MISANO ADRIATICO – Oxyburn è strada, running, gravel, MTB e tanto altro. Oltre a questo è anche il supporto per il ciclista che vuole prepararsi per il cambio di stagione con un intimo completo e performante sotto ogni punto di vista. In occasione dell’Italian Bike Festival abbiamo incontrato Jacopo Pea, titolare di Oxyburn, che ci ha fatto scoprire la maglia Shelter. Un capo unico, dall’anima versatile per mantenere un microclima corporeo sempre ideale.
Ultraleggera e versatile
La Shelter si distingue per la sua costruzione con tessuto ultraleggero, in grado di mantenere una termoregolazione costante. La struttura a microrete auto ventilante accelera la traspirazione del sudore lasciando il corpo asciutto anche nelle attività più intense. La totale assenza di cuciture e le finiture a taglio vivo sono una garanzia di comfort assoluto.
«La Shelter – dice Pea – è un intimo primo strato invernale. Abbiamo utilizzato la tecnologia che già applicavamo sui prodotti a taglio vivo indemagliabili per l’estivo traforato, quindi con il polipropilene Dryarn all’interno. Un tessuto che ha la capacità di espellere in tempi rapidissimi il sudore e il calore in eccesso verso l’esterno.
«Ci sono – spiega – due pregi da sottolineare. Il primo è che offriamo una maglia che ha un vantaggio per il rivenditore perché è taglia unica. Il secondo è la sua caratteristica di essere indemagliabile. Il consumatore se trova la manica più lunga di 3 cm e vuole averla più corta, taglia l’indumento e senza nessun problema, questo prende la nuova forma mantenendo le stesse caratteristiche».
Sempre asciutta
Lo strato a contatto con la pelle è batteriostatico e anallergico, realizzato in polipropilene Dryarn. Un materiale che oltre ad essere tecnico facilita la versatilità di questa maglia su più fronti.
«La sua costruzione – prosegue Pea – e l’utilizzo del Dryarn permette di veicolare sudore in eccesso, calore, umidità immediatamente verso l’esterno, mantenendo la pelle sempre asciutta. All’esterno è presente un nylon microfibra per dare più durabilità all’indumento nell’utilizzo e una sagomatura anatomica che è tipica e necessaria nel ciclismo. Il colletto è alto per fornire una protezione completa. Anche qui, vige la stessa caratteristica, se l’utente vuole il collo accorciato e farlo diventare un girocollo può utilizzare la forbice e tagliare senza pensieri.
«La Shelter – conclude – gode ovviamente di un bodymapping ad hoc per il ciclista. Ci sono dei punti di traspirazione al centro dello sterno. Poi abbiamo le forature laterali per migliorare l’evaporazione del sudore. Infine, sulla parte posteriore della schiena è presente una micro foratura, anche questa studiata per agevolare la termoregolazione. Il range di temperature va da 10 fino a 40 gradi. Questo capo lo stiamo testando con due squadre che sponsorizziamo. Ci tengo a precisare che tutto sta alla capacità dell’utilizzatore di abbinare anche dei gusci esterni aggiuntivi per creare il proprio microclima ideale».