Trek Emonda SLR7: grandiosa in salita, una spada in discesa

14.06.2022
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Il test della Trek Emonda SLR7 2022

Il kit telaio e una parte della componentistica rappresentano una conferma, come una conferma sono le performances di questa bicicletta. Si tratta della Trek Emonda SLR7, quella con il carbonio OCLV800 e con l’allestimento 2022 che prevede la trasmissione Shimano Ultegra Di2 a 12 velocità. Questa bicicletta ha una verniciatura appagante e gratificante, frutto di un’evoluzione della piattaforma custom ProjectOne. La nostra prova ha preso il via alla Granfondo Squali Trek.

Una parte del test durante la Granfondo Squali Trek (foto Sara Carena)
Una parte del test durante la Granfondo Squali Trek (foto Sara Carena)

Emonda SLR, due peculiarità

Prima di tutto è necessario precisare che è il pacchetto completo che fa la differenza. L’allestimento 7 non è il top del listino, anche se questa Emonda è molto più che una bicicletta race ready. Il carbonio e la geometria offrono degli spunti interessanti da argomentare (e da sfruttare una volta su strada). La fibra composita è quella più pregiata, sviluppata e lanciata proprio in occasione dell’ufficializzazione dell’ultima versione della Trek Emonda. Spessori ridottissimi e tubazioni che hanno un design marcatamente aerodinamico, ma al tempo stesso mai eccessivo negli ingombri.

L’impatto estetico nel suo complesso è un misto tra aggressività, eleganza ed efficienza. E poi la geometria H1.5 che, a nostro parere, è il primo fattore da considerare. E’ capace di combinare dei valori di reach e stack contenuti, che si traducono in una bicicletta compatta, ma che permette di sfruttare degli stem corti e non obbliga a coricarsi ed allungarsi sull’orizzontale schiacciandosi verso il basso. Taglia per taglia, anche il piantone adotta delle inclinazioni “giuste”, dando vita ad un compromesso ottimale tra la distribuzione dei pesi del corpo tra piantone e carro posteriore.

L’allestimento

Il frame-kit prevede il telaio e la forcella in carbonio OCLV800, il manubrio integrato e full carbon Bontrager. La zona dello sterzo è un esempio di aerodinamica applicata alle bici leggere e da scalatore, con il limite del blocco laterale, dovuto al passaggio interno delle guaine (il manubrio non ruota completamente, anche se non crea nessuna difficoltà nelle fasi di guida).

E poi il “tradizionale” reggisella RideTuned di Trek. Quest’ultimo adotta una soluzione sempre interessante che ha l’obiettivo di far collimare l’efficacia dell’integrato ad un’infinità di personalizzazioni in altezza. Il piantone è prolungato verso l’alto e c’è una sorta di cover che funge da seat-post (sopra c’è il sistema di blocco per la sella, che è corta ed è una Bontrager Aeolus P2 Elite con rail in acciaio e larghezza da 145 millimetri).

Anche le ruote sono firmate Bontrager, sono della serie Pro37 (tubeless ready) e della famiglia Aeolus. Ci sono le gomme clincher R3, sempre Bontrager e con sezione da 28 millimetri. La trasmissione è Ultegra Di2 a 12 rapporti, con la combinazione 52-36 e 11-30. Davvero bello il colore amethyst della bicicletta test, disponibile a catalogo e che fa parte della piattaforma di customizzazione ProjectOne. Il prezzo di listino è di 8.599 euro.

Le nostre impressioni

Non c’è allestimento che sia in grado di far scendere le quotazioni di questo progetto, che si conferma una bicicletta davvero azzeccata. Anzi, sotto alcuni punti di vista, proprio questo allestimento 7 è il compromesso perfetto, perché il pacchetto è race e con un buon comfort. Parte del merito è da attribuire alle ruote, che non sono rigide, ma sono reattive, sono moderne e permettono di sfruttare differenti configurazioni in fatto di pneumatici.

Ecco che il comfort è il risultato di più fattori che si sovrappongono: la geometria non troppo spinta e che influisce in maniera positiva sulla guidabilità della bicicletta, un peso contenuto (abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 7,35 chilogrammi), una bicicletta fluida, scorrevole, facile e veloce.

