Val di Cecina e dintorni senza segreti grazie a Tuscany Love Bike

03.03.2022
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Sulle dolci colline della Val di Cecina, nel Relais La Pieve Vecchia di Riparbella, c’è un team femminile ben organizzato – la Liv Racing Xstra – che ha deciso di passarci il proprio ritiro invernale. Un piccolo angolo di paradiso in provincia di Pisa da cui si vede il mare con le sue famose Spiagge Bianche (già in terra livornese) lontano solo 10 chilometri in linea d’aria. E la mattina, quando il sole inizia a scaldare l’aria, le ragazze della formazione WorldTour olandese partono per allenarsi nei dintorni guidate da una ciclista che indossa la maglia di Tuscany Love Bike.

Ma quali strade fanno? E perché hanno scelto la Costa degli Etruschi – dove si correva l’omonima gara per pro’ dal 1996 al 2017 – rispetto all’attuale Calpe in Spagna? Queste risposte (e tante altre informazioni) ce le dà Silvia Parietti, campionessa italiana nel 2005 ed ora guida cicloturistica sportiva proprio per Tuscany Love Bike. Con lei abbiamo approfondito il discorso della sua attività partendo proprio dal contatto con la Liv Racing Xstra.

Silvia Parietti fa la guida cicloturistica sportiva a Vada, in provincia di Livorno. Nel 2005 vinse il campionato italiano elite
Silvia Parietti fa la guida a Vada, in provincia di Livorno. Nel 2005 vinse il campionato italiano elite.

Bronzini al telefono

«A fine 2021 – racconta la 43enne di Vada, elite dal 1999 al 2009 – mi aveva chiamato Giorgia Bronzini (sono state compagne di squadra alla Gauss nel 2008, ndr) per chiedermi se qua vicino ci fosse una bella struttura che potesse ospitare la sua squadra e se di conseguenza potessi disegnare per loro gli itinerari degli allenamenti. Naturalmente mi sono subito attivata. Non dimentichiamoci che in questa area tra la fine degli anni ’90 e inizio anni 2000 venivano quasi tutte le squadre pro’ in ritiro.

«Le ho trovato da dormire – prosegue la Parietti, che è anche consigliere dell’ACCPI nella campagna per la sicurezza del ciclista – e poi ho creato percorsi, sempre all’interno di un anello di strade, in base alle esigenze dei lavori da fare, come le ripetute. Ho scaricato tutte le tracce gpx da dare alle sue atlete e agli stessi diesse in modo che fossero tutti autonomi. Durante il ritiro sono uscita in bici con loro per qualche giorno, accompagnandole nei posti migliori in cui pedalare con tranquillità».

Il primo ritiro della LIX Racing-Xstra si è svolto proprio in Toscana (foto Michiel Maas)
Il primo ritiro della LIX Racing-Xstra si è svolto proprio in Toscana (foto Michiel Maas)
Silvia quando hai iniziato questo lavoro?

Ho iniziato nel 2009 durante il mio ultimo anno da elite. Già all’epoca disegnavo itinerari per turisti o amici e mi appoggiavo ad altri organizzatori. Poi mi sono messa in proprio aprendo la mia società insieme ad altri collaboratori. Ho fatto tutti i corsi necessari di Federciclismo, alcuni dei quali durante il periodo del lockdown 2020, conseguendo anche i vari brevetti di guida. Mi piace il mio lavoro perché alla fine rappresentiamo un territorio e vogliamo che il cliente rimanga contento sotto ogni forma.

Come è strutturata la tua figura?

A livello di legislazione, non siamo autorizzati a dare informazioni turistiche o artistiche. A quello pensano le guide ambientali, con cui collaboro e che incontro quando porto un mio gruppo in un determinato posto nel quale servono le loro spiegazioni. Su questo servirebbe una maggiore uniformità dando anche a noi l’abilitazione a dare le informazioni turistiche. Certo, durante la pedalata ci può stare che io ne dia, ma in realtà mi limito sempre a raccontare aneddoti legati alle mie precedenti uscite. Oppure legati alla mia carriera, alle ex compagne o alle gare della zona.

Qual è il target medio dei tuoi clienti?

Naturalmente, ho sia italiani che stranieri. I primi per la maggior parte arrivano dal Nord e sono per lo più famiglie che vogliono scoprire l’entroterra in modo tranquillo. Dall’estero invece arrivano molti olandesi, svizzeri, tedeschi e britannici. Loro vogliono girare il più possibile, sia su strada che fuori. Un giro classico che tutti mi chiedono e che facciamo è quello in mezzo ai vigneti con fermate di degustazione. Spesso nelle cantine in cui andiamo, faccio arrivare anche altri produttori come quelli di miele, salumi, pasta e olio. Viceversa faccio la stessa cosa quando facciamo tappa in un frantoio della zona. E così via, cerco sempre di coinvolgere le attività con cui lavoro.

La tua Tuscany Love Bike noleggia anche le bici?

No, ma ci appoggiamo a negozianti di fiducia della zona. Lì si possono affittare le bici normali, da corsa ed anche le e-bike. Ora ci stiamo attrezzando anche con le gravel perché sono molto richieste. E’ la moda del momento, ma sono perfette per le nostre strade bianche. Con quelle si respira la vera essenza toscana.

Alaphilippe trionfa a Pomarance (davanti a Van Avermaet e Bettiol) nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2019
Alaphilippe trionfa a Pomarance nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2019
La tua zona è terra di ciclismo e di campioni. C’è qualcuno che ti chiede itinerari legati alle grandi corse?

Onestamente è difficile dire quali siano le strade più famose qua attorno. Tra classiche toscane per pro’ o dilettanti, Giro d’Italia o Tirreno-Adriatico abbiamo sempre tante corse. Diciamo che potrei portare più spesso i miei gruppi a Pomarance. Negli ultimi anni ci è arrivata tre volte la Tirreno-Adriatico. Ero presente nel 2019 quando vinse Alaphilippe (nel 2016 successo di Stybar, nel 2017 di Geraint Thomas, ndr). L’aspetto che caratterizza quella zona è il poco traffico. Le strade sono in mezzo al verde dei boschi locali. Un contesto ideale per pedalare e magari trovare l’ispirazione dei campioni.

Qual è la zona in cui porteresti obbligatoriamente un gruppo non necessariamente appassionato di ciclismo?

Difficile dire anche questo. La zona dei soffioni geotermici di Larderello, ad esempio, merita tantissimo. Ma direi senza ombra di dubbio la via Bolgherese, tra Bibbona e Castagneto Carducci. E’ una strada parallela alla Via Aurelia che passa più all’interno delle prime colline. Ci sono i nostri classici mangia e bevi in mezzo alla natura che profumano di vera Toscana. Poi a metà c’è quel bellissimo drittone ondulato di 5 chilometri con i cipressi che porta a Bolgheri. Quello è un giro immancabile a mio avviso. Vi aspetto a farlo assieme, non ve ne pentirete.

Dal tricolore al cicloturismo. La storia di Silvia Parietti

03.02.2021
4 min
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Silvia Parietti sfrecciava sulle strade del Giro, dei mondiali e delle classiche. Nel 2005, quando era nella S.S. Lazio Ciclismo lo fece addirittura indossando il tricolore. Oggi questa mamma, tenace e simpatica accompagna i cicloturisti nella sua Toscana.

Silvia Parietti, campionessa italiana 2005
Silvia Parietti, campionessa italiana 2005

Quelle uscite con Bettini

«Chiusi la mia carriera nel 2008 – racconta la Parietti – fu più che altro una questione di stimoli. Avevo 30 anni e per una donna era l’età per mettere su famiglia. Ad un certo punto pensi anche ad una vita diversa».

E ci è riuscita a mettere su famiglia. Ha un compagno, Alessio, ed è mamma di Alice ed Edoardo.

«Oggi forse per le ragazze le cose sono un po’ cambiate, ma ai miei tempi c’era parecchia incertezza sia per riconfermarsi che per trovare squadra.

