Una nuova Emonda? No, arriva la Trek Madone generazione 8

27.06.2024
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MADRID (Spagna) – La Trek Madone 8 è una nuova bici, che porta con sé un nuovo carbonio di altissima gamma per Trek e diventa un simbolo in fatto di interpretazione delle bici leggere, veloci e ovviamente aero.

Carbonio OCLV900, design che richiama fortemente la Madone della generazione precedente e integrazione ai massimi livelli. Il tutto con un migliore comfort, ancora più sfruttabile in diversi contesti ed è leggerissima. Entriamo nel dettaglio, anche grazie al contributo di Jordan Roessingh, capo ingegnere di Trek.

Primo test nel dicembre 2022

«Eravamo ancora nella Trek-Segafredo. Il primo test su strada è stato fatto nel dicembre 2022 – ci racconta Roessingh – non su una sola bicicletta, perché ai corridori abbiamo fornito 3 opzioni diverse. Ognuna di queste aveva lo stesso carbonio, ma con laminazioni differenti. Una rigidissima, una più bilanciata, la terza votata al comfort, il tutto senza fornire indicazioni particolari agli atleti.

«Una bici bianca – prosegue sorridendo Roessingh – senza scritte e con il montaggio standard. Il risultato? Tutti i corridori, uomini e donne hanno scelto la configurazione che ci piace definire intermedia, o meglio, quella che ha mostrato il bilanciamento ottimale tra rigidità e comfort, tra rigidità e peso ridotto, quindi non quella più estrema. Il primo passo ufficiale verso la Madone che vediamo oggi, quella della generazione 8».

Jordan Roessingh, capo ingegnere di Trek
Jordan Roessingh, capo ingegnere di Trek

Stessa bici per professionisti e amatori

«La Trek Madone della generazione 8 che ha debuttato al Delfinato e che in modo ufficiale è al Tour -continua Roessingh – è la medesima che si trova nel catalogo e acquistabile. Non c’è nessuna differenza. La Madone 8 non sostituisce la Emonda che rimane in catalogo, anche se in termini di mercato una sovrapposizione è possibile, ma tecnicamente abbiamo una bici più veloce della stessa Emonda, più leggera e maggiormente efficiente quando la strada sale, se messa a confronto con la Madone 7. In sostanza, la nuova Madone punta ad unire gli utilizzatori Emonda a quelli più orientati ad una bici aerodinamica».

Nuova Madone, più leggera a prescindere

La nuova Trek Madone, a parità di allestimento, è più leggera della Emonda attuale, con un risparmio di 320 grammi di peso se messa a confronto con la Madone della generazione 7. Rispetto alla Emonda è molto più veloce, perché sfrutta l’aerodinamica della piattaforma Madone, con il vantaggio che è maggiormanete versatile e sfruttabile anche nelle condizioni di salita dura.

Per gli amanti dei numeri e dei dati: rispetto alla Emonda guadagna 77 secondi su un’ora, a pari velocità e in posizione ribassata sul manubrio. Al tempo stesso ha un’elasticità verticale migliorata dell’80% rispetto alla Madone e del 24% rispetto alla Emonda, ecco perché è più comoda e anche più stabile. Il valore alla bilancia dichiarato per la SLR in taglia 56 è di 765 grammi per il telaio, 370 per la forcella.

Come è fatta

Il design di ogni singola tubazione è differente dalla Madone precedente (e cambia anche tra le taglie più piccole e quelle grandi), anche se l’accostamento visivo è immediato. La presenza dell’IsoFlow è lampante e dice molto. Utilizza il carbonio OCLV900 (per la versione top di gamma SLR, mentre la SL adotta l’OCLV500 con una laminazione del carbonio variata rispetto al passato), una prima in casa Trek. Sono stati cambiati gli stampi per la produzione dei monoscocca, operazione che ha obbligato a differenti variazioni nei processi di posa delle pelli di carbonio. La forcella è un singolo pezzo di carbonio, senza giunzioni.

Il nuovo pacchetto RSL include anche i portaborraccia, borracce che seguono le forme di piantone ed obliquo (ma compatibili con le classiche borracce rotonde) e un manubrio integrato con flare di 3 centimetri. La geometria è la H1.5 per le sei taglie: xs, s e m, ml, l e xl. Sono comunque disponibili 4 diverse lunghezze di reggisella, con arretramento, oppure con zero off-set. Si è optato per il forcellino UDH per il supporto del cambio posteriore. La scatola del movimento centrale segue il filone utilizzato per le ultime generazioni delle road di Trek, perché è di natura T47.

