Bevilacqua, un addio che deve far riflettere

18.12.2023
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A soli 26 anni, Simone Bevilacqua ha detto basta. La sua carriera da pro’ è durata qualche anno, tra la difficile e tumultuosa esperienza alla Vini Zabù e un biennio all’Eolo-Kometa senza squilli personali, ma con molti apprezzamenti per il suo lavoro in seno alla squadra. Il suo ritiro rappresenta l’esempio di quel che significa vivere nel ciclismo contemporaneo, che richiede tantissimo, che ti mette continuamente alla prova, che ti consuma e spreme velocissimamente. Un esempio che dovrebbe far riflettere.

Simone ne parla con tranquillità, convinto della sua scelta seppur conscio di essere alle prese con un profondo cambiamento di vita: «Io sono orgoglioso di quello che ho fatto – dice – sono arrivato a un alto livello seppur non gareggiando in un team del WorldTour, ma potrò dire un giorno di aver corso con i più forti. Se ho un rammarico è quello di essere passato molto giovane, a 20 anni, non ancora in possesso di quelle necessarie linee guida per vivere in quest’ambiente. Senza di esse gli errori arrivano: cerchi di imparare, vai avanti ma ti manca sempre qualcosa».

Il culmine della sua carriera, la vittoria nella settima tappa del Tour de Langkawi 2019
Il culmine della sua carriera, la vittoria nella settima tappa del Tour de Langkawi 2019
Proviamo a ripercorrere la tua carriera, i primi due anni com’erano stati?

Avevo corso nella Wilier Triestina-Selle Italia, poi Neri Sottoli e i risultati non erano mancati. Tante corse all’estero, un po’ di piazzamenti fino alla vittoria di tappa al Tour de Langkawi. Quello è stato il momento più alto, più bello. Da lì mi aspettavo una crescita, che tutto cominciasse invece è stato un continuo su e giù, è come se fossi salito sulle montagne russe.

Hai vinto nel 2019. L’anno dopo è stato quello del Covid, pensi che ti abbia penalizzato oltre misura?

E’ stata una stagione strana, questo sì, ma non c’entra molto con quello che è successo. Sulla Vini Zabù voglio essere chiaro: i “casini” che sono scoppiati, i casi di doping che hanno portato alla sua fine non devono far dimenticare le persone che erano al suo interno. Era un bel gruppo, affiatato, che lavorava bene e in maniera corretta. Al Giro stavamo andando bene, poi il caso di positività portò alle perquisizioni nelle nostre stanze e le ripercussioni sull’ambiente furono forti. L’anno dopo altro caso, vennero a perquisire casa e sequestrare i telefoni, una situazione davvero drammatica per chi come me non c’entrava niente. Venimmo esclusi dal Giro, non si gareggiava quasi più, per fortuna però un giorno squillò il telefono…

L’esperienza alla Vini Zabù è stata difficile, anche dal punto di vista famigliare
L’esperienza alla Vini Zabù è stata difficile, anche dal punto di vista famigliare
Chi era?

Ivan Basso e lo ringrazierò sempre per questo, per l’opportunità che mi offrì di passare alla Eolo-Kometa. Mi ritrovai in un mondo completamente diverso, una struttura estremamente professionale, dove tutto era perfetto e tutte le negatività da cui venivo erano cancellate. Piano piano sentivo che stavo tornando me stesso e infatti la seconda parte del 2022 era stata molto positiva, con tutto che nella stagione ho dovuto affrontare prima il Covid e poi problemi a un ginocchio.

E quest’anno?

Ero partito bene, facendo il mio in Sudamerica e in Istria, ho corso anche la Sanremo, ma poi sono rimasto fermo tre mesi. Sono tornato alle gare a giugno ma ho fatto fatica a riprendere il ritmo gara. Nella seconda parte dell’anno sono arrivate le trasferte in Slovacchia Croazia e Turchia, si era formato un bel gruppo in corsa come fuori, con Maestri, Lonardi e gli altri. Avevo però capito che il contratto non sarebbe stato rinnovato.

In Turchia l’ultima gara, con Lonardi, Maestri e quel gruppo così ben affiatato
In Turchia l’ultima gara, con Lonardi, Maestri e quel gruppo così ben affiatato
Hai provato a vedere se c’erano altre strade?

Tante parole, ma nulla di concreto. Io convivo con la mia fidanzata, sono arrivato a un punto che devo fare scelte ponderate. Non c’era obiettivamente un team che potesse garantirmi uno stipendio adeguato per poter tirare avanti. Ci ho riflettuto e sono giunto alla decisione di chiudere, convinto di quel che faccio.

La tua storia sembra quasi la dimostrazione di come passando molto giovani si vada incontro a un futuro anche molto incerto e non sempre fortunato. Tornando indietro, ci ripenseresti?

Domanda difficile. Quando a quell’età ti trovi di fronte a un contratto triennale, con tutta la carriera davanti, come fai a dire di no? Pensi che magari rinunci, resti U23 ma poi chi lo dice che quel treno ripasserà? Rischi di esserti giocato l’unica vera carta a disposizione perché non sai se nel futuro ti capiteranno incidenti, problemi, sconfitte e nessuno magari ti chiamerà più. Il ciclismo di oggi è così, rischi che arrivi a 24 anni e ti dicono che sei vecchio, quando vecchio assolutamente non lo sei, solo che non c’è la pazienza di aspettare e la voglia di investire su un corridore di quell’età.

Bevilacqua ha corso gli ultimi due anni con la Eolo-Kometa, prodigandosi per gli altri
Bevilacqua ha corso gli ultimi due anni con la Eolo-Kometa, prodigandosi per gli altri
Un altro aspetto che emerge è che figure come la tua, non vincenti ma utilissime per il lavoro nel team, non vengono più prese tanto in considerazione…

E’ vero, ma io dico di più. Andranno a sparire anche i corridori alla Morkov o Richeze, quelli che garantiscono i successi del velocista di turno. Guardate Philipsen: le volate gliele tira un certo Van der Poel, il campione del mondo! I team vogliono tutti corridori vincenti, è come se fossero tutti capitani, i ruoli predefiniti vanno scomparendo e una figura come la mia anche prima delle altre.

E ora?

Ora entrerò a gennaio a lavorare nell’azienda di famiglia, una lattoneria a Marostica, quella di mio padre e dove lavora anche mio fratello. Inizia una nuova vita, più tranquilla, con altri tempi, vivendo la mia famiglia con meno stress. Per ora non penso al ciclismo anche se mi manca, poi col tempo vedremo se qualcosa verrà fuori: mi piacerebbe lavorare con i giovani, ma sarebbe comunque un hobby. Non potrei permettermi di stare fuori ogni weekend per 8 mesi l’anno. Ho già dato abbastanza da quel punto di vista…

Mareczko spianato verso il futuro. E’ un corridore della Alpecin

30.11.2021
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Ha firmato: Jakub Mareczko è un nuovo corridore della Alpecin-Fenix. “Kuba” può così voltare pagina dopo il capitolo con la Vini Zabù.

Mareczko era arrivato alla corte del team toscano per rilanciarsi e tutto sommato le cose stavano andando benino. Le motivazioni erano buone, la squadra era stata invitata al Giro d’Italia, ad inizio stagione aveva anche vinto un paio di corse e al suo fianco aveva due o tre uomini buoni per le volate come Riccardo Stacchiotti e Liam Bertazzo. Poi è successo il fattaccio (la positività di Matteo De Bonis), la sospensione del team, l’addio alla corsa rosa… E tutto è naufragato.

Invece stamattina la bella novella. La notizia ufficiale è arrivata mentre Kuba era in bici. Si è fermato al bar per una sosta, ha dato uno sguardo al telefono e ha visto un’e-mail che attendeva da un po’, che trasformasse gli accordi verbali in realtà: la mail con il contratto.

Settimana Internazionale Coppi e Bartali 2021: Bertazzo festeggia la vittoria di Mareczko
Settimana Coppi e Bartali 2021: Bertazzo festeggia la vittoria di Mareczko
Jakub, è fatta!

Eh sì, ho siglato il contratto stamattina con la firma digitale… In realtà era già arrivato venerdì, ma mancavano alcuni dettagli e non si è conclusa lì. Poi loro fanno orari di ufficio, il sabato e la domenica non lavorano e tutto è slittato ad oggi.

