Tra uomini e donne, una differenza di 100 watt

18.02.2023
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Ora che il ciclismo femminile è sempre più al passo di quello maschile, iniziano ad esserci dei paragoni. Paragoni che in qualche caso riguardano anche le prestazioni e i numeri. A rilanciare questo dibattito è stata la prestazione super di Gaia Realini, ma anche di Elisa Longo Borghini, al UAE Tour Women. Le due portacolori della Trek-Segafredo, verso Jebel Hafeet hanno staccato tutte e lo hanno fatto con numeri importanti. Per la Realini si è parlato di 4,75 watt/chilo. Numeri che tra gli uomini e per giunta su una salita finale, non sarebbero degni di nota. A parità di durata di sforzo avrebbero fatto registrare oltre i 6 watt/chilo.

E proprio per questo vogliamo saperne di più. E lo facciamo con l’aiuto di Paolo Slongo, coach della Trek-Segafredo. Va precisato che non abbiamo scelto il coach veneto perché segue le due atlete in questione, ma perché è abituato a lavorare, da anni, sia con campioni di primissimo piano che con campionesse… di primissimo piano.

Paolo Slongo con Elisa Longo Borghini. Il coach veneto ha sempre lavorato con grandi campioni, uno su tutti: Nibali
Paolo Slongo con Elisa Longo Borghini. Il coach veneto ha sempre lavorato con grandi campioni, uno su tutti: Nibali
Paolo, una bella differenza si è notata tra uomini e donne, almeno ad una prima analisi…

Partiamo dal presupposto che i numeri tra uomini e donne sono poco confrontabili. Chiaro che in fisiologia la componente della forza per le donne è minore e certi valori sono distanti. Ma il ciclismo femminile è in evoluzione. Le atlete crescono grazie a staff sempre più importanti, con preparatori, nutrizionisti, materiali… Il livello femminile si sta alzando e così i suoi numeri.

Quindi non si può dire che i 4,5 watt/chilo delle donne corrispondano ai 7 watt/chilo degli uomini?

Non è un paragone corretto. Più che parlare di watt/chilo posso dire che tra i top rider di uomini e donne c’è una differenza di 100 watt. Un corridore che primeggia in una tappa del Giro d’Italia ha 410-420 watt alla soglia, una donna che fa le stesse cose al Giro Donne ne ha 310-320.

Hai parlato di soglia, staccandoci per un attimo dal discorso dei watt, sul piano fisiologico le capacità aerobiche tra uomini e donne sono le stesse?

La capacità aerobica è la stessa e idem le zone di riferimento: medio, soglia… semmai quel che è diverso è la capacità aerobica di base che nel ciclismo femminile è meno allenata. E questo è un errore a parer mio.

Uomini e donne a confronto. Per Slongo la differenza è di circa 100 watt (foto Sam Needham)
Uomini e donne a confronto. Per Slongo la differenza è di circa 100 watt (foto Sam Needham)
E perché è meno allenata?

Perché qualcuno sostiene che ce n’è meno bisogno, in quanto le donne fanno tappe e corse più corte, quasi mai superiori alle 4 ore. Però le cose stanno cambiando. Adesso iniziano ad esserci Giri di 10 giorni e corse come la Liegi, la Roubaix o la Strade Bianche che richiedono un consumo energetico molto importante. E in questo caso chi ci lavora ha qualcosa in più sul piano aerobico.

E invece parlando sempre di capacità fisiologiche, i valori di smaltimento e accumulo dell’acido lattico sono differenti?

Sarebbe un discorso molto ampio, ma da quel che ho visto io, posso dire che sono uguali o molto, molto simili. Poi ogni atleta, a prescindere dal genere, ha le sue caratteristiche, ma di base non ci si discosta molto. Alla fine che si spinga a tutta per 3′ o per 20′, la forbice resta di quei 100 watt che dicevamo prima. Questo margine cresce un po’ in volata. In uno sprint, al termine delle frazioni, una donna arriva a 1.150 watt e un uomo a 1.450-1.500.