«Smisi insieme a Bettini – dice Silvia – Paolo lo conosco bene. Abita ad un decina di chilometri da me. Quando eravamo a casa entrambi, uscivamo insieme in allenamento. Era bello trovarsi, poi a Livorno non eravamo in tanti ad essere professionisti. Posto che ufficialmente neanche io lo ero, e le ragazze non lo sono tutt’ora, diciamo che eravamo in pochi ad essere ciclisti di livello nella nostra zona!».

Per Silvia il ciclismo è una colonna portante della vita. Prima era un’atleta, adesso scorta i cicloturisti di mezzo mondo per le strade di casa sua, le corse però ha continuato a seguirle, seppur non dal vivo.

«Le vedevo in tv, sui social – riprende la Parietti – però lo scorso anno sono stata al Giro nella tappa di Grossetto. Rivedere facce conosciute ed altre nuove è stata una bella emozione. Devo dire che ho visto squadre molto strutturate. Penso alla Movistar, alla Canyon

«Se mi piacerebbe essere un’atleta adesso? Perché no! Il modo di fare ciclismo, l’impegno che serve, sono gli stessi suppongo. Quello che ci mettevamo noi non era meno professionale».

Silvia Parietti oggi ha 42 anni ed è mamma di due bambini
Silvia oggi ha 42 anni ed è mamma di due bambini

La bici insegna

Silvia era una ciclista abbastanza completa. Non era velocissima e neanche una scalatrice pura, però era una tosta. Una che amava i percorsi duri. Sarà che dalle sue parti non c’è solo la dolce costa, ma anche gli strappi “cattivi” dell’entroterra. E infatti scherzando con lei è emerso come fosse quasi scontato che il suo “compaesano” Bettini andasse forte alla Liegi con tutte quelle colline.

«Vero! Per arrivare a casa sua ci sono degli strappi incredibili e infatti gli dicevo: mamma mia Paolo ma come fai quando rientri e sei stanco? Comunque sì, amavo i percorsi duri. Quando ho vinto l’italiano il circuito in pratica era metà in salita e metà in discesa.

«Campionato italiano a parte, bellissimo, il mio ricordo del ciclismo è stato quello d’indossare la maglia azzurra. Quei momenti quando sei alla partenza con la maglia dell’Italia… sono una soddisfazione. Ma in generale dico che il ciclismo mi ha lasciato dei valori a livello personale. Io ho iniziato da piccolissima e certe cose me le sono portate dietro anche nella vita normale. Per esempio, mio papà (che adesso sta bene) è stato male. Ebbene io ho sempre pensato che non avrei dovuto mollare, che dovevo reagire, che avrei dovuto pensare positivo… esattamente come quando ero un’atleta. E questo vale anche per i momenti positivi, magari cercando di avere più entusiasmo».

Silvia Parietti accompagna i turisti con l’associazione Tuscany Love Bike
Silvia Parietti accompagna i turisti con l’associazione Tuscany Love Bike

Cicloturisti a rapporto!

Lo stesso entusiasmo che da diversi anni mette in Tuscany Love Bike, l’associazione con la quale porta alla scoperta della sua terra i cicloturisti.

«Questa idea – spiega la Parietti – mi venne subito dopo aver smesso di correre. Fui contattata dagli albergatori dell’epoca. In quel periodo infatti molti team venivano qui sulla costa livornese per i ritiri invernali e così volevano allargare l’offerta non solo ai pro’, ma anche agli amatori. Pensate che il primo a portare in giro i turisti fu Andrew Hampsten. Ci è voluto un americano!

«Organizzo e guido i tour tra la costa Etrusca e la Val di Cecina e fuori regione. Un po’ si sfrutta il richiamo internazionale del Chianti, nell’entroterra. Ma poi sono io che allestisco i percorsi su strade secondarie, piste ciclabili, strade di campagna alla scoperta di borghi meno conosciuti. Passo molto tempo anche sui social per la promozione e la divulgazione».

Per fortuna il supporto delle amministrazioni locali non mancano. 

«E anche dalla popolazione siamo bene accetti, cosa che ho scoperto non essere così scontata. Me lo diceva persino un insegnante del corso per accompagnatori della Federciclismo. Il cicloturismo può dare una mano a quelle piccole e medie imprese o le aziende agricole del territorio che non sono grandissime ma che lavorano con amore e qualità il proprio prodotto».