E adesso, inizia un nuovo inverno?

Domani già parto per il ritiro in Spagna con la Alpecin. Andiamo a Benicasim. Dieci giorni per conoscerci e allenarci. Poi ritorneremo anche a gennaio. Ma ve lo dico subito, non chiedetemi i programmi perché ancora non li so!

Come si riparte?

Io penso che questa sia l’occasione vera e propria. Una di quelle che non ripassano più. Ho trovato una squadra davvero attrezzata che si sposa bene con le mie caratteristiche. E vedendo come hanno affrontato certe corse posso dire di essere nel team giusto al momento giusto.

Jakub (27 anni) è pro’ dal 2015. Vanta oltre 40 vittorie
Jakub (27 anni) è pro’ dal 2015. Vanta oltre 40 vittorie
Ti sei tolto un peso?

Me lo potrò togliere più avanti se vincerò. Per ora ci sono poche parole per descrivere tutto ciò. Per me è come andare alla Deceuninck-Quick Step, un team per velocisti. Guardate Cavendish l’anno scorso. Qui è la stessa cosa. E io farò di tutto per riuscire a fare bene.

Tempo fa ci hai detto che in Alpecin hanno l’idea di avere un velocista per ogni grande Giro. Siete Merlier, Philipsen e tu…

La teoria è questa. L’obiettivo è quello delle classiche e delle tappe nei grandi Giri, di conquistare le volate nelle corse a tappe. Per farlo servono i velocisti e i loro sostituti se uno dovesse farsi male. E servono anche i corridori per portarli in volata. Per questo dico che è la squadra per me.

Philipsen e Merlier: li conosci?

Non troppo. Sono entrambi buonissimi velocisti. Philipsen è molto giovane e Merlier credo abbia un paio di anni più di me. Sarà una bella avventura. A partire da questo ritiro. Quando hai dei compagni che sono velocisti come te si creano degli stimoli. Allenandoti e correndo con gente così aumenta il livello. Era come con Van Avermaet alla CCC: se lui va via fisso a 40 all’ora anche tu ci devi andare.

Con Mareczko la Alpecin sarà più motivata al Giro (dove quest’anno ha vinto una tappa con Merlier)
Con Mareczko la Alpecin sarà più motivata al Giro (dove quest’anno ha vinto una tappa con Merlier)
Proverete anche i treni in ritiro?

Credo di sì, ma non so ancora bene quale sarà il programma.

Per quanto riguarda gli allenamenti come farai? C’è da portare avanti anche il discorso del migliorare in salita per arrivare meglio in volata…

Mi sono affidato alla squadra, ai loro preparatori per qualsiasi cosa. Su ciò che c’è da fare e cosa no. Sicuramente se devi fare un grande Giro devi essere competitivo anche in salita e stare al passo.

Con la Vini Zabù come si è chiusa?

Dal momento che gli è stata revocata la licenza è venuto a decadere il contratto. 

Libero dunque. Di certo passerai un inverno più sereno…

Un motivo in più per essere contento. Quando ai primi di novembre, più o meno, è arrivata questa proposta non ci ho pensato due volte. 

E se non fosse arrivata la Alpecin?

C’erano delle proposte, ma sono decadute automaticamente appena è arrivata questa offerta. Per me era fondamentale un team che volesse fare le volate, che ne facesse una priorità, e l’ho trovato.

La “stagione 2.0” della Vini Zabù. Caro Scinto, a te la parola

01.07.2021
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La Vini Zabù di certo non ha passato dei momenti belli dopo il caso De Bonis e la conseguente esclusione dal Giro d’Italia. I ragazzi di Angelo Citracca e di Luca Scinto si erano anche autosospesi già prima dello stop di 30 giorni impostogli poi dall’Uci nella speranza di guadagnare tempo, come poi di fatto è avvenuto.

La loro stagione è ricominciata in Ungheria, nei giorni proprio del Giro.

Luca Scinto (53 anni) diesse della Vini Zabù
Luca Scinto (53 anni) diesse della Vini Zabù
E non è stato facile, vero Luca? Come hai fatto a tenere alto il morale dei tuoi ragazzi?

