BFT Burzoni rivoluzionata, ma sempre con la stessa filosofia

23.01.2025
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Cambiare pelle conservando il medesimo spirito. Nel suo decimo anno di vita, la BFT Burzoni ha appena varcato la soglia del 2025 con una formazione largamente rinnovata. Una scelta dettata da tanti fattori tenendo conto dell’evoluzione della categoria juniores.

Un anticipo di questo cambiamento lo abbiamo fatto parlando due giorni fa con Linda Sanarini, una delle due confermate e promossa leader della squadra piacentina sul campo. Le dieci nuove ragazze arrivano dalle allieve portandosi in dote fior di risultati e alcune scommesse da vincere. Di loro, delle atlete che sono passate elite quest’anno e di tutto il resto, compreso l’accordo con la Picnic-PostNL, ne abbiamo parlato col team manager Stefano Solari al termine dell’ultimo weekend di allenamenti a Riva del Garda (in apertura foto Frantz Piva).

Per chi vi conosceva bene, avete fatto una corposa metamorfosi.

La definirei una piccola rivoluzione poiché ci sono state tante variazioni. E’ arrivata Krizia Corradetti come diesse che affiancherà Vittorio Affaticati. Ma la rivoluzione più importante riguarda la preparazione atletica della squadra. Abbiamo deciso di affidarci a Silvia Epis, che reputo una della migliori allenatrici in assoluto. Con noi ci saranno anche due ragazzi che avranno il compito di prendere i dati delle nostra atlete e analizzarli con Silvia per poi fare le tabelle di allenamento in modo approfondito. Abbiamo voluto provare a fare un lavoro d’equipe come succede nei team WorldTour, fatte ovviamente le debite proporzioni. Per le juniores è una novità, speriamo possa portare dei frutti.

Come nasce la volontà di cambiare tanto dell’organico della BFT Burzoni?

Abbiamo fatto diverse valutazioni, anche col presidente Andrina. Camilla Bezzone veniva da un infortunio e meritava di restare con noi per giocarsi bene le proprie carte. Per il resto abbiamo visto che nelle ultime stagioni tra le juniores non c’era una grande differenza tra le atlete del primo anno e quelle del secondo. Basti vedere le classifiche di punti e vittorie del 2024 dove le prime tre sono Chantal Pegolo, Erja Giulia Bianchi e Giada Silo. E l’anno prima la nostra La Bella era stata la seconda in questa graduatoria. Pertanto non siamo andati a prendere nuove atlete del secondo anno, anche perché possiamo lavorare con calma in vista del 2026.

Cosa puoi dirci delle nuove arrivate?

Abbiamo preso dieci allieve che sono già abbastanza pronte per la categoria. Sempre guardando le classifiche finali di rendimento, la metà di loro sono tra le prime otto a livello nazionale. Tuttavia, guardando i test, non state spremute fortunatamente. Crediamo che tutte abbiano ampi margini di miglioramento, che è la condizione migliore per lavorare come dicevo prima. Allo stesso tempo ho già potuto vedere che hanno grinta e voglia di imparare. Dai primi ritiri ho capito che sta nascendo un bel gruppo, soprattutto ben assortito.

In che modo?

Ci sono velociste pure, velociste che tengono bene in salita e scalatrici che hanno un bello spunto veloce per vincere volate ristrette. Abbiamo messo in conto che faranno fatica nei primi mesi, ma sono certo che usciranno poco alla volta. Hanno davanti a loro una capitana come Sanarini che l’anno scorso ha fatto tanta esperienza nel bene e nel male. Poi ovvio che dovranno ascoltare solo ciò che gli diranno i nostri diesse. Comunque sarà la strada ad emettere il proprio giudizio, come sempre.

Ti senti di spendere qualche parola in particolare per una delle nuove arrivate?

Non mi piace mai fare dei nomi. Forse l’unica curiosità è rappresentata da Elisa Bianchi (che arriva dalla Flandres Love, ndr), la campionessa italiana allieve che ha sempre corsa da sola nelle varie categorie giovanili, con i relativi pro e contro del caso. Per lei sarà la prima volta in un team e dovrà imparare le dinamiche tattiche in corsa di una squadra. Sotto quel punto di vista è tutta da scoprire, ma so che è quasi una soldatessa nel seguire i lavori assegnati. Ora è impegnata col ciclocross tra Coppa del Mondo e mondiali, la aspettiamo presto.

