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Gualdi lascia il nido: pronta per lui una maglia in Belgio

10.07.2023
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Il titolo italiano juniores di Simone Gualdi, vinto a Pieve del Grappa, ha chiuso il periodo dedicato al tricolore (in apertura con un commosso Beppe Maffeis, presidente onorario e fondatore della Scuola Ciclismo Cene). Si tratta del secondo tricolore vinto da un ragazzo con la valigia in mano, Gualdi infatti è promesso sposo della Circus-ReUz, team development della Intermarché-Circus-Wanty. L’anno scorso era toccato a Belletta, poi passato al team development della Jumbo-Visma. Il corridore bergamasco ha trascorso i suoi ultimi quattro anni alla Scuola Ciclismo Cene, a due passi da casa. Cresciuto sotto l’occhio vigile di Marco Valoti e dello staff. 

Simone Gualdi, al centro, con Andrea Bessega a sinistra ed Enea Sambinello a completare il podio
Simone Gualdi, al centro, con Andrea Bessega a sinistra ed Enea Sambinello a completare il podio

Tutti in trasferta

Gualdi a Pieve del Grappa ha messo a segno un piccolo grande capolavoro, con un’azione che ha fatto vedere le qualità del ragazzo. Un corridore cresciuto enormemente nei quattro anni a Cene, grazie anche al bastone ed alla carota utilizzata da Valoti. 

«Erano in quattro i nostri ragazzi al campionato italiano – racconta Valoti – Simone ha corso con la rappresentativa della Lombardia. Ho accompagnato i miei ragazzi venerdì all’hotel ed abbiamo provato il percorso tutti insieme. Sono ritornato sabato per salutarlo e l’ho visto poco prima della partenza domenica, gli ho dato qualche piccolo consiglio e poi è partito.

Una trasferta in massa per i ragazzi di Cene, la vittoria era nell’aria
Una trasferta in massa per i ragazzi di Cene, la vittoria era nell’aria
Cosa gli hai detto?

Di non fare il matto come al suo solito – ride – la gara era lunga, ben 137 chilometri, in più faceva davvero caldo. Alla gara di domenica sono venuti su anche i ragazzi che non hanno corso e ci siamo piazzati lungo il percorso per dare supporto. Avevamo il presentimento che potesse andare bene.

Così è stato, vista la vittoria e la festa conseguente.

Gualdi per noi è stato il primo in tante cose – racconta con orgoglio – è stato il primo campione italiano ed il primo a partecipare ad un mondiale, quello di Wollongong dello scorso anno. Sono piccole cose che sommate fanno un piacere immenso, soprattutto a chi dà tanto per questa squadra. A Pieve del Grappa c’erano anche presidente e vice presidente Maffeis e tutto lo staff. Non è scontato avere così tante persone al seguito e che ci diano una mano. 

Gualdi è cresciuto da voi per quattro anni, che maturazione hai visto?

Gli ultimi due anni ha fatto un cambio di mentalità importante, da ragazzino vinceva spesso e faceva un po’ come voleva, d’altronde aveva una marcia in più. Da allievo ha avuto le prime titubanze e io gli sono stato molto dietro. Gli ho sempre detto che non lo facevo per me, ma per lui. 

E Simone ha capito l’antifona?

Sì, tant’è che poi ha fatto quello che avete visto tutti in questi due anni da juniores. Lui stesso me lo ha detto più volte: «Grazie per avermi fatto capire tante cose».

Da sinistra Eddy Maffeis vice presidente, Simone Gualdi e Marco Valoti
Come carattere com’è?
Da sinistra Eddy Maffeis vice presidente, Simone Gualdi e Marco Valoti

Un bravissimo ragazzo. A causa del lavoro non ho molto tempo per curare l’attività, ma lui mi chiama tutti i giorni e ci confrontiamo spesso. Dopo l’italiano è partito per Barcellona con degli amici, era il suo regalo per i 18 anni. Di ritorno mi ha chiamato per chiedermi qualcosa sugli allenamenti ed è passato a salutarmi in ufficio. Lui è fatto così, ha una grande umanità. 

In queste categorie il diesse è spesso tecnico e genitore. 

Vero, ma ne vale la pena se poi le soddisfazioni sono queste. Non serve essere un supereroe per fare bene, bisogna avere la mentalità giusta. Si deve parlare con i ragazzi e farli crescere senza stress, spiegando loro il perché di tutte le scelte. In queste categorie sai che non tutti faranno i ciclisti, quello che vogliamo fare noi è dare la giusta mentalità per crescere. 

Gualdi però il prossimo anno farà un salto importante, passando alla Circus-ReUz, andrà in un ambiente tanto diverso dal vostro. 

In Italia aveva tante offerte ma lui ha deciso così. Però parlando con i vari corridori e meccanici abbiamo capito che non è troppo diverso. Avrebbe il modo di ambientarsi e capire tante cose. Anche alla Circus-ReUz fanno crescere i ragazzi con calma. Poi devo ammettere che ora come ora ha la mentalità giusta per affrontare un cambio del genere. 

Chiudiamo con una domanda da “genitore”: il momento più bello con Simone?

Mentirei se non dicessi il titolo italiano, ma anche il mondiale delle scorso anno è stata una grande emozione. Insieme alla squadra abbiamo organizzato una serata all’oratorio di Nembro per vedere la gara. Abbiamo cenato lì ed abbiamo guardato la corsa sul maxi schermo. La cosa più bella? La videochiamata di Simone un’ora prima della gara, si è ricordato di noi. L’ho detto che ha una grande umanità.

Asciugaci le lacrime, quello dove ti ha fatto girare le scatole?