No, non è stato facile – racconta Scinto – Però bisogna pensare che siamo dei professionisti, tutti. Dai diesse ai corridori, benché molti siano dei giovani. Non fare il Giro è stato complicato dal punto di vista degli stimoli, ma poi era giusto ripartire. La motivazione c’è sempre stata nelle corse che abbiamo affrontato.

E sul fronte della preparazione come vi siete regolati?

Ognuno ha il suo preparatore. Kuba (Mareczko, ndr) per esempio si rivolge al Centro Mapei e ognuno si è regolato di conseguenza. Jakub stesso dopo l’esclusione dal Giro, di ritorno dall’Ungheria è andato in altura. Poi ai ragazzi ho dato qualche consiglio anche io: tipo attenzione al peso, occhio a come mangiate. Nei giorni dello stop ho detto loro di fare ore di sella e di lasciar perdere le tabelle. Quelle sarebbero tornati a seguirle solo dopo che avremmo avuto di nuovo un programma di gare. E poi gli ho detto di fare parecchio dietro scooter, perché è il metodo migliore per simulare una gara. Un paio di volte a settimana fare 4 ore, anche 4 ore e mezza, dietro motore.

E sì perché poi di corse ne avete fatte e ne farete parecchie…

Abbiamo corso in Ungheria, in Belgio, in Italia. Da dopodomani saremo al Sibiu Tour in Romania e poi ancora Limburgo, Tour du Limousin, altre gare tra Danimarca, Portogallo… No, no, le gare non ci mancano. E questo è importante perché diamo la possibilità a tutti i ragazzi di mettersi in mostra.

Viviani precede di un soffio Mareczko nella tappa finale dell’Adriatica Ionica Race
Viviani precede di un soffio Mareczko nella tappa finale dell’Adriatica Ionica Race
Avete fatto più richieste o comunque erano gare già in programma?

Noi facciamo richiesta a prescindere, ma essendo la Vini Zabù una professional siamo legati agli inviti. Noi abbiamo gli stessi doveri delle WorldTour ma meno diritti e programmare non è facile. Ah – sospira Scinto – come vorrei vedere un diesse di quelle squadre fare programmazione in situazioni come le nostre in cui non sai nulla.

Tra i tuoi corridori c’è qualcuno che sta bene, che ti ha colpito?

Consideriamo che siamo una squadra improntata per Mareczko, quindi molti sono legati alla preparazione delle sue volate. Detto ciò, mi piace molto Pearson. Questo ragazzo è davvero un bello scalatore, me ne parlò bene Ciano Rui della Zalf. E poi Stacchiotti ragazzi: è serio, l’uomo ideale per Kuba, al Sibiu magari avrà anche un po’ di spazio per sé stesso. Anche Stojnic è forte, lui è un giovane: è da WorldTour. Orrico anche è un giovane: è battagliero e ci mette l’anima sempre.

Hai detto Vini Zabù improntata per Mareczko: nonostante abbiate corso poco e con un programma ben diverso da quello ipotizzato ad inizio stagione lui le sue vittorie le ha fatte…

Un paio di vittorie. Dispiace per la prima tappa alla Ionica quando vinse Viviani. Jakub aveva forato e poi ha avuto un problema ai 400 metri: è dovuto ripartire da fermo. E nella tappa finale ha perso di pochissimo proprio da Viviani. Ma sono contento di lui perché è migliorato di un 30-40% in salita.

Daniel Pearson arrivato quest’anno alla corte di Scinto
Daniel Pearson arrivato quest’anno alla corte di Scinto
E gli esperti Zardini e Frapporti? Edoardo lo abbiamo visto in grande spolvero in ritiro questo inverno, ma forse dopo quella terribile caduta di qualche anno fa al Gp Lugano qualcosa è cambiato in lui. E Marco è il tuo “diesse in gruppo”…

Zardini ha un grande potenziale, ma ancora non sono riuscito a tirarlo fuori: mi ci metto anche io. Ha dei momenti in cui va molto forte e altri in cui si perde. Mi aspetto un grande settembre da lui. E Frappo è un uomo squadra. L’ho fatto stare vicino a Kuba. E’ esperto ma anche istintivo. Se ti deve dire una cosa te la dice senza tanti giri di parole. E’ venuto a correre nonostante gli stesse per nascere una figlia. Ci teneva molto. 

