Si parla ancora del vincolo regionale (eliminato) fra gli juniores

13.09.2022
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Finito il Giro della Lunigiana, sul tappeto sono rimasti temi e discorsi. Vedere la nazionale juniores di Wollongong correre all’Astico Brenta fra elite e U23 girando l’11 al posto del 14 ha fatto capire che, al di là di alcuni legittimi dubbi, la cancellazione della limitazione dei rapporti non produrrà grossi guasti. Quello che invece dà qualche grattacapo in vista della prossima stagione è l’eliminazione dei vincoli regionali. Questo sì che desta perplessità soprattutto in chi grazie alle affiliazioni plurime riesce ogni anno a riempire il serbatoio dei talenti.

«Secondo me – dice Di Fresco, tecnico del Casano affiliato anche in Sicilia – penalizzi parecchie regioni, specialmente quelle del Sud. Noi abbiamo fatto l’affiliazione con la Sicilia per prendere Sciortino e con l’occasione ho trovato altri 5-6 corridori. Con la normativa che entrerà in vigore il prossimo anno, prenderò Sciortino e lascerò gli altri».

Sciortino e il tecnico regionale Mansueto, suo referente anche nella plurima con il Team Casano (foto FCI Sicilia)
Sciortino e il tecnico regionale Mansueto, suo referente anche nella plurima con il Team Casano (foto FCI Sicilia)
Perché?

Perché non saprei che esistono. Grazie alla plurima ho scoperto corridori come Florio, Pardo o Ragusa. Di Florio secondo me sentiremo parlare. E’ un ragazzo di Palermo che si è diplomato al liceo classico con la media del 9. Aveva fatto la primina, ha vinto il campionato siciliano a cronometro e un’altra gara su strada. Però era molto impegnato con la scuola, quindi se non avesse trovato noi, sarebbe rimasto in Sicilia a correre con gli amatori. Ora invece passerà con Scortino alla Delio Gallina.

Cosa cambia senza il vincolo regionale?

Ne ho discusso con Cazzaniga (vicepresidente federale, ndr), ci siamo beccati al Giro d’Italia. Lui dice che senza il vincolo regionale, Florio sarebbe liberissimo di prendersi un aereo di venerdì per venire a correre a Casano. E poi la domenica tornerebbe a casa.

Ed è impossibile?

Quello che è impossibile è che se non avessi avuto chi me lo presentava all’interno del gruppo con cui ci siamo uniti, io non avrei nemmeno saputo della sua esistenza. Come fai ad accorgerti di un allievo che corre insieme agli amatori?

Senza i vincoli regionali, nelle regioni con meno tesserati juniores si rischia davvero… l’estinzione?
Senza i vincoli regionali, nelle regioni con meno tesserati juniores si rischia davvero… l’estinzione?
Come fai?

Non ci riesci o comunque rischi di perderne tanti. Secondo me, questo è il sistema di aprire la strada ai procuratori. Perché magari a quel punto per Florio sarebbe venuto qualcuno col catalogo in mano e me lo avrebbe proposto. Ma non parliamo solo della Sicilia, perché ad esempio i ragazzi del Piemonte li piglia tutti la Lombardia. E magari in futuro la Work Service eviterà di fare la squadra in Toscana.

Perché?

Levorato potrebbe dire che a questo punto li tessera tutti in Veneto e così si finirà che in alcune regioni non ci saranno più tesserati juniores. E poi se il discorso è prendere un aereo, a cosa serve fermarsi in Liguria? Andiamo più lontano. Sono curioso di vedere cosa succederà se qualche squadra straniera verrà a prendersi i nostri ragazzini

E’ una cosa possibile?

E’ possibile. Se li portano all’estero e li fanno correre secondo le loro regole. Ad esempio non avrebbero la limitazione di non correre i due giorni nel weekend. Da noi non si può fare: sabato oppure domenica, perché non puoi fare due gare alla settimana fino a fine giugno. Vogliamo liberare tutto e teniamo ancora dei limiti non previsti da nessuna regola UCI.

Germani, corridore laziale, è stato junior alla Work Service, squadra veneta affiliata in Toscana: come cambiano le cose?
Germani, corridore laziale, è stato junior alla Work Service, squadra veneta affiliata in Toscana: come cambiano le cose?
Non serve qualche tutela?

Non sto dicendo che sia giusto, perché sicuramente la categoria juniores è diventata troppo esasperata. I ragazzi sanno che se vanno forte hanno la possibilità di passare subito professionisti e se vanno piano smettono. Il problema è che negli under 23 non è facile trovare squadra. Io avevo Lorenzo Tedeschi che ora è alla Mastromarco. Aveva vinto quattro gare su strada, era azzurro su pista, ha fatto europei e mondiali, ha fatto una trasferta anche su strada e ha fatto fatica a trovare squadra. Perché Giuseppe Di Fresco ci ha messo lo zampino, sennò rischiava di restare a piedi.

Come se ne esce?