Gli allestimenti

Come accennato in precedenza le versioni sono due, la top di gamma SLR con il carbonio OCLV900, che adotta anche il manubrio Aero RSL Road (con una svasatura di 3 centimetri tra il punto di innesto dei manettini ed il terminale inferiore della piega) e Trek Madone con il carbonio OCLV500 (che porta in dote il cockpit separato stem+piega).

Al top del listino troviamo le due Madone SLR9, la prima con suffisso AXS che adotta la trasmissione Sram Red AXS, la seconda con il pacchetto Shimano Dura Ace (rispettivamente a 13.999 e 13.499 euro). Entrambe hanno le ruote Bontrager Aeolus51 e i rispettivi power meter. Inoltre queste due versioni montano i tubeless Pirelli, come delle vere team replica Lidl-Trek. Si scende di una gradino per passare alle SLR7, la prima con Shimano Ultegra, la seconda con lo Sram Force AXS (quest’ultima con il power meter Quarq e rispettivamente a 8.999, 9.499 euro). Entrambe hanno sempre le ruote Bontrager 51, ma della serie Pro.

Per quanto riguarda le Madone SL (tutte con le ruote Bontrager Pro), c’è la 7 con Shimano Ultegra (6.659 euro di listino), le due SL6 con Shimano 105 Di2 e Sram Rival AXS (rispettivamente a 5.129 e 5.639, quella AXS include il misuratore di potenza) e la SL5 con ruote Bontrager Paradigm in alluminio (3.589 euro di listino). Per entrambe le versioni sono disponibili anche i frame-kit: SLR a 5.129 euro, mentre SL a 3.069 euro.

Trek

La bici del gigante, veloce e precisa come una freccia

16.05.2024
6 min
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Un metro e 93 come Ganna, un chilo di più: 84. Jonathan Milan è un gigante buono, salvo nelle occasioni in cui si lancia negli sprint. In quei casi si trasforma in un guerriero capace di sprigionare per circa 5 secondi punte di 1.940 watt con un valore medio durante la volata di poco superiore ai 1.600. A tutto questo spingere selvaggio di gambe, corrisponde il violento oscillare della bici. Johnny non è il velocista più composto del gruppo, ma quanto a forza fisica non teme confronti.

Tanta potenza passa però per il telaio, le ruote e il manubrio della sua Trek e questo accende i fari proprio sulla bici del friulano. Perciò, cogliendo l’occasione della seconda vittoria di tappa, la abbiamo sfilata dalle mani del meccanico Giuseppe Campanella per farcela raccontare più nei dettagli.

Giuseppe Campanella è uno dei meccanici italiani della Lidl-Trek
Giuseppe Campanella è uno dei meccanici italiani della Lidl-Trek
Con che bici corre Milan?

Una Trek Madone SLR. Telaio alto 60 e lungo 58. Arretramento sella di 8,7 e reggisella XL studiato per le persone di altezza superiore a 1,85. Altezza di sella di 84 e attacco manubrio da 120 mm con inclinazione di 7 gradi. Usa pedivelle da 175. Per la sua altezza e il peso, quando fa le volate tende a oscillare parecchio.

Una volta per un atleta di questa taglia sarebbe stata fatta una bici su misura.

Jonathan usa lo stesso telaio degli altri corridori. Forse in casa madre Trek, per quel genere di telaio utilizzano una composizione leggermente differente di carbonio, però normalmente sono quelli che si trovano in commercio. La Madone è la più rigida di tutte. E’ paragonabile a una freccia e quindi mantiene molto la traiettoria. Ne abbiamo due versioni, anche una più leggera che ad esempio usa spesso Mads Pedersen. Alcuni la prediligono quando durante la tappa ci sono delle salite o l’arrivo è leggermente in salita.

Avete in dotazione lo Sram Red, ora anche quello nuovo. Che rapporti usa Milan in volata?

I pacchi pignoni che monta, in base alle tappe, sono 10-33 oppure 10-36. Le volate le fa col 10 davanti e il 54 o 56 dietro a seconda del percorso. In ogni caso, usa il misuratore di potenza AXS di Sram. Per le volate, Jonathan utilizza i pulsantini per cambiare, mentre altri li usano per gestire il computerino. Vengono chiamati “sprinter” e sono dei comandi aggiuntivi posti sotto la leva freno, che facilitano la cambiata in fase di volata.

