Dura autocritica di Basso: per avere punti, bisogna farli

19.06.2025
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Un messaggio di poche parole, come sono spesso quelli di Ivan Basso. L’editoriale di lunedì lo ha colpito: il tema dei punti sta a cuore, ma leggendone le parole, il suo approccio sembra diverso. La promessa di risentirci l’indomani nel pomeriggio e il discorso che entra subito nel vivo.

Il Team Polti-VisitMalta ha una grande immagine e grandi idee alle spalle, ma non si può dire che nelle ultime uscite abbia brillato. Quando dici qualcosa del genere a un team manager, è molto probabile che si metta sulla difensiva, ma l’atteggiamento di Ivan è coerente con quello di un professionista che ha sempre preteso da sé il massimo. I corridori ci sono: Pellizzari e Piganzoli (in apertura) sono il prodotto delle professional italiane. Ma se qualcuno nella tua squadra si accontenta di meno, il coperchio salta.

Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Basso e Contador: la loro squadra è al di sotto del loro standard da atleti. La vera differenza la fanno il budget e le motivazioni
Sei preoccupato per il vostro piazzamento in classifica?

E’ una situazione che già conosciamo. Uno dei problemi è che dobbiamo pensare a fare i punti nelle gare che contano. Se tu fai punti nelle gare che contano, non hai il problema di doverli cercare nelle piccole corse. Il sistema mi piace? Questo è un altro discorso, ma per affrontarlo bisognerebbe radunare tutte le parti attorno a un tavolo e discutere in modo approfondito dei pro e dei contro. Ad ora le regole sono queste e vanno rispettate. Quindi il focus non è sui punti, ma sulla necessità di farli.

Leggiamo autocritica nelle tue parole?

Se fossimo andati a punti nelle gare dove dovevamo, non avremmo problemi. Ognuno ha la sua filosofia e degli obiettivi da raggiungere. Per me gli obiettivi sono i risultati, ma anche la visibilità: non c’è solo l’aspetto sportivo, la squadra è un’azienda che produce. Ai miei sponsor devo creare eventi e hospitality. Li invito a determinate gare, quindi il Team Polti-VisitMalta non è una squadra ciclistica e basta, ma una piattaforma dove gli sponsor generano profitto e ingaggio di nuovi clienti. Quindi non è solo importante vincere, perdere o quanto arrivi in classifica.

Che però serve per essere presenti alle gare in cui il discorso precedente può essere fatto, no?

Ovvio che è una squadra ciclistica e deve generare risultati sportivi, però genera anche un diverso modo di fare affari. Se io invito otto clienti importanti di un mio sponsor, diciamo otto dirigenti, il risultato della corsa è sì influente, ma è una parte del discorso. Perché vedono come lavoriamo all’interno della squadra, vedono i ragazzi, parlano con i ragazzi. Vedono la tensione pre-gara, la delusione post gara, la fatica, il sacrificio. Vedono Maestri che piange al traguardo perché ha fatto secondo per l’ennesima volta, quindi è molto di più. Mi sto allargando un po’ per dire che per me il discorso dei punti è importante, ma è una conseguenza.

Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Maestri al Giro: ancora una volta secondo posto, qui a Cesano Maderno. Prima rabbia, poi scoramento
Una conseguenza di cosa?

Una delle priorità del 2025 è arrivare nelle prime 30 squadre, però noi abbiamo ben chiara la proiezione di crescita per arrivarci. Abbiamo ben chiaro che esiste il mercato estivo anche per le squadre ciclistiche come quelle di calcio. E se ad agosto avremo indicatori particolari, cercheremo di fare una campagna acquisti adeguata.

Quindi la soluzione non è andare a fare punti nelle piccole corse?

Noi vogliamo fare punti alla Route d’Occitaine, che è cominciata ieri. All’Andorra MoraBanc Classica di domenica. Alla Copenhagen Sprint nel WorldTour. Rispetto le corse di ogni categoria, anche perché le ho fatte anche io e sono consapevole che senza di loro non saremmo qui. Tuttavia il mio obiettivo è fare punti nelle gare di una categoria superiore. Il problema è che i miei corridori devono fare i punti nelle gare che mettiamo nel calendario.

Questa è la nota dolente?

Non li abbiamo fatti e per questo sono arrabbiato nero. Devo fare un mea culpa generale, in questo momento devo guardare a me. E il problema è che la mia squadra non ha fatto punti in alcune gare dove aveva il dovere di farne.

Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Sul palco del Trofeo Laigueglia con il presidente di Lega Pella: Simone Gualdi è migrato alla Intermarché Development
Pensi che il sistema dei punti e la fuga degli juniores verso i devo team permette alla tua squadra di essere competitiva nelle corse di cui parli?

Abbiamo sempre avuto una buona attrattiva nei confronti dei giovani. Lo vediamo con Piganzoli che ha scelto di rimanere e con Crescioli che è venuto con noi. Mi è spiaciuto non prendere per esempio un corridore come Gualdi, come non avere accesso ad alcuni juniores bravi, però magari ce l’avremo il prossimo anno. La situazione del mercato è chiara e anche le famiglie spingono verso la grande squadra piuttosto che verso la professional, però…

Però?

Però Albanese e Fortunato se non li prendevamo noi, dov’erano? Vorrà dire che prenderemo quelli che rientrano dai devo team, perché qualcuno poi rientra. Però in questo momento non mi staccherei dall’autocritica, perché non sarebbe giusto. E noi finora non siamo stati in tabella con i punti che avevamo a disposizione. Zero alibi. Sono d’accordo con l’editoriale che hai scritto, ma se avessi fatto tre podi al Giro d’Italia, ora non avrei questo problema, perché avrei 500 punti in più.

Sono cose che hai detto anche ai corridori?

Io sostengo continuamente la mia squadra, ma non mi piace lamentarmi. Faccio un altro esempio: al Tour of Hainan abbiamo dormito. Abbiamo fatto due gare a tappe con pochissimi punti, il problema è della regola o della squadra? Se io torno da Hainan con 70 punti e la Solution Tech con 300, il merito va a loro e la colpa a noi. Se al Giro ho corridori che pensano più ai video sui social che alla corsa, da ex corridore mi scatta la rabbia.

Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Dopo un Giro sfortunato, da ieri Pizanzoli è in gara alla Route d’Occitanie, con l’obiettivo di rifarsi
Pensi che questa consapevolezza darà buoni frutti?

