MASSA MARITTIMA – Perché un’azienda come BMC propone un progetto, una bici di qualità e fattura artigianale? Oltre alle considerazioni di Stefan Christ, espresse durante la presentazione ufficiale della BMC Teammachine R Mpc, abbiamo chiesto altre informazioni a David Heine.
Heine è il responsabile marketing del marchio svizzero e ci offre una visione ad ampio spettro, anche commerciale e ci spiega perché questa bici è stata fornita a soli 3 corridori del Team Tudor.
Masterpiece (Mpc), non una bici da museoElegante, aggressiva, raffinataMasterpiece (Mpc), non una bici da museoElegante, aggressiva, raffinata
Cosa significa Mpc per un’azienda come BMC?
Mpc è l’apice della tecnologia che può essere raggiunto in ambito ciclistico. Per BMC in particolare rappresenta il momento in cui la parte ingegneristica e di sviluppo mette in campo ogni risorsa possibile e dove gli eventuali limiti commerciali passano in secondo piano.
Limiti commerciali, cosa significa?
Significa che, commercialmente parlando, un prodotto dalle caratteristiche come quelle che si presentano con Mpc, ha poco senso. E’ costoso per noi e per il consumatore finale, si possono produrre pochi pezzi. E’ una sorta di azzardo.
David Heine è il responsabile marketing di BMCDavid Heine è il responsabile marketing di BMC
Allora perché lo fate?
Perché BMC può permettersi di farlo e non è presunzione. E’ uno stimolo, è una fase delle nostre ricerche. E’ un biglietto da visita e un punto di arrivo. Una BMC Mpc è un vanto e non è una bici da museo, ma un qualcosa sopra le righe perfettamente utilizzabile e ultra performante.
Quanti pezzi si possono produrre?
Per un kit telaio Mpc ci vogliono all’incirca 10/12 ore. Realisticamente 4 pezzi a settimana, molto pochi se consideriamo i canoni attuali di una grande azienda.
Dove è prodotta una BMC Mpc?
Solo in Germania da artigiani selezionati che non possono veicolare nulla all’esterno di tutto quello che è un progetto Mpc.
Nessuna verniciatura, solo le scritte ed i loghi specchiatiIl posizionamento delle pelli di carbonio non passa inosservatoA BCA è stata presentata con le nuove Pirelli RS total blackNessuna verniciatura, solo le scritte ed i loghi specchiatiIl posizionamento delle pelli di carbonio non passa inosservatoA BCA è stata presentata con le nuove Pirelli RS total black
Quanto vi costa fare un telaio Mpc?
Più del doppio rispetto alla versione standard, anche se è difficile quantificare in modo preciso. A parità di versione e taglia, tra una standard e una Mpc ci sono 130 grammi di differenza in termini di peso. La Mpc pesa meno ed è più rigida.
La prima Mpc è stata una Roadmachine, la endurance. Come mai siete partiti da un segmento del genere?
Per una semplice prova legata ad una questione temporale. In quel periodo era previsto il lancio della Roadmachine e abbiamo utilizzato quella piattaforma per provare una Mpc. Poi c’è stata la SLR e ora la Teammachine R.
Alaphilippe l’ha usata alla Sanremo 2025Mark Hirschi alla Milano-Torino e anche alla TirrenoAlaphilippe l’ha usata alla Sanremo 2025Mark Hirschi alla Milano-Torino e anche alla Tirreno
Quante Mpc al Team Tudor?
Solo tre bici per tre corridori, una a testa e solo la versione Teammachine R. Hirschi il primo ad usarla,Alaphilippe che l’ha utilizzata alla Sanremo, Storer che non l’ha ancora utilizzata anche se alla Parigi-Nizza ha vinto sulla versione standard.
Avete previsto altre Mpc al team?
Per ora no, ovviamente valuteremo.
I corridori la chiedono?
Tutti. BMC ha fatto una scelta e non è solo una questione di costi. Mpc è un prodotto talmente esclusivo che deve rimanere tale per qualsiasi tipologia di utilizzatore.
ZURIGO (Svizzera) – Il truck del Tudor Pro Cycling Team è il riparo perfetto dalla pioggia. Siamo qui per la presentazione della nuova BMC Teammachine R Mpc. La sigla identifica la tecnologia Mpc, acronimo di Masterpiece. Sugli sgabelli per presentarla, il padrone di casa Fabian Cancellara, ma anche Stefan Christ, responsabile del reparto Ricerca e Sviluppo. E’ una sorta di talk, in cui si gira intorno alla bicicletta e alla filosofia che l’ha creata.
Quattro punti chiave
«Penso che in sostanza – dice Stefan – siano quattro le cose che rendono MPC molto speciale. La prima è la precisione del layup e questa è davvero la chiave. Essere precisi al 100 per cento con ogni patch in fibra di carbonio che inserisci. Questo ci consente di dare a ogni porzione di fibra una funzione in modo che possa davvero sopportare il carico. E questo è il motivo principale per cui il telaio può essere effettivamente più leggero.
