Il debutto col Casano è da podio. Sciortino dimagrisce e scalpita

24.03.2022
4 min
Salva

Fisico minuto, ma potente. Carlo Sciortino dà proprio l’idea del corridore esplosivo. Un Bettini, potremmo dire… ma forse è un po’ presto per i paragoni. Abbiamo incontrato il siciliano in cima ad uno strappo che porta verso San Baronto, dove domenica scorsa si è consumata l’apertura della stagione juniores alla Ballero nel Cuore.

Carlo è stato secondo, alle spalle di quel nuovo (dicono) fenomeno che è il canadese Michael Leonard. Il corridore dell’UC Casano-Matec ha cercato di tenerlo a bada il più possibile, ma nel finale non c’è stato niente da fare. Però quel che conta è che ha ben figurato sotto agli occhi del cittì Dino Salvoldi. E per questo si vocifera anche di una sua convocazione per le prime classiche del Nord.

Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec
Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec
Carlo, innanzitutto sei soddisfatto di questa prima uscita stagionale?

Sì, tutto sommato sono soddisfatto, perché sapevo che sarebbe stato un duello con tutto il Team Franco Ballerini, che ha lavorato veramente bene. Ma noi non siamo stati da meno, ci siamo difesi, è mancato quel pizzico di gamba in più che magari avrebbe aiutato. Alla fine era il primo appuntamento stagionale, faremo meglio nelle prossime gare.

Ti abbiamo visto lavorare in pista, a crono e ormai sei quasi stabile in Toscana: è cambiato qualcosa nella tua preparazione?

Sicuramente si fa più qualità che quantità. Abbiamo migliorato i lavori specifici e abbiamo lavorato molto sull’agilità rispetto all’anno scorso. Con tutto il Team Casano: i miei direttori sportivi Giuseppe Di Fresco, Alessandro Mansueto e Daniele Tommasini, il team manager Christian Castagna, stiamo facendo un ottimo lavoro. Senza dimenticare l’aiuto della nutrizionista Erica Lombardi che mi segue giornalmente.

In corsa c’era Dino Salvoldi, il tecnico della nazionale juniores, se dovesse arrivare una convocazione per le classiche del Nord?

Eh, non so… Dino sta facendo un ottimo lavoro, sta girando in tutte le squadre d’Italia, osservandole negli allenamenti. Di sicuro cercherei di dare il massimo e di onorare la nostra nazionale.

Alla corsa Ballero nel Cuore ritmi alti su un percorso veloce, almeno fino alla scalata finale
Alla corsa Ballero nel Cuore ritmi alti su un percorso veloce, almeno fino alla scalata finale
Quanto è importante stare in Toscana, specie per un ragazzo che come te viene dalla Sicilia? Quanto è importante proprio nel quotidiano?

Molto e me ne rendo conto, ma per ora io vado ancora a scuola in Sicilia. Salgo qui nel weekend. Nei fine settimana è molto importante allenarmi con la squadra, cosa che mi mancava in Sicilia perché nella mia zona c’è un gruppo di ciclisti, però non è la stessa cosa. Quindi sì, è molto importante, soprattutto per un siciliano come me: ti dà qualcosa in più, impari a viaggiare, fai esperienza al Nord. Anzi, direi che è fondamentale.

Che scuola fai?

Il Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo.

Ci racconti dei tuoi viaggi?

Mi muovo con l’aereo perché è molto più comodo. Nel giro di un’ora sono da Palermo a Pisa. Poi 40 minuti di strada e arrivo a Massa. Ormai è diventato veloce viaggiare. Di solito parto il venerdì subito dopo la scuola e così arrivo in Toscana la sera stessa. Il sabato e la domenica ci alleniamo.

E quando ritorni?

La domenica sera direttamente. Non sono il solo siciliano in squadra. Siamo in cinque, viaggiamo tutti insieme ed è anche più comodo. E divertente.