E poi la bella notizia di Liam Bertazzo convocato per le Olimpiadi…

Eh, speriamo che possa essere anche titolare nel quartetto. Sarebbe bello per lui e per la squadra. Un vero professionista che non mi ha dato mai problemi, anzi… semmai mi ha aiutato a risolverli. Ma in pista contano i tempi e Villa saprà scegliere il quartetto più veloce.

Si è parlato di programmazione e preparazione. Quali sono i vostri obiettivi?

Proprio perché abbiamo corso poco, o meglio perché siamo ripartiti dopo lo stop in piena primavera, vogliamo sfruttare bene queste gare estive per affinare la condizione in vista del finale di stagione e fare bene da fine agosto-settembre in poi.

Vini Zabù: a Mareczko il compito di finalizzare

02.04.2021
3 min
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Tanti cambiamenti nella squadra italiana, il team di Citracca e Scinto ha profondamente cambiato il suo roster e a ben guardare la rivoluzione è tesa a un salto di qualità. Si punta fortissimo su Jakub Mareczko, che fa un salto indietro lasciando il World Tour, ma ha in questo modo più spazio e una squadra che crede fortemente in lui come futura stella internazionale delle volate. Nella Vini Zabù oltretutto ci sono molti corridori che possono costruire lo sprint ideale per il corridore di nascita polacca, a cominciare da Liam Bertazzo e Marco Frapporti, passisti da anni nel giro della nazionale su pista.

Mareczko vince su Cavendish la prima tappa della Coppi e Bartali
Mareczko vince su Cavendish la prima tappa della Coppi e Bartali

Ci sono anche Panama e Serbia…

In casa Vini Zabù si fa molto affidamento sull’esperienza di gente come Zardini e Stacchiotti per gestire in corsa i più giovani, sapendo che alla squadra si chiede soprattutto di mettersi in mostra il più possibile in ogni occasione. Un’occhiata di riguardo la meritano due corridori provenienti da nazioni che non hanno certamente una grande tradizione ciclistica, ma il panamense Gonzalez e il serbo Stojnic hanno già dimostrato di sapersela cavare più che bene, soprattutto il secondo, i cui limiti sono tutti da scoprire.

Riccardo Stacchiotti, confermato per tirare le volate di Mareczko
Riccardo Stacchiotti, confermato per tirare le volate di Mareczko

Due tricolori in cerca di rilancio

Un cenno a parte lo merita Mattia Bevilacqua, campione italiano junior nel 2017, che dopo un primo approccio nel mondo professionistico con tanta voglia d’imparare è pronto ora a mostrare le sue qualità, anche come finalizzatore. Lo stesso dicasi per Simone Bevilacqua (non sono parenti), tricolore su strada tra gli Under 23 nel 2015, corridore con tutte le caratteristiche del finisseur.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Andrea BartolozziBorgomaneroIta03.05.19992019
Liam BertazzoEsteIta17.02.19922015
Mattia BevilacquaLivornoIta17.06.19982020
Simone BevilacquaThieneIta22.02.19972018
Matteo De BonisGaetaIta26.09.19952020
Andrea Di RenzoLancianoIta24.01.19952016
Marco FrapportiGavardoIta30.03.19852008
Roberto GonzalezPanama CityPan21.05.19942019
Kamil GradekKozieglowyPol17.09.19902013
Alessandro IacchiBorgo San LorenzoIta26.05.19992019
Jakub MareczkoJaroslaw (POL)Ita30.04.19942015
Davie OrricoComoIta17.02.19902011
Daniel PearsonCardiffGbr26.02.19942015
Jan PetelinCittà del LussemburgoLux02.07.19962016
Joab SchneiterIttigenSui06.08.19982019
Riccardo StacchiottiRecanatiIta08.11.19912014
Veljko StojnicSomborSrb04.02.19992020
Leonardo TortomasiPartinicoIta21.01.19942020
Wout Van ElzakkerHoogerheideNed14.11.19982019
Etienne Van EmpelTrichtNed14.04.19942020
Edoardo ZardiniPeschiera del GardaIta02.11.19892013

DIRIGENTI

Angelo CitraccaItaGeneral Manager
Luca ScintoItaDirettore Sportivo
Francesco FrassiItaDirettore Sportivo
Tomas Aurelio Gil MartinezEspDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Per la Vini Zabù la Corratec ha messo a disposizione il modello CCT EVO, bici molto rigida soprattutto nella parte posteriore del telaio, in grado di supportare al massimo lo sprint di Mareczko e non solo. La maglia è targata BicycleLine.

