Conti e la Solution Tech: Strade Bianche, Sanremo e tanto altro

17.02.2025
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Valerio Conti si prepara a un 2025 ricco di sfide con la Solution Tech-Vini Fantini. La squadra toscana ha ottenuto una wild card per due tra le corse più prestigiose della stagione italiana: Strade Bianche e Milano-Sanremo. Due opportunità importanti per mettersi in mostra contro i grandi team WorldTour, ma anche due gare dove per una professional il divario con i migliori può rendere difficile puntare al risultato.

Come affronteranno dunque queste competizioni? Ha senso sognare il colpaccio (se non altro per ben figurare) o meglio puntare su obiettivi più alla portata? Valerio ci racconta il suo approccio a queste corse, ma anche le sensazioni sulla nuova stagione: dai nuovi materiali, al team rinnovato.

Secondo Conti sta nascendo un gruppo giovane e più competitivo dell’anno scorso. Come affronteranno Strade Bianche e Sanremo?
Secondo Conti sta nascendo un gruppo giovane e più competitivo dell’anno scorso. Come affronteranno Strade Bianche e Sanremo?
Valerio, partiamo da qui: parteciperai a Strade Bianche e Milano-Sanremo?

All’inizio la Strade Bianche non era nel mio programma, ma mi sta venendo voglia di farla e al 99 per cento ci sarò. Proprio nel weekend ho fatto la richiesta alla squadra. Riguardo alla Milano-Sanremo invece dipenderà dal mio calendario. Se andrò in Taiwan e in Thailandia, corse molto importanti per noi, non potrò esserci, perché sono concomitanti con la Classicissima.

Come mai questa voglia?

Perché tutto sommato sento di stare bene. Sto pedalando benone e la gamba è buona. Inizierò pochi giorni prima a Laigueglia e queste due gare insieme potrebbero darmi qualcosa in più.

Per una squadra professional come la vostra, come si affrontano queste due corse così importanti?

Correre in Italia in gare così prestigiose è bellissimo e porta visibilità agli sponsor. Oltre al risultato, che è difficile da ottenere, per noi anche una fuga ben assortita è importante. Stare in diretta per ore ci dà valore. L’obiettivo è essere presenti, cercare appunto la fuga o anche un piazzamento. E questo potrebbe essere possibile soprattutto in una gara come la Sanremo.

Perché più alla Sanremo?

Primo perché è una Monumento e poi perché alla Sanremo è più semplice per noi e per entrare in fuga. L’anno scorso ci siamo riusciti io e Tsarenko. La Strade Bianche è più dura, si corre di gambe e anche la fuga va via di gambe. Gli scatti iniziano subito e spesso la fuga buona non parte nemmeno o ci mette moltissimo. Alla Strade Bianche meglio stare davanti che restare nel gruppo, ma non è facile. Alla Sanremo invece, dopo che la fuga è partita, salvo rarissimi casi, si resta avanti per molti chilometri.

Cosa si pensa una volta in fuga alla Sanremo? Quasi 300 chilometri di gara: non sono pochi…

Pensi che almeno sei in televisione! Scherzi a parte, essere davanti non è facile, anche molte WorldTour vogliono entrare in fuga ormai. Quando sei in fuga è bello, ti godi il momento. Poi, man mano che ti avvicini ai Capi, alla Cipressa, la testa lavora ancora di più, ma sai che il gruppo arriverà. A quel punto l’obiettivo è resistere il più possibile, magari fino all’inizio della Cipressa.

Conti (a sinistra) in fuga lo scorso anno alla Sanremo: ben 243 km di attacco
Conti (a sinistra) in fuga lo scorso anno alla Sanremo: ben 243 km di attacco
Quali sono le strategie in una fuga lunga come quella della Sanremo?

Devi fare un ritmo costante, quasi come fosse una cronometro, ma non subito a tutta. Se rompi il gruppetto della fuga troppo presto e si resta in pochi, ti riprendono prima. Meglio una doppia fila fatta bene, compatta, tenere un passo regolare e aumentare piano, piano. Il traguardo a quel punto non è tanto la linea d’arrivo, ma vedere fino a che punto si riesce a stare davanti. L’obiettivo è fare più chilometri possibili in fuga.

Valerio, hai accennato alle corse in Asia, gare che danno punti e che sono più accessibili per le professional e ormai anche per alcune WorldTour. Di conseguenza questi grandi obiettivi come Strade Bianche e Sanremo come si approcciano? Meglio schierare le formazioni top nelle corse asiatiche?

Cerchiamo comunque di arrivarci bene. Siamo coscienti che non sono obiettivi alla nostra portata, ma c’è comunque la voglia di fare bene, di mettersi in mostra, di onorare la gara. Si dà il massimo assolutamente.

Avete un nuovo sponsor, Solution Tech: quali sono le impressioni di questa “nuova” squadra?

Per me la squadra ha fatto uno step in avanti. Molti corridori non sono stati rinnovati, mentre sono arrivati tanti giovani con grinta e voglia di emergere. Lorenzo Quartucci, per esempio, ha già mostrato buone cose. Idem Alexandre Balmer. Gli altri li valuteremo in gara. Avere una squadra professional in Italia è difficile, ma il nostro obiettivo è fare i punti per entrare nel ranking (top 30, ndr) e avere di nuovo la possibilità di andare al Giro d’Italia.

Tu e Sbaragli ormai siete i veterani: questo è anche il vostro ruolo nel team?

Un po’ sì, perché qui l’ambiente è ancora quello di qualche anno fa, dove si imparava dai veterani. Oggi il ciclismo è cambiato: la tecnologia ha creato la perfezione, i giovani sanno già tutto. Non c’è più bisogno della maturazione, delle esperienze trasmesse dai “vecchi”. Scendi a colazione e hai già i grammi di cibo pesati, per dire… Questo ha reso più forti i giovani, ma ha tolto qualcosa ai veterani, almeno come insegnanti.

Un bel cambio, anche dal punto di vista dei materiali…

Quest’anno abbiamo fatto un salto di qualità: va detto. Le bici Pardus sono più leggere e veloci. La mia pesa un chilo spaccato in meno rispetto all’anno scorso. E anche le ruote Elitewheels, sono super scorrevoli. Materiali così ti danno fiducia e stimoli in più.

Nelle prime gare qualche buon piazzamento e persino una vittoria (quella di Rajovic nella prima tappa del Tour de Sharjah) per la Solution Tech
Nelle prime gare qualche buon piazzamento e persino una vittoria (quella di Rajovic nella prima tappa del Tour de Sharjah) per la Solution Tech
Quale sarà il tuo calendario, Valerio?

Inizio con Laigueglia. Poi appunto Strade Bianche e credo farò Taiwan e Thailandia. A seguire ci sarà una primavera piuttosto piena con il Giro d’Abruzzo e probabilmente il Tour of the Alps. Se non andrò in Trentino andrò al Giro di Turchia.

Quanto cambia una stagione senza un Grande Giro?

Cambia tanto. Un Grande Giro ti porta al top della forma e ti migliora anche per la seconda parte della stagione. Se non lo fai, devi gestirti diversamente, allenarti alla perfezione, fare più richiami, più gare. Con un grande Giro invece, la gamba viene da sola. E se ti sai gestire bene, il volume di quella condizione che ti lasciano le tre settimane, te lo porti dietro per il resto della stagione.

Con l’addio di Frassi, chi sarà il vostro direttore di riferimento?

