Search

Le difficoltà di ripetersi dopo un exploit: ce ne parla Cunego

24.02.2022
5 min
Salva

Appena dopo un exploit le aspettative si alzano e la domanda che tutti si pongono è: riuscirà a mantenerle con gli occhi di tutti puntati addosso? Gli sguardi pesano e quando corri in bici, dove la leggerezza (in tutti i sensi) la fa da padrona, si sentono. Ti curvano la schiena, ti riempiono la mente di domande e a volte rischi di dubitare anche delle tue qualità. E se gli sguardi pesano, le parole di più e anche quelle possono far male. Ne parliamo con Damiano Cunego, uno che di aspettative se ne intende. Gli chiediamo come faranno Colbrelli e Caruso a lavorare serenamente cercando di ripetere la stagione passata.

Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)
Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)

Il rapporto con se stessi e gli altri

«La prima cosa che cambia – incalza Damiano Cunego – e che il corridore nota, è la preparazione. L’anno precedente si ha avuto modo di poterla fare con calma preparando gli appuntamenti che più si desideravano. Ora, invece, viene il bello. Forte e consapevole dei risultati fatti il corridore alza l’asticella. Sei tu per primo che hai aspettative più alte su te stesso e quello che hai fatto l’anno precedente lo consideri la base dalla quale ripartire. Poi si aggiungono le aspettative e le pressioni di sponsor e tifosi, alla fine ci sono due ipotesi…».

Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Quali?

La prima è quella che anche lavorando bene, con delle ottime sensazioni a livello di numeri, poi arrivi in gara e ti accorgi che ti manca la sicurezza. Non riesci a rendere come l’anno precedente e fai fatica, è la testa che pesa, piena di pensieri. Il cervello lavora il doppio e alla fine la paghi.

La seconda?

E’ quella secondo la quale anche con le pressioni che ti circondano rimani lucido e concentrato. C’è da aggiungere un particolare importante, questa piccola percentuale di corridori che non soffre le pressioni entra nella categoria dei campioni. Che è quella in cui spero rientrino Sonny e Damiano.

Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Caruso cambia obiettivo, dal Giro al Tour, mentalmente potrebbe essere come ripartire da zero?

Ripartire nella stagione nuova con un nuovo obiettivo aiuta a resettare mentalmente, questa è una giusta chiave di lettura. Alla fine fare una competizione nuova potrebbe porlo ancora in una situazione di vantaggio, nessuno sa cosa aspettarsi da lui lì. E’ anche vero che la squadra gli ha alzato l’asticella, questo vuol dire che crede nelle sue potenzialità. Vedremo cosa succederà.

Al contrario di Sonny che torna subito dove ha vinto, in Belgio.

Per lui non c’erano molte scelte viste anche le sue caratteristiche.

La differenza è anche che lui ha vinto, deve difendere il titolo…

Nelle corse di un giorno hai anche un “obbligo” verso i tifosi, l’organizzazione e gli sponsor. In più una volta vinta hai anche voglia di dimostrare che non lo hai fatto per caso, poi dipende anche dalla mentalità dei corridori. C’è anche chi si sente più sereno e la vittoria non la vede come una pressione ma una carica in più, pensa: «Ho dimostrato di poter vincere una volta, lo posso fare ancora».

Colbrelli Caruso 2021
Colbrelli e Caruso, il loro 2022 culminerà in estate col Tour, in base alle esigenze di squadra
Colbrelli Caruso 2021
Per Caruso e Colbrelli due approcci differenti alla nuova stagione
Di sicuro in gruppo non passano inosservati.

Lo senti che in corsa hai gli occhi tutti su di te, sia del pubblico che degli avversari. Cambia anche il modo di correre, non puoi nasconderti o tentare di anticipare perchè ora sanno tutti della tua forza e non ti lasciano libertà di azione.

Colbrelli e Caruso hanno avuto questo exploit rispettivamente a 31 e 34 anni che è diverso rispetto ad averlo da giovani.

Mentalmente sono più maturi e questo li potrebbe aiutare. Si dice che superati i 30-32 anni si abbia un calo fisiologico, si ha meno esplosività ma più fondo e scaltrezza. Sai correre meglio e posizionarti nei posti giusti senza sprecare energie.

I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
Una cosa che è cambiata è anche il rapporto con i tifosi, ora ci sono i social, prima i corridori li vedevi solo alle gare ora sai sempre cosa fanno.

Sei alla mercé di tutti i tifosi: buoni o cattivi, gentili o maleducati. I commenti negativi si cerca di non leggerli ma alla fine quasi ci inciampi. Quelli positivi possono darti più motivazione e alzare il morale oppure metterti ancora più pressione, non è un mondo facile.

Anche la squadra deve cambiare modo di correre?

Sì, anche la squadra deve trovare un modo differente di correre, più di controllo e di presenza. Devi avere i compagni giusti al tuo fianco, soprattutto nei momenti cruciali altrimenti gli avversari ti mettono in mezzo. E’ capitato tante volte che il corridore dovesse vincere la grande corsa ma la squadra non lo ha supportato a dovere.

