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Orbea e Shimano 105: un binomio vincente

06.09.2023
3 min
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La novità del gruppo Shimano 105 meccanico a 12 velocità la ritroviamo anche sulle bici Orbea. Precisamente nei modelli Orca M30 e Orca M35, una scelta tecnica che “invade” i modelli più leggeri del marchio spagnolo. Un modo per offrire ottime prestazioni anche ai modelli entry level di Orbea. Il gruppo Shimano 105 meccanico sarà disponibile in tutte e 4 le combinazioni: 52-36 e 50-34 con pacco pignoni 11-34 e 11-36

Orca M30

La Orca M30 è il modello realizzato con telaio in carbonio OMR, di proprietà del marchio spagnolo. La forcella prevede l’utilizzo dello stesso materiale, con dimensioni 1-1/8 – 1,5”. Il manubrio, invece, è il modello OC Road Performance RP31-R, leggero, ma che non prevede il passaggio cavi integrato. I freni, rigorosamente a disco, sono il modello R7170, idraulici. 

La M30 si presenta come una bici leggera, adatta alle lunghe uscite e facile da guidare, grazie proprio al peso contenuto. Per quanto riguarda le ruote, la dimensione del canale interno è di 19 millimetri, Orbea ha scelto di affidarsi al tubeless, per peso e comodità. I copertoni sono quelli di Vittoria, modello Zaffiro V con dimensione del battistrada di 28 millimetri. Il prezzo al pubblico è di 2.599 euro.

La sorella, M35

Realizzata con la stessa tipologia di carbonio: l’OMR, una fibra di ottima qualità nonostante il modello M35 non sia un top di gamma. La serie sterzo è di Fsa, con misura 1″1/2. Il manubrio scelto è sempre il modello RP31-R ma con un reach maggiore rispetto a quello usato per la M30. Infatti, in questo caso il reach è di 80 millimetri al posto di 75. L’attacco è del modello OC Road Performance, con inclinazione di 6 gradi.

Per quanto riguarda ruote e copertoni la scelta è la stessa: ruote tubeless, con canale interno da 19 millimetri. Mentre i copertoni sono i VIttoria Zaffiro V, larghezza 28 millimetri. La scelta di selle da utilizzare con il modello M35 è davvero ampia: si parte con la Fizik Aliante R5. Ma i modelli tra cui scegliere sono: Prologo Scratch M5, Fizik VEnto Antares R1, R3 e R7. 

Per quanto riguarda il prezzo per la M35 è di 3.599 euro.

Orbea

Shimano 105 (12V), ora anche la versione meccanica

01.09.2023
3 min
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La trasmissione meccanica entry level chiesta a gran voce. Shimano 105 R7100, questa è la sigla corretta che contraddistingue una delle trasmissioni meccaniche che da sempre è punto di riferimento per la categoria di biciclette alla base dei listini, ma con prestazioni degne di nota.

Dodici pignoni e nessun componente elettronico. Freni a disco e quattro opzioni in totale, due per i pignoni 11-34 e 11-36, due per le corone 50-34 e 52-36. Entriamo nel dettaglio.

La guarnitura con il design di ultima generazione (foto Shimano)
La guarnitura con il design di ultima generazione (foto Shimano)

Shimano 105 meccanico

La categoria è quella delle bici non costosissime e che permettono di gareggiare, competere, ma prima di tutto di godersi la bicicletta a prescindere dalla vocazione soggettiva. Dopo il lancio della piattaforma Di2 relativa al gruppo 105, Shimano lancia la versione meccanica e a 12 velocità, chiesta a gran voce da più parti, utenti e costruttori.

Il nuovo 105 vanta delle performances di livello eccellente, per la trasmissione e per l’impianto frenante. Si bada alla sostanza dei materiali e al contenimento del prezzo, oltre ad alcune tecnologie di produzione mutuate dagli alti di gamma (ad esempio le guarniture Hollowtech II). Molto buono anche il valore alla bilancia dichiarato di 2.205 grammi (non è inclusa la catena, le guaine ed il liquido minerale dell’impianto idraulico).

La trasmissione

Il bilanciere posteriore ha un profilo ridotto e magro, con una tensione singola che velocizza e semplifica le azioni della cambiata, in salita e in discesa. Molto buona l’opzione dei pignoni con scala 11/36. Apre uno scenario che non esclude il gravel di un certo tipo.

I comandi sono di natura ST Dual Control, ergonomici e facili da azionare anche da chi ha le mani piccole.

