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Alé Capsule Colbrelli, la celebrazione del campione

20.09.2023
4 min
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MISANO ADRIATICO – Passeggiando all’Italian Bike Festival, nelle vie temporanee formate dagli stand, è stato possibile incontrare novità importanti come la Capsule Colbrelli realizzata da Alé. Un omaggio che ha visto proprio il campione essere presente sul palco del maglificio italiano per presentare insieme alla voce di Giada Borgato e la ovvia presenza dell’amministratore delegato Alessia Piccolo. Un kit formato da maglia e pantaloncino che porta su tessuti performanti i risultati più prestigiosi di Sonny. La Parigi-Roubaix e i campionati europeo e italiano. 

Il completo è disponibile sul sito in edizione limitata
Il completo è disponibile sul sito in edizione limitata

Alé e Colbrelli

Per farci raccontare questa collezione unica ed esclusiva ci siamo fermati proprio allo stand imponente di Alé. «L’idea è nata – spiega Alessia Piccolo – perché Sonny è stato un vero e proprio campione. L’ultimo vincitore italiano della Parigi-Roubaix. Vincitore dell’europeo e campione italiano. Al di là dei risultati sportivi, se lo merita perché è una persona che, secondo me, avrebbe potuto dare ancora tanto nel ciclismo, ed è stata sfortunata. E’ rimasto fuori dal professionismo nel periodo migliore della sua carriera, nell’apice. Ma siccome dobbiamo andare avanti, abbiamo deciso di omaggiarlo così. 

«Noi come azienda Alé – conclude la Piccolo – abbiamo sempre supportato Sonny e lui ha vestito per molti anni i nostri capi. Ci sembrava corretto fare insieme qualcosa a lui e anche promuoverlo come nostro testimonial. Per l’idea del disegno, abbiamo un po’ copiato la Reacto Merida a lui dedicata. Abbiamo cercato di dargli continuità, mettendo i risultati più importanti che hanno emozionato i tifosi sulla schiena come simbolo. Per il colore grigio e la trama ci siamo interfacciati direttamente con i gusti di Sonny. Abbiamo lavorato la grafica con un risultato finale molto bello».

Maglia al top

La maglia incarna tutta l’essenza di questa Capsule. Come detto i colori e la grafica sono stati scelti in sinergia con quelli che erano i gusti di Sonny. Mentre sulla schiena sono riportate le tre iconiche vittorie conquistate dal campione bresciano. Il capo accomuna comfort e performance con quattro diversi tessuti posizionati strategicamente per raggiungere il giusto equilibrio. Il pannello anteriore in Microforato Light si asciuga molto velocemente, è traspirante e la sua struttura a micro-fori permette un’ottima ventilazione. 

La parte posteriore è in tessuto Geo Light molto leggero e fresco. I fianchi sono realizzati in rete Piuma per favorire l’eliminazione del sudore. Infine le maniche a taglio vivo, in tessuto Aero Mini Rib con struttura a canali fanno defluire l’aria eliminando il drag e favorendo l’aerodinamicità. La tecnologia J Stability System utilizzata per il fondo maglia mantiene efficacemente il capo a posto durante la corsa. Non manca l’attenzione per la sicurezza in strada, assicurata da un dettaglio riflettente a micro pixel posizionato strategicamente. Il prezzo consultabile sul sito è di euro 99,90.

Pantaloncini ideali

Nella parte bassa della salopette di questa Capsule Colbrelli, viene ripresa la grafica della maglia. Il pantaloncino multi pannello con tessuti scelti offre un adeguato sostegno muscolare. La parte centrale del cavallo è realizzata in tessuto Matrix, una Lycra certificata ad elevata densità ed elasticità multidirezionale, con superficie calandrata che favorisce l’aderenza alla sella. La tecnologia Leg Comfort System sul fondo posteriore, permette invece di adeguarsi alle diverse conformazioni muscolari, seguendo l’anatomia durante la pedalata. 

Il fondo gamba risulta perfettamente aderente, grazie all’inserto sagomato S-Stability System a taglio vivo con leggeri punti di silicone che assicurano stabilità senza pieghe e favorisce ulteriormente l’aerodinamicità. Le bretelle in microfibra conferiscono una mano gradevole e la massima aderenza al corpo, mentre la parte posteriore in morbido tessuto a struttura forata favorisce traspirazione e asciugatura istantanea. Il prezzo indicato sul sito è di 119,90 euro.

Alé

Merida Valtellina social ride: Stelvio e Gavia con Sonny Colbrelli

05.08.2023
3 min
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Saranno le mitiche ascese valtellinesi del Passo dello Stelvio e del Passo Gavia le assolute protagoniste del secondo appuntamento con la social ride di Merida Italy. L’iniziativa consentirà a tutti coloro che vorranno partecipare di pedalare lungo gli epici tornanti dei due passi alpini accompagnati da Sonny Colbrelli ed in sella alle biciclette Merida del team Bahrain Victorious. E questo anche grazie alla perfetta coincidenza, nei stessi giorni dell’iniziativa, di Enjoy Stelvio Valtellina che prevederà (il 2 e 3 settembre prossimi) le strade delle due storiche salite legate alla storia del grande ciclismo completamente chiuse al traffico. Enjoy Stelvio Valtellina è un evento che dal 2018 programma un calendario specifico di chiusure al traffico motorizzato con l’intento di valorizzare i grandi passi alpini del Parco dello Stelvio e dell’Alta Valtellina. 