Letizia Paternoster, europei Apeldoorn 2019

Paternoster? Non solo social. Parla la psicologa

28.09.2020
4 min
Salva

Anche se Letizia Paternoster appare sempre sorridente, cosa passa nella testa di un’atleta infortunata che ha l’obiettivo delle Olimpiadi? La trentina si è fermata per un problema ad un ginocchio. Un problema rimediato durante il lockdown, sembra per colpa di esercizi eseguiti con carichi sbagliati. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Borgia, psicologa dello sport, consulente della Trek-Segafredo, team della Paternoster.

Un passo indietro…

«Con Letizia, ma anche con le altre ragazze c’è un lavoro che parte dallo scorso inverno. Bisognava fare squadra, ma visto il livello delle atlete non ho scelto la formula tipo “giochi senza frontiere”. Ho preferito un lavoro più profondo sui valori e gli obiettivi di squadra, di conoscenza delle ragazze e dello staff. Un qualcosa che permettesse di conoscersi meglio, di confrontarsi e di aprirsi in maniera autentica. Abbiamo insistito molto sulle emozioni e sulle strategie migliori per gestirle. L’obiettivo era di creare empatia».

«Quando tutte, sedute in cerchio, hanno espresso il loro punto di vista rispetto ai punti di forza e alle aree da migliorare, sono emersi spunti importanti sui quali si è lavorato. Un esempio? Lo stesso stile comunicativo non è adatto a tutte le atlete. Non è detto che se mi inciti alzando la voce per radio mi dai carica, magari mi innervosisci o mi metti ansia. Un qualcosa di banale, ma che può fare la differenza nei momenti clou».

Elisabetta Borgia
Elisabetta Borgia (33 anni) psicologa dello sport
Elisabetta Borgia
Elisabetta Borgia (33 anni) psicologa dello sport, in passato ha corso nel cross e nella Mtb

Quella sana incoscienza

Partnoster adesso sta lavorando a pieno regime per il recupero. E’ anche rientrata in corsa. Il problema al ginocchio era serio, tuttavia con la determinazione che la contraddistingue sembra averlo superato.

«Dalla sua Letizia ha il fatto che è molto giovane. Ha un suo modo di vedere le cose. Probabilmente questa sua gioventù non le ha ancora permesso di capire l’importanza che ha all’interno del gruppo e della nazionale. Quanto investimento ci sia su di lei. Senza contare che le ruotano intorno molte persone a cui lei stessa fa comodo. Da questo punto di vista a mio avviso va tutelata e protetta.

«Questa sua inconsapevolezza per altri aspetti è un punto di forza, è ancora nella fase della carriera di forte crescita, tutto le viene semplice senza pensarci troppo e va bene così. Pensiamo a Van der Poel: arriva e vince. Dà spettacolo in Mtb, attacca su strada… Però, adesso che inizia a capire quanto sia importante fa più fatica».

Più l’immagine o l’atleta?

In tanti accusano Paternoster di esagerare nei social, spesso extraciclistici. Una distrazione per un’atleta di vertice.

«I social sono un problema reale, ma non solo per Letizia. Molte atlete iniziano a stancarsi dei post pubblicati perché devono. Sono vetrine che ad alcune piacciono e ad altre no. In generale obbligano ad esporsi e quindi per certi temperamenti sono una forzatura. A Letizia piacciono.

«Non dimentichiamo però che sui social puoi mostrare quello che vuoi. Tu puoi fare 6 ore di bici, farti un mazzo così e quando torni a casa mettere foto in cui mandi bacetti. Oppure puoi pubblicare delle stories delle salite affrontate in allenamento,o dei cereali che mangi. Hai fatto la stessa cosa ma il messaggio è totalmente diverso. Pertanto i social mi preoccupano fino a un certo punto. L’importante è che rimanga focalizzata e motivata su obiettivi sportivi e non si lasci ingolosire dal successo mediatico che porta lontano dalla massima prestazione».

Letizia Paternoster, mondiali Apeldoorn 2020
Letizia Paternoster ai campionati europei di Apeldoorn 2019
Letizia Paternoster, mondiali Apeldoorn 2020
Letizia Paternoster ai campionati europei di Apeldoorn 2019

Letizia motivata e grintosa

«Alle Olimpiadi ci crede. Letizia è un’agonista vera, ha la giusta cattiveria. E’ capace di far a spallate per entrare prima nel bagno. Ha il piglio dell’atleta. Bisogna però mantenere questo stile di vita anche quando non si è in pista. Le gare non si vincono il giorno della corsa. Detto ciò, lei è un vero fenomeno. Si allena seriamente e su questo ci metto la mano sul fuoco».

L’importanza delle veterane

Nella Trek Segafredo il livello delle ragazze è altissimo. Ci sono cicliste con palmares e personalità importanti. Come è accolto il personaggio, la bellezza e l’atleta Paternoster?

«Per lei quel team è terapeutico. Ci sono ragazze più esperte e titolate di lei. A volte sono proprio loro che la richiamano o che la “prendono in giro” e la riportano alla realtà. Una Longo Borghini o una Deignan che ti riprendono, magari scherzando, sono modelli perfetti per Letizia».