Search

Wild Card, Bardiani e Vini Zabù volano al Giro

10.02.2021
4 min
Salva

Rcs ha comunicato le wild card solo poche ore fa che è subito scattata la giostra dei commenti. In ballo le corse di primavera: dalla Strade Bianche alla Tirreno, dalla Sanremo al Giro d’Italia, il piatto prelibato che c’era sulla tavola.

Noi abbiamo sentito subito chi gioisce, vale a dire la Bardiani Csf Faizanè e la Vini Zabù (oltre alla Eolo-Kometa). Quest’ultima in particolare forse era quella più a rischio con l’alzata di mano da parte della Arkea-Samsic della maglia rosa 2014, Nairo Quintana.

Angelo Citracca, classe 1969, è il manager della Vini Zabù
Angelo Citracca, classe 1969, è il manager della Vini Zabù

Entusiasmo Vini Zabù

«Sono contento – commenta il team manager Angelo Citracca – il Giro era l’obiettivo principale. Questa partecipazione ci darà la visibilità necessaria per noi e per i nostri sponsor. E soprattutto ci darà una prospettiva futura. Ringrazio Rcs: siamo consapevoli che senza la terza wild card sarebbe stata difficile davvero».

Quando lo sentiamo Citracca è in bici, si gode così questo importante momento per lui, per la squadra e per il suo staff.

«Mi dispiace per l’Androni, perché ci sono passato. Però quella terza wild card sarebbe stato sbagliato darla ad un team straniero. Okay, Quintana sarebbe stato un valore aggiunto per il Giro, ma sarebbe venuto per vincere o per allenarsi in vista del Tour?».

Scinto già al lavoro

A Citracca fa eco Luca Scinto. Anche il diesse non sta nella pelle. Sa che l’occasione è ghiotta nonostante abbia tra le mani ha un gruppo inesperto, fatto di molti giovani.

«Siamo una squadra giovane è vero – dice Scinto – Ci davano tutti per spacciati, ma sono convinto che alla fine questa stagione raccoglieremo più dell’anno scorso. C’è gente che ha voglia, che corre in un certo modo. Adesso potremmo lavorare con più tranquillità e ci faremo trovare pronti. Mareczko sarà il corridore di riferimento e con lui cercheremo di sfruttare quelle poche tappe per i velocisti che ci saranno. Immagino che vicino a lui ci sarà Stacchiotti che potrebbe essere il suo ultimo uomo e che a sua volta potrà avere i suoi spazi nelle frazione più mosse. E poi vediamo. E’ un bel gruppo. C’è lo svizzero Joab Schneiter che va forte davvero. C’è Mattia Bevilacqua che è con noi da quando era juniores. Lo abbiamo cresciuto gradualmente e potrà far bene. Insomma, noi ci saremo».

Roberto Reverberi, classe 1956, è diesse e dirigente della Bardiani
Roberto Reverberi, classe 1956, è diesse e dirigente della Bardiani

E alla Bardiani cosa dicono?

Dall’altra parte dell’Appennino, in Emilia, Roberto Reverberi è contento di andare al Giro, ma è anche più consapevole se così può dire, di questa notizia. Roberto sembra quasi più dispiaciuto per la “non presenza” alla Tirreno piuttosto che contento per il pass del Giro. La squadra esiste da 40 anni, è stata rinforzata, annovera quasi solo corridori italiani: esserci poteva essere “doveroso”.

«Siamo contenti di essere al via della corsa rosa – commenta Reverberi – La Bardiani questo inverno si è rinforzata molto. Noi lavoriamo e lavoravamo per essere al Giro, a prescindere dall’ufficialità, soprattutto con quei corridori che avrebbero comunque avuto più possibilità di esserci. Però le porte sono aperte a tutti, anche ai neoprofessionisti.

«E’ chiaro che quest’anno ci sarà più lotta per essere convocati vista la nostra rosa. Si va in otto e, a meno che non vadano proprio “a piedi”, Battaglin e Visconti ci saranno. Gente così aiuta anche i più giovani. Restano quindi sei posti. Penso a Fiorelli che l’anno scorso al primo anno si è sempre ben piazzato negli sprint. Ci sarà poi una bella lotta tra gli scalatori. Covili, Marengo, Garosio, Gabburo, Carboni…  ho 22 corridori, decideremo verso il Tour of The Alps (19-23 aprile, ndr)».

Non solo Androni, i contendenti principali potevano essere la Gazprom-RusVelo e l’Arkea soprattutto, che come detto poteva far leva su Quintana. 

«Quando ho visto che l’Arkea era stata invitata al Tour – conclude Reverberi – ho capito che potevano restare fuori al Giro. Non hanno una struttura tale per correre ad alti livelli entrambi i due grandi Giri. Ma sai, con Quintana dentro non sei mai totalmente tranquillo. Però sinceramente anche in caso ci fossero stati loro non saremmo dovuti essere noi quelli a restare fuori».