Stefam Christ è responsabile della ricerca e lo sviluppo di BMCStefam Christ è responsabile della ricerca e lo sviluppo di BMC
«La seconda cosa, che in qualche modo dimentichiamo sempre ma è ancora molto speciale, è che con la tecnologia Mpc abbiamo degli strumenti che ci consentono di produrre l’intero telaio in un unico pezzo. Non ci sono incollaggi, non c’è nessuna congiunzione sul telaio. E questo, ancora una volta, ci consente di risparmiare peso.
«La terza cosa è che possiamo saltare tutti i passaggi di finitura – prosegue Stefan – che si tratti di levigatura o verniciatura. Quello che vedete qui è il prodotto, come esce dallo stampo. Quindi non c’è bisogno di alcun trucco, perché non dobbiamo truccare nulla. E naturalmente, non dover applicare la finitura fa anche risparmiare peso.
«Infine la quarta cosa è che questo telaio viene prodotto in un posto abbastanza vicino alla Svizzera e per questo torniamo al nome Masterpiece. Per realizzare un telaio del genere, servono persone con un know-how e un set di competenze molto specifici, persino la loro manualità. In ogni fase di lavoro ci sforziamo di raggiungere la perfezione e questo non sarebbe possibile in un contesto di produzione di massa. Il telaio è realizzato in un posto dove la mentalità è molto vicina alla nostra. Intendo dire: persone che conoscono la Svizzera e ciò per cui la Svizzera è famosa».
Non ci sono incollaggi o giunzioni: il telaio esce dallo stampo in un solo pezzoIl difficile nella costruzione Masterpiece è la disposizone delle pelli di carbonio nello stampo. Qui il tubo di sterzoLe punte della forcella sono rinforzate per accogliere il filetto del perno passanteIl manubrio è BMC integrato: non si vede un solo cavo esternoNon ci sono incollaggi o giunzioni: il telaio esce dallo stampo in un solo pezzoIl difficile nella costruzione Masterpiece è la disposizone delle pelli di carbonio nello stampo. Qui il tubo di sterzoLe punte della forcella sono rinforzate per accogliere il filetto del perno passanteIl manubrio è BMC integrato: non si vede un solo cavo esterno
Zero vernice
La bici è nera e priva di verniciatura e fa bella mostra di sé. Siamo riusciti a guardarla da vicino e fotografarla in attesa che arrivasse Cancellara, che ha avuto il privilegio di svilupparla con i tecnici di BMC. Solo che poi ha dovuto restituire tutti i campioni e nel dirlo ride disperato. Si capisce che Fabian e la sua squadra siano diventati partner privilegiati dello sviluppo dei nuovi prodotti.
«Viviamo insieme – dice Fabian – collaboriamo e non perdiamo tempo in stupidaggini. Andiamo davvero avanti e osiamo quando siamo in corsa. Penso che sul fronte della performance ci impegniamo e ci sosteniamo a vicenda. Nella famiglia BMC ci sono brave persone, che ci sostengono e che si sfidano a vicenda e poi trovano la strada giusta per permetterci di vincere le gare di ciclismo. BMC è sinonimo di performance e penso che Masterpiece sia il punto in cui prestazioni, ingegneria e produzione si fondono nel migliore dei modi. Utilizzano un metodo di produzione davvero unico, che permette di aumentare le prestazioni a livelli davvero estremi.
Prima della presentazione, Cancellara ha osservato a lungo la biciPrima della presentazione, Cancellara ha osservato a lungo la bici
«Ovviamente quando l’ho provata, ho sentito delle differenze, anche ora che ho un po’ più di chili addosso. Ma credo che alla fine la sensibilità sia ancora lì e credo di averla ancora. Per questo, quando mi chiamano e mi chiedono se avrei voglia di provare una bici, rispondo sempre di sì. Perché mi piace e mi entusiasma. Naturalmente dare dei feedback è una responsabilità».
Quattro giorni di lavoro
Stefan riprende la parola. Le domande si susseguono e questa volta la curiosità di chi conduce l’incontro verte sulle tecniche di produzione che fanno di questa bicicletta, realizzata in collaborazione con Red Bull Advanced Technologies, qualcosa di raro. Sarà prodotta in poche centinaia all’anno, perché ogni cosa che la riguardi richiede tempi più lunghi.
«Nel complesso – dice – abbiamo visto l’opportunità di creare qualcosa di eccezionale. Siamo stati in grado di eliminare i vincoli che si hanno nella normale produzione del carbonio. Il fatto di non guardare alla produzione di massa, ma di concentrarsi sulla perfezione, ha rappresentato un grande passo e un nuovo punto di partenza. Siamo stati in grado di fare cose molto diverse perché sapevamo che non ne avremmo fatte molte, ma ognuna di esse doveva essere perfetta.