Certo. Sono convinto che all’Occitanie, Piganzoli farà delle belle cose. Tra sfortune e cadute, il suo Giro è stato al di sotto delle sue e delle nostre attese, ma noi abbiamo il dovere di permettere a un corridore bravo, serio e corretto di 22 anni di fare i suoi sbagli. Penso di poter parlare anche per Reverberi. Quando avevamo Fortunato e lui Pellizzari che magari stantuffavano e ora li vediamo andare forte, un po’ di merito ce lo sentiamo anche noi. Ma se non ci diamo da fare noi per primi, ci rendiamo conto che in Italia non resterà poi molto da applaudire?

La Polti nella crono con un manubrio segreto

10.05.2025
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TIRANA (Albania) – L’ultimo giorno di allenamento alla vigilia della prima tappa, i corridori del Team Polti-VisitMalta l’hanno dedicato a un’uscita di due ore sulla bici da crono e sono stati forse gli unici. Hanno trovato una strada con l’asfalto decente e hanno fatto avanti e indietro fino a completare la distanza desiderata. Il dettaglio curioso prima che partissero era la presenza attorno alle loro biciclette di Fabio Guerini e Davide Guntri: gli uomini di Deda Elementi che dallo scorso inverno si è messa al lavoro per la squadra di Basso e Contador.

Casualmente, avevamo incontrato Guntri anche nel ritiro di dicembre della Polti a Oliva, quando la collaborazione con l’azienda cremonese era ancora da definire e ci fu proibito di fare foto. Oggi che il discorso è andato avanti e quella protesi manubrio è qui, il risultato sarà sotto gli occhi di tutti a partire dalle 13,54 quando Giovanni Lonardi scatterà dal blocco della crono.

Il Team Polti-VisitMalta è pronto per partire: siamo alla vigilia del via del Giro
Il Team Polti-VisitMalta è pronto per partire: siamo alla vigilia del via del Giro

Tester Maestri

La necessità della Polti era avere una protesi manubrio da crono personalizzata per ciascun corridore. Il risultato del lavoro ha il nome di Jet Hydro: è made in Italy, è in alluminio idroformato ed è stata sviluppata da Deda Elementi con la grande collaborazione di Mirco Maestri. Il corridore di Guastalla, che lo scorso anno conquistò l’oro europeo nel Mixed Relay, ha fatto da tester e con lui abbiamo raccolto una prima base di informazioni. Le regolazioni possibili riguardano l’inclinazione della torretta e delle protesi stesse, disponibili in due lunghezze, che possono essere registrate anche sul piano orizzontale e nell’avanzamento.

«Curando molto le crono negli ultimi due anni – spiega Maestri – ho notato che ci sono dettagli ormai fondamentali. Con questa nuova protesi, riusciamo ad avere comfort e aerodinamica. Sono andato tante volte in azienda e ci abbiamo lavorato insieme. Con Davide (Guntri, ndr) mi trovo benissimo e penso che abbiamo trovato la giusta soluzione per ogni tipo di atleta, dato che la protesi è adattabile a ogni tipo di braccia e avambracci. Ho parlato di comfort e prestazione perché ci sono crono che durano più di mezz’ora e restare in posizione diventa difficile. Quindi avere una protesi performante, ma anche comoda aiuta tanto».

Segmenti in alluminio idroformato: leggerezza e made in Italy: è la nuova Jet Hydro di Deda Elementi per il Team Polti
Segmenti in alluminio idroformato: leggerezza e made in Italy: è la nuova Jet Hydro di Deda Elementi per il Team Polti

Protesi su misura

Quando nel ritiro di dicembre del Team Polti assistemmo ai ragionamenti fra Guntri, i corridori e i meccanici, uno degli scogli più duri da superare sembrava la possibilità di stare con la protesi nei limiti delle misure imposte dall’UCI. Si ragionava sull’inclinazione della protesi che a sua volta incide sulla lunghezza. Sul tavolo c’erano tutti i pezzi che compongono Jet Hydro, a sua volta regolabile grazie a una serie di registri.

«E’ una protesi che viene fatta su misura – conferma Maestri – quindi riusciamo ad arrivare al limite per ciascun corridore. Sono percentuali di miglioramento che sembrano minime, ma su una performance di parecchi minuti aiutano parecchio. Io credo di aver trovato la posizione adeguata o quantomeno la migliore possibile per stare nei parametri. Sabato (oggi, ndr) farò la prima crono al massimo e poi anche la seconda. Ormai è diventata la mia specialità».

Guntri e Maestri si scambiano le ultime opinioni prima che l’emiliano parta per l’allenamento con il Team Polti
Guntri e Maestri si scambiano le ultime opinioni prima che l’emiliano parta per l’allenamento con il Team Polti

Alluminio vs carbonio

Il tempo di sistemare gli ultimi dettagli sulle Jet Hydro, poi Davide Guntri ci ha raggiunto. Dice Fabio Guerini che è stato lui a credere più di tutti nel progetto e se lo è portato avanti con convinzione e caparbietà.

«Il progetto è partito proprio da Oliva – annuisce Guntri – mentre Mirco (Maestri, ndr) è stato quello che ci ha dato i feedback per le ultime modifiche e lo sviluppo dei grip e dei poggia gomiti. L’esigenza di partenza era trovare un prodotto fatto totalmente in Italia, discostandoci dal produrre per forza ogni cosa in Oriente. Un prodotto italiano che fosse anche top di gamma. Volevamo far capire che non esiste solo il carbonio, ma c’è anche l’alluminio. E che l’alluminio può avere dei pesi molto contenuti perché i tubi con cui sono fatte le protesi sono idroformati e li facciamo noi in casa.

«Penso che siamo l’unica azienda in Italia che idroforma i tubi e Polti ci sta dando una grande mano per andare avanti. Questo è un grosso progetto. Sono idroformature di due lunghezze differenti. Abbiamo le stesse lunghezze della Jet, cioè la S e la M. In questo caso abbiamo la Jet Hydro S e la M. I pad e i grip sono totalmente fatti da noi in stampa 3D, quindi customizzati per ogni corridore. Ecco il grande vantaggio di questa protesi».

I pad e i grip del Jet Hydro per il Team Polti sono stampati in 3D nella sede di Deda Elementi
I pad e i grip del Jet Hydro per il Team Polti sono stampati in 3D nella sede di Deda Elementi

Solo su misura

Mentre i corridori si allontanavano, il discorso è andato avanti tornando proprio al tema delle misure UCI che tanto hanno dato da lavorare ai tecnici di Deda e ai biomeccanici della Polti-VisitMalta.