Un nome lo facciamo noi e ti chiediamo una considerazione su Sanarini.

Abbiamo avuto tante atlete forti che sono ora nel WorldTour, ma forse come lei non l’ho mai vista. Linda ha un gran motore e tutti i mezzi per fare grandi cose, ma deve diventarne consapevole. E’ una questione di testa, perché tende sempre a sentirsi inadeguata o pensare sempre che le avversarie siano più forti di lei. Quando è con noi vediamo una Linda tanto socievole e serena con le compagne, quanto seria e determinata in bici. Ha tanto potenziale, ma non vogliamo metterle troppe pressioni addosso. Linda deve restare tranquilla, avere pazienza. non farsi condizionare da fattori esterni.

Riguardando all’anno scorso, in tanti si aspettavano che La Bella e Baima andassero nel WorldTour. Cosa è successo invece?

Ce lo hanno chiesto in tanti con sorpresa. A fine stagione molte formazioni continental sono rimaste alla finestra per la riforma dei ProTeam, quindi molti movimenti sono arrivati tardi. Purtroppo non solo Eleonora ed Anita hanno avuto problemi in quel senso, ma anche tante altre juniores che avevano fatto meglio di loro due. Entrambe poi hanno avuto piccoli intoppi fisici e l’anno scorso non sono riuscite a confermare il bel 2023 pur arrivando davanti e correndo con la nazionale. Sono comunque andate in buone squadre (rispettivamente Vaiano e Horizons, ndr) dove potranno esprimersi al meglio. E siamo soddisfatti per avere fatto passare altre tre ragazze.

Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Continua pure.

Asia Sgaravato, che aveva avuto un gran finale di stagione, e Giorgia Tagliavini sono andate alla Mendelspeck, mentre Linda Ferrari è stata confermata alla BePink-Bongioanni dopo lo stage da agosto a ottobre. Lei è quella che è migliorata più di tutte da quando è arrivata da noi da esordiente. Non ha mai vinto, ma ha tutto quello che serve per andare bene tra le elite. Vede la corsa, sa andare in fuga, stare bene in gruppo e lavorare per le compagne. Walter Zini (il team manager della BePink, ndr) infatti mi diceva che con loro ha corso bene e gli aveva fatto una grande impressione.

L’accordo tra BFT Burzoni e Picnic-PostNL resta attivo?

Anche quest’anno saremo un loro devo team, più o meno con le stesse condizioni del 2024. Siamo felici di sapere che hanno un occhio di riguardo per noi. Devono ancora stabilire se ripeteranno quei giorni di test come a febbraio di un anno fa, però chiaramente se ci dovessero chiedere qualche ragazza da mandare in Olanda, lo faremmo volentieri. Ormai sanno come lavoriamo.

Vincere una gara all’estero e continuare a fare esperienza internazionale, sono due degli obiettivi stagionali (foto BFT Burzoni)
Che obiettivi vi siete dati quest’anno?

Forse è sempre il solito. Ci piacerebbe vincere una gara all’estero, sarebbe una soddisfazione enorme. Abbiamo già ricevuto l’invito per il Tour du Gévaudan Occitanie in Francia e per la Bizkaikoloreak nei Paesi Baschi. Stiamo valutando anche l’invito di un’altra gara di due giorni in Francia che però non è valevole per la Coppa delle Nazioni come le altre due. In questo senso restiamo fedeli alla nostra filosofia, quella di far fare esperienza internazionale alle nostre ragazze.

Bft Burzoni, tre giorni in Olanda a casa della DSM

29.02.2024
8 min
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Un migliaio di chilometri da Piacenza verso il Limburgo, dove nella strozzatura della provincia olandese compresa tra Belgio e Germania c’è Sittard, la città del quartier generale del Team DSM-Firmenich PostNL. Le protagoniste di questo viaggio verso il proprio futuro sono tre juniores della BFT Burzoni VO2 Team Pink, società femminile emiliana che da quest’anno è diventata un development team della formazione WorldTour.

