Antonio Nibali, la nuova vita in negozio tra vendite e aneddoti

27.11.2024
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«Ora attendo che si concretizzi un progetto importante nelle Marche, con ragazzi che vogliono investire nel ciclismo». L’ultima volta che lo avevamo sentito, Antonio Nibali ci aveva lasciato con queste parole ed oggi lo ritroviamo al centro di quel progetto attorniato dalle bici.

Sarebbe stato un vero spreco non sfruttare le conoscenze – umane e tecniche – maturate in nove anni di professionismo, di cui sette di WorldTour, all’interno di una vita intrisa di ciclismo. Così, dopo il ritiro a fine 2023, Antonio ha portato la sua esperienza al servizio del cliente finale, anche se inizialmente la strada sulla quale si era buttato era un’altra, stimolato da sua moglie Michela. Ma, si sa, da cosa nasce cosa ed ecco che il più giovane dei Nibali adesso è all’interno di una “squadra” che vive il ciclismo da un altro punto di vista.

Antonio raccontaci il tuo ruolo attuale.

Lavoro al Conero Bike Store di Camerano, in provincia di Ancona, e ne sono il responsabile. Mi occupo di ordini con i fornitori e rapporti con i vari rappresentanti. Seguo le vendite dei prodotti ed in pratica mi occupo di tutto tranne l’officina meccanica. Quella è il regno di William Dazzani (ex pro’ ad inizio anni ’90 con una vittoria, ndr) e da lui posso solo imparare. Anche quando correvo mi è sempre piaciuto vedere all’opera i meccanici e confrontarmi con loro. Insomma, come vedete siamo ex corridori sempre in mezzo alle bici, ma per me non doveva essere così inizialmente.

Per quale motivo?

A fine 2023 stavo cercando qualche impiego per il post carriera mentre stavo facendo il corso da diesse. Mia moglie però, sapendo che sono appassionato di auto, mi vedeva bene come venditore in una concessionaria. Certo, non sono un gran chiacchierone, ma lei era convinta che potesse essere la mia strada, visto che oltretutto nel nostro territorio ci sono tante aziende e quindi tanti potenziali acquirenti. Così ho fatto un colloquio con la Conero Car, una concessionaria che ha iniziato la propria attività vendendo caravan e accessori correlati, poi successivamente auto e qualcosa per la nautica. È stato divertente quando sono tornato a casa e Michela mi ha chiesto com’era andata.

Inaugurazione. Accanto ai due Nibali, ci sono i fratelli Cristiano ed Eusebio Falcetelli, proprietari del gruppo aziendale di Conero Car
Inaugurazione. Accanto ai due Nibali, ci sono i fratelli Cristiano ed Eusebio Falcetelli, proprietari del gruppo aziendale di Conero Car
Spiegaci pure.

Sono entrato e le ho detto: “Cara, sai è andata anche meglio del previsto?! Sono andato per un lavoro e ne sono uscito con un altro” (racconta ridendo, mentre Michela ascolta divertita in vivavoce, ndr). Al colloquio mi avevano detto che il loro obiettivo sarebbe stato quello di aprire un negozio di bici, anche e-bike, per completare il pacchetto di offerte al cliente finale, specie agli amanti delle vacanze in camper. Quindi mi hanno proposto l’apertura del negozio, accanto alla concessionaria. Abbiamo aperto lo scorso settembre ed il 5 ottobre abbiamo inaugurato ufficialmente il Conero Bike Store dove era presente anche mio fratello Vincenzo.

Come sono stati i mesi precedenti all’apertura?

Sono stati necessari i lavori per il locale, che è attaccato alla concessionaria, ma resta indipendente. Abbiamo pensato a come disporre gli ambienti in maniera moderna e ovviamente tutta la merce. Alcune bici le abbiamo esposte a mo’ di quadro. Contestualmente abbiamo avviato i contatti con vari fornitori. Al momento siamo rivenditori di Bianchi, Scott e Trek, mentre per l’abbigliamento abbiamo Sportful, Q36.5, Northwave e Met per i caschi. Poi abbiamo tante altre aziende tra ruote, occhiali e il resto degli accessori. E’ importante avere bici e materiali del WorldTour. Ad esempio Bianchi ci ha aiutato a farci conoscere nella zona.

In che modo?