«Riusciamo a stare dentro tutte le misure – spiega Guntri – perché le sviluppiamo noi. Prendiamo la misura della vecchia bici e della vecchia posizione e con un programma creato in azienda con Stefano Rossi, il nostro disegnatore, sviluppiamo anche l’angolo della torretta. Potrebbe essere di 15-20-25-30 gradi, in modo da sfruttare l’angolo maggiore che il corridore può utilizzare nella sua categoria. Le torrette sono in alluminio, un pezzo unico. La nostra paura era quella che, avendo delle torrette abbastanza alte, potessero svettare nel punto superiore, perché quando vai a crono tiri molto con l’esterno. Invece Mirko ci ha detto che era tutto a posto. E così siamo partiti, spingendo forte sull’alluminio».

Ultime regolazioni prima dell’allenamento che serve anche a trovare il feeling con la bici da crono
Ultime regolazioni prima dell’allenamento che serve anche a trovare il feeling con la bici da crono

Lo bisbigliano e non fanno nomi. Pare che una squadra WorldTour si sia mostrata interessata a Jet Hydro e abbia chiesto di provarlo. Se andasse in porto, Deda Elementi potrebbe anche prendere in considerazione di creare delle protesi fisse, senza possibilità di regolazione: su misura per ciascun corridore. Fisse, una volta trovato il giusto assetto.

Zanatta: «Contento se… Torniamo dal Giro con una tappa»

07.05.2025
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Stefano Zanatta e i corridori della Polti VisitMalta sono arrivati ieri sera in Albania, i mezzi e il personale era già lì da qualche giorno come ci ha raccontato Maurizio Borserini, creatore delle immagini per il team. Il tempo di prendere dimestichezza con l’asfalto albanese non è tanto, oggi la sgambata sarà nel primo pomeriggio, poi domani (giovedì, ndr) si dovranno trovare i ritagli di tempo per fare tutto. Il Giro d’Italia parte per la prima volta della sua storia ultracentenaria dall’Albania. Ci si accorge della grandezza di un evento del genere solamente quando deve “traslocare” dall’Italia. La carovana è immensa e tutto deve essere coordinato al meglio

Aurum ha pensato ad una livrea speciale per il Giro, realizzata da Lechler

Voci da Tirana

Questa mattina alle ore 10, a Tirana, c’è stata la riunione delle squadre. Il meteo è buono a differenza di quello che ci accompagna in questo inizio maggio nel nostro Paese. 

«In queste ore i ragazzi hanno visionato alcuni punti della prima tappa – dice Zanatta – come la salita finale che si andrà a ripetere due volte, mentre domani cercheremo di andare sul percorso della cronometro e della terza frazione. Il tempo a disposizione non è molto».

Piganzoli è chiamato a fare uno step in più rispetto al 2024, vincere una tappa al Giro sarebbe un modo per affermare il proprio talento
Piganzoli è chiamato a fare uno step in più rispetto al 2024, vincere una tappa al Giro sarebbe un modo per affermare il proprio talento

Da cinque edizioni

Per il team di Ivan Basso e Fran Contador sta per iniziare il quinto Giro d’Italia, da quando la squadra è diventata professional ha sempre partecipato alla Corsa Rosa. I risultati sono arrivati fin da subito: al primo anno, nel 2021, Lorenzo Fortunato ha vinto in cima allo Zoncolan. Successo bissato due anni dopo da Davide Bais a Campo Imperatore. 

«Lo spirito con il quale affrontiamo questo Giro – racconta Stefano Zanatta – è lo stesso delle stagioni passate. Portiamo corridori che sanno lottare e andare in fuga. L’obiettivo che mi pongo è quello di vincere una tappa, è una cosa che abbiamo nelle nostre corde. Con Davide Piganzoli daremo un occhio alla classifica ma la squadra non sarà a sua disposizione tutto il giorno. Anche lui dovrà essere bravo nel crearsi le occasioni per vincere una tappa. Va bene fare una bella classifica, ma vincere una tappa al Giro ti fa cambiare status». 

Un po’ come fatto da Fortunato quattro anni fa…

In un certo senso sì, la cassa di risonanza di quella vittoria in cima allo Zoncolan ha lanciato Fortunato nel ciclismo dei grandi. Sono corridori diversi, Piganzoli è molto più completo. Sa difendersi bene a cronometro e mentalmente arriva per lottare. I risultati lo dicono, al Gran Camino ha mostrato ottime qualità. 

Piganzoli è arrivato al punto di potersi giocare la vittoria con i migliori o deve andare in fuga?

Penso abbia fatto vedere che è capace di stare con i più forti. Al Tour of the Alps ha colto un bel piazzamento nella seconda tappa. Deve imparare a gestire meglio il finale ma ha fatto passi importanti in questo senso. E’ un atleta che ha il colpo di mano, il guizzo per spuntarla in uno sprint ristretto. 

L’ultima vittoria di tappa al Giro, la seconda nella storia di questa squadra, l’ha firmata Davide Bais nel 2023 a Campo Imperatore
L’ultima vittoria di tappa al Giro, la seconda nella storia di questa squadra, l’ha firmata Davide Bais nel 2023 a Campo Imperatore
Ha mostrato anche di avere la solidità sulle tre settimane…

Senza dubbio. Il fatto principale è che il Giro è lungo, molto lungo. Può succedere di tutto. Comunque Piganzoli al suo primo Giro ha sfiorato la top 10, non è una cosa da poco. 

Parlaci degli altri sette corridori…

Non avremo nessun debuttante, questo credo sia un vantaggio in termini di esperienza e recupero. La squadra è più matura rispetto a un anno fa. L’uomo squadra, sembra scontato dirlo, sarà Maestri. Ha esperienza, forza e sa dare l’anima in bici. 

Ci saranno anche i fratelli Bais, Mattia e Davide. 

E’ il loro terzo Giro d’Italia insieme. Davide ha già vinto una tappa, mentre Mattia ci ha mostrato una crescita incredibile. Sa tenere in salita e inoltre è un attaccante nato. Non dimentichiamoci Pietrobon. Lui lo scorso anno ha sfiorato la vittoria a Lucca e ha vinto la classifica del più combattivo con quasi mille chilometri di fuga. 