Lo scorso anno, Sciortino ha partecipato al Giro della Lunigiana con la maglia della Sicilia
Lo scorso anno, Sciortino ha partecipato al Giro della Lunigiana con la maglia della Sicilia
La tua conformazione fisica fa pensare ad uno scalatore, però vai molto bene anche su altri terreni…

Sono abbastanza esplosivo, vero. Diciamo così: sono un finto scalatore! Stiamo lavorando sul fisico per dimagrire. 

Se dovessi fare un paragone con un professionista, Sciortino sarebbe…

Molti mi hanno paragonato a Giovanni Visconti, che tra l’altro è palermitano come me. E sarebbe un ottimo esempio da seguire.

Beh, era anche al via della Ballero nel Cuore…

Già lo conoscevo. Con Giovanni ci siamo allenati anche insieme, un paio di volte a Palermo. E’ sempre emozionante vederlo.

Come sta il ciclismo in Sicilia? Lo chiediamo al tecnico regionale

01.02.2022
5 min
Salva

Il Sud resta il Sud. Fra i proclami elettorali dei vari candidati alla FCI e le difficoltà oggettive, ascoltare i racconti dei ragazzi che devono lasciare casa per praticare sport di alto livello ti fa sempre pensare che manchi qualcosa. Manca qualcosa nel racconto di Germani, che lascia Roccasecca per andare a Massa. Manca qualcosa, forse meno, nel racconto di Sciortino che fra poco inizierà un andirivieni fra Sicilia e Toscana per correre nei weekend con la UC Casano e andare a scuola nei giorni restanti.

Si cresce prima

Certo ci sono anche dei risvolti positivi: dover partire mette alla prova le motivazioni, un po’ come lasciare casa per fare l’Università in una città lontana dalla propria ti costringe a crescere un po’ più in fretta. Ma in questa fase così convulsa di selezione dei talenti, avere poco tempo a disposizione rende tutto più difficile.

Nelle scorse settimane si è acceso un dibattito fra Comitati regionali e tecnici di club. Le regioni possono trattenere i corridori a tutela del movimento locale, ma ci sono casi in cui trattenere un ragazzo significa condannarlo a smettere.

Il cittì degli juniores Salvoldi ha visitato il velodromo di Noto, qui con Mansueto (foto FCI Sicilia)
Il cittì degli juniores Salvoldi ha visitato il velodromo di Noto, qui con Mansueto (foto FCI Sicilia)

Punto sulla Sicilia

In Sicilia il ruolo di tecnico del Comitato regionale è stato affidato ad Alessandro Mansueto, a sua volta cinque anni da dilettante in Toscana alla corte di Daniele Tortoli. Mansueto è anche tecnico (sull’Isola) dell’affiliazione plurima creata dalla UC Casano di Ortonovo e guidata da Giuseppe Di Fresco, anche lui palermitano. Quale sarà lo stato del ciclismo siciliano?

«In un quadro di juniores che in tutta Italia e da noi in particolare smettono perché non trovano squadra – dice – il fatto di avere delle affiliazioni plurime permette ai ragazzi di garantirsi attività extra regionale. In Toscana solo un terzo degli juniores trova posto fra gli under 23: nel 2021 ci sono stati 129 dilettanti in tutto, chiamiamoli così, quanti volete che possano essere quelli di primo anno? Gli under 23 stanno sparendo».

Fiorelli e Visconti, entrambi volati in Toscana per diventare corridori
Fiorelli e Visconti, entrambi volati in Toscana per diventare corridori
Ci siamo visti al Lunigiana, che tipo di attività siete riusciti a fare con gli juniores?

Nel 2021 hanno gareggiato tutte le domeniche, solo a fine stagione ci sono state gare miste con gli allievi, ma per far correre i più giovani.

Nessuna partecipazione alle gran fondo?

No, però in compenso abbiamo approfittato della logistica di alcune gran fondo per far partire gli juniores. Nel 2021 ci siamo riusciti in 4 gare, quest’anno già 7 hanno aderito. Abbiamo fatto partire gli juniores 40 minuti prima e solo raramente il primo degli amatori è riuscito a riprendere il gruppo.