Il reggisella è in sé una piccola opera d’arte: sottile, leggero, aeroLa sella è ovviamente regolabile in avanzamento e arretramentoLa testa del reggisella ospita il filetto per i due bulloncini di serraggioIl nodo di sella, senza finitura come tutto il telaio MpcLa svasatura del tubo obliquo risponde a esigenze aerodinamiche e di rigiditàLa sagomatura del tubo obliqui nella zona preposta al montaggio del portaborracciaLa parte inferiore del tubo di sterzo è svasata per accogliere e dare continuità alla testa della forcellaUno sguardo da vicino alla forcella Halo, innovativa e riconoscibileIl reggisella è in sé una piccola opera d’arte: sottile, leggero, aeroLa sella è ovviamente regolabile in avanzamento e arretramentoLa testa del reggisella ospita il filetto per i due bulloncini di serraggioIl nodo di sella, senza finitura come tutto il telaio MpcLa svasatura del tubo obliquo risponde a esigenze aerodinamiche e di rigiditàLa sagomatura del tubo obliqui nella zona preposta al montaggio del portaborracciaLa parte inferiore del tubo di sterzo è svasata per accogliere e dare continuità alla testa della forcellaUno sguardo da vicino alla forcella Halo, innovativa e riconoscibile
«Per darvi un’idea, produrre un telaio così comporta circa due giorni di lavoro di un solo operaio. In questi due giorni, uno intero viene dedicato solo a mettere le fibre al posto giusto. Nella produzione tradizionale, questo avviene in circa quattro o sei ore e viene fatto da più mani diverse. Quindi il lavoro viene suddiviso tra diversi operatori. Inoltre nella produzione standard, si dedica molto tempo per realizzare la finitura e rendere il telaio un prodotto gradevole. Naturalmente qui è un po’ diverso».
Rigidità, peso, comfort, aerodinamica
E allora Christ va avanti a dire che in BMC dedicano più tempo all’accuratezza e alla precisione della stratificazione del carbonio, risparmiando così molto tempo nella finitura. E poi si passa agli obiettivi di questa realizzazione, che deve conciliare più esigenze in una sola bici.
I forcellini posteriori non hanno lavorazioni particolari: accolgono il perno passante e sono essenzialiIl passaggio ruota posteriore e l’innesto del carro sul piantone, molto bassoNel montaggio visto a Zurigo, la bici ha ruote Swiss Side con mozzi DT SwissCerchi Swiss Side, come si diceva, in una dotazione 100% svizzeraLa bici è montata con il nuovo Sram Red: assieme alla leggerezza del telaio fa scendere il peso di 300 grammiI forcellini posteriori non hanno lavorazioni particolari: accolgono il perno passante e sono essenzialiIl passaggio ruota posteriore e l’innesto del carro sul piantone, molto bassoNel montaggio visto a Zurigo, la bici ha ruote Swiss Side con mozzi DT SwissCerchi Swiss Side, come si diceva, in una dotazione 100% svizzeraLa bici è montata con il nuovo Sram Red: assieme alla leggerezza del telaio fa scendere il peso di 300 grammi
«La sfida – spiega Stefan Christ – è quella di realizzare una bicicletta che abbia un alto punteggio in tutti tipi di prestazione. Intendo rigidità, peso, comfort e aerodinamica. Quattro aspetti che in qualche modo sono in lotta tra loro perché non è facile combinarle. Credo che tutti sappiamo quanto sia facile realizzare una bicicletta superleggera, scendendo a compromessi altrove. Idem se si vuole realizzare una bicicletta molto aerodinamica, ma con un peso di 7,5 chili. Noi abbiamo cercato di ottenere un punteggio altissimo in tutte le prestazioni. Ci sono voluti molti dati di simulazione per combinare leggerezza e aerodinamica. Penso che sia questo il punto in cui abbiamo fatto il più grande passo avanti.
«La rigidità invece è qualcosa che nel ciclismo professionistico tutti vogliono per il trasferimento di potenza e per la precisione di guida. Essa è sempre stata parte integrante della ricetta delle nostre bici da corsa, su questo non scendiamo mai a compromessi. La vera sfida è stata l’ottimizzazione fra leggerezza e aerodinamica, che abbiamo raggiunto grazie a molte simulazioni. Quindi direi che Teammachine R si distingue davvero dalla massa ed è eccellente su ogni terreno».
La presentazione si è svolta sul truck del Tudor Pro Cycling TeamLa presentazione si è svolta sul truck del Tudor Pro Cycling Team
Il limite è nel peso
Cancellara racconta le sue sensazioni sui vari prototipi provati. Dice che non si stupirebbe se i suoi corridori un giorno dovessero chiedergliela e viene da immaginare che per un Alaphilippe o lo stesso Hirschi una bici del genere potrebbe essere lo zuccherino che stimola l’ambizione. La bici arriva facilmente a 6,8 chili e lo svizzero sottolinea che i limiti di peso e la bontà delle bici già in loro possesso fa sì che i corridori debbano solo preoccuparsi di andare forte. L’incontro volge al termine, quella bici è bellissima e ci resta addosso solo la voglia di provarla. E’ disponibile presso i rivenditori proprio da settembre e il prezzo del kit telaio è di 8.999 euro. Fuori continua a piovere. La gara degli juniores nel frattempo è entrata nel vivo.