Francesco Frassi era un punto di riferimento enorme. Non solo un grande direttore sportivo, ma anche una persona speciale. Qui aveva un ruolo totale. Ha ricevuto la chiamata dalla Israel-Premier Tech e ha accettato. Quest’anno ci saranno ancora Marco Zamparella, Serge Parsani e i nuovi arrivati Leonardo Canciani e Filippo Fuochi, che collaboreranno tutti insieme.

Corratec-Vini Fantini: fuori dalle top 40, rifondazione in corso

21.11.2024
4 min
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Una stagione difficile quella del Team Corratec-Vini Fantini. Molte speranze, ma pochi risultati. E soprattutto, pochissimi punti. Ad oggi, la squadra toscana si trova fuori dalle prime 40 posizioni del ranking UCI: è al 42° posto. Questo significa non avere il diritto di partecipare ai Grandi Giri, con tutte le incertezze che ne conseguono per il futuro.

Un quadro davvero complicato, di cui abbiamo parlato con Serge Parsani, il team manager della Corratec. Facendo un rapido bilancio della stagione, il bottino è magro: cinque vittorie, tre firmate da Jakub Mareczko e due dall’ucraino Kyrylo Tsarenko, giovane cresciuto sotto la guida di Cesare Turchetti e successivamente di Matteo Provini.

Serge Parsani (classe 1952) è uno dei diesse della Corratec-Vini Fantini. In passato è stato sull’ammiraglia della Mapei
Serge Parsani (classe 1952) è uno dei diesse della Corratec-Vini Fantini. In passato è stato sull’ammiraglia della Mapei
Serge, dicevamo: una stagione non facile…

Decisamente non facile. Non ci aspettavamo di uscire dalle prime 40, anche perché avevamo rinforzato la squadra con quattro corridori provenienti dal WorldTour. Pensavamo che avrebbero garantito un buon bottino di punti, ma sono stati proprio loro a crearci maggiori difficoltà. E, purtroppo, anche gli altri non hanno brillato.

Che cosa non ha funzionato con questi atleti?

Sbaragli è stato l’eccezione. E’ un ragazzo molto professionale e si è dato da fare in tutto e per tutto, ed è stato anche una figura di riferimento per i più giovani. Invece gli altri, Bonifazio, Mareczko, Padun e Ponomar, non ci hanno dato nulla. È vero che Ponomar è stato anche sfortunato: alla Coppi e Bartali è caduto, incrinandosi una vertebra cervicale. Però ci aspettavamo qualcosa di più. Alla fine, ci siamo ritrovati in una situazione difficile, tanto che abbiamo perso anche il primo sponsor.

E adesso?

Adesso stiamo cercando di costruire una nuova squadra, puntando su molti giovani, nella speranza di riuscire a lottare, anche se sarà ancora più difficile, per rientrare tra le prime 30. Nel 2025, infatti, il limite per l’accesso ai Grandi Giri si alza ulteriormente.

Come state lavorando? E come pensate di muovervi?

Parto dalla seconda domanda: sicuramente non faremo un calendario come quello di quest’anno, in cui abbiamo partecipato a gare molto importanti, come il Tour de Romandie o il Giro di Svizzera. Sono corse in cui è difficile ottenere risultati anche con atleti di livello, figuriamoci senza.

Valerio Conti è uno dei veterani del team: è stato confermato anche per la prossima stagione
Valerio Conti è uno dei veterani del team: è stato confermato anche per la prossima stagione
Alla fine quelle gare si sono rivelate un boomerang?

Esatto. Per questo motivo, cercheremo di disputare gare in tutto il mondo, ma di livello più basso, cercando di raccogliere il maggior numero possibile di punti. Nel frattempo, stiamo già lavorando per mettere in piedi una squadra competitiva in vista del 2026. Non è facile, ma ci stiamo provando.

Serge, senza entrare troppo nei dettagli del mercato, ci sarà una rivoluzione?

Sì, cambieranno parecchi corridori. A molti non rinnoveremo il contratto per il 2025. Tuttavia, atleti che hanno dimostrato impegno come Valerio Conti, Davide Baldaccini, Roberto Carlos Gonzales, Lorenzo Quartucci e Kristian Sbaragli resteranno con noi. Anche Stewart, Balmer e Tsarenko, che hanno contratti già validi per il 2025, faranno parte del gruppo. In particolare, credo che Tsarenko abbia ottime qualità e margini di miglioramento.

Questa sarà quindi la base della squadra?

Esatto. Inoltre, abbiamo ripreso un velocista che in passato ci ha dato soddisfazioni: Dusan Rajovic (ora in Bahrain-Victorious, ndr). Completeremo poi la rosa con diversi giovani, che spesso hanno più voglia di emergere rispetto agli atleti esperti, i quali a volte sembrano pensare solo al contratto senza riuscire a raggiungere i risultati sperati.

Due anni fa la Bardiani, per esempio, rivoluzionò il proprio approccio, inserendo un nuovo staff medico e tecnico. È una strada percorribile per voi?

Cercheremo sicuramente di seguire i nostri atleti più da vicino, ma al momento è difficile. L’idea è di radunarli con maggiore regolarità per prepararci insieme a determinati appuntamenti e lavorare nella stessa direzione. Con la struttura attuale, dobbiamo fare del nostro meglio.

Hai accennato al fatto che Corratec non è più sponsor. Ci sono novità sul fronte tecnico? Cambierete nome?

Sì, siamo alla ricerca di un nuovo partner tecnico per la fornitura delle biciclette e di un nuovo sponsor. Credo che entro fine novembre, quindi a breve, si definirà tutto.

Tsarenko (classe 2000) aveva già il contratto per il 2025. Eccolo trionfare alla Cupa Max Ausnit, gara 1.2 in Romania (foto Instagram)
Tsarenko (classe 2000) aveva già il contratto per il 2025. Eccolo trionfare alla Cupa Max Ausnit, gara 1.2 in Romania (foto Instagram)

Difficoltà ed entusiasmo

Dispiace vedere la terza squadra professional italiana in così grande difficoltà. È evidente che, nel ciclismo di oggi, buoni nomi e buone intenzioni non sono più sufficienti.

Si parla di nuovi direttori sportivi, nuove bici e persino di nuove ruote. Per ora, la squadra si chiama Toscana Factory Team-Vini Fantini, manca il primo nome. Al 21 novembre 2024, ci sono solo tre atleti sotto contratto: lo svizzero Balmer, l’inglese Stewart e l’ucraino Tsarenko. Per rispettare le regole delle professional, è necessario arrivare ad almeno 20 corridori: ne mancano ancora 17 ufficialmente.

Vero che alcuni già ci sono. ma il team va impostato. La strada è ardua, ma anche stimolante. Spesso, dalle difficoltà possono nascere grandi opportunità. E a volte, è proprio la fame a diventare il miglior motore…

Podio in Grecia per Conti. Quanto conta davvero?

22.05.2024
5 min
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Neanche il tempo di disfare le valigie, di passare almeno un paio di giorni a fare il papà con la sua bellissima bambina che Valerio Conti deve già ripartire, alla volta del Sestriere per un ritiro in altura con 5 compagni per preparare i prossimi appuntamenti. Ma questa volta il corridore laziale lo fa con un nuovo spirito, rinfrancato dal podio conquistato nella classifica generale del Giro di Grecia, che ha ridato ossigeno (anche dal punto di vista dei punteggi Uci) alla squadra.

