Wilier e Ride The Dreamland: uniti si fa del bene

29.12.2021
3 min
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Wilier Triestina e Ride The Dreamland: storia di una collaborazione e di una partnership molto attiva che ha visto la luce quest’anno. Proprio questo binomio ha generato un progetto molto importante, ovvero quello di sostenere la Fondazione Città della Speranza. L’obiettivo è quello di sensibilizzare tutti gli appassionati di ciclismo, e non solo, sull’importanza della ricerca scientifica.

Tre top di gamma uniche

Sin dalla propria nascita Ride the Dreamland e Regione Veneto hanno lavorato per la predisposizione di un progetto a sostegno della Fondazione Città della Speranza. Un sostegno concreto per omaggiare il fondamentale operato svolto dalla Fondazione stessa per regalare un sorriso ai più piccoli meno fortunati.

Wilier Triestina non si è tirata indietro, producendo tre dei suoi modelli top di gamma disegnati e “vestiti” con una speciale livrea Ride The Dreamland. La grafica è stata ideata dallo studio di design Jonny Mole.

Queste tre biciclette (0 SLR, Jena e Filante SLR) sono in questo momento all’asta sui quattro siti web degli eventi che hanno costituito il progetto Ride the Dremaland 2021. Facendo un’offerta è dunque possibile realizzare i sogni di tantissimi bambini, aiutare l’opera della Città della Speranza. Con l’opportunità di potersi aggiudicare uno di questi tre gioielli Wilier Triestina donati per un’opera davvero giusta.

Alexey Lutsenko vince Serenissima Gravel in sella alla Wilier Rave SLR
Alexey Lutsenko vince Serenissima Gravel

Una Fondazione, un’eccellenza…

La Fondazione “Città della Speranza” è nata il 16 dicembre 1994 in ricordo di Massimo, un bambino scomparso a causa della leucemia. L’obiettivo primario della Fondazione era raccogliere fondi per costruire un nuovo e moderno reparto di oncoematologia pediatrica a Padova. Quello esistente all’epoca era del tutto insufficiente e inadatto a ospitare in modo dignitoso i bambini ammalati e le loro famiglie.

Il nome “Città della Speranza” si ispira ad una analoga fondazione americana: “City of Hope” della quale si è voluto prendere spunto per le modalità operative. In particolare per quanto concerne trasparenza, gestione del denaro e concretezza.

Si è voluto immaginare che anche i bambini potessero vivere la loro quotidianità in una città felice, in grado di dare speranza al loro futuro. E così fu: il reparto, concepito secondo criteri modernissimi, diede una svolta nella qualità della cura e dell’assistenza ai piccoli pazienti. Consentendo anche ai medici e agli operatori di svolgere al meglio il loro compito.

Samuele Battistella vince la Veneto Classic 2021
Samuele Battistella vince la Veneto Classic 2021

Tanti nuovi progetti

Dopo aver realizzato la Clinica di Oncoematologia pediatrica di Padova, la Fondazione continuò il suo impegno e nel 1998 costruì il nuovo Day Hospital e i Laboratori di Ricerca. Nel 2003, invece, nacque il nuovo Pronto Soccorso Pediatrico di Padova.

Nel 2004 venne inaugurato il Day Hospital Pediatrico e nel 2010 il nuovo Pronto Soccorso Pediatrico di Vicenza. L’8 giugno del 2012 venne inaugurata a Padova l’ultima grande opera: l’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza. Struttura che con i suoi 17.500 mq è il più grande centro di ricerca sulle malattie infantili d’Europa.

Oggi la Clinica di Oncoematologia pediatrica è collegata ai più importanti centri italiani e mondiali. In più, grazie ai finanziamenti erogati dalla Città della Speranza, è Centro di riferimento nazionale per la diagnosi delle leucemie acute e per la caratterizzazione molecolare di linfomi e sarcomi. E’ anche centro di coordinamento di protocolli nazionale ed europei di diagnosi e cura di linfomi, sarcomi, tumori cerebrali ed epatici, tumori rari.

Wilier

VenturoSport

VIDEO/Bennati sulla gravel? Guida come una… Jena

16.12.2020
3 min
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Dopo aver provato con Daniele Bennati la sua Wilier Filante, eccolo alle prese con la Jena, gravel della casa veneta. Un'insolita cavalcatura per il toscano che, da buon velocista e uomo del Nord, sui sassi era solito andarci con i tubolari da corsa. Ma le cose cambiano...

Bennati sulla gravel è una foto inusuale, anche se lui ammette che l’esercizio lo attiri parecchio. Dalle sue parti in Toscana le strade bianche abbondano. E anche se potrebbe passarci sopra con la bici da strada, il comfort e la sicurezza delle ruote più grosse e scolpite della Wilier Jena, che gli è stata consegnata dalla casa vicentina, sono un valore aggiunto tutt’altro che trascurabile.

Test nel Piceno

Il teatro scelto per il test sono le colline marchigiane nei dintorni di Ascoli Piceno, paradiso ciclistico già saggiato da Vincenzo Nibali che sulle stesse strade lo scorso anno girò i promo per la Regione Marche di cui è testimonial.

«Vi presento al mia Wilier Jena», inizia Bennati, poi la giornata prosegue mettendo alla prova la bici leggera e maneggevole, con geometrie che possono ricordare visivamente quelle di una bici da strada.

«Ma sbaglia – prosegue il toscano – chi pensa di poter riportare qua sopra le quote della bici da strada. Davanti è molto più alta, come è giusto che sia. Però di certo si tratta di una bici che si guida molto bene. Su strada il mio manubrio era da 42, questo nella parte bassa arriva a 50 e permette di impugnare la bici nella massima sicurezza».

Campagnolo Ekar, gravel, 2020
La Jena è montata con il Campagnolo Ekar per gravel
Sulla Jena, il Campagnolo Ekar

Solida ed essenziale

La bici, che abbiamo già visto tra le mani di Jerome Cousin alla conquista dell’Algarve, ha una grafica essenziale, come si addice a una bicicletta disegnata per avanzare su fondi sconnessi, costi quel che costi.

«Certo – prosegue Bennati – non mi avventuro su single-track estremi in cui la mountain bike avrebbe decisamente la meglio, ma di sicuro sono pochi i terreni in cui questa bici non possa portarmi».

Il telaio è realizzato in 5 taglie con l’impiego di carbonio monoscocca 60TON. Il tubo di sterzo ha, come diceva anche Bennati, un angolo più aperto che garantisce stabilità di guida anche sui terreni più impegnativi. Il carro invece è stato progettato per avere una spiccata risposta alle sollecitazioni, assorbendo buona parte delle vibrazioni provocate dai fondi sconnessi.

Daniele Bennati, Jena gravel Wilier Triestina, 2020
Foto ricordo a Casteltrosino, borgo medievale piceno
Daniele Bennati, Jena gravel Wilier Triestina, 2020
Foto ricordo a Casteltrosino, borgo medievale

Pignone a 9 denti

«Questa Jena – chiude Bennati, rimandando alla visione del video – è montata con il nuovo gruppo per gravel Campagnolo Ekar. Un gruppo 1×13 velocità, che ha un pignone minimo da 9 denti. Incredibile».

La presenza di 13 pignoni al posteriore ha reso possibile l’adozione della corona singola all’anteriore, che è un bel vantaggio nei contesti off-road dove lo sporco può sempre dare noie meccaniche.  I pacchi pignoni disponibili sono tre: 9-36, 9-42 e 10-44.