempio mollare il manubrio per chiudere la giacca
La stabilità di una bici si misura anche grazie a gesti, ad esempio mollare il manubrio per chiudere la giacca

In conclusione

La Verticale SLR è la bici che fa venire voglia di montare in sella e pedalare. Disegno e forme Wilier, elegante e sfinata, senza eccessi, una bici che paga l’occhio. La sua eleganza è condita dalla ricerca di tanti dettagli che si riferiscono anche alla componentistica utilizzata. Ad esempio il movimento centrale Miche, tutto il manubrio integrato e molto altro.

E’ l’utilizzo a fare la differenza, perché se è vero che la Verticale SLR è una bici da corridore vero, è altrettanto vero che non mostra eccessi: non è un cavallo pazzo. Questo è un aspetto tecnico che merita tanta considerazione, soprattutto nell’ottica di un utilizzatore “normale”, che oltre a fare prestazione deve pensare anche allo stare bene in sella e godersi qualche pedalata senza spingere a tutta. La nuova Wilier è anche questo, ovvero una bici non eccessivamente impegnativa, fluida e scorrevole in ogni situazione.

Wilier Triestina

Wilier Verticale SLR leggerissima ed elegante

25.06.2024
8 min
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La Wilier Verticale SLR è la naturale evoluzione della famiglia Zero SLR, quella che va alla ricerca della massima leggerezza. Una bici “solo” per gli scalatori? A nostro parere c’è molto di più.

Verticale va oltre il progetto bicicletta, perché porta in dote un rinnovato processo di costruzione del telaio, impiegando un blend di fibre composite (sono tre) dalla qualità elevatissima. Non è solo una questione di carbonio, perché la leggerezza della Verticale è ottenuta anche grazie alla cura maniacale delle lavorazioni. E poi le geometrie, tutte diverse rispetto anche a Filante SLR, con taglie che non presentano nessuna sovrapposizione (considerando anche l’esposizione che si ottiene abbinando le diverse misure del manubrio integrato).

Materie prime e lavorazioni di altissima qualità

Entriamo nel dettaglio grazie al contributo di Claudio Salomoni, responsabile dell’innovazione Wilier. «Il carbonio e le resine di alta qualità – spiega – sono più che importanti, fanno la differenza nell’economia prestazionale e nella bontà complessiva del progetto, ma non si riduce tutto alla fibra composita. Sono importantissime anche le lavorazioni e i procedimenti con i quali le materie prime vengono plasmante. Ogni telaio della Wilier Verticale SLR è costruito grazie ad oltre 400 pelli di carbonio ed è un monoscocca vero e proprio. E’ un blocco unico.

«Gli step di crescita e di valore del progetto sono più di uno. Ad esempio la zona della testa della forcella – prosegue Salomoni – ha un design asimmetrico e nel punto dove è ancorata la pinza del freno permette di distribuire meglio le forze che si generano. La testa conica collima con una sorta di inspessimento maggiorato, soluzione che permette di sfruttare la continuità nel posizionamento delle fibre. Non ci sono interruzioni, non ci sono angoli e/o gomiti che possono creare stress. Il tutto si riflette in modo esponenziale sul feeling e precisione di guida».

Verticale SLR, come è fatta

Un monoscocca in carbonio che utilizza un mix di fibre T800, T1100 e M46JB, ognuna applicata in modo specifico in zone dedicate e con orientamento altrettanto specifico. T800 e T1100 sono caratterizzate da resistenza alla rottura, la terza è usata per aumentare la rigidità torsionale. Al pari della laminazione del carbonio all’interno degli stampi, c’è l’innovativo processo Active Molding, che utilizza dei controstampi in polimeri espansi. L’obiettivo è quello di consolidare i materiali e curare ogni singola parte delle tubazioni, azzerando la formazione di arricciature e dopositi di materiale.

Oltre ai dettagli costruttivi e di design citati da Claudio Salomoni, è stato ridisegnato il sistema di blocco del reggisella. La vite lavora diagonalmente e l’intero blocchetto è integrato nel nodo sella (la vite di chiusura è posta nel rinforzo tra piantone ed orizzontale). Il seat-post è sfinato, ma non è rotondo ed ha una sorta di disegno a goccia. Supporta una luce con batteria ricaricabile e lo stesso supporto può essere utilizzato come portanumero. Due gli arretramenti disponibili, 15 millimetri oppure zero off-set.