C’è stata qualche scelta di componenti su cui ha brigato oppure trova subito quel che cerca?

E’ molto esigente, gli piace che la sua bici vada sempre bene. In compenso non ha particolari esigenze. Ha trovato la posizione al training camp di dicembre e nel secondo di gennaio abbiamo fatto solo minimi aggiustamenti. Ha provato un paio di selle diverse, prima da 135 e poi 145 di larghezza, però in linea di massima le misure sono rimaste le stesse. L’arretramento di sella è elevato perché comunque il telaio è grande. Quando è in salita, Milan tende a spingere da dietro e non di punta.

Nonostante sia così grande, Milan ha il manubrio da 42: non è piccolo?

E’ una scelta aerodinamica e per comprimersi meglio durante la fase della volata. E sempre sul manubrio e per l’aerodinamica, si può dire che tiene le leve dei freni al limite del regolamento dell’UCI, quindi girate verso l’interno.

Con quali ruote corre Milan?

Dipende dal percorso, ovviamente. Nelle tappe pianeggianti predilige una ruota 62, quindi molto rigida, che è la più alta che abbiamo. Nelle tappe che invece presentano qualche salita le sceglie invece da 51, sempre con pneumatici tubeless da 28. Se poi vogliamo parlare delle pressioni, visto che è un corridore abbastanza pesante, il gonfiaggio per lui oscilla tra i 5,4 e 5,6 fra anteriore e posteriore. Ha fatto dei test a inizio anno, anche in galleria del vento, e ha determinato una serie di pressioni. Quelle ottimali per lui in base alla statura e alla potenza che esprime sui pedali. Solo per il Nord ha cambiato qualcosa, riducendo un po’ la pressione, quindi 5 all’anteriore e 5,2 al posteriore. In ogni caso, resta differenza fra le due ruote.

Il telaio e la forcella della Madone di Milan sono costruiti con il carbonio OCLV800, ultimo sviluppo della fibra di Trek. Attacco e manubrio sono di nuova generazione, più stretto sopra e con una sorta di svasatura che lo porta ad essere largo nella sezione bassa. La bici non punta sui vantaggi del sistema IsoSpeed, al contrario la bici sfrutta la rigidità del nodo di sella, del piantone e dei foderi obliqui per aumentare l’efficienza aerodinamica, sacrificando il comfort, ma non la stabilità. A giudicare dall’accelerazione e dalla volata di Milan ieri a Francavilla, il sistema dà ottimi frutti…

Trek Madone SL, provata la nuova versione

24.08.2023
5 min
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La settima generazione della Trek Madone si completa grazie alla versione SL. C’è una carbonio differente, ovvero l’OCLV500 invece dell’800 (impiegato per la SLR), ma le forme ed il design rimangono invariati.

Mutuando le soluzioni aerodinamiche della SLR, la nuova SL eredita anche la velocità e l’efficienza in termini di penetrazione dello spazio. Entriamo nel dettaglio.

Il particolare sviluppo del piantone e dell’IsoFlow
Il particolare sviluppo del piantone e dell’IsoFlow

Nuova Madone significa IsoFlow

IsoFlow, ha sostituito completamente il dissipatore e sdoppiatore di vibrazioni IsoSpeed, adottato fino alla generazione precedente. Seppur molto efficace (considerando anche il periodo in cui è stato progettato), l’IsoSpeed creava anche un significativo aumento di peso.

Questo non accade con “la feritoia” IsoFlow, che oltre ad ottimizzare alcuni fattori dell’aerodinamica, permette di non influire negativamente sul valore della bilancia, oltre ad essere un segno di distinzione della Trek Madone. Inoltre, così come per la SLR, anche la SL adotta l’ultima generazione di sviluppo Kamm per le tubazioni, in fatto di volumi e disegno.

Non c’è l’integrato, ergonomia top

Il manubrio RSL riprende il concetto (e la geometria) espresso dal nuovo cockpit integrato in dotazione alla SLR. C’è una svasatura laterale (flare) pronunciata che aiuta a massimizzare gli effetti della posizione ribassata e influisce in modo esponenziale anche sul controllo dell’avantreno quando le velocità si alzano (anche nei tornanti in discesa). Traducendo in numeri: sul punto di ancoraggio dei manettini il manubrio è largo 39 centimetri, mentre al limite della piega inferiore è 42.

E’ parecchio sfruttabile in diverse posizioni e pur non essendo integrato è molto rigido. E’ abbinato ad uno stem in alluminio massiccio con linee squadrate e decise.