In questi due anni da junior non ce ne sono stati. Ne ricordo uno da allievo, ma non ve lo dico. Simone lo sa di cosa sto parlando e quando leggerà l’intervista gli verrà in mente. 

Germani, Piganzoli e una video chiamata tricolore

30.07.2022
5 min
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La nazionale under 23, guidata dal cittì Marino Amadori, si trova da ormai quasi due settimane in ritiro a Sestriere. Un periodo di lavoro che serve a preparare gli impegni di fine stagione che, tra Tour de l’Avenir e mondiali, sono i più attesi del calendario. Tra i ragazzi che si allenano sotto lo sguardo vigile del cittì ci sono anche i due corridori che avranno l’onere e l’onore di indossare la maglia tricolore a crono e per le prove in linea: Piganzoli e Germani. Entrambi corrono in squadre straniere. Piganzoli alla Fundacion Contador, spagnola. Germani alla Fdj Groupama continental, francese.

Davide e Lorenzo si conoscono bene ed in questi giorni di allenamento hanno anche modo di passare del tempo insieme. Godendosi anche le loro nuove maglie, tra divertimento e qualche fuori programma.

La nazionale U23 è in ritiro al Sestriere dal 18 luglio, i ragazzi torneranno a casa domenica, dopo due settimane di lavoro
La nazionale U23 è in ritiro al Sestriere dal 18 luglio, i ragazzi torneranno a casa domenica, dopo due settimane di lavoro

Un pericolo di troppo

GERMANI: «Sabato eravamo in doppia fila, stavamo percorrendo la strada principale, quando all’improvviso una macchina non ha rispettato lo stop e ci ha travolti. Diciamo che lo spavento è stato tanto, e le parole che gli abbiamo dedicato non erano delle più gentili. Però per come sarebbe potuta andare direi che è andata di lusso».

PIGANZOLI: «E’ andata davvero bene, però c’è anche da mantenere una maggiore attenzione per chi ci circonda. Comunque lo spavento è stato grande, noi ora ci ridiamo su perché è andata bene…»

Milesi e Piganzoli insieme in cima al col de l’Iseran, il ritiro serve anche per fortificare il gruppo
Milesi e Piganzoli insieme in cima al col de l’Iseran, il ritiro serve anche per fortificare il gruppo

Risate tra amici

GERMANI: «Stiamo passando dei bei momenti insieme, i ritiri servono anche a questo. Allenarsi sì, ma anche fare gruppo. Ci stiamo allenando molto e divertendo altrettanto. Nel nostro hotel ci sono delle ragazzine che fanno ginnastica artistica e ieri era il compleanno di una di loro, così quando si sono spente le luci mi è venuto istintivo di cantare “Tanti Auguri” (dice ridendo, ndr)».

PIGANZOLI: «Ci siamo visti talmente tanto Lorenzo ed io, che sono quasi stanco di averlo affianco – dice ridendo guardando il compagno di allenamenti – tra gare e ritiri siamo stati vicini parecchio. Stiamo bene insieme, ci divertiamo molto, poi adesso ci accomuna anche la maglia tricolore». Nel frattempo alla porta-finestra della stanza bussa Lorenzo Milesi che entra e si siede ad ascoltare i due amici.

Germani ha già avuto modo di indossare la sua maglia tricolore e vincere la seconda tappa del Giro della Valle d’Aosta (foto Instagram)
Germani ha già avuto modo di indossare la sua maglia tricolore e vincere la seconda tappa del Giro della Valle d’Aosta (foto Instagram)

Il tricolore 

BICI.PRO: «Cosa avete pensato alla conquista delle vostre maglie tricolore?».

GERMANI: «Durante la prova a cronometro – intanto guarda Davide e scoppia a ridere – la prima cosa che ho pensato guardando l’ordine di arrivo è stata: “ma Milesi dov’è?” poi mi ha chiamato Amadori e mi ha detto che Milesi è caduto a causa della pioggia. Alla fine sono contento che abbia vinto Davide, l’anno scorso è arrivato terzo, l’anno prima ancora terzo, insomma è sempre andato bene a crono, poi posso dire che ha vinto un amico».

PIGANZOLI: «Quando Lorenzo è uscito dal gruppo – racconta anche lui ridendo – a meno 70 chilometri dall’arrivo “ma questo è scemo” è la cosa più gentile che mi è passata di mente! Però alla fine ha avuto ragione lui e possiamo dire che ha fatto davvero una bella azione. Poi lui ha avuto la fortuna di indossare la maglia e di vincerci anche, io non ancora, mi toccherà aspettare la prima crono, alla Chrono des Nations potrebbe essere la prima volta».

GERMANI: «C’è da aggiungere una cosa: sono stato contento che abbia vinto Davide perché una delle prima cose che ho pensato è stata: “Ha vinto uno che corre in una squadra straniera” noi che lo facciamo siamo spesso criticati. E’ stata un po’ una rivincita».

PIGANZOLI: «Io ancora mezzo e mezzo, alla fine nella mia squadra ci sono molti italiani tra staff e compagni. Tu invece – dice rivolto a Germani con un sorriso – sei francese a tutti gli effetti, vivi anche a Besançon!».

Piganzoli non ha ancora avuto modo di gareggiare con la maglia tricolore, la prima occasione potrebbe essere la “Crono delle Nazioni”
Piganzoli non ha ancora gareggiato con il tricolore, la prima occasione potrebbe essere la “Crono delle Nazioni”

Il resto della stagione

GERMANI: «Il 14 correrò al Poggiana, poi vedremo se rientreremo nei programmi del mondiale. Possiamo dire di essere nella pre selezione per il Tour de l’Avenir, ma manca ancora un po’ e la conferma da parte di Marino arriverà più avanti. Per il momento ci alleniamo, domenica si torna a casa e si pensa alle gare».