Lo spunto è stata la Hair Gallery di Grottazzolina, la squadra in cui corre la figlia di William e dove tra l’altro c’è pure la figlia di Alessandro Donati, il diesse della VF Group Bardiani CSF Faizanè. Abbiamo fatto un accordo di sponsorizzazione dando ai loro esordienti e allievi le bici della Bianchi, includendo anche l’assistenza. E’ vero che siamo un po’ lontani, però è stata una maniera per ampliare subito il nostro raggio d’azione. Siamo aperti da soli due mesi, ma siamo contenti e soddisfatti di questo inizio.

Siete in una zona dove c’è concorrenza. Come vi state trovando?

Bisogna saper sgomitare un po’ come quando in gruppo cercavi di stare davanti nei momenti decisivi. Battute a parte, noi non possiamo paragonarci con certe realtà che hanno tantissimi anni di attività. Tuttavia ci stiamo già ritagliando la nostra fetta di mercato, pur sapendo quanto la concorrenza sia dura. Prima di aprire eravamo in parola per prendere un’azienda di bici che quest’anno ha vinto tanto. Da parte loro non c’era nessun problema, ma un negoziante della nostra zona, molto distante da noi, si è lamentato ponendo quasi un “aut aut” alla stessa azienda che alla fine ha preferito loro. Per noi nessun problema, sappiamo come vanno certe cose, ma con questo episodio ne abbiamo avuto un assaggio.

Immaginiamo che la presenza e l’esperienza di Antonio Nibali siano un valore aggiunto per il vostro negozio. E’ così?

Sicuramente gli anni vissuti da corridore sono importantissimi e mi aiutano molto. Conoscendo i materiali che ho usato io o che ho visto quando correvo, sono un po’ più agevolato nella vendita. Oppure gli stessi rappresentanti dei produttori si confrontano con me, chiedendomi riscontri sui materiali. O ancora mi chiedono pareri e il “colpo d’occhio” sulla messa in sella classica che si fa nei negozi come i nostri, visto che non abbiamo la strumentazione computerizzata per il bike-fit.

E come venditore sei come ti vedeva tua moglie Michela?

Come dicevo prima, non sono un chiacchierone, però per quello c’è William che compensa bene (sorride, ndr). In realtà mi sto trovando molto a mio agio, aveva ragione lei. Mi piace dare i miei punti di vista ai clienti. Non è semplice vendere prodotti e accontentare tutti, però cerco di consigliare il cliente immedesimandomi in lui o nelle sue richieste. L’obiettivo è quello di trovare sempre il suggerimento ad hoc per ogni persona che viene da noi. Perché alla gente piace sentire il racconto di un mio aneddoto di gare legato ai Nibali, ma alla fine vuole avere riscontri diretti per ottimizzare tempo e denaro per i suoi acquisti.

Trek CarBack, luce e radar: la sicurezza non è un’opinione

16.08.2024
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La sicurezza non dipende solo dal ciclista, ma è pur vero che oggi abbiamo accesso a strumenti, deterrenti e tecnologie che ci possono aiutare. La luce/radar CarBack di Trek è un esempio.

Dimensioni compatte, diverse modalità, configurazione completa con il computerino (ma anche con il telefonino) e una luce visibile fino a 2 chilometri di distanza (tantissimo e anche di giorno). Entriamo nel dettaglio del prodotto.

In fase di configurazione, un messaggio da non dimenticare
In fase di configurazione, un messaggio da non dimenticare

La sicurezza dipende (anche) da noi

Le variabili con le quali ci dobbiamo confrontare ogni volta che siamo su strada sono decine, centinaia e molte di queste non dipendono dal ciclista. E’ difficile contrastare le distrazioni di chi guida i veicoli a motore, di chi non rispetta le regole della strada (e anche i ciclisti talvolta hanno delle colpe) e anche chi non rispetta il traffico lento (e la bici lo è in tutte le sue forme). Non è facile confrontarsi con strade che denunciano sempre di più dei limiti di sopportazione del traffico moderno.

E’ un dovere del ciclista però, utilizzare tutto quello che la tecnologia mette a disposizione per diminuire gli aspetti negativi di tutte le variabili in gioco. La sicurezza non è un dettaglio. Una luce e un radar non azzerano i rischi ed i pericoli, ma sono un deterrente di buon livello e possono aiutare.