La Madone SL7 in test

Una taglia 54, con la trasmissione Shimano Ultegra 12v (52-36 e 11-30) e le ruote Bontrager Aeolus Pro51. Queste ruote a nostro parere sono il compromesso ottimale tra peso, scorrevolezza e versatilità. Sono gommate con i copertoncini Bontrager da 28, ma i cerchi sono perfettamente compatibili con i tubeless. C’è la sella corta Bontrager Aeolus Comp. Il peso rilevato è di 8 chilogrammi (senza pedali).

Il prezzo di listino è di 7.999 euro. C’è anche un allestimento SL6, con trasmissione Shimano 105 Di2 e ruote Bontrager versione Elite, disponibile ad un prezzo di listino di 5.999 euro.

In fase di rilancio è un punto di riferimento per la categoria
In fase di rilancio è un punto di riferimento per la categoria

Come va

C’è poca differenza rispetto alla sorella SLR7, considerando il valore alla bilancia e anche in fatto di performances, tenendo ben presente la parità di taglia e l’allestimento. Quando è messa alla frusta la SL è meno “cattiva”, meno perentoria ed è più “gommosa” quando si affrontano tratti di strada malmessi, ma per tutto il resto emerge il DNA corsaiolo senza mezze misure.

La differenza più grande e percepibile fin dalle prime pedalate è legata all’avantreno, dove il manubrio integrato in dotazione alla SLR fa la differenza. Ma è giusto sottolineare la bontà progettuale, la sfruttabilità e la rigidità dell’RSL presente sulla versione SL, sicuramente bello da vedere e gratificante da utilizzare, decisamente superiore (in fatto di resa tecnica) rispetto a un qualsiasi altro comparto che prevede stem e piega separati.

La Trek Madone SL rimane una bici racing aero prima di tutto, pensata, sviluppata e costruita per gareggiare. Invita a caricare l’avantreno sempre e comunque e spinge ad usare il manubrio in tutte le sue parti, un dettaglio tutt’altro che secondario. E’ un compasso in ogni situazione di guida, con una precisione di tenuta delle traiettorie non comune a questo livello di bici. Non la consideriamo una bicicletta da scalatore, anche se la sua efficienza non rimane nascosta neppure quando la strada sale in modo importante.

In conclusione

La scelta di proporre una versione meno costosa (rispetto alla SLR) della Trek Madone è a nostro parere corretta e permette ad una schiera di utenza diversa di poter usare una delle bici aero più azzeccate dell’ultima generazione. Se confrontata con la versione SLR, mostra delle differenza, anche se non sono così lampanti e bisogna avere una buona sensibilità per riuscire a fare delle sovrapposizioni.

Proprio questo fattore rende la Madone SL una bici vera, un pacchetto da valutare con interesse e che mostra un range di prezzi adeguati ad una sorta di gamma media del mercato che torna ad essere un buon riferimento anche per chi ha un animo (e la gamba) da agonista.

Trek

La passione per la bici di Ilaria Sanguineti

17.05.2023
5 min
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CATTOLICA (RN), Ilaria Sanguineti non è solo un’atleta che molti team vorrebbero nel proprio organico, ma è anche un’appassionata di bici e della sua tecnica, competente e preparata, coinvolgente con la sua simpatia e disponibilità.

Con lei abbiamo fatto una chiacchierata in occasione della Granfondo Squali Trek di Cattolica, dove è stata ospite e ha pedalato con il gruppo sotto il diluvio.

La “home bike” di Sanguineti, la sua bici da allenamento
La “home bike” di Sanguineti, la sua bici da allenamento
Quale è la bici di Ilaria Sanguineti?

Principalmente la Madone, ma il team ci ha messo a disposizione anche la Emonda. Per le mie caratteristiche e per i compiti che devo svolgere, la Madone è più adatta, la sento più mia. Ad esempio alla Vuelta ho usato la Emonda in diverse tappe, visto la tanta salita che abbiamo affrontato.

Come è montata?

La trasmissione ed i freni sono Sram Red. Davanti uso sempre la combinazione 52-39 con il misuratore di potenza. La scelta dei pignoni invece dipende dai percorsi. Di solito chiedo la scala 10-28 oppure 10-33. Quest’ultima soluzione è quella che uso nella bici da allenamento che tengo a casa. Le ruote sono Bontrager e le più utilizzate sono quelle con il profilo da 51, ma onestamente le 62 sono quelle che preferisco. Bello vederle montate, sono un vestito perfetto per la Madone. I tubeless da 28 sono quelli più utilizzati, oppure i copertoncini sulla bici da allenamento.