Questa ipotesi era stata avanzata da Emiliano Borgna, presidente di Acsi Ciclismo. Vi siete appoggiati anche a gran fondo di altri Enti?

No, solo a quelle federali, sfruttando come promozione il movimento degli amatori. C’è stata una bella manifestazione sulle Madonie, bello anche il Giro dell’Etna. Se pensiamo che ormai il costo delle transenne è uno dei principali, si capisce che avere quelle della gran fondo sia un bel vantaggio.

Il movimento giovanile più forte sull’Isola è nel fuoristrada (foto FCI Sicilia)
Il movimento giovanile più forte sull’Isola è nel fuoristrada (foto FCI Sicilia)
Dove è concentrata l’attività in Sicilia?

Il 50 per cento in zona Palermo, il resto è distribuito uniformemente nelle altre province.

Il velodromo però resta chiuso…

Abbiamo fatto incontri con il sindaco Orlando e con gli assessori. Ci siamo offerti di pagare anche un anno di affitto anticipato, ma a fronte delle spese che si dovrebbero sostenere, è comunque poco. Per fortuna abbiamo l’impianto di Noto, dove il professore La Rosa sta facendo un ottimo lavoro. Ci sono stati assegnati i tricolori paralimpici e forse quelli in pista per esordienti e allievi. Bisogna dire però che il grosso dell’attività è fuoristrada. Ci sono 13 scuole di Mtb certificate, con realtà come Pozzallo che ha 250 bambini iscritti. Il punto debole, per la sicurezza soprattutto, resta la strada.

In che modo il Comitato regionale collabora con i tecnici?

Abbiamo creato un centro Studi regionale, formato da 4 tecnici che valutano tutti i corridori, dagli esordienti agli juniores, dando supporto alle società. Cerchiamo di sviluppare una programmazione aperta, in modo da poter partecipare a eventi nazionali, come nel 2021 siamo andati ai campionati italiani, al Lunigiana, alla gara di Fiesole e un’altra nel Lazio. Il guaio è che non avendo sponsor, paga tutto il Comitato regionale. E solo andare ai tricolori con 20-25 ragazzini è stato un bel salasso.

Con Sciortino durante il ritiro siciliano, prima di iniziare il viavai con la Toscana (foto FCI Sicilia)
Con Sciortino durante il ritiro siciliano, prima di iniziare il viavai con la Toscana (foto FCI Sicilia)
E Sciortino?

Abbiamo fatto il ritiro con gli juniores quaggiù e c’era anche il cittì Salvoldi, che si sta muovendo davvero in modo capillare. Dal 13 febbraio invece saremo a Casano.

In che modo la Federazione vi assiste?

Ci piacerebbe che assecondasse la nostra idea di rilanciare il Piano Solidale, il modo di creare sinergie fra organizzatori di regioni limitrofe per dare consistenza all’attività. Stiamo aspettando risposte.

Il Casano sbarca in Sicilia per accogliere Sciortino

21.01.2022
5 min
Salva

«Sono molto contento di questo accordo con la Sicilia. Il nostro team avrà un bel mix di culture. E a distanza di tanti anni, mi sembra di rivivere quello che ho fatto io, certe avventure…».

La voce sicura dall’altra parte del telefono è quella di Giuseppe Di Fresco, diesse del Casano-Matec, massese d’adozione e palermitano di nascita. Quest’anno la società di Ortonovo di Luni (gestita dal team manager Christian Castagna ed organizzatrice del Giro della Lunigiana) avrà una doppia affiliazione: una toscana con dieci atleti ed una siciliana con sei. L’operazione è stata indotta dall’ingaggio di Carlo Sciortino, talento classe 2004 di Bagheria, e di altri tra i migliori prospetti dell’isola.