L’impatto estetico è piuttosto racing ed essenziale al tempo stesso
L’impatto estetico è piuttosto racing ed essenziale al tempo stesso

Alcune specifiche

Le guarniture Hollowtech II sono con la doppia corona e le pedivelle sono disponibili in 5 lunghezze: 160 e 165, 170 e 172,5, 175 millimetri. I rotori dei dischi sono disponibili con diametri da 140 e 160 millimetri. Il prezzo di listino della nuova trasmissione Shimano 105 meccanica è di circa (meno) di 1.200 euro.

Shimano

Nuovo Shimano GRX meccanico: ci sono i 12 rapporti

31.08.2023
5 min
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Le novità non finiscono ed il gravel è protagonista. Shimano GRX si aggiorna grazie alle 12 velocità posteriori e ad un funzionamento meccanico che è molto richiesto proprio in ambito gravel.

Due le versioni disponibili, entrambe con monocorona e doppio plateau anteriore. La serie GRX RX820 è versatile e sostanziosa, capace di offrire delle performances di altissimo livello anche in ottica off-road tecnico e nel complesso arrivano nuove soluzioni per i rapporti. Shimano GRX RX600 è rivolto a chi ha un budget contenuto e ci sono anche le nuove ruote gravel con cerchio in carbonio. Entriamo nel dettaglio.

GRX a 12 velocità: meccanico

Una trasmissione che non prevede l’elettronica, fluida affidabile, veloce ed estremamente efficiente, sotto un certo punto di vista è tanto ricca, quanto essenziale. Tutti questi aggettivi sono una parte integrante del DNA del rinnovato Shimano GRX a 12 velocità, ampiamente sfruttabile da chi arriva dalla mtb, da chi è stradista e da chi approccia il gravel per la prima volta.

Il bilanciere posteriore con la nuova generazione di pignoni
Il bilanciere posteriore con la nuova generazione di pignoni

Le tre configurazioni

Quella che adotta il suffisso Unbeatable, ovvero con la trasmissione 1×12, con corona da 40 e/o 42 denti e una scala posteriore dei pignoni 10-45. Il bilanciere posteriore è del tipo Shadow RD+ (mutuato dalla mtb) e permette una migliore gestione della catena su terreni particolarmente “scassati”. La trasmissione è perfettamente compatibile con i cambi posteriori di matrice GS e SGS.

Unstoppable, ovvero la configurazione che prende forma dalla precedente, ma con i pignoni 10-51. In questo caso è previsto un cambio posteriore con la gabbia allungata, in modo da interfacciarsi correttamente con l’aumento di diametro dei pignoni finali. Le due nuove cassette GRX (461 grammi e 470) appena menzionate sono sviluppate con il disegno di ingaggio Micro Spline, lo stesso utilizzato in ambito mtb.

La guarnitura in alluminio è prodotta con la tecnologia Hollowtech II (655 grammi dichiarati) e prevede l’asse passante da 24 millimetri. Tre le lunghezze, 170, 172,5 e 175 millimetri.

La terza opzione si riferisce al 2×12 e viene chiamata Undroppable. La guarnitura in alluminio ha due corone 48-31, con la possibilità di abbinare i pignoni 11/34 oppure 11/36. anche in questo caso è previsto il cambio posteriore con la frizione Shadow RD+.

Le diverse opzioni e combinazioni influiscono anche sul prezzo di listino, circa 1700 euro (verrà comunicato in seguito quello della versione RX600).

Leve completamente riviste

A primo impatto il design delle nuove leve è accostabile a quello della generazione precedente. In realtà il nuovo Shimano GRX adotta degli shifter ridisegnati e riprogettati. Certamente ergonomici, i due comandi sono sviluppati nell’ottica di abbinarsi correttamente con i manubri flare (con la svasatura che volge all’esterno), riducendo i punti di pressione e aumentando la superficie di contatto. Anche la porzione superiore della gomma, dove fa presa il palmo della mano è stata rivista, in modo da garantire grip, comfort e dissipazione ottimale delle vibrazioni.

Un dettaglio tecnico tutt’altro che secondario. Il comando sinistro, quello dedicato alla deragliata anteriore, aziona il deragliatore in caso di doppio plateau, aziona un eventuale reggisella telescopico in caso di corona singola.

La livrea nera della versione RX610
La livrea nera della versione RX610

Shimano GRX RX610

Come per il precedente ha le 12 velocità, corona singola, oppure doppia corona. La versione 2×12 adotta delle corone 46/30, mentre la monocorona ha 40 denti, con l’aggiunta della nuova dentatura da 38. Non cambiano le scale dei pignoni, 10-45 e 10-51 per la mono, 11-34 e 11-36 per la doppia.