Gaia Realini con Longo Borghini a ruota verso Jebel Hafeet. L’abruzzese viaggiava sul filo dei 210-220 watt
Gaia Realini con Longo Borghini a ruota verso Jebel Hafeet. L’abruzzese viaggiava sul filo dei 210-220 watt
Tornando ai 4,75 watt/chilo della Realini è un valore di livello assoluto tra le donne, un po’ come i 7,3 watt chilo di Geoghegan Hart alla Valenciana, oppure è un dato “normale”?

E’ sicuramente un ottimo valore, ma quando Van Vleuten ha staccato tutte in quella tappa dello scorso Tour de France, ha fatto 6 watt/chilo sui 10′-12′ di sforzo, mentre quel valore medio di Gaia era riferito ad una salita la cui durata è stata di circa 34′.

E’ chiaro, l’aspetto della durata va considerato. I numeri snocciolati vanno presi con le molle e solo voi avete quelli certi, tanto che secondo alcuni Gaia avrebbe superato i 5 watt/chilo…

Quella che ha fatto è comunque un’ottima prestazione.

Sei stato chiarissimo, Paolo. Chiudiamo con un giudizio proprio su questa giovane scalatrice.

Non la conosco ancora moltissimo. E’ stata una gran bella sorpresa. Ma se devo dirla tutta lo è stata non tanto per la salita, perché lo sapevamo che lì andava forte, ma per come si è comportata in pianura all’UAE Tour. Lei è davvero piccola (150 centimetri, ndr) ed è rimasta, e bene, davanti. Si è mostrata a suo agio con i ventagli. Ha dei bei margini e di certo è una scalatrice pura.

Pioggia di watt. Le migliori prestazioni dell’anno dai 20′ in su

29.10.2022
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Quella appena terminata può essere archiviata come la stagione dei record. Si è assistito, ancora una volta, a prestazioni incredibili. Prestazioni che la maggior parte di noi tende a “fotografare” nel momento in cui Jonas Vingegaard stacca Tadej Pogacar sul Col du Granon al Tour de France. Ma anche nelle volate dei due atleti alla Planche des Belles Filles o a Peyragudes (nella foto di apertura). “Chissà quanti watt finivano su quelle pedivelle?”, ci si chiede…

Eppure quella del Granon non è stata la miglior prestazione dell’anno. Lo scettro spetta, o forse sarebbe meglio dire spetterebbe, ancora a Pogacar. Noi abbiamo preso in considerazione gli sforzi dai 20′ in su. Tadej ha sviluppato 6,5 watt/kilo sul Carpegna, durante la Tirreno-Adriatico.

Altre super prestazioni sono sempre firmate da Pogacar e Vingegaard i quali proprio alla Planche des Belles Filles hanno fatto un qualcosa come 6,6 watt/kilo, però quella scalata era più breve e soprattutto c’era stato molto gioco di squadra prima del chilometro finale. Al terzo posto ecco Remco Evenepoel che sulla Fancuya, alla Vuelta, avrebbe espresso 6,4 watt/chilo. E per di più per oltre 25’.

Pogacar sul Carpegna. Con un paio di gradi sopra lo zero e un abbigliamento più pesante questa prestazione assume ancora più valore
Pogacar sul Carpegna. Con un paio di gradi sopra lo zero e un abbigliamento più pesante questa prestazione assume ancora più valore

Il parere di Toni

Noi ci siamo divertiti a spulciare sul web, nelle varie piattaforme dedicate, questi numeri. Ma presto ci siamo accorti che c’erano delle discrepanze. I valori erano un po’ ballerini a seconda di chi e come erano riportati. Come da nostra abitudine ci siamo rivolti ad un esperto. E chi meglio del preparatore Pino Toni? E infatti il coach toscano ci ha un po’ messo sul chi va là.