«La stagione, già prima della trasferta ellenica non era stata male – afferma il corridore del team Corratec Vini Fantini – avevo colto buoni piazzamenti anche al Giro d’Abruzzo, ma questo risultato fa un po’ la differenza. Soprattutto perché premia quei miglioramenti che ho notato nel rendimento sulle salite lunghe, il che mi permette finalmente di puntare alla classifica generale delle corse a tappe».

Il podio finale in Grecia con Conti insieme agli austriaci Zoidl (1°) e Pernsteiner del Team Felt Felbermayr
Il podio finale in Grecia con Conti insieme agli austriaci Zoidl (1°) e Pernsteiner del Team Felt Felbermayr
E’ un passo in avanti per te?

Sì, per me e per il team, perché la classifica ti dà importanti punti Uci. Per noi in questo momento è importante raccogliere il più possibile per consentire alla squadra di entrare tra le prime 40 e rimanere nel panorama delle Professional.

Non essere al Giro d’Italia è stato da questo punto di vista un danno…

E’ un tasto dolente, ma abbiamo dovuto accettarlo. Oltretutto rientrare nella classifica ci dovrebbe spianare la strada alla partecipazione nel prossimo anno, quindi è un obiettivo comune. E’ chiaro che il Giro ci avrebbe dato più punti, noi dobbiamo impegnarci di più andando in cerca di risultati un po’ dappertutto, ma questo ci dà anche la carica.

Il podio finale in Grecia con Conti insieme agli austriaci Zoidl (1°) e Pernsteiner del Team Felt Felbermayr
Già in Abruzzo il romano si era ben comportato, finendo 11° assoluto
Com’è l’atmosfera in squadra?

Non nego che fino a un paio di settimane fa il clima era un po’ teso, proprio per la mancanza della corsa rosa unita a qualche risultato mancato. Ora però i buoni riscontri hanno riportato il sorriso. Io poi ho sempre ribadito come in questo team mi trovi davvero bene, è quello giusto per svolgere questo lavoro, per avere un rendimento più costante.

Questo però potrebbe portare anche a leggere il tuo risultato in maniera diversa: non essendo al Giro, in un contesto come quello greco di livello sicuramente inferiore, può quasi sembrare che il podio finale sia il minimo sindacale…

Capisco che lo si possa pensare, ma bisogna fare alcune considerazioni. Innanzitutto in corse come queste limare è più facile, ma se parliamo di lottare per la classifica, diventa tutto più difficile. Io sono consapevole che un 3° posto in Grecia può equivalere a una Top 10 in una corsa professionistica italiana, ma io vedo i valori miei e degli altri, posso garantire che nelle tappe di montagna sono comunque molto alti. Nelle continental ci sono corridori che hanno valori importanti, che magari hanno un passato nel WT dove non sono rimasti proprio perché lì limare è più difficile, qui c’è più libertà.

In queste corse limare in gruppo è più facile che nelle prove con team WorldTour
In queste corse limare in gruppo è più facile che nelle prove con team WorldTour
Infatti i due che ti hanno battuto nella tappa di montagna che alla fine ha fatto la classifica hanno un passato nel circuito maggiore…

Esatto, ma dirò di più. Non voglio assolutamente peccare di presunzione o mancare di rispetto nei confronti dei velocisti (il nostro Mareczko in primis…) ma fare un piazzamento in volata, proprio per il discorso di come stare in gruppo, è più facile che lottare per la tappa secca di salita e quindi per la classifica. Non è un caso ad esempio se in certe gare vincono sempre le stesse squadre.

Com’era la tappa in questione?

Dura, con una salita di 40 minuti con una pendenza media del 9 per cento. Zoidl che ha vinto è uno che vinceva tappe anche nel WorldTour, Pernsteiner che è giunto secondo è anche lui un reduce dalla massima serie oltre che avere un passato illustre nella mtb. Insomma, di gente forte la incontri anche qui… Per questo credo che il mio podio abbia un valore.

Conti con i compagni del Team Corratec in Grecia, dov’è arrivata anche una vittoria di tappa con Mareczko
Conti con i compagni del Team Corratec in Grecia, dov’è arrivata anche una vittoria di tappa con Mareczko
Ora che cosa ti attende?

Andrò al Giro di Slovenia dove so già che il livello sarà più alto perché è una di quelle gare dove vengono anche squadre WorldTour che alla fine hanno sempre una marcia in più. Io comunque nella mia nuova condizione punto a far bene e guardo alla classifica, per ottenere un altro piazzamento importante. Poi c’è l’appuntamento con il campionato italiano che è un po’ l’obiettivo di stagione, considerando che il percorso si attaglia alle mie caratteristiche. Non voglio peccare di presunzione, ma una maglia di campione italiano, per il nostro team, significherebbe avere l’invito per il Giro 2025 già in tasca…

Corratec: sei profili da rilanciare nel 2024

15.12.2023
6 min
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La Corratec-Selle Italia nell’inverno ha costruito, come nella storia per bambini della cicala e la formica. Il team di Francesco Frassi ha svolto il ruolo della formica, ha raccolto pian piano i frutti di un lavoro lungo. Tante le novità in vista del 2024, arrivate una per una, pensate e ponderate in base alle esigenze del team. Come abbiamo appena visto, la recente novità ha il nome di Mark Padun, scalatore arrivato dalla EF Education-Easy Post. E a sentir parlare Frassi non sembrerebbe essere finita qua la campagna acquisti della Corratec-Selle Italia

Quando chiamiamo, il diesse toscano si trova davanti al computer e sta stilando le prime bozze di calendario. Ci sono delle wild card da attendere che potrebbero cambiare alcuni programmi, ma a grandi linee è tutto pronto. Parlando di calendari e ritiri è facile far virare il discorso verso i nomi che hanno incuriosito gli addetti ai lavori. Per comodità ne abbiamo evidenziati sei, ma come ammette lo stesso Frassi ce ne sarebbero altri di cui si potrebbe parlare.

Mareczko alla prima semitappa della Coppi e Bartali del 2021 mette in riga Cavendish
Mareczko alla prima semitappa della Coppi e Bartali del 2021 mette in riga Cavendish

La freccia Mareczko

I nomi sui quali ci concentriamo sono quelli di Jakub Mareczko, Niccolò Bonifazio, Kristian Sbaragli, Valerio Conti, Mark Padun e Alessandro Monaco. 

«Andiamo in ordine partendo dai velocisti – suggerisce Frassi – quindi parliamo di Mareczko. Lui lo conosco bene, da quando eravamo in Vini Zabù, nel 2021. Abbiamo passato tanto tempo insieme, tra cui un ritiro a Livigno nel quale ci siamo conosciuti molto bene. Conosco le sue potenzialità, è uno dei corridori più esplosivi che c’è al mondo. Proprio nell’anno alla Vini Zabù riuscì a battere Cavendish in una volata secca. Lo stesso che vinse quattro tappe al Tour pochi mesi dopo. Mareczko nei percorsi pianeggianti può battere chiunque, davvero. Arriva da un periodo difficile dove non ha corso tanto, ma le qualità ci sono, ci sono sempre state».

Frassi ha ancora negli occhi l’azione di Bonifazio alla Parigi-Nizza del 2020 quando anticipò i velocisti
Frassi ha ancora negli occhi l’azione di Bonifazio alla Parigi-Nizza del 2020 quando anticipò i velocisti

Il funambolo Bonifazio

Uno degli arrivi annunciati verso fine stagione dalla Corratec è quello di Bonifazio. Corridore diverso da Mareczko, meno velocista e più fantasioso. 