Cerchio in carbonio per il gravel

Sono le RX880, hanno un cerchio tubeless con altezza di 32 millimetri e una canale interno di 25. Sono sviluppate per pneumatici con larghezza compresa tra i 32 e 50 millimetri, un range davvero ampio, per diverse interpretazioni e modalità di utilizzo. Hanno i nipples esterni ed i raggi in acciaio, 24 per entrambe le ruote.

I mozzi sono in alluminio, con un corpo della ruota libera che utilizza la tecnologia Direct Engagement, la stessa utilizzata per le Dura-Ace da strada e XTR da mtb. Significa che si interfaccia con i pignoni a 12 rapporti di ultima generazione (Micro Spline e HG L2), ma non supporta le 11 velocità. Il valore alla bilancia dichiarato è di 1.394 grammi (1.397 con corpetto HG L2).

Shimano

Primato K12: la cassetta innovativa e dalla scelta ampia

24.07.2023
3 min
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La trasmissione in una bicicletta è una parte davvero importante, la sua azione ed il corretto funzionamento valgono tanto in termini di prestazione. Una cambiata rapida e secca aiuta il ciclista a mantenere costante lo sforzo, senza sprecare una goccia in più di energia. Contribuisce a mantenere costante l’azione e la pedalata. Miche propone così la sua nuova cassetta: la Primato K12, dedicata ai gruppi con trasmissione Shimano

Gli ultimi due ingranaggi della cassetta Primato K12 sono costruiti in Ergal Al 7075-T6
Gli ultimi due ingranaggi della cassetta Primato K12 sono costruiti in Ergal Al 7075-T6

A 12 velocità

La profondità che un gruppo a 12 velocità propone permette di avere una scelta praticamente infinita di rapporti e, di conseguenza, di sviluppo metrico. “Giocando” con il gruppo è ormai possibile mantenere invariata la scelta della corona anteriore. Una maggiore scelta comporta una più grande responsabilità per il produttore, che deve offrire la più ampia scelta possibile. 

Miche, con questo suo gruppo totalmente costruito nello stabilimento di San Vendemiano, porta una grande innovazione. La nuova cassetta Primato K12 è realizzata con una tecnica costruttiva nuova, che per la prima volta fa il debutto nei pignoni da strada di Miche. Gli ultimi due ingranaggi sono costruiti in Ergal Al 7075-T6, vengono ricavati da un unico blocco. Questo permette di avere una maggiore rigidità dei pignoni in ultima e penultima posizione, la cambiata risulta così fluida e precisa. Inoltre, la finitura con anodizzazione superficiale dura HT (Hard Treatment), eleva la resistenza dell’Ergal 7075.

Avere una cassetta da 12 velocità permette una scelta più ampia e profonda di rapporti
Avere una cassetta da 12 velocità permette una scelta più ampia e profonda di rapporti

Resistente e scelta ampia

Miche non ha solo aumentato la rigidità degli ultimi due ingranaggi, ma anche degli altri dieci. La caratteristica distintiva del pacco pignoni Primato è che gli ingranaggi sono realizzati in acciaio speciale, che dona grande resistenza. Una soluzione che aumenta le caratteristiche meccaniche e strutturali, soprattutto grazie ai trattamenti termici messi in atto da Miche. Questi ultimi riducono al minimo la possibilità di deformazione dei pignoni in fase di massima spinta. Il ciclista in questo modo non perderà nemmeno un watt. 

I trattamenti termici usati da Miche evitano la deformazione degli ingranaggi nel momento di massima spinta
I trattamenti termici usati da Miche evitano la deformazione degli ingranaggi

La scelta messa in atto da Miche è profonda: infatti si può scegliere di adoperare una cassetta che va dal tradizionale 11-30. Oppure, sempre con l’11 come ingranaggio più piccolo, si può arrivare fino al 34. Le ultime due soluzione sono dedicate ai ciclisti più esigenti: con la combinazione 14-30 e 16-30.

Il peso del pacco pignone è di 310 grammi per la combinazione 11-30.

Miche

Focus Atlas, il viaggio in bici trova una grande alleata

27.06.2023
6 min
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Il test completo della nuova Focus Atlas 8.8

Non le manca nulla per andare ovunque. La Focus Atlas è una bicicletta da mettere fra le prime scelte se l’obiettivo è anche quello di fare dei viaggi o comunque per le lunghe traversate (anche in fuoristrada). A conferma di questo ci sono davvero tanti punti di ancoraggio per le borse.

La sua stabilità è un valore aggiunto non da poco, aspetto della performance che si percepisce chiaramente quando la si porta fuori dalle strade in asfalto. Della Focus Atlas abbiamo provato l’allestimento 8.8, che tra l’altro ha un prezzo di listino davvero interessante.

