Dopo il cross, che fine ha fatto Bryan Olivo? Vediamo…

09.04.2021
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Di Francesca Baroni vi raccontiamo qualcosa ogni tanto (anche perché la ragazza sta andando davvero forte!), ma dove sono finiti gli altri crossisti che d’estate corrono su strada? Dov’è ad esempio e cosa fa Bryan Olivo? Lo avevamo lasciato col tricolore conquistato a Lecce e ci eravamo poi fatti raccontare da Alessio Mattiussi del Cycling Team Friuli in che modo si sarebbe preparato per la stagione calda. Cosa dite se riallacciamo i fili?

Bryan è a casa e ha ricominciato a correre la scorsa settimana. Il ritardo è stato dovuto prima a un problema di iscrizioni eccessive che gli ha impedito di partire alla prima corsa, poi a un risentimento al ginocchio Superato tutto, la scorsa settimana il friulano ha riattaccato il numero.

Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Per Bryan Olivo, la stagione del cross è stata coronata dai campionati italiani di Lecce
Bryan Olivo, campionati italiani juniores Lecce 2020
Bryan Olivo, tricolore juniores di cross a Lecce 2020
E come va?

Bene, grazie. Dopo il cross ho fatto le due settimane di pausa di cui vi aveva parlato Mattiussi e poi ho ripreso. L’idea iniziale era di partire subito forte, avendo come obiettivi i mondiali su pista e la Roubaix, ma a causa del Covid non si sono fatti e allora abbiamo optato per una ripresa più soft. Avrei dovuto fare come Van der Poel e Van Aert (ride, ndr) che avevano subito gli obiettivi importanti, invece adesso è tutto spostato più avanti.

Allora andiamo con ordine. Dicci della pista…

Quando mi chiamano, vado giù a Montichari. L’anno scorso, avendo fatto gli europei, andavo a settimane alterne. Quest’anno, come è giusto che sia, sono molto concentrati sulle Olimpiadi, per cui per ora sto andando di meno. Mi piace molto l’inseguimento, individuale e a squadre. Mi piace fare fatica, sono un po’ masochista. Da esordiente non vedevo l’ora di fare le crono. Quei 20 minuti a tutta erano la cosa che preferivo. Ho l’agonismo addosso.

Bryan Olivo, campionato italiano crono juniores, 2020
Bryan Olivo al campionato italiano crono juniores 2020, chiuso al 6° posto
Bryan Olivo, campionato italiano crono juniores, 2020
Nel 2020, sesto ai campionati italiani
Roubaix e mondiali saltati, quali sono gli obiettivi?

Vincere gare, andare in nazionale, provare a vincere gli italiani crono e strada. E poi passare U23.

Sei già candidato a una maglia del CT Friuli, no?

Ma devo guadagnarmela, anche perché la squadra nel frattempo è diventata tanto prestigiosa e non ci sono passaggi automatici.

Farai gare a tappe?

Di sicuro il Giro del Friuli. Non so il Lunigiana, perché capita nei giorni dei mondiali pista che soni finiti a settembre.

C’è un momento della stagione in cui inizierà a mancarti il cross?

Quando sarà finita la stagione, come a fine cross inizia a mancarmi la strada. Ho messo in moto il meccanismo perfetto (ride, ndr). Quest’anno però il cross lo inizierò molto tardi, perché fino a ottobre voglio correre bene su strada, soprattutto il campionato italiano della cronosquadre che mi piace molto.

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
In gara au campionati europei juniores del 2020
Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020
In gara au campionati europei juniores del 2020
Dicesti che il cross è bello, ma per mangiare in Italia funzionano meglio strada e pista…

Lo confermo. Però è anche bello vedere dei professionisti di grande nome dedicarsi ad altre discipline, facendo capire che la multidisciplina è praticabile. Quando ci penso, non mi illudo di poter diventare come loro, ma forse quello che sto facendo alla lunga mi darà dei riscontri positivi.

Van der Poel e Pidcock correranno le Olimpiadi in mountain bike, a te in effetti manca…

Ho corso in Mtb fino agli esordienti, poi l’ho mollata perché la preparazione era troppo diversa da tutto il resto. Mi bastano le mie tre discipline, non credo che avrei posto per altro…

Bryan Olivo, campionati europei juniores, 2020

Si chiama Olivo, fa rima con Van der Poel

29.11.2020
4 min
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A 17 anni, Bryan Olivo è già un personaggio perché è il prototipo del nuovo ciclista multidisciplinare italiano. Va forte su strada, è nazionale junior su pista e nel ciclocross, ha corso anche in Mtb. Verrebbe da dire che è in fieri il VdP italiano, ma è molto meglio andarci piano con i paragoni. Bryan ha tutto da dimostrare e lo sa bene, ogni giorno in sella è un viaggio per scoprire sempre più se stesso e dove la sua passione lo porterà.