«Ci stiamo conoscendo – dice Frassi – capirò lavorandoci insieme che carattere ha. Però fin da subito mi ha dato l’idea di essere uno che mette tanta dedizione nel ciclismo. E’ uno che non ha paura e sa quel che deve fare. L’ho visto al Giro, dal quale è uscito in crescendo, ma da lì in poi ha corso poco. A mio avviso uno come lui ha bisogno di correre, se avesse sfruttato quel periodo avrebbe potuto cogliere qualcosa di importante. Bonifazio è uno che inventa azioni belle e che vince su tanti terreni diversi. La tappa che vinse alla Parigi-Nizza del 2020, anticipando i velocisti ancora me la ricordo. Un corridore capace di queste azioni va tenuto e gli deve essere data la possibilità di provare, e con noi ce l’avrà».

Quest’anno Sbaragli ha corso il mondiale di Glasgow, andando in fuga e conquistando il 34° posto
Quest’anno Sbaragli ha corso il mondiale di Glasgow, andando in fuga e conquistando il 34° posto

L’esperto Sbaragli

Kristian Sbaragli, ad ora, è il più “anziano” del team Corratec. La sua figura si sposa con quella di Bonifazio e Mareczko. Anche lui non è un velocista puro, ma è in grado di trovare spunti interessanti. 

«Lui – riprende Frassi – ha sfruttato la gamba che si è trovato dopo il Giro e per poco non vinceva l’italiano. E’ un gran corridore che ha vinto una tappa alla Vuelta contro Degenkolb appena un paio d’anni dopo essere passato professionista. Poi è andato in Alpecin e ha avuto poco spazio. Parlandoci al campionato italiano quest’anno mi ha confermato che era da tanto che non si giocava una vittoria. Sono situazioni in cui devi trovarti, sbagliare, imparare e ripetere. Con noi sono sicuro che avrà tante occasioni e potrà riprendere la mano. In più la sua età gli permette di essere un valore aggiunto in professionalità ed esperienza. Ha un carattere che crea subito gruppo, mi ha dato subito una bellissima impressione».

Per Valerio Conti un primo anno alla Corratec molto sfortunato, ma i segnali di fine 2023 sono incoraggianti
Per Valerio Conti un primo anno alla Corratec molto sfortunato, ma i segnali di fine 2023 sono incoraggianti

Conti ci riprova

Valerio Conti non rappresenta esattamente una delle novità per la Corratec. Lui corre con Frassi già dalla scorsa stagione, e dopo un anno poco fortunato avrà la possibilità di riprovarci. 

«Ha un grande valore – ci conferma il diesse – prima del Giro andava davvero forte. Poi quella caduta lo ha messo fuori gioco. Mi ha colpito la sua mentalità dopo l’infortunio, è rimasto con noi al Giro, chi ha dato una mano e non ha perso la motivazione. Una volta rientrato a luglio si è rotto nuovamente il bacino ed è stato fermo fino a settembre. Le ultime corse dell’anno però ci hanno sorpreso: è rientrato e ha fatto 12° al Giro della Toscana e 13° al Matteotti. Lo abbiamo portato in Cina e al Tour of Hainan è arrivato quinto in classifica generale. Insomma, meritava la riconferma e sono contento che sia rimasto con noi».

Mark Padun nel 2021 ha stupito tutti con una doppietta al Giro del Delfinato, Frassi spera di riportarlo a quei livelli
Mark Padun nel 2021 ha stupito tutti con una doppietta al Giro del Delfinato, Frassi spera di riportarlo a quei livelli

Padun: scalatore puro

Il corridore ucraino è uno dei tasselli che mancava alla Corratec. Uno scalatore puro, in grado di potersi mettere in luce nelle corse a tappe e non solo.

«Ci mancava davvero – conferma Frassi – lui è uno che in salita può andare davvero forte. Lo ha dimostrato, appena due anni fa al Giro del Delfinato ha messo in fila due tappe incredibili. Ha lasciato sulla strada Vingegaard, Porte, Haig, Kuss… Anche all’Adriatica Ionica Race ha vinto sulle Tre Cime di Lavaredo. Quest’anno è andato bene alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali, tirando per la vittoria di Healy nella terza tappa. Ha 27 anni e può fare ancora tanto, per il ciclismo di ora può essere considerato vecchio, ma non è in calo. Numeri e test parlano di qualità eccellenti, starà a noi tirarle fuori. A me piace fare questo tipo di lavoro: trovare la chiave giusta per dare motivazione ai miei ragazzi».

Monaco torna tra i professionisti dopo due anni, per lui un’occasione da valorizzare (foto Instagram)
Monaco torna tra i professionisti dopo due anni, per lui un’occasione da valorizzare (foto Instagram)

Il ritorno di Monaco

Alessandro Monaco torna nel mondo del professionismo dopo un’assenza durata due anni. Ha assaggiato il mondo dei grandi in Bardiani, è tornato indietro e non si è lasciato abbattere, conquistando nuovamente spazio nei professionisti.

«Nelle categorie giovanili – conclude il diesse – era considerato un talento. Ha avuto questo problema all’arteria iliaca e io per primo so quanto questo infortunio può compromettere la prestazione. Monaco ha avuto la determinazione, quando ha fatto un passo indietro, di tornare. Non si è mai abbattuto ma ha lavorato molto e in maniera solida. Vediamo se le doti che ha dimostrato di avere possono uscire nuovamente, è un corridore con senno. Una cosa che mi ha colpito è il fatto che studi. Per me questo è sinonimo di grande concentrazione, caratteristica importante nel ciclismo. E’ risalito e tocca a lui dimostrare se può fare il corridore».

Team Corratec, tanti acquisti per il salto di qualità

20.11.2023
5 min
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Tempo di restyling per il Team Corratec, che non solo ha effettuato finora una campagna acquisti molto profonda, ma sta trasformando la sua stessa intelaiatura. Se prima parlavamo infatti di una squadra giovane, tesa a far maturare nuovi elementi nel mondo professionistico, oggi ci troviamo di fronte a un team che nel ciclomercato ha preso corridori pieni d’esperienza e pronti a portare risultati di vertice, dei quali il team ha forte bisogno.

Francesco Frassi, direttore sportivo del team, chiarisce subito come siamo di fronte a un “work in progress”: «La campagna acquisti è in pieno svolgimento – spiega – abbiamo già 15 nomi, ma dobbiamo arrivare almeno a 20-21 per poter svolgere un calendario ricco, con almeno due team impegnati in contemporanea. Quest’anno è stato discreto, ma dobbiamo fare un salto di qualità, per cui abbiamo fatto una campagna mirata sui punti Uci, cercando uomini d’esperienza che vogliono rilanciarsi e con noi potranno farlo. C’è tanta carne che bolle in pentola, ma partiamo da chi ha già dato la sua disponibilità a venire da noi…».

Sbaragli e il diesse Frassi: foto di inizio rapporto: si parla in dialetto toscano (foto Team Corratec)
Sbaragli e il diesse Frassi: foto di inizio rapporto: si parla in dialetto toscano (foto Team Corratec)
Iniziamo allora da Kristian Sbaragli

E’ un corridore che vanta una lunga carriera fra professional e WorldTour, sempre all’estero. Ha avuto pochi spazi, ma quando ha potuto esprimersi appieno, ha fatto vedere che ha stoffa anche come corridore di vertice, vedi il terzo posto agli ultimi campionati italiani. Da noi potrà avere più possibilità per emergere potendo al contempo trasmettere la sua esperienza ai più giovani.