PIGANZOLI: «Io sabato prossimo correrò una gran fondo – dice scherzando – 140 chilometri e 4.700 metri di dislivello, dopo l’altura non sarà facile ma almeno mi rimetto a ritmo!».

GERMANI: «Sì! Si mette la borsetta davanti e si ferma ai rifornimenti in cima ad ogni salita – lo canzonano subito Germani e Milesi – si porta dietro la mantellina, telefono e via! Rapporti 34 e 34, una pedalata al secondo».

PIGANZOLI: «Ora ride, ma quando provavamo la cronometro a squadre non tanto! Ero davanti e stavo facendo il ritmo, e dietro mi urlavano “meno!”. Io invece ho capito “mena” ed ho accelerato e tutti subito ad urlarmi dietro. Lorenzo ed io ci ritroveremo alla Ronde de l’Isard, non faccio in tempo a dimenticare la sua faccia che me lo ritrovo davanti».

Ehi cittì, cosa ti ha detto il campionato italiano?

29.06.2022
5 min
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Prima di archiviarlo del tutto, torniamo ancora sul campionato italiano di Alberobello e soprattutto cosa ha detto questa corsa al cittì, Daniele Bennati. Una gara bella, tirata, che i presenti, hanno onorato al massimo. Dai 200 chilometri di fuga di Marcellusi, il primo a partire e l’ultimo ad essere ripreso, ai tentativi di attaccanti e contrattaccanti fino al vincitore Filippo Zana.

Una corsa fortemente condizionata dal caldo, ma anche dal covid e dall’imminente Tour de France: questi due punti tra l’altro sono concatenati tra loro.

Bennati (a destra) con Zana e il presidente federale, Dagnoni
Bennati (a destra) con Zana e il presidente federale, Dagnoni
Daniele, cosa ti ha detto realmente questo campionato italiano, con il percorso ispirato al mondiale di Wollongong? Al netto che diversi nomi importanti mancavano all’appello…

Un po’ di gente mancava, è vero. Penso a Ganna, Bettiol, Moscon nomi importanti che potevano essere tra i favoriti. Però credo sia stata comunque una bella gara. Su un percorso non troppo difficile, che in qualche modo era aperto a tanti corridori.

Quello sì, abbiamo visto atleti di differenti caratteristiche tecniche provarci…

Il campionato italiano è un po’ così. E’ una corsa strana, difficile da gestire anche per i nomi importanti del WorldTour che avevano pochi compagni o nessuno. E non a caso l’azione decisiva c’è stata a 40-50 chilometri dall’arrivo. Gente veloce come un Nizzolo o un Viviani, senza compagni a disposizione potevano fare poco. In situazione “normale” sarebbe potuta andare diversamente. E poi merito a quelli che sono arrivati davanti.

Zana, Piccolo, Rota, Battistella e anche Tizza che è stato a lungo con loro…

Io ho seguito parte della gara dalla moto e i primi quattro sono andati veramente forte, dall’inizio alla fine della fuga. Sapevano che sarebbe bastata una minima indecisione e da dietro, soprattutto dopo che si sono mossi Fiorelli e Baroncini, sarebbero rientrati.

Era la prima volta che seguivi una gara in moto? 

Sì e mi è piaciuto tantissimo. E’ stato come tornare in bici, come tornare in gruppo, ma senza fare fatica. Io sono ancora “fresco di corridore” e mi piace guardarli in faccia i ragazzi, studiarne il gesto tecnico, la pedalata. Dalla moto riesci ad avere veramente la percezione di ciò che succede e di chi sta bene.

Gli “stranieri” che hanno corso da soli: Bonifazio (in foto), Affini, Mozzato, Verre, Conca e Sbaragli
Gli “stranieri” che hanno corso da soli: Bonifazio (in foto), Affini, Mozzato, Verre, Conca e Sbaragli
Per gli assenti c’è stata una “tirata d’orecchie”?

Ulissi, Bettiol erano già stati positivi al covid. Venivano dalla situazione delicata che si era creata al Giro di Svizzera… tanto per fare un esempio. Non sono super felice, ma non mi sento di dire che non sono d’accordo con loro. Vivono con l’ombra del covid. Nibali ha detto: “Non capisco chi snobba il campionato italiano”. Ha ragione, ma stavolta mi sento di chiudere un occhio. Provo a mettermi nei panni di corridori e squadre che vengono da due anni difficili. A volte i team fanno fatica a fare le formazioni e c’è un appuntamento importante come il Tour all’orizzonte.

E allora, cittì, partiamo da chi c’era. Che non è stato comunque poco. Zana ha vinto, lui però è uno scalatore e immaginarlo al mondiale che si annuncia veloce risulta difficile. Di contro, neanche si può ignorare il campione nazionale…

I quattro che sono arrivati davanti hanno tutti meritato ciò che hanno fatto, non solo Zana. Poi è chiaro che il mondiale è tutta un’altra storia. Ma lasciatemi dire che in Australia ci sarà più dislivello, quindi per assurdo potrebbe essere più adatto il mondiale che l’italiano per Zana. Adesso Filippo tirerà il fiato, perché ha corso molto e avrà tempo di prepararsi. E comunque da sempre il campione nazionale va preso in considerazione. Dal Tour fino a metà settembre avrò il tempo di valutare che tipo di squadra portare. Individuare per prima cosa il capitano, poi l’alternativa e da lì tutto il resto.