«I numeri – spiega Toni – sono numeri in quanto precisi. E’ difficile stabilire realmente i valori espressi di quelle prestazioni. E per quei dati non basta solo il peso del corridore. Ci sono in ballo molti altri fattori, come la scorrevolezza, la lavorazione dei cuscinetti per quella corsa, la pressione delle gomme, se aveva o no la borraccia, se e quanto quell’atleta è stato a ruota…

«E’ importante valutare il peso nel suo totale, cioè anche quello della bici e degli altri materiali, perché nel ciclismo di oggi uno scarto di 0,2-0,3 punti fa la differenza tra una prestazione alta e una stratosferica».

«Chiaramente un Vingegaard che nel finale del Granon fa 6,1 watt/chilo è un campione. E lo è perché ha fatto quella prestazione al termine di una lunga tappa di montagna.

«Poi ormai è un dato di fatto che si va più forte. Gli juniores viaggiano sul filo dei 6 watt/chilo. Ci sono ragazzi che pesano 69 chili e sviluppano 460-470 watt».

La prestazione di uno, i valori di squadra. Specialmente su certe salite, il lavoro si squadra incide moltissimo sul computo dei dati
La prestazione di uno, i valori di squadra. Specialmente su certe salite, il lavoro si squadra incide moltissimo sul computo dei dati

Più sorprese che watt

Il dato preciso di certe prestazioni è solo nei computerini degli atleti e nei calcoli dei loro coach che li seguono e sanno come erano “settati” quel giorno in quel momento. Per questo Toni preferisce parlare di prestazioni super in quanto “sorprese”.

«Piuttosto – riprende Toni – io sono stato colpito da tre prestazioni, tre personaggi. E sono Girmay, Vingegaard appunto, e Ganna.

«Vingegaard è andato forte. Ha staccato un buon Pogacar. Ma quel che mi ha colpito più di tutto non è stata la sua singola prestazione, ma la sua costanza. Non mi aspettavo la sua continuità a quel livello. Anche il suo compagno Kuss va forte, per dire, ma Vingegaard è andato forte per tutto il Tour. Per questo lo metto sul podio.

«Quelli che avete snocciolato sono numeri importanti, ma la valutazione deve essere fatta in un’altra maniera. E ritorno al discorso del peso complessivo (bici + atleta, ndr), della scorrevolezza…». 

«Vero, a conti fatti quell’atleta è salito a 6,5 watt/chilo. Ma quello è un valore di squadra, specie al Tour dove le salite sono più pedalabili, si fanno a 25 all’ora, e quasi sempre con passo regolare imposto appunto dai team. E quindi analizziamolo quel dato.

«Magari nei primi 5 chilometri era stato in quarta ruota e aveva risparmiato 30 watt. Nei successivi 5 chilometri era stato in terza ruota e aveva risparmiato altri 20 watt… almeno. Poi ancora era stato in seconda posizione e ha continuato a mettere altri 20 watt nel taschino. Fin quando negli ultimi 3-4 chilometri è rimasto da solo ed effettivamente è andato a 6,5 watt chilo. Il totale della scalata risulta 6,5 watt/chilo, ma per 10-11 chilometri ha espresso valori più bassi».

Girmay e Ganna

Ci sono poi Girmay e Ganna. Le altre due “sorprese” che Pino Toni mette sul podio. Prestazioni che non si distinguono per i watt espressi (o almeno non solo per quelli), ma nel complesso della performance, della crescita complessiva, dello spessore psicofisico dell’impresa.

«Girmay – dice Toni – è cresciuto molto. Mi ha colpito. Ha vinto la Gand battendo fior di campioni e soprattutto ha vinto la tappa al Giro davanti al miglior Mathieu Van der Poel della stagione. Non sono numeri banali in ogni senso».

