Specialized S-Works Torch: l’evoluzione della tecnica

25.05.2022
3 min
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Le Specialized S-Works Torch sono uno dei modelli più vincenti nel ciclismo. L’azienda americana presenta così una nuova evoluzione per lanciare il prodotto verso nuovi traguardi. Un prodotto costruito usufruendo delle tecnologie e delle conoscenze migliori a disposizione di Specialized.

Dopo oltre 100.000 test Specialized ha trovato due misure di suola per le nuove S-Works Torch
Dopo oltre 100.000 test Specialized ha trovato due misure di suola per le nuove S-Works Torch

Quasi impercettibile

Una scarpa deve essere efficiente ed allo stesso tempo leggera, cosicché l’atleta possa beneficiare delle prestazioni senza sentirle ai piedi. La Specialized S-Works Torch è costruita utilizzando una tomaia confortevole e super leggera grazie alla Body Geometry. Una tecnologia sviluppata nel 1997 per migliorare i punti di contatto con la bici e di conseguenza le prestazioni.

Ogni scarpa Specialized S-Works è progettata con questo metodo vincendo migliaia di gare professionistiche, tra cui cinque degli ultimi sette campionati mondiali UCI fra gli uomini.

Il tallone ha subito delle modifiche, rendendolo così asimmetrico per garantire all’atleta un maggior comfort
Il tallone ha subito delle modifiche, rendendolo così asimmetrico per garantire all’atleta un maggior comfort

Una nuova suola, anzi due

Prima di sviluppare e proporre nuovi aggiornamenti tecnici, è importante studiare e di conseguenza passare alla pratica. In Specialized sono state fatte oltre 100.000 scansioni e da lì sono nate due misure di suola differenti, per ospitare tutte le tipologie di pianta del piede. Le suole della S-Works Torch sono più larghe di 4 ed 8 millimetri rispetto a quelle della S-Works 7. 

La nuova forma del bordo delle suole riduce la flessione eliminando l’accumulo di materiale superfluo attorno al perimetro. Un rinforzo interno (I-Beam) aggiunge rigidità e resistenza, eliminando la necessità di rinforzi esterni aggiuntivi. Il risultato è una riduzione del peso di 20 grammi, una maggiore efficienza e un trasferimento di potenza nettamente più immediato.

La chiusura è stata spostata più in basso per limitare il movimento dell’avampiede
La chiusura è stata spostata più in basso per limitare il movimento dell’avampiede

Talloniera e tomaia

Il lavoro con gli atleti professionisti è fondamentale per ricevere feedback e sviluppare nuove migliorie. Analizzando proprio questi dati raccolti in anni di collaborazione con i team pro’ in Specialized hanno capito quanto fosse importante sistemare la zona del tallone. Così è aumentato lo spazio creando una talloniera asimmetrica che però mantiene stabile la connessione tallone-ginocchio. 

Anche la tomaia della Specialized S-Works Torch ha subito della variazioni per migliorare la calzata e le prestazioni. I cavi della chiusura BOA sono stati spostati verso il basso ed angolati, limitando il movimento dell’avampiede. Questa soluzione annulla la necessità del velcro e aiuta a migliorare la potenza eliminando pressioni indesiderate.

I materiali utilizzati si adattano al movimento naturale del piede dove serve un maggiore comfort per ottenere prestazioni eccellenti. Il rinforzo sulla prima testa metatarsale sfrutta al massimo la fase di recupero della pedalata.

Specialized

Specialized, i numeri e le curiosità oltre la sponsorizzazione

22.01.2022
8 min
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Due WorldTour (Bora-Hansgrohe e Quick Step-Alpha Vinyl), una professional (la TotalEnergies di Sagan) e la compagine femminile SDWorks. Queste squadre hanno una cosa in comune e non è un semplice dettaglio: le bici Specialized S-Works.

Abbiamo chiesto a Giampaolo Mondini, ex corridore che ora occupa il delicato ruolo di collegare le squadre sponsorizzate all’azienda di Morgan Hill dell’impegno che comporta il supportare diversi team professionistici nel ciclismo moderno.

La Tarmac SL7 con la livrea dedicata a Peter Sagan (foto Specialized)
La Tarmac SL7 con la livrea dedicata a Peter Sagan (foto Specialized)
Quali sono i fattori principali che spingono un’azienda come Specialized ad avere tre team maschili di questa caratura? E poi c’è anche SDWorks femminile!

Già in passato abbiamo avuto tre team maschili, era l’epoca dell’Astana, della HTC-Highroad e Saxo. Il ragionamento però, parte dal fatto che non c’è mai stata la volontà di fare un team factory. Lavorare con diverse squadre in contemporanea è impegnativo, certo, ma ti permette di avere costantemente un numero maggiore di possibilità di creare interesse intorno al brand e di farlo costantemente. Poi ci sono realtà come la Quick Step-Alpha Vinyl che sono al vertice per organizzazione. Con loro abbiamo un contratto di 6 anni».

Si, ma tre team maschili nel ciclismo attuale sono un impegno enorme!

La volontà di fare una terza squadra non c’era. L’ammirazione che ha Mike Sinyard (fondatore della casa) nei confronti di Peter Sagan è stata fondamentale e la terza sponsorizzazione maschile ha preso forma.

Tecnicamente siamo portati a pensare che avete anche maggiori possibilità di sviluppare i prodotti con l’aiuto di diversi team e tanti atleti. E’ così?