E’ stato bello invece vedere come gli “stranieri” si siano dati da fare per venire a correre sino in Puglia. Pensiamo a Tizza, a Mozzato…

E questo gli fa onore. E non erano i soli. Anche Bonifazio, Affini… Per di più diversi di loro hanno corso da soli. E’ un atto di riconoscenza verso il movimento italiano. E’ attaccamento verso il tricolore. Ed è un messaggio che deve essere compreso, che deve arrivare a tutti. Di chi non è venuto per non compromettere il resto di questa stagione lo abbiamo detto, ma per gli anni futuri devono essere un esempio.

Baroncini è stato autore di un ottimo finale con Fiorelli (a destra)
Baroncini è stato autore di un ottimo finale con Fiorelli
C’è qualcuno o qualcosa che ti ha colpito, Daniele?

E’ sempre complicato fare un nome piuttosto che un altro, ma ritengo che Filippo Baroncini sia un ragazzo di grandi speranze. Mi piace moltissimo come corridore. Ha un grande talento. E lo ha dimostrato come ha vinto il mondiale under 23 lo scorso anno. Il giorno dopo il tricolore ci siamo presi un caffè ad Alberobello e mi ha confidato che voleva ripetere l’azione con cui aveva vinto il titolo iridato. Io ero in moto. Ad un certo punto mi sono fermato. Ho lasciato la fuga e ho aspettato lui e Fiorelli.

E cosa hai notato?

Gli ho visto dare delle menate pazzesche. Non solo, ma ha vinto la volata contro Fiorelli che è molto veloce. Di Baroncini sono contento. Lo sto conoscendo. Mi dicono, e vedo, che ha la testa attaccata alle spalle e che è professionale. Un ragazzo su cui fare affidamento per i prossimi mondiali e per le Olimpiadi, visto che avranno tutti caratteristiche simili.

Un bell’assist…

Sì, ma anche altri sono stati bravi. Battistella è un talento che va aggiunto nella lista. Rota, è stato fortissimo e da quel che ho visto poteva tranquillamente vincerlo lui. O Piccolo, alla prima gara dopo tanti mesi di assenza. 

Tutte contro Balsamo e Balsamo contro tutte? Italiano da capire

25.06.2022
6 min
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Un tavolo da biliardo. Il percorso di domani del campionato italiano donne elite – organizzato da ExtraGiro e che si snoderà nella bassa modenese – sarà completamente piatto. L’epilogo più scontato potrebbe essere l’arrivo di una volata generale (che manca da tanti anni), ma il gran caldo di questo periodo ed il fatto che si corra anche con le maglie dei corpi militari potrebbero riservare qualche sorpresa.

Partenza da Piazza Garibaldi a Medolla alle 13,20, trasferimento di quasi 5 chilometri e poi il via ufficiale. Prima parte (per un totale di 94 chilometri) composta da due circuiti molto larghi che toccheranno i paesi di Finale Emilia, Camposanto, San Prospero, Cavezzo, San Possidonio, Concordia e Mirandola fino al primo passaggio sotto il traguardo di San Felice sul Panaro.

A quel punto si dovrà ripetere per due volte un circuito di 26,8 chilometri prima della chiusura. Arrivo a San Felice sul Panaro dopo 147,6 chilometri e circa tre ore e mezza di gara con un dislivello di qualche centinaio di metri.

Il cittì Sangalli pronto per campionato italiano, Giochi del Mediterraneo, Giro Donne ed europei U23 in Portogallo
Tour de force per Sangalli: tricolore, Giochi del Mediterraneo, Giro ed europei U23 in Portogallo

Lo spettatore più interessato sarà il cittì Paolo Sangalli che avrà modo di vedere da vicino tante delle sue azzurre, alcune delle quali guiderà qualche giorno dopo ai Giochi del Mediterraneo ad Orano in Algeria. Lo abbiamo sentito per sapere che tipo di corsa potremmo vedere.

Paolo eri stato interpellato nella scelta di questo tipo di tracciato?

Sì e no. Sapevo che inizialmente gli organizzatori avevano previsto due percorsi. Uno duro, che si sarebbe dovuto disputare ad Imola sul percorso del campionato italiano maschile dell’anno scorso. Un altro invece un po’ meno impegnativo nella zona collinare attorno a Bologna. Poi si è deciso per questo percorso pianeggiante, molto di più di quello del 2019 in Abruzzo. Questo rispecchia il circuito degli europei di Monaco, adatto a ruote veloci.

A San Felice dobbiamo aspettarci uno sprint di gruppo?

Vi risponderei di sì, ma non è detto che sarà così. Per me salterà fuori una gara dura, specie se continueranno ad esserci queste temperature e questa umidità. Bisogna dire che il campionato italiano donne è sempre una gara strana. Molte ragazze non corrono con le loro formazioni, ma con i propri corpi militari. Questo spesso cambia gli equilibri. Può evadere una fuga, anche ben assortita con buone passiste. E a quel punto diventa difficile capire chi andrà a chiudere.

Meglio o peggio avere un percorso totalmente piatto?

Dipende dai punti di vista. Su un percorso mosso o comunque duro, sai già più o meno chi se lo può giocare e quindi paradossalmente puoi prendere meno spunti. Su un tracciato come quello di domenica diciamo che posso avere dei riferimenti in vista della prova continentale di Monaco di Baviera.

Longo Borghini ci ha detto che lavorerà per la Barbieri. E’ lei la favorita?

Rachele è senz’altro la più veloce del gruppo, poi corre in casa e vorrà fare bene. Le Fiamme Oro hanno anche Martina Fidanza che però è più indietro di condizione dopo aver recuperato dal brutto infortunio. Bisogna considerare anche la stessa Elisa nelle opzioni a disposizione, così come Cavalli o Guazzini che stanno andando forte. Poi loro hanno anche Bertizzolo, che non è ferma in volata, e Pirrone che possono essere delle soluzioni qualora la gara andasse in un determinato modo.