Dopo il successo della prima iniziativa, andata in scena in giugno in occasione del Sella Ronda Bike Day, torna dunque e… raddoppia l’imperdibile giornata in bicicletta promossa da Merida Italy. Dalle splendide Dolomiti la Merida Social Ride si sposta sposta nello scenario dell’Alta Valtellina dove si potrà scegliere se prendere parte alla pedalata sul Passo dello Stelvio, sabato 2 settembre, oppure a quella lungo i tornanti del Passo Gavia l’indomani domenica 3 settembre. 

Colbrelli insieme allo staff di Merida e la sua Reacto Limited Edition
Colbrelli insieme allo staff di Merida e la sua Reacto Limited Edition

Sui pedali con il Re di Roubaix

E per affrontare al meglio questi due splendidi tracciati, lungo cui si sono scritte autentiche pagine di storia del ciclismo mondiale, Merida Italy metterà a disposizione di ciascun partecipante una Scultura Team: esattamente la stessa bicicletta con cui gareggiano i corridori del Team Bahrain Victorious, nonché la divisa ufficiale del team. Ma non solo, a guidare lo speciale gruppo di 12 fortunati ciclisti selezionati dalla campagna social – già in corso in questi giorni – sarà niente meno che il vincitore della Parigi-Roubaix 2021 Sonny Colbrelli, che pedalerà con la sua personalissima Merida Reacto Limited Edition recentemente presentata presso la sede italiana del bike brand taiwanese.

L’iscrizione alla Merida Valtellina social ride è gratuita, ma la previsione è quella di un massimo di 12 posti disponibili per ciascuna delle due giornate, quella sullo Stelvio e quella sul Passo Gavia (non si potrà prendere parte a tutti e due gli appuntamenti). In entrambi i casi il punto di partenza delle due pedalate sarà Bormio. 

Per scalare i fantastici passi del Parco dello Stelvio come un vero professionista, è già possibile inviare la propria candidatura compilando il modulo al seguente indirizzo (reperibile anche sul sito web e sui profili social di Merida Italy):

Merida

Enjoy Stelvio Valtellina

Al top per Glasgow. Colbrelli punta sulla freschezza mentale

03.08.2023
5 min
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OPOLE – Si parla molto della condizione con la quale i corridori arriveranno al mondiale di Glasgow. Di solito la preparazione è molto più lineare e si sfrutta la Vuelta. Stavolta c’è il Tour de France, ma le due gare a quanto pare non sono proprio la stessa cosa. La prova francese è più snervante.

In più il percorso scozzese non è così duro. Sì, alla fine propone oltre 3.000 metri di dislivello, ma la disposizione dello stesso agevola i corridori più “pesanti”. E’ lecito dunque pensare se possa essere il viatico migliore per la prova iridata.

Qualche giorno fa Alessandro Ballan ci ha detto che chi esce dal Tour ha un’altra gamba – e questo è innegabile – ma poi ha aggiunto un aspetto che ci ha fatto riflettere: l’ultimo che ha vinto il mondiale senza passare dal grande Giro è stato Mads Pedersen. E guarda caso il percorso era piuttosto simile. Questi dubbi li abbiamo “girati” a Sonny Colbrelli, il quale è con Valsir sulle strade del Tour de Pologne.

Al Polonia i “tre tenori” del Tour (Majka, Mohoric, Kwiato) avevano più brillantezza, specie nelle prime tappe
Al Polonia i “tre tenori” del Tour (Majka, Mohoric, Kwiato) avevano più brillantezza, specie nelle prime tappe
Sonny, ma dunque è davvero fondamentale passare dal grande Giro in vista del mondiale? O si può arrivare bene a Glasgow anche  intraprendendo altre vie?

I corridori sono diversi l’uno dall’altro. Io, per esempio, riuscivo ad allenarmi bene in altura: ne uscivo con una gamba da Tour de France o quasi. Altri invece hanno bisogno di più gare. E’ indubbio che qui al Polonia chi è uscito dal Tour abbia un’altra gamba. Prendiamo Almeida, va forte, ma non è super brillante, come Majka, Mohoric o Kwiatkowski.

Chiaro…

Certo, il grande Giro ti dà una grande condizione: una condizione con la quale non dico che arrivi a fine stagione, ma quasi. Molto dipende però da come lo si è fatto. Vingegaard chiaramente ha speso tutte le cartucce, altri no. E se sei riuscito a risparmiare qualcosa, può darti molto.

Tu hai nominato tre corridori che qui al Polonia stanno brillando, ma dalla fine del Tour c’è stata una settimana di riposo, poi la settimana del Polonia, appunto, e domenica si corre il mondiale: la condizione non è infinita…

No, non è infinita, ma come ho detto conta molto come si è usciti dal Tour che è dispendioso sia di gambe che di testa. Io avrei fatto il grande Giro, finito quello di nuovo l’altura e poi il mondiale. Ma mi rendo conto che non è facile ripartire per l’altura dopo un grande Giro. Mi ricordo che nel 2021 ho finito il Tour de France, sono stato cinque giorni a casa e poi mi sono diretto a Livigno e ci sono rimasto un mese. Quella è stata la mia mossa vincente.