Perché alle squadre U23 non imponi di prendere 3-4 ragazzi di primo anno? La Colpack prende i secondi o terzi anni perché vuol vincere. Per il prossimo anno ho preso 8 corridori, per rinnovare il gruppo e avere due anni di tranquillità. Quando spiego loro il mio progetto, non dico che voglio vincere 20 corse. Io voglio vedere se un domani riesco a tirare fuori un altro Damiano Caruso. Invece ci sono squadre che magari spendono 5-6-700.000 euro negli juniores e non fa nulla se poi fra due anni smettono di correre.

EDITORIALE / Via il vincolo agli juniores, cosa cambia?

16.05.2022
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Il Consiglio Federale che si è svolto a Palmi il 12 maggio ha stabilito l’abolizione del vincolo regionale nella categoria juniores.

«Il vincolo regionale, che viene ad oggi affidato alla discrezione del presidente del CR – ha dichiarato il presidente Dagnoni – a mio avviso interviene sulla libera volontà delle società e degli stessi atleti e ha creato nel corso degli anni paradossi come quello che alcune società tesserano atleti stranieri perché non possono tesserare atleti extra-regionali».

Sparisce il ricatto

Di cosa si tratta, in breve. Se uno junior vuole andare a correre in un’altra regione, deve chiedere il nulla osta al Comitato Regionale di appartenenza e non è detto che gli arrivi. La norma, architettata anni fa per impedire la migrazione indiscriminata di talenti verso le regioni più ricche, ha spesso generato ricatti: «O resti in regione con la plurima oppure non fai attività, perché il nulla osta non te lo do».

L’abolizione del vincolo regionale è stata deliberata a Palmi durante l’ultimo Consiglio Federale
L’abolizione del vincolo regionale è stata deliberata a Palmi durante l’ultimo Consiglio Federale

La soluzione che ha permesso di aggirare la regola è arrivata infatti con le plurime (in apertura la ligure Casano Matec, di base anche in Sicilia). Affiliandosi nella regione di appartenenza dell’atleta e assicurando la sua partecipazione a una serie di gare sul territorio e con la rappresentativa regionale, il ragazzo può cambiare maglia. Che cosa cambia con l’abolizione del vincolo?

Comandano i genitori

«Abbiamo abolito la schiavitù – spiega Ruggero Cazzaniga, vicepresidente federale – che si veniva a creare fra regioni. E non si pensi che fosse limitato al rapporto fra Nord e Sud, perché ad esempio per uno junior piemontese è impossibile andare a correre in Lombardia. La regola non ha portato a niente di buono. Il sistema delle affiliazioni multiple fu prima introdotto fra gli U23 ma alla fine si rivelò il modo per aggirare una normativa fiscale in cui la Federazione non voleva né poteva avere parte. Così furono tolte e poi reinserite per gli juniores. Nel frattempo le piccole regioni non hanno fatto niente per migliorare il loro patrimonio e gli atleti sono partiti lo stesso. Sono minori, decidono i genitori.

«Perciò è chiaro che le plurime non siano progetti di crescita. La filosofia che c’è alla base di questa riforma è che i Comitati Regionali saranno più tutelati, perché farà fede la residenza dell’atleta. Il piccolo Nibali che avesse la residenza in Sicilia, ad esempio, dovrebbe finire la scuola a casa e partecipare alle gare con le rappresentative regionali. Quando poi andrà via, alla società sarà riconosciuto il doppio dei punteggi. E se prima c’era il limite dei due corridori con 35 punti, adesso lo abbiamo abbassato a 25, aumentando il bacino degli atleti interessati. Un atleta forte, i 25 punti li ha fatti già a maggio. Sapete chi ne risentirà? Chi fa il… commercio dei bambini, perché se non altro dovrà sborsare parecchio di più».

Anche per Samuele Manfredi, qui a Sovilla nel 2018, sorsero problemi di nulla osta, poi risolti
Anche per Samuele Manfredi, qui a Sovilla nel 2018, sorsero problemi di nulla osta, poi risolti

Le due facce

Fin qui la filosofia alla base del provvedimento federale, che si presta a doppia interpretazione.

Bicchiere mezzo pieno: togliendo il vincolo, si elimina il ricatto. Recinti aperti e asta per i migliori atleti. Siccome questo succederà, le società si devono attrezzare. Se vogliono trattenere i loro atleti, devono mettere mano al portafogli e garantire attività regionale e nazionale, sennò l’atleta va via. Il ragazzo farà quello che è giusto per lui.

Bicchiere mezzo vuoto: recinti aperti significa… saccheggio. Non avendo più necessità di correre nella regione in cui si sono affiliate, le squadre più ricche si limiteranno a prendere i ragazzi e portarli nella propria regione, impoverendo il tasso tecnico delle gare nella regione di origine e semmai rendendo più ricchi i comitati (cui la Federazione ha in effetti promesso un aumento di risorse).

La residenza non è un problema. Allo stesso modo in cui ci sono genitori che ammettono quella all’estero purché i figli passino precocemente tra i pro’, perché non dovrebbero lasciarli liberi di andarsene di casa a 17 anni? E questo passaggio agevolato di atleti, nel segno della libertà e del potere di alcuni su altri, sarà nell’interesse dei ragazzi e del ciclismo italiano? Oppure aprirà le porte a un flusso su cui sarà sempre più difficile avere un controllo?

Sarebbe curioso a questo punto sentire le voci di coloro che vi sono coinvolti direttamente.