CarBack di Trek

E’ una sorta di scatola alta 7 centimetri, larga 5 e con uno spessore di 2,5. Ha una batteria interna ricaricabile tramite una porta usb ed è impermeabile. La sua forma semplice la rende facile da pulire in caso di sporco e conseguente accumulo di fango.

Ha un peso di 85 grammi (rilevati) ai quali si aggiungono i pochi grammi della fascetta di tenuta (regolabile anche nell’inclinazione). E’ dotata dei due protocolli di trasmissione/associazione, Ant+ per collegarsi al computerino, Bluetooth per associarsi allo smartphone e di conseguenza alla app Trek. In quest’ultimo caso è immediata la configurazione con lo schermo del telefono, che diventa a sua volta un bike device.

La luce (rossa) ha 4 modalità di lampeggio (che influiscono sull’autonomia della batteria) che di base arriva a sette ore. Non solo, perché la funzione del led trova un’ulteriore personalizzazione in fase di associazione con il computerino. Il led può essere attivato solo quando la bici è in movimento grazie alla funzione automatica e l’autonomia ringrazia. Per verificare la carica si visualizzano i led verdi laterali, sempre accessi quando il dispositivo è acceso, che si illuminano (a dispositivo spento) premendo il pulsante di accensione. La ricarica completa è quantificata intorno alle 4 ore, ma in poco più di 60 minuti si arriva oltre il 50% e non è male anche nell’ottica di chi viaggia o si sposta in continuazione.

La funzione redar, sicurezza e comfort

Grazie alla funzione radar integrata (simile al Varia Radar) è possibile vedere (sul display) i veicoli che giungono da tergo e grazie agli allarmi sonori la funzione si completa. E’ un fattore tecnico molto apprezzabile, perchè evita o modifica la linea della nostra andatura (riportandoci ad esempio a bordo strada) ed evita di farci girare la testa, o distogliere lo sguardo dall’orizzonte. Questa funzione (estremamente valida ai fini della sicurezza) prende un valore reale quando si entra in contatto in modo diretto.

Ai fini della corretta rilevazione dei veicoli che giungono da dietro è fondamentale il montaggio, vale a dire tenere il più possibile “in bolla” il dispositivo. Il prezzo di listino è di 200 euro, non è poco, ma a nostro parere il valore aggiunto di un dispositivo del genere non è quantificabile. Sicurezza e prevenzione sempre al primo posto.

Trek

Aeolus RSL, lo pneumatico Bontrager più veloce di sempre

22.07.2024
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In casa Trek hanno appena presentato i nuovi Bontrager Aeolus RSL, degli pneumatici da gara che si presentano semplicemente così: i più veloci mai prodotti dal brand.

Sono stati progettati per risparmiare watt sia nella resistenza al rotolamento che nell’aerodinamica, con una struttura in cotone e una protezione antiforatura che li rende al contempo elastici (quindi confortevoli) e resistenti. Il tutto naturalmente tubeless, come ormai da standard. Andiamo ad approfondire meglio i nuovi arrivati del marchio di casa Trek.

La struttura principale è realizzata in cotone 320 tpi
La struttura principale è realizzata in cotone 320 tpi

Pneumatici con il vento in poppa

Gli Aeolus RSL devono il loro nome ad Eolo, il dio greco del vento. Il progetto quindi è chiaro fin dall’inizio e, per trasformare il vento da nemico ad alleato, in Bontrager si sono avvalsi della tecnologia Race Dual-Compound.

Funziona così: la parte di gomma più solida è stata posizionata al centro del battistrada per ridurre la resistenza al rotolamento. La parte di gomma più morbida è stata distribuita sulla spalla dello pneumatico per favorire l’aderenza in curva. Dall’azienda fanno sapere che questa combinazione si traduce in un miglioramento della resistenza al rotolamento quantificabile in 3,7 watt rispetto al precedente pneumatico da corsa R3 TLR.

Oltre a questo il nuovo design degli Aeolus RSL consentirebbe di ottenere un ulteriore guadagno aerodinamico. Insomma, in tutto e per tutto degli pneumatici… Eolo-friendly.

La distribuzione della diversa mescola e il disegno che migliora il grip in curva e la scorrevolezza
La distribuzione della diversa mescola e il disegno che migliora il grip in curva e la scorrevolezza

Struttura in cotone e protezione antiforatura

La struttura principale è realizzata in cotone da 320 tpi (fili per pollice) che garantisce una grande aderenza alla superficie stradale, traducibile in maggior comfort, velocità e fluidità. Ma, come si dice, la fluidità sarebbe nulla se poi la gomma finisce a terra.

