Andrea Pietrobon è uno di quei corridori che si potrebbe definire totali, affibbiargli l’aggettivo di corridore completo è riduttivo. L’atleta della Polti-Kometa sa attaccare, sa aiutare, sa far parte di un treno e all’occorrenza se la cavare bene anche in salita.
Tutte queste caratteristiche del bellunese le abbiamo viste nel corso della stagione e dal vivo al recente Tour de Langkawi, in Malesia. Laggiù, quasi sulla linea dell’equatore, all’ombra di una palma e seduti su un marciapiede, abbiamo messo insieme dei ragionamenti interessanti.
In salita e in pianura
«In Malesia – racconta il veneto – l’obiettivo primario era di restare uniti: per Double o Tercero in salita e per Peñalver in volata. Nella seconda tappa per esempio avevo il compito di scortare Peñalver fino ai 500 metri e dico che tutto sommato è andata bene».
E più o meno la stessa cosa aveva fatto nella tappa regina della corsa asiatica. Con Double un po’ sulle gambe, Pietrobon è rimasto il più possibile vicino a Tercero. Tra l’altro proprio lo spagnolo, Piganzoli e appunto Andrea sono tre prodotti del vivaio della squadra di Basso e Contador. Dopo l’esperienza al Cycling Team Friuli, infatti, anche Andrea ha corso per due anni nella U23 dell’allora Eolo-Kometa.
Tenacia e fiducia
Un altro aspetto che ci è piaciuto di Andrea è che nonostante una caduta, sempre nella fasi di uno sprint, si è subito rialzato e il giorno dopo era di nuovo in pista a menare. E’ stato uno degli atleti che più di altri ha messo a rischio la vittoria di Tarozzi, per dire quanto menasse in testa al gruppo.
Pietrobon ha portato a termine il Giro d’Italia. Il suo primo grande Giro. La corsa rosa, come spesso scriviamo in questi casi, gli ha dato molto e molto ha preteso.
«Dopo il Giro – ha detto Pietrobon – ho corso ancora e la fatica si è fatta sentire. Però sapevo anche che non avremmo avuto molte corse in estate e che ci sarebbe stato il tempo per recuperare».
«Per la prossima stagione – racconta Andrea – parto con più sicurezza in me stesso, il che è molto importante. Come sempre l’affronto cercando di divertirmi perché secondo me è la cosa migliore per non avere stress ed essere motivati. Certo, parto anche con più consapevolezza e fiducia. Fiducia in me stesso e in quella da parte della squadra. Questo è un altro aspetto che mi dà tanta motivazione. Sono contento anche che credano in me».
Uomo squadra
Vista la sua età e le sue capacità, Pietrobon potrebbe essere pronto anche per puntare più in alto: qualche vittoria di peso. Magari lavorando un po’ sulla “botta secca” potrebbero cambiare alcune sue prospettive.
«La squadra alla fine punta molto su di me proprio perché io sono versatile – spiega Andrea con consapevolezza da veterano – sulle salite se non sono troppo dure me la cavo, in volata sono abbastanza affidabile e alto per portare il velocista all’interno dell’ultimo chilometro… Chiaro che vorrei migliorare ancora, ma in tutto non in una cosa specifica».
«Io credo che come mia attitudine sia quella di essere un uomo squadra. Sono un uomo che lavora per gli scalatori e per i velocisti. Sono un altruista».
Voglia di vincere
A questo punto viene facile incalzarlo e ricordagli la tappa di Lucca al Giro d’Italia. Quel giorno si trovò davanti con dei campioni affermati. Pietrobon non ebbe paura a giocarsela da veterano. Poche riverenze: rimase a ruota di chi aveva più esperienza e più “botta” di lui e poi tentò il colpaccio da finisseur nell’ultimo chilometro.
«Ma certo – ribatte Pietrobon – se capita l’occasione mi butto in fuga e do tutto me stesso. Ripeto, io sono contento e spero appunto di migliorare ancora. Mi piacerebbe riuscire a prendere fughe più importanti e giocarmela fino in fondo».
E l’occasione potrebbe arrivare presto. Archiviata la trasferta malese, Pietrobon dovrebbe disputare le corse in Veneto.
«Giro del Veneto e Veneto Classic sono le gare di casa e su quelle punto molto. Ce ne sono solo due dalle mie parti! Se dovessi essere il leader? Aspetterei, non andrei in fuga e cercherei di giocarmi le carte nel finale. Però attenzione, col livello alto che c’è questi ultimi anni anche nelle gare un po’ meno importanti è dura. Ma ci proverò…».