CONTATTI

VINI ZABU’ – ITA

Tharcor Limited, 69 Trinity Street, Dublin 2 Dublin (IRE)

admin@tharcorltd.com – www.vinizabuprocyclingteam.com

Facebook: @ViniZabuProTeam

Twitter: @ViniZabuProTeam

Instagram: vinizabu_procyclingteam

Per Mareczko prove di treno e una vittoria nel sacco

17.03.2021
4 min
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Jakub Mareczko ha già ripagato in qualche modo la fiducia che la Vini Zabù ha riposto in lui. Il velocista nato in Polonia ha già messo nel sacco una vittoria, una vittoria che dà fiducia e morale. Ha alzato le braccia al cielo in quel Umag, in Croazia ai primi del mese.

Per carità siamo tutti consapevoli, “Kuba” per primo, che non stiamo parlando di una classica monumento, ma vincere di questi tempi non è mai facile.

Jakub Mareczko e la sua volata all’Umag Trophy
Jakub Mareczko e la sua volata all’Umag Trophy

Vittoria non scontata

«Esatto – dice Mareczko – corse facili non ce ne sono, tanto più in questo periodo in cui nessuno sa quanto ancora si può correre. Magari tra un mese è di nuovo tutto fermo. Alle gare vanno tutti agguerriti e ben preparati. Oggi non è come prima che molti andavano per fare la gamba.

«Siamo partiti bene, questo significa che la preparazione è stata buona. E’ stato un buon inizio per me e per la squadra, ma adesso bisogna alzare l’asticella e fare la stessa cosa in corse di maggiore spessore. Alla Tirreno c’erano Alaphilippe e tutti i campioni del ciclismo mondiale e vincere là ha un valore. Vincere una corsa come quella che ho conquistato io, che qualcuno ha definito di dilettanti, ne ha un altro ma comunque non è facile».

Mareczko (26 anni) è alla settima stagione da pro’
Mareczko (26 anni) è alla settima stagione da pro’

Prove di treno

Queste gare che comunque hanno visto al via molte professional, sono ideali per provare non solo la gamba, ma anche automatismi tecnico-tattici, vedi il treno.

I ragazzi di Luca Scinto, lo avevamo visto dal vivo in ritiro, ci avevano lavorato già quest’inverno. L’obiettivo è mettere Mareczko nelle migliori condizioni possibili. Per questo il diesse toscano aveva provato diversi uomini da affiancare a “Kuba”. E con le corse il tutto si sta affinando.

«Sì – conferma Jakub – in queste prime gare abbiamo fatto delle prove. Soprattutto con Gradek e Stacchiotti, ma sono curioso di vedere come andrà quando in gare di maggior livello incontreremo i treni veri. Per ora ci sono Gradek prima e Stacchiotti come ultimo uomo, con cui mi trovo molto bene, ma vogliamo vedere anche come può essere con Liam Bertazzo».

In effetti questa potrebbe davvero essere un’arma in più per Mareczko. Liam fa parte del quartetto azzurro e i “cavalli” di certo non gli mancano: potrebbe lanciarlo ad una velocità altissima. Il suo limite però sono le salite: i chili (di muscoli, sia chiaro) sono tanti.

«Bertazzo erano quasi due anni che non correva su strada – riprende Mareczko – e infatti Scinto lo sta facendo correre per fargli mettere chilometri e ritmo gara nelle gambe. Lui è fortissimo e su carta potrebbe essere il lanciatore migliore».

Mareczko e le salite

Ma come spesso abbiamo detto quando si è parlato di Mareczko, il punto delicato sono le salite. Le volate le sa fare, il problema semmai è arrivarci, specialmente oggi con i percorsi sempre più spesso vallonati.