Per ovviare a quest’eventualità gli sviluppatori del brand hanno integrato nello pneumatico una protezione antiforatura realizzata da una cintura posta direttamente sotto il battistrada. A ciò sì aggiunge che il tubeless è un prodotto davvero affidabile su tutti i terreni, specie considerando la sua spiccata vocazione agonistica.

Sotto il battistrada c’è una cintura che mette al riparo dalle forature
Sotto il battistrada c’è una cintura che mette al riparo dalle forature

Disponibilità e prezzo

Compatibili con cerchi con e senza uncini, i nuovi Bontrager Aeolus RSL sono disponibili in quattro diverse misure: da 26, 28, 30 o 32 mm.  Per quanto riguarda il peso l’azienda dichiara 265g per la versione da 26 mm.

Sono acquistabili fin da ora presso tutti i rivenditori Trek al prezzo consigliato al pubblico di 89,99 euro.

Bontrager – Trek Bikes

Trek CarBack Radar, per aumentare la sicurezza in sella

30.04.2024
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Strade più sicure per tutti. Essere visibili mette al riparo il ciclista e aiuta l’aumobilista a rispettare chi pedala. Trek lancia CarBack Radar: una luce visibile di giorno che può essere vista dagli automobilisti fino a 2 chilometri di distanza e un radar in grado di rilevare i veicoli in avvicinamento da dietro fino a 240 metri di distanza. 

Il radar

Il primo requisito per mantenere l’attenzione sulla strada è quello di non distogliere mai lo sguardo da essa. Una grande incognita per i ciclisti è però ciò che sopraggiunge da dietro. Ed è qui che entra in gioco il CarBack Radar. Questo nuovissimo prodotto è infatti in grado di rilevare i veicoli in avvicinamento da dietro identificandoli già a 240 metri e avvisando il ciclista del possibile pericolo.

CarBack si abbina alla maggior parte dei principali computer GPS, Smart Watch e smartphone, in modo che i ciclisti possano utilizzare la tecnologia che già possiedono. Inoltre, i ciclisti che abbinano CarBack ai loro smartphone usando l’app Trek Accessory, possono usufruire di altre funzioni, tra cui la possibilità di vedere in tempo reale la posizione esatta dei veicoli in avvicinamento.

La confezione include un supporto di montaggio posteriore Quick Connect e un cavo di ricarica USB-C
La confezione include un supporto di montaggio posteriore Quick Connect e un cavo di ricarica USB-C

Illuminazione e design

Il profilo compatto e la visibilità all’avanguardia rendono CarBack la scelta ideale per chiunque desideri pedalare con maggiore sicurezza su strada. E’ facile da installare e compatibile anche con i reggisella aerodinamici. Il design compatto si adatta a tutte le biciclette e a quelle con il seggiolino o altri accessori che potrebbero essere attaccati al reggisella.

E’ progettato con le caratteristiche di focalizzazione, lampeggio e portata del raggio luminoso ideali essere visibili durante la guida diurna da una distanza di 2 chilometri. Quattro modalità di lampeggio: Day Flash (lampeggio diurno) da 90LM, Day Steady (fisso diurno) da 25LM, Night Steady (fisso notturno) da 5LM e Night Flash (lampeggio notturno) da 5LM. CarBack è dotato di una batteria con autonomia di oltre 7 ore e dispone di LED indicatori che consentono di capire facilmente il livello di carica residua. Grado di impermeabilità IPX7 per guidare con la massima sicurezza in condizioni di bagnato. CarBack è disponibile presso l’intera rete di rivenditori Trek con un prezzo consultabile sul sito di 199,99 euro.

Trek

La Trek di Milan per il Nord ce la racconta Mauro Adobati

26.02.2024
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L’opening weekend è ormai alle spalle, la stagione del Nord è appena iniziata e nelle prossime settimane sulle strade di lassù si daranno battaglia tanti nomi importanti. I dettagli contano molto, tutto deve essere curato e niente va lasciato al caso. Se ad ogni cavaliere corrisponde un cavallo, anche i corridori hanno il loro destriero in carbonio: le loro bici. Per vincere il freddo, il pavé, i muri e tutti gli ostacoli delle corse del Nord è necessario avere i materiali giusti

Dalla Omloop Het Nieuwsblad di sabato, fino alla Roubaix e anche oltre: le gare da queste parti sono tante e ognuna ha le sue insidie. Uno dei nomi di spicco per il ciclismo italiano a queste latitudini sarà quello di Jonathan Milan. Intorno a lui girano tante domande, non ultima quella sulle scelte tecniche fatte in ottica classiche del Nord. 