Consonni invece ci aveva detto che sarà a disposizione di Bastianelli…

Sulla carta dovrebbe essere così, con Chiara e Cecchini a tirare lo sprint a Marta. Entrambe però secondo me sono pronte a giocarsi le proprie carte come alternativa.

Poi ci sono le atlete dei club.

Esattamente e possono fare tutte bene. Su tutte penso ad Elisa Balsamo, che correrà da sola e arriva da una bella vittoria al Tour de Suisse (foto di apertura). Lei può vincere tranquillamente una volata generale. Farei attenzione anche a Guarischi, che può fare bene, oppure ad Arianna Fidanza. Poi ci sono Sanguineti, Persico e Gasparrini. Le prime due possono sia buttarsi in volata che in una fuga. La terza invece la vedo in lizza per la vittoria del titolo U23, che quest’anno viene assegnato per la prima volta. Tra le giovani non dimentico nemmeno la Zanardi, che ha le potenzialità per vincere e parte favorita per il titolo U23. Nella BePink c’è anche Basilico ma credo che verranno rispettate le gerarchie.

Una tua favorita principale ce l’hai?

No, perché diventa quasi impossibile fare un pronostico. Ci sono tante altre che non abbiamo nominato che possono arrivare davanti. In un certo senso è più avvincente e più bello. Di sicuro posso dire che non sarà una gara banale.

Visconti a Fiorelli: una volata… stanca per sbloccarsi

25.06.2022
4 min
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All’alba di domenica, Visconti prenderà un aereo per la Puglia e ai campionati italiani farà un test ai microfoni della RAI accanto ad Andrea De Luca. Senza girarci troppo attorno, per il siciliano di San Baronto non si tratta di una corsa come le altre. Quella maglia gli ha dato una dimensione e ciascuna delle tre volte in cui l’ha conquistata ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo.

Fiorelli e Visconti hanno affrontato insieme la preparazione invernale in Sicilia, legando molto
Fiorelli e Visconti hanno affrontato insieme la preparazione invernale in Sicilia, legando molto

Al lavoro per Fiorelli

Il racconto di come si sia conclusa la sua carriera è ormai noto, ma prima ancora di sapere del suo impegno con la tivù di Stato, ci era venuta voglia di sentirlo. Volevamo che desse qualche consiglio al… fratellino Fiorelli, accanto al quale aveva immaginato di vivere un diverso 2022 e che nella corsa pugliese potrebbe trovare il giorno perfetto. Ne è nato un viaggio interessante nel correre dell’altro palermitano, che nel frattempo è diventato un suo ottimo amico.

«Fiore va forte – comincia Visconti – ma in gara gliene succede sempre una, oppure perde l’attimo. E’ stato 2-3 giorni a casa mia e l’ho martellato. “Devi rischiare – gli ho detto – non puoi aspettare la fine per giocarti la corsa con i più forti. Non ce l’hai ancora quella forza. Devi fare quello che a te sembra sbagliato”. Lui può vincere le volate, ma le volate… stanche come facevo io. Quelle di gruppi ridotti all’osso».

Al Norvegia ha provato qualche fuga: secondo Visconti è questo il giusto atteggiamento
Al Norvegia ha provato qualche fuga: secondo Visconti è questo il giusto atteggiamento
Ti sembra che sappia fare solo corsa di testa?

Prendiamo il Norvegia. Gli ho chiesto perché nell’ultima tappa sia partito lungo, poi si sia rimesso in gruppo ai 300 metri e alla fine abbia finito quinto. “Hai la certezza di poter battere Kristoff nel testa a testa?”. Deve capire che per sbloccarsi deve rischiare e che non è facile vincere facendo tutte le cose alla perfezione.

Il campionato italiano potrebbe essere l’occasione?

Ci stiamo arrivando senza sapere chi ci sarà. Alcuni dei più adatti hanno già detto che non andranno. Gente come Vendrame, oppure Bettiol e Oldani. Potrebbe essere davvero il suo percorso, perché non dovrebbe esserlo in una gara secca in cui ti giochi tutto? Ma deve stare attento a quello che succede da lontano, non ragionare da velocista che aspetta la volata.

Ad Alberobello con anticipo per provare un circuito che gli si addice molto (foto Instagram)
Ad Alberobello con anticipo per provare un circuito che gli si addice molto (foto Instagram)
Lo stesso concetto espresso da Viviani…

E infatti mi ricorda preciso il campionato italiano che vinse Elia a Darfo Boario Terme. Uno strappo solo, un caldo bestiale, fuga da lontano e corsa finita. Non ci sono squadre compatte. Le piccole mandano gli uomini in fuga, sono poche quelle che corrono attorno a un leader. A me successe, ma stavo bene e credettero nelle mie possibilità. Se va via il gruppetto ed entrano quelli buoni, deve esserci anche lui.

Perché aspettare i finali, per paura, pigrizia, poca fiducia?

Certo non pigrizia. Filippo ha grinta e cattiveria di arrivare. Mi ricorda il Visconti piccolino che aveva tanta rabbia. Sembra che abbia paura di buttare energie e questo lo limita. Corre in modo anonimo e alla fine la gente si chiede dove sia finito. Deve levarsi di dosso quella paura, non ha niente da perdere. Per una volta provi a correre così. Perché se poi si trova davanti, è tanto cattivo. A volte gli chiedo come faccia a limare così tanto.

In volata contro Conci allo Slovenia, lottando per il 6° posto nell’ultima tappa
In volata contro Conci allo Slovenia, lottando per il 6° posto nell’ultima tappa
Come fa?

