Le calzature con le stringhe non sono più da considerare una moda passeggera. Sono sempre di più le aziende che propongono almeno un modello con i lacci, non solo nella categoria delle calzature retrò, ma anche nell’alta gamma.
In termini di sviluppo e costruzione cosa cambia tra una scarpa con i rotori ed una con le stringhe? Quali sono i costi di produzione? Abbiamo chiesto a Stefano Stocco del Calzaturificio Sabena, che conosciamo meglio come Crono di rispondere a diversi quesiti.
Perché c’è questo “ritorno” delle scarpe con le stringhe?
Per proporre qualcosa di alternativo al classico rotore. Quest’ultimo è uno strumento molto tecnico e per qualche ciclista forse troppo. Il laccio è in assoluto il sistema più leggero da installare in una calzatura da ciclismo e la chiusura, intesa come azione ed efficacia, è paragonabile a quella del rotore. La calzatura ha un aspetto leggermente retrò ma comunque la pulizia ed il design non viene compromesso. Il ciclista che cerca lo stile di sicuro apprezza.
Eppure fino a 3 o 4 anni fa i rotori sembravano la soluzione definitiva!
Il rotore è tecnicamente ad oggi la chiusura per eccellenza e di sicuro non sarà soppiantato a breve da altri sistemi. Ma non è l’unico modo per poter chiudere una scarpa da ciclismo in maniera performante e le stringhe confermano questa tesi.
Progettare e produrre una scarpa con i rotori è più costoso rispetto ad una con le stringhe della stessa fascia di mercato?
Certamente produrre una scarpa con rotori è più impegnativo. I componenti hanno un costo molto elevato, la tomaia va predisposta in un certo modo per poterli installare ed anche la manodopera per montarli è maggiore. A parità di materiali una scarpa con i rotori costa molto di più di una con soli lacci.
Per quanto concerne la costruzione cosa cambia, se cambia qualcosa?
Le variazioni sono relative soprattutto alla tomaia. Per supportare i rotori deve essere predisposta con appositi rinforzi. Poi ci sono le zone di fissaggio dei componenti, quelle dove il cavo scorre. Queste devono tenere conto della direzione e trazione dei cavi, con tagli della tomaia dedicati. La zona di rinforzo della tomaia per le calzature con le stringhe è uguale per tutta l’area che accetta il laccio e realizzare i fori è abbastanza semplice.
Al di la delle preferenze soggettive, funziona meglio una calzatura con le stringhe, oppure una con i rotori?
Più che altro è una questione di immediatezza, perché è difficile dire quale delle due funziona meglio. La chiusura a rotori è immediata nelle fasi di impostazione del sistema. Per le stringhe si impiega un tempo maggiore e va curata molto l’asola in modo che non si perda efficienza nella chiusura. La differenza è tutta qui.