Madone o Domane?

Il gigante friulano, passato dalla Bahrain Victorious alla Lidl-Trek ha cambiato bici. Ora per correre sulle pietre potrà contare sulla Madone e sulla Domane: insieme a Mauro Adobati, capo dei meccanici del team americano, parliamo delle scelte fatte da Milan. Lui stesso ci aveva parlato di alcuni test fatti proprio sulle strade della Roubaix, volti a cercare i materiali migliori. All’inizio della stagione del Nord cerchiamo di capire che scelte sono state effettuate.

«Il test per la Roubaix – ci dice Adobati – Milan lo ha fatto con la Madone. Ormai con la nuova versione di questa bici si può pedalare tranquillamente sulle pietre. Grazie all’inserimento dell’IsoFlow le vibrazioni non sono più un problema. Tutti i ragazzi, Milan compreso, hanno corso l’opening weekend con questo modello. L’unico motivo per cui si potrebbe scegliere di usare la Domane, e si parla solo della Roubaix, è la pioggia. Il passaggio ruote in questa bici è maggiore e si possono montare copertoni da 32 millimetri senza problemi».

Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri
Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri

Profili alti e tubolari

Le scelte tecniche sono sempre qualcosa di personale, i test servono alle aziende, vero, ma risultano ancora più utili ai corridori. Ogni momento è buono per capire, cambiare e correggere. Nella mattinata di venerdì, Milan ha pedalato sulle strade della Omloop Het Nieuwsblad alla ricerca delle ultime conferme

«In queste gare – continua Adobati – Milan ha scelto di usare ruote a profilo alto, potrebbe optare per un 51 millimetri. Mentre, per quanto riguarda i copertoni, per la Het Nieuwsblad ha optato per dei tubolari da 30 millimetri. Il tubeless è stato accantonato perché con colpi secchi un po’ d’aria esce sempre, rischiando di perdere anche 2 atmosfere tra inizio e fine gara. Questa scelta viene fatta soprattutto da corridori della stazza di Milan.

«Per la Roubaix vedremo cosa si sceglierà, il profilo scelto per le ruote potrebbe alzarsi a 61 millimetri. Si tratta di una corsa piatta, dove servono molta velocità e anche tanta stabilità. Probabilmente, anche per correre all’Inferno del Nord, Milan potrebbe decidere di montare i tubolari». 

Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada
Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada

Nastro manubrio e sella

I punti di appoggio più delicati per un ciclista sono la sella e il manubrio. Il comfort sulle pietre diventa quasi un’utopia, ma le scelte tecniche devono portare alla migliore soluzione. 

«Milan – ci spiega Adobati – preferisce usare il nastro manubrio più sottile, quello da cronometro. Lo ha usato anche per queste prime gare in Belgio e probabilmente pure per la Roubaix. Dice che un nastro più sottile gli dà una maggiore sensibilità e più sicurezza nel guidare la bici. Come sella utilizza la Aeolus RSL con larghezza da 145 millimetri, ovvero la taglia media».

Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, il pacco pignone ha scala 10-33
Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, alla Roubaix potrebbe optare per il monocorona da 54

Infine il gruppo

Uno dei cambiamenti più importanti per Milan è stato passare da Shimano a SRAM. L’azienda americana utilizza dei pacchi pignoni con corone differenti, spesso dispari, ma a detta di Adobati questo non è stato un grande problema. 

«Alla Omloop Het Nieuwsblad e alla Kuurne – racconta il meccanico – Jonathan ha usato un 54-41 davanti. Mentre al posteriore il pacco pignoni è stato un 10-33. A mio modo di vedere non ha avuto necessità di grandi adattamenti, comunque con Shimano dietro usava il 30. Mettere 3 denti in più dietro permette di avere grande libertà, in futuro potremmo vedere corone sempre più grandi davanti. Con un 54-41 si evitano grandi salti e la catena ha meno probabilità di cadere».