Di Fresco è stato professionista, gestisce una pompa di benzina e fa il diesse (foto Casano)
Di Fresco è stato professionista, gestisce una pompa di benzina e fa il diesse (foto Casano)

«Mi ci rivedo molto in questi ragazzi – racconta Di Fresco, cresciuto in Toscana tra i dilettanti ed ex pro’ dal ’99 al 2001, prima di intraprendere la carriera da dirigente – anche se loro sono un po’ più fortunati di me. Pensate che la mia prima gara fuori dalla Sicilia fu la Coppa d’Oro da allievo. Mio padre spese 120 mila lire per noleggiare un furgone bianco per fare Palermo-Borgo Valsugana. Eravamo in nove e mangiammo al sacco la pasta al forno con gli anelletti che ci aveva preparato mia madre. Per me fu come andare al campionato del mondo. Un’esperienza di vita, non solo sportiva, che mi rimarrà in eterno. Ora c’è il Palermo-Pisa di Ryanair che abbatte le distanze però vorrei formare questi ragazzi con quello che non avevo io all’epoca».

Giuseppe spiegaci questo filo diretto tra Toscana e Sicilia, le tue due regioni.

Il contatto è nato due anni fa quando Carlo (Sciortino, ndr) era allievo. Lo ospitammo per provare un po’ di corse della zona, nelle quali centrò quasi sempre il podio. Ci fece un’ottima impressione. Doveva venire con noi già nel 2021, ma per problemi burocratici non abbiamo potuto. Lo abbiamo fatto quest’anno. Cercheremo di fare un’unica attività con tutti i nostri ragazzi.

Questa intervista con Carlo Sciortino è stata realizzata al Giro della Lunigiana
Come gestirete questa situazione con i ragazzi siciliani?

Finché andranno a scuola correranno giù, dove saranno seguiti dal nostro diesse Alessandro Mansueto, che è anche responsabile tecnico del Comitato Regionale. Ogni tanto, a rotazione e quando lo riterremo opportuno o in base al loro stato di forma, verranno a gareggiare da noi. Sciortino sarà quello che farà più attività al Nord in quel periodo. Poi da luglio saliranno tutti da noi e saranno a nostra disposizione.

E’ necessario avere tutto ben organizzato? Anche con i professori dei ragazzi?

Certo, è fondamentale. Abbiamo già programmato i voli, in cinquanta minuti sono qui. Per loro abbiamo fatto fare una bici in più da tenere qui in modo da non doverla imbarcare sempre, che talvolta costa più del biglietto, e per evitare soprattutto che te la danneggino. Poi, come facciamo con i ragazzi toscani e liguri, anche per quelli siciliani abbiamo già spedito una lettera ai loro insegnanti spiegando la nostra attività. Presentando in anticipo la convocazione alle gare, o addirittura quella della nazionale, non gli vengono segnate le assenze. E’ importante avere la collaborazione e la comprensione degli istituti che frequentano.

Nel 2005-2006 per Di Fresco corse da junior anche Damiano Caruso, prelevato dalla Sicilia (qui al Giro del 2013)
Nel 2005-2006 per Di Fresco corse da junior anche Damiano Caruso (qui al Giro del 2013)
Tu che l’hai vissuta, qual è l’aspetto migliore di questa situazione?

Bisogna dire che ultimamente la Sicilia si sta muovendo bene e lascia fare ai ragazzi più esperienza fuori regione. Detto questo, i ragazzi che vengono dal Sud, arrivano con più fame agonistica. Rispetto a quelli delle nostre zone, forse hanno meno grilli per la testa. In gara li vedi sempre belli agguerriti anche se come tutti a quell’età vanno istruiti su certe cose. Mi ricordo quando portai Damiano Caruso alla Berti Mobili di Massa da junior. Mi avevano consigliato un certo Provino, ma con lui fu amore a prima vista. E ci ritrovammo anche alla Mastromarco.

Dei ragazzi siciliani chi ti senti di segnalare oltre a Sciortino?