Con Bonifazio e Mareczko avete rafforzato molto il vostro parco veloce.

Niccolò forse non ha mantenuto le attese che venivano riposte su di lui da giovanissimo, ma le sue capacità sono indiscutibili, la vittoria di tappa al Giro di Sicilia lo dimostra. Da lui ci aspettiamo molto come anche da Mareczko, che conosco benissimo da quando l’ho avuto in forza alla Vini Zabù. E’ uno che garantisce molti punti, ma che per me può anche puntare spesso al bersaglio grosso.

Bonifazio torna in un team italiano dopo un lungo girovagare all’estero
Bonifazio torna in un team italiano dopo un lungo girovagare all’estero
Non c’è pericolo che i due si sovrappongano?

No, perché hanno caratteristiche molto diverse, per questo interpretano bene proprio il principio di cui sopra, avere due squadre egualmente competitive. Ognuno avrà le sue occasioni, ma non ci sono solamente loro. Abbiamo preso ad esempio il britannico Stewart che viene dalla pista dove è argento iridato nella madison, ma in Italia ha già colto il 2° posto alla Per Sempre Alfredo e il 3° al GP Industria e Commercio. Un nuovo acquisto per certi versi è anche l’ucraino Ponomar, ancora 21enne, arrivato da noi a metà stagione. Deve solamente maturare con calma, andrà molto lontano.

L’età media del team è aumentata di conseguenza…

Certo, ma se consideriamo che quest’anno il più “vecchio” era Valerio Conti con 30 anni, si capisce bene che fosse un team molto giovane, che anzi aveva bisogno di un’iniezione di esperienza proprio pensando ai ragazzi presenti. E’ chiaro che con corridori come quelli arrivati aumentano le ambizioni, abbiamo ora 5 corridori che in carriera hanno vinto gare del WorldTour e non è poco, prima c’era solo Conti. Questo servirà anche per cambiare completamente approccio alle corse: farci vedere non basta più, bisogna portare a casa sempre qualcosa.

Per Valerio Conti un’annata segnata dalla sfortuna, ma i segnali di fine 2023 sono incoraggianti
Per Valerio Conti un’annata segnata dalla sfortuna, ma i segnali di fine 2023 sono incoraggianti
C’è ancora tanto da fare però, come sottolineavi.

Sui media la notizia è già stata data e quindi ammetto che contatti ci sono per portare Pozzovivo al Team Corratec. Nonostante l’età, è un elemento che ci può garantire una certa presenza anche in un grande Giro. Oltretutto è professionista come pochi, è sempre davanti, con lui potremmo anche ambire a un posto nella top 10 del Giro d’Italia, ma soprattutto con lui e Conti avremmo due elementi in grado di ben figurare in ogni corsa a tappe. Poi stiamo puntando a un corridore straniero di grosso nome, a quel punto avremmo una squadra realmente competitiva. Ma c’è un altro aspetto che va considerato.

Quale?

Molti corridori vogliono venire da noi perché dicono che alla Corratec si trova l’aspetto bello delle formazioni professional. C’è una forte considerazione per il fattore umano, resta un po’ l’ambiente di famiglia. Anche per questo è importante non arrivare ai livelli delle WorldTour con 30-32 corridori, noi vogliamo seguire tutti allo stesso modo, senza dispersioni.

Il giovane Quartucci (a destra) avrà modo di crescere ulteriormente, con gli altri ragazzi presi lo scorso anno
Il giovane Quartucci avrà modo di crescere ulteriormente, con gli altri ragazzi presi lo scorso anno
Tanti acquisti di nome, ma non vi siete mossi molto fra le categorie inferiori.

Lo avevamo fatto lo scorso anno, abbiamo portato da noi molti ragazzi e non si deve dimenticare che quando prendi un neopro’ devi garantire un biennale. Sapevamo quindi di portarli fra noi con anche il 2024 da considerare. Ora avranno la possibilità di crescere ancora, come ad esempio Lorenzo Quartucci che è un corridore sul quale credo molto.

Quali sono le vostre ambizioni?

Quest’anno abbiamo chiuso al 34° posto nel ranking, dovevamo essere fra i primi 50 e quindi abbiamo centrato l’obiettivo, il tutto senza poter contare sui numeri di Conti a causa della sua sfortunata stagione. Nel 2024 dobbiamo essere tra le prime 40 squadre per avere gli inviti, nel 2025 fra le prime 30, quindi dobbiamo aumentare la portata dei risultati ottenuti. Il mio obiettivo comunque va oltre ed è portare il Team Corratec fra le prime 5 professional al mondo.

Come Sbaragli, anche Mareczko viene dalla Alpecin e cerca un numero maggiore di successi
Come Sbaragli, anche Mareczko viene dalla Alpecin e cerca un numero maggiore di successi
Nello staff è confermata la presenza di Fabiana Luperini come diesse, com’è stato il suo primo anno?

Fabiana si è perfettamente integrata e i ragazzi le hanno mostrato il giusto rispetto, per lei e per il suo ruolo. Fabiana è esattamente come quando correva, tanto gentile quanto determinata sul lavoro, che non si lascia sfuggire nulla, quasi infaticabile. E’ un valore aggiunto. Ma non va dimenticato Parsani che pur essendo il manager spesso è alla guida dell’ammiraglia e segue le corse in maniera diretta, poi Marco Zamparella come altro diesse e vedremo se ci sarà possibilità, budget permettendo, di aggiungere un altro nome.

Il ritorno di Valerio Conti, appena prima delle vacanze

17.10.2023
5 min
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Lo avevamo lasciato alla vigilia del campionato italiano, ma quello non era il vero Valerio Conti. Almeno non fisicamente, perché gli effetti della caduta rovinosa al Giro d’Italia si sentivano ancora. Terza tappa, esito infausto delle lastre: frattura del bacino. Un mese per riprendersi, ma con tanti problemi di postura, di efficienza della pedalata che solo il tempo ha potuto cancellare, insieme al suo lavoro guidato da osteopata e fisioterapista.

Ritroviamo il romano all’indomani del ritorno dal Tour of Hainan, dove ha portato a casa un importante quinto posto nella classifica generale che, proprio in base a quel che è successo quest’anno, assume un valore molto maggiore. Conti è tornato alla sua piena efficienza, quel corridore che non parte mai per ottenere un semplice piazzamento e che non nasconde mai le sue ambizioni.

«Sinceramente questi risultati me li aspettavo – esordisce – perché ho reagito bene dopo gli infortuni e uso il plurale appositamente perché non c’è stato solo l’incidente al Giro. Tanta gente si sarebbe arresa, ma sentivo che dovevo reagire, uscire dall’incubo, essere determinato. Ho visto che nelle gare di settembre andavo bene, finivo spesso vicino ai primi 10, ho capito che ero pronto».

Conti in gara ad Hainan, dove ha colto tre top 10 finendo quinto in classifica a 15″ da Sevilla (foto Facebook)
Conti in gara ad Hainan, dove ha colto tre Top 10 finendo quinto in classifica a 15″ da Sevilla (foto Facebook)
Che corsa hai trovato in Cina?

