Daniel Oss, Giulia, Marmolada, 2020

Oss, sguardo sul mondo dal paradiso

13.11.2020
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Daniel Oss vive in paradiso. E in certi giorni di mezzo autunno si concede il lusso di salire sulla cima per respirare aria migliore e guardare il mondo da un punto di vista più ampio. In Trentino-Alto Adige di questi tempi si vive una libertà a due velocità. Le strade sono vuote e nelle acque del Garda ci sono giusto pochi barchini di pescatori e le vele di chi non si arrende. Gente di qui, turisti zero. Anche le strade sono sgombre dal solito traffico. Che per andare in bici magari è una pacchia e al resto si fa meglio a non pensare, sperando che passi.
«Chiude tutto alle 18 – spiega Oss – come a marzo, ma forse con meno pressione. Ormai gente che il Covid l’ha preso ne conosciamo tutti, fa meno notizia. Così io ho ripreso a fare i miei giri in mountain bike. Non downhill, perché non sono capace, ma qui giri belli ne abbiamo qualcuno. L’altro giorno siamo anche andati a sciare in Marmolada, ma abbiamo trovato una neve schifosa. In alto sul ghiacciaio tutto bene, sotto invece faceva caldo. E oggi ero in bici sulla Gardesana, ma ho incontrato pochissime macchine. Sembra Rimini a marzo quando ci sono gli anziani a passeggio. Un gran letargo, ma almeno abbiamo le montagne…».

Daniel Oss, Peter Sagan, Tour de France 2020
Con Sagan, al Tour de France, prima che Peter debuttasse al Giro
Daniel Oss, Peter Sagan, Tour de France 2020
Con Peter Sagan al Tour de France 2020

Stagione salva

La stagione del ciclismo s’è appena fermata. In gran segreto, la Bora-Hansgrohe aveva progettato per dicembre un bel ritiro di due settimane dalle parti di Peschiera del Garda, ma anche quello è stato rinviato. Si vedranno in Austria per la solita tre giorni di visite e misure e poi se ne parlerà semmai a gennaio.

Pensavi a una stagione così?

Pensavo di non farne neanche una di corse. Il Tour è stato una manna dal cielo, era importante esserci. Abbiamo improvvisato e creato un sistema di sicurezza che ha funzionato. Tutti abbiamo fatto fatica. Per me il Belgio è stato una parentesi stranissima, senza Peter (Sagan, ndr). E mi dispiace anche che non si sia fatta la Roubaix.

Ci puntavi?

Dopo il Tour ho fatto un po’ di scarico. Venivo dalle salite lunghe e metabolicamente ero diverso dal solito Daniel Oss. Con le corse lassù stavo meglio di giorno in giorno e la Roubaix, per come è fatta e per come mi piace, poteva essere un bel modo di chiudere. Invece mi sono fermato dopo De Panne e sono tornato a casa.

Daniel Oss, Giuliia (Instagram) Monte Altissimo
Con Giulia sul Monte Altissimo e vista sul Garda: spettacolo puro!
Daniel Oss, Giuliia (Instagram) Monte Altissimo
Cn Giulia sul Monte Altissimo e vista sul Garda

Stimoli e fatica

Dice che gli è dispiaciuto non essere al Giro con Sagan. Un po’ perché sono inseparabili. E un po’ perché nel ciclismo ai livelli più alti, quello che fa la differenza sono le motivazioni. E il discorso è così ampio che a un certo punto ci finiscono dentro anche i più giovani. Quelli di cui parliamo da qualche settimana e che hanno dato la loro impronta sorprendente al ciclismo 2020.

Cosa ti ha detto Peter del Giro?

Ci siamo scambiati qualche messaggio e quando ha vinto la tappa è stato un sollievo.

Sembra si sia divertito, ma per il resto a volte sembra stufo…

Ho sempre osservato i grandi campioni, ne ho incontrati tanti nella mia vita. La sera a tavola si parla spesso ed è interessante sentirgli dire che è la motivazione a spingerli. Il Giro d’Italia per Peter era l’emozione della prima volta. Fare una cosa figa, mai fatta prima. Perché dopo tanti anni a fare le stesse cose…

Daniel Oss, Giro delle Fiandre 2020
Il Fiandre senza Sagan, un’esperienza nuova
Daniel Oss, Giro delle Fiandre 2020
Al Fiandre, ma stavolta senza Sagan
Ci si stanca?

Dopo aver vinto il primo mondiale, disse: «Sono arrivato». Aveva vinto palate di tappe al Tour, fatto i suoi show… Invece è una catena. Un anno tira l’altro, vennero altri mondiali e ogni volta eravamo lì a cercare nuovi stimoli. Ma dopo un po’ si fa dura.

Sai che nei giorni scorsi si ragionava sui ragazzi di 22 anni già vincenti al Tour e forti al Giro e ci chiedevamo se avranno una carriera longeva come Nibali o Valverde?

E’ un ragionamento legittimo, ci sta. Anche Peter ha cominciato a vincere a 20 anni e adesso sembra più navigato sei suoi 30 anni. Il punto su questi ragazzi è capire se sono arrivati così perché sono già super allenati e già al top.

Cioè?

Cioè non li conosco, parliamo per ipotesi. Se sono passati ed erano già dei professionisti al 100 per cento, mi viene da dire che durano poco. Peter nei primi anni era ancora da costruire, era tanto forte e aveva tanta grinta, ma aveva margini incredibili. Negli anni ha mantenuto la motivazione e si è costruito attorno un gruppo che lo aiuta anche a passare i momenti difficili.

Continua anche a fare le sue burle?

I ruoli gli vengono facili, è come Jim Carey.

Daniel Oss, Giulia, Starlight Room Dolomiti (Instagram) Col gallina, Dolomiti
Starlight Room Dolomiti sul Col Gallina, dopo il Tour, prima del Nord
Daniel Oss, Giulia, Starlight Room Dolomiti (Instagram) Col gallina, Dolomiti
Starlight Room Dolomiti, Col gallina: dopo il Tour
E quali sono gli stimoli di Oss a 33 anni?

Mi trovo benissimo con lui. Mi stimola tanto aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi. Per questo ho rosicato a non essere con lui al Giro, ma serviva qualcuno al Nord. E hanno mandato me, che come ben sapete ho vinto Fiandre, Gand, Roubaix…

Si fa una risata. E’ ora di cena. L’ultima osservazione sulla ripresa degli allenamenti in modo serio.

«Pedalare si pedala già adesso – dice Oss – ci sta che fra poco si cominci ad allungare un po’. Ma si farà sul serio da gennaio. Vorrei evitare di fare come quest’anno e di partire troppo forte. Anche perché voi sapete dirmi da dove si ricomincerà a correre?».