Joao Almeida, Sestriere, Giro d'Italia 2020

Joao, l’ultimo assalto a Milano

24.10.2020
3 min
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Almeida non ci sta e attacca ancora. Il portoghese della Deceuninck-Quick Step forse si sente ancora addosso qualche scampolo di rosa e all’idea di potersi prendere almeno il podio, sente moltiplicarsi le energie. La squadra ha lavorato sodo anche stavolta, fare qualcosa per ripagarli è il minimo che possa immaginare. Se la mente adesso andasse al mal di gambe dello Stelvio, forse non se ne farebbe niente. Non pensarci Joao, non pensarci.

Stelvio al limite

«Ero al limite – aveva detto ai Laghi di Cancano mentre Kelderman indossava la rosa – e sapevo di non poter andare con quel ritmo fino in cima allo Stelvio. Ho mantenuto il mio ritmo per non perdere troppo tempo. Alla fine, penso di aver fatto una tappa positiva. Loro erano super forti, io non sono al loro livello».

Pello nel mirino

I primi due davanti si giocano la tappa. Sono gli stessi due che l’hanno disarcionato sullo Stelvio. Bramati nella riunione del mattino ha parlato chiaro: si va all’attacco di Pello Bilbao e semmai di Kelderman. Squadra tutta per Joao e vediamo cosa succede.

Joao Almeida, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Joao Almeida, sullo Stelvio, la maglia rosa sta sfuggendo
Joao Almeida, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Stelvio, la maglia rosa sfugge…

«Lo scopo di giornata – dice il tecnico bergamasco – era buttare più uomini che potevo nella fuga e vedere se avevano una giornata no. Bilbao ha fatto anche il Tour, poteva pagare. Kelderman anche lui aveva speso sullo Stelvio. Ho cercato di motivare la squadra come sempre e si è visto che hanno fatto tutto per lui oggi. Sapevamo che vincere la tappa non era facile. Tao e Hindley si sarebbero attaccati fra di loro. Però siamo arrivati vicino a Bilbao, vediamo se domani si può saltarlo».

In famiglia

Almeida non ci sta e adesso è da solo. Ha staccato anche Nibali, che per un po’ era rientrato su di lui. Spingi, Joao. Sono arrivati da casa solo per lui. La giornalista portoghese che ha fatto infuriare ogni giorno il simpatico Phil Lowe, addetto stampa britannico della Deceuninck-Quick Step. Lei, mora e piccola come un cioccolatino, che si alzava sulle punte per svettare dalla transenna troppo alta a fare domande di ogni genere e colore, parlando sopra ai colleghi che di volta in volta chiedevano in inglese.

«Sono semplicemente super felice – le diceva con gli occhi a forma di cuore – perché ho la mia famiglia qui sulla cima, insieme ad altri portoghesi. Mi viene da piangere per l’emozione e gli sono molto grato per essere venuti».

Il rimpianto

Almeida vede davanti Dennis e capisce che non andrà a prenderlo, perché il drittone che porta fra le case di Sestriere è eterno come un calvario. Ma la sensazione di aver staccato Pello e di Kelderman che perde ancora gli dà la forza per rincorrere quell’improbabile lepre australiana. Se non fosse stato per il blackout sullo Stelvio, pensa, sarei stato ancora qui a difendere la maglia rosa. In fondo, starà pensando, cos’ha Kelderman più di lui?

Tutto a Milano

«Sono un po’ triste per aver dovuto rinunciare alla maglia rosa dopo più di due settimane – dice – ma allo stesso tempo, rivedendo questo viaggio inaspettato, sono felice di quello che ho ottenuto e orgoglioso di avere una squadra così grande al mio fianco. Non so cosa succederà domani a Milano, ma sono pronto a dare il massimo».

Una scoperta

Bramati lo guarda mentre recupera un po’ di vita girando le gambe sui rulli e lo vedi che nella sua testa vulcanica sta facendo dei conti invero piuttosto elementari.

«Domani a crono – dice – si possono guadagnare anche 3 secondi a chilometro, specie dopo la tappa di oggi. La pianura è stata fatta sempre a 50 all’ora. Già la prima volta, la valle del Sestriere l’hanno scalata a tutta. Se sarebbe cambiato qualcosa facendo la tappa di ieri per com’era? Certo, ce lo siamo già detti. Sicuramente 250 chilometri nelle gambe sotto l’acqua si sarebbero sentiti. Almeida è uno che non soffre il freddo e ho una squadra che era pronta. Purtroppo è andata così. Guardiamo avanti, l’importante è sapere che Joao è un ottimo corridore per le tre settimane. E oggi lo ha confermato».

Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia 2020

Sestriere chiama, «Teo» risponde

24.10.2020
4 min
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Lo stesso pezzo, una settimana dopo Piancavallo, per raccontare Tosatto e il suo «Teo», perché così il grande veneto chiama il gallese che ha appena vinto la tappa di Sestriere e così continueremo a scriverlo per tutto il pezzo. Il loro dialogo è un ideale botta e risposta che la dice lunga sul clima in casa Ineos-Grenadiers. Sul morale sprofondato dopo la caduta di Thomas e poi piano piano risalito fino a sfiorare un bersaglio pieno che era impossibile anche solo da immaginare.

Tutto previsto

Toso è sempre senza voce e forse se infilasse una felpa sopra quella t-shirt grigia avrebbe qualche chance di ritrovarla.

«A Piancavallo non si poteva dir nulla – dice Tosatto – avevamo vinto la tappa, ma mancava una settimana. Sono cambiate delle cose, soprattutto nella gerarchia in casa Sunweb. Noi abbiamo fatto una cosa molto importante nella tappa dello Stelvio, abbiamo preso fiducia e oggi abbiamo fatto quello che ci eravamo prefissati ieri sera e stamattina. Domani partiamo a Milano con lo stesso tempo del vincitore e vediamo come va a finire».

FIlippo Ganna, Rohan Dennis, Sestriere, Giro d'Italia 2020
Una scodella di riso per Ganna e Dennis prima di partire per Milano
FIlippo Ganna, Rohan Dennis, Sestriere, Giro d'Italia 2020
Ganna e Dennis, tappa finita da poco

Essere felici

«Teo» è sfinito e va di fretta, perché fuori lo aspetta il furgone nero diretto da Sestriere a Milano.

«Devi pensare che nella vita tutto è possibile – dice – ma non me l’aspettavo. Sono piuttosto felice di come sia andata la gara. Il ciclismo è cambiato molto negli ultimi due anni. Il 2020 è stato davvero un anno molto strano e il Tour lo ha confermato. Si sono fatti molti ragionamenti su quale sia stata la miglior preparazione, ma la verità è che la differenza alla fine l’ha fatta l’equilibrio di noi corridori. La capacità di essere felici. Stare in famiglia e stare bene mentalmente mi ha aiutato a superare il periodo di lockdown».

Stiamo calmi

Tosatto fischia a Puccio che arriva al pullman, guarda in strada se nel gruppetto ci sia uno dei suoi e poi torna a parlare.

«Teo ha preso morale a Piancavallo – dice – però c’era ancora un bel distacco. La cosa che mi ha stupito è che non è cambiato in niente. Io continuavo a dirgli: “Teo stiamo calmi, siamo là, se finiamo il Giro nei primi 5 è un ottimo risultato per noi”. Poi abbiamo cominciato a pensare al podio e stasera penseremo ad altro. Ci gustiamo la vittoria di oggi, che è la sesta di questo Giro…».

Per “Nico”

«Teo» trattiene il fiato, il pensiero vola lontano e ad ascoltarlo viene il magone, perché forse non c’è niente di casuale nella vita.

«Penso ancora a Nico (Nicolas Portal, tecnico della Ineos-Grenadiers, scomparso per un infarto il 3 marzo 2020, ndr), il vero riferimento della squadra. Con lui ho fatto il Giro e la Vuelta del 2019 e abbiamo passato parecchio tempo insieme ad Andorra. Nico mi ha fatto credere in me stesso. Anche al Giro l’anno scorso stavo andando molto male e lui non ha mai smesso di sostenermi. E’ stato tremendo essere al suo funerale e ora è un ricordo speciale, una spinta a tenere duro».

Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia
Il gran lavoro di Rohan Dennis sulla salita finale
Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Sestriere, Giro d'Italia
Il gran lavoro di Dennis nel finale

Svolta Stelvio

Toso prende fiato e ripassa mentalmente gli ultimi giorni, in cui la storia del Giro è cambiata

«La tappa dello Stelvio – dice – è stata la vera botta di morale, la risposta che volevamo per vedere come stavano i ragazzi. Abbiamo finito tutti in crescendo tutti, dal primo all’ultimo. Sapevo che Teo poteva vincere a Sestriere. Ai Laghi di Cancano ha vinto Hindley, ma ha tirato sempre Teo. Qui ha corso da corridore navigato ed è andata bene».

Thanks Rohan

«Teo» prima di andare ha un ultimo ringraziamento per il corridore che prima sullo Stelvio e poi verso Sestriere lo ha preso per mano e l’ha supportato con l’autorita dei grandi campioni.

«Quello che ha fatto negli ultimi giorni Rohan Dennis – dice e poi saluta – si descrive da sé. E’ stato incredibile, una macchina. Super concentrato nel lavoro, uno spettacolo da vedere. E’ entrato in servizio sullo Stelvio e oggi ho capito il privilegio di avere un due volte campione del mondo che lavora per me».

Domani l’aiuto di Dennis gli sarà prezioso per i consigli che potrà dargli. Prima l’australiano tenterà di vincere la sua sfida personale contro Ganna e alla fine entrambi saranno lì a tifare per il compagno goloso di crostate che stasera si è fermato a un passo dal cielo.