Greipel 2021

Il “gorilla” Greipel chiude con un grande record

13.11.2021
5 min
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Di solito, quando un corridore chiude una carriera ultradecennale e cambia vita, dentro di sé sente quel magone che tante volte traspare, da uno sguardo o una parola. Quando André Greipel ha chiuso a Munster la sua ultima gara, finendo 10°, ha fermato la bici e fatto un grande sospiro: «Finalmente è finita» ha sussurrato a sua moglie Kristina (foto di apertura). Non si riferiva alla corsa in sé, ma a una porzione importante della sua vita, che sentiva però essere parte del passato.

Lo aveva detto già in aprile: «Non accetterò né un prolungamento del contratto con l’Israel Start-Up Nation, né un accordo con un’altra squadra. Quando senti che la fine è vicina devi solo prenderne atto». Odio verso la bici? Questo mai: «Qualche giro lo farò, senza impegno. La bici è sempre mia amica».

Greipel Cavendish 2021
Cavendish e Greipel: prima compagni e poi grandi nemici. Solo ora è tornato il rispetto
Greipel Cavendish 2021
Cavendish e Greipel: prima compagni e poi grandi nemici. Solo ora è tornato il rispetto

Una collezione raccolta nei 5 Continenti

Se ne va non un ciclista qualunque, ma un corridore che ha raccolto qualcosa come 159 successi in giro per il mondo, quinto nella classifica di ogni tempo (dietro l’inarrivabile Eddy Merckx, Mario Cipollini, Rik Van Looy e Roger De Vlaeminck), ma Greipel ha un particolare primato, da Guinness: è il primo corridore capace di aver vinto in tutti e 5 i Continenti e questo non potrà portarglielo via nessuno…

D’altronde il tedesco ha sempre avuto un caratterino niente male: passato professionista nel 2005 in un team continental tedesco, si guadagna subito la stima dei dirigenti della Telekom, che lo portano “in grembo” alla squadra considerata l’emblema del ciclismo teutonico e Greipel ripaga con ottime prestazioni dimostrando che nelle volate ci sa fare, eccome. In squadra però c’è un altro grande velocista, Mark Cavendish e ad André tocca spesso il compito di fargli da ultimo uomo.

Il ruolo a lungo andare gli sta stretto e nel 2010 il dissidio esplode in maniera forte, tanto che a fine stagione Greipel lascia la squadra per approdare all’Omega Pharma-Lotto. Cavendish nei suoi confronti è durissimo: «Vincerà solo piccole gare di m…» sentenzia a denti stretti. D’altronde Mark si era sentito tradito: nel 2008, al Giro d’Italia dove aveva già vinto due tappe, decise di non saltare il compagno di squadra a Locarno, lasciandogli la vittoria. La loro inimicizia è durata nel tempo e solo da poco, con la saggezza dell’età matura, i due si sono riavvicinati.

Uno sprinter completo

La grande forza di Greipel? La sua duttilità, tipica di uno sprinter degli anni andati, forse del secolo scorso, ma abbastanza inconsueta nel ciclismo moderno. Quella duttilità che gli consentiva di potersi districare in ogni frangente: tenere la posizione senza essere spostato di un millimetro (e come lo sposti un “gorilla”? Era questo il suo soprannome nel gruppo), oppure saltare l’uomo davanti anche negli ultimi 30 metri o ancora lanciare la volata lunga senza temere la rimonta. Non sapevi mai come metterlo in difficoltà, ecco perché ha vinto tanto.

Questo ha fatto di lui il tipico velocista da grandi Giri: 7 vittorie al Giro d’Italia, 11 al Tour de France, 4 alla Vuelta dove ha vinto la classifica a punti nel 2009. Certo, non ci sono grandi classiche nel suo palmarés, non possono essere considerate tali una Parigi-Bourges o un paio di Brussels Classic, ma ogni anno garantiva un bel gruzzolo di vittorie alle sue squadre e tanto bastava per guadagnarsi onori, rispetto e contratti principeschi.

Greipel libro 2021
Ogni serata di presentazione del suo libro vede Greipel rimanere a lungo per le dediche ai tifosi
Greipel libro 2021
Ogni serata di presentazione del suo libro vede Greipel rimanere a lungo per le dediche ai tifosi

Un libro per raccontarsi

Quel rispetto che il gruppo non gli ha mai negato: nel 2020 si è fatto portavoce delle istanze del gruppo al Tour de France. Nel corso della prima tappa, con la pioggia che rendeva ancora più pericoloso un tracciato già ritenuto tale, nel gruppo iniziava a serpeggiare il malumore e Greipel, dall’alto del suo carisma, impose a tutti di “neutralizzare” la corsa per proprio conto, senza aspettare l’organizzazione, procedendo senza attacchi almeno fino ai meno 20 all’arrivo. Julian Alaphilippe non era molto d’accordo, avrebbe voluto attaccare, ma quando Greipel gli si avvicinò a brutto muso, cambiò subito idea.

In questi giorni Greipel sta girando la Germania per promuovere la sua autobiografia “Aus dem windschatten”, “dalla scia” nella quale racconta i suoi inizi a 7 anni nella Rostock a cavallo della Riunificazione fino alla conclusione della sua carriera. Un giorno, in queste sue presentazioni, al momento della firma della copia alzando gli occhi ha trovato davanti a sé Marcel Kittel, rivale di tante sfide sulle strade di mezzo mondo: «Ora non hai scuse, il tempo per un caffè con me ce l’avrai di sicuro…».