L’anno scorso di questi tempi, Rachele Barbieri aveva il fango nei capelli. Nella sua agenda c’erano infatti il ciclocross in preparazione alla pista (più che alla strada) e una gran voglia di ripagare gli sponsor che l’avevano aiutata a costruire la squadra per inseguire il sogno olimpico. E se oggi il fango è un ricordo (che l’emiliana vive con una punta di nostalgia), è anche perché quel cammino l’ha portata dove voleva. Sono venute le vittorie. Sono venute le Olimpiadi. E alla fine è saltato fuori anche il contratto in una squadra WorldTour, il team Liv Racing Xstra, in cui fare l’atleta significherà semplicemente fare l’atleta.
«Ho corso solo un cross – ammette – pochi giorni fa. Quest’anno ho voluto dedicarmi meglio e di più alla strada. Fare 40 minuti a tutta in questa fase della stagione non era quello di cui ho bisogno. Nonostante mi diverta e lo trovi utile, per quest’anno l’ho messo da parte».
La pista in mente
Allo stesso modo, anche la pista è finita per qualche settimana nel cassetto. Rachele non ha partecