Tsarenko torna a casa con un nuovo successo e il contratto in tasca

20.10.2025
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La Japan Cup di ieri ha messo fine alla lunga stagione di Kyrylo Tsarenko. Una stagione foriera di belle soddisfazioni, ultima la conquista del Tour de Kyushu, una delle tante prove a tappe del calendario asiatico. Una di quelle corse che fanno da ossatura per una squadra come la Solution Tech-Vini Fantini, alla quale il corridore ucraino quest’anno ha portato un gran numero di punti, risultando decisivo per il suo ranking.

Gli ultimi giorni in terra asiatica, complice anche la lunghezza della trasferta erano stati un po’ pesanti, anche perché per quanto i moderni device siano un aiuto, è anche vero che la lontananza dalla “sua” Emilia la sente fortemente. Anche per colpa del clima: «So che in Italia è autunno, ma qui abbiamo incontrato molti cambiamenti: a sud era caldo, qua già verso nord, a Utsunomiya era già più freddo, ma molto cambiava in base alle giornate».

Il successo nella prima tappa è stato decisivo per Tsarenko, trovatosi solo con l'estone Taaramae a insidiarlo in classifica
Il successo nella prima tappa è stato decisivo per Tsarenko, trovatosi solo con l’estone Taaramae a insidiarlo in classifica
Il successo nella prima tappa è stato decisivo per Tsarenko, trovatosi solo con l'estone Taaramae a insidiarlo in classifica
Il successo nella prima tappa è stato decisivo per Tsarenko, trovatosi solo con l’estone Taaramae a insidiarlo in classifica
A Kyushu ti aspettavi di vincere la classifica generale?

Diciamo che sapevamo bene come tutto si giocasse nella prima frazione. Abbiamo corso per il risultato pieno e mi sono ritrovato alla fine a giocarmi la vittoria con una vecchia volpe come l’estone Taaramae, ma avendo vinto poi dovevo puntare a mantenere la leadership nelle due frazioni successive, più semplici ma solo in apparenza. E’ sempre una bella impresa quando riesci a portare a casa una classifica generale.

Non è la prima quest’anno per te, perché tu avevi già vinto il Tour di Hainan. Ti stai trovando a tuo agio in questo tipo di corse, di pochi giorni?

Sì, soprattutto quando sono percorsi non facili, ma neanche durissimi, percorsi abbastanza impegnativi. Mi sto trovando abbastanza bene. Non posso dire di essere diventato un corridore da corse a tappe, ma penso di essere cresciuto da questo punto di vista e poter dire la mia in certi contesti.

In classifica il 25enne ucraino ha preceduto Taaramae di 4", terzo Garibbo a 49"
In classifica il 25enne ucraino ha preceduto Taaramae di 4″, terzo Garibbo a 49″
In classifica il 25enne ucraino ha preceduto Taaramae di 4", terzo Garibbo a 49"
In classifica il 25enne ucraino ha preceduto Taaramae di 4″, terzo Garibbo a 49″
Rispetto all’altra vittoria, questa aveva poi una partecipazione abbastanza importante. C’erano anche squadre del World Tour…

Non solo, c’era la TotalEnergies che comunque a tutte le corse che partecipa porta sempre una bella squadra ed è particolarmente specializzata in questo tipo di corse. Aver vinto con una concorrenza del genere mi ha dato molta soddisfazione, più che nel caso precedente, ma posso dire che è stato la ciliegina sulla torta di un’ottima stagione.

E’ stato difficile poi, nelle due tappe successive, difendere il primato? Hai corso in difesa o all’attacco?

In difesa, perché c’erano troppe squadre che erano vicine. Soprattutto mi aspettavo qualche colpo proprio dalle formazioni del WorldTour, anche con gente specializzata per questo tipo di corse. E’ stata abbastanza dura, soprattutto l’ultima tappa: dall’altimetria se guardi non sembrava niente di che, ma la gara dura la fanno sempre i corridori, quindi è stata bella impegnativa e devo dire grazie alla squadra, a come ha lavorato per riuscire a portarmi al traguardo e difendere quei 4 secondi che avevo.

Fondamentale per la sua vittoria è stato il supporto del team nel controllare la corsa nelle 2 tappe restanti
Fondamentale per la sua vittoria è stato il supporto del team nel controllare la corsa nelle 2 tappe restanti
Fondamentale per la sua vittoria è stato il supporto del team nel controllare la corsa nelle 2 tappe restanti
Fondamentale per la sua vittoria è stato il supporto del team nel controllare la corsa nelle 2 tappe restanti
Un corridore come te che vince corse a tappe diventa interessante anche per le squadre del World Tour. Qualche offerta ti è arrivata?