«Ganna invece va magnificato. Va elogiato per la forza espressa durante Record dell’Ora, una determinazione pazzesca nonostante per lui non fosse un anno super. Io non so chi e quando potrà avvicinare quel tempo. Serviranno una grande convinzione e uno staff super. Ganna aveva quanto di meglio a disposizione tra Ineos-Grenadiers e nazionale italiana. Il top del mondo».

Toni spiega come con tutta quella cura, non solo della preparazione del corridore, ma anche dei materiali il fisico può rendere meglio. Non che il “motore del corridore” aumenti, ma riesce a sviluppare al meglio i propri valori e a farlo per un tempo maggiore.

«Se tu hai 450 watt nelle gambe non ne sviluppi di più, però ne arrivano di più alla ruota: ed è quello che conta».

CeramicSpeed sistema OSPW

CeramicSpeed, i cuscinetti che fanno la differenza

14.04.2021
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In un ciclismo sempre più affollato di campioni, in cui si lotta su ogni tipo di traguardo, i dettagli possono fare la differenza e portare alla vittoria. CeramicSpeed è un’azienda danese che da sempre si concentra sul miglioramento delle prestazioni, cercando di ridurre gli attriti dei vari ingranaggi per guadagnare più watt possibili. I componenti del marchio danese sono usati dal Team Qhubeka Assos e dal Team Astana Premier Tech di cui fa parte Emanuele Boaro al quale abbiamo chiesto la sua impressione sui componenti CeramicSpeed.

Maggiore fluidità

La gamma di prodotti realizzati da CeramicSpeed comprende i cuscinetti ceramici per i mozzi delle ruote, le pulegge, il movimento centrale e la catena. L’Astana utilizza solo alcuni di questi componenti.
«In Astana usiamo la gabbia del cambio posteriore con le pulegge grandi e il movimento centrale – ci dice Emanuele Boaro – a casa per allenarci abbiamo la bicicletta senza i componenti CeramicSpeed, che sono montati solo sulle bici che usiamo in gara e devo dire che io la differenza la sento. Con i componenti CeramicSpeed si ha una sensazione di maggiore fluidità anche nella cambiata».

Emanuele Boaro Tirreno Adriatico 2021
Emanuele Boaro impegnato all’ultima Tirreno Adriatico
Emanuele Boaro Tirreno Adriatico 2021
Emanuele Boaro impegnato all’ultima Tirreno Adriatico

Si guadagnano watt

In effetti secondo i test effettuati dalla stessa CeramicSpeed, ci sarebbe un risparmio tra i 6 e i 9 Watt con l’utilizzo dei cuscinetti nei mozzi delle ruote, le pulegge e il movimento centrale. Questo guadagno aumenterebbe di altri 2-5 watt con l’utilizzo della catena UFO. Il totale guadagno si aggirerebbe così, fino a un massimo 14 watt.

E con il sistema OSPW

Un occhio particolare la rivolgiamo al sistema OSPW (Puleggia oversize CeramicSpeed), quello che utilizza anche l’Astana, che grazie al suo design particolare e ai materiali utilizzati permette di ridurre l’attrito del 40-60% rispetto alle pulegge tradizionali. In questo modo il vantaggio in termini di watt salirebbe ad un range fra i 10 e i 16 watt.

CeramicSpeed sistema OSPW
La gabbia con le pulegge oversize tipiche del sistema OSPW
CeramicSpeed sistema OSPW
La gabbia con le pulegge oversize tipiche del sistema OSPW di CeramicSpeed

Durevoli nel tempo

Un altro obiettivo di CeramicSpeed è di realizzare prodotti che durino nel tempo, grazie all’elevata qualità della ceramica che viene utilizzata.
«I cuscinetti di CeramicSpeed – ci dice Boaro – possono essere smontati e rimontati più volte, a differenza di altri che invece li devi sostituire ciclicamente. L’unico svantaggio è che richiedono un po’ di manutenzione in più, è per questo che non li montiamo sulle bici da allenamento. E’ normale che essendo prodotti molto racing richiedano un’attenzione maggiore».

