Sanarini e Magagnotti, due ragazzini in cima all’Europa

15.08.2023
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La nuova straordinaria dimensione dello sport italiano passa anche per gli Eyof, i Giochi della Gioventù Europea, riservati ai ragazzi fino a 16 anni, nei quali l’Italia ha dominato il medagliere, cogliendo qualcosa come 16 medaglie d’oro, il doppio delle altre nazioni. Non è cosa insolita (certamente non come quanto avvenuto a Cracovia per i Giochi Europei dei grandi) ma la novità è che questa volta, oltre a atletica, ginnastica e nuoto che portano sempre la principale quantità di medaglie si è distinto anche il ciclismo con Sanarini e Magagnotti.

La spedizione azzurra contava 8 elementi: 6 per la strada, equamente divisi fra maschi e femmine e impegnati nella prova in linea e in quella a cronometro e 2 nel cross country mtb. Il bilancio porta un oro con Linda Sanarini prima nella gara su strada e un argento con Alessio Magagnotti nell’identica prova maschile.

La delegazione azzurra, tornata a casa con un oro dei 16 conquistati dall’intera spedizione sportiva tricolore
La delegazione azzurra, tornata a casa con un oro dei 16 conquistati dall’intera spedizione sportiva tricolore

Si parte dall’attività di base

Perché questi risultati sono importanti? Perché sono la punta dell’iceberg del lavoro profondo che viene fatto a livello giovanile, un lavoro che prima di passare per la ricerca di talenti si muove attraverso l’allargamento della base, la promozione dell’attività ciclistica muovendosi anche contro le difficoltà innescate dai legittimi timori delle famiglie verso le uscite in bici per la strada. Si dice sempre che l’uscita dalla crisi nella quale versa il ciclismo italiano di vertice passa necessariamente per il lavoro alla base. Questo lavoro ferve e porta frutti.

Silvia Epis era a capo della spedizione azzurra a Maribor (SLO), per lei era la terza presenza agli Eyof e il suo bilancio è lusinghiero: «Il primo anno, nel 2019, ottenemmo quattro argenti, lo scorso anno un bronzo, ora finalmente è arrivata la medaglia più pregiata».

L’abbraccio della vincitrice con Silvia Epis, il capodelegazione che segue il ciclismo giovanile della Fci
L’abbraccio della vincitrice con Silvia Epis, il capodelegazione che segue il ciclismo giovanile della Fci
Raccontaci un po’ chi è Linda…

E’ una ragazza padovana che già prima di gareggiare aveva ottenuto un record, come la prima ciclista italiana capace di gareggiare in due edizioni della rassegna. Lo scorso anno venne infatti recuperata l’edizione del 2021 posticipata per Covid, così Linda ha potuto gareggiare due volte. E’ una passista veloce che tiene bene anche sulle salite di media lunghezza, ha davvero tutte le qualità per emergere.

E’ il suo primo risultato importante?

Assolutamente no, è stata seconda ai campionati italiani su strada e quarta a cronometro e anche a Maribor, nella prova contro il tempo avrebbe potuto ottenere un buon risultato, ma è stata una gara dove il maltempo ha influito moltissimo, tanto che a un certo punto è stata anche sospesa. Linda è stata bravissima a interpretare la gara, seguendo la spagnola Ostiz Taco quando ha attaccato (era la vicecampionessa in carica) e regolando in volata le quattro compagne di fuga. Molto però è servito anche il lavoro delle sue compagne, Chantal Pegolo sesta alla fine e Linda Rapporti diciassettesima, atlete che sono rispettivamente le campionesse italiane allieve in linea e a cronometro.