In vista di Glasgow conta molto come si è interpretato il Tour. Anche da un punto di vista mentale
In vista di Glasgow conta molto come si è interpretato il Tour. Anche da un punto di vista mentale
Stavolta non ci sarebbe stato neanche il tempo per andare in altura dopo il Tour. Semmai bisognava farlo dopo il Giro. Ma torniamo a cose più concrete: questo mondiale non è durissimo, magari anche arrivarci con più brillantezza, più forza esplosiva facendo altre gare può essere vantaggioso?

Una corsa come il Polonia può essere un ottimo viatico per Glasgow. Bene o male le tappe sono abbordabili. Le strade sono larghe, non c’è stress a parte nei finali, dove se vuoi ti puoi staccare. Puoi a fare il tuo lavoro senza appesantirti. 

Prima hai detto che uno come Vingegaard, o comunque un corridore che punta alla classifica, ne esce sfinito, ma altri possono risparmiarsi. Ti riferivi a qualcuno in particolare?

A Van der Poel. Lui si è messo a disposizione del suo capitano, Philipsen, per le volate e, a parte due o tre tappe in cui si è mosso per dare un po’ di spettacolo, non ha speso troppo. La sua testa era al mondiale. Penso che VdP quest’anno ha una grandissima occasione, tra l’altro è già salito sul podio in quel circuito quando Trentin ha vinto l’europeo. Il mondiale per lui sarebbe la ciliegina sulla torta di una stagione d’oro. E poi la squadra è tutta per lui. I belgi invece sono due: c’è Remco e c’è Van Aert, che al Tour, anche se si è ritirato ha speso più di Van der Poel.

Harrogate 2019, Pedersen vince la maglia iridata. Nel mese precedente aveva inanellato 10 giorni di corsa, ma non la Vuelta
Harrogate 2019, Pedersen vince la maglia iridata. Nel mese precedente aveva inanellato 10 giorni di corsa, ma non la Vuelta
Ballan ci ha fatto notare che l’ultimo a vincere il mondiale senza passare dal grande Giro è stato Petersen. Il percorso di Glasgow non è troppo diverso: magari rispetto ad altre volte il grande Giro potrebbe essere meno importante?

In parte sì, specie dopo un Tour de France corso come negli ultimi anni: sempre a mille, resta nelle gambe. Ma se il corridore riesce a smaltirlo, può aiutarti per un altro paio di settimane. Quello che più conta però è un’altra cosa.

Quale?

La freschezza mentale. Il mondiale è anche una gara lunga e non conta solo essere veloci o arrivare con la gamba ancora buona. E’ importante la freschezza mentale con cui si arriva all’appuntamento clou, l’ho capito sulla mia pelle. Ed è’ quello che ho fatto nell’ultimo anno in cui ho corso. Prima mi sfinivo, mi mettevo delle pressioni addosso da solo, poi ho iniziato a pensare diversamente. «Sono alla Roubaix, all’Europeo, all’italiano – mi dicevo – ma alla fine sono corse come altre: come vanno, vanno… Il prossimo anno ce ne sarà un’altra». 

Mole Occhiali per lo Sport con Colbrelli: obiettivo sicurezza

01.08.2023
4 min
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ZOGNO – Lo scorso anno abbiamo avuto l’opportunità di visitare Mole Occhiali per lo Sport, un centro ottico davvero speciale dedicato esclusivamente all’occhiale sportivo ed in particolare all’occhiale da ciclismo. Dopo un anno siamo tornati nuovamente a Zogno, in provincia di Bergamo, alle porte della Val Brembana, per farci raccontare dal suo titolare Roberto Gambirasio (nella foto di apertura) qualcosa di più su un evento dedicato al tema della sicurezza stradale da lui organizzato lo scorso 1 luglio con il supporto di Rudy Project e Sonny Colbrelli. Nome dell’evento: “Sicurezza in vista”.

Sonny Colbrelli è stato il grande ospite dell’iniziativa “Sicurezza in vista” di Mole
Sonny Colbrelli è stato il grande ospite dell’iniziativa “Sicurezza in vista” di Mole
Come è nata l’idea di organizzare un evento dedicato al tema della sicurezza stradale?

Sono un grande appassionato di ciclismo e soprattutto un praticante. Dal momento che il mio centro ottico è distante da casa mia, in pausa pranzo esco volentieri in bicicletta e la stessa cosa faccio la domenica mattina in compagnia dei miei amici. Pedalando quotidianamente mi rendo conto di quanti pericoli corriamo ogni giorno noi ciclisti. Solo per citare un esempio, un paio di settimane prima del nostro evento, un mio caro amico è stato investito in bicicletta mentre veniva a trovarmi qui al centro ottico. L’Italia è poi in testa nelle statistiche di incidenti che vedono ogni giorno coinvolti dei ciclisti. Qualcosa andava quindi fatto.

Che cosa avete deciso allora di fare?

Fra i marchi con i quali collaboro c’è da sempre Rudy Project. Di recente Sonny Colbrelli è diventato loro “brand ambassador” e fra i temi oggetto del loro accordo c’è anche quello di diffondere la cultura del rispetto reciproco fra tutti gli utenti della strada, in particolare fra ciclisti e automobilisti. Ho contattato Rudy Project e, grazie alla loro disponibilità e a quella di Colbrelli, in poco tempo abbiamo organizzato il nostro evento.

