Appena 11 giorni di gara, eppure Mattia Agostinacchio il suo marchio sulla stagione lo ha già messo: due vittorie nelle classiche nazionali, una presenza corposa alla Corsa della Pace con una piazza d’onore nella prima tappa e un comportamento sempre da uomo squadra, infine una prestazione sontuosa al Trophée Centre Morbihan, la classica corsa francese in due giorni dove ha vinto la seconda tappa (foto di apertura di Pascal Granger) finendo in classifica alle spalle solo del britannico Max Hinds.
E’ un Agostinacchio diverso da quello dello scorso anno e l’aostano lo sa bene: «La prima causa è sicuramente quella fisica: ho solo 17 anni, sono nel pieno della maturazione fisica e il mio corpo si è evoluto. Sono cresciuto in altezza, in peso, in misure sulla bici. Questo permette di cambiare completamente il motore, i wattaggi che riesco a esprimere. Ma non è solo una questione fisica».
Quanto influisce nella tua serie di risultati anche quanto è successo questo inverno, culminato con la conquista della maglia di campione del mondo di ciclocross?
Tantissimo, è evidente. Sono un altro corridore soprattutto mentalmente. Ora so perfettamente chi sono e chi voglio essere in bicicletta. Mi riesce tutto in maniera più facile perché ho raggiunto una nuova consapevolezza.
Quale reputi finora la tua gara più bella su strada?
Non saprei proprio scegliere perché ognuna mi ha dato qualcosa. La vittoria al Liberazione di Massa, ad esempio, ma anche la prova di Cantù dove ho rivinto dopo lo scorso anno, le gare alla Corsa della Pace con la maglia azzurra toccando vertici internazionali di altissimo profilo, ma anche in Francia dove ho vinto. Io però fra queste ci metto anche una gara sfortunata ma che per me ha sempre un valore speciale: l’Eroica, dove spero tanto un domani, in altro ambito, di farmi valere.
Parlavi della Corsa della Pace dove sei riuscito anche a trovare una coesistenza con Magagnotti…
Non è stato per nulla difficile: nella prima tappa eravamo entrambi liberi di fare la nostra corsa, nella seconda invece gli ho tirato la volata. Mi dispiace solo che successivamente non abbiamo più avuto modo di collaborare. Quel suo successo mi ha dato molta soddisfazione, è stato gratificante poter contribuire alla vittoria della nazionale anche se non sono stato io ad alzare le braccia al cielo.
In Francia però ci sei riuscito…
Era una corsa più impegnativa, con molti strappi, alcuni anche abbastanza duri e su uno di questi ho cercato la soluzione di forza. Avevamo Fedrizzi pronto per la volata, io potevo giocarmi le mie carte e sono riuscito a fare la differenza, ma non sono riuscito a colmare tutto il ritardo da Hinds. Devo dire comunque che è andata bene anche perché in quell’occasione ho dimostrato che non sono solo uno sprinter, ma che ho varie frecce al mio arco. Io penso di essere un corridore tuttofare, che può emergere un po’ dappertutto quando sono nella giusta condizione.
Ancora non hai annunciato quale sarà la squadra che ti accoglierà il prossimo anno ma si sa che hai già fatto la tua scelta. Con i responsabili sei in contatto, ti stanno seguendo?
Assolutamente sì, è un percorso già iniziato anche se faccio tranquillamente la mia attività alla Ciclistica Trevigliese. Mi seguono con assiduità, anche per poter programmare bene il mio prosieguo. Il passaggio non lo aspetto con timore, anzi sono molto curioso di vedere che cosa mi riserverà il futuro. Ma non so ancora se la mia stagione si chiuderà in anticipo per cominciare a preparare il ciclocross, questo lo decideremo più avanti in base al corso dell’annata.
Continueremo a vederti comunque in gara anche d’inverno?
Certo, almeno per i prossimi anni ho intenzione di continuare, all’estero la doppia attività è quasi la normalità. Se poi dovrò fare una scelta affronterò il discorso a tempo debito, per un po’ di stagioni continueremo su questa splendida convivenza anche perché vedo che sono controllato con un occhio diverso dopo la vittoria iridata.
Quali altri appuntamenti ti attendono?
Il 15 correrò l’internazionale di Solighetto, poi la prova tricolore a cui vorrei aggiungere anche quella a cronometro e poi ci sarà a luglio un’altra importante prova a tappe in Francia, l’Ain Bugey Valromey Tour con la Trevigliese.
A proposito di cronometro, è diventato un tuo obiettivo?
Voglio migliorare perché i risultati che ho ottenuto finora non sono frutto di allenamenti specifici. Da martedì sarò libero dagli impegni scolastici (l’anno della maturità è il prossimo, ndr) e sarò più libero anche per allenarmi sulla bici da crono, mi ci potrò dedicare di più e abituarmi soprattutto alla posizione.