Per Eleonora La Bella, Linda Ferrari e Linda Sanarini (accompagnate dal team manager Stefano Solari) la destinazione finale del navigatore è stata l’Aqua-Step Keep Challenging Center, il campus in cui vivono tutti gli atleti della DSM e nel quale loro hanno soggiornato dal 21 al 24 febbraio insieme a ragazze di altri devo team esteri. Un mini-collegiale di tre giorni voluto da Hans Timmermans, capo dello scouting della squadra olandese (in apertura con le ragazze), per svolgere qualche test ed introdurre al mondo del professionismo i giovani talenti. L’esperienza però non si è limitata a questo e così ci siamo fatti raccontare dai diretti interessati le impressioni di questa trasferta.

Diario del giorno

L’evoluzione dell’accordo con la DSM l’abbiamo seguita fin dall’inizio, tenendo conto che a sua volta la BFT Burzoni è il riferimento per altre tre società giovanili (Gioco in Bici Oglio Po, Vangi Ladies e Valvasone) in una filiera ad ampio raggio nazionale. Pertanto quando abbiamo saputo della trasferta in Olanda, Solari si è proposto come una sorta di inviato speciale. Il diario del giorno era corredato da foto, informazioni e messaggi.

«All’andata abbiamo spezzato la trasferta a Digione – racconta il team manager piacentino – e l’accoglienza è stata subito molto calorosa. Ci hanno dato una delle casette del loro centro, ma le ragazze sono state subite divise e messe in camere con altre juniores, in modo da favorire l’integrazione e la conoscenza fra loro. E’ uno dei loro punti fermi. Alla sera del nostro arrivo abbiamo cenato con Francesca (Barale, ex junior della BFT Burzoni, ndr) che ha parlato molto chiaramente alle nostre atlete, dicendo loro che in DSM sta bene e quali obblighi ci sono quando sei una pro’. Le cose belle e quelle brutte».

Impressioni d’Olanda

Forse l’aspetto che ha colpito maggiormente il team manager Solari è di natura culturale. Per forza, dice lui, che saltino fuori tanti corridori. In Olanda c’è una fitta rete di piste ciclabili e tutti pedalano nella vita di tutti i giorni per andare a scuola, al lavoro o a fare la spesa. Proprio come Barale, che si è sistemata una vecchia bici che aveva a casa ed ora la usa quando è lassù. Ma l’impatto con la realtà olandese è stato formativo in modo trasversale.

«In questi tre giorni le ragazze hanno svolto dei test – prosegue Solari – mentre io ho potuto vedere da vicino come lavora la DSM. Innanzitutto mi ha impressionato il fatto di quanto siano persone di grande umanità, oltre che di professionalità, che non si atteggiano minimamente. Con Hans abbiamo instaurato un bel rapporto fin da subito. Durante le prove ha guardato sfaccettature poco tecniche. Tutte le ragazze si sono lavate da sole sia le bici che il vestiario. Si sono arrangiate con la cena. Voleva vedere come si comportavano.

«O ancora ad esempio – va avanti – Hans ha apprezzato quando in una simulazione di gara, Sanarini ha aiutato una canadese, a cui era scesa la catena, a rientrare in gruppo. Oppure quando durante la merenda le nostre ragazze hanno diviso i rimanenti pezzi di torta per tutte le altre ragazze. Lui lo ha fatto presente davanti a tutte nelle riunioni come una grande dote per il gruppo. Ci ha fatto i complimenti per come le stiamo facendo crescere e tutto ciò ci riempie di orgoglio e soddisfazione».

Esperienza di vita

Tutte e tre le atlete avevano già vissuto gare all’estero. Linda Sanarini, classe 2007 e l’anno scorso oro nella prova in linea ai Giochi della Gioventù Europea a Maribor, a Sittard era una delle juniores più giovani, anche se erano presenti alcune allieve olandesi (addirittura una del 2009).