«L’unica modifica per la Roubaix, da questo punto di vista, potrebbe essere la scelta di un monocorona davanti. Si monterebbe un 54, con al posteriore una cassetta 10-33. In una corsa del genere togliere il deragliatore potrebbe tornare utile».

Trek e World Bicycle Relief ancora insieme

01.12.2023
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Nei giorni scorsi Trek Bicycle ha annunciato di aver rinnovato per il terzo anno consecutivo la propria collaborazione con World Bicycle Relief. Stiamo parlando di una associazione che dal 2005, attraverso il programma The Power of Bicycles, distribuisce biciclette di alta qualità appositamente progettate e lo fa attraverso programmi filantropici e di impresa sociale. 

Trek abbraccia per il terzo anno di fila il progetto di World Bicycle Relief
Trek abbraccia per il terzo anno di fila il progetto di World Bicycle Relief

Fino a Natale

La collaborazione fra Trek e World Bicycle Relief, giunta al suo terzo anno, consiste in una campagna di raccolta fondi, partita lo scorso 27 novembre e che durerà fino al 31 dicembre. Tra il 2021 e il 2022 la campagna ha permesso di raccogliere complessivamente tre milioni di euro. L’obiettivo per il 2023 è di accrescere questa cifra già di per sé importante.

Quanto verrà raccolto sarà destinato all’acquisto del maggior numero possibile di Buffalo Bike, una bicicletta “robusta” destinata alle comunità rurali e svantaggiate del mondo. Realizzata specificamente per soddisfare le esigenze delle persone che vivono nelle aree rurali, la Buffalo Bike è progettata in modo semplice e di facile manutenzione, con la possibilità di trasportare persone e carichi pesanti su lunghe distanze e terreni accidentati.

Nel corso del tempo la campagna ha visto l’organizzazione di corsi base di manutenzione
Nel corso del tempo la campagna ha visto l’organizzazione di corsi base di manutenzione

Il progetto Buffalo Bike

Quella fra Trek Bicycle e World Bicycle Relief è una collaborazione che nasce da lontano. L’azienda di Waterloo supporta infatti l’associazione benefica fin dalla sua fondazione. Insieme le due realtà hanno lavorato alla progettazione del primo prototipo di Buffalo Bike. Queste biciclette vengono consegnate nei paesi dell’Africa, del Sud-Est Asiatico e del Sudamerica e aiutano studenti, operatori sanitari, agricoltori e imprenditori a far muovere in modo indipendente le loro comunità. Le biciclette vengono assemblate e distribuite localmente tramite vari rappresentanti del programma, addestrati per fornire manutenzione e assistenza di qualità e contribuire a creare un’infrastruttura sostenibile.

«Grazie alla collaborazione con World Bicycle Relief nel 2021 e nel 2022 – ha affermato Bob Burns, vicepresidente Advocacy di Trek Bicycle – abbiamo raccolto più di tre milioni di euro a livello globale per acquistare biciclette da destinare a comunità localizzate in Africa e Sud America. Stiamo fissando obiettivi ancora più alti quest’anno per portare più Buffalo Bike nelle comunità, per aiutare altri destinatari a vincere la distanza e raggiungere l’indipendenza».

Le Buffalo Bike di Trek hanno permesso a tanti ragazzi di andare a scuola
Le Buffalo Bike di Trek hanno permesso a tanti ragazzi di andare a scuola

Come donare

Per chi volesse dare il proprio contributo all’acquisto delle Buffalo Bike è possibile farlo da qui al 31 dicembre attraverso questo link, oppure recandosi di persona in uno dei punti vendita Trek sparsi per il mondo. 

Ad oggi, World Bicycle Relief ha consegnato più di 752.000 biciclette e formato nuovi meccanici sul campo in Africa, Sud-Est Asiatico e Sudamerica. World Bicycle Relief è un’organizzazione no-profit con registrazione negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Germania, Svizzera e Australia e dispone di strutture di assemblaggio in Colombia, Kenya, Malawi, Uganda, Zambia e Zimbabwe. 

Per saperne di più sugli sforzi di World Bicycle Relief, si consiglia di visitare il sito worldbicyclerelief.org.

Trek

Pronto il report di Trek sulla sostenibilità ambientale 2023

06.11.2023
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Nel 2021 Trek Bicycle completava il suo primo audit sulle emissioni aziendali, pubblicando in un report il risultato di ciò che era stato raggiunto e la direzione che avrebbe intrapreso per aiutare il nostro pianeta. Nelle scorse settimane, quindi esattamente due anni dopo, l’azienda americana ha approfondito ulteriormente tutte le tematiche legate alle emissioni di carbonio con un focus supplementare sugli obiettivi di riduzione a livello aziendale e alle nuove pratiche commerciali.