«Il mio obiettivo – dice Jakub – è passare le salite e devo migliorami per questo, ma senza perdere spunto veloce. Come si fa? Con calma. Posso anche perdere peso velocemente e andare più forte in salita, ma poi perderei anche velocità. Con la mia muscolatura deve essere tutto molto graduale».

Il velocista della Zabù sta lavorando molto per la salita
Il velocista della Zabù sta lavorando molto per la salita

Potenza ponderata

E non è un caso che mentre parliamo con Mareczko, lui si trovi in palestra. Esercizi al mattino e bici al pomeriggio. Squat, pressa e altri esercizi per variare e mantenere sempre un certo tono muscolare.

«Io sono soddisfatto di questo inizio di stagione perché penso di aver iniziato in modo graduale. Non sono al top della forma ma sto crescendo come volevo. Adesso c’è da aumentare un po’, con i ritiri e le corse. Andrò in Toscana per la Per Sempre Alfredo e poi correrò alla Coppi e Bartali. E non è detto che più in là faremo anche un po’ di altura».

Un Mareczko così fa piacere sentirlo: maturità, dedizione e una gran voglia di misurarsi con i migliori sprinter del mondo. In ritiro lo avevamo visto “cattivo”, con le idee chiare su cosa volesse. Al Giro d’Italia avrà questa occasione e non se la vuol lasciar scappare.

Corratec Vini Zabù

La Vini Zabù pedala veloce con Corratec

21.01.2021
2 min
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Novità importante in casa Vini Zabù. I corridori della squadra di Angelo Citracca e Luca Scinto sono difatti… saliti su una nuova bicicletta: Corratec, brand tedesco produttore di biciclette corsa (ma non solo…) e distribuito commercialmente nel nostro paese dalla Boss Equipment della famiglia Galvan.

Marchio tedesco

Fondata nel 1990, Corratec ha la propria storica sede a Raubling, a pochi passi dal confine con il Tirolo austriaco. Ed è proprio qui che è stato firmato l’accordo di partnership e sponsorizzazione tra il team manager di Vini Zabù Pro Cycling Team, Angelo Citracca, ed il CEO di Corratec, Konrad Irlbacher.

Boss Equipment Corratec Logo
Corratec è distribuita in Italia da Boss Equipment
Boss Equipment Corratec Logo
Corratec è distribuita in Italia da Boss Equipment

Top di gamma per il team

La bici sulla quale pedalano i corridori della squadra è il modello top di gamma: la CCT EVO. Le bici hanno una speciale livrea verde che si alterna al nero.
«Una nuova stagione porta con sé obiettivi stimolanti – ha dichiarato lo stesso Angelo Citracca – e siamo davvero entusiasti di aver definito questa nuova partnership, ed i corridori sembrano già essersi adattati bene al cambiamento. Speriamo davvero di poter ripartire e vincere presto, portando così quanto prima le nostre Corratec sul gradino più alto del podio».

Cielo e Konrad Irlbacher, CEO di Corratec
Cielo e Konrad Irlbacher, CEO di Corratec
Cielo e Konrad Irlbacher, CEO di Corratec
Cielo e Konrad Irlbacher, CEO di Corratec

Corratec uguale agonismo

«Per noi il 2021 si annuncia come una stagione di grande agonismo – ha invece commentato il CEO di Corratec Konrad Irlbacher – e siamo tutti elettrizzati dall’idea di essere tornati nel grande ciclismo supportando così attivamente, attraverso le nostre splendide biciclette, uno degli sport più belli al mondo. Quello che stiamo vivendo è un periodo in cui si parla moltissimo di e-Bike, ma le nostre radici sono sempre legate al ciclismo su strada e all’agonismo. E’ quindi per noi un autentico onore fornire i nostri prodotti ad un team professionistico di così alto livello. Mi ritengo un imprenditore visionario, ed allo stesso tempo un grande appassionato di ciclismo su strada. Fin dall’inizio della nostra avventura imprenditoriale, le corse e le sponsorizzazioni hanno giocato un ruolo chiave per il successo nei nostri 30 anni di storia. Inoltre, siamo molto legati al ciclismo italiano ed è per questo che abbiamo deciso di dare vita alla partnership con una squadra di successo come la Vini Zabù».

corratec.com

bossequip.com