Il Giro finora, fra Van Aert e Caruso, secondo TurboPaolo 

29.05.2025
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Nella scorsa edizione del Giro d’Italia TurboPaolo era parte integrante della Lidl-Trek. Un rapporto che, però, dopo la scorsa stagione si è interrotto. Ma questo non è bastato per tenere lontano l’eclettico influencer novarese – appassionatissimo di ciclismo – dalla Corsa Rosa. Lo raggiungiamo al telefono mentre è Cesano Maderno, l’arrivo di tappa di oggi.

Il villaggio d’arrivo è un parco giochi in cui ci si trova immediatamente a proprio agio
Il villaggio d’arrivo è un parco giochi in cui ci trova immediatamente a proprio agio
TurboPaolo, che ci fai a Cesano Maderno? 

In questo momento sto cercando un modo per attraversare la ferrovia, sembra che a Cesano Maderno non abbiano ancora inventato i sottopassi. Ma ce la farò. A parte questo sono qui all’arrivo di tappa per fare dei contenuti per Telethon.

Che tipo di contenuti?

Farò dei video per sensibilizzare le persone a destinare il 5×1000 a Telethon. Loro sono Charity Partner del Giro, quindi mi hanno coinvolto. Ne farò uno oggi poi un altro sabato, sulla salita del Colle delle Finestre. L’idea è di interpretare uno che con la scusa di fare la beneficenza poi in realtà va a fare una cosa che interessa a lui.

La Lidl-Trek, con Pedersen in testa, sta correndo un grande Giro nonostante l’assenza di TurboPaolo. E secondo l’influencer non è un caso
La Lidl-Trek, con Pedersen in testa, sta correndo un grande Giro nonostante l’assenza di TurboPaolo. E secondo l’influencer non è un caso
Uno scenario che non sembra troppo dissimile dalla realtà… 

Infatti no. A me vengono bene i video in cui fingo il meno possibile.

Togliamoci subito il pensiero: la Lidl-Trek ti ha messo fuori rosa e sta correndo un grande Giro. 

Proprio quest’anno che non mi hanno riconfermato fanno la stagione perfetta. Vedo un grande feeling tra i ragazzi, molto spirito di squadra. Forse è anche un po’ merito mio, perché finché c’ero anch’io c’erano troppi galli nel pollaio, la mia partenza ha sicuramente aiutato nella coesione. A parte gli scherzi, stanno facendo davvero un bellissimo Giro. Mi piace molto Pedersen perché è fortissimo ed è un bel… bisteccone, cosa che io non posso che apprezzare. E poi la sua bici è la più bella di tutto il gruppo. 

Come ti sta sembrando questo Giro d’Italia?

All’inizio devo dire che ero un po’ disorientato vedendo la start list. Ma alla fine è più godibile così, senza un dominatore unico, con tutti che attaccano sempre. Poi vedere Van Aert vincere a Siena in Piazza del Campo è stato il massimo.

La vittoria di Van Aert a Siena, il momento preferito di TurboPaolo in questo Giro (almeno finora)
La vittoria di Van Aert a Siena, il momento preferito di TurboPaolo in questo Giro (almeno finora)
TurboPaolo, sei un tifoso di Van Aert?

Un po’ come tutti, credo. Anche se la cosa che mi piace di più lui sono i suoi capelli. Sono sempre perfetti, anche dopo una tappa durissima come quella degli sterrati. Si toglie il casco e ha il ciuffo perfetto, incredibile.

Altre cose che ti hanno colpito finora?

Riflettevo sul fatto che Roglic si è rivelato il più grande troll del ciclismo moderno. Ha fatto credere a tutti di essere lo strafavorito e invece poi non è mai stato della partita. Forse l’ha fatto apposta, per attirare l’attenzione su di sé e lasciare tranquillo Pellizzari, il vero capitano della squadra. A proposito, vorrei far notare che ho già sentito accostare la parola “predestinato” a Pellizzari. Poverino.