Seduta leggermente scaricata verso il retro e pochi sacrifici in fatto di setting biomeccanico
Seduta leggermente scaricata verso il retro e pochi sacrifici in fatto di setting biomeccanico

La Focus più versatile?

La forcella in carbonio è dotata di tre asole (per ogni fodero) filettate a supporto delle borse (oppure dei portaborraccia aggiuntivi). Sul profilato orizzontale, vicino all’inserzione con lo sterzo, può essere montato un piccolo vano portaoggetti, particolarmente utile da tenere sempre sul tubo. E’ fatto ad hoc, è semi-rigido e si adatta alla perfezione al disegno del tubo stesso, perché non spunta all’esterno e non da fastidio alle gambe quando si pedala.

Si possono montare delle borse anche nella sezione centrale e dietro, o magari un parafango. I due pendenti obliqui sono uniti da un ponticello, soluzione davvero apprezzabile e sfruttabile sotto vari punti di vista. La Focus Atlas 8.8 è una bicicletta completa, tecnicamente versatile e accoglie un delta di utenza molto ampio.

La bicicletta del test

Il telaio e la forcella sono completamente in carbonio, con il passaggio completamente nascosto di cavi e guaine. A tal proposito c’è anche l‘attacco manubrio CIS in alluminio, con delle forme importanti, piuttosto rigido e perfettamente in linea con il concept del progetto. La piega è una Easton in alluminio della serie EX70 con una svasatura esterna di 16°. Il reggisella non ha arretramento e fa parte della famiglia FlyPost. Ha un foro nella parte alta con un’ampia base di appoggio per la mezzaluna della sella, ma al tempo stesso contribuisce a dissipare le vibrazioni. La sella è una Selle Italia X-Green.

La trasmissione è Shimano 2×11 (46-30 e 11-34), della serie GRX810 con meccanismo ShadowPlus posteriore. Le ruote sono DT Swiss X1900 con mozzo Spline 370 e cerchio in alluminio. Gli pneumatici sono WTB Riddler da 45.

Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 9,5 chilogrammi (senza pedali), mentre il prezzo di listino è di 3.499 euro.

Il comfort tra i cardini del progetto
Il comfort tra i cardini del progetto

Geometria e comodità

Le geometria della Focus Atlas è una di quelle che possiamo inserire nel segmento endurance e gravel, votata al comfort funzionale. Il reach e lo stack non sono ridotti, in modo da non schiacciare in modo eccessivo il diaframma e al tempo stesso sfruttare anche attacchi manubrio più corti. Ma ci sono da considerare anche gli angoli dello sterzo e del piantone. Il primo è di 70,5°, comune a tutte le taglie, il secondo è perfettamente in linea con le bici endurance. Il carro posteriore non è troppo lungo (considerando la media del segmento gravel/endurance) e si sente.

La nostra prova

Focus Atlas 8.8 non è una bici da agonista, ma è un mezzo da usare per il viaggio, per le traversate che durano giorni, dove la comodità e la facilità di guida sono i primi fattori da considerare. Non solo, perché l’enorme stabilità che mostra in ogni situazione la rende anche un bel punto di riferimento quando si entra sulla ghiaia e su un percorso sterrato. La sezione degli pneumatici è fondamentale, ma il totale e costante controllo non è solo una questione di ruote.

Ha un comportamento “gommoso”, che si traduce in risposte lunghe, assenza di nervosismo e grande capacità di dissipare le vibrazioni. Ma c’è anche una geometria che porta dei vantaggi a chi prevede di stare in sella per tante ore consecutive. L’angolo dell’avantreno mostra un valore comune a tutte le taglie (ovvero 70,5°), un giusto compromesso tra comfort e guidabilità. Il passo totale della bici è nella media della categoria (taglia per taglia), allungato, ma non esagerato ed in effetti la bici si comporta bene anche in alcuni passaggi stretti. E poi c’è tanta possibilità di caricare la bicicletta, con dei limiti di carico tutti da sfruttare.

Un passo totale che rende la bici stabile
Un passo totale che rende la bici stabile

In conclusione

La Focus Atlas rientra anche nel segmento gravel, perchè tecnicamente è una bicicletta che si adatta alla perfezione a tante tipologie di terreno e di interpretazioni. Ma sotto il profilo della sfruttabilità la Atlas è una sorta di tutto terreno. Il bikepacking, quello vero che non esclude i sentieri e le strade bianche è il suo pane, ma anche l’avventura e quel ciclismo esplorativo rientrano nelle sue corde.