Yaya Sanguineti è approdata quest’anno alla Trek-Segafredo, ritrovando Elisa Balsamo
Yaya Sanguineti è approdata quest’anno alla Trek-Segafredo, ritrovando Elisa Balsamo
La home bike, come la chiami tu, è uguale a quella da gara?

Il telaio è lo stesso, non cambia nulla. E’ diverso invece il manubrio. Su quella da gara uso la versione integrata, bellissima anche da vedere, invece su quella da allenamento l’attacco e la piega non sono un blocco unico, ma le misure restano ovviamente invariate.

Un confronto con la bici che usavi in precedenza, cosa è cambiato?

La reattività della Madone mi ha lasciato di stucco fin dalla prima volta che l’ho utilizzata. Sempre pronta a cambiare passo, rigida e agile al tempo stesso, molto veloce e gratificante da spingere al limite anche in discesa. A me piace andare forte in discesa. Ovviamente non è la bicicletta delle grandi e interminabili salite, ma è perfetta per buona parte delle situazioni che incontriamo in gara e per i compiti che devo assolvere.

52-39, le corone sempre utilizzate da Ilaria Sanguineti
52-39, le corone sempre utilizzate da Ilaria Sanguineti
Invece per quanto concerne i rapporti?

E’ cambiato molto anche in questo senso, ma onestamente, avendo sempre utilizzato le corone 53-39 davanti, per me il cambio non è stato così invasivo. La grossa differenza è il pignone da 10, che non viene quasi mai utilizzato, neppure durante gli sprint più veloci. Viene ingaggiato qualche volta nelle discese quando è fondamentale spingere a fuoco, magari per rientrare sul gruppo davanti, oppure per allungare e cercare di spezzare il gruppo.

Ti piace smanettare sulla bici?

Mi piace tantissimo, è una cosa che ho sempre fatto in passato. Ora in misura minore, ma è per vero che anche le biciclette sono cambiate molto. C’è tanta integrazione che rende più complicate le operazioni meccaniche fatte in casa e poi c’è l’elettronica. Adesso, con il telefonino è possibile regolare il cambio, solo per fare un esempio.

Con Rudy Pesenti di Trek Italia
Con Rudy Pesenti di Trek Italia
Torneresti ai freni normali?

Direi proprio di no, la differenza con le bici a disco è abissale. Riuserei una bici con i freni caliper solo per curiosità e ripercorrere un po’ il passato.

Invece per quanto riguarda le gomme tubeless, cosa sì e cosa no?

Cosa no, non saprei dire. Da quando utilizzo stabilmente i tubeless non ricordo di aver più forato, neppure sul pavé del Belgio.

Assieme a Gaia Realini: le due sono arrivate quest’anno alla Trek-Segafredo scoprendo le nuove dotazioni tecniche
Assieme a Gaia Realini: le due sono arrivate quest’anno alla Trek-Segafredo
Quanti chilometri fai in un anno e quale è la media dell’uscita quotidiana?

Sempre a ridosso dei 30.000 chilometri all’anno, poco più o poco meno. Ogni giorno sono almeno 3 ore di bicicletta, ma ci sono giornate dove starei in bici tutto il giorno, magari senza guardare il misuratore e senza fare tabelle. Sono le giornate in cui la bicicletta diventa un vero e proprio godimento.

Esiste un aspetto noioso del ciclismo?

Noioso è una parola che non mi appartiene e credo che se ami la bicicletta, il ciclismo in genere, la noia non sia un fattore da considerare. Neppure i ritiri sono noiosi, soprattutto quando c’è un bel gruppo.

Un aspetto che, al contrario, reputi particolarmente stimolante?

Mi piace diventare un riferimento quando siamo in gara e diventa palese il fatto che gli altri team stanno a guardare come ci muoviamo noi Trek-Segafredo. Adoro fornire il mio contributo alla vittoria del mio capitano, che in buona parte delle occasioni è Elisa Balsamo: vederla alzare le braccia mi fa stare bene. Così come lavorare a fondo anche per Longo Borghini. Alla Vuelta ho tirato tanto per Gaia Realini e il lavoro ha pagato. Mi piace fare fatica per gli altri.