Carlo somiglia parecchio a Visconti, perfetto per i percorsi ondulati. Deve ancora crescere. Altri due da seguire con attenzione sono Vincenzo Pardo e Salvatore Florio. Hanno tutti ampi margini di miglioramento.

Non dimentichiamoci però dei ragazzi toscani. 

Assolutamente no, ne abbiamo di interessanti. Avremo due primi anni molto talentuosi come Alex Stella e Alessandro Failli (nipote dell’ex pro’ Francesco, ndr). Quest’ultimo è stato chiamato da Salvoldi e andrà a fare uno stage a Montichiari nei prossimi giorni. Abbiamo anche i riconfermati Poli e Rossi che possono fare molto bene. A seguire tutti i ragazzi ci saranno anche gli altri diesse Daniele Della Tommasina e Cristian Benenati (entrambi ex pro’, ndr).

Nel 2021 ha portato Crescioli al secondo posto del Giro della Lunigiana
Nel 2021 ha portato Crescioli al secondo posto del Giro della Lunigiana
Per chiudere Giuseppe, che stagione sarà la vostra?

Ripetere il 2021 non sarà facile. Ci siamo tolti tante soddisfazioni con Crescioli, Giordani e Bozicevich (i due sono insieme a Montichiari nella foto di apertura, ndr), che sono andati molto d’accordo nonostante tutti e tre avessero numeri per la fare la gara. Sono andati tutti alla Mastromarco (Galeotti e Boschi invece sono passati U23 alla Gragnano, ndr). Quest’anno puntiamo a fare risultato con i ragazzi del secondo anno ma sono certo che anche quelli appena passati disputeranno grandi corse. Non ci poniamo limiti, vedremo strada facendo. Mi permettete un’ultima cosa?

Certo.

Vorrei ringraziare la Matec. E’ una grossa azienda locale ma non ci conoscevamo reciprocamente. Ci ha presentati per caso il mio dentista. L’anno scorso ha subito creduto nel nostro progetto, quello dato anche dalla filiera con altre due realtà giovanili della zona. Il titolare poco per volta si è appassionato al ciclismo, coinvolgendoci negli spot della sua ditta. Se si vuole, e basta cercare, ci sono ancora degli sponsor importanti che possono affiancare il nostro ciclismo.

Lorenzo Giordani, il ciclismo per caso e l’occhio di suo padre

06.06.2021
5 min
Salva

«Il passato nel ciclismo di mio padre – dice Lorenzo Giordani – non mi ha mai condizionato. Anzi, quando ero piccolo, fino ai 10-11 anni, non ho mai dato peso al suo trascorso, ho scoperto con il tempo quel che ha fatto. Con lui ho il rapporto che qualsiasi figlio può avere con suo padre, anche nei consigli sportivi. Lui me li ha sempre dati, ma ho sempre preferito ascoltare gli allenatori, anche se le cose poi combaciavano. E’ il classico rapporto padre-figlio». 

Lorenzo Giordani ha 18 anni e corre per la UC Casano Matec, nella categoria juniores, diretto da Giuseppe Di Fresco. E’ il figlio di Leonardo Giordani, ex corridore professionista e campione del mondo under 23 nel 1999 a Verona. 

Nel 2015 con un casco regalato da Giovani Visconti, a quel tempo in Movistar
Nel 2015 con un casco regalato da Giovani Visconti, a quel tempo in Movistar

Inizi per caso

«Lorenzo ha una personalità mite e socievole – racconta suo padre – è un ragazzo particolarmente curioso e che ama scoprire le cose facendo, mettendosi in gioco. A sette anni si avvicinò al calcio. Lo portai a fare degli allenamenti di prova. Nella pista ciclabile accanto però, la Nuova Sfinge (una squadra dilettantistica della zona) stava facendo degli allenamenti e lui passò tutto il tempo a guardare le biciclette girare. Visto il suo interesse per le biciclette, per il compleanno decisi di regalargliene una da corsa, così ha iniziato a correre». 