Gli imballaggi di Trek hanno permesso di risparmiare ben 241 tonnellate di rifiuti
Gli imballaggi di Trek hanno permesso di risparmiare ben 241 tonnellate di rifiuti

L’impatto sul Pianeta

Se l’audit del 2021 aveva tracciato la via da percorrere, il report presentato recentemente ha fornito un quadro chiaro delle azioni messe in campo da Trek in questi ultimi due anni per ridurre al massimo il proprio impatto sul pianeta.

Il primo step ha interessato il quartier generale e le strutture di produzione Trek negli Stati Uniti. Queste sono alimentate interamente con energia acquistata attraverso REC (crediti di energia rinnovabile) convalidati. Entro il 2030, verranno acquistati REC per tutte le strutture di proprietà di Trek a livello globale.

L’azienda di Waterloo ha riprogettato gli imballaggi delle proprie bici e dei prodotti aftermarket per ridurre drasticamente il ricorso alla plastica monouso. Dal 2020, i nuovi design hanno aiutato a evitare l’impiego di oltre 241 tonnellate di rifiuti da imballaggi in plastica all’anno.

Sempre restando in tema di plastica, in Trek si è voluto andare oltre lavorando alla ricerca di nuove opportunità per utilizzare plastica riciclata per realizzare biciclette e attrezzature. Oggi, 38 prodotti, inclusi portaborraccia, manopole, tessuti e caschi, contengono una percentuale di plastica riciclata.

Anche l’abbigliamento per ciclismo su strada e per mountain bike prodotto oggi da Trek contiene tessuti realizzati con bottiglie riciclate o rifiuti tessili. Questi hanno contribuito al riutilizzo di oltre 2,2 tonnellate di materiale.

Ad oggi 38 prodotti Trek sono prodotti con una percentuale di plastica riciclata
Ad oggi 38 prodotti Trek sono prodotti con una percentuale di plastica riciclata

Costruire il cambiamento

In Trek è forte la convinzione che le biciclette possano fare la differenza per migliorare l’ambiente e più in generale per cambiare il mondo. Per questo motivo l’azienda americana ha stretto diverse collaborazioni con molte organizzazioni che trasformano le biciclette in una forza positiva per il pianeta.

Attraverso il sostegno a PeopleForBikes, World Bicycle Relief, NICA e ad altre organizzazioni, oggi Trek è attiva nel promuovere un cambiamento significativo in tutto il mondo. E’ possibile avere ulteriori informazioni sul report sulla sostenibilità ambientale al seguente link. 

Trek

Ambrogio Grillo nuovo Sales Manager di Trek Italia

10.10.2023
3 min
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Nei giorni scorsi Trek Italia, attraverso un comunicato stampa, ha ufficializzato l’ingresso di Ambrogio Grillo nel proprio organigramma. Classe 1976, Grillo assume l’incarico di nuovo Sales Manager per il mercato italiano. Si tratta di un ruolo estremamente importante, soprattutto in una fase molto delicata per il mercato ciclo, come quella che stiamo attualmente attraversando.

La nomina di Ambrogio Grillo conferma ancora una volta come in Trek Italia ritengano estremamente importante dedicare la massima attenzione all’ampia rete dei propri rivenditori distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Ambrogio Grillo, Sales Manager Trek Italia
Ambrogio Grillo, Sales Manager Trek Italia

Anche atleta

Torinese di nascita, Ambrogio Grillo è laureato in economia e commercio con specializzazione in marketing dei servizi presso l’Università di Torino. Vanta anche un trascorso da atleta: è stato infatti il primo dirt jumper MTB professionista in Italia, dal 2000 al 2004.

Nell’ultimo decennio ha ricoperto per varie aziende del mondo bike la carica di Sales Manager. In questo ruolo ha potuto misurarsi con alcuni dei più grandi mercati mondiali del settore, dall’Europa, all’Oceania fino ad arrivare al Nord America. D’ora in poi potrà mettere la sua esperienza a disposizione di Trek Italia e della sua rete vendita.