Una brugola, due asole, doppia possibilità di posizionare il support del deragliatore
Una brugola, due asole, doppia possibilità di posizionare il support del deragliatore

Corone fino a 56 denti

L’attacco del deragliatore non è più rivettato e mobile. Tutta la zona è più leggera rispetto al passato e meno soggetta a stress. Il doppio posizionamento del deragliatore dà modo di supportare corone fino a 56 denti (in ottica WorldTour non è un dettaglio banale).

Rimanendo nella zona della trasmissione, c’è un forcellino sagomato che supporta il bilanciere posteriore. E’ intercambiabile e presenta una sorta di sbalzo all’interno (ricorda quelli UDH, ma è disegnato da Wilier). Ottima scelta, perché il suo disegno tiene lontana la catena dai foderi del telaio e lo stesso forcellino non è soggetto a rotazione. Inoltre, così come è disegnato permette di risparmiare un foro, che andrebbe rinforzato.

Bici sviluppata a braccetto con il Team Groupama-FDJ (foto Wilier)
Bici sviluppata a braccetto con il Team Groupama-FDJ (foto Wilier)

Nuovo concetto per le geometrie

La geometria della nuova Wilier Verticale SLR è completamente differente dalla Zero SLR e dalla Filante SLR, sviluppata grazie alla collaborazione con il Team FDJ-Groupama. Se lo stack (a parità di taglia) è rimasto quasi invariato, il reach è stato modificato profondamente, concentrandosi sul binomio telaio/manubrio.

In linea generale la Verticale SLR nelle taglie più piccole è stata accorciata, mentre per le misure più grandi è stata allungata leggermente. E’ bene considerare che questo nuovo progetto nasce per la competizione, quindi le valutazioni finali partono sempre dalle posizioni più aggressive del corridore.

Cockpit integrato, non solo questione di flare

Un manubrio integrato che colpisce non poco grazie alla sagoma non usuale, bella da vedere e capace di completare il pacchetto Verticale. Un monoblocco in carbonio da 310 grammi dichiarati, dove tutto scorre internamente.

Tra la sezione superiore dove appoggiano i polsi (ed i manettini del cambio) ed i terminali bassi ci sono 3 centimetri di differenza (ad esempio 37 sopra e 40 centimetri sotto, oppure 39 e 42). Ma è la sezione centrale della piega a fare la differenza, con una sorta di gomito che agevola la presa ribassata e lo scarico della forza in fase di sprint e rilancio. Efficiente e funzionale.

Tanta componentistica Miche

Miche è entrata a fare parte del portfolio Wilier, non è un segreto. Sulla Verticale SLR è montato il movimento centrale Miche Integrale RD sviluppato in collaborazione con CeramicSpeed. Scorrevolissimo e rigido, capace di influire in modo positivo sulla rigidità della stessa scatola centrale. Ottima soluzione. Tutte le versioni della Verticale SLR portano in dote le ruote Miche Kleos, versioni standard oppure le top di gamma RD.

Miche ha sviluppato e dedicato al nuovo manubrio una prolunga per il computerino, con il braccetto che si innesta frontalmente e all’interno del cockpit. Pulito, elegante e un altro componente che permette di risparmiare grammi, per un kit telaio Verticale SLR (telaio, forcella e reggisella, manubrio e serie sterzo, viteria inclusa e nella taglia media), con un valore dichiarato alla bilancia di soli 1.669 grammi.

Versioni e prezzi

Le taglie sono 6: xs e s, m e l, xl e xxl. Le combinazioni cromatiche 4, per un totale di 7 allestimenti ai quali si aggiunge il frame-kit (5800 euro di listino). L’allestimento con la trasmissione Shimano Dura Ace è disponibile con e senza power meter, con le ruote Miche Kleos RD36. I prezzi di listino sono rispettivamente di 13.000 e 12.200 euro. Si passa all’allestimento con il nuovo Sram Red AXS e Quarq incluso (con ruote Kleos RD) ad un listino di 13.000 euro. Il montaggio con il Campagnolo Wireless e ruote Miche Kleos RD ha un valore di listino di 13.400 euro.

Tre le versioni che hanno le ruote Kleos standard. Quella con Ultegra Di2 e Sram Force AXS, con o senza misuratore di potenza. I prezzi ufficiali sono rispettivamente di 9.900, 10.400 e 9.900 euro.

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