Che dici della UAE che si è mostrata finalmente (almeno un po’) vulnerabile? 

Insomma, mica tanto. Hanno perso per strada Ayuso, ma sono comunque in maglia rosa… Se non è zuppa è pan bagnato, mi viene da dire.

Uno dei contenuti postati da TurboPaolo al Giro 2024, quando indossava la maglia della Lidl Trek
Uno dei contenuti postati da TurboPaolo al Giro 2024, quando indossava la maglia della Lidl Trek
Dove segui le tappe, sulla Rai o su Eurosport?

Rai. Il mio commentatore preferito è Stefano Rizzato che fa la cronaca dalla moto. Fosse per me gli farei condurre anche Sanremo. Poi a volte mi fa un po’ ridere il tentativo di romanticizzare a tutti i costi il ciclismo, con risultati a volte, diciamo, un po’ ridicoli. Come fossero dei soldati al fronte e non ragazzi che vanno in bicicletta. Ma, detto questo, continuo a seguirlo sulla Rai.

Hai detto che sabato andrai sul Colle delle Finestre, l’ultima grande salita di questo Giro. Che scenario ti immagini?

Campanilisticamente mi piacerebbe vedere una grande azione di Caruso che fa il numero a fine carriera. Più realisticamente sarebbe bello che Simon Yates mettesse nel sacco tutta la UAE. Lui mi sta molto simpatico, in generale mi piacciono i gemelli Yates. Pensa che bello sarebbe se prendesse la maglia rosa nello stesso posto in cui l’ha persa nel 2018, sarebbe un bellissimo riscatto, una storia cinematografica. Tu invece?

Simon Yates e Isaac Del Toro, i favoriti per la vittoria finale secondo TurboPaolo
Simon Yates e Isaac Del Toro, i favoriti per la vittoria finale secondo TurboPaolo
La mia imparzialità non mi permetterebbe di rispondere. Ma non mi dispiacerebbe una piccola grande impresa di Derek Gee. Torniamo a noi, cioè a te. TurboPaolo, chi lo vince questo Giro?

Secondo me lo vince Del Toro. Mi piace molto come corre, anche ieri per esempio, che dopo la mezza crisi di due giorni fa ha subito risposto alla grande. Ha talento e carattere, e molto potenziale comunicativo credo, anche più di Ayuso. Mi è piaciuta un’intervista di qualche giorno fa, in cui gli hanno detto che sembra non far fatica, e lui invece ha risposto che la fa eccome. Gran bravo ragazzo Del Toro, tifo per lui.

Quindi non per Simon Yates?

Tutti e due dai. Una maglia rosa condivisa a Roma, sarebbe bellissimo.

TurboPaolo, l’arte di raccontare il ciclismo con ironia

03.12.2024
6 min
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Un nuovo aspirante pro’ si aggira per il web. Non arriva dalla Zwift Academy, né da qualche development di squadre World Tour. Si chiama Paolo Sarmenghi, in arte TurboPaolo, è nato nel ’90 e arriva dai social. Ha un canale Instagram con quasi 300 mila follower, che raccoglie centinaia di brevi sketch ironici un po’ su tutto. Da qualche mese, anche a tema bici.

In questa stagione lo abbiamo visto fare i suoi primi passi nel ciclismo che conta alla Lidl-Trek, al fianco di corridori come Jonathan Milan, Simone Consonni e Juan Pedro López. Qualche giorno fa è apparso in un video di GCN Italia mentre, al fianco di Alan Marangoni, affrontava le rampe della mitica salita di Oropa. 

Qui a bici.PRO siamo da sempre attenti alla nascita di nuovi talenti, quindi l’abbiamo contattato per farci raccontare del suo modo di parlare di ciclismo senza prendersi troppo sul serio. Un modo di cui questo sport ha, secondo noi, molto bisogno. Lo raggiungiamo al telefono mentre è impegnato ad organizzare il suo tour (“t” minuscola, in questo caso) 2025 di stand-up comedy.