Durante tutto l’anno ho visto che tanti si sono interessati, ma è rimasto tutto nel vago. Arrivano a un certo punto, guardano i valori, vedono che non sono un fenomeno e il discorso si chiude quasi subito. Ormai neanche i risultati bastano più, è tutta questione di numeri. A dir la verità anch’io non ero poi così ossessionato: mi trovo bene nel team, ho già firmato per la prossima stagione, quindi non mi pongo il problema.

Ti trovi meglio nelle corse all’estero rispetto a quelle italiane? Perché anche nelle gare europee tu riesci a ottenere tanti ottimi risultati.

Non direi, non dipende tanto da dove le corse si fanno. Ci sono periodi quando magari vado più concentrato o magari ho la forma un pelino meglio ed emergo, ma anche alle classiche italiane che ho fatto sono andato bene, ad esempio la top 10 centrata al Memorial Pantani, che quest’anno è venuta durissima, abbiamo finito la gara in 30 corridori. Oppure la Coppa Sabatini. C’è un aspetto del quale si parla troppo poco: il problema del ciclismo d’oggi è che arrivare nei primi 10 o al sessantesimo c’è talmente poca differenza che spesso è solamente questione di testa. Non bisogna mollare neanche per un secondo…

Per il corridore ucraino sono arrivate 6 vittorie in stagione, con altrettante Top 10
Per il corridore ucraino sono arrivate 6 vittorie in stagione, con altrettante Top 10
Per il corridore ucraino sono arrivate 6 vittorie in stagione, con altrettante Top 10
Per il corridore ucraino sono arrivate 6 vittorie in stagione, con altrettante Top 10
Ora dove vai in vacanza?

Non ci vado, non è cosa per me, piuttosto vado a trovare i miei amici.

Da quanto tempo è che non torni a casa in Ucraina?

Io sono andato via da casa il 5 di gennaio 2022. La mia città è nel centro dello stato, geograficamente. Molti mi chiedono se è zona di guerra, ma è chiaro che ormai da anni tutto il mio Paese vive addosso la guerra. La mia città non è proprio teatro di battaglia, ma le incursioni non mancano, non manca la paura, la situazione è uguale ovunque…

Il Giappone rilancia Antonio Nibali, in cerca di un futuro

19.10.2023
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Il ritorno della “fase asiatica” della stagione come si è abbondantemente visto in queste settimane ha fornito molti motivi d’interesse, spesso raddrizzando l’annata di atleti che chiedevano un ultimo squillo prima di resettare tutto. Un esempio in tal senso è quello di Antonio Nibali, il portacolori dell’Astana Qazaqstan Team che dopo una stagione oggettivamente difficile, fatta di tanto lavoro ma senza alcun acuto, è emerso al Tour de Kyushu in Giappone con una notevole seconda piazza finale.

Per il “fratello d’arte” è stato un risultato importante, che gli consente di chiudere l’anno un po’ più tranquillo pensando a quel che sarà. Nibali è in cerca di un nuovo approdo e la tre giorni nipponica sicuramente costituisce una valida carta da giocare al tavolo delle trattative.

Nibali premiato per la sua seconda piazza in Giappone, a 25″ da Zeits
Nibali premiato per la sua seconda piazza in Giappone, a 25″ da Zeits

«Diciamo che questo risultato mi ha dato più morale in chiusura della stagione – racconta il messinese, già in vacanza – perché era una gara di qualità, 2.1 nel calendario Uci. L’Astana aveva avuto l’invito e l’abbiamo affrontata con il forte proposito di portare a casa un risultato importante. Erano tre tappe, ma quella decisiva è stata la seconda, con tanti saliscendi e un circuito di 4 chilometri da fare cinque volte, oltretutto sotto la pioggia che ha reso la frazione davvero dura. Lì il mio compagno di squadra Andrey Zeits ha guadagnato un buon vantaggio, io l’ho coperto agguantando poi la seconda piazza e nella terza abbiamo mantenuto le posizioni».

Che tipo di corsa e soprattutto di ambiente avete trovato?

Le differenze con il ciclismo che siamo abituati a vivere sono profonde. I chilometraggi intanto sono ridotti, la tappa decisiva ad esempio era di 107 chilometri. Poi si va sempre a tutta, sembra un po’ di tornare indietro nel tempo, all’attività dilettantistica. Quando ci sono squadre europee di peso tengono unita la corsa, lì invece non c’è legge, è anarchia completa, tutti contro tutti. E’ un modo di correre più difficile da interpretare e l’ultima tappa lo ha confermato.