L’incontro con Ilaria Sanguineti si è svolto alla Gran Fondo Squali-Trek
L’incontro con Ilaria Sanguineti si è svolto alla Gran Fondo Squali-Trek
Qual è l’atleta che ti ha colpito di più?

Ce ne sono due che mi hanno colpito e ogni volta, ancora adesso, mi trasmettono qualcosa. Marianne Vos senza dubbio, ma anche Lizzie Deignan. Marianne Vos era una leader da giovane, un’atleta completa sotto ogni aspetto, dalla guida della bici, fino ad arrivare al carisma ed è così anche oggi che non è più una ragazzina. Lizzie Deignan ha uno stile in bici che non ha nessun’altra, è forte e si percepisce la sua leadership dal solo sguardo. Quando sei sulla bici devi essere anche bella da guardare, non solo forte e lei ha fascino. Ha una personalità esagerata e coinvolgente, senza dimenticare che ha avuto due bambini: una grandissima.

Una Trek Madone per Stuyven in vista della Sanremo

01.03.2022
5 min
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Jasper Stuyven ha vinto la Milano-Sanremo nel 2021, con un’azione da finisseur che ha colto di sorpresa il gruppo che si è giocato la Classicissima. Cosa cambia sulla bicicletta in versione 2022, rispetto a quella utilizzata nel 2021?

Lo abbiamo chiesto a Mauro Adobati, meccanico del team Trek-Segafredo, che ci offre qualche spunto interessante sulla Trek Madone del forte corridore belga. Continua così il nostro percorso di conoscenza delle bici dei campioni, dopo aver presentato la Merida di Colbrelli e la Specialized di Asgreen.

Mauro Adobati, bergamasco, è uno dei meccanici più esperti della Trek-Segafredo
Mauro Adobati, bergamasco, è uno dei meccanici più esperti della Trek-Segafredo
Quali bici ha a disposizione Stuyven?

Tutti i corridori del team possono scegliere tra i modelli Emonda e Madone. In base alle scelte e alle preferenze dell’atleta, quelle di inizio anno ed espresse durante i primi collegiali, ai corridori vengono forniti i modelli specifici.

C’è una preferenza del corridore belga?

Jasper è un corridore da Trek Madone, ama particolarmente questa bicicletta. Anche dal punto di vista tecnico è adatta a lui, perché è aerodinamica e veloce. Stuyven è potente e un gran passista e ha bisogno di un mezzo del genere. La sua dotazione prevede anche una Trek Emonda, che però viene utilizzata meno, solo quando ci sono corse con grandi salite, dove lui ha necessità di salvare la gamba.

Quindi, c’è la preferenza del corridore e anche una scelta tecnica?

Sì, il corridore ha l’ultima parola sulla scelta, poi ovviamente si tengono in considerazione le caratteristiche dell’atleta. Ad esempio Ciccone… Lui non utilizza la Madone, ma solo la Emonda. I due corridori sono molto differenti per espressione e doti atletiche, aspetto che si riflette anche sulla scelta della bici.

Disco anteriore da 160 millimetri e nessuno spacer tra stem e sterzo (foto hardyccphotos per Trek)
Disco anteriore da 160 millimetri e nessuno spacer tra stem e sterzo (foto hardyccphotos per Trek)
Quale taglia di bici utilizza Stuyven?

Jasper usa una 58, misura comune alle bici della sua dotazione.

Cambia posizione in sella in base alle gare e alla stagione?

No, Stuyven mantiene sempre la stessa posizione in bici. Il cambio di setting è una cosa che avviene sempre meno, magari piccoli aggiustamenti, ma di sicuro non si verificano delle variazioni importanti.

Con quale bici presumibilmente farà la Sanremo?

Di sicuro con la Trek Madone.

Jasper Stuyven alla Sanremo 2021, con la Trek Madone edizione 2021 (foto rossbellphoto per Trek)
Jasper Stuyven alla Sanremo 2021, con la Trek Madone edizione 2021 (foto rossbellphoto per Trek)
Ci puoi dare qualche dettaglio della componentistica?

Le scelte saranno fatte a ridosso dell’evento, ma posso dire le preferenze di Stuyven. Normalmente utilizza la doppia corona anteriore con la combinazione 54-41 e con le pedivelle da 170. Corte se consideriamo la struttura fisica, ma lui si trova bene così. La scala dei rapporti dietro 10-33.

E invece per il cockpit?

La sua Madone è montata con un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL. E’ quello che normalmente va in dotazione alla Emonda. Ha uno stem da 130 millimetri, con un’inclinazione negativa di 17°. La larghezza della piega è da 400. Stuyven usa una sella tradizionale, non corta.

