Rossato-Modolo, storia veneta di grinta e fiducia

21.11.2021
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«Rossato lo conosco da quando ero dilettante alla Zalf e lui guidava la Parolin. Era ed è ancora un bel cagnaccio veneto. Quello che serve a me».

Con queste parole un paio di giorni fa, Sacha Modolo ha descritto Mirko Rossato, il direttore sportivo che lo aspetta alla Bardiani-Csf e con cui ha già lavorato nei suoi anni con il team di Reverberi. Un po’ per ridere e un po’ incuriositi dalla definizione, abbiamo bussato alle porte del padovano, che in realtà ormai vive da qualche anno in Spagna, per capire che cosa intendesse Modolo.

«Un cagnaccio veneto – sorride Rossato – è uno che non molla mai. Uno che vorrebbe sempre vincere e cerca in tutti i modi di motivare i ragazzi. Cerca di stimolarli e dargli degli obiettivi. Uno che crede nel corridore e riesce a fargli capire questa fiducia. Che sa anche gestire i momenti di difficoltà. Già ai tempi della Fior, Sacha era un ottimo corridore, uno di classe. E anche quando abbiamo lavorato insieme alla Bardiani, aveva grinta, ma aveva bisogno comunque che gli si stesse accanto…».

Super vincente anche da U23. Qui nel 2009 a Sommacampagna, Modolo davanti a Viviani e Cimolai
Super vincente anche da U23. Nel 2009 a Sommacampagna, Modolo davanti a Viviani e Cimolai

Il piatto è ricco. Abbiamo ben chiare le espressioni da mastino di Rossato quando punta un obiettivo oppure se qualcosa non va e vuole fartelo capire. Anche la fisicità conta e Mirko sa farsi rispettare con quel suo portamento da velocista e qualche ruggito nei punti salienti della frase.

Aveva bisogno che gli si stesse accanto: che cosa vuol dire?

Che se una gara andava male, come può capitare, non serviva puntare il dito. Era meglio andare a cena, parlando d’altro. Poi magari prima di tornare in camera, ti sedevi lì con una birra, cominciavi a chiacchierare e piano piano arrivavi a dire quello che era andato e quello che poteva andare meglio. E andavi a dormire sapendo che il giorno dopo sarebbe stato migliore. C’è un aneddoto che non dimenticherò mai…

Nel 2012 con Battaglin e la… pulce Pozzovivo, lanciato proprio dalla Bardiani
Nel 2012 con la… pulce Pozzovivo, lanciato proprio dalla Bardiani
Racconta.

Nel 2013 eravamo in Cina a correre il Tour of Qingai Lake, che si faceva a luglio dopo il Giro d’Italia. Sacha aveva vinto la prima tappa, ma il giorno dopo mi disse di stargli vicino perché stava malissimo e rischiava di ritirarsi. Può capitare che un corridore si svegli nel verso sbagliato. Io sapevo che c’erano altre dieci tappe e così con l’ammiraglia rimasi vicino al gruppetto, anche a scapito di quelli che avevo davanti, Colbrelli compreso. Rimasi lì finché non gli vidi prendere un buon passo e poi gli chiesi se potevo andare. Lui mi disse di sì, il momento di crisi era passato. Finì la tappa. E nei giorni successivi ne vinse altre cinque. Questo è Sacha…

E lui per primo ha detto di aver bisogno proprio di questo.

Qui trova un ambiente familiare. Conosce bene i Reverberi che sono i pilastri della società. Bruno non gli stresserà il carattere e tantomeno Roberto. Ha bisogno di lavorare tranquillo, con degli obiettivi veri.

Viene da un paio di anni davvero difficili.

Ma ho visto la Vuelta ed è andato fortissimo. Poi ha trovato la continuità per vincere una delle ultime corse di stagione, con quasi 3.000 metri di dislivello, su strade toste che magari qua non si conoscono.

Modolo e Rossato hanno già lavorato insieme alla Bardiani, dopo anni in squadre rivali fra gli U23
Modolo e Rossato hanno già lavorato insieme alla Bardiani, dopo anni in squadre rivali fra gli U23
La grinta che metti ora nel tuo ruolo ce l’avevi da corridore?

Quando puntavo, la cattiveria agonistica non mi mancava. Ma forse è vero che adesso ci metto più grinta, perché vorrei che i ragazzi che dirigo non commettessero i miei stessi errori.

Tu ce l’hai avuto un cagnaccio veneto come Rossato?

Un cagnaccio veneto… (ci pensa e sorride, ndr). In primis metterei Remigio Zanatta, poi Billy Ceresoli che aveva una grinta notevole. Alla Mg Boys eravamo uno squadrone con Rebellin, Minali, Salvato, Conte e Zanette e non ne lasciavamo una. E poi Bruno Reverberi, quando ho corso con lui. Anche lui è un cagnaccio. Un bel cagnaccio… emiliano!

È firmata Nalini la maglia della VeneToGo!

28.09.2021
3 min
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Il brand Nalini è da sempre vicino al mondo amatoriale tanto da essere main sponsor del Nalini Road Series, il nuovo circuito di granfondo voluto da Acsi Ciclismo che al suo primo anno sta già ottenendo ottimi riscontri a livello di partecipanti. Nei giorni scorsi l’azienda che ha la sua base operativa a Castel d’Ario in provincia di Mantova ha annunciato una importante partnership sempre legata al mondo delle Gran Fondo. Si tratta della realizzazione della maglia ufficiale della VeneToGo, una nuova manifestazione destinata a far parlare di sé e che fa parte del progetto Ride The Dreamland, ideato e organizzato da Filippo Pozzato e Jonny Moletta.

Da sinistra: Cordiano Dagnoni, Jonny Moletta, Filippo Pozzato e Roberto Ciambetti (regione Veneto) al lancio di Ride the Dreamland

VeneToGo per gli amatori

Ride The Dreamland ha per obiettivo quello di riportare il grande ciclismo in Veneto facendolo diventare un strumento di promozione delle eccellenze del territorio. Ecco allora quattro gare: tre riservate ai professionisti e una agli amatori, che andranno in scena dal 13 al 17 ottobre 2021. Ed è proprio alla granfondo VeneToGo, rivolta agli amatori, che Nalini ha scelto di affiancarsi in qualità di partner tecnico realizzando la maglia ufficiale dell’evento.

Si tratta di un capo altamente tecnico e con una veste grafica davvero particolare. La parte anteriore presenta una serie di giochi di trasparenze e alternanze di colori che vogliono rappresentare tutta la forza e la passione che gli organizzatori nutrono verso il loro territorio. Nella parte posteriore invece sono presenti i loghi delle quattro gare che compongono il progetto Ride The Dreamland: Giro del Veneto, Serenissima Gravel, VeneToGo, Veneto Classic.

Sostegno immediato da Nalini

«Il progetto ci ha convinti da subito – hanno dichiarato in Nalini – Il percorso include tratti tipici delle vie venete, perfette anche per il gravel e, in generale, per il cicloturismo. Nalini dedica da più stagioni un’intera linea del proprio catalogo a questo nuovo modo di vivere il ciclismo. E la collaborazione è nata proprio dal reciproco entusiasmo rispetto a questa tipologia di attività e di promozione del territorio e del ciclismo».

Appuntamento allora confermato per sabato 16 ottobre con partenza ed arrivo a Cittadella e 117 chilometri da percorrere tra paesaggi suggestivi.

Nalini