Leonardo sembra tutt’altro che un padre invadente, ha lasciato piena libertà di scelta a suo figlio su quale sport praticare e ora fa in modo che Lorenzo possa fare le sue scelte, imparando dai suoi errori.
«Ho cercato di dargli qualche consiglio – spiega – più dal punto di vista tecnico, mantenendo però il giusto rispetto delle figure, non mi sono mai permesso di sostituirmi all’allenatore. Devo dire che mi ha ascoltato poco, ma è giusto anche così. Un figlio preferisce sempre imparare da sé». 

Leonardo Giordani, iridato U23 nel 1999, è stato pro’ dal 2000 al 2013
Leonardo Giordani, iridato U23 nel 1999, è stato pro’ dal 2000 al 2013

Socievole, non egocentrico

Chiacchierando con Lorenzo emergono le caratterische raccontate dal padre. E’ un ragazzo davvero mite e con la testa sulle spalle, è al quarto anno dell’Istituto professionale di meccanica a Pistoia. Ha una grande passione per i computer, gli piace montarli e studiarne il funzionamento, vorrebbe prendere il patentino di ECDL (un corso di informatica avanzato). 

«Fatico a definirmi – dice – sicuramente sono un ragazzo curioso, socievole ma al quale però non piace stare al centro dell’attenzione, non sono un egocentrico. Sicuramente mi definirei attivo, ho tanta voglia di fare, come testimonia il fatto che ho praticato davvero tanti sport, dal calcio al basket, fino all’atletica». 

Il passato di tuo padre influenza ciò che accade intorno?

Certamente, ma ho imparato che non posso farci nulla. A volte quando nelle presentazioni o nelle premiazioni mi presentano come “figlio di Leonardo Giordani”, provo un po’ di fastidio. Più che per me per gli altri, perché non vorrei pensassero che io abbia un trattamento diverso da loro, perché non è così. Poi le persone che dicono o insinuano che i miei traguardi siano stati raggiunti solo grazie al mio cognome ci sono e ci saranno, ma io non le ascolto. 

Lo scorso anno, foto ricordo alla scalinata del Campidoglio
Lo scorso anno, foto ricordo alla scalinata del Campidoglio
Che tipo di corridore senti di essere, quali sono i tuoi punti forti e quali invece i punti deboli?

Sono un passista, vado bene anche in salita. Ho ottenuto dei buoni risulta sia la stagione passata che quella in corso. In pianura mi piace mettermi a disposizione dei velocisti, mi reputo un ottimo aiuto negli sprint, mentre ho ancora un po’ di paura a lanciarmi nelle volte di gruppo. 

Hai qualche corridore a cui ispiri o che ammiri parcolarmente?

Non ho mai pensato di paragonarmi ad un corridore, anche perché sarebbe troppo facile e diretto il paragone. Preferisco emergere da solo e cercare di essere “unico” nel mio genere, per me il ciclismo è ancora divertimento e passione non penso molto a queste cose 

Il Team Casano lo ha portato a Montichiari
Il Team Casano lo ha portato a Montichiari
Il Team Casano lo ha portato a Montichiari
Hai detto di aver ottenuto dei buoni risulta sia questa stagione che quella passata, in quali corse avresti potuto ottenere di più e in quali ti senti già competitivo?

Nelle cronoscalate vado forte. Lo scorso anno nonostante fossi al primo anno di juniores ho ottenuto buoni piazzamenti (un secondo, un terzo ed un quarto posto). Poi nelle gare in linea non saprei davvero cosa dire, mi sono sempre espresso al massimo del mio potenziale e questo gli allenatori lo vedono e lo apprezzano.  Posso migliorare ancora tanto e in vari ambiti, dalle volate, dove ho ancora un po’ di timore nel lanciarmi, fino alla salita, campo in cui posso crescere molto per diventare un buon passista scalatore.