Emanuele Boaro cronometro Tirreno Adriatico 2021
Boaro nella cronometro di Lido di Camaiore con il sistema OSPW
Emanuele Boaro cronometro Tirreno Adriatico 2021
Boaro nella cronometro di Lido di Camaiore alla Tirreno Adriatico con il sistema OSPW

Un’arma in più a crono

In effetti i prodotti del marchio danese sono pensati proprio per massimizzare le prestazioni e raggiungere quei famosi “Marginal Gains” di cui tanto si parla e che possono fare guadagnare dei secondi preziosi, soprattutto a cronometro.
«Penso che nelle prove contro il tempo diano il guadagno maggiore. Nelle prove in linea ci sono tanti fattori che entrano in gioco, mentre nella cronometro dove si è da soli e tutto è finalizzato alla velocità, il contributo dei componenti CeramicSpeed si fa sentire di più, anche perché con i rapporti lunghi si hanno i vantaggi maggiori».

Giacomo Nizzolo con BMC CeramicSpeed
Anche la Qhubeka Assos di Nizzolo usa CeramicSpeed
Giacomo Nizzolo con BMC CeramicSpeed
Anche la Qhubeka Assos di Giacomo Nizzolo utilizza i componenti CeramicSpeed

Sviluppo con i pro’

Un altro punto forte di CeramicSpeed è nella continua collaborazione e fase di sviluppo fatta con gli atleti professionisti.
«Nel ritiro di inizio stagione vengono i ragazzi di CeramicSpeed e ci fanno vedere i vari tipi di cuscinetti e ci mostrano la differenza con gli altri prodotti standard – ci racconta Boaro – in quel momento si fanno varie prove. Devo dire che anche quando li prendi in mano e li fai girare senti la differenza anche al tatto rispetto ad altri prodotti».

Fusaz a Milan: aumentare la potenza

30.09.2020
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«Ormai certe ripetute è costretto a farle in salita, tanto è potente». Basterebbe questa frase del preparatore Andrea Fusaz per capire l’entità della crescita di Jonathan Milan, uno dei suoi atleti al Cycling Team Friuli.

La “Locomotiva di Buja” il prossimo anno correrà con la Bahrain-McLaren e non sarà più Fusaz ad allenarlo in vista di Tokyo 2021. Tuttavia, con il tecnico friulano, abbiamo voluto analizzare lo stesso l’ipotetico cammino atletico verso le Olimpiadi di Milan, in quanto nessuno lo conosce meglio di lui.

Milan
Jonathan Milan con Andrea Fusaz. I due analizzano i dati dopo una sessione di allenamento
Milan
Milan e Fusaz analizzano i dati di un test
Andrea, da dove dovrebbe partire Milan per essere al top in vista del quartetto olimpico?

Il primo step sono gli europei in Bulgaria a novembre. Lì avremmo tirato una riga per valutare il suo livello e tracciare il cammino olimpico.

Poniamo per un secondo che Jonathan sia ancora nelle tue mani, come imposteresti questo cammino?

L’obiettivo è aumentare la potenza. Dopo un’importante base aerobica (fine novembre-gennaio) inizierei a lavorare sull’intensità: ripetute a ritmo gara o più forte, a partire da 1′ fino ad un massimo di 2’30”, man mano riducendo il recupero. Raramente si arriva a coprire l’intera durata dello sforzo in gara. Ci si basa molto sui numeri. E’ importante valutare come Jonathan reagisce fisicamente e mentalmente a questi lavori particolarmente duri.

Quali sono le fasi della preparazione verso Tokyo?