Il siciliano con Zeits: la coppia ha lavorato benissimo cogliendo una doppietta che è oro per l’Astana
Il siciliano con Zeits: la coppia ha lavorato benissimo cogliendo una doppietta che è oro per l’Astana
Come?

Noi eravamo davanti in classifica e i compagni correvano in protezione. Gli altri ci attaccavano, ma quel che sembrava assurdo è che non facevano gioco di squadra. Magari si facevano la guerra anche corridori dello stesso team. Alla fine sono andati via tre corridori che non avevano peso nella classifica e noi abbiamo tenuto il gruppo per proteggere le nostre posizioni.

Che voto daresti alla tua stagione?

Diciamo che non andrei oltre il 6 e mezzo. Ho avuto alti e bassi per tutto l’anno, ma ho sempre fatto il mio dovere, lavorato per gli altri. Oltretutto ho affrontato una stagione fatta di gare di altissimo livello, quelle davvero difficili. I risultati non sempre arrivano e chiaramente pian piano ti senti erodere, per questo aver chiuso così bene è una boccata d’ossigeno che era necessaria.

Nibali e Zeits non hanno avuto rivali, per il messinese è stato il miglior risultato della stagione (foto Instagram)
Nibali e Zeits non hanno avuto rivali, per il messinese è stato il miglior risultato della stagione (foto Instagram)
Questo era il tuo primo anno senza Vincenzo al tuo fianco: ne hai sentito la mancanza?

Non molto, perché normalmente seguivamo calendari molto diversi, se andate a guardare gli annuari sono pochissime le volte che abbiamo corso insieme. Nel 2022 ad esempio abbiamo fatto una sola giornata di corsa in comune. Diciamo che ho notato come la sua assenza in questo ciclismo si senta, è mancato il tifo nei suoi confronti, questo sì.

Siete in contatto?

Sempre, ci sentiamo spesso e non mi fa mancare mai i suoi consigli. Quando vivi in questo ambiente ti accorgi però di come i valori cambino, è la squadra stessa che diventa la tua famiglia. Con i suoi corridori ma anche lo staff. Condividi giorni, esperienze, anche pensieri.

I fratelli Nibali, compagni di squadra ma raramente impegnati nella stessa gara
I fratelli Nibali, compagni di squadra ma raramente impegnati nella stessa gara
In Giappone avevate un leader conclamato?

No, abbiamo lasciato che la corsa stabilisse le gerarchie, la cosa importante era poter sfruttare quest’occasione per ottenere il massimo possibile, ognuno lavorava per le finalità di squadra. Poi le giornate di corsa hanno assestato la classifica premiando Zeits e me.

Che cosa chiedi alla prossima stagione, soprattutto a che cosa guardi nella scelta di un nuovo team, quali sono le tue richieste?

Io vorrei poter affrontare un calendario più ricco dal punto di vista quantitativo, visto che quest’anno ho affrontato 53 giorni di corsa senza particolari problemi fisici. Posso sicuramente fare di più, ma anche attraverso un calendario diversificato, con gare importanti e altre più alla mia portata, dove possa puntare a fare qualcosa. Ormai alla mia età mi sono inquadrato, ho ben chiare le mie possibilità, quello che posso garantire.

Antonio secondo nella seconda tappa disputata sotto l’acqua (foto Instagram)
Antonio secondo nella seconda tappa disputata sotto l’acqua (foto Instagram)
In quale ambiente hai vissuto, com’era l’atmosfera all’Astana?

Domanda non facile… E’ un team alle prese con molti cambiamenti in un ciclismo che è cresciuto tantissimo e che richiede budget sempre più alti. Un’evoluzione generale che ci ha un po’ penalizzato, in alcune cose come ad esempio gli allenamenti siamo rimasti un po’ indietro. Prima l’Astana era squadra per corridori da grandi Giri, ma ci si è giocoforza dovuti convertire alle corse d’un giorno o alle brevi corse a tappe.

Eppure i nomi ci sono…

Sì, ma secondo me non è normale che gente come Moscon, Ryabushenko, Felline non riescano più a entrare neanche nei primi 10, è gente con talento purissimo. Io credo che questa evoluzione, il lento retrocedere nelle gerarchie – magari anche per acciacchi, incidenti, mera sfortuna – abbia pesato un po’ moralmente, costituendo un fardello difficile da sopportare. Spero che ci sia un’inversione di tendenza perché a questo team sono affezionato, qualunque sia il mio destino.