«E’ stata una esperienza che mi ha arricchito – spiega la padovana – specie con l’inglese, che ho dovuto parlare con la mia compagna di stanza, una ragazza olandese che verrà a correre a Cittiglio. Devo dire che prima dei test ero piuttosto agitata, poi pedalando assieme alle altre mi sono distesa. E’ stato bello conoscere i tecnici della DSM che ci hanno spiegato tante cose. Ma più di tutto, sono felice che la mia squadra abbia voluto portare me. La ringrazio per questa opportunità. Per me è un bel segnale, molto stimolante».

Linda Sanarini alle prese con le faccende in cucina. I tecnici della DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti
Sanarini alle prese con la cucina. I tecnici DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti

Sotto con i test

Uno degli obiettivi di questo collegiale della DSM era reperire riscontri e valori da una serie di test. Per quello in salita ci si è dovuti spostare a Bèvercè, nel sud del Belgio, ad un’ora di auto da Sittard, in una zona lambita dalla Liegi-Bastogne-Liegi. Gli altri test invece sono stati fatti nell’ambito di un’uscita di quattro ore sulle strade della Amstel Gold Race partendo proprio dal campus della squadra.

«Prima di andare in Olanda – dice Linda Ferrari – avevamo ricevuto il programma che ci avrebbe atteso. Il nostro preparatore non ha stravolto gli allenamenti, abbiamo seguito il solito piano di lavoro. Anche perché credo che i tecnici olandesi preferissero valutarci per come siamo davvero. Lassù invece prima di uscire in bici, Timmermans ci ha spiegato tutto con riunioni in PowerPoint e particolare cura del dettaglio. Sono stati test che mai avevamo fatto prima.

Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni fin da esordiente. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda
Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda

«Quello in salita – continua Ferrari al sesto anno tra le giovanili della BFT Burzoni – prevedeva un riscaldamento di circa mezzora sulla stessa strada per conoscerla, poi tornate indietro dovevamo fare venti minuti a tutta. Il giorno successivo abbiamo fatto una serie di piccoli test. Più sprint da dieci secondi, poi allunghi da uno e tre minuti, alcuni dei quali su strappetti in salita. Infine avevamo le simulazioni di gara dove eravamo tutte contro tutte. Ne abbiamo fatte sei da circa due minuti l’una. Sapevamo già dove era il traguardo virtuale e dovevamo giocarci le nostre carte. Alla fine ci hanno chiesto di poter accedere ai nostri dati su Training Peaks per una valutazione complessiva. In generale tutto il contesto è stato bellissimo».

Verso l’avvio di stagione

Per Eleonora La Bella è stato un ritorno a Sittard, dove lo scorso settembre aveva corso con la nazionale il Watersley Ladies Challenge in preparazione all’europeo, chiuso con l’oro nel Mixed Relay. Quelle emozioni sono riaffiorate, però stavolta ha respirato aria di professionismo. Lei sarà una delle capitane della BFT Burzoni ed è chiamata a confermare un 2023 davvero ottimo con entrambe le maglie.

«L’esperienza che abbiamo vissuto noi tre – commenta la 18enne scalatrice di Anagni – la riporteremo e condivideremo assolutamente con le altre nostre compagne. Oltre ad Hans abbiamo conosciuto anche Kelvin Dekker, uno dei diesse della DSM, e sono stati entrambi disponibili e alla mano. Ogni tanto ci dicevano qualche frase in italiano che hanno imparato da Barale, Ciabocco e Barbieri. Durante una riunione ci hanno coinvolto anche in una sorta di gioco a domande con le altre juniores per farci conoscere meglio.

Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies con la nazionale prima dell’europeo 2023
Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies 2023 con la nazionale

«Essere il devo team di una squadra importante come la DSM può portare delle pressioni – conclude La Bella – però credo che siamo attrezzate per affrontare la stagione. Abbiamo lavorato molto bene nei ritiri. Siamo una formazione abbastanza completa, in cui si è formata tanta chimica fra noi. Poi siamo supportate da uno staff molto preparato. Ringrazio Stefano che ci ha sopportate in questi giorni in Olanda (dice ridendo, ndr), ma ora siamo pronte per esordire domenica a Volta Mantovana».