Lonardi, in maglia verde, ha vinto la classifica a punti in Turchia ed ha mostrato un’ottima costanza nei risultati in questo 2025
Lonardi, in maglia verde, ha vinto la classifica a punti in Turchia ed ha mostrato un’ottima costanza nei risultati in questo 2025
C’è anche il nuovo innesto Tonelli

Nuovo per il nostro team ma di esperienza al Giro ne ha da vendere. Nelle edizioni precedenti è andato vicino al successo di tappa in due occasioni: una nel 2022 con un terzo posto e nel 2023 ha fatto quarto nella tappa di Rivoli. 

In tanta Italia c’è spazio per uno spagnolo: Munoz.

Lui è il nostro jolly, è in grado di rimanere accanto a Piganzoli, ma è capace di dare un ottimo contributo per le volate, nelle quali avremo Lonardi. Lui fa fatica a vincere, tuttavia da un anno e mezzo ha trovato una costanza incredibile. Ha colto dodici top 10 e ha appena vinto la maglia a punti al Presidential Tour of Turkiye.

Team Polti, le armi segrete dei meccanici per bici tirate a lucido

05.05.2025
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Mancano sei giorni all’inizio del Giro d’Italia e nei magazzini delle squadre gli ultimi sono serviti per ripassare l’elenco dei materiali. Ieri i camion si sono avviati verso Bari, da cui saliranno sui traghetti per Durazzo. L’Albania ha aderito nel 2013 al Carnet ATA, il documento doganale internazionale che consente l’introduzione temporanea delle merci destinate a particolari eventi: la dogana dovrà essere informata di ogni oggetto in entrata nel Paese. Anche i camion e il noto pullman del Team Polti-VisitMalta sono già in viaggio.

Questo articolo è nato quasi per caso alcuni giorni fa, chiacchierando con il meccanico spagnolo del team – Ivan Moya – all’indomani del clamoroso blackout che ha letteralmente spento il Paese. Ed è stato così che ragionando di bici e ruote, alla fine siamo finiti a parlare anche dei lubrificanti in uso alla squadra.

Ivan Moya è uno dei meccanici spagnoli del Team Polti-VisitMalta (foto Maurizio Borserini)
Ivan Moya è uno dei meccanici spagnoli del Team Polti-VisitMalta (foto Maurizio Borserini)

Un tecnico in ritiro

Moya infatti si è messo a raccontare di quando nel primo ritiro di Oliva del Team Polti-VisitMalta si ritrovò a interagire con Massimiliano Brivio, uomo della ricerca e sviluppo di Arexons: la casa che produce i lubrificanti Svitol. Messo di fronte alla necessità di approfondire la conoscenza del ciclismo, il tecnico prese nota di ogni esigenza e proprietà richiesta per i prodotti da fornire alla squadra. E quando i cartoni contenenti le nuove forniture sono arrivati nel magazzino, i meccanici si sono resi conto che tutto era stato eseguito pressoché alla lettera. Si studia anche sui solventi e gli oli: quando si tratta di riportare all’efficienza la bici e poi tirarla a lucido, nulla può essere fatto a caso.

«Ero venuto qui in Spagna per riposarmi un po’ – racconta Moya, originario di Barcellona ma residente a Vigo – invece sono capitato nei giorni del mega blackout. E’ sembrato di essere tornati nel Medio Evo, solo con le candele. Un disordine incredibile. La gente senza telefono, senza internet e senza batterie. Poi per fortuna è tornato tutto a posto. Comunque, tornando a noi, Brivio è venuto per sviluppare il prodotto, capire le nostre esigenze e lavorare insieme per metterlo a punto. E’ tutto in continua evoluzione, stanno lavorando a qualcosa di cui non vi posso dire. Parliamo di prodotti per la rimozione dello sporco, ma hanno anche spazzole, spugne e diversi tipi di stracci per pulire qualsiasi parte della bicicletta. Vengono dalla pulizia degli interni e degli esterni delle auto, per cui hanno un sacco di prodotti che possono essere adattati al mondo della bicicletta con piccole modifiche».

Svitol ha sponsorizzato il Team Polti-VisitMalta per avere visibilità, ma anche sipporto in fase di sviluppo (foto Maurizio Borserini)
Svitol ha sponsorizzato il Team Polti-VisitMalta per avere visibilità, ma anche sipporto in fase di sviluppo (foto Maurizio Borserini)
Quindi vi danno anche prodotti per la pulizia?

Usiamo uno sgrassatore, che ci viene dato in due formati. C’è quello spray che va benissimo per chiunque voglia tenere bene la sua bici. Ci permette di sgrassare la catena, ad esempio, ma è anche un prodotto grasso. Si mette sui pignoni e sulla catena, si lascia agire ed è molto efficace. Lo usiamo anche per pulire alcune parti più piccole.

Fate tutto con lo spray?

Esiste anche la versione liquida, che sta in una bottiglia da cinque litri, che usiamo ogni giorno. Ma prima di tutto, le bici vanno lavate e per questo usiamo un sapone concentrato, che ha una consistenza quasi ceramica che usiamo anche per pulire il telaio e lascia una finitura decisamente buona.

Sapone che quindi si diluisce con acqua?

E’ un flacone e basta usarne un solo tappo, perché è un sapone molto concentrato, affinché faccia la schiuma e si possa applicare con una spugna.

La partecipazione di Zoccarato nella The Hills di Mattia De Marchi ha messo a durissima prova la bici (foto Chiara Redaschi)
La partecipazione di Zoccarato nella The Hills di Mattia De Marchi ha messo a durissima prova la bici (foto Chiara Redaschi)
Vi forniscono anche i lubrificanti?

Ci sono due versioni dell’olio. Quello Dry, per le condizioni di secco. E anche l’olio Wet, da bagnato. Li scegliamo a seconda delle situazioni e per ora ci sembra che funzionino bene. Non si tratta di cera o grafene, è un olio. Poi, a margine di tutti, stiamo sperimentando un grasso ceramico, ma non so ancora quando lo porteranno sul mercato. Per ora il grosso lo facciamo con un grasso bianco che contiene delle particelle di ceramica.

Anche i prodotti per catena vanno lavati dopo l’uso?

Sempre. Si applica il prodotto sulla catena e si fa agire per 15-20 secondi, non oltre un minuto. Poi si dà l’acqua per rimuovere il prodotto in eccesso.

Come si fa con i dischi dei freni?

