Dal Veneto arriva Forlin, nome nuovo per la salita

11.06.2025
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In una corsa di altissimo profilo tecnico come il GP FWR Baron, prova della Nations Cup vinta dallo spagnolo Benjamin Noval considerato il nuovo Ayuso, ha fatto rumore il quarto posto di Daniele Forlin, primo degli italiani ma non presente nella nazionale, bensì nella rappresentativa veneta.

Per il diciassettenne di Abano Terme questo piazzamento è una sorta di diploma di maturità (quella vera lo studente di Tecnica Agraria a Padova la sosterrà il prossimo anno) nel mondo del ciclismo, al suo secondo anno nella categoria. Forlin tocca il suo punto più alto di una carriera nata quasi per caso.

Daniele Forlin è nel Team Nordest dallo scorso anno dove ha trovato subito molta considerazione (photors.it)
Daniele Forlin è nel Team Nordest dallo scorso anno dove ha trovato subito molta considerazione (photors.it)

«Non vengo da una famiglia di ciclisti. Mio padre è sì appassionato, ma non ha mai fatto agonismo, usa la bici solo per divertimento. Da ragazzino vedevo che i miei amici andavano a scuola in bici e così anch’io gliene chiesi una, gli dissi che volevo una Graziella, ma per lui costava troppo così mi comprò una vecchia bici con un manubrio da strada e con quella iniziai, mi sono appassionato e dal 2020 ho iniziato da primo anno esordiente. Anche se iniziato è una parola grossa: era l’anno del Covid che presi anch’io, ci furono solo 6 gare».

A mente fredda, essere arrivato vicino ai big della specialità che cosa ti dice?

Che sono molto migliorato rispetto allo scorso anno, ma questo lo avevo visto già nel corso della stagione. Nel 2024 vedevo che i miei valori non erano molto buoni, anche nei momenti di maggior sforzo. I risultati non mi premiavano, ma con un anno in più, la crescita fisica, i numeri dicono che sono un altro e vado più forte. Io spero di continuare su questa strada anche perché fisicamente ho margini ampi.

Il padovano ha già 7 Top 10 nella stagione, con due piazze d’onore in Abruzzo e al GP San Michele (foto Bolgan)
Il padovano ha già 7 Top 10 nella stagione, con due piazze d’onore in Abruzzo e al GP San Michele (foto Bolgan)
Al Baron hai vinto la classifica degli scalatori come avevi fatto al Giro d’Abruzzo: è quella la tua dimensione?

Sicuramente la salita è il terreno dove vado meglio ma non mi ritengo uno scalatore puro perché salgo di ritmo, non attraverso continui scatti. Vado bene anche in pianura e sono anche abbastanza veloce, anche se trovo sempre qualcuno nei gruppi ristretti che lo è più di me… Di regola comunque preferisco le corse dure, dove c’è molta selezione.

Tu sei del team Nordest Villadose Angelo Gomme: come hanno preso la tua prestazione?

Sono rimasti naturalmente molto contenti e un po’ mi dispiace che in quella vetrina non avessi la loro maglia. Sono al secondo anno con loro e devo dire che mi sono sempre trovato molto bene, mettono tutto quel che serve a disposizione.

Vittoria nella classifica degli scalatori al GP FWR Baron, come aveva già fatto al Giro d’Abruzzo
Vittoria nella classifica degli scalatori al GP FWR Baron, come aveva già fatto al Giro d’Abruzzo
Garzara, il vostro nuovo diesse, ti aveva indicato a inizio stagione come uomo di punta…

Lo ringrazio e mi piacerebbe ripagare il team con una vittoria di peso. La corsa a tappe è stata un appuntamento importante, non mi aspettavo quel risultato né tantomeno l’importanza che ha avuto. Sapevo che era un’occasione importante perché c’erano tutti i grandi specialisti internazionali tanto è vero che secondo è arrivato il polacco che ha vinto la Corsa della Pace. Io non sapevo quale poteva essere il mio livello, ora so che posso davvero giocarmela con tutti.

La tua prestazione ti ha anche avvicinato alla maglia azzurra, considerando che le prove titolate quest’anno saranno pane per gli scalatori…

Io non voglio pensarci troppo, non voglio sognare e poi rimanere deluso. Spero che i miei risultati mi portino sempre più vicino a quell’opportunità, ma so anche che per i mondiali i posti a disposizione sono pochissimi ed essere nel quartetto promosso non sarà facile. E’ un motivo in più per impegnarmi nelle prossime gare.

Con la rappresentativa veneta, con cui ha brillato nella prova di Nations Cup
Con la rappresentativa veneta, con cui ha brillato nella prova di Nations Cup
Che sono?

Innanzitutto l’appuntamento di Solighetto che sarà un’altra vetrina internazionale, poi il campionato italiano e il Giro della Valdera, altra occasione dove far vedere che nelle prove a tappe me la cavo piuttosto bene.