BFT Burzoni devo team della DSM. Ecco come funzionerà

01.11.2023
6 min
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Le squadre WorldTour che fanno sempre di più la spesa in Italia stanno aprendo una nuova frontiera, quantomeno nel femminile. Non solo guardano ai migliori talenti di casa nostra, ma ora puntano direttamente ad accordi stretti con le società. Uno significativo nel panorama delle junior si è registrato pochi giorni fa. Nel 2024 la BFT Burzoni diventerà una formazione development del Team dsm-firmenich.

E’ una notizia che racchiude lati positivi e negativi al tempo stesso. Certamente è un bene per le società italiane che i maggiori team esteri vadano a pescare da loro, a testimonianza del loro buon operato. Il rovescio della medaglia certifica invece ciò che si sta verificando nel maschile. La mancanza di formazioni WorldTour italiane o, nel caso specifico del femminile, di team continental che possano garantire un certo di tipo di attività internazionale, porta le atlete più forti a cedere alle lusinghe straniere. E nel 2025 col la nascita delle “professional” tutto potrebbe essere stravolto, ma questo sarà un altro discorso. Tuttavia proprio in virtù di quello che succederà, l’accordo della BFT Burzoni col team olandese potrebbe essere stato fatto con estrema lungimiranza. Su questo abbiamo voluto sentire le impressioni di Gianluca Andrina (in apertura foto Piva) e Stefano Solari, rispettivamente presidente e team manager della formazione piacentina.

Eleonora La Bella quest’anno ha conquistato tre vittorie e l’oro europeo nel Mixed Relay. Nel 2024 sarà una delle juniores più seguite (foto Franz Piva)
Eleonora La Bella quest’anno ha conquistato tre vittorie e l’oro europeo nel Mixed Relay. Nel 2024 sarà una delle juniores più seguite (foto Franz Piva)

Inizia tutto con Barale

Non è un caso che la DSM abbia nuovamente bussato alla porta della BFT Burzoni. Il contatto fra le due società c’era già stato a maggio del 2021 quando gli osservatori del team olandese avevano preso informazioni su Francesca Barale alla fine del Tour du Gévaudan, chiuso al secondo posto. L’ossolana a fine di quella stagione passò alla DSM dove, dopo due anni di crescita graduale, ha rinnovato fino al 2025.

«Due anni fa – racconta il presidente Andrina – ci hanno conosciuti con l’operazione di Francesca e da lì hanno continuato a monitorarci. Siamo orgogliosi di essere entrati nella loro lente di ingrandimento. Loro sondano molto nelle gare juniores in giro per l’Europa, compresa l’Italia. Quello di Barale non è stato solo un trasferimento sportivo, ma anche di valori umani. Loro guardano molto al lato morale, pedagogico e sono molto rigidi nella disciplina. Sanno anche che le nostre ragazze arrivano preparate e preservate alla categoria superiore. Non mi stupisce che Francesca stia facendo un certo tipo di percorso alla DSM, quasi fosse la prosecuzione di quello iniziato da noi. E naturalmente sono felice per lei».

Il rapporto lavorativo tra BFT Burzoni e DSM è iniziato a fine 2021 col passaggio di Francesca Barale al team olandese
Il rapporto lavorativo tra BFT Burzoni e DSM è iniziato a fine 2021 col passaggio di Francesca Barale al team olandese

Scelte oculate

L’accordo siglato dalla BFT Burzoni permette anche di resistere ad alcune tentazioni che si incontrano lungo il cammino, soprattutto se porta risultati. Qualche anno fa Andrina si era trovato a dover prendere una decisione non semplice e forse anacronistica per qualcuno. Il tempo gli ha dato ragione.

«Quando nel 2016 è nata la nostra società (che di fatto andò a rilevare parte della struttura di un’altra in chiusura, ndr) – va avanti Andrina – avevamo l’intenzione di formare ragazze. I risultati importanti delle nostre atlete anche a livello internazionale furono una conseguenza. Ogni anno facevamo uno step importante che probabilmente aveva portato qualche persona a chiederci di diventare continental. Noi alle spalle abbiamo un’azienda molto importante che crede nel nostro progetto, ma non aveva senso sprecare il budget per una attività in cui saremmo andati in difficoltà. Riuscii a tenere duro».

