Il lancio è planetario. Totale. Come totale è il terreno di utilizzo della Trek Checkpoint, la nuovissima gravel della casa del Wisconsin.
La cosa che ci ha colpito? Come siano riusciti a “fondere” il pieno stile Trek da corsa, con una bici che ha tutt’altra vocazione. E questo apre scenari nuovi per la categoria gravel. Associare concetti di aerodinamica all’offroard o il telescopico ad una bici veloce è un qualcosa d’inaspettato e innovativo.
L’abbiamo vista in anteprima nel dietro le quinte del Bike Festival a Rimini. A spiegarcela è stata Francesco Locatelli, del settore warranty di Trek Italia.
Passo lungo
Partiamo dal basso. Nel vero senso della parola. Le gomme che possono essere montate sulla nuova Checkpoint sono da 45 millimetri ed è così per tutti e tre i livelli di questa bici, come vedremo. E questo non è solo un dato “da sensazione”, ma ci dice immediatamente dell’utilizzo pressoché sconfinato, quasi da Mtb, che si può fare con questa gravel. I 45 millimetri corrispondono infatti ad una copertura da 1.8” da Mtb (che diventa 2,2 nel diametro da 27,5).
Passo allungato: grazie alle nuove geometrie, che mirano ad avere maggiore stabilità e comodità, l’interasse tra mozzo e mozzo è di ben 1.041 millimetri (nella taglia media) a fronte dei 995-1.000 (di un pari categoria e misura). Un dato molto significativo. E una differenza importante.
Sempre restando in basso, il fodero orizzontale del carro ha una spezzata. Di per sé questo non è un elemento innovativo, tuttavia tale “curva” è parecchio pronunciata e questo contribuisce ad abbassare il baricentro, ad aumentare il comfort e a limitare i “rimbalzi” sul fondo sconnesso.
Orizzontale allungato e attacco corto: è la Progressive Geometry La spezzata del fodero basso L’utile paratia nella parte inferiore dell’obliquo Sempre nell’obliquo: il vano portaoggetti La Checkpoint SL è quella “più offroad” e pronta anche a viaggiare Sono davvero pochi i limiti con questa bici
Progessive geometry
Passiamo poi alla parte più alta. Apparentemente la Checkpoint, se non ci si lasciasse ingannare dalle “ruotone” potrebbe sembrare una belva pronta per il Giro d’Italia. Poi in realtà le geometrie, anzi la Progessive Geometry, fa fede al dogma dell’andare ovunque. Quindi ecco un avantreno nel complesso più lungo di 2 centimetri, ma che vengono recuperati con attacchi manubrio più corti. Una derivazione diretta della Mtb.
Sempre in tema di geometrie sono interessanti gli angoli. Soprattutto quello anteriore un po’ più “comodo”, cioè più aperto (nella taglia M, parliamo di 71,8°), mentre quello piantone è già più nella “norma” (73,2°). E non a caso questa Trek scappa via bene anche sull’asfalto.
Ma la guida è la cosa principale di una bici simile e allora il manubrio (Bontrager GR Elite) prevede un’angolo della curva verso l’esterno di 13°, il che consente una base di appoggio maggiorata e una grande manualità nei tracciati più tecnici.
Il reggisella è da 27,2 millimetri, quindi leggermente più “flessibile” (con tutte le virgolette del caso). E poi è davvero azzeccata la scelta delle ruote. Quelle “gommone” sono davvero ben ammortizzanti e allora perché non sfruttare un moderno cerchio in carbonio a medio profilo? Ecco quindi le Bontrager Aeolus Pro 3V (canale interno da 25 millimetri e peso del ciclista illimitato) che riprendono molti aspetti delle “sorelle” super aero, le RSL.
La Checkpoint SLR, sembra quasi da corsa (qui la versione SLR7 eTap) La Checkpoint SL, quella più offroad (qui la versione SL 6 eTap) La Checkpoint ALR, la “entry level” in alluminio (qui la versione ALR 5)
La Checkpoint SLR, sembra quasi da corsa (qui la versione SLR7 eTap) La Checkpoint SL, quella più offroad (qui la versione SL 6 eTap) La Checkpoint ALR, la “entry level” in alluminio (qui la versione ALR 5)
Una bici, tre livelli
La Trek Checkpoint è disponibile in otto modelli e due kit telai. Questi si ripartiscono in tre livelli: SLR, SL e ALR.
La versione SLR è la bici gravel più “spinta”, quella più leggera e veloce. Il telaio è in carbonio OCLV 700 Series, con tubi dal profilo aerodinamico ispirati al modello Emonda, al quale somiglia moltissimo. Prevede il classico sistema IsoSpeed di Trek, all’incrocio tra piantone e tubo orizzontale. Un sistema ammortizzante strutturale che si ritrova anche sulle Mtb della casa americana. Questa bici è dotata anche di vano portaoggetti interno, nel tubo obliquo.
La Checkpoint SL è rivolta agli amanti dell’avventura, come dicono in Trek stessa. Stesse geometrie e stessi tubi, ma con il carbonio OCLV 500 Series. Mantiene il sistema IsoSpeed ed in più è compatibile con il reggisella telescopico. Andiamo quindi nel mondo dell’offroad più spinto.
La versione ALR è invece un po’ la “entry level” (anche se questa dicitura forse non è pienamente corretta trattandosi di una gravel) della Checkpoint. Il suo telaio è in alluminio Alpha 300 Series. Anche questa versione prevede anche molti attacchi per parafanghi, borse e portapacchi.
A dir poco ampia la fascia dei prezzi. Per le bici complete si va dagli 11.999 euro della Checkpoint SLR 9 eTap ai 2.449 euro della ALR 5. Mentre i due kit telaio costano: 2.299 euro per l’SL e 1.049 per l’ALR. In listino non c’è un kit telaio SLR.