Il prodotto che usiamo di più è un detergente a base di alcol isopropilico, che pulisce qualsiasi cosa e non la lascia bagnata. Evapora subito e va molto bene per i dischi e per qualsiasi altra parte della bici che possa sporcarsi di olio. Abbiamo dovuto ragionare su questo prodotto, dopo averne provati anche altri. Ad esempio nel catalogo auto avrebbero un solvente molto buono, che però danneggia le pastiglie dei freni. La bici frena bene, però fa un rumore troppo grande.

Una volta che la bici è stata lavata e lubrificata, viene spruzzata con un prodotto che la rende scintillante (foto Maurizio Borserini)
Una volta che la bici è stata lavata e lubrificata, viene spruzzata con un prodotto che la rende scintillante (foto Maurizio Borserini)
Servono prodotti specifici, chiaro…

Bisogna fare attenzione, deve essere specifico per la bicicletta. Le auto non danno questi stessi problemi, la bici è un altro mondo.

Per il carbonio delle ruote usate lo stesso sapone del telaio?

Sì, ma anche diverse spazzole e spugne. E alla fine, quando la bicicletta è pulita e lubrificata, abbiamo uno spray che lavora come un lucidante, sia per le bici da gara, sia per quelle di scorta che vanno sull’ammiraglia. E’ uno spray già miscelato con acqua e si usa perché la bici abbia una brillantezza superiore.

Avete la sensazione che la squadra sia il banco di prova per gli utenti che compreranno i prodotti?

E’ una certezza, non una sensazione. L’idea è nata quando abbiamo parlato nei loro uffici. E’ stato subito chiaro che volessero usare la sponsorizzazione per sviluppare il prodotto ed entrare maggiormente nel mercato del mondo delle bici. Per loro è abbastanza nuovo e il fatto che non siamo un team enorme, rende più svelti e precisi i feedback che ricevono.

Svitol appartiene ad Arexons: prodotti per auto che Polti-VisitMalta utilizza per la pulizia delle ammiraglie (foto Maurizio Borserini)
Svitol appartiene ad Arexons: prodotti per auto che Polti-VisitMalta utilizza per la pulizia delle ammiraglie (foto Maurizio Borserini)
Tutti questi prodotti sono sul camion oppure verranno riforniti durante il Giro?

Normalmente portiamo nel camion tutto quello che ci serve. Visto che stiamo andando in Albania, è necessario avere il Carnet ATA. Non si possono portare alcune merci e ripartire con altre a causa della dogana, quindi il camion deve essere carico di tutto ciò che ci serve. E di solito si va bene così, perché in un Grande Giro parto sempre con qualcosa in più di quello che è davvero necessario.

Piganzoli: l’esperienza maturata e i progressi verso il Giro

27.04.2025
4 min
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SAN CANDIDO – Davide Piganzoli è sempre più al centro del progetto della Polti-VisitMalta, il valtellinese cresciuto con passi mirati e precisi si appresta a correre il suo secondo Giro d’Italia in carriera. Dopo l’esordio della passata stagione e un solido tredicesimo posto finale, arrivato grazie a caparbietà e tenacia, i riflettori si girano illuminando anche il suo profilo.

L’avvicinamento è restato pressoché lo stesso del 2024, concluso in crescendo con il terzo posto al Giro dell’Emilia: si è partiti con le corse in Spagna, poi la Volta a la Comunitat Valenciana, Tirreno-Adriatico e infine Tour of the Alps (in apertura foto Maurizio Borserini). L’unica differenza è arrivata dal fatto di aver corso il Gran Camino e non il Tour of Antalya, vinto lo scorso anno. Scelta forzata visto che la corsa a tappe turca non è stata disputata. 

Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)
Il passaggio dal Tour of the Alps ha permesso a Piganzoli di confrontarsi con i migliori scalatori in vista del Giro (foto Maurizio Borserini)

Solidità

I risultati non sono diversi, anzi, anche quelli sono praticamente identici: nei primi quindici alla Valenciana e in top 20 alla Tirreno. E’ mancata la vittoria, vero, ma le prestazioni colte al Gran Camino sono sembrate più solide: sempre tra i primi e un secondo posto nella cronometro alle spalle di Derek Gee

«Sicuramente arrivo con una maturazione diversa – racconta all’interno della tenda dietro al palco delle premiazioni – mentre il programma di lavoro è rimasto lo stesso, sia prima che dopo il Tour of the Alps. Quindi ho fatto un ritiro in altura, poi questa corsa per rifinire il lavoro e poi si va verso il Giro d’Italia. Visti i risultati dello scorso anno credo che sia un approccio corretto. In generale mi sento migliorato parecchio e si può sperare in bene».

Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Al termine di questi cinque giorni di gara il valtellinese ha colto un 11° posto finale, 3° fra i giovani
Maturato in cosa?

Sicuramente ho un maggiore quantitativo di esperienza e sento di essere migliorato fisicamente. Anche la squadra credo sia cambiata in meglio.

Andiamo per punti, perché ti senti più forte fisicamente?

Mi sento più forte sul ritmo gara, riesco a tenere meglio il passo degli altri uomini di classifica. Quando sei giovane devi sempre prendere un po’ di dimestichezza con il gruppo e migliorare. Credo, con il passare del tempo e delle stagioni, di arrivarci. 

A livello di esperienza in gara cosa hai imparato dal Giro dello scorso anno?

Sicuramente che bisogna sempre stare attenti e cercare di non andare a tutta ogni giorno. L’obiettivo in una gara così lunga è di mantenere un briciolo di freschezza per il finale perché proprio nelle tappe conclusive si creano occasioni importanti.

Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al secondo posto
Piganzoli nella prima parte di stagione ha disputato diverse corse a tappe, qui al O’ Gran Camino chiuso al 2° posto
Cosa hai cercato di fare “in più” rispetto al 2024?

Ho cercato di fare piccoli passi: qualcosa in più per il fondo aumentando leggermente le ore in bici, migliorando quello che lo scorso anno ho curato meno, ovvero i chilometri fatti durante la settimana. Il risultato è che mi sento più solido a livello di prestazione. 

Guardando alla prestazione fatta in questo Tour of the Alps come ti senti? Sei sui passi giusti?

Credo di essere in un buon periodo, tutto sta andando secondo i piani. Dopo questi giorni mi godrò un attimo di riposo e poi andremo diretti in Albania. Anche quest’anno guarderò ancora la classifica, ma senza troppo stress. Siamo in una squadra piccolina e questo credo sia un vantaggio anche per puntare a qualche fuga e conquistare delle tappe. 

Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Uno dei punti in cui Piganzoli si sente più forte rispetto al 2024 è il passo, anche sulle salite lunghe
Senza Pogacar sarà un Giro più aperto?