«La progettualità e la pazienza – conclude il presidente della BFT Burzoni, che ha un passato tra i dilettanti negli anni ’90 – ci hanno portato a fare la scelta giusta. Non sono pentito, è stato meglio così. Continuare a lavorare bene con le juniores oggi ci consente di collaborare con un team WorldTour. E per noi è fonte di soddisfazione. Negli anni ci siamo guadagnati certe credenziali e puntiamo ad essere sempre di più una formazione di riferimento nella categoria».

Come funzionerà

Entrando nel concreto, bisogna capire come si svilupperà questo rapporto tra DSM e BFT Burzoni. Per intenderci sembrerebbe non ricalcare molto ciò che c’è stato negli ultimi due anni tra la Valcar e i team dell’orbita UAE, anche se qualche similitudine potrebbe esserci.

Per il team manager Stefano Solari l’accordo con la DSM è un punto di partenza che cambierà il modo di lavorare (foto Franz Piva)
Per il team manager Stefano Solari l’accordo con la DSM è un punto di partenza che cambierà il modo di lavorare (foto Franz Piva)

«Le condizioni tra noi e loro – spiega il team manager Solari – sono molto semplici. Non avremo alcun tipo di fornitura di materiale. Su questo fortunatamente siamo ben coperti da sponsor e azienda che ci supportano in tutto. Non avremo alcun logo DSM sulla nostra maglia, perché non è un accordo in esclusiva, anche se per l’Italia saremo noi la loro società satellite. Ne hanno una in quasi ogni Paese europeo. Su questo avremo molta libertà ed indipendenza. Piuttosto ci hanno dato diverse dritte su alcuni aspetti per le ragazze. Dai comportamenti da tenere ad alcuni protocolli da seguire».

«Con la DSM – prosegue Solari – gli accordi sono essenzialmente legati all’aspetto agonistico. Nel 2024 ci aiuteranno ad avere inviti alle varie gare del Nord, magari quelle che non abbiamo mai fatto. In quel caso potrebbero darci un supporto logistico presso il Keep Challenging Center, il loro campus a Sittard. Inoltre le nostre migliori ragazze potranno avere un canale privilegiato per passare elite con loro, benché, lo ripeto, non sia una esclusiva. Per ora questi accordi vanno bene così».

Nuovo modo di lavorare

Diventare un devo team di una squadra WorldTour rappresenta un grande stimolo sia per le atlete che per i dirigenti stessi. Gli obiettivi potrebbero andare oltre al semplice risultato. Magari anche quello di aver tracciato una nuova rotta per il movimento italiano.

Anita Baima è iridata juniores dell’eliminazione. Ad oggi sarebbe difficile un suo passaggio in DSM perché il team olandese vuole atlete che facciano solo strada (foto FCI)
Anita Baima è iridata juniores dell’eliminazione. La DSM tuttavia vuole atlete che facciano solo strada (foto FCI)

«Quello tra noi e loro – chiude l’analisi Solari – è stato un corteggiamento reciproco. Nel finale di stagione Hans Timmermans (il capo dello scouting della DSM, ndr) ogni volta che è venuto in Italia con la sua squadra ha voluto vederci per parlare in modo approfondito. Lui è stato colpito non tanto dalle nostre vittorie, quanto più dal fatto che una ragazza che abita a 600 chilometri da noi, riferendosi a La Bella, sia voluta venire alla BFT Burzoni. Per lui è un segno di grande professionalità, che ci ha chiesto di mantenere.

«L’unico paletto tecnico che la DSM ha per il futuro è quello relativo alle ragazze che fanno doppia attività. Loro non vogliono pistard e chi vorrà passare alla DSM dovrà fare solo strada. Per noi tutto ciò è un punto di partenza che cambierà il nostro modo di lavorare. L’anno prossimo sarò meno preoccupato se non vinceremo una gara o l’altra. Mi importerà di accrescere l’esperienza internazionale delle ragazze e prepararle al grande salto».