La sella Bontrager Elite e la zona “tipica” del nodo sella
La sella Bontrager Elite e la zona “tipica” del nodo sella

In discesa è una lama

In salita è con tutta probabilità la migliore di sempre e la nostra considerazione non si riferisce solo a questo allestimento, ma al progetto Trek Emonda. E’ molto sostenuta nella sezione dell’avantreno, aiuta nelle azioni di fuori-sella. Al tempo stesso la parte centrale e il retrotreno non si scompongono, anche quando si cambia ritmo in modo repentino. Quando si pedala da seduto, magari di forza e con lunghi rapporti, il carro posteriore non flette ed è sempre in spinta (ma anche in trazione).

In discesa è uno strumento di precisione, composta, affidabile e stabile (le ruote non sono per nulla nervose ed aiutano). E’ efficiente e permette di “rilassarsi” senza ancorarsi al manubrio. In questa situazione gioca un ruolo molto importante anche il manubrio, con delle quote sfruttabili di profondità e ampiezza.

Linee decise e al tempo stesso armoniche (foto Sara Carena)
Linee decise e al tempo stesso armoniche (foto Sara Carena)

In conclusione

Questa versione della Emonda raggiunge l’apice di un progetto che si è evoluto, modificato ed è stato plasmato nel corso degli anni. In ogni suo step la Trek Emonda è stata capace di proporre qualcosa di funzionale, mai banale e in più occasioni ha anticipato delle soluzioni tecniche che hanno fatto scuola. Ma non è tutto, perché su questa bicicletta sono state mutuate anche delle soluzioni provenienti da altre bici (vedi per esempio l’aerodinamica “quasi” comune alla Madone), adattate al progetto Emonda per essere funzionali e non semplicemente incollate.

Quello che colpisce di più è il fatto che per avere una Emonda super performante non è necessario prendere il modello con l’allestimento migliore: un fattore tutt’altro che secondario, in una categoria di sport e passione dove i prodotti non sono a buon mercato.

Una Trek Madone per Stuyven in vista della Sanremo

01.03.2022
5 min
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Jasper Stuyven ha vinto la Milano-Sanremo nel 2021, con un’azione da finisseur che ha colto di sorpresa il gruppo che si è giocato la Classicissima. Cosa cambia sulla bicicletta in versione 2022, rispetto a quella utilizzata nel 2021?

Lo abbiamo chiesto a Mauro Adobati, meccanico del team Trek-Segafredo, che ci offre qualche spunto interessante sulla Trek Madone del forte corridore belga. Continua così il nostro percorso di conoscenza delle bici dei campioni, dopo aver presentato la Merida di Colbrelli e la Specialized di Asgreen.

Mauro Adobati, bergamasco, è uno dei meccanici più esperti della Trek-Segafredo
Mauro Adobati, bergamasco, è uno dei meccanici più esperti della Trek-Segafredo
Quali bici ha a disposizione Stuyven?

Tutti i corridori del team possono scegliere tra i modelli Emonda e Madone. In base alle scelte e alle preferenze dell’atleta, quelle di inizio anno ed espresse durante i primi collegiali, ai corridori vengono forniti i modelli specifici.

C’è una preferenza del corridore belga?

Jasper è un corridore da Trek Madone, ama particolarmente questa bicicletta. Anche dal punto di vista tecnico è adatta a lui, perché è aerodinamica e veloce. Stuyven è potente e un gran passista e ha bisogno di un mezzo del genere. La sua dotazione prevede anche una Trek Emonda, che però viene utilizzata meno, solo quando ci sono corse con grandi salite, dove lui ha necessità di salvare la gamba.

Quindi, c’è la preferenza del corridore e anche una scelta tecnica?

Sì, il corridore ha l’ultima parola sulla scelta, poi ovviamente si tengono in considerazione le caratteristiche dell’atleta. Ad esempio Ciccone… Lui non utilizza la Madone, ma solo la Emonda. I due corridori sono molto differenti per espressione e doti atletiche, aspetto che si riflette anche sulla scelta della bici.

Disco anteriore da 160 millimetri e nessuno spacer tra stem e sterzo (foto hardyccphotos per Trek)
Disco anteriore da 160 millimetri e nessuno spacer tra stem e sterzo (foto hardyccphotos per Trek)
Quale taglia di bici utilizza Stuyven?

Jasper usa una 58, misura comune alle bici della sua dotazione.