Sì, sicuramente e credo lo sarà fino alla fine. Come in questi giorni ci saranno tanti campioni e tanti corridori che potranno fare la gara. Senza qualcuno in grado di dominare vedremo maggior controllo probabilmente ma allo stesso tempo ci sarà più spettacolo e maggior spazio per tutti. 

Più bello ma più difficile da interpretare?

Tecnicamente sarà difficile tenere in mano la corsa, però dai, credo sia una cosa positiva per lo spettacolo e per gli spettatori a casa.

Il caffè di Polti grande protagonista al Giro d’Italia

04.04.2025
4 min
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MILANO – L’invito che ci è arrivato qualche giorno fa da Polti iniziava così: “Francesca Polti ti invita a degustare con Ivan Basso e Alberto Contador SOLO Caffè Monorigine, il caffè di Polti”. Appuntamento fissato per la mattinata di martedì 1 aprile a Eroica Caffé a Milano (in apertura foto ilciclistafotografo).

Non sappiamo se sia stata una casualità oppure se fosse tutto calcolato. Sta di fatto che, alla vigilia dell’appuntamento milanese, al team Polti VisitMalta è arrivata la conferma di essere fra le quattro formazioni invitate al prossimo Giro d’Italia.

L’incontro di Milano è diventato così un momento di festa che Francesca e Stefano Polti, rispettivamente presidente e amministratrice delegata di Polti SpA e CEO e fondatore di Aroma Polti, hanno voluto condividere con gli altri sponsor del team e con la stampa di settore. Con loro Alberto Contador e Ivan Basso, fondatori del team Polti VisitMalta.

La presentazione del caffè SOLO è avvenuta all’Eroica Caffè di Milano lo scorso 1 aprile (foto ilciclistafotografo)
La presentazione del caffè SOLO è avvenuta all’Eroica Caffè di Milano lo scorso 1 aprile (foto ilciclistafotografo)

Il caffè del Giro

Fra gli ospiti presenti a Eroica Caffé c’era anche Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sports & Events. Una presenza non casuale dal momento che SOLO Caffè Monorigine, sarà il caffè ufficiale del Giro d’Italia 2025. Ecco al riguardo le parole di Francesca Polti: «Il Giro d’Italia è un evento eccezionale, si attraversano le strade di quasi tutta la penisola, grandi città e piccoli paesi… Parteciparci in maniera attiva facendo assaporare SOLO, il caffè di Polti, agli italiani, è l’opportunità per avvicinarci ancora di più al nostro cliente, fargli conoscere le nostre macchine del caffè, oltre al vapore, un mondo che esploravamo da tempo ma che ora ci appartiene e contraddistingue».

Paolo Bellino ha voluto aggiungere il suo pensiero: «Siamo entusiasti di accogliere Polti come fornitore ufficiale del Giro d’Italia. La presenza di Polti, con le sue macchine del caffè Polti Coffea e SOLO Caffè Monorigine, contribuirà a rendere ancora più speciale l’esperienza della Corsa Rosa, offrendo agli atleti, agli ospiti e agli appassionati un autentico simbolo dell’ospitalità e della qualità italiana. La passione, l’innovazione e la tradizione che Polti porta con sé si sposano perfettamente con i valori del Giro, rendendo questa partnership un’opportunità unica per celebrare un’azienda che da sempre fa parte del mondo del ciclismo».

Grazie all’accordo con RCS Sports & Events, sarà possibile provare direttamente dalle macchine Polti Coffea il gusto, l’autenticità e la purezza dell’offerta di SOLO Caffè Monorigine. Basterà visitare lo stand Polti ai villaggi di partenza e all’interno delle aree hospitality di RCS Sports & Events, presenti in ogni tappa di partenza e arrivo del Giro.  

Uno dei protagonisti al prossimo Giro d’Italia sarà Davide Piganzoli, qui a sinistra
Uno dei protagonisti al prossimo Giro d’Italia sarà Davide Piganzoli

Non solo caffè

In occasione del Giro d’Italia Polti ha pensato ad una serie di iniziative per coinvolgere il pubblico presente sulle strade della corsa, ma anche quello a casa. SOLO Caffè Monorigine regalerà ogni giorno un “SOLO Moment”: una pillola quotidiana che sarà pubblicata sui profili social del Giro d’Italia.

Con Polti sarà inoltre possibile partecipare al Fantagiro, il fantasy game del Giro d’Italia, che lo scorso anno ha riscosso grande successo coinvolgendo oltre 78.000 utenti, 107.000 squadre create e ben 6.800 leghe. Polti sarà presente con la Lega SOLO Caffè Polti, mettendo in gioco due bonus

  • Bonus Faccio da SOLO: rimane in fuga solitaria in testa per almeno 10 km = +5
  • Bonus Caffè Corretto: due corridori di squadre diverse si passano la borraccia = +10

Iscrivendosi al concorso del Fantagiro si potrà vincere una macchina del caffè Polti Coffea G50S e un kit di 3 confezioni di grani SOLO caffè Monorigine, per assaporare a casa propria tutta la purezza del caffè Polti.

SOLO Caffè Monorigine, è la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti
SOLO Caffè Monorigine, è la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti

Parola ai campioni

Come detto, all’incontro di Milano erano presenti Ivan Basso e Alberto Contandor. Il varesino, che fra le altre cose è brand ambassador di SOLO, ha tenuto a sottolineare come l’ingresso di Polti abbia aperto al suo team un nuovo ciclo che avrà nel prossimo Giro d’Italia un focus estremamente importante. L’obiettivo è quello di provare a vincere una tappa, magari con Piganzoli e Maestri. Se dovesse arrivare la tanto sospirata vittoria, Alberto Contador si è impegnato a percorrere in bicicletta la strada che da Madrid porta a Bulgarograsso, comune del comasco dove ha sede Polti. La stretta di mano fra il madrileno è Francesca Polti ha sancito una scommessa che tutti e due desiderano tanto vincere. Non resta che aspettare la partenza del Giro.