Grazie, fratello…

La sua storia di ciclista inizia molto presto e ha un coprotagonista in suo fratello Adam, che per 13 anni aveva seguito la sua “passionaccia” su strada, arrivando fra gli under 23, senza però poi trovare ulteriori sbocchi.

«Io giocavo a calcio – racconta Bryan – ma non mi piaceva così tanto, invece andando con mio fratello mi divertivo di più e lui mi ha spinto a insistere. Soprattutto mi ha spinto a provare di tutto, perché voleva che facessi il massimo delle esperienze. Poi avrei capito che tipo di ciclista posso essere».

Bryan Olivo, campionato italiano crono juniores, 2020
Sesto nel campionato italiano a crono, al primo anno nella categoria
Bryan Olivo, campionato italiano crono juniores, 2020
Primo anno junior, Olivo 6° al tricolore crono

Buio presto

Ha iniziato a gareggiare fra i più piccoli su strada, nella categoria G1, arrivato alla G5-6 ha provato anche le altre discipline, anche la Mtb ma poi l’ha abbandonata.

«Non perché non mi piacesse – dice – ma richiede un tipo di allenamento specifico che necessita di tempo. D’inverno dalle mie parti (Bryan è di Pordenone, ndr) fa buio presto e andando a scuola, il tempo per allenarsi non è che sia tanto. Vale lo stesso per il ciclocross, ma quello mi piace troppo…».

Strade aperte

Già, il ciclocross è per ora la specialità che lo ha messo più in luce. Per ora… 

«Mi piace molto, questo è sicuro – dice – ma ancora non so dire se sarà lì il mio futuro. Il richiamo della strada è forte, in Italia se vuoi vivere di ciclismo per un po’ di anni non puoi prescindere dalla strada. All’estero è diverso, ci sono Paesi dove fare il ciclocrossista è una professione, con grandi squadre dietro».

In prestito

Bryan è tesserato per l’UC Pordenone, ma corre in prestito per la DP66 Giant SMP di Daniele Pontoni, che lo conosce bene.

«Sin da quand’era esordiente… – dice Daniele – migliora ogni anno, non solo nel ciclocross. E continuando così, potrà sicuramente dire la sua anche a livello internazionale. Certo, c’è ancora da lavorare. Ad esempio nel salto degli ostacoli in bici e anche dal punto di vista tattico. Certe volte pecca di generosità in corsa, ma il tempo è dalla sua».

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Daniele Pontoni è il suo riferimento. Qui in una foto del 2018
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni il suo riferimento, qui nel 2018

Quattro bici

D’altronde ogni disciplina è come una scuola, s’impara sempre qualcosa. «Su strada è molto più difficile di quanto si pensi – dice – imparare a correre in gruppo richiede mille occhi, essere sempre al massimo della concentrazione. Su pista all’inizio avevo paura, lo ammetto. Avere lo scatto fisso non mi piaceva, ma avevo sempre ammirato chi faceva l’inseguimento, dare tutto nella sfida contro il tempo. Ci ho provato e ho visto che veniva bene, anche quello a squadre dove trovare il sincronismo con i compagni, le giuste misure per stare a ruota è sempre una scommessa».

Di bici a casa ne ha 4: due da ciclocross, una mountain bike e una da strada. «Poi ci sono quelle da gara – dice Olivo – ma le forniscono le squadre e le mettono a punto. Io però non posso dimenticare la mia prima bici in assoluto: era una Vicini tutta blu, ce l’ho ancora nel cuore».

Bryan Olivo, campionato italiano ciclocross esordienti, 2017
Campionato italiano ciclocross esordienti, è il 2017: primo!
Bryan Olivo, campionato italiano ciclocross esordienti, 2017
Tricolore fra gli esordienti nel 2017

Sogno iridato

Mathieu Van Der Poel è il suo idolo: «Ogni cosa che fa gli riesce alla grande – dice Olivo – ma non è il solo che gareggia in più discipline, ora sono in tanti a farlo. Chi si divide fra strada e Mtb, chi fra strada e pista. Io non so ancora che corridore sono, dove posso rendere di più. Per ora posso solo affidarmi ai miei sogni. Ho nel cuore il Fiandre e la Roubaix e un giorno mi piacerebbe esserci, ma quel che vorrei di più è una maglia iridata. Non importa dove, quel che conta è essere in cima al mondo».

A 17 anni, bisogna sognare e crederci, perché a volte i sogni si realizzano davvero…