Per me è una corsa che si affermerà e che presto entrerà anche nel WorldTour. Organizzata benissimo, oltretutto dà una marea di punti Uci, quindi è vista con molta attenzione anche dalle squadre della massima serie. Non è durissima, ma fa tanto caldo che con l’umidità la rende davvero pesante. Era su 5 tappe, ma solamente due avevano davvero peso per la classifica.

Il risultato finale ti ha soddisfatto?

A posteriori direi che si poteva anche fare meglio, anche vincerla. Nella prima delle due tappe di salita ero nella fuga giusta, ma sono rimasto chiuso allo sprint. Nella seconda eravamo in 4 davanti a giocarci non solo la vittoria di tappa ma anche il Giro. E’ stato bravo Sevilla a rientrare su di noi, ma d’altronde non è un corridore che scopriamo oggi. Paradossalmente però sono proprio queste considerazioni che mi danno morale, significa che con un pizzico di fortuna in più si potevano fare davvero grandi cose.

Il secondo giorno il romano ha anche vestito la maglia di leader della classifica a punti (foto Facebook)
Il secondo giorno il romano ha anche vestito la maglia di leader della classifica a punti (foto Facebook)
Eri già stato in Cina?

Ci avevo corso 9 anni fa, quand’ero alla Lampre. Fu anzi allora che iniziò la moda delle corse asiatiche di fine stagione, utili per fare gruppo e anche per sgrezzare i più giovani. Hainan è un’isola bellissima, piena di turisti, con strade fantastiche, enormi e pulite. Poi devo dire che tutta la trasferta è stata davvero piacevole, si è formato un bel gruppo.

L’amarezza per com’è andata la stagione è quindi svanita?

In parte. Ho imparato che basta davvero un secondo per cambiare tutto: ero andato al Giro pieno d’ambizioni, con una condizione che non ricordo di avere mai avuto, ma tutto è svanito in un attimo. Ho imparato anche che l’aspetto morale spesso conta più di quello fisico, se non hai l’umore giusto non ti riprendi e alla fine molli. E’ la testa che fa la differenza, devi pensare che il periodo brutto presto finirà, ma questo non vale solo nel ciclismo, credo sia una regola valida per ogni lavoro.

Il Team Corratec al via in Cina, con Dalla Valle vincitore di una tappa e della classifica a punti (foto Instagram)
Il Team Corratec al via in Cina, con Dalla Valle vincitore di una tappa e della classifica a punti (foto Instagram)
Tu hai già il contratto per la prossima stagione, questo è stato un aiuto?

Sì, ma devo dire che la squadra mi è stata sempre vicina. Sembrerà strano, ma a dispetto di quanto è successo è l’anno nel quale mi sono divertito di più, mi sono sentito maggiormente a mio agio nel gruppo. Tanto è vero che se anche mi fosse arrivata un’offerta avrei rifiutato, perché questo è l’ambiente per me adesso.

La tua ripresa è purtroppo coincisa con la fine della stagione…

Lo so, infatti non starò fermo molto, voglio riprendere presto. Per fortuna chiudo la stagione non solo con un buon risultato, ma anche con la voglia di tornare subito in sella e questo credo sia utile per preparare la meglio il 2024.

Conti al Matteotti, chiuso con un 12° posto di buon auspicio per la trasferta
Conti al Matteotti, chiuso con un 12° posto di buon auspicio per la trasferta
Ti sei posto qualche obiettivo particolare?

Avrei detto il Giro d’Italia, ma non solo come termine di riscatto dopo quanto successo quest’anno. Per un corridore italiano la corsa rosa è il massimo, in me ha sempre suscitato un fascino particolare.

Che cosa ne dici della prossima edizione appena ufficializzata?

Era tanta l’attesa, sono anche andato appositamente alla presentazione. E’ un Giro durissimo, sin dalle sue primissime battute. Io credo che con una conformazione del genere i distacchi saranno ben distribuiti e nella terza settimana la situazione di classifica sarà già abbastanza chiara. Io chiaramente non ci guardo, ma devo dire che con quel disegno, occasioni per le fughe non mancheranno. Starà a me farmi trovare pronto e cercare di entrarci.

La tecnologia 3D di Selle Italia: parola a tecnico e corridore

26.07.2023
6 min
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La frontiera delle selle 3D sta avanzando velocemente e Selle Italia non poteva essere da meno. L’azienda veneta giusto qualche settimana fa in quel di Eurobike ci aveva mostrato i suoi gioielli con le caratteristiche 3D, stavolta andiamo più a fondo e lo facciamo con Enrico Andreola, product manager di Selle Italia, e Valerio Conti, il quale utilizza questa tipologia di sella.

Viaggio 3D

Enrico, come nasce dunque una sella Selle Italia 3D? Qual è il suo processo costruttivo?

La parte che richiede più tempo è quella della creazione della seduta, appunto la parte morbida, l’imbottitura. La capacità produttiva è ancora bassa, parliamo di tre imbottiture l’ora. Ma il mercato ci sta premiando e quindi stiamo implementando tale produzione. Poi ci sono altre fasi.

Quali?

Segue una sorta di post-processo dell’imbottitura che mira ad eliminare gli eccessi di resine. Successivamente si va avanti con la cottura in forno per stabilizzarne il materiale. E’ una cottura particolare, ai raggi UV, che fa sì che l’imbottitura diventi come la vediamo, altrimenti resterebbe “pastosa”. Per dare un’idea: se la si toccasse prima della cottura vi resterebbero le impronte digitali.

C’è poi l’assemblaggio…

E qui c’è il grande knowhow di Selle Italia, il nostro vero merito, ciò che ci differenzia per le selle 3D da tutti gli altri brand. Realizzare una sella 3D può essere molto facile se questa ha uno scafo piatto e la sua imbottitura è piatta, ma nel caso della Slr, il nostro cavallo di battaglia, ai lati ci sono parecchie incurvature. Ebbene, seguiamo anche quelle con l’imbottitura 3D. Ma noi, ed era un nostro dogma dettato dal Dna agonistico di Selle Italia, volevamo riprodurre la Slr: la sella da gara per eccellenza. Fatto questo il resto dell’assemblaggio di scafo e carrello è molto più tradizionale, ma sempre rispettando elevati standard di qualità produttiva.

Cosa vi chiedono i pro’? Voi supportate molte squadre…

Va fatta una premessa. Noi abbiamo presentato queste selle un anno fa ad Eurobike. Ne è seguita una pausa fisiologica prima di entrare in produzione. Nel frattempo alcuni atleti le provavano, specie nei training camp a Livigno. Abbiamo consegnato qualche decina di selle a dicembre, nei ritiri. Ma in quel momento molte “messe in sella” erano già fatte. Per farla breve, avevano queste selle 3D circa due atleti per team. Però i loro feedback sono stati subito positivi. Abbiamo relazioni molto strette con la Cofidis, la Tudor, la Alpecin e anche con la Corratec. Ora la stanno utilizzando Konyshev e Conti. Per il prossimo anno però saremo in grado di dare forniture molto più ampie a tutti i team.

La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
Al Tour, proprio in Cofidis, ci hanno detto che questa sella è particolarmente apprezzata dalle donne: è così?

E’ vero e non è qualcosa che abbiamo fatto appositamente per le ragazze, ma tant’è. In particolare il gruppo delle donne di Cofidis lavora bene, con loro scambiamo dei feedback importanti. Sia con Slr che Novus siamo andati oltre le nostre aspettative per risolvere i tipici fastidi al soprassella, sia per lui che per lei.