Un’iniziativa legata alla sicurezza su strada, un tema importante che va preso con serietà
Un’iniziativa legata alla sicurezza su strada, un tema importante che va preso con serietà
Come si è svolta la giornata?

Abbiamo previsto due momenti distinti. Al mattino abbiamo organizzato una pedalata con partenza e arrivo qui davanti al nostro centro ottico. Siamo arrivati fino a San Giovanni Bianco. In tutto abbiamo percorso 25 chilometri in un paio d’ore. Volevamo permettere a più persone di partecipare alla pedalata e soprattutto di potersi “godere” la presenza di Sonny scambiando con lui due parole e fare una foto ricordo. Con noi c’era anche Wladimir Belli che vive a Sedrina, poco lontano da qui, e che ha accettato volentieri l’invito di aggregarsi a noi prima di “buttarsi” nelle telecronache del Tour su Eurosport.

Ha parlato di due momenti. Quindi oltre alla pedalata era previsto qualcos’altro?

Esattamente. L’obiettivo che mi sono prefissato nel momento in cui ho deciso di organizzare l’evento “Sicurezza in vista” era quello di sensibilizzare le persone, ma soprattutto i bambini, sul tema della sicurezza e dell’educazione stradale. Sono infatti sempre più convinto, e lo stesso Sonny chiaccherando me l’ha confermato, che il primo passo da fare sia quello di diffondere il tema della sicurezza stradale partendo dai più piccoli. Una corretta educazione stradale imparata da bambini permetterà di avere da adulti degli automobilisti più rispettosi e attenti ai ciclisti incontrati sulla strada.

Concretamente cosa avete deciso di fare?

Nel pomeriggio, grazie alla collaborazione di Sonny e della polizia municipale di Zogno, abbiamo organizzato qui nel nostro centro ottico un divertente gioco a quiz incentrato sull’educazione stradale. Alla fine abbiamo dato a tutti i bambini che hanno partecipato un simpatico attestato firmato dallo stesso Cobrelli che abbiamo chiamato “Patente di DRAGO della sicurezza”.

Il negozio di Mole Occhiali per lo Sport si trova a Zogno, all’inizio della Val Brembana
Il negozio di Mole Occhiali per lo Sport si trova a Zogno, all’inizio della Val Brembana
Lo scorso anno avete organizzato il Campionato Nazionale Criterium ACSI, quest’anno l’evento “Sicurezza in vista”…ci sono altre iniziative all’orizzonte?

Al momento è solo un’idea, ma nel periodo invernale mi farebbe piacere organizzare degli incontri di formazione e informazione su temi che possono interessare chi pratica ciclismo. Vorrei far intervenire delle figure professionali come nutrizionisti o fisioterapisti. Mi farebbe inoltre piacere fare qualcosa anche nelle scuole sempre sul tema dell’educazione stradale per dare seguito all’evento organizzato a inizio luglio.

Un consiglio finale che si sente di dare a chi va in bici, ma anche agli automobilisti?

Fare sempre massima attenzione quando si è in strada, sia che si sia in macchina che in bicicletta. Basta davvero un attimo per rovinare la vita di un’altra persona e la propria…e poi, casco sempre ben allacciato in testa e un buon paio di occhiali per vedere bene e proteggere i propri occhi. Noi di Mole Occhiali per lo sport siamo qui proprio per questo.

Moleocchialiperlospert

La Reacto speciale per il “Cobra”: l’omaggio di Merida

04.07.2023
4 min
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Il numero più significativo per la carriera agonistica di Sonny Colbrelli rimarrà sempre il 71, ovvero il dorsale portato dall’ex corridore della Bahrain Victorious sul gradino più alto del podio alla Parigi-Roubaix. Un numero che Merida ha voluto omaggiare, dedicando a Colbrelli una Reacto dalla livrea speciale, prodotta appunto in 71 esemplari. Chi riuscirà ad acquistare questa esclusiva bici, la potrà ricevere direttamente da Colbrelli nella sede di Merida a Reggio Emilia. 

«Appena ho smesso – racconta Colbrelli in persona – parlando con Merida Italia ci siamo chiesti perché non fare qualcosa che restasse e che fosse legato alla mia carriera. per questo hanno proposto una bici che possa racchiuderla, specialmente legata al 2021 con dei particolari inserti che ricordano la Parigi-Roubaix grazie al disegno del pavé, poi il campionato europeo e il campionato italiano. In più abbiamo applicato anche il mio nuovo logo fatto da Johnny Mole. Anche la bicicletta l’ha disegnata lui e abbiamo trovato un bel compromesso grafico. Da lì siamo andati avanti col progetto e sono nate queste 71 bici. Per quanto riguarda la consegna, stiamo effettivamente predisponendo un pacchetto per cui sarò io a consegnarle. Stiamo definendo poprrio ora i dettagli».