Stuyven utilizza un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL (foto Instagram)
Stuyven utilizza un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL (foto Instagram)
Un manubrio largo solo 40 centimetri?

Si, la tendenza è quella di utilizzare manubri stretti, nonostante le caratteristiche fisiche del corridore facciano pensare ad una piega larga. Dobbiamo considerare l’impatto aerodinamico ridotto che porta ad avere una piega stretta. E poi ci sono anche i manettini spostati verso l’interno: efficienza, ma anche preferenze personali.

Per il comparto ruote, quale potrebbe essere la scelta di Stuyven, sempre in ottica Sanremo?

Le ruote sono montate con i tubeless, lo standard inizia ad essere questo. Per le ruote la preferenza sarà rivolta al 90% per le Bontrager Aeolus RSL 62, tubeless da 28. Le pressioni tra le 5,7 e 6 atmosfere. Il team utilizza gli pneumatici Pirelli Race TLR. Ogni ruota con i tubeless prevede l’utilizzo del lattice anti-foratura.

Un nuovo tubeless Pirelli che vedremo in commercio prossimamente? (foto hardyccphotos per Trek)
Un nuovo tubeless Pirelli che vedremo in commercio prossimamente? (foto hardyccphotos per Trek)
Utilizzate ancora i tubolari e le ruote per i tubolari?

Sempre meno, come dicevo prima la tendenza è di un passaggio totale al tubeless. Inoltre, con i tubeless abbiamo notato che si fora meno e gli stessi corridori sono contenti perché scorrono parecchio. La scelta dei tubeless è comunque un percorso graduale, necessario anche per far prendere il giusto feeling agli atleti. Comunque le ruote che abbiamo a disposizione sono ormai quasi tutte per i tubeless.

E invece come ti comporti con le batterie della trasmissione?

Le batterie del cambio posteriore e del deragliatore vengono rimosse dopo ogni gara e non necessariamente ricaricate. Vengono controllate, questo sì e viene applicato il cap rosso che le protegge ed evita dispersioni. La mattina successiva, prima della gara, le rimontiamo e i corridori trovano la bici pronta in ordine di marcia.

Con una Madone ha chiuso e con una Madone, Stuyven ha riaperto il 2022. Qui all’Het Nieuwsblad con un piccolo tifoso
Con una Madone, Stuyven ha riaperto il 2022. Qui all’Het Nieuwsblad con un piccolo tifoso
Utilizzi delle soluzioni particolari per preservare i movimenti rotanti di ruote e movimento centrale?

Non uso e non utilizziamo delle soluzioni meccaniche particolari, poi ci sono da considerare anche le abitudini del meccanico. Talvolta cerchiamo di usare un olio meno viscoso per la catena, in modo che non si accumulino troppi residui. Diciamo che le gare tradizionali non portano ad affrontare grosse problematiche. Sono le gare del Nord e competizioni come ad esempio La Strade Bianche che spesso ti obbligano a sostituire tutto!

Lapierre Demare

Le bici aerodinamiche del WorldTour

04.11.2020
4 min
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L’intervista rilasciataci da Marco Frapporti sui materiali in dotazione ai team WorldTour ha acceso la nostra curiosità. Abbiamo cercato di capire quali sono i punti chiave dello sviluppo tecnologico. Da qui siamo partiti per un’analisi più approfondita, che vede come primo punto i telai aerodinamici.

Non è un segreto che da qualche anno l’aerodinamica ha assunto un ruolo sempre più importante nella progettazione e sviluppo delle biciclette moderne, tanto da risultare determinante quanto il peso e la reattività. Ma quali sono le caratteristiche di una bicicletta aerodinamica? Per rispondere a questa domanda abbiamo analizzato delle biciclette aero in dotazione ad alcuni team World Tour.

Fra i modelli che abbiamo osservato ci sono: Trek Madone, Specialized Venge, Lapierre Aircode DRS, BMC -Timemachine Road, Cannondale SuperSix e Merida Reacto.
Alcuni punti sono comuni a tutti questi modelli, e forse definiscono cosa si intende per bicicletta aerodinamica. Per prima cosa, tutte sono state progettate e sviluppate con l’ausilio della galleria del vento, cui si ricorre sempre più spesso.

