In una corsa di altissimo profilo tecnico come il GP FWR Baron, prova della Nations Cup vinta dallo spagnolo Benjamin Noval considerato il nuovo Ayuso, ha fatto rumore il quarto posto di Daniele Forlin, primo degli italiani ma non presente nella nazionale, bensì nella rappresentativa veneta.
Per il diciassettenne di Abano Terme questo piazzamento è una sorta di diploma di maturità (quella vera lo studente di Tecnica Agraria a Padova la sosterrà il prossimo anno) nel mondo del ciclismo, al suo secondo anno nella categoria. Forlin tocca il suo punto più alto di una carriera nata quasi per caso.
«Non vengo da una famiglia di ciclisti. Mio padre è sì appassionato, ma non ha mai fatto agonismo, usa la bici solo per divertimento. Da ragazzino vedevo che i miei amici andavano a scuola in bici e così anch’io gliene chiesi una, gli dissi che volevo una Graziella, ma per lui costava troppo così mi comprò una vecchia bici con un manubrio da strada e con quella iniziai, mi sono appassionato e dal 2020 ho iniziato da primo anno esordiente. Anche se iniziato è una parola grossa: era l’anno del Covid che presi anch’io, ci furono solo 6 gare».
A mente fredda, essere arrivato vicino ai big della specialità che cosa ti dice?
Che sono molto migliorato rispetto allo scorso anno, ma questo lo avevo visto già nel corso della stagione. Nel 2024 vedevo che i miei valori non erano molto buoni, anche nei momenti di maggior sforzo. I risultati non mi premiavano, ma con un anno in più, la crescita fisica, i numeri dicono che sono un altro e vado più forte. Io spero di continuare su questa strada anche perché fisicamente ho margini ampi.
Al Baron hai vinto la classifica degli scalatori come avevi fatto al Giro d’Abruzzo: è quella la tua dimensione?
Sicuramente la salita è il terreno dove vado meglio ma non mi ritengo uno scalatore puro perché salgo di ritmo, non attraverso continui scatti. Vado bene anche in pianura e sono anche abbastanza veloce, anche se trovo sempre qualcuno nei gruppi ristretti che lo è più di me… Di regola comunque preferisco le corse dure, dove c’è molta selezione.
Tu sei del team Nordest Villadose Angelo Gomme: come hanno preso la tua prestazione?
Sono rimasti naturalmente molto contenti e un po’ mi dispiace che in quella vetrina non avessi la loro maglia. Sono al secondo anno con loro e devo dire che mi sono sempre trovato molto bene, mettono tutto quel che serve a disposizione.
Garzara, il vostro nuovo diesse, ti aveva indicato a inizio stagione come uomo di punta…
Lo ringrazio e mi piacerebbe ripagare il team con una vittoria di peso. La corsa a tappe è stata un appuntamento importante, non mi aspettavo quel risultato né tantomeno l’importanza che ha avuto. Sapevo che era un’occasione importante perché c’erano tutti i grandi specialisti internazionali tanto è vero che secondo è arrivato il polacco che ha vinto la Corsa della Pace. Io non sapevo quale poteva essere il mio livello, ora so che posso davvero giocarmela con tutti.
La tua prestazione ti ha anche avvicinato alla maglia azzurra, considerando che le prove titolate quest’anno saranno pane per gli scalatori…
Io non voglio pensarci troppo, non voglio sognare e poi rimanere deluso. Spero che i miei risultati mi portino sempre più vicino a quell’opportunità, ma so anche che per i mondiali i posti a disposizione sono pochissimi ed essere nel quartetto promosso non sarà facile. E’ un motivo in più per impegnarmi nelle prossime gare.
Che sono?
Innanzitutto l’appuntamento di Solighetto che sarà un’altra vetrina internazionale, poi il campionato italiano e il Giro della Valdera, altra occasione dove far vedere che nelle prove a tappe me la cavo piuttosto bene.
Stiamo entrando nell’estate, come ti trovi con il caldo?
Diciamo che è la mia stagione preferita, ho qualche problema solo all’inizio, con il cambio di temperatura, ma posso dire che quest’anno è già passato senza problemi, il GP Baron è stata la prima corsa con il clima che piace a me.
Qual è stata finora la tua gara più bella?
Dire l’ultima sarebbe troppo facile, ma a me è rimasto nel cuore il GP San Michele, con la fuga portata avanti per 70 chilometri e alla fine il secondo posto inchinandomi solo a Brandon Fedrizzi che per quel tipo di gare d’un giorno è davvero portato.
A fine anno ci sarà da pensare al cambio di squadra…
Per ora vado avanti gara dopo gara, a luglio prenderò una decisione parlando anche con i miei genitori. D’altro canto ora le prospettive sono un po’ cambiate, al GP Baron si sono avvicinati anche emissari di squadre estere mostrandomi il loro vivo interesse, non posso non tenerne conto…