Dedica speciale

Colbrelli è diventato in questi anni ambassador del marchio taiwanese e questo omaggio doveroso arriva con una livrea disegnata dallo stesso “Cobra”. Un disegno realizzato in collaborazione con lo studio di design Jonny Mole, con il quale Colbrelli ha realizzato anche il suo nuovo logo

Il modello scelto da Merida per omaggiare il campione di Desenzano sul Garda è la Reacto, la bici degli sprinter e degli uomini delle classiche. Il telaio ha un colore di base grigio cangiante. Mentre sul tubo piantone, sulla forcella e sul tubo orizzontale sono impresse le date più importanti del 2021 di Colbrelli: la vittoria del campionato italiano, del campionato europeo e della Parigi-Roubaix

I dettagli tecnici

Una versione della Reacto fedele a quella che solca le strade insieme ai corridori del team Bahrain Victorious. Il telaio è il Reacto CF5 IV in carbonio, il quale rende questa bici estremamente leggera e maneggevole. La dimensione massima di copertoni che può ospitare è da 30 millimetri, equipaggiati con freni a disco della dimensione di 160 millimetri. 

Il gruppo è lo Shimano Dura Ace con corone anteriori da 52 e 36 denti, il pacco pignoni, a 12 velocità, va dall’11 al 30. Le pedivelle sono di tre misure: 170 millimetri per le taglie XXS e XS, 172,5 millimetri per S ed M e 175 millimetri per la taglia L. Per quanto riguarda le ruote, sono state scelte le Vision Metro 45SL con altezza del cerchio appunto di 45 millimetri e larghezza del canale interno di 18 millimetri. Ruote, ovviamente, Tubeless ready. Il prezzo per la Reacto in edizione limitata è di 12.990 euro.

Merida

Dalle risate “alla lavatrice”, il pre e post Roubaix di Colbrelli

08.04.2023
5 min
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La Roubaix incombe, oggi tocca alle donne! L’Inferno del Nord ha un fascino tutto suo, fatto di attese, “misteri”, volti infangati, pietre, lotte, velodromo… E tutto questo è accompagnato da un rituale. Nei due giorni precedenti, per esempio, tutte le squadre vanno in avanscoperta dei settori in pavè.

Noi questi rituali che precedono la Parigi-Roubaix, ma anche che li seguono, li abbiamo rivissuti con Sonny Colbrelli. La sua vittoria è ancora viva nelle nostre menti. Negli occhi passano ancora le immagini che lo vedono all’attacco, fino alla volata vincente contro Van der Poel e Vermeersch.

Colbrelli (classe 1990) sereno a pochi istanti dal via della sua prima ed unica Roubaix disputata in carriera
Colbrelli (classe 1990) sereno a pochi istanti dal via della sua prima ed unica Roubaix disputata in carriera
Sonny, come hai vissuto l’avvicinamento alla tua Roubaix?

In modo unico direi, pochi la vivono così. Era ottobre, era la penultima corsa della stagione e quindi c’era un clima un po’ diverso dal solito, almeno da quello che mi raccontavano. Io l’ho presa in modo molto easy, scanzonato. Ridevo coi compagni. Ho vissuto quelle ore di vigilia con la massima tranquillità. Non dico che fossi appagato dalla stagione, ma ero già soddisfatto.

Un approccio diverso dunque… Tu sei riuscito a dormire, per esempio?

Sì, sì… e poi si sapeva che avremmo disputato una Roubaix con pioggia e fango come non accadeva da anni. E questo mi piaceva. Da corridore, quando tieni particolarmente ad una corsa e per quanto dici di non pensarci, la testa finisce sempre lì, pensi a come andrà, al risultato… e riposare non è facile. E soprattutto quelli che stanno bene, già al mattino li vedi “sfiniti”, con le gambe molli. Per me invece è stato tutto diverso. Scherzavo con i compagni. Ci siamo presi in giro fino al momento del via. Questa tranquillità credo sia stata la mia arma vincente.

Quando facesti la ricognizione?

Il giovedì e il venerdì. Il giovedì facemmo i primi 150 chilometri, il venerdì gli ultimi 100.

E che impressioni hai avuto dopo quei test?

Pensavo: «Ma che cavolo ci faccio io qua!»

Il bresciano aveva prestato grande attenzione al setup della bici, affidandosi parecchio i consigli dei tecnici, visto che lui era al debutto
Il bresciano aveva prestato grande attenzione al setup della bici, affidandosi parecchio i consigli dei tecnici, visto che lui era al debutto
Ma come! E per fortuna che l’hai anche vinta…

Giuro! Io il pavè non l’avevo mai fatto. Sì, in una tappa del Tour, ma quando inizi a fare più tratti, più ravvicinati e anche più duri come la Foresta di Arenberg o il Carrefour de l’Arbre cambia tutto. Dalla tv non ci si rende conto quanto sia difficile pedalare lì sopra. Ma quella ricognizione è stata importante per me. Non avevo l’esperienza di chi aveva corso la Roubaix già 5-6 volte. E’ stata importante per capire le pressioni delle gomme e per individuare una velocità di crociera.

Velocità di crociera?

Sì, quella velocità che puoi tenere per 4′-5′ o anche di più se il settore è più lungo, una velocità costante. E l’ho capito subito. Quando ho provato l’Arenberg per la prima volta, sono entrato dentro con una velocità come se non ci fosse un domani. A metà settore ero fermo a bordo strada!

E il setup della bici quando lo avete fatto con il tuo meccanico?

Tra giovedì e venerdì, soprattutto. Il mio meccanico era Alan Dumic. Ho fatto due volte la Foresta, una volta con una pressione e una volta con un’altra. E ho deciso dopo il secondo passaggio. Alla fine ho scelto la bici che utilizzavo sempre (la Merida Reacto, ndr), ma con un manubrio tradizionale anziché integrato. Ho alzato appena la posizione delle leve per essere più comodo, poi doppio nastro con gel e basta.