«Dovrebbe partire a fine febbraio – dice – abbiamo fissato cinque date in Italia e poi stiamo cercando di fare anche qualcosa per gli italiani all’estero. Avrei voluto andare anche nelle isole, Sardegna e Sicilia, ma ci siamo accorti che diventa troppo costoso. Anche perché voglio tenere i prezzi il più possibile popolari».

L’influencer ci ricorda che si può sorridere anche durante la fatica (immagine Instagram)
L’influencer ci ricorda che si può sorridere anche durante la fatica (immagine Instagram)
TurboPaolo, sul tuo profilo abbiamo visto (e apprezzato) i video che hai fatto con la Lidl-Trek. Com’è nata questa collaborazione?

L’anno scorso ho fatto dei contenuti con Lidl e sono andati bene. Quindi quest’anno abbiamo continuato, e mi hanno buttato lì lo spunto di fare qualcosa con la squadra di ciclismo. Gli ho proposto l’idea del nuovo uomo squadra e si sono fidati, anche perché il marketing della Lidl non aveva tanta familiarità con il ciclismo.

E com’è stato essere lì in mezzo, sul pullman, tra gli atleti?

I ragazzi sono stati tutti molto disponibili. Avevo paura fossero tesi anche perché quei contenuti li abbiamo girati pochi giorni prima della partenza del Giro. Invece no, forse era un modo anche per loro di staccare alla vigilia di un appuntamento importante.

Quanti giorni siete stati assieme?

Due, il primo alla presentazione della squadra, al velodromo di Torino, quando hanno fatto le foto ufficiali. Il secondo invece in hotel, dove mi hanno fatto provare la divisa della squadra e un bici. Il gioco era che anch’io mi allenassi con loro. E’ finita che mi hanno dato la maglia troppo piccola e la bici troppo grande.

Un deliberato tentativo di sabotaggio? 

Potrebbe essere. Ma devo dire che mi sono interfacciato soprattutto con Paolo Barbieri (addetto stampa della Lidl-Trek, ndr) con cui devo dire che mi sono trovato molto bene. In generale sono contento di come sono venuti quei contenuti: mi hanno pagato, ma l’avrei fatto anche gratis. Anche se forse è meglio che quelli della Lidl non lo sappiano. E’ stato tutto molto facile, mi è venuto naturale, anche perché sono appassionato di ciclismo.

Il santuario di Oropa, teatro delle gesta di molti campioni (immagine Instagram)
Il santuario di Oropa, teatro delle gesta di molti campioni (immagine Instagram)
Infatti TurboPaolo, parlaci di questa passione.

Non mi ricordo come sia nata, a dire la verità, ma ora lo seguo spesso. Mi piace tanto guardare le gare, specie negli ultimi anni, le ultime due-tre stagioni in particolare. Credo c’entrino anche i personaggi incredibili che ci sono in questo periodo. Anche mia moglie si è appassionata, soprattutto dopo la serie Netflix sul Tour. Quindi sì lo guardo, ma purtroppo non vado tanto, un po’ per il tempo e anche, diciamo la verità, per questioni di fisico.

Tra poco arriviamo anche al tuo ciclismo pedalato. Qual è la tua corsa preferita?

Direi la Milano-Sanremo. Sarò che io sono di Novara quindi la sento un po’ come la gara di casa. Poi secondo me è la più difficile mentalmente, tutte quelle ore di pianura da affrontare restando comunque concentrati per il gran finale. Mi sembra sia molto più dura di quanto si veda in tv. La tua invece qual è?

Il Giro delle Fiandre, ma le domande dovrei farle io.

Scusa.