E’ una necessità. Arrivare a giocarsi la volata con le WorldTour che fanno un altro sport non è facile. Devi essere furbo e bravo a infilarti negli spazi che ti lasciano. Lui in quei momenti dice di vedere tutto al rallentatore. E’ nel suo habitat, vede i pericoli e li schiva (le stesse parole le usò Angelo Furlan in un’intervista sull’essere velocisti, ndr).

Ti dispiace non essere lì a guidarlo?

E’ il mio rammarico di fine carriera. Almeno una volta avrei voluto sbloccarlo, ma non sono stato in grado. Però ci vediamo spesso. Parliamo. Siamo rimasti molto legati. Gli dico le cose in faccia. Deve rischiare. C’è ancora un gradino da salire per diventare grandi.

Piganzoli tricolore: è lui il miglior U23 a cronometro

22.06.2022
3 min
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Il meteo non prometteva bene, ma il tempo con gli U23 è stato clemente: la pioggia ha smesso di scendere proprio qualche minuto prima della partenza degli atleti. 35,6 chilometri veloci, qualche curva più tecnica e lo strappo dell’Abbazia di Rosazzo. Una prima parte più veloce, pianeggiante e senza particolari difficoltà. La seconda parte invece più impegnativa, con la salita e una discesa veloce.

Dopo il Giro d’Italia per Piganzoli appena qualche giorno di recupero e pochi allenamenti specifici
Dopo il Giro d’Italia per Piganzoli appena qualche giorno di recupero e pochi allenamenti specifici

Piganzoli ticolore

Il migliore è Davide Piganzoli (Eolo-Kometa), il nuovo campione italiano a cronometro, sceso per terz’ultimo dalla rampa di lancio al Velodromo di San Giovanni al Natisone. Una corsa gestita bene, con tempi regolari: il cronometro all’intertempo segna uno dei tempi migliori, è secondo. Davide prosegue poi la sua crono tricolore con una media complessiva di 48,473 orari.

Nel 2020, Piganzoli era stato terzo ai tricolori juniores a crono, dietro Milesi e Garofoli
Nel 2020, Piganzoli era stato terzo ai tricolori juniores a crono, dietro Milesi e Garofoli
Davide, te l’aspettavi di tornare a casa con il tricolore sulle spalle?

Devo ammettere che è una vittoria abbastanza inaspettata. Dopo il Giro mi sono preso solo tre giorni di pausa e non ho preparato la crono come avrei voluto, ma sono contento.

Come ti sei sentito durante la corsa?

Tutto sommato bene. All’intertempo dall’ammiraglia mi hanno detto che ero sui tempi del primo. Ho saputo anche della caduta di Milesi, a cui auguro un pronto recupero. Siamo amici, mi è dispiaciuto molto. Sul finale mi sentivo stanco e stavo calando, ma dall’ammiraglia mi facevano grande tifo, ci ho creduto.

La seconda parte sulla carta era quella un po’ più difficile, dove bisognava mantenere stabile l’andatura…

Sì, infatti sono andato forte, senza dare tutto e poi sul finale sono riuscito a recuperare un pochino.

PIganzoli è stato il solo corridore Eolo-Kometa fra agli U23, mentre hanno corso in 4 tra i pro’
PIganzoli è stato il solo corridore Eolo-Kometa fra agli U23, mentre hanno corso in 4 tra i pro’

Montefiori e Olivo sul podio

Insegue a pochi secondi di distanza Matteo Montefiori (InEmiliaRomagna) che conclude la sua prova con 5”79 di ritardo. Ottima anche la prova di Bryan Olivo (Cycling Team Friuli): dopo aver ripreso i tre corridori partiti prima di lui e l’ottimo intertempo di 23’07”72, il friulano sale a fine giornata sul terzo gradino del podio

Giornata sfortunata invece quella di Lorenzo Milesi, il grande favorito di oggi, in forza alla Development Team DSM, che coinvolto in una caduta pochi chilometri dopo la partenza, decide di terminare così la propria corsa verso il tricolore.

Ciabocco, primo anno coi fiocchi. E chi ben comincia…

29.11.2021
5 min
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Pedala svelta così come parla. In sella alla bici è pragmatica così come risponde alle domande. Essenziale potrebbe essere la parola d’ordine del suo mantra. Quando ti spiega la prima annata da junior, Eleonora Ciabocco non ci gira intorno. Tanti concetti chiari e rapidi anche davanti ad una serie di risultati che ti farebbero emozionare e parlare molto di più.

Già, perché la 17enne di Corridonia – che corre in bici da quando aveva quattro anni nei “g-zero” e che frequenta la quarta classe all’Istituto Biologico Sanitario “Matteo Ricci” di Macerata – quest’anno ha ottenuto grandi risultati. Campionessa italiana su strada (lo fu anche nel 2018 da esordiente secondo anno), seconda all’europeo, terza al tricolore crono e altre tre vittorie parziali, condite da tanti piazzamenti anche nelle gare open.

La rintracciamo al telefono mentre è in viaggio per Schio per un breve raduno della sua formazione, la Ciclismo Insieme-Team Di Federico. Dalle Marche al Veneto, un blitz utile per rivedere lo staff e conoscere alcune nuove compagne. 

Eleonora, ti aspettavi un 2021 così?

Onestamente no, perché passare da allieva a junior era un bel salto. E’ stato un inizio di stagione molto particolare, non semplice. Ho avuto problemi con un ginocchio e risolto quello, il covid per tutto febbraio. Poi ho fatto le prime gare internazionali e piano piano è migliorato tutto. Non posso che essere soddisfatta.