Dopo gli europei Milan osserverei un paio di settimane di stacco, soprattutto mentale. Non dimentichiamo che tira la carretta da un anno intero. Lo avrei lasciato libero. L’unica cosa che gli avrei chiesto, di tenere a bada il peso. Per questo andavano bene del nuoto o delle passeggiate in montagna. Poi sarebbe salito in sella, su strada, per iniziare la fase aerobica. Contestualmente avrebbe curato la fase più intesa in palestra, quella in cui si lavora coi carichi massimali. Man mano la parte di forza in palestra si sarebbe alternata con quella in bici: partenze da fermo, ripetute con rapporti più lunghi (un dente in più davanti e uno in meno dietro), lattato massimo… E saremmo stati già verso febbraio. A quel punto sarebbero iniziate le gare di Coppa del mondo.

Spesso parli di recupero mentale. Questi sforzi intensi consumano anche sul piano psicologico. Avete un figura ad hoc nel CTF?

No. Nel Cycling Team Friuli però tendiamo a stare molto vicino ai ragazzi. E li ascoltiamo. In questo modo capiamo noi stessi i problemi. Solo così, hanno la capacità di affrontare in allenamento i propri limite e superarli.

Milan
Milan dopo la vittoria di tappa all’ultimo Giro U23 (foto Scanferla)
Milan dopo la vittoria di tappa all’ultimo Giro U23 (foto Scanferla)
Per le Olimpiadi avresti previsto più picchi di forma?

No, un solo picco. Io sono per una crescita graduale fino all’appuntamento clou. Poi va da sé che al termine di ogni blocco Milan avrebbe toccato dei picchi, ma ognuno sarebbe stato più basso del successivo. Sarebbe stato un lavoro approfondito su ogni fronte. Avrei prestato attenzione soprattutto alla forza. La palestra sarebbe stata fondamentale. Un allenamento o due a secco a settimana lo avrebbe svolto sempre.

Nell’anno olimpico la bici da strada si usa di meno?

No. La strada come detto serve per la base aerobica. In pista si fa bene il lattato. Ma nel complesso una gara su strada porta una qualità che nessun allenamento può dare. In più ci saranno i blocchi in pista con i ritiri a Montichiari. In quel caso i ragazzi alternano uscite su strada e 4-5 allenamenti su pista a settimana. Ogni sessione sul parquet dura circa tre ore, ma non si gira in continuazione. Tra riscaldamento, recupero, ripetute, analisi dei dati ci sono delle pause. 

Quando gli avresti fatto fare l’ultima gara su strada?

Dipende dalla durezza della corsa, ma non oltre le tre settimane prima.

Quali sono i lavori che preferisce Jonathan?

Vedo che tiene bene gli intermittenti. Jonathan ha dei numeri che degli atleti normali non hanno. E’ in grado di fare i 30-30 o i 40-20 anche a 650 watt. E ormai in pianura non riesce a farli, non riuscirebbe a raggiungere quei wattaggi. La velocità sarebbe troppo alta e così lo mando in salita.

Nell’ultimo anno Milan è cresciuto moltissimo. Ha potenza da vendere (foto Scanferla)
La potenza del friulano in pianura (foto Scanferla)
Dove può arrivare Milan?

Bella domanda. Dobbiamo capirlo anche noi. Stiamo parlando di un ragazzo che fino ad un anno e mezzo fa praticamente non si allenava. Mi sento di dire con certezza che batterà quel suo 4’08” (tempo stabilito a febbraio nell’inseguimento individuale, ndr). Vi dico che quest’anno ho dovuto rivedere tre volte le intensità delle sue tabelle. Per certi lavori siamo partiti con 500 watt, poi siamo passati a 600 e ora siamo a 650!

Quanto conterà il lavoro sui materiali?

Molto, ma questa risposta è legata alla nuova squadra. Posso dire che con Campagnolo e Pinarello abbiamo lavorato bene. Io mi concentrerei molto sul manubrio. Guardate cosa ha fatto Ganna ai mondiali.