Stiamo entrando nell’estate, come ti trovi con il caldo?

Diciamo che è la mia stagione preferita, ho qualche problema solo all’inizio, con il cambio di temperatura, ma posso dire che quest’anno è già passato senza problemi, il GP Baron è stata la prima corsa con il clima che piace a me.

Forlin punta ora a una grande estate, per provare a guadagnarsi una maglia azzurra (photors.it)
Forlin punta ora a una grande estate, per provare a guadagnarsi una maglia azzurra (photors.it)
Qual è stata finora la tua gara più bella?

Dire l’ultima sarebbe troppo facile, ma a me è rimasto nel cuore il GP San Michele, con la fuga portata avanti per 70 chilometri e alla fine il secondo posto inchinandomi solo a Brandon Fedrizzi che per quel tipo di gare d’un giorno è davvero portato.

A fine anno ci sarà da pensare al cambio di squadra…

Per ora vado avanti gara dopo gara, a luglio prenderò una decisione parlando anche con i miei genitori. D’altro canto ora le prospettive sono un po’ cambiate, al GP Baron si sono avvicinati anche emissari di squadre estere mostrandomi il loro vivo interesse, non posso non tenerne conto…

Team Nordest, tanta organizzazione e juniores pronti a stupire

08.03.2025
7 min
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Metti un giovanissimo diesse nel collaudato motore di una formazione juniores e si è ancora più pronti per il proprio viaggio. Il Team Nordest Villadose Angelo Gomme è una realtà storica della categoria che in questa stagione vuole proseguire il cammino per tornare ad essere un riferimento a livello nazionale anche grazie a nuovi inserimenti.

Nel comparto dei tecnici quest’anno in provincia di Rovigo è arrivato Mattia Garzara, classe 2002 con un recente passato da U23 nel CTF ed una freschissima esperienza da diesse degli allievi nell’U.C. Mirano, peraltro sua ex squadra da atleta. Abbiamo chiesto a lui, proprio l’ultimo arrivato a cui non mancano loquacità, chiarezza e preparazione, di aprirci le porte del Team Nordest e farcelo conoscere meglio.

Il Team Nordest Villadose Angelo Gomme ha impostato un calendario per gare a tappe e diverse internazionali (foto ufficio stampa)
Mattia, cosa ci fa un ragazzo della tua età già in ammiraglia?

E’ presto detto. Ho smesso di correre nel 2022 perché avevo perso la voglia di fare fatica (dice sorridendo, ndr) e perché ero rimasto indietro con gli studi. Infatti ho recuperato e a luglio mi laureo in consulenza del lavoro, che è un ramo di giurisprudenza dell’Università di Padova. Non volevo però lasciare il ciclismo perché volevo dare ancora qualcosa in un altro modo. Già nel 2020 avevo dato il terzo livello da diesse e mi è tornato utile nelle ultime due annate. Al di là del mio caso, credo che servano diesse giovani per attuare un ricambio generazionale nel ciclismo.

Come sei arrivato al Team Nordest?

E’ stato tutto un po’ per caso. Il primo contatto c’era stato ad agosto e inizialmente avevo detto di no, più che altro per un mio periodo difficile a livello personale e lavorativo. Poi ad ottobre si sono fatti avanti nuovamente ed ho accettato, anche perché gli juniores li ritengo una categoria più vicina e adatta a me per una questione di età e rapporti diretti con i corridori. Dico la verità, sapendo che potrebbe essere un mio limite da sistemare, ma faccio fatica a relazionarmi con i genitori troppo invadenti. Negli allievi capita ancora di avere a che fare con questo tipo di ingerenze.

Com’è stato l’inserimento nella nuova squadra?

E’ stato facile, mi sono sentito subito a mio agio. Siamo in tre diesse ed ognuno di noi si occupa di mansioni diverse, anche se poi le tattiche di gara le studiamo assieme qualche giorno prima di correre. Qui il direttore storico del Villadose è Carlo Chiarion. Lo conoscevo già quando correvo e me ne aveva parlato molto bene Matteo Berti, che era il mio diesse quando correvo negli juniores della Work Service. Carlo è stato uno dei motivi per cui ho accettato di venire qua. Lui si occupa delle iscrizioni alle gare e delle trasferte.

L’altro diesse chi è?

C’è poi Lucio Tasinato, altra persona di esperienza. Lui cura i mezzi e il parco bici, restando in contatto col meccanico Gianmarco Mazzucato. Invece io cerco di gestire i rapporti con i ragazzi. Sono l’output della parte tecnica. Facciamo a rotazione alle gare, pur tenendo ruoli fissi. Sia Lucio che Carlo sono persone che hanno piacere a stare con i giovani, così come il resto dello staff. Sono contento di lavorare con loro.

Avete altre figure?