Cosa hai tratto da questo primo anno da junior?

Sicuramente tanta esperienza. Nelle gare open ti ritrovi a correre con ragazze molto più grandi. Lì ho imparato anche a stare meglio in gruppo, più compatte. Anzi alle prime gare stavo attentissima, avevo paura di combinare guai e di buttarne giù qualcuna. 

Nel 2021, al primo anno da junior, ha vinto il tricolore a Darfo Boario (Barba Photo)
Nel 2021, al primo anno da junior, ha vinto il tricolore a Darfo Boario (Barba Photo)
E a livello tattico?

Rispetto alle allieve, quest’anno bisognava correre di squadra e aiutandosi. Aumentava la distanza e si facevano ritmi molto elevati. C’erano gare con più salita. Dovevamo risparmiare e gestire le energie. Mi è servito un periodo di adattamento per capire, ma sono state tutte cose che mi hanno aiutato a crescere.

A parte i tuoi migliori risultati, c’è un’altra giornata che ricordi in particolare?

La gara open di Tarzo del 25 luglio, che ha vinto la Sanguineti. E’ piovuto tutto il giorno e faceva freddo. E’ stata la prima corsa che facevo dopo il campionato italiano junior. Ed è stata anche la prima in cui sono riuscita a restare con il gruppetto di testa, tutte elite. Ho scollinato il gpm di Ca’ del Poggio, molto impegnativo, nelle primissime posizioni ed è stato emozionante (nella foto di apertura @ph_rosa, assieme a Debora Silvestri, ndr). Nel finale ci siamo frazionate ed io ho chiuso quinta e prima tra le junior.

Seconda all’europeo, poi nona al mondiale. Che effetto ti ha fatto?

Come dicevo, quest’anno ho fatto le prime esperienze internazionali. Fin dal ritiro a Livigno, col gruppo azzurro mi sono trovata subito molto bene, in particolare con Francesca Barale. All’europeo abbiamo corso assieme, ci siamo aiutate e lei è stata preziosa per me nel finale (Barale ha terminato quarta dopo aver lavorato per la Ciabocco, ndr). E’ stato bello legare con persone che durante l’anno sono tue rivali.

Nel tricolore della crono, ha centrato il terzo posto nonostante una partenza non eccezionale
Nel tricolore della crono, ha centrato il terzo posto nonostante una partenza non eccezionale
Ti abbiamo vista andare forte un po’ su tutti i terreni. Ci racconti che tipo di atleta sei?

Prediligo la salita, mi definirei scalatrice. Sono però riuscita ad ottenere risultati anche in gare piatte grazie ad uno spunto abbastanza veloce. A crono, così così… (ride, ndr). Mi difendo, ma mi sento meno adatta, anche se il campionato italiano si è deciso davvero sul filo di lana. Francesca e Carlotta (rispettivamente Barale e Cipressi, prima e seconda, ndr) erano divise da qualche decimo mentre io sono arrivata a tre secondi. Peccato perché quel giorno ero partita un po’ male.

Hai idoli tra i big?

Sì,Van Aert tra i pro’ perché è un corridore completo. Strada e cross (nel 2020 Eleonora è stata campionessa italiana allieve Cx, ndr). Volata, montagna e crono. Tra le elite invece Elisa Balsamo. Anche lei si difende bene su tutti i percorsi. Ammiro il suo modo di correre, avendola vista più da vicino.

E la tua corsa dei sogni qual è?

La Parigi-Roubaix per me è la più bella da vedere. E ora che c’è anche per le donne, un giorno mi piacerebbe correrla

La Callovi qualche giorno fa ci ha detto che seguirà le junior in ottica nazionale, ma che preferisce lasciarvi libere da pressioni. Cosa ne pensi?

Intanto mi fa piacere essere considerata da un tecnico azzurro. Poi credo sia giusto ciò che ha detto Rossella. E’ un bene correre più tranquilli, aiuta tanto. All’europeo sono andata bene proprio perché ero serena.

Eleonora, per il 2022 cosa ti aspetti? 

Ripetere questa stagione sarebbe già un sogno. Ovvio che si punta sempre a migliorarsi, non solo nei risultati, ma anche per me stessa, come persona. Poi vedremo come andrà.

Longo Borghini mantiene il tricolore e lancia la volata per Tokyo

18.06.2021
5 min
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Longo Borghini è l’unica che non si ferma dopo il traguardo, in un quadro di ragazze che lasciano cadere la bici e si sdraiano sul lastricato che scotta, cercando di riprendere fiato.

«Ho perso subito il contatto con l’ammiraglia – fa in tempo a dire – e anche il misuratore di potenza ha smesso di funzionare. Ho fatto tutta la crono a sensazione».

Con lei parleremo poi, quando si sarà rimessa in sesto e dopo il podio. A Faenza ci sono 35 gradi e un’umidità che ti si attacca addosso. Così, mentre Chiara Rozzini scorta la ragazza della Trek-Segafredo verso il gazebo in cui potrà cambiarsi, Tatiana Guderzo è qui davanti che ha appena ripreso fiato e confabula con Elena Cecchini, dicendole che la Longo l’ha praticamente ripresa.

«Ho un problema – dice Tatiana, avvicinandosi alla transenna – quando corro mi metto anche a pensare alla tattica, ma dopo vado, come dicono le gambe e il cuore. Finché ne ho. Poi penso: se scoppio, vuol dire che ho dato tutto. Se non scoppio, vuol dire che ne ho ancora. Sono arrivata al traguardo, dunque ne avevo ancora. Il percorso era duro. Tra il vento e una strada che comunque non è pianeggiante, ma tendeva a salire nella prima parte. Vento contro. Poi quando ti chiedi quanto manchi, ti ritrovi due salite, che se arrivavi troppo stanca, perdevi tanto».