A proposito delle sue precedenti esperienze lavorative ha così dichiarato: «Queste esperienze mi hanno sempre aiutato ad avere una visione allargata e fuori dagli schemi. Entrare a far parte di un’azienda come Trek, che pone al centro del business i propri partner commerciali, è certamente un grande stimolo».

All’interno dello store Trek ecco la mission dell’azienda
All’interno dello store Trek ecco la mission dell’azienda

Visione futura

Nel momento in cui è stato chiamato ad assumere il ruolo di Sale Manager Italia, Grillo ha voluto fotografare con queste parole la situazione particolare che sta attualmente vivendo il mercato della bicicletta nel nostro Paese e più in generale a livello internazionale.

«Trek Italia è un’azienda all’avanguardia nel settore ciclo e tutto lo staff è altamente professionale e motivato, farne parte è un grande motivo d’orgoglio. Il mercato della bicicletta sta vivendo un momento senza precedenti, in termini di stock e di crisi economica generale. Soltanto chi saprà adattarsi alla situazione avrà successo. Ma la formazione che offriamo con la Trek University, l’assistenza che siamo in grado di fornire con i nostri programmi Win the Season, aiuterà sicuramente i nostri rivenditori a trasformare questo momento difficile in una grande opportunità di crescita».

Ambrogio Grillo, da sempre appassionato del mondo bike e con un’esperienza che parla da sé, non vede l’ora di portare il suo entusiasmo e la sua passione al servizio della rete vendita di Trek Italia.

«Ho fatto dello sport un lavoro – conclude –  ma non è soltanto questo: lo sport è un elemento importante che nel tempo libero condivido anche con i miei figli».

Trek

Trek Domane AL, esaltazione di comfort e versatilità

07.10.2023
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Scegliere l’alluminio al giorno d’oggi è un’opzione intelligente e valorizzata sotto molteplici punti di forza. Trek presenta la nuova Domane AL di quarta generazione: una bici pensata per offrire comfort in ogni situazione e una versatilità ancora più ampia. La chiave di questo approccio è proprio il telaio in alluminio di alta qualità e il design snellito con un passaggio ruote più ampio. La Domane AL è un esempio di prestazioni racchiuse in un rapporto qualità/prezzo competitivo.

Comfort ovunque

La quarta generazione di questa Domane AL vanta una costruzione telaistica rinnovata. E’ infatti realizzata con un telaio in alluminio Alpha 100 Series riprogettato e una nuova forcella interamente in carbonio che la portano a pesare circa 225 grammi in meno rispetto al modello precedente. Il nuovo passaggio per ruote da 38 mm offre la libertà di avventurarsi tranquillamente su fondi che vanno dall’asfalto alle strade di campagna accidentate fino alla maggior parte dei percorsi gravel.

Una serie di migliorie che favoriscono una crescita notevole sotto l’aspetto del comfort, anche grazie alla geometria endurance che assicura una posizione di guida eretta. Domane AL è inoltre una bici molto apprezzata per il suo design pulito e moderno. Ora vanta una predisposizione a fondi più sconnessi e l’integrazione dei cavi che normalmente ci si aspetterebbe dai modelli di bicicletta di fascia alta. Il tutto con un peso ridotto rispetto a prima.

Versatilità totale

Chi sceglie la nuova Domane AL cerca versatilità e un ventaglio di utilizzo ampio. A conferma di ciò il team di progettisti Trek ha disegnato una bici con predisposizioni e dettagli tecnici per più esigenze. A partire dai punti di attacco per la borsa al tubo orizzontale, il portapacchi e i parafango che trasformano Domane AL nella bici ideale per qualsiasi attività. Ma anche l’attacco Blendr per fissare luci e computer e attacchi di supporto per i vari portaborraccia, necessari per l’idratazione durante le avventure più lunghe. 

Da sottolineare anche il moderno manubrio da strada, ora più ergonomico e facile da controllare, con un reach più corto e un flare di 4 millimetri. Infine, la Domane AL presenta una novità assoluta: un nuovo perno passante per montare il forcellino Universal Derailleur Hanger. Si tratta dello stesso forcellino UDH delle mountain bike Trek, che per i ciclisti si traduce in compatibilità tra le varie categorie.

Il listino prezzi vede la gamma partire con il modello Domane AL 2 a 1.229 euro, seguito dalla Domane AL 4 a 2.049 euro e infine la Domane AL 5 a 2.359 euro.

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