Nonostante la giovane età, Lorenzo è un ragazzo consapevole e sicuro dei suoi mezzi, senza peccare in presunzione. Sa di dover e poter migliorare ancora tanto, la strada è lunga, ma il sentiero imboccato sembra quello corretto. 

Uc Casano, tra pista e… ritorno del Lunigiana

11.11.2020
3 min
Salva

Multidisciplinarietà è il segno distintivo dell’Uc Casano, del direttore sportivo Giuseppe Di Fresco. La squadra spezzina è stata protagonista di una stagione molto lunga. E sì, perché rispetto ad altri team per loro l’attività sul campo è ripresa un po’ prima. Almeno per alcuni ragazzi.

Foto di gruppo all’inizio del 2020
Foto di gruppo all’inizio del 2020

Pista che scoperta

«Siamo partiti un po’ prima – dice il ds Di Fresco – perché appena hanno riaperto le regioni andavamo due volte a settimana in pista a Montichiari a girare sotto gli occhi del tecnico azzurro, Marco Villa. Devo dire che anche per me, nonostante il passato da corridore e gli anni in ammiraglia è stata un’esperienza nuova. E molto appagante».

Villa ha detto a tutte le società che c’era la possibilità di fare provare la pista ai ragazzi. Ognuno poteva portarli e man mano li avrebbe visionati. Alla fine sotto i suoi occhi ne sono passati circa 600 e questo ha dato a lui una grande base di lavoro. Il velodromo e il tecnico stesso fornivano le bici, Pinarello, a tutti i ragazzi. Cosa che si è verificata anche ai campionati italiani.

«Io gli ho segnalato Lorenzo Tedeschi. La prima volta che ha girato sull’anello era talmente spaventato che neanche superava la riga nera (quella del limite inferiore della pista, ndr). Dopo un mese ha vinto il campionato toscano nell’Inseguimento. I tempi erano validi e Villa lo ha portato in una gara di Coppa del mondo in Svizzera. I risultati poi si sono visti anche su strada: ha vinto due corse».

Non solo ma ad inizio anno i ragazzi di Di Fresco e del team manager Christian Castagna avevano anche fatto delle gare di ciclocross.

Lorenzo Tedeschi, quest’anno ha vinto due gare
Lorenzo Tedeschi, quest’anno ha vinto due gare

La forza del gruppo

«Sì, strada, ciclocross, pista… abbiamo cercato di fare più attività possibile e di differenziarci coinvolgendo sempre i ragazzi. Anche durante la quarantena siamo riusciti a tenerli “insieme” con le simulazioni virtuali sui rulli, magari anche con delle piccole gare, con gli appuntamenti online per fare gli esercizi a corpo libero…».

Un gruppo che anche per il 2021 sarà forte di 13 atleti: 6 di primo anno e 7 di secondo. «Speriamo solo – commenta Di Fresco – che non ci saranno le stesse limitazioni viste quest’anno. In alcune gare si potevano schierare addirittura solo 4  corridori. In questo caso farne girare 13 non sarà facile. E’ un periodo difficile. Se pensiamo che Tedeschi, azzurro su pista e su strada, ha avuto difficoltà a trovare squadra tra gli U23. Per questo dico che la cosa migliore era quella di congelare le categorie per un anno. Solo così si sarebbe aiutato i ragazzi veramente. In tanti resteranno a piedi».

Torna il Lunigiana

Tra i progetti 2021 c’è anche quello più che prestigioso del Giro della Lunigiana. L’Uc Casano, infatti, organizza questa importantissima gara a tappe internazionale. Una sorta di Tour de France degli juniores.

«Quest’anno – conclude Di Fresco – eravamo pronti, ma il Covid ci ha fermato. Avevamo budget e permessi per tornare a correre sulle tradizionali cinque tappe. Per adesso tutto è ri-confermato, anche con i Comuni. Abbiamo molte richieste di team e di nazionali straniere, ben 16. Speriamo davvero di ripartire».