Cosa vi chiedono gli atleti? Magari più leggerezza, più rigidità in punta (o meno)…

I loro feedback sono molto importanti per realizzare i tuning di rigidità delle imbottiture: il morbido-rigido dove serve, per capirci… Tendenzialmente loro vogliono selle rigide. Okay il comfort, ma alla fine visti i watt che scaricano e i chilometri che percorrono vogliono una sella che sia stabile e racing. Giusto ieri un corridore della Tudor, che già utilizzava una sella 3D ma di un altro marchio, mi ha detto: «Finalmente un sella 3D con un target da corsa». Spesso infatti queste selle sono morbide. Ma torno al discorso di prima, del riuscire a replicare la Slr. Va detto però che i tuning di rigidità dei pro’ sono un po’ diversi da quelli del mercato. Questi ultimi sono un po’ morbidi.

State anche lanciando la sella da crono…

Sì, la Watt. L’abbiamo presentata ad Eurobike. Sarà in consegna ad ottobre. Per lo sviluppo di questa sella ci siamo rivolti parecchio al grande triatleta Patrick Lange, ma anche ai ragazzi della Corratec, soprattutto da quando siamo subentrati come sponsor. E’ una sella diversa, molto più lavorata e sostenuta in punta, viste le grandi rotazioni del bacino che comportano certe posizioni. Con Novus abbiamo introdotto un nuovo reticolo dell’imbottitura, che ricordo noi disegniamo in casa: questo doppio reticolo morbido-duro ci consente di differenziare parecchio il tuning di rigidità nei vari punti della sella stessa.

La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)
La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)

Parola al corridore

E a seguire le parole di Andreola ecco quelle di uno dei corridori che lo stesso Andreola ha citato: Valerio Conti, in forza alla Corratec-Selle Italia, che non ha pensato troppo a montarla sulla sua bici. Ai ragazzi del team italiano hanno proposto queste selle e il laziale dopo averla testata non l’ha più tolta.

«Ho scelto questa sella – spiega Conti – un po’ prima del mio infortunio a maggio. A dire il vero non l’ho ancora utilizzata tantissimo in corsa, perché poi è lì che davvero la si mette sotto torchio, ma le sensazioni sono state subito ottimali.

«Io venivo da una classica Selle Italia Slr con la quale, ci tengo a dire, già mi trovavo bene e quella 3D che sto utilizzando adesso ha praticamente la stessa forma (riprendendo quanto detto da Andreola, ndr). Sostanzialmente è più morbida, si adatta perfettamente alle ossa ischiatiche e questo tende a dipanare la pressione in modo migliore. Non si hanno dei punti in cui preme di più».

Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura
Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura

Più stabili

Conti poi insiste molto su un aspetto che non ci aspettavamo, vale a dire sul movimento antero-posteriore.

«Questo “tessuto” superficiale, ammesso si possa chiamare così, fa sì che si sia più stabili sulla sella, che si scivoli di meno. C’è più grip. Si spinge un po’ di più in salita, ma soprattutto in pianura, quando si deve spingere forte, non si finisce in avanti e si mantiene pertanto un assetto più stabile».

Sempre in merito ai feedback, sia uomini che donne, esaltano la comodità e il non affaticamento del soprassella dopo tante ore, anche col caldo estremo di questi giorni. Un aspetto che è emerso anche in casa Selle Italia nella realizzazione della Watt. Se i pro’ infatti ci passano giusto il tempo di una gara contro il cronometro (al netto degli allenamenti), per i triatleti il discorso è ben diverso.

Valerio Conti: la caduta, le stampelle, la ripresa e le SFR

22.06.2023
5 min
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Ci aravamo lasciati con Valerio Conti in stampelle al Giro d’Italia. Il corridore della Corratec-Selle Italia aveva preferito restare con i compagni, anziché tornare a casa. In qualche modo era giusto aiutarli anche se in modo particolare e soprattutto era giusto continuare a respirare l’aria del Giro, delle corse… anche per mantenere vive certe emozioni e la concentrazione (in apertura foto @liisasphotoss).

Conti si era fratturato il bacino nel corso della terza frazione. Aveva portato a termine la successiva, ma poi il dolore era troppo grande. Da lì gli esami, la frattura, il ritiro. Sembrava che Conti dovesse ritornare in gara già al Giro di Slovenia, ma poi le cose non sono andate così. Questa domenica però lo rivedremo col numero sulla schiena al campionato italiano in Trentino.

Il laziale al Giro, nonostante la frattura al bacino
Il laziale al Giro, nonostante la frattura al bacino
Valerio, partiamo dalla situazione sanitaria, diciamo così: cosa era successo e come sono andate le cose.

Ho riportato la frattura del bacino, precisamente della branca ileo-pubica. Mi sono dovuto fermare un mese alla fine. E infatti mi avevate visto con le stampelle al Giro. Ho capito quasi subito che non sarei ripartito al Giro di Slovenia (14-18 giugno, ndr), perché avevo perso molto e poi sono emerse delle complicazioni. Senza contare che mi avrebbero tirato troppo il collo e molto probabilmente neanche lo avrei finito.

Che tipo di problemi?

Alla fine dalla caduta alla ripresa sono stato fermo per un mese. Ho ripreso la prima settimana di giugno. Avevo una gamba nettamente più forte dell’altra, così in bici sono usciti subito dei dolori. Tra questi il più importante è stato quello al nervo sciatico che si è infiammato. Io in carriera non mi ero mai fratturato nulla e adesso capisco chi ha fratture importanti. Non è come quando ti rompi una clavicola. Il problema alla fine non è tanto l’allenamento, quanto quello che ne consegue: muscoli, tendini, postura… non hai più l’efficienza di pedalata.

Efficienza di pedalata: che sensazioni avvertivi?

In questi casi si crea una differenza tra gamba destra e sinistra, per me ancora di più in quanto avevo camminato a lungo con le stampelle, pertanto non ero in equilibrio. Questo deficit era importante. Sentivo che non spingevo e che non ero in equilibrio appunto.

Conti (classe 1993) era al suo ottavo Giro d’Italia. Qui la presentazione nella notte di Pescara
Conti (classe 1993) era al suo ottavo Giro d’Italia. Qui la presentazione nella notte di Pescara
E come ti sei mosso?

La prima settimana di giugno quando ho ripreso, sono subito emersi i dolori. Così la squadra mi ha consigliato prima un osteopata, Pagni, in Toscana. E poi un fiosioterapista, Palmisano a Roma. Ho fatto anche tre sedute a settimana. Il problema maggiore qual è stato? Che con la frattura appena saldata non potevi manipolare il bacino, ma dovevi fare altri tipi di trattamento, manipolazioni più muscolari o tendinee… Contestualmente facevo degli esercizi posturali, sempre sotto la supervisione del fiosioterapista.

Come sono andate le cose?

Ho fatto tutto con gradualità e infatti le cose sono migliorate subito. Alla fine credo che passino due mesi e mezzo dal momento della caduta alla ripresa di una condizione accettabile, forse anche tre. Io ho fatto le cose nei tempi giusti. Non ho forzato troppo i tempi. Frassi, il mio diesse, mi raccontava di quel che ha passato Pinot dopo la stessa frattura. Per sbrigarsi ha perso un anno, con continui problemi a seguire.

Sei stato chiaro. Valerio, passiamo ad altro. Ci dicevi che al Giro stavi bene…

Sì, stavo veramente bene. Ci sono arrivato come volevo: con le gambe, col peso, con la testa. Era dal 2019 che non andavo così. Poi magari non sarebbe bastato lo stesso perché si va più forte, però io in cuor mio credo che una tappa l’avrei portata a casa.