L’esplosione di gioia sul traguardo. Da lì in poi Sonny è “entrato in una lavatrice”, come ha spiegato
L’esplosione di gioia sul traguardo. Da lì in poi Sonny è “entrato in una lavatrice”, come ha spiegato
Ricordi come passasti il sabato?

Con grande tranquillità. Una sgambatina leggera e poi, come ripeto, con grandi risate.

Okay, la corsa sappiamo come andata! E del post gara cosa ci dici?

E’ stato come entrare in una lavatrice! Una bolgia. Ricordo che quella notte non ho dormito. Ero in camera con Mohoric. Sono stato sul letto a cercare di rispondere ai messaggi. Solo su WhatsApp avevo 870 messaggi. Ho risposto a poco più di 400, quasi la metà. Sui social idem. Sonny, Sonny, Sonny… tutti cercavano Sonny. Non dico che non me la sono goduta, ma di certo mi sono ritrovato sballottato a destra e sinistra.

Passando a discorsi più tecnici: per esempio il “protocollo” post gara tra massaggi, alimentazione… come è stato?

E’ saltato tutto. Pensate che il primo massaggio dopo la Roubaix l’ho fatto due giorni dopo la corsa. Alla vigilia del Gran Piemonte, che era l’ultima gara dell’anno. Ricordo che il massaggiatore quando mi toccò le gambe mi disse che le fibre muscolari erano distrutte. Anche perché nei due giorni successivi non toccai la bici. Il mercoledì, alla vigilia del Gran Piemonte, feci giusto un’oretta. La corsa non andò neanche malissimo. Ma quando arrivò il momento della volata, ai 200 metri mi alzai sui pedali e mi sedetti subito. Mi dissi: «No Sonny, lascia fare. Per il tuo bene!».

La sera della vittoria di Roubaix avete festeggiato?

Sì, ma non in modo eccessivo. Restammo in hotel con i compagni, anche perché ci eravamo spostati a Charleroi in un albergo vicino all’aeroporto e in giro non c’era un granché. Dopo la cena, ci facemmo 2-3 birrette e poi tutti a letto.

Colbrelli e Rudy Project: un accordo di… valori

07.04.2023
3 min
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Sonny Colbrelli è ufficialmente un nuovo “brand ambassador” di Rudy Project. In marchio trevigiano, produttore di occhiali e caschi per il ciclismo, ha recentemente definito con il campione italiano ed europeo 2021 un accordo per i prossimi due anni. Un legame, quello tra Colbrelli e l’azienda della famiglia Barbazza, che deriva da una profonda stima e da una condivisione piena di valori e visioni comuni, come quella di diffondere una vera cultura del reciproco rispetto sulla strada e di promuovere uno stile di vita più sano.

Colbrelli e Rudy Project hanno entrambi a cuore il tema della sicurezza
Colbrelli e Rudy Project hanno entrambi a cuore il tema della sicurezza

Attenzione alla sicurezza

Il raggiungimento dell’accordo tra Rudy Project e Sonny Colbrelli, quest’ultimo meraviglioso vincitore della Parigi Roubaix 2021 proprio indossando casco e occhiali Rudy, è stato assolutamente naturale in virtù di un rapporto basato su una storica amicizia. L’esperienza e il “know-how” di Rudy Project saranno adesso a disposizione del campione italiano nel suo nuovo ruolo professionale di “liaison” tra atleti e tecnici all’interno del team Bahrain Victorious, rappresentando così il perfetto ambasciatore dei valori che il brand intende da sempre promuovere.

Come anticipato, l’obiettivo dell’accordo è quello sensibilizzare gli utenti della strada, partendo dai più piccoli, attraverso una collaborazione solida e duratura basata sulla passione comune per il ciclismo. Rudy Project ha da sempre dimostrato massima attenzione alla sicurezza e alla protezione degli atleti, mettendo a disposizione dei ciclisti prodotti tecnologicamente avanzati, come occhiali da sole con lenti fotocromatiche resistenti agli urti, e caschi che hanno sempre dimostrato e certificato una sicurezza indiscussa.

Una visione condivisa

«Questo che adesso mi onoro di rappresentare – ha dichiarato Colbrelli – è un brand di grande prestigio, costituito da persone vere che credono nel proprio lavoro e che da sempre dimostrano la massima attenzione per i ciclisti e per la loro sicurezza. Sono davvero orgoglioso di rappresentare Rudy Project come ambassador».

«La partnership tra la nostra azienda e Sonny Colbrelli – ha ribattuto Simone Barbazza, direttore marketing e co-titolare Rudy Project – rappresenta per noi un nuovo passo nella strategia di sviluppo del brand, basata sulla collaborazione con atleti di livello mondiale e sulla continua ricerca di prodotti estremamente performanti e sempre guidati da una visione più sostenibile per il bene di tutti. Iniziare questo percorso con Sonny è un tassello verso una nuova prospettiva, dove i valori anticipano le performance».