Opportunamente equipaggiata e con un po’ di “manico”, la Focus Atlas è una bicicletta che ha ben pochi limiti. Riesce ad andare e bypassare ostacoli che una “normale” bici gravel avrebbe difficoltà ad affrontare, questo grazie alla sua stabilità e ad un’altezza da terra (75 millimetri) che è un aspetto tecnico di primaria importanza.

Focus Bikes

Focus Italia Group

Il Tour de France ha la sua bici, una Bianchi Oltre RC

13.06.2023
3 min
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Bianchi celebra il Tour de France e la collaborazione con la Grande Boucle attraverso una Limited Edition della sua top di gamma, ovvero la nuova Oltre RC nella versione Tour de France.

Verrà prodotta in soli 176 esemplari, proprio come il numero degli atleti che saranno al via della corsa a tappe più ambita, con partenza da Bilbao (Spagna).

La nuova Oltre RC che celebra la Grand Boucle (foto Bianchi)
La nuova Oltre RC che celebra la Grand Boucle (foto Bianchi)

Il Tour de France e Bianchi

Bianchi è la bicicletta ufficiale della Grande Boucle, un accordo che ha un’importanza strategica sotto vari aspetti: quello commerciale e di immagine. Il Tour de France è un veicolo di promozione straordinario ed è un evento sportivo che non ha confini. Il Reparto Corse di Bianchi, dove nasce la Oltre RC, ha messo a punto una colorazione esclusiva che prende forma grazie ad una reinterpretazione dello storico celeste Bianchi. Ci sono le sfumature cangianti, effetti metallici e iridescenti in un misto di oro e giallo. Ognuna delle 176 Bianchi Oltre RC Limited Edition Tour de France è dipinta a mano in Italia.

Allestimento race ed esclusivo

La Oltre RC che celebra la Grand Boucle è equipaggiata con il pacchetto Shimano Dura Ace Di2, che include anche il misuratore di potenza. Ci sono le ruote del Reparto Corse bianchi, le RC50 e RC65, acronimi che identificano anche l’altezza del cerchio.

C’è la sella RC139 Carbon, con un valore alla bilancia di soli 145 grammi e naturalmente il manubrio integrato RC che appartiene a questo progetto. La bicicletta è disponibile solo con questo allestimento ad un prezzo di 15.500 euro (al netto dell’iva), in vendita solo tramite il sito ufficiale Bianchi.

Il cofanetto abbinato alla bici (foto Bianchi)
Il cofanetto abbinato alla bici (foto Bianchi)

Un cofanetto per ogni esemplare

La Bianchi Oltre RC Tour de France Limited Edition comprende anche un cofanetto di pregio che ha il compito di rendere ancora più completa e gratificante l’esperienza. Ognuno dei 176 esemplari è accompagnato da una gift box che comprende una maglia gialla originale, una lettera di benvenuto del mondo Bianchi, la tessera di proprietà con il numero seriale e progressivo dell’Edizione Limitata. Ci sono anche la coppia di borse porta ruote ed il copri sella. A questi si aggiunge anche un libro che ha il compito di raccontare nel dettaglio la bicicletta dedicata al Tour de France.

Bianchi

Cuore e gambe, ma contano anche le scelte dei rapporti

31.05.2023
6 min
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Al termine del Giro d’Italia siamo entrati nel dettaglio delle biciclette da salita e delle relative scelte tecniche, quelle utilizzate dai protagonisti. Ora cerchiamo di analizzare gli sviluppi metrici dei rapporti più utilizzati dai pro’ sulle strade della corsa rosa.

Cuore e testa, gambe e polmoni. Carattere, forza e determinazione e quella fame di vittoria, sono i primi aspetti che appartengono ad un campione, ma non è solo questo. Oggi le scelte tecniche a disposizione degli atleti sono tante e possono diventare l’ago della bilancia, ma è importante adattarle in maniera ottimale alle proprie esigenze.

La S5 usata da Roglic a Roma, la trasmissione è la stessa usata da Van Aert alla Sanremo 2023
La S5 usata da Roglic a Roma, la trasmissione è la stessa usata da Van Aert alla Sanremo 2023

Scelte tecniche? Tante variabili in gioco

Abbiamo analizzato le scelte tecniche dei protagonisti che si sono dati battaglia sulle ultime e più importanti ascese del Giro. Abbiamo fatto una sorta di sovrapposizione dei rapporti (e relativi sviluppi metrici) dei gruppi Shimano e Sram, i due players principali che tecnicamente si sono contesi il podio.

