La nuova straordinaria dimensione dello sport italiano passa anche per gli Eyof, i Giochi della Gioventù Europea, riservati ai ragazzi fino a 16 anni, nei quali l’Italia ha dominato il medagliere, cogliendo qualcosa come 16 medaglie d’oro, il doppio delle altre nazioni. Non è cosa insolita (certamente non come quanto avvenuto a Cracovia per i Giochi Europei dei grandi) ma la novità è che questa volta, oltre a atletica, ginnastica e nuoto che portano sempre la principale quantità di medaglie si è distinto anche il ciclismo con Sanarini e Magagnotti.
La spedizione azzurra contava 8 elementi: 6 per la strada, equamente divisi fra maschi e femmine e impegnati nella prova in linea e in quella a cronometro e 2 nel cross country mtb. Il bilancio porta un oro con Linda Sanarini prima nella gara su strada e un argento con Alessio Magagnotti nell’identica prova maschile.
Si parte dall’attività di base
Perché questi risultati sono importanti? Perché sono la punta dell’iceberg del lavoro profondo che viene fatto a livello giovanile, un lavoro che prima di passare per la ricerca di talenti si muove attraverso l’allargamento della base, la promozione dell’attività ciclistica muovendosi anche contro le difficoltà innescate dai legittimi timori delle famiglie verso le uscite in bici per la strada. Si dice sempre che l’uscita dalla crisi nella quale versa il ciclismo italiano di vertice passa necessariamente per il lavoro alla base. Questo lavoro ferve e porta frutti.
Silvia Epis era a capo della spedizione azzurra a Maribor (SLO), per lei era la terza presenza agli Eyof e il suo bilancio è lusinghiero: «Il primo anno, nel 2019, ottenemmo quattro argenti, lo scorso anno un bronzo, ora finalmente è arrivata la medaglia più pregiata».
Raccontaci un po’ chi è Linda…
E’ una ragazza padovana che già prima di gareggiare aveva ottenuto un record, come la prima ciclista italiana capace di gareggiare in due edizioni della rassegna. Lo scorso anno venne infatti recuperata l’edizione del 2021 posticipata per Covid, così Linda ha potuto gareggiare due volte. E’ una passista veloce che tiene bene anche sulle salite di media lunghezza, ha davvero tutte le qualità per emergere.
E’ il suo primo risultato importante?
Assolutamente no, è stata seconda ai campionati italiani su strada e quarta a cronometro e anche a Maribor, nella prova contro il tempo avrebbe potuto ottenere un buon risultato, ma è stata una gara dove il maltempo ha influito moltissimo, tanto che a un certo punto è stata anche sospesa. Linda è stata bravissima a interpretare la gara, seguendo la spagnola Ostiz Taco quando ha attaccato (era la vicecampionessa in carica) e regolando in volata le quattro compagne di fuga. Molto però è servito anche il lavoro delle sue compagne, Chantal Pegolo sesta alla fine e Linda Rapporti diciassettesima, atlete che sono rispettivamente le campionesse italiane allieve in linea e a cronometro.
Veniamo a Magagnotti…
E’ stato bravissimo a rimanere concentrato quando l’inglese Max Hinds è andato via a 55 chilometri dal traguardo. Non gli hanno prestato attenzione, è arrivato ad avere 2’40”, poi la reazione del gruppo c’è stata ma era tardi, infatti gli sono arrivati a 20”. Alessio però ha fatto tutto per salire sul podio e ha vinto la volata del gruppo. Sesto è arrivato Mattia Proietti Gagliardoni, che è campione italiano di ciclocross mentre Tommaso Marchi ha chiuso 67° perché è caduto.
Alessio è un velocista?
Direi che è un vincente. E’ di Avio (Tn) e in Italia è quello che ha vinto più corse di tutti, oltre 10 quest’anno, è campione italiano a cronometro ma anche lui ha pagato dazio nella giornata che doveva essergli più congeniale.
Proviamo a inquadrare i risultati dei ragazzi in un contesto che considerando l’età è molto delicato.
Il livello delle gare slovene era molto buono, ma nel complesso ha confermato quanto sapevamo già. I nostri ragazzi sono già molto capaci nelle gare classiche, in linea, ma pagano dazio in quelle discipline più specifiche e questo lo vediamo da tempo nell’arco della stagione. La cosa che mi è piaciuta di più è che ho trovato ragazzi capaci di far gruppo, pur provenendo da realtà societarie quando non addirittura geografiche molto diverse e questo indubbiamente ha un valore. Sono già abbastanza maturi dal punto di vista umano, ciclisticamente si stanno costruendo.
Secondo te hanno un futuro, considerando non tanto le capacità quanto la passione che investono su quest’attività?
Non ho alcun dubbio al riguardo, si vede che hanno voglia, che ci credono e che soprattutto sono spinti dal sogno che è una cosa fondamentale per la loro età. Sicuramente questa esperienza li ha accresciuti come sempre succede quando si partecipa a una manifestazione multisportiva.
Oltretutto, mentre si gareggiava in Slovenia il Ministro dello Sport Abodi ha annunciato l’intenzione di reintrodurre i Giochi della Gioventù…
Sarebbe un passo fondamentale, anche per riportare lo sport all’interno della scuola. So quanto sono stati importanti per la crescita dello sport italiano, tutti i campioni del secolo scorso sono usciti da lì. Per molti versi sarebbe una rivoluzione e anche noi della Federazione dovremo farci trovare pronti perché servirà sicuramente un aiuto ai vari istituti scolastici per dare un indirizzo e un sostegno ai ragazzi. Sarebbe però un volano di visibilità enorme e darebbe nuovo impulso alla crescita sportiva e umana dei ragazzi. Speriamo che si passi ai fatti quanto prima.