Quest’anno Conti ha ritrovato gambe buone. Eccolo all’attacco in una gara prima del Giro
Quest’anno Conti ha ritrovato gambe buone. Eccolo all’attacco in una gara prima del Giro. Dopo l’italiano correrà il Sibiu Tour
Perché dici così?

Non lo so, ma sono quelle cose che ti senti. Poi spesso la corsa la so leggere e so prendere le fughe. Le ho prese quando avevo “mezza gamba”, con una buona condizione avrei potuto fare bene.

Rivedendo il Giro c’è una tappa più di altre che ti sarebbe stata congeniale?

Quella in cui il mio compagno Vacek ha fatto secondo, quella di Campo Imperatore.

E ora come stai?

Eh, come sto? Sto che mi dispiace… Adesso che ho ripreso e penso a come andavo e come stavo, vedo che devo fare tanto, tanto lavoro. Mesi di sacrifici buttati all’aria in un attimo. So quel che c’è dietro per ritornare lassù. Ma non mollo. La testa, la voglia e la concentrazione ci sono ancora. Ho capito che bisogna soffrire quando è il momento e di vivere il presente.

Qual è il piano? Farai dell’altura?

No, niente altura. Nelle mie condizioni meglio correre e trovare il ritmo gara. Anche perché non devo preparare un grande Giro. Io devo puntare alle corse di un giorno o a delle tappe, quindi nel mio caso è meglio gareggiare. Almeno questo è il mio pensiero. Fosse stata primavera prima del Giro avrei risposto diversamente, ma adesso credo vada bene così.

Conti e Formolo, rivali ma soprattutto amici sin dai tempi degli U23. Eccoli insieme sulle strade veronesi
Conti e Formolo, rivali ma soprattutto amici sin dai tempi degli U23. Eccoli insieme sulle strade veronesi
Le corse non mancano da qui a fine stagione…

Si può ancora fare bene. In più, anche ripensando al discorso dell’altura, non è che le condizioni crescono all’infinito, ad un certo punto della stagione si livellano un po’ e magari è anche più facile riuscire a vincere una corsa.

Condizione, allenamenti… cosa hai fatto di preciso?

Nella prima settimana avevo l’obbligo di pedalare senza forzare troppo finché non sopraggiungeva il dolore. Se questo arrivava dopo due ore, a due ore mi fermavo. Poi ho iniziato con la forza in bici: le SFR. E queste hanno avuto una doppia valenza per me. Oltre alla forza infatti, pedalando a bassa cadenza con lunghe contrazioni, i muscoli lavorano più in equilibrio. Si distingue meglio la fase dello spingere e del tirare. E infatti le sto facendo ancora molto. Poi man mano ho allungato le uscite e inserito un po’ d’intensità. In questi giorni per esempio sto uscendo con Formolo… che mi tira il collo!

Valerio Conti ha lasciato la corsa, ma non il Giro

15.05.2023
4 min
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CESENA – Cos’è un ciclista. E’ Valerio Conti che con il bacino fratturato porta a termine una tappa. Qualche mattina fa, al via di una tappa, ecco che tra i mezzi della Corratec-Selle Italia vediamo un ragazzo con le stampelle. «Ma quello è Valerio Conti», ci diciamo.

E’ raro per un corridore che si è ritirato. Di solito in questi casi c’è il fuggi fuggi. Invece eccolo tra i diesse Serge Parsani, Fabiana Luperini e Francesco Frassi (nella foto con lui in apertura).

Valerio Conti (classe 1993) era al suo ottavo Giro d’Italia
Valerio Conti (classe 1993) era al suo ottavo Giro d’Italia

Diesse aggiunto

Il laziale non se né andato dal Giro d’Italia. Dopo il ritiro, avvenuto la mattina di Atripalda, Conti ha voluto tenere duro ancora in qualche modo. La scelta di non tornare a casa, letta dal suo punto di vista, alla fine non è neanche così sbagliata.

«Cosa avrei fatto a casa? Mi sarei continuato a fasciare la testa – ha raccontato Valerio – almeno qui non ci penso troppo. E poi mi piace stare in squadra. Posso aiutare i compagni e lo staff . Se non posso essere presente con le gambe, lo sono con la testa, che tante volte è più importante delle gambe stesse. Posso dare un sostegno a gente che non ha mai fatto un grande Giro. Gli metto a disposizione la mia esperienza: in qualche modo è importante anche questo. Pensate che sono salito anche in ammiraglia.

«Ripeto, mi piace e sto vivendo emozioni nuove, oltre al fatto che mi sto anche divertendo. Sto vivendo il Giro da un altro punto di vista. E poi sono rimasto perché in questa squadra si sta bene, c’è un bel clima e davvero posso dare una mano a questi ragazzi».

Il laziale dovrà stare fermo per un paio di settimane. Poi potrà tornare in sella
Il laziale dovrà stare fermo per un paio di settimane. Poi potrà tornare in sella

Ritorno vicino

Per esempio Vacek, non aveva più il suo Garmin e Valerio è andato a prendergli il suo. Glielo ha montato e lo ha riferito al direttore sportivo. Una sorta di diesse aggiunto…

Ammiraglia, consigliere, ma certo Conti era venuto qui per fare bene al Giro con la bici. Si era preparato molto bene. Aveva passato dei mesi in altura, era magro, motivato… c’erano tutti i presupposti perché potesse rilanciarsi alla grande.

«Questo era un Giro importante per girare pagina – spiega Conti – l’altro giorno a Campo Imperatore mi sono rivisto parecchio in Karel (Vacek, ndr) e questo mi ha emozionato. Mi ha fatto pensare…

«Io però guardo avanti. Alla fine adesso ho dolore, ma dovrò stare così per due settimane poi potrò subito risalire in bici. Magari sarò al via al Giro di Slovenia. Il programma per ora è questo. La stagione è lunga e ho occasione per fare bene. Vorrei disputare un buon campionato italiano, quello è l’obiettivo. Ma se così non fosse, allora userò quelle corse per ritrovare la forma ottimale».

Nonostante Valerio abbia appena 30 anni è il più “vecchio” della Corratec… la sua esperienza era preziosa per i ragazzi
Nonostante Valerio abbia appena 30 anni è il più “vecchio” della Corratec… la sua esperienza era preziosa per i ragazzi

In gara con la frattura 

Valerio è caduto nella tappa verso Melfi. La botta è stata forte, ma sul momento tra il muscolo caldo e l’adrenalina non lo ha sentita tanto. Il giorno dopo però, verso Lago Laceno, la frattura e le botte hanno presentato il conto.


«Sono partito con un dolore allucinante – racconta Conti – ho fatto tutta la tappa, soffrendo tantissimo. A fine corsa non riuscivo più a scendere neanche di bici… ma nel vero senso della parola. Mi hanno aiutato per scendere di sella. A quel punto mi hanno portato all’ospedale e lì è emersa questa piccola frattura ileo pubica.

«Per fortuna che non dovrò stare fermo tanto tempo e neanche dovrò fare una riabilitazione. Si risalderà da sola. Anche per questo sono qua. Alla fine seguo i ritmi della squadra (non si mangia troppo, come si farebbe a casa travolti dalla noia, dr) e poi non devo camminare così tanto: tra bus, ammiraglia, hotel…».