Prima di entrare nel dettaglio è utile sottolineare ancora una volta che, il Giro d’Italia 2023 verrà anche ricordato come la prima corsa a tappe dove tanti corridori (non solo una cerchia ristretta) hanno utilizzato la monocorona per le prove contro il tempo. Si sono visti dei “padelloni” da 60 e 62 denti (le prove con le corone da 64 denti sono già in atto). Una trasmissione gravel con la monocorona vince una frazione con l’arrivo in salita (l’ultima cronometro del sabato con il traguardo posto sul Monte Lussari). Non solo in salita però, dato che durante l’ultima frazione a Roma, Roglic ha usato una Cervélo S5 con monocorona anteriore e 12 rapporti posteriori.

Che piaccia o pure no, la corsa rosa di quest’anno è stata molto ricca sotto il profilo tecnico e tecnologico, un fattore che è destinato a far cambiare le convinzioni e le scelte in ottica futura, anche da parte delle stesse aziende che forniscono i materiali ai team.

Shimano e Sram a confronto

Abbiamo cercato di fare una sorta di confronto tra i rapporti più utilizzati in vista delle salite, considerando gli sviluppi metrici con il valore standard relativo al diametro delle ruote e i tubeless da 28 (quelli più usati in gruppo).

I pignoni più usati in salita partono dal 17, fino al 34 per i corridori Shimano, 33 e 36 per quelli Sram. Il pignone più grande talvolta non è neppure preso in considerazione (crisi a parte), perché la differenza viene fatta con il nono, decimo e l’undicesimo, grazie ad un compromesso ottimale tra sviluppo metrico, agilità e linea della catena. Inoltre i corridori Shimano hanno utilizzato il plateau anteriore 54-40, mentre gli atleti Sram hanno usato le corone 52-39 (scalata del Monte Lussari a parte).

I pignoni Shimano con scala 11-34 possono contare sul pignone da 30 (il penultimo), molto utilizzato con il 40, ma anche con il 54. Un incrocio poco ortodosso quest’ultimo, ma parecchio sfruttato con pendenze al di sotto del 6-7 per cento e nelle fasi di attacco alla salita. 17, 19, 21 e 24, 27 e 30, con sviluppi metrici per pedalata rispettivamente di 4,943, 4,423 e 4,002, 3,501, 3,112 e 2,801 metri.

Per i corridori che hanno utilizzato Sram (con la corona interna da 39) la scala dei rapporti è identica per i primi 4 pignoni, ovvero 17 e 19, 21 e 24 (con degli sviluppi metrici leggermente inferiori per via della corona da 39 denti), ma prevede il 28 invece del 27, con un “salto” importante per passare direttamente all’ultimo rapporto con 33 denti (pignoni Red). Lo sviluppo metrico della combinazione 39×28 è di 2,926 metri.

Le sovrapposizioni di Sram

Se analizziamo ogni singola combinazione, notiamo che le due trasmissioni sono piuttosto equilibrate negli sviluppi metrici, con differenze che oscillano tra i 40 e 50 centimetri, da un pignone a quello successivo. Nella logica dello scalatore, la presenza del 30 può essere un vantaggio, da sfruttare con la corona interna e con la catena sul 54. L’incrocio della catena 54×30 (Shimano) ha sviluppo metrico di 3,782 metri e non si sovrappone a nessuna delle combinazioni utilizzate con la corona da 40. L’incrocio 52×28 (Sram) sviluppa 3,901 metri, un valore identico alla combinazione 39/21 e di fatto si perde un’altro rapporto da sfruttare nelle condizioni di prestazioni massimizzate.

Un’altra sovrapposizione Sram, sempre considerando gli sviluppi metrici, si nota con l’utilizzo della scala pignoni 10-36, utilizzata da Roglic (con la doppia corona 52-39), che però ha come penultimo rapporto il 32. Infatti, con il 52 davanti ed il 32 dietro si ottengono 3,414 metri di sviluppo a terra, lo stesso della combinazione 39×24. La cassetta pignoni con il 32 è molto vantaggiosa sulle salite lunghe e con tratti ben oltre il 10 per cento, grazie ad uno sviluppo di 2,560 metri.

Monocorona e tutto cambia

Il capitano della Jumbo-Visma, per la scalata alle Tre Cime di Lavaredo (immagine di apertura) ha utilizzato una Cervélo R5 preparata con la trasmissione XPLR (10-44 posteriore) e monocorona anteriore da 42 denti, la stessa utilizzata il giorno successivo per la scalata al Monte Lussari.

Prendendo in considerazione gli ultimi 5 pignoni notiamo una scala progressiva: 24 e 28, 32 e 38, per poi arrivare al 44 come ultimo: 3,640 e 3,120, 2,730 e 2,299, sono i rispettivi sviluppi metrici con le ruote adottate da Roglic (considerando anche le gomme da 25), senza dimenticare lo sviluppo metrico dell’ultima combinazione (42×44) di 1,985. Volendo fare un raffronto con l’ultima combinazione che aveva a disposizione Thomas, 34×34, il gallese poteva contare su uno sviluppo di 2,101 metri (con i tubeless da 28), maggiore di soli 11 centimetri rispetto allo sloveno.