Rudy Project

Entriamo nel “rifugio” fiammingo della Bahrain Victorious

01.04.2023
5 min
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Le Fiandre sono uno dei territori più legati al ciclismo, la serie di corse che si svolgono lassù è innumerevole. Nella prima parte di stagione, spesso i corridori si trovano tutti lì per darsi battaglia. Visti i continui spostamenti c’è una squadra che ha pensato di stabilire nel cuore di questo territorio una base logistica: la Bahrain Victorious. Una villa indipendente dedicata all’intera campagna del Nord, lunga quasi un mese (foto in apertura di Charly Lopez). Un centro logistico e di ritrovo fondamentale, dove seguire i propri ritmi entrando in sintonia con le Fiandre, lontani dagli alberghi e dal caos. 

Una seconda casa

Nella villa, situata nella cittadina di Zwevegem, corridori e staff della Bahrain si ritrovano ogni anno, vivendo come una grande famiglia in questa casa condivisa. 

«La squadra – racconta Sonny Colbrelli, che ha potuto viverla prima da corridore ed ora da membro dello staff – l’ha presa nel 2022. Sapevo che Miholjevic era andato in perlustrazione per trovare un posto che fosse vicino a tutte le partenze delle varie corse. Lo cercava in una posizione riservata, ad uso esclusivo della squadra, gli hotel sono comodi ma quando stai praticamente un mese nello stesso posto hai bisogno di un alloggio tutto tuo.

«Ho fatto in tempo a viverla da corridore – continua Colbrelli – l’anno scorso, nel periodo tra Omloop e Kuurne. E’ estremamente produttivo avere a disposizione una villa del genere, in hotel devi stare da solo in stanza o al massimo con un compagno. Questa casa ti dà la possibilità di socializzare, è una villa enorme dove corridori e staff stanno insieme. E’ il giusto rifugio per amalgamare il gruppo».

I momenti insieme vengono utilizzati per creare un gruppo solido ed unito (foto Charly Lopez)
I momenti insieme vengono utilizzati per creare un gruppo solido ed unito (foto Charly Lopez)

Tutti insieme

Passare un mese lontano dalle proprie famiglie fa parte dell’essere un corridore, ma, non per questo, non va considerato il lato umano. I rapporti personali servono per creare il giusto ambiente nel quale trovare la migliore condizione fisica e mentale. Le migliori prestazioni partono proprio dalla grande serenità interna dell’atleta stesso.

«E’ bello – racconta ancora il vincitore della Roubaix – perché la sera capita spesso di ritrovarsi tutti insieme sul divano, che è enorme, e guardare i finali delle varie corse. Sia quelle da fare, che di quelle appena concluse. Quando eravamo in hotel lo potevi fare autonomamente, ma non sempre avevi voglia. Tutti insieme è più divertente, magari ci scappa la battuta o lo spunto interessante. Sono presenti otto camere ed ognuna ha la propria doccia ed il bagno privato. Sono convinto che altre squadre ci copieranno in futuro. Per gli allenamenti è un vero toccasana, si ha la possibilità tutti i giorni di allenarsi sulle strade delle corse che man mano si vanno a fare».

Lavorare meglio

Come anticipato da Colbrelli questa villa è un grande vantaggio anche per lo staff, il quale al posto di lavorare in condizioni estreme può concedersi più tempo. Pierluigi Marchioro, massaggiatore della Bahrain, nel 2022, ha seguito da qui i corridori.

«E’ davvero una bella casa – ci dice – tutti riusciamo a lavorare con molta più calma dopo una gara o un allenamento. I tempi ce li gestiamo in autonomia, magari i massaggi si possono fare tranquillamente dopo cena, nessuno ci corre dietro. Durante la campagna del Nord della scorsa stagione eravamo presenti in quattro massaggiatori, il cuoco, il fisioterapista ed i meccanici. Ognuno di noi aveva lo spazio per lavorare in serenità: al piano terra, nella stanza dove alloggiavo, mettevo il lettino per i massaggi. L’osteopata lavorava in corridoio, mentre nel soppalco stavano gli altri tre massaggiatori. I meccanici, poi, sono coloro che “ringraziano” maggiormente perché quando si dorme in hotel lavorano all’aperto, ed in Belgio piove spesso. In questa villa, invece, hanno la possibilità di mettersi al coperto e, grazie al maggior spazio logistico, possono portare molti più pezzi di ricambio. Oltre alle due solite bici si porta qualche telaio in più, in caso di problemi o eventuali cadute senza considerare tutte i vari componenti più piccoli».

«Parte dello staff alloggia comunque in hotel – riprende Marchioro – nella villa dormono i corridori, un massaggiatore, il cuoco ed il dottore. Io sono un po’ all’antica e mi piace rimanere a contatto con i ragazzi, posso sempre dare una mano o fare qualche cura extra in caso di necessità. Se il cuoco ha bisogno di qualcosa dal camion cucina posso andare io a prenderlo, oppure vado a fare la spesa. Insomma, il nostro “rifugio” è davvero super funzionale».

Sonny cambia pelle tra ammiraglia e politica

23.01.2023
5 min
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CAMPAGNOLA – Le immagini scorrono sul maxi schermo del salone delle cerimonie del bocciodromo di Campagnola Emilia. Sono quelle finali della Roubaix 2021. Sonny Colbrelli è sul palco a ricevere il premio “Bici al chiodo” e riguarda la sua impresa. Un pittore gli regala un dipinto a mano che lo immortala mentre sta per alzare al cielo la sua Merida Reacto prima di lasciarsi andare a quell’urlo liberatorio dopo il traguardo che emoziona ancora.