La volata di Magagnotti che gli vale l’argento, dietro Proietti Gagliardoni (6°)
La volata di Magagnotti che gli vale l’argento, dietro Proietti Gagliardoni (6°)
Veniamo a Magagnotti…

E’ stato bravissimo a rimanere concentrato quando l’inglese Max Hinds è andato via a 55 chilometri dal traguardo. Non gli hanno prestato attenzione, è arrivato ad avere 2’40”, poi la reazione del gruppo c’è stata ma era tardi, infatti gli sono arrivati a 20”. Alessio però ha fatto tutto per salire sul podio e ha vinto la volata del gruppo. Sesto è arrivato Mattia Proietti Gagliardoni, che è campione italiano di ciclocross mentre Tommaso Marchi ha chiuso 67° perché è caduto.

Alessio è un velocista?

Direi che è un vincente. E’ di Avio (Tn) e in Italia è quello che ha vinto più corse di tutti, oltre 10 quest’anno, è campione italiano a cronometro ma anche lui ha pagato dazio nella giornata che doveva essergli più congeniale.

Per il giovane trentino un podio che conferma le sue qualità. Un prospetto da seguire
Per il giovane trentino un podio che conferma le sue qualità. Un prospetto da seguire
Proviamo a inquadrare i risultati dei ragazzi in un contesto che considerando l’età è molto delicato.

Il livello delle gare slovene era molto buono, ma nel complesso ha confermato quanto sapevamo già. I nostri ragazzi sono già molto capaci nelle gare classiche, in linea, ma pagano dazio in quelle discipline più specifiche e questo lo vediamo da tempo nell’arco della stagione. La cosa che mi è piaciuta di più è che ho trovato ragazzi capaci di far gruppo, pur provenendo da realtà societarie quando non addirittura geografiche molto diverse e questo indubbiamente ha un valore. Sono già abbastanza maturi dal punto di vista umano, ciclisticamente si stanno costruendo.

Secondo te hanno un futuro, considerando non tanto le capacità quanto la passione che investono su quest’attività?

Non ho alcun dubbio al riguardo, si vede che hanno voglia, che ci credono e che soprattutto sono spinti dal sogno che è una cosa fondamentale per la loro età. Sicuramente questa esperienza li ha accresciuti come sempre succede quando si partecipa a una manifestazione multisportiva.

Oltretutto, mentre si gareggiava in Slovenia il Ministro dello Sport Abodi ha annunciato l’intenzione di reintrodurre i Giochi della Gioventù…

Sarebbe un passo fondamentale, anche per riportare lo sport all’interno della scuola. So quanto sono stati importanti per la crescita dello sport italiano, tutti i campioni del secolo scorso sono usciti da lì. Per molti versi sarebbe una rivoluzione e anche noi della Federazione dovremo farci trovare pronti perché servirà sicuramente un aiuto ai vari istituti scolastici per dare un indirizzo e un sostegno ai ragazzi. Sarebbe però un volano di visibilità enorme e darebbe nuovo impulso alla crescita sportiva e umana dei ragazzi. Speriamo che si passi ai fatti quanto prima.

Studente-atleta alto livello: dialogo fra scuola e sport

09.12.2022
4 min
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Nella recente intervista con Davide Cassani è emerso come lo sport si sia evoluto e di conseguenza la figura dell’atleta. Lo studio e l’apprendimento sono un passaggio fondamentale per chi pratica attività sportiva, soprattutto da giovani. Dal 2018, direttamente dal Miur (Ministero Istruzione Università e Ricerca), è nato il progetto studente-atleta di alto livello. L’obiettivo è conciliare e tutelare la carriera scolastica e sportiva dei nostri ragazzi. Per comprendere meglio il funzionamento di questo progetto, ancora sperimentale si legge sul sito del Ministero, ci facciamo accompagnare virtualmente da Silvia Epis: Direttore Tecnico Nazionale Giovanile.

Silvia Epis insieme a Dario Igor Belletta alle Olimpiadi giovanili europee del 2020 (foto FCI)
Silvia Epis insieme a Dario Igor Belletta alle Olimpiadi giovanili europee del 2020 (foto FCI)

L’inizio di tutto

Cinque anni può essere considerato un periodo breve, ma nella politica e nel campo delle proposte e dei disegni di legge non lo è affatto. 