Tatiana Guderzo ed Elena Cecchini tirano il fiato dopo l’arrivo
Tatiana Guderzo ed Elena Cecchini tirano il fiato dopo l’arrivo

Cuore azzurro

Le ragazze si giocano tanto, il tricolore è il pretesto, perché là in fondo ci sono le Olimpiadi e la chance di essere convocate è troppo ghiotta. Tatiana si sarebbe ritirata alla fine del 2020, se fosse andata a Tokyo, ma il covid l’ha quasi costretta a restare.

«Ho dato il massimo – sorride – sono contenta, va bene così. Ho preso la bici da crono due giorni fa. A Tokyo mi basterebbe andarci. Nella crono c’è Elisa che è molto più preparata e con doti di me. Io sono a disposizione dell’Italia, come sono sempre stata. Le Fiamme Azzurre mi hanno insegnato e sempre ricordato che quando attacchi il numero, non lo attacchi per la Guderzo, ma per qualunque persona e atleta che sogni un giorno di raggiungere quell’obiettivo. Io sono qui con la voglia di fare emozionare le persone per quel sogno». Terza a 1’59”. Si sciacqua il viso e si avvia al podio. In Puglia, nella gara su strada, dovranno guardarsi da lei.

Soraya Paladin, secondo posto al primo assalto: è giovane nella crono
Soraya Paladin, secondo posto al primo assalto: è giovane nella crono

Prima crono

Soraya Paladin, la seconda all’arrivo, ha la mascherina col nome che maschera un sorriso bellissimo. Il secondo posto a 1’11” non è tale da farle mangiare le mani per l’occasione mancata e tutto sommato si tratta invece di un exploit.

«Sicuramente il caldo ha influito – dice – perché siamo scese direttamente dall’altura e sapevo che come soffrivo io, soffrivano anche le altre. E’ il primo anno che lavoro sulla crono e non ci sono tante gare prima. Mi sono fidata del mio preparatore e ho cercato di gestirla. Sono contentissima. Non avevo aspettative. Volevo divertirmi, dare il massimo, seguire i miei wattaggi e il mio ritmo. Non ho rammarichi, più di così non potevo dare, so che ho lasciato tutto sulla strada. Ora vado in Puglia con una consapevolezza in più, anche se l’italiano è sempre una gara a sé. Darò il massimo anche per meritarmi la convocazione alle Olimpiadi, ma non voglio diventino un chiodo fisso. Se arriverà, bene. Se avrò dato tutto e non andrò, ci sarà sicuramente una ragazza che l’ha meritata di più».

Sul podio, Elisa Longo Borghini con Soraya Paladin e Tatiana Guderzo
Sul podio, Elisa Longo Borghini con Soraya Paladin e Tatiana Guderzo

Sorriso tricolore

E adesso arriva Elisa Longo Borghini con quel sorriso che viene da dentro e una linea che parla di grande condizione e soprattutto di grande lavoro. Ringrazia le persone che le stanno accanto e che le fanno sentire amore: qualcosa che le ha cambiato l’umore e l’attitudine.

«Indossare una maglia tricolore – dice – è un grande orgoglio. Ieri mi è arrivato un messaggio con scritto che sarebbe stata una formalità, ma non è così, perché c’è stato da sudare. Confermo che sono rimasta senza riferimenti, ma avevo scaricato il percorso in Gpx, ieri l’avevamo provato in bici alla stessa ora di gara e stamattina in macchina e m’è parso anche più duro. Mi sono resa conto di essere andata forte, quando ho ripreso un paio di ragazze davanti a me. La prima maglia tricolore fu una sorpresa. La seconda ne fu la conferma. Le altre mi hanno visto con una maturità diversa, gusti differenti in base ai momenti. Questo è stato un anno difficile da programmare, per i tanti obiettivi e per aver dovuto sostituire alcune compagne. Non sono riuscita ad andare a Tokyo per ovvi motivi, però a maggio sono riuscita a staccare e a ricaricare le batterie. Le Olimpiadi sono chiaramente un obiettivo e in mezzo c’è il Giro d’Italia, in cui andrò a sondare la condizione delle rivali. E’ importante, è la nostra corsa a tappe. Non parlo di classifica, meglio pensare a un paio di tappe».

Verso la Puglia

Il programma del giorno va avanti con le crono delle donne junior e degli uomini elite. Longo Borghini e le altre ragazze hanno a breve un volo verso Bari per il tricolore della strada. Già buono averne uno, ha detto Elena Cecchini dopo l’arrivo in riferimento al fatto che fino a poche settimane fa non si sapeva se e dove avrebbero corso. Tutto sommato un altro viaggio è un piccolo prezzo da pagare.

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020

Tricolore donne, gli scatti da ricordare

01.11.2020
5 min
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Il tricolore delle donne elite, corso ieri a Breganze, ha chiuso la stagione delle ragazze in Italia. Per alcune rimane l’obiettivo della Vuelta Espana del 6-8 novembre e poi sarà tempo di vacanze.

Elisa Longo Borghini (maglia Fiamme Oro, team di appartenenza la Trek-Segafredo) ha conquistato la maglia tricolore. Alle sue spalle Katia Ragusa, poi Marta Cavalli. Noi abbiamo raccontato la corsa parlando anche con Giorgia Bronzini, tecnico di Elisa, e con Tatiana Guderzo, che ci ha raccontato la sua storia pazzesca.

Ma adesso, riordinando le foto della corsa tricolore, ecco una galleria di immagini per rivedersi e riguardare le protagoniste, prima che inizi il meritato riposo…