Niente figurati. Andiamo avanti. Dopo quella con la Lidl-Trek sei arrivato alla collaborazione con GCN

Mi ha scritto Alan Marangoni, dovevamo vederci a Torino al Giro, ma non c’è stata occasione. Poi ci siamo risentiti e abbiamo partorito l’idea. Io pensavo subito a qualcosa di faraonico, tipo allenarmi per una gara grossa, come i mondiali… Parto sempre così, poi invece la realtà mi riporta a più miti consigli. Quindi abbiamo deciso di provare la salita di Oropa, e confrontare il mio tempo con quello di Pantani e Pogacar.

Subito dopa la fine della salita, TurboPaolo si rilassa sul prato di Oropa
Subito dopa la fine della salita, TurboPaolo si rilassa sul prato di Oropa
Diciamo che hai deciso di iniziare col botto. E com’è andata?

Ovviamente non volevamo provare ad avvicinare i loro tempi, anzi. La sfida era quella di non prendere più di un’ora di distacco negli ultimi 6,7 km finali, che loro hanno percorso in circa 17 minuti. All’inizio mi sentivo bene, salivo a 11-12 all’ora, mi sembrava di volare. Poi male, molto male, sempre peggio. Vedevo i numeri del Garmin calare come in un countdown: 9,8,7… Dopo il Giro ho controllato i dati e nel segmento “Hardest Oropa”, 600 metri al 10,5% di pendenza, ho tenuto la media di 5,2 km orari. Per fare un paragone il KOM ce l’ha Nans Peters, ad oltre 19 all’ora di media.

Alan e Giorgio, i due volti di GCN, ti hanno dato una mano? Nel video abbiamo visto un bel “bidon collé”…

Sì dai, mi hanno supportato alla grande. E mi hanno assicurato che quel “bidon collé” rientrava pienamente nel regolamento UCI. Ad un certo punto andavo a zig-zag e Alan mi ha chiesto, giustamente, se almeno potevo non andare in contromano. Salendo poi non avevo il cardiofrequenzimetro, prendevo la frequenza cardiaca dall’orologio, che quindi era in bella vista. Giorgio, che era in ammiraglia, quando ha visto il valore mi ha chiesto se era tarato male. Era a 180 battiti, mi ha detto che non potevo stare in Z5 per due ore. Gli ho detto che l’orologio era sbagliato, ma in realtà ho mentito. Ho fatto la salita fisso sui 200 battiti, o giù di lì.

TurboPaolo con il team di GCN ad Oropa, subito dopo l’impresa
TurboPaolo con il team di GCN ad Oropa, subito dopo l’impresa
Comunque sia la sfida alla fine è stata vinta

Ci ho impiegato un’ora ora e 2 minuti. Un quarto d’ora entro il tempo limite. Quindi da gente come Pantani e Pogacar ho preso solo 45 minuti in 6,7 km. Mi ritengo pienamente soddisfatto.

L’impressione è che il tuo stile funzioni perché esce dai normali canoni dell’agonista. Ti ritrovi in quest’idea?

Può essere. L’altro giorno parlavo con un amico, mi diceva che non esce più in bici perché non gli sembra di essere abbastanza performante, di non avere la bici adatta, eccetera. Secondo me invece dovremmo recuperare il piacere di pedalare e basta, liberandoci da queste pressioni  indotte dall’esterno.

Prossimi progetti a tema bici?

Quest’inverno vorrei continuare ad allenarmi sui rulli per avere un po’ di continuità. Poi in futuro mi piacerebbe anche fare qualcosa con il ciclismo femminile. Mi sembra ci sia più incertezza che tra gli uomini, più imprevedibilità. Mi intriga anche il fatto che, almeno così mi sembra, tra le donne non sia tutto tecnicamente così esasperato e conti ancora il fattore umano. Se poi GCN e la Lidl-Trek mi vorranno ancora, sono disponibile. Oppure anche un’altra squadra World Tour va bene, non dico di no a niente, sia chiaro.

Grazie TurboPaolo. Ultima domanda secca. Milano-Sanremo 2025: chi vince?

Direi Pogacar, anche se forse è scontato. Con il cuore invece dico Jonas Abrahamsen. Lo so, è pura utopia. Ma lo dico lo stesso.