«Il motivo per il quale è nato questo progetto – racconta Silvia Epis – è semplice. Tutte le varie federazioni hanno riconosciuto che in Italia mancasse un’organizzazione che conciliasse l’attività scolastica con quella sportiva. Non sempre si riusciva a venire incontro ai ragazzi che praticavano sport ad un certo livello. I professori e gli Istituti scolastici si discostavano poco dal programma di studio, che molte volte aveva la massima concentrazione nel periodo di più intenso dell’attività agonista dei ragazzi. Soprattutto nel ciclismo, per non parlare della BMX, dove l’attività internazionale la fai da giovane.

«Si tratta di un progetto – prosegue Epis – che nel corso dei vari anni scolastici è cresciuto sempre più. Nel primo anno, 2018/2019, gli iscritti al programma erano 1.505, nell’ultimo 27.577. Questo è sinonimo che il progetto funziona. La regione con l’adesione maggiore è la Lombardia con il 18 per cento, poi ci sono Lazio ed Emilia Romagna. Tuttavia le percentuali sono ben distribuite, questo testimonia come il progetto sia ben radicato sull’intero territorio».

La selezione dei ragazzi è rigida, ma necessaria per creare un progetto funzionale (foto Scanferla)
La selezione dei ragazzi è rigida, ma necessaria per creare un progetto funzionale (foto Scanferla)

I criteri di selezione

Non è un programma aperto a tutti, per aderire bisogna rispettare determinati criteri di selezione che decretano se l’atleta si può considerare un “atleta di alto livello”. Per gli sport individuali, è possibile accedere se si è un atleta tra i primi 36 posti nella classifica federale di riferimento, per categoria o anno di nascita. 

Per il ciclismo sono prese in considerazione le seguenti classifiche: piazzamento nelle prime cinque posizioni ai campionati italiani (per specialità e categoria), piazzamento nelle prime cinque posizioni nei Circuiti Nazionali del Settore Fuoristrada e BMX e piazzamento nelle prime tre posizioni nei Campionati Regionali (per specialità e categoria). 

Ivan Toselli, dal 2023 junior di primo anno, ha la scuola al centro della crescita (foto Coppa d’Oro)
Ivan Toselli, dal 2023 junior di primo anno, ha la scuola al centro della crescita (foto Coppa d’Oro)

Come funziona?

In pratica come è organizzato il programma studente-atleta di alto livello? Come si coordina l’attività tra la scuola e società sportiva?

«Si nominano un tutor scolastico ed un tutor sportivo – spiega Epis – due figure che tra loro si confrontano cercando la migliore soluzione tra i vari impegni. A livello di POF (Piano di Offerta Formativa, ndr) non cambia nulla per lo studente. Gli obiettivi di apprendimento sono gli stessi dei compagni. Si tratta di coordinare, nella miglior maniera possibile, le due attività: quella sportiva e quella scolastica. Per esempio: se un ragazzo ogni domenica ha una gara, si eviterà di mettergli interrogazioni o verifiche il lunedì, per dargli la possibilità di recuperare. 

«Durante la settimana – riprende – per fare un altro esempio, soprattutto in inverno che le giornate si accorciano ci sono delle assenze giustificate per determinati allenamenti. Pensate ad un ragazzo che deve uscire in bici, se alle 17 è buio per forza di cose dovrà anticipare l’uscita da scuola. Si tratta di un dare e avere, perché lo studente poi è chiamato a recuperare le ore perse con maggiore studio individuale». 

I ragazzi hanno un’attività scolastica che si conforma al calendario delle corse (foto Rodella)
I ragazzi hanno un’attività scolastica che si conforma al calendario delle corse (foto Rodella)

Il riscontro

«Il progetto prosegue bene e bisogna ammettere che fosse davvero necessario – conclude Silvia Epis – prima del 2018 ogni federazione era indipendente. Questo causava grandi squilibri tra i vari sport, nel calcio, come nella ginnastica artistica i ragazzi venivano mandati in istituti privati o serali per conciliare meglio le due attività. Il costo per le famiglie era notevolmente più elevato, il progetto messo in piedi dal Ministero viene incontro a tutte le situazioni economiche e sociali. In più non crea sproporzionalità di trattamento tra una federazione e l’altra».