Le scelte tecniche hanno influenzato il risultato finale? La risposta è si. Roglic ha utilizzato dei rapporti con uno sviluppo metrico inferiore (quindi per ogni singola pedalata percorreva meno strada). Il vincitore della maglia rosa, nel corso delle tappe più dure, ha avuto maggiori possibilità di sfruttare il suo modo di pedalare, molto più agile rispetto a Thomas, Almeida ed tutti gli altri, aumentando così la strada percorsa in un tempo più breve. Sull’ascesa al Monte Lussari, Roglic ha fatto segnare un valore medio di poco superiore alle 90 rpm, Thomas di poco superiore alle 80. Centimetri che sono diventati metri, non molti, ma che sono stati tradotti in quei 14 secondi finali. E proprio una strategia adeguata alle caratteristiche del corridore nelle scelte tecniche potrebbe aver fatto la differenza.

Shimano al Giro, segreti e strategie dell’assistenza ufficiale

13.05.2023
5 min
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L’Assistenza Tecnica Neutrale Shimano gestisce le biciclette presenti sulle ammiraglie blu. Come fanno? Ci sono un ordine nel posizionamento e delle logiche da seguire? E’ cambiato qualcosa rispetto al recente passato?

Ancora una volta abbiamo interpellato Massimo Rava, “capitano” degli uomini blu di Shimano al Giro d’Italia e ci siamo fatti spiegare come vengono gestite le “biciclette neutrali”.

Massimo Rava e il leader dell’assistenza Shimano al Giro (Mirrormedia)
Massimo Rava e il leader dell’assistenza Shimano al Giro (Mirrormedia)
Quante sono le biciclette per ogni ammiraglia?

6 biciclette per ogni ammiraglia e le ammiraglie Shimano al Giro sono 3. Abbiamo un totale di 18 biciclette neutrali con telaio e forcella in carbonio. Le bici sono brandizzate Shimano.

Come sono montate?

Sono da considerare delle top di gamma. C’è la trasmissione Shimano Dura Ace Di2 a 12 velocità, ruote C50 oppure C36 sempre Dura Ace, ma con le camere d’aria montate in combinazione con le gomme tubeless. I cockpit sono della famiglia Pro Bikegear e tutte hanno il reggisella telescopico per facilitare l’adattamento del corridore in caso di utilizzo repentino. Per questo motivo è fondamentale per noi come Assistenza Tecnica Neutrale avere delle biciclette con il reggisella classico da 27,2 millimetri di diametro, in modo da montare il seat-post telescopico.

Perché usate le camere d’aria abbinate agli pneumatici tubeless?

E’ una scelta tecnica. Le biciclette che abbiamo in dotazione possono rimanere inutilizzate per lunghi periodi, nonostante i numerosi controlli alle quali sono soggette. Per evitare l’accumulo di liquido anti-foratura preferiamo usare le camere. Le gomme tubeless sono più robuste, rispetto ai normali clincher e proteggono di più le camere d’aria.

Ci sono delle dinamiche legate alle scelte dei componenti e delle taglie dei telai?

L’utilizzo di componenti Dura Ace sulle macchine Shimano non è solo una questione d’immagine. Siamo in un contesto professionale e la categoria di componenti Dura Ace è stata sviluppata con i pro’ e per i pro’. L’obiettivo è quello di fornire il sistema più avanzato in termini di performance e tecnologie. Per quanto riguarda le taglie delle biciclette, sulle ammiraglie cerchiamo di tenere disponibili tutte e sei le taglie, ma abbiamo anche delle bici con taglie extra small, più usate nelle corse femminili.

In caso di necessità, come fate a sapere la misura corretta di quel corridore?

Il telescopico ci aiuta, non poco. Entra in gioco l’esperienza di anni di Servizio Corse e poi in Shimano abbiamo creato un database che ritengo un fiore all’occhiello della nostra organizzazione. E’ un vero e proprio archivio che aggiorniamo prima dell’inizio della stagione di gare, dopo aver chiesto la collaborazione dei meccanici dei team. Da loro ci facciamo mandare le schede delle misure di ogni corridore.

A cosa serve?

Ci permette di avere migliaia di dati e di informazioni, utilizzate anche per avere dei valori medi. Si parte con il considerare l’altezza sella, prima di ogni altra cosa e poi la lunghezza sul piano orizzontale. Essere perfetti è impossibile, ma abbiamo raggiunto dei livelli di eccellenza anche in questa categoria.