Polti

La nuova Aurum Manto tricolore di Samuele Zoccarato

28.03.2025
4 min
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Samuele Zoccarato è un professionista del Team Polti-VisitMalta e per buona parte dell’anno corre su strada. Zoccarato però è anche il campione italiano gravel e quest’anno farà il suo debutto in questa disciplina sabato 29 marzo alla The Hills, la nuova gara ideata da Mattia De Marchi. Per questa occasione Aurum, il fornitore del Team Polti VisitMalta, ha disegnato una Manto – la gravel del brand spagnolo – con una livrea molto particolare

Le fasi di verniciatura della Manto personalizzata di Zoccarato
Le fasi di verniciatura della Manto personalizzata di Zoccarato

Design tricolore per il campione italiano

Zoccarato prenderà il via di The Hills in sella ad una bici unica, disegnata apposta per lui, che incorpora la bandiera italiana e le insegne di campione d’Italia in carica. La base del telaio è bianco perla e nel lato sinistro sfuma nel rosso in corrispondenza dei foderi posteriori e nel verde sulla forcella, mentre nel lato destro i colori sono invertiti.

Comunque la si guardi, il tricolore è ben visibile, al tempo stesso semplice ed elegante, richiamato ulteriormente dal logo di Aurum, anch’esso in verde-bianco-rosso, dipinto in bella vista frontalmente sul tubo sterzo. Ma non solo. Al centro del tubo orizzontale campeggia la scritta “Campione d’Italia di Gravel 2024”, un ulteriore omaggio al risultato conseguito da Zoccarato ai campionati nazionali dello scorso giugno a Golferenzo, in provincia di Pavia. 

Anche il logo Aurum è stato declinato in tricolore
Anche il logo Aurum è stato declinato in tricolore

La Manto di Zoccarato

Questo per quanto riguarda la novità estetica. Andiamo ora a vedere i dettagli tecnici della Manto con cui il campione italiano prenderà parte alla The Hills. Prima però due parole sul modello. Manto ha un design pulito ed aerodinamico ripreso dal modello stradale Magma, con il cablaggio completamente integrato e linee aggressive, pensate per chi cerca il massimo in termini di reattività e performance. Insomma, una gravel più da agonisti che da cicloviaggiatori.   

Il telaio di Zoccarato è una taglia 56 (il corridore è alto 1 metro e 83) equipaggiato con il nuovo gruppo SRAM Red XPLR 1×13 con pacco pignoni 10-46 e monocorona da 42 denti. La sella scelta è la Prologo Nago R4 Pass, mentre le ruote sono le Enve SES 3.4, naturalmente in carbonio. Gli pneumatici sono forniti da Vittoria, ma il modello sarà deciso in base alle condizioni meteo che i corridori troveranno sabato il giorno della gara. Possiamo dire però che la Manto consente di montare copertoni larghi fino a 45 mm.

Le parole di Ivan Basso

The Hills si svolgerà al lago Le Bandie, in provincia di Treviso, e fa parte del prestigioso circuito Gravel Earth Series, di cui sarà l’unica tappa italiana.  Questo evento segnerà anche l’inizio della stagione gravel 2025 del Team Polti VisitMalta e di Aurum, una disciplina sulla quale il brand spagnolo sta puntando sempre di più. Un impegno sottolineato anche da Ivan Basso, co-fondatore di Aurum assieme ad Alberto Contador e Sport Manager del Team Polti VisitMalta.

«Siamo entusiasti di vedere un atleta del calibro di Samuele – ha detto Basso – correre con la nostra Manto. Il suo talento e la sua serietà rispecchiano appieno i valori di Aurum e siamo convinti che questa collaborazione porterà il livello delle competizioni gravel ancora più in alto».

Aurum Bikes

Il ritorno (a sorpresa) di Maini, grande acquisto per la Polti

27.03.2025
4 min
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Maini ha l’entusiasmo del corridore cui hanno appena consegnato la maglia e la nuova bici. «Oggi è stato il primo giorno sull’ammiraglia con Giovanni Ellena – sorride con pudore – e per l’adrenalina che avevo dentro, se fossi stato un corridore, probabilmente sarei andato in crisi di fame».

Oggi Maini ha debuttato alla guida del Team Polti-VisitMalta alla Settimana Coppi e Bartali (in apertura è sul pullman tra Jesus Hernandez e Giovanni Ellena). L’Astana lo aveva lasciato scivolare indietro e senza spiegazioni alla fine del 2023, lo stesso Martinelli non l’aveva presa affatto bene. Eppure, se lo conosceste, sapreste che adesso “Maio” vuole fare tutto tutto fuorché rivangare il passato. Non l’ha mai fatto. Al contrario, ha soprattutto voglia di normalità e di riallacciare il filo con la grande storia del suo mestiere.

Ivan Basso ha accolto Maini nel Team Polti-VisitMalta a stagione già iniziata (sprintcycling.com)
Ivan Basso ha accolto Maini nel Team Polti-VisitMalta a stagione già iniziata (sprintcycling.com)
Una sorpresona, come è andata?

Ho ricevuto una chiamata qualche settimana fa. Mi hanno detto che ci poteva essere questa possibilità e che mi avrebbero aggiornato. Al di là dei giorni che sono trascorsi tra quando mi hanno chiamato e quando la cosa è andata in porto, la cosa bella è che sia andata veramente in porto. Come ho detto nel comunicato ufficiale, devo ringraziare la dirigenza e i miei colleghi per avermi dato questa opportunità.

Ti aspettavi che sarebbe arrivata un’altra ammiraglia?

Dico la verità: per me è stata una sorpresa molto gratificante. Ho avuto la fortuna di lavorare con dei corridori importanti, ma anche tanto con i giovani e mi è sempre piaciuto molto. Questa cosa mi dà stimolo e accelera ancora di più la mia grande voglia di fare, perché l’ho sempre avuta. Sono sempre stato molto malato di ciclismo.

Sei stato preso con un incarico particolare, proprio legato ai giovani?

No, sono uno dei direttori sportivi, ma ho dato disponibilità totale a coprire qualsiasi ruolo. Mi ha chiamato Zanatta, dicendo che era con Basso, Ellena e gli altri direttori e avevano pensato a me. La squadra aveva fatto il programma delle gare e ha capito di avere bisogno di una figura in più. Così hanno pensato a me e mi fa davvero piacere. Con Ivan non ho mai lavorato, ma non ci sono mai stati screzi o tensioni: sempre grande rispetto.

Nel 1992 Maini guidò Pantani alla conquista del Giro dilettanti e poi lavorò con lui alla Mercatone Uno
Nel 1992 Maini guidò Pantani alla conquista del Giro dilettanti e poi lavorò con lui alla Mercatone Uno
Nel frattempo hai continuato a seguire il ciclismo?