Cambia posizione in sella in base alle gare e alla stagione?

No, Stuyven mantiene sempre la stessa posizione in bici. Il cambio di setting è una cosa che avviene sempre meno, magari piccoli aggiustamenti, ma di sicuro non si verificano delle variazioni importanti.

Con quale bici presumibilmente farà la Sanremo?

Di sicuro con la Trek Madone.

Jasper Stuyven alla Sanremo 2021, con la Trek Madone edizione 2021 (foto rossbellphoto per Trek)
Jasper Stuyven alla Sanremo 2021, con la Trek Madone edizione 2021 (foto rossbellphoto per Trek)
Ci puoi dare qualche dettaglio della componentistica?

Le scelte saranno fatte a ridosso dell’evento, ma posso dire le preferenze di Stuyven. Normalmente utilizza la doppia corona anteriore con la combinazione 54-41 e con le pedivelle da 170. Corte se consideriamo la struttura fisica, ma lui si trova bene così. La scala dei rapporti dietro 10-33.

E invece per il cockpit?

La sua Madone è montata con un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL. E’ quello che normalmente va in dotazione alla Emonda. Ha uno stem da 130 millimetri, con un’inclinazione negativa di 17°. La larghezza della piega è da 400. Stuyven usa una sella tradizionale, non corta.

Stuyven utilizza un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL (foto Instagram)
Stuyven utilizza un manubrio integrato tutto in carbonio, versione Bontrager RSL (foto Instagram)
Un manubrio largo solo 40 centimetri?

Si, la tendenza è quella di utilizzare manubri stretti, nonostante le caratteristiche fisiche del corridore facciano pensare ad una piega larga. Dobbiamo considerare l’impatto aerodinamico ridotto che porta ad avere una piega stretta. E poi ci sono anche i manettini spostati verso l’interno: efficienza, ma anche preferenze personali.

Per il comparto ruote, quale potrebbe essere la scelta di Stuyven, sempre in ottica Sanremo?

Le ruote sono montate con i tubeless, lo standard inizia ad essere questo. Per le ruote la preferenza sarà rivolta al 90% per le Bontrager Aeolus RSL 62, tubeless da 28. Le pressioni tra le 5,7 e 6 atmosfere. Il team utilizza gli pneumatici Pirelli Race TLR. Ogni ruota con i tubeless prevede l’utilizzo del lattice anti-foratura.

Un nuovo tubeless Pirelli che vedremo in commercio prossimamente? (foto hardyccphotos per Trek)
Un nuovo tubeless Pirelli che vedremo in commercio prossimamente? (foto hardyccphotos per Trek)
Utilizzate ancora i tubolari e le ruote per i tubolari?

Sempre meno, come dicevo prima la tendenza è di un passaggio totale al tubeless. Inoltre, con i tubeless abbiamo notato che si fora meno e gli stessi corridori sono contenti perché scorrono parecchio. La scelta dei tubeless è comunque un percorso graduale, necessario anche per far prendere il giusto feeling agli atleti. Comunque le ruote che abbiamo a disposizione sono ormai quasi tutte per i tubeless.

E invece come ti comporti con le batterie della trasmissione?

Le batterie del cambio posteriore e del deragliatore vengono rimosse dopo ogni gara e non necessariamente ricaricate. Vengono controllate, questo sì e viene applicato il cap rosso che le protegge ed evita dispersioni. La mattina successiva, prima della gara, le rimontiamo e i corridori trovano la bici pronta in ordine di marcia.

Con una Madone ha chiuso e con una Madone, Stuyven ha riaperto il 2022. Qui all’Het Nieuwsblad con un piccolo tifoso
Con una Madone, Stuyven ha riaperto il 2022. Qui all’Het Nieuwsblad con un piccolo tifoso
Utilizzi delle soluzioni particolari per preservare i movimenti rotanti di ruote e movimento centrale?

Non uso e non utilizziamo delle soluzioni meccaniche particolari, poi ci sono da considerare anche le abitudini del meccanico. Talvolta cerchiamo di usare un olio meno viscoso per la catena, in modo che non si accumulino troppi residui. Diciamo che le gare tradizionali non portano ad affrontare grosse problematiche. Sono le gare del Nord e competizioni come ad esempio La Strade Bianche che spesso ti obbligano a sostituire tutto!