Epis 2022

Giosuè Epis, una vittoria per zittire le malelingue…

16.03.2022
5 min
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Domenica è stato un ribollire di gare Under 23 in giro per l’Italia. Tra i vincitori spicca il nome di Giosuè Epis, alla sua prima vittoria nella categoria, in forza alla Carnovali Rime Sias, aggiudicatosi il Trofeo Porta di Monferrato a Fubine. Un successo, quello del corridore di San Paolo (BS), che ha un valore particolare, o perlomeno così è stato vissuto dal giovane lombardo e le ragioni vanno anche al di là del puro aspetto agonistico.

Giosuè è il fratello di Silvia Epis, ex ciclista entrata dallo scorso anno nei quadri della Federazione, come Direttore Tecnico del settore nazionale giovanile. E’ chiaro che una parentela così stretta può risultare anche scomoda, Giosuè non lo nasconde.

«Si sa che l’ambiente ciclistico è fatto anche di chiacchiere – dice – e ho sempre sentito dietro le spalle tanta gente che parla troppo, che critica, che pensa io sia un raccomandato. Senza neanche guardare ai risultati. Io comunque ho imparato a non badarci perché so bene quello che valgo».

Epis Fubine 2022
La volata vincente di Epis a Fubine, secondo il danese Foldager, terzo Debiasi
Epis Fubine 2022
La volata vincente di Epis a Fubine, secondo il danese Foldager, terzo Debiasi
D’altronde il miglior modo per rispondere è la strada e una particolarità che finora ha contraddistinto la tua carriera è la straordinaria costanza di risultati: dallo scorso settembre non esci dalla Top 10…

E’ vero, credo nasca dal fatto che per natura sono portato a provarci sempre, qualsiasi sia la gara e il percorso. Molto influisce anche quest’ultimo: solitamente le gare per under 23 sono sempre piuttosto mosse e a me piacciono molto. Infatti di me dicono che sono un velocista, ma io non mi sento tale, o perlomeno non al punto di poter vincere volate di gruppo, devo sempre inventarmi qualcosa, ma so di emergere soprattutto su tracciati con anche salite non troppo lunghe.

Sei al secondo anno da Under 23: com’è stato l’approccio con la nuova categoria?

Il primo anno è sempre difficile. Infatti i risultati all’inizio non arrivavano ma non per questo mi sono fasciato la testa, erano cambiati i percorsi, i rapporti, serve un periodo di assestamento. Poi però le cose hanno iniziato ad andare sempre meglio e a fine stagione mi ero prefisso di vincere subito appena il calendario riprendeva. Obiettivo raggiunto…

Epis Monferrato 2022
Prima vittoria da U23 per Epis, dopo tanti successi giovanili e una buon carriera da junior
Epis Monferrato 2022
Prima vittoria da U23 per Epis, dopo tanti successi giovanili e una buon carriera da junior
Hai esperienza su pista?

L’ho frequentata fino a due anni fa, sono anche finito 6° agli Europei su pista di Fiorenzuola d’Adda nel 2020, nello scratch. Poi però ho deciso di metterla da parte perché mi sento stradista al 100 per cento e voglio concentrarmi su di essa.

Sicuro che non c’è stata pressione da parte della società?

No, è stata una decisione mia, legata soprattutto al fatto che non sono abbastanza veloce per emergere anche su pista, torniamo al discorso di prima. Può comunque essere utile nell’allenamento. La società mi ha lasciato libertà di scelta, sin dall’inizio.

Come ti trovi nelle prove a tappe?