Appena, appena (sorride, ndr)… Ero arrivato al punto di tenere acceso l’iPad, la televisione e il telefono e vedevo tre corse al giorno, anche contemporaneamente. A un certo punto si sono aggiunte quelle dei dilettanti, per cui vedevo le due dei professionisti e nel telefono lo streaming degli under 23.

Che cosa porta Orlando Maini al Team Polti-VisitMalta?

Porta a se stesso. Porta la spontaneità di un lavoro che sente particolarmente suo. L’entusiasmo, che serve per dare la possibilità a questi ragazzi di porsi degli obiettivi e di realizzare il loro sogno. Mi piacerebbe portare tutto questo, perché prendano consapevolezza delle loro forze e delle loro capacità.

Pantani, Scarponi, Pozzato, Ulissi… L’elenco dei tuoi corridori è lungo e importante: da ognuno di loro hai imparato qualcosa che adesso fa parte del tuo bagaglio?

Da ognuno di loro ho imparato qualcosa che mi è rimasto e soprattutto mi ha fatto capire che si può sempre migliorare, anche se hai una grande esperienza. In questi anni mi sono reso conto che ascoltare i giovani è importante. Puoi trasmettere, ma anche ascoltare e assorbire qualcosa da loro e questo fa sì che si crei un dialogo che può portare a raccogliere dei frutti importanti.

Dicembre 2022, ritiro Astana ad Altea, in Spagna. Con Maini (a destra), ci sono Martinelli e Zanini
Dicembre 2022, ritiro Astana ad Altea, in Spagna. Con Maini (a destra), ci sono Martinelli e Zanini
Tu torni in gruppo e contemporaneamente Martinelli ne esce. Si sta verificando un ricambio anche fra i tecnici…

Martinelli è stato il primo a essere felice quando l’ha saputo, fra noi non c’è solo un rapporto di lavoro. Il ricambio fa parte della logica della vita, non solo del mestiere del direttore sportivo. Però io sono ancora del parere che l’esperienza dei più maturi serva ancora. Serve il giusto mix fra le parti. Il futuro è un’ipotesi, il passato è certo perché è già successo. Però la voglia di immaginare quello che sarà è stimolante e l’esperienza ti permette di spiegare cosa serva davvero e cosa invece sia inutile.

Adesso il programma che corse prevede?

Adesso faccio la Coppi e Bartali, quindi il Giro d’Abruzzo e poi vedremo il resto del calendario.

Si può dire che alla fine le cose tornano sempre?

Sapete come sono fatto, ci conosciamo da tanto tempo. Sapete cosa penso e cosa basta perché io sia contento. Mi basta che scriviate che io ho solo voglia di normalità, che sono uno con i piedi per terra. Ho sempre vissuto così e sono contento quelle volte in cui mi viene riconosciuto.

La grande maglia in stile calcio sul pullman della Polti-Visit Malta

26.03.2025
4 min
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«La maglia, con i suoi colori identificativi, è il simbolo di questa squadra – dice Francesca Polti, Presidente e Amministratrice Delegata di Polti – ciò che più la rappresenta ed insieme rappresenta gli sponsor e i valori condivisi. Inserire l’immagine della maglia sul bus e gli altri mezzi pesanti è stata, quindi, un’idea che ci ha convinti da subito. Sia per l’originalità e l’unicità nel mondo ciclistico, sia perché permette ai nostri tifosi di identificare immediatamente e in modo efficace il Team Polti-VisitMalta, per le strade di tutta Italia ed Europa».

Francesca Polti è una presenza assidua accanto alla squadra: qui alla Strade Bianche (foto Team Polti-VisitMalta)
Francesca Polti è una presenza assidua accanto alla squadra: qui alla Strade Bianche (foto Team Polti-VisitMalta)

L’immagine della flotta

Questa è la storia di come sia nato e sia stato poi sviluppato e finalizzato il vestito 2025 del pullman della squadra di Basso e Contador. Un progetto che ha subito conquistato Basso e i suoi sponsor e che è stato concepito da Maurizio Borserini, creatore delle immagini per il team e per gli sponsor.

«L’idea – racconta Borserini – è nata semplicemente per dare un’immagine un po’ più importante e innovativa al mezzo che è sempre presente sia sulle strade sia nei parcheggi dei paddock. L’anno scorso abbiamo constatato che il pullman è sempre al centro delle riprese e delle foto. In più avevamo l’esigenza di raggruppare una flotta intera, dando un’immagine che andasse fuori da quello cui eravamo abituati nel ciclismo, per cui ci siamo messi a studiare…».

Studiare che cosa?

Sono andato a vedere i bus di altri sport, ad esempio del calcio. Mi ha affascinato il fatto che loro diano molto risalto all’elemento maglia della squadra o allo scudo che la rappresenta, come ha fatto la Lotto Dstny, una pratica che non è mai stata tanto diffusa nel ciclismo. Molto probabilmente c’è sempre stato il discorso del mostrare il nome dello sponsor, ma sempre in termini di grandi scritte. E così abbiamo lavorato sull’immagine, dato che il bus era lo stesso e non si poteva intervenire sui materiali.

In che modo siete andati avanti?

Una volta avuta l’idea e l’approvazione di essa da parte degli sponsor principali, c’è stato un bel lavoro di squadra che ha visto impegnati tutto il team comunicazione, i grafici italiani e spagnoli e in cui il supporto di professionalità presenti nelle aziende partner è stato determinante.

Il nuovo pullman ha debuttato nelle gare di Valencia di inizio febbraio
Il nuovo pullman ha debuttato nelle gare di Valencia di inizio febbraio
Abbiamo letto il commento di Francesca Polti?

L’idea è nuova ed è piaciuta e hanno richiesto giustamente che ci fosse coerenza in tutta la flotta. Per cui, pur non avendo potuto riprodurre la stessa grafica sulle ammiraglie a causa di elementi di carrozzeria che avrebbero dato problemi con il disegno, i van e i camion hanno la stessa veste. Anzi il camion, col fatto che non ha sporgenze, è anche molto bello.

Qual è stato l’impatto del pullman alle prime corse?

Venivano a vederlo, come se ci fosse stato un passa parola. Non so se sia stato io a farci caso, però vedevo che la gente veniva, si fermava e guardava. Il discorso della maglia aiuta tanto a identificarci sia fuori corsa che in corsa, perché alla gente arriva un’immagine sola per la squadra. E alla fine è proprio quello che volevamo ottenere. Un’immagine originale ed efficace. Per cui, missione compiuta!