Un altro punto comune è il manubrio con profilo alare e passaggio cavi interno. Trovandosi nella parte frontale, esso ricopre un ruolo importante ai fini dell’impatto con l’aria. Rispetto ai primi modelli aerodinamici e integrati, oggi si ricorre a sistemi di manubrio e attacco separati, in modo da facilitare anche le eventuali regolazioni per trovare il posizionamento migliore.

Un aspetto fondamentale e comune a queste bici è il profilo delle tubazioni, che presentano la famosa coda tronca: la più favorevole per far defluire l’aria velocemente. Ovviamente tra le varie bici ci sono delle differenze, che vediamo di seguito

Mads Pedersen impegnato sulla sua Trek Madone
Mads Pedersen sulla sua Trek Madone

Trek Madone con Isospeed

La Trek Madone con cui pedalano gli atleti del Team Trek-Segafredo, è una delle biciclette aerodinamiche più famose e con delle soluzioni tecniche molto interessanti. Oltre alle doti aerodinamiche, Trek ha pensato anche al comfort con il sistema Isospeed. In pratica grazie a una semplice regolazione è possibile modificare l’elasticità del telaio e assorbire le vibrazioni in maniera diversa. In questo modo ogni ciclista può trovare l’assetto che preferisce in base al tracciato o alle condizioni fisiche del momento. La Madone vanta una geometria aggressiva con l’angolo del tubo sterzo che nella taglia più grande è di 73,9 gradi, vale a dire un angolo molto chiuso che va a favore della reattività dell’avantreno.

La Venge è in dotazione a due team

La Specialized Venge in dotazione ai Team Bora-Hansgrohe e Deceunink-Quick Step è frutto degli studi di fluidodinamica computazionale al CFD e dei test in galleria del vento che si trova nella sede del marchio americano a Morgan Hill. Grazie al concetto Rider First Engineered ogni misura del telaio ha delle caratteristiche specifiche di assorbimento delle vibrazioni, maneggevolezza e rigidità. Anche il Venge vanta un angolo sterzo improntato alla ricerca della reattività con dei valori che vanno dai 71,75 gradi della taglia più piccola fino ai 74 gradi della misura più grande.

Sam Bennet prima del via con la Specialized Venge
Sam Bennet prima della partenza con la Specialized Venge

Veloce per Demare

La bicicletta che ha vinto ben quattro tappe all’ultimo Giro d’Italia. Stiamo parlando della Lapierre Aircode DRS. Il telaio e la forcella sono stati pensati come un pezzo unico, per far defluire l’aria in modo migliore. Una scelta un po’ in contro tendenza è quella di montare un attacco manubrio in alluminio con la curva in carbonio. La sigla DRS sta per Drag Reduction system che ha l’obiettivo di migliorar il deflusso dell’aria.

Un occhio al comfort

La BMC Timemachine Road è una delle biciclette in dotazione al Team NTT ed è quella usata da Nizzolo nelle vittorie del Campionato Italiano ed Europeo. Oltre alla ricerca dei profili aerodinamici e al manubrio con profilo alare, anche BMC ha cercato di conferire un buon grado di comfort tramite la tecnologia TCC Tuned Compliance Concept. Con questo sistema ogni modello della casa elvetica viene realizzato con una differente flessibilità verticale. L’obiettivo è avere l’equilibrio migliore fra la rigidità laterale e quella verticale. Per quanto riguarda le geometrie questa bicicletta ha dei valori meno estremi, infatti se consideriamo l’angolo di sterzo, si parte da un minimo di 71,2 gradi per la taglia più piccola fino ai 72 gradi del telaio più grande.

BMC Nizzolo
Il Timemachine Road di Giacomo Nizzolo
BMC Nizzolo
Il Timemachine Road di Giaocomo Nizzolo

Un sistema unico

Il Cannondale SystemSix in dotazione al Team EF è figlio di un progetto dove il telaio, la forcella, il reggisella, il manubrio, l’attacco e le ruote sono state progettate e sviluppate insieme come fossero un sistema unico. Questo ha portato ad una bicicletta molto veloce che ad una velocità di 48 chilometri orari fa risparmiare ben 50 Watt. Un vantaggio che si sente anche quando si è in scia.

Profilo Naca

La Merida Reacto del Team Bahrain-McLaren vanta un profilo dei tubi Naca 0028 con il reggisella che ha integrato un elastomero per smorzare le vibrazioni e favorire il comfort. Anche la Reacto ha dei valori di angolo sterzo aggressivi che vanno da 71,5 gradi fino ai 74 gradi della misura più grande.