Parte l’ultima tappa della Tirreno-Adriatico, prosegue il nostro viaggio dietro le quinte. Oggi con Vittorio Algeri, uno di quei direttori sportivi cui spesso tocca il singolare compito, a metà fra la staffetta e l’osservatore, di andare in avanscoperta. Li vedi partire davanti, soprattutto nelle giornate di vento o salita. Le ammiraglie che anticipano il gruppo e dalla testa della corsa segnalano il vento ed eventuali difficoltà che i corridori si troveranno sotto le ruote.
«Un’abitudine che c’è da tanto – dice Algeri, direttore sportivo del Team Bike Exchange – diciamo almeno degli ultimi dieci anni. Non si fa sempre, solo quando serve ed è possibile. Soprattutto al Giro d’Italia. Avere qualcuno davanti è sempre importante per le condizioni del tempo, il vento, gli intoppi dell’ultimo momento. Ci sono talmente tanti ostacoli adesso, che è sempre meglio vedere, capire come funziona».
Come comunichi con la prima ammiraglia?
Di solito con i messaggi whatsapp. Scriviamo che al chilometro tot si gira a destra e c’è il vento che arriva da sinistra. Oppure che c’è una salita nel centro abitato o la strada è molto stretta. Tutte queste cose insomma, che fanno parte del nostro lavoro.
Da dentro la macchina riesci a valutare bene il vento?
Il vento si vede dagli alberi e dalle eventuali bandiere. Speriamo sempre che ci sia qualche bandiera (ride, ndr). Il rischio di ventagli è sempre dietro l’angolo. Avevo una tecnica per vedere da che parte tirasse il vento, annodavo un filo di lana all’antenna della radio. Alcuni hanno l’anemometro? Può essere uno strumento utile.
Adriano Baffi della Trek-Segafredo, nel giorno del Carpegna Ammiraglia Bahrain Victorious in avanscoperta Daniele Righi verso il Carpegna alla Tirreno-Adriatico
Quanto sei avanti rispetto al gruppo?
Intorno ai 5-6 chilometri, al massimo 10. Stando troppo avanti, il traffico sarebbe ancora aperto. Ti devi fermare a tutti i semafori. Invece stando più vicino, trovi le strade già chiuse.
Ti è mai capitato di segnalare qualcosa che sarebbe stato davvero pericoloso?
Più di una volta. Non mi ricordo in quale gara, capitò che una macchina avesse perso del gasolio in una curva. Ho avvisato dietro perché stessero attenti e passassero a destra. Sono segnalazioni che fanno anche gli organizzatori e grazie alle radioline riusciamo a comunicarle tempestivamente ai nostri corridori. Ecco, l’uso delle radioline io l’ho sempre inteso come strumento di lavoro e anche tattico. Ci sono tante persone contrarie e per certi versi forse è giusto. Però io le ho sempre intese come uno strumento di lavoro.
Gli attacchi con i ventagli quindi nascono quando da davanti segnalate il vento giusto?
In questo soprattutto, il maestro è stato Manolo Saiz ai tempi della Once (direttore sportivo spagnolo attivo dal 1989 al 2006, ndr). Lui è stato il primo ad avere la macchina davanti di poco. Era maniaco di queste cose ed era anche uno spettacolo. Appena c’era un po’ di vento, metteva la squadra a tirare, perché aveva corridori molto forti e poteva permetterselo. E’ stato il primo che appena c’era una piccola possibilità di fare i ventagli, li faceva.
Che cosa si segnala oltre alle chiazze di gasolio?
Gli incroci. Le rotonde… E’ diventato un problema. Ci sono talmente tanti ostacoli… Se poi andiamo in Paesi come l’Olanda e la Svizzera, fra spartitraffico, fioriere e rotonde, c’è di tutto e di più. Bisogna stare molto attenti anche in macchina, perché gli ostacoli sono molteplici e questa è un’altra delle cose risolte grazie alle radioline. Non abbiamo più bisogno di andare in mezzo al gruppo a parlare con i corridori. Un’altra cosa molto pericolosa sono i dossi. I corridori li saltano via, alzano le bici e saltano. Con la macchina non lo puoi fare. E se tu fossi in gruppo con dei corridori dietro, dovresti frenare e sarebbe un’altra cosa molto pericolosa.
Nel finale vai via oppure racconti anche gli ultimi chilometri?
L’ultimo chilometro è il più importante, soprattutto nei casi di arrivi in volata. Anche l’autista del bus che arriva parecchio tempo prima, lo mandiamo a vedere l’ultimo chilometro, a descrivere la curva. Se è meglio impostare la volata a destra piuttosto che a sinistra. Il vento e l’eventuale pendenza della strada. I 2 chilometri finali sono molto importanti, è necessario che i corridori sappiano tutto.
Se ogni squadra manda un’ammiraglia, davanti ci sarà un bel traffico?
Adesso c’è anche un altro motivo per cui si va avanti con tante macchine. Ha iniziato un po’ di anni fa sempre la Sky. Avendo spesso il leader della corsa, avevano per tanti chilometri la squadra in testa al gruppo. E allora, piuttosto che mandare un corridore in coda per prendere le borracce e costringerlo poi a risalire, si sono inventati di mandare avanti due o tre macchine per fare dei “bottle point”, così li chiamano: punti borracce. Se la squadra in testa ne ha bisogno, un’ammiraglia davanti si ferma e li aspetta. E’ nata come loro idea e adesso è un’abitudine per tutte le squadre che cercano di adeguarsi.
Quindi altri punti di rifornimento da terra?
Esatto, un supporto che si somma al rifornimento della macchina, che si fa dai 30 chilometri fino agli ultimi 20 o 10, dipende dai percorsi. E visto che l’UCI ora ci lascia liberi di fare il rifornimento da terra dove vogliamo, ci sono anche queste ammiraglie davanti che si fermano e assistono la squadra.
Insomma Algeri, quando si viaggia là davanti, il tempo passa bene o si muore di noia?
Io sono sulla seconda ammiraglia, quindi sono col meccanico, perché la seconda in caso di una fuga, aspetta e si mette dietro. Poi ci sono altre ammiraglie che a turno fanno dei tagli dove si può per assistere i corridori in più punti possibili. Non sono da solo, la giornata passa bene. Non ci si annoia mai…