Certamente. Il nostro team manager è Fabrizio Zambello, che è un dirigente della ditta Nordest (che segue un pool di aziende agricole del Veneto, ndr). Lui cura aspetti societari e si affida a noi diesse per la parte tecnico-tattica. Come preparatore atletico abbiamo Stefano Nardelli e come nutrizionista abbiamo Nicola Maria Moschetti (della Bahrain-Victorius, ndr). Poi naturalmente ci sono tante altre persone nell’organigramma. La nostra squadra è molto ben organizzata.

Invece che tipo di atleti avete?

Siamo partiti in dieci, ma siamo rimasti in otto. Ci manca il velocista perché Christian Quaglio (che l’anno scorso aveva vinto l’unica gara del Team Nordest, ndr) ha deciso di lasciare la strada per dedicarsi completamente alla pista nella velocità e giocarsi le sue possibilità in nazionale. Il nostro organico conta su ragazzi che sono tutti adatti a percorsi mossi e piuttosto duri.

Christian Quaglio a Marmirolo regala al Team Nordest l’unica vittoria del 2024. Quest’anno si dedicherà alla pista (foto italiaciclismo.net)
Christian Quaglio a Marmirolo regala al Team Nordest l’unica vittoria del 2024. Quest’anno si dedicherà alla pista (foto italiaciclismo.net)
Quindi avete anche battezzato un certo tipo di calendario?

Sì esatto. Intanto lo abbiamo impostato per fare un’unica attività nel weekend, salvo i casi in cui andremo alle internazionali dove corrono in cinque e gli altri tre li mandiamo in altre corse. Faremo le gare a tappe di Abruzzo, Friuli e Valdera. La scelta è stata quella di puntare su un calendario di qualità con gare importanti anche per fare tanta esperienza ai nostri ragazzi. Anche perché il livello degli juniores si è alzato in modo esponenziale e in pratica sta diventando la categoria anticamera dei pro’ attraverso i loro devo team. Ci tengo ad aggiungere una cosa.

Prego…

In questi mesi ci siamo sentiti con Florio Santin, un signore belga appassionato di ciclismo originario di Caneva, che ci ha messo in contatto con gli organizzatori di alcune gare internazionali del Nord. Avevamo fatto richiesta di partecipare alla Philippe Gilbert juniors di ottobre, ma siamo arrivati un po’ in ritardo e sarà molto difficile essere al via. Però vorremmo organizzarci per andare in Belgio già dall’anno prossimo. A proposito di esperienza, i nostri ragazzi ne farebbero tantissima e vedrebbero un modo di correre totalmente diverso da quello che vediamo in Italia.

Il Team Nordest dispone di 8 juniores, tutti con caratteristiche per gare mosse e dure (foto ufficio stampa)
Il Team Nordest dispone di 8 juniores, tutti con caratteristiche per gare mosse e dure (foto ufficio stampa)
C’è un nome da seguire che Mattia Garzara ci suggerisce?

Diciamo che il nostro corridore di punta potrebbe essere Daniele Forlin. E’ un passista-scalatore che tiene bene sulle salite medio-corte, ha caratteristiche dell’uomo da côte. L’anno scorso si è fatto vedere in alcune dove ha messo fuori il naso. Noi speriamo che quest’anno lui possa essere la rivelazione.

Com’è il rapporto tra un diesse di 23 anni e i suoi atleti?

Direi molto buono e l’impressione è di aver instaurato una bella connessione con loro. Ascoltano tanto e forse sto vedendo sempre di più che nelle categorie giovanili tendono ad ascoltare chi è più vicino alla loro età. Tuttavia ci vuole tantissimo equilibrio tra l’essere diesse e un amico. Bisogna essere attuali e stare sul pezzo con loro perché cambiano molto da un anno all’altro. Personalmente non do troppa confidenza ai ragazzi, però cerco di assecondarli in alcune cose quando ce lo possiamo permettere. Ho sempre pensato che col dialogo si ottenga tanto di più rispetto ad un modo autoritario.

Carlo Chiarion è il diesse storico del Team Nordest. Oltre a Garzara, c’è anche Lucio Tasinato in ammiraglia (foto ufficio stampa)
Carlo Chiarion è il diesse storico del Team Nordest. Oltre a Garzara, c’è anche Lucio Tasinato in ammiraglia (foto ufficio stampa)
Per il 2025 il Team Nordest Villadose Angelo Gomme ha fissato degli obiettivi?

La volontà è quella di crescere, magari anche in vista del futuro. Quest’anno non abbiamo grandi individualità, ma sappiamo che correndo di squadra possiamo fare bene e toglierci qualche soddisfazione. Non abbiamo grosse aspettative. Vogliamo farci notare e movimentare sempre le corse. Dato il nostro calendario e il nostro organico, abbiamo tutte le possibilità per farlo.