E’ assolutamente così. Tante possibilità e molti feedback. Un esempio è lo sviluppo della nuova categoria di pneumatici, dove la Quick Step ha giocato un ruolo fondamentale. Oppure lo sviluppo di una bicicletta, volendo fare un altro esempio. Vengono utilizzati dai 2 ai 4 mesi di test sul campo con staff e corridori, talvolta anche di più.

L’utilizzo dei copertoncini e dei tubeless, sviluppato con i pro e soluzioni destinate a cambiare la categoria (foto Specialized)
L’utilizzo dei copertoncini e dei tubeless, sviluppato con i pro e soluzioni destinate a cambiare la categoria (foto Specialized)
E’ possibile avere un’idea di quante biciclette vengono fornite ad ogni corridore?

Possiamo fare una media considerando le tre squadre uomini. Per ogni corridore vengono calcolati: 5 frame-kit S-Works Tarmac SL7 e 2 modelli Shiv da crono. A queste si aggiunge una S-Works Roubaix. Quest’ultimo modello non viene fornito a tutti, dipende anche dagli obiettivi del corridore».

E la S-Works Aethos?

Non è contemplata nella fornitura iniziale, ma è disponibile per quei corridori che la vogliono provare. Alaphilippe l’ha utilizzata e gli è piaciuta parecchio, così come Asgreen che l’ha usata al Tour. Oppure le bici gravel, non inserite nel magazzino iniziale e poi fornite in base alle necessità».

Ci sono delle differenze tra le bici di un team ed un altro? Oppure tutte si basano sulla stessa piattaforma S-Works?

«Tutte le biciclette sono S-Works e le forniture sono uguali per tutti, uomini e donne».

Il pacchetto Specialized è completo, telai, ruote ed equipaggiamento in genere. Ci puoi dare un’idea anche in merito a questi numeri?

Indicativamente forniamo 2 set di ruote training ad ogni corridore, 3 set di ruote leggere e 3 set di aerodinamiche. Poi ovviamente è da considerare l’organizzazione di ogni singolo team. Sulla fornitura dei materiali c’è sempre da considerare se la collaborazione è attiva da più stagioni. In un certo senso la storicità del rapporto ha un peso in fatto di numeri e fornitura e ci sono più variabili da considerare.

Quali sono i modelli di sella che utilizzano i corridori?

Potrei dirti che oggi si dividono nel 50% che usa la sella corta Power e l’altro 50% che utilizza la sella standard, ovvero la Romin. In entrambi i casi i corridori apprezzano le versioni Mirror in 3D.

Quali ruote? Invece per quello che concerne il cockpit?

Roval non ha più in gamma le ruote con cerchio da tubolare, questo anche per i pro’, ai quali forniamo le Alpinist e le Rapide per gareggiare. Tutti i team adottano i copertoncini ed i tubeless. Le Rapide Tubeless sono state fornite per la stagione entrante. Per il manubrio e per il cockpit in generale: noi forniamo il nostro kit e si dà merito anche alle eventuali sponsorizzazioni. Vedi ad esempio la Quick Step con Pro Bike Gear.

Come avviene la fornitura dei materiali?

Abbiamo una base in Olanda, un vero Service Course pronto a tutto. Qui ci sono dei telai grezzi pronti ad ogni evenienza, volendo fare un esempio legato alle biciclette. Questo ci permette di preparare delle colorazioni particolari in tempi ridotti. Buona parte dei telai S-Works sono verniciati in Italia. Di solito siamo in grado di consegnare con tempistiche molto ridotte. Talvolta bastano due giorni.

Un’altro bel dettaglio della livrea pensata per Sagan (foto Specialized)
Un’altro bel dettaglio della livrea pensata per Sagan (foto Specialized)
Ci sono dei componenti che sono prodotti su richiesta specifica del team oppure del corridore, oppure vengono forniti i normali componenti standard?

Si ci sono delle richieste e rispetto al passato posso dire che sono un numero sempre inferiore. Ultimamente le particolarità si sbilanciano verso i manubri da crono.

Specialized fornisce delle indicazioni particolari, oppure il corridore è libero di usare i materiali con i quali si trova a suo agio?

L’atleta è libero di usare quello con cui si trova meglio, all’interno della fornitura. Vengono date delle indicazioni, ma l’ultima parola è sempre del corridore.

Ti riferisci alle bici da crono, alle ruote lenticolari, oppure altro?

Il pacchetto crono è un valido esempio. Con il tempo abbiamo sviluppato un sistema che affianca i team e gli atleti, una sorta di piattaforma di simulazioni che fornisce quanti più dati possibili, che vanno dal meteo alla morfologia del territorio, vento e molto altro.

In merito al montaggio. Affiancate i meccanici dei team, magari nelle prime fasi di una sponsorizzazione, ad esempio nel caso della TotalEnergies?

Sì, facciamo dei corsi di formazione per i meccanici».

Nell’ambito del posizionamento in bici. Tutti i team supportati utilizzano la piattaforma biomeccanica Retul?

Sì e non solo quello, perché dietro c’è un lavoro enorme che coinvolge anche la galleria del vento. Retul e test, ai quali si aggiungono delle prove metaboliche. Questo ci porta a lavorare a stretto contatto con i fisioterapisti e ci serve per immagazzinare dati che vengono utilizzati per lo sviluppo dei prodotti. Ci permette di capire le risposte fisiche di un corridore che è stato vittima di un incidente. L’esempio di Jakobsen, che è tornato a pedalare alla grandissima, con una posizione in sella che è paragonabile a quella pre incidente»!