Il riconoscimento ricevuto nella bassa reggiana è forzato, perché lo stesso ritiro di Colbrelli è stato forzato. Sua moglie Adelina ci dice però che adesso Sonny è meno a casa di quando correva. Alla fine lei ci è abituata. E’ felice perché sa che gli impegni che ora ha suo marito lo aiutano a non pensare al passato. Intanto lui si presta per chiacchiere, autografi e foto ammirando le sue ex maglie di Zalf, Bardiani e Bahrain Victorious. Ci prendiamo quindi da parte in un angolo Sonny e gli chiediamo come sta vivendo la sua nuova carriera.

Il nuovo ruolo di Sonny. In ammiraglia per dare un punto di vista in più ai suoi ex compagni
Il nuovo ruolo di Sonny. In ammiraglia per dare un punto di vista in più ai suoi ex compagni
Stai metabolizzando questa “bici al chiodo”?

No, è ancora difficile. Ho fatto due raduni a Calpe con la squadra e fa sempre male vedere i miei ex compagni in bici, mentre tu sei in ammiraglia. Oppure come adesso che sono ripartite le gare. Vedo le volate e chiudo gli occhi per risentire un po’ di adrenalina. Devo riuscirci pian piano e credo tuttavia che ci stia riuscendo.

Che effetto ti ha fatto essere in giro con la tua squadra non più da corridore?

E’ stranissimo. Prima arrivavo in ritiro sapendo che avrei preparato la stagione. Controllavo la nuova bici, il nuovo vestiario. Appendevo la maglia all’armadio della camera per il giorno dopo. E ne parlavo col mio compagno di stanza che solitamente era o Caruso o Mohoric. Ora invece sono in camera da solo, situazione che mi è capitata molto raramente in carriera. Adesso mi sveglio sapendo di salire in ammiraglia e sapendo che non farò più sei ore in bici. Un po’ di malinconia viene, ma poi passa.

Colbrelli sarà in corsa alle regionali politiche della Lombardia
Colbrelli sarà in corsa alle regionali politiche della Lombardia
Quando correvi ti era mai successo di pensare al tuo post carriera?

Alcune volte sì, perché un corridore bene o male sa che non durerà per sempre. Però negli ultimi anni quando andavo forte, specie nel 2021, pensavo solo a migliorare sempre di più. E quindi il fine carriera lo rimandi per forza di cose.

In cosa pensi di essere forte nel ruolo che hai adesso?

Penso di esserlo di testa o quanto meno nel senso tattico. Penso di poter dare buoni consigli o buon supporto ai ragazzi. Dopo un anno a guardare le corse in televisione o da fuori, ora vedo le cose in un’altra maniera. Rispetto a quando ero in gruppo, adesso vedo come si muove una squadra o determinati corridori.

L’urlo di Sonny. Il dipinto ricevuto da Colbrelli a Campagnola Emilia
L’urlo di Sonny. Il dipinto ricevuto da Colbrelli a Campagnola Emilia
Dal dietro le quinte, ci sono degli aspetti che prima non notavi?

Sapevo già prima del grande lavoro che faceva il nostro personale, ma forse non me ne rendevo conto totalmente. Adesso però essendo molto più insieme a loro, faccio caso a tanti altri dettagli. Vedo come lavorano i meccanici, i preparatori, i diesse. Vedo come preparano i corridori al cento per cento. Una volta di più bisogna fare i complimenti a queste persone.

Sonny Colbrelli ha pensato che potrebbe dover bacchettare i suoi ex compagni?

Fino a ieri ero con loro in camera ed oggi prendere in mano la radio per dargli degli ordini mi fa sentire a disagio. E’ un altro aspetto che mi fa strano. Infatti per questo al momento non ho intenzione di diventare diesse. Ci voglio provare, ma bisogna essere pronti, preparati e consapevoli. Ad oggi io non lo sono, ci vuole del tempo. Lo vedrò dopo che sarò stato alle prossime gare.

Colbrelli e Belletti premiati a Campagnola Emilia. Assieme alla Bardiani nel biennio 2010/11 quando Sonny era stagista
Colbrelli e Belletti premiati a Campagnola Emilia. Assieme alla Bardiani nel biennio 2010/11 quando Sonny era stagista
Sarai impegnato anche a livello politico. Questa nuova avventura a quale gara può essere paragonata?

Sarà una corsa durissima. Ho già visto gli altri candidati che hanno già iniziato la loro campagna elettorale. Io invece non ho fatto ancora nulla, anche se manca poco e dovrò cominciare. Parliamoci chiaro, io con la politica c’entro poco. Certo, devo studiare ed ascoltare le persone, ma come ho sempre detto, voglio solo portare lo sport nel mio programma. O meglio, la sicurezza per la nostra categoria. Non si può morire in bicicletta.

Che cosa intendi?

L’Italia è il primo Paese al mondo per questo tipo di morti e dobbiamo invertire la tendenza. Voglio parlare ai giovani perché sono loro il nostro futuro. Sono loro che guideranno un’auto. Cambiare la mentalità della gente è molto difficile, più di vincere una Roubaix. Penso e spero di poter portare un buon segnale.