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La tecnologia 3D di Selle Italia: parola a tecnico e corridore

26.07.2023
6 min
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La frontiera delle selle 3D sta avanzando velocemente e Selle Italia non poteva essere da meno. L’azienda veneta giusto qualche settimana fa in quel di Eurobike ci aveva mostrato i suoi gioielli con le caratteristiche 3D, stavolta andiamo più a fondo e lo facciamo con Enrico Andreola, product manager di Selle Italia, e Valerio Conti, il quale utilizza questa tipologia di sella.

Viaggio 3D

Enrico, come nasce dunque una sella Selle Italia 3D? Qual è il suo processo costruttivo?

La parte che richiede più tempo è quella della creazione della seduta, appunto la parte morbida, l’imbottitura. La capacità produttiva è ancora bassa, parliamo di tre imbottiture l’ora. Ma il mercato ci sta premiando e quindi stiamo implementando tale produzione. Poi ci sono altre fasi.

Quali?

Segue una sorta di post-processo dell’imbottitura che mira ad eliminare gli eccessi di resine. Successivamente si va avanti con la cottura in forno per stabilizzarne il materiale. E’ una cottura particolare, ai raggi UV, che fa sì che l’imbottitura diventi come la vediamo, altrimenti resterebbe “pastosa”. Per dare un’idea: se la si toccasse prima della cottura vi resterebbero le impronte digitali.

C’è poi l’assemblaggio…

E qui c’è il grande knowhow di Selle Italia, il nostro vero merito, ciò che ci differenzia per le selle 3D da tutti gli altri brand. Realizzare una sella 3D può essere molto facile se questa ha uno scafo piatto e la sua imbottitura è piatta, ma nel caso della Slr, il nostro cavallo di battaglia, ai lati ci sono parecchie incurvature. Ebbene, seguiamo anche quelle con l’imbottitura 3D. Ma noi, ed era un nostro dogma dettato dal Dna agonistico di Selle Italia, volevamo riprodurre la Slr: la sella da gara per eccellenza. Fatto questo il resto dell’assemblaggio di scafo e carrello è molto più tradizionale, ma sempre rispettando elevati standard di qualità produttiva.

Cosa vi chiedono i pro’? Voi supportate molte squadre…

Va fatta una premessa. Noi abbiamo presentato queste selle un anno fa ad Eurobike. Ne è seguita una pausa fisiologica prima di entrare in produzione. Nel frattempo alcuni atleti le provavano, specie nei training camp a Livigno. Abbiamo consegnato qualche decina di selle a dicembre, nei ritiri. Ma in quel momento molte “messe in sella” erano già fatte. Per farla breve, avevano queste selle 3D circa due atleti per team. Però i loro feedback sono stati subito positivi. Abbiamo relazioni molto strette con la Cofidis, la Tudor, la Alpecin e anche con la Corratec. Ora la stanno utilizzando Konyshev e Conti. Per il prossimo anno però saremo in grado di dare forniture molto più ampie a tutti i team.

La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
La Watt 3D (non ancora in vendita) è la nuova sella per il triathlon e per la crono
Al Tour, proprio in Cofidis, ci hanno detto che questa sella è particolarmente apprezzata dalle donne: è così?

E’ vero e non è qualcosa che abbiamo fatto appositamente per le ragazze, ma tant’è. In particolare il gruppo delle donne di Cofidis lavora bene, con loro scambiamo dei feedback importanti. Sia con Slr che Novus siamo andati oltre le nostre aspettative per risolvere i tipici fastidi al soprassella, sia per lui che per lei.

Cosa vi chiedono gli atleti? Magari più leggerezza, più rigidità in punta (o meno)…

I loro feedback sono molto importanti per realizzare i tuning di rigidità delle imbottiture: il morbido-rigido dove serve, per capirci… Tendenzialmente loro vogliono selle rigide. Okay il comfort, ma alla fine visti i watt che scaricano e i chilometri che percorrono vogliono una sella che sia stabile e racing. Giusto ieri un corridore della Tudor, che già utilizzava una sella 3D ma di un altro marchio, mi ha detto: «Finalmente un sella 3D con un target da corsa». Spesso infatti queste selle sono morbide. Ma torno al discorso di prima, del riuscire a replicare la Slr. Va detto però che i tuning di rigidità dei pro’ sono un po’ diversi da quelli del mercato. Questi ultimi sono un po’ morbidi.

State anche lanciando la sella da crono…

Sì, la Watt. L’abbiamo presentata ad Eurobike. Sarà in consegna ad ottobre. Per lo sviluppo di questa sella ci siamo rivolti parecchio al grande triatleta Patrick Lange, ma anche ai ragazzi della Corratec, soprattutto da quando siamo subentrati come sponsor. E’ una sella diversa, molto più lavorata e sostenuta in punta, viste le grandi rotazioni del bacino che comportano certe posizioni. Con Novus abbiamo introdotto un nuovo reticolo dell’imbottitura, che ricordo noi disegniamo in casa: questo doppio reticolo morbido-duro ci consente di differenziare parecchio il tuning di rigidità nei vari punti della sella stessa.

La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)
La sella SLR 3D sulla bici di Valerio Conti (foto Instagram)

Parola al corridore

E a seguire le parole di Andreola ecco quelle di uno dei corridori che lo stesso Andreola ha citato: Valerio Conti, in forza alla Corratec-Selle Italia, che non ha pensato troppo a montarla sulla sua bici. Ai ragazzi del team italiano hanno proposto queste selle e il laziale dopo averla testata non l’ha più tolta.

«Ho scelto questa sella – spiega Conti – un po’ prima del mio infortunio a maggio. A dire il vero non l’ho ancora utilizzata tantissimo in corsa, perché poi è lì che davvero la si mette sotto torchio, ma le sensazioni sono state subito ottimali.

«Io venivo da una classica Selle Italia Slr con la quale, ci tengo a dire, già mi trovavo bene e quella 3D che sto utilizzando adesso ha praticamente la stessa forma (riprendendo quanto detto da Andreola, ndr). Sostanzialmente è più morbida, si adatta perfettamente alle ossa ischiatiche e questo tende a dipanare la pressione in modo migliore. Non si hanno dei punti in cui preme di più».

Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura
Conti ha esaltato le qualità della tecnologia 3D quando si è a tutta in pianura

Più stabili

Conti poi insiste molto su un aspetto che non ci aspettavamo, vale a dire sul movimento antero-posteriore.

«Questo “tessuto” superficiale, ammesso si possa chiamare così, fa sì che si sia più stabili sulla sella, che si scivoli di meno. C’è più grip. Si spinge un po’ di più in salita, ma soprattutto in pianura, quando si deve spingere forte, non si finisce in avanti e si mantiene pertanto un assetto più stabile».

Sempre in merito ai feedback, sia uomini che donne, esaltano la comodità e il non affaticamento del soprassella dopo tante ore, anche col caldo estremo di questi giorni. Un aspetto che è emerso anche in casa Selle Italia nella realizzazione della Watt. Se i pro’ infatti ci passano giusto il tempo di una gara contro il cronometro (al netto degli allenamenti), per i triatleti il discorso è ben diverso.