Le ammiraglie Shimano, come le auto dei team (Mirrormedia)
Le ammiraglie Shimano, come le auto dei team (Mirrormedia)
C’è una logica nella disposizione delle biciclette sul tetto delle ammiraglie?

Partiamo sempre dal presupposto che noi siamo e rimaniamo neutrali e dobbiamo essere in grado di aiutare tutti i corridori. Ognuna delle nostre ammiraglie ha una o due biciclette principali che sono quelle dalla parte del meccanico, di solito il lato destro. Un’altra bici di riferimento è la prima disponibile dalla parte del driver e così via. Ogni macchina blu Shimano ha le bici con almeno una tipologia di pedali usati dai corridori, Shimano e Look, SpeedPlay e Time. Stiamo lavorando anche sulle bagagliere porta-biciclette, in modo da essere ancora più veloci ed efficienti.

Su ogni ammiraglia è presente un frigo da campo con le borracce
Su ogni ammiraglia è presente un frigo da campo con le borracce (foto Shimano)
Questione anche di affiatamento e non solo delle abilità individuali?

E’ fondamentale, perché ogni equipaggio deve sempre essere al massimo della concentrazione. In caso di intervento, che sia un cambio bici o solo una ruota, nel momento in cui scendiamo dalla macchina dobbiamo avere in mano la ruota giusta con il corpetto corretto, se Shimano, Sram oppure Campagnolo. Il diametro dei dischi del freno deve essere quello giusto, perché è vero che c’è una sorta di standard riconosciuto, 160 anteriore e 140 posteriore, ma non tutti i team lo adottano. Il driver ed il meccanico devono capirsi al volo.

Dopo il termine della tappa le bici vengono rimosse dalle ammiraglie (foto Shimano)
Dopo il termine della tappa le bici vengono rimosse dalle ammiraglie (foto Shimano)
Quando finisce la giornata di gara, le bici come vengono controllate?

Ovviamente dipende molto dalle condizioni meteo, ma per noi ogni bicicletta e ogni componente deve essere al massimo dell’efficienza. Facendo alcuni esempi: la carica delle batterie dei sistemi Di2 viene verificata quotidianamente, così come le pressioni delle gomme. Ogni tre giorni c’è un controllo totale ed approfondito di ogni singolo pezzo.

La Canyon Aeroad CFR di MVDP in edizione limitata

12.05.2023
3 min
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La Canyon Aeroad CFR del campione olandese, quella che per molti è “l’Aeroad rossa”, è ora disponibile per il grande pubblico. E’ una limited edition MVDP e si fregia del logo utilizzato da Van Der Poel, sulla tubazione dello sterzo e nella zona di unione tra il profilato obliquo e la scatola del movimento centrale.

Con questa bicicletta, solo nel 2023, ha vinto la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Vediamo i dettagli principali della Canyon Aeroad CFR Limited Edition MVDP.

Rosso-corsa e montaggio al top
Rosso-corsa e montaggio al top

Una Canyon rosso corsa

La livrea cromatica di questa Canyon Aeroad è stata creata su specifica richiesta di Van Der Poel, grande appassionato di motori e di auto sportive. Da qui l’accostamento e la specifica della colorazione che prende il nome di “racing red MVDP LTD”.

Si tratta di una Aeroad della famiglia CFR, ovvero il massimo disponibile nei termini di performances, ricerca e tecnologia applicata allo studio del carbonio, senza dimenticare naturalmente l’allestimento.

Tutto al top e zero compromessi

Telaio e forcella di matrice CFR, ma ci sono anche il reggisella in carbonio specifico del progetto Aeroad e il cockpit integrato Aerocockpit CP0018, ovvero quello che permette di regolare la larghezza.

C’è la sella di Selle Italia, la Flite bianca e nera creata dall’azienda veneta per Van Der Poel e che riporta le sue iniziali. La sella ha il telaio in carbonio.

Il manubrio integrato Canyon CP0018
Il manubrio integrato Canyon CP0018

Tutto Shimano: una vera replica

La trasmissione è Shimano Dura-Ace Di2 di ultima generazione, nella combinazione 52/36 e 11/30. Il pacchetto è completato dal misuratore di potenza Shimano, un valore aggiunto non da poco se consideriamo anche il prezzo di listino della bici completa, che è di 9999 euro.

Anche le ruote sono della famiglia Dura-Ace, sono le C60 e sono gommate Schwalbe. Sono le Pro One TLE (tubeless), ma sono montate con le camere d’aria Schwalbe Aerothan in poliuretano.

Canyon