Lo scorso anno ho disputato l’Adriatica Ionica Race finendo 50° e il Giro del Friuli. Per quel che ho visto le gare a tappe mi si adattano abbastanza, perché ogni giorno sento che le gambe vanno sempre meglio, ma questo lo riscontro anche nelle corse in linea con l’andare avanti della stagione.

Epis Roncadelle 2019
Epis terzo al GP RInascita a Roncadelle nel 2019, a destra del vincitore Portello e di Fraccaro (foto Scanferla)
Epis Roncadelle 2019
Epis terzo al GP RInascita a Roncadelle nel 2019, a destra del vincitore Portello e di Fraccaro (foto Scanferla)
Che obiettivi ti sei posto per quest’anno?

Il primo l’ho già ottenuto e ora sono molto più tranquillo. Sicuramente mi piacerebbe fare il Giro U23 per testarmi in una corsa a tappe di lunga durata, per verificare la mia resistenza, poi nel complesso vorrei continuare a crescere per solleticare l’attenzione di qualche club professionistico.

Per te il professionismo è un’ossessione?

Diciamo che è un traguardo, che si può raggiungere se ci si sacrifica. Io ho lasciato il calcio per dedicarmi anima e corpo alla bici, ho ristretto al minimo le uscite con gli amici, ho anche scelto un’università telematica (studia gestione d’impresa e management sportivo, ndr) per potermi concentrare nella giornata sull’allenamento e dedicare le ore pomeridiane allo studio. Secondo me bisogna avere un atteggiamento professionale e rispettoso già al primo approccio con questa disciplina e io ce l’ho.

Epis mamma 2022
Giosuè con sua mamma Cristina: «A casa la bici è parte della famiglia»
Epis mamma 2022
Giosuè con sua mamma Cristina: «A casa la bici è parte della famiglia»
Com’è il tuo rapporto con la bici?

Non sono mai stato un semplice “pedalatore”, anche se sopra la bici ci sto da quando avevo 4 anni e l’utilizzo delle rotelle neanche me lo ricordo… Sono molto attento alle sensazioni che la bici mi trasmette e quando c’è da rimetterla in sesto non la lascio solo in mano al meccanico, mi confronto con lui, seguo il suo lavoro e così qualcosa ho imparato.

C’è un corridore al quale ti ispiri?

Guardando il suo modo di correre, mi è sempre piaciuto Sonny Colbrelli, cerco di assomigliare alle sue caratteristiche. Magari riuscissi a raggiungere anche metà di quel che ha fatto…

Sapete cosa fa Silvia Epis alla nazionale giovanile?

15.11.2021
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Silvia Epis: Direttore tecnico settore nazionale giovanile. La dicitura ufficiale al momento della presentazione dei tecnici azzurri diceva così. Solo che fra quelli della strada, quelli della pista e del cross e di tutte le discipline di cui ci si occupa abitualmente, la nazionale giovanile si tende a non calcolarla. Se però colleghi i puntini, ti accorgi che gli juniores stanno diventando l’ombelico del mondo e che Salvoldi e anche Pontoni stanno pensando di convocare sia pure episodicamente anche gli allievi. E allora forse un’occhiata al lavoro di Silvia Epis andrebbe data.

Occupa il suo ruolo dal 2019: eccola alla presentazione dei tecnici azzurri a Milano
Occupa il suo ruolo dal 2019: eccola alla presentazione dei tecnici azzurri a Milano

Olimpiadi per allievi

Lei è bionda, è del 1992 e ha un sorriso simpatico. E’ laureata in Scienze Motorie a Brescia e poi in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport a Milano. Il ruolo nella nazionale giovanile lo ricopre dal 2019, da quando il Coni lo introdusse in tutte le federazioni, per creare una sorta di trait d’union fra le categorie giovanili e quelle agonistiche.

«Si tratta di un ruolo che agonisticamente vive ogni due anni in occasione delle Eyof (acronimo di European Youth Olympic Festival: il festival olimpico della gioventù ndr) – spiega – le Olimpiadi per gli allievi. Per il resto è un incarico molto più ampio. Promozionale per quanto riguarda le proposte alle scuole, la didattica nelle scuole di ciclismo presso i centri della pista, oppure il supporto regolamentare alle varie commissioni. Ma non pensate a me come al classico commissario tecnico».

Campo di indagine

Il campo è ampio. Scorrendo le foto dell’ultima edizione degli Eyof, ricordiamo di averne già pubblicata una nel primo pezzo di bici.PRO dedicato a Dario Igor Belletta, che nel 2019 prese l’argento su strada (foto di apertura). Intanto Silvia spiega che tra i fronti su cui sta studiando c’è ad esempio la perdita di tesserati al passaggio fra le varie categorie. Se è vero che la maturità agonistica si raggiunge intorno ai 29 anni, perdere dei ragazzi di 16 è un bel problema: da inquadrare per cercare di venirne a capo.

«Ci si arriva partendo dai numeri del tesseramento – dice – e lavorando a contatto col territorio. Ci possono essere motivazioni tecniche e ambientali, ma possiamo anche chiederci se la proposta del ciclismo come sport di fatica sia attuale e abbia appeal sui giovani che si avvicinano».

Questa la spedizione degli azzurri agli Eyof del 2019 svolti in Azerbaijan
Questa la spedizione degli azzurri agli Eyof del 2019 svolti in Azerbaijan

Il fascino della fatica

Il ciclismo come sport di fatica, a ben vedere, potrebbe far scappare nuove generazioni che vivono dimensioni che dalla fatica stanno spesso alla larga.

«Sto estrapolando i dati proprio in questi giorni – dice Epis – e fra le domande che ci poniamo c’è anche, ad esempio, se il ciclismo sia uno sport che consenta a un ragazzo di 17 anni di avvicinarsi e provare. Si riesce a entrare in una squadra di juniores senza aver mai corso prima? Che cosa possiamo offrire? Sono tutti spunti a cui va data una risposta, ma certo anche in questo sport va resa più accessibile la possibilità di esprimersi».

Quasi 8.000 studenti

Interessante l’aspetto legato alle scuole. Alzi la mano chi sapeva che circa 8.000 studenti nella scuola italiana – fra gli ultimi due anni delle elementari e le medie – sono coinvolti quest’anno in progetti didattici legati alla bicicletta.

«La scuola che aderisce – spiega – adotta uno dei progetti federali, per il quale avrà a disposizione dei tecnici sia per la parte teorica, sia poi per quella pratica. Ci sono adesioni in tutta Italia. In più, oltre alla formazione nelle scuole, si lavora anche sui giovani tesserati. Per cui in occasione dei Campionati italiani giovanili di Chianciano e Chiusi, abbiamo fatto un convegno cui hanno partecipato tutti gli 800 atleti iscritti, in cui abbiamo parlato di sicurezza stradale. Perché da allievi si passa dalla dimensione del circuito protetto alla strada. Se però la base richiedesse altri aspetti, sarebbe nostro compito andargli incontro».

L’abbraccio con Belletta dopo l’arrivo degli Eyof 2019 di Baku: un argento che dice tanto
L’abbraccio con Belletta dopo l’arrivo degli Eyof 2019 di Baku: un argento che dice tanto

Obiettivo Slovacchia

Il prossimo impegno agonistico sono gli Eyof 2022, che si svolgeranno a Banska Bystrica in Slovacchia dal 24 al 30 luglio 2022. L’ultima volta a Baku, in Azerbaijan, vincemmo l’argento con Belletta, che nel 2021 ha vinto il Liberazione Juniores dedicandolo a Silvia Piccini e il mondiale juniores dell’eliminazione su pista. Già abbastanza perché qualcuno pensi di farlo firmare. Capito perché comincia a essere cruciale rivolgere loro lo sguardo quando sono allievi? E’ il lavoro di Silvia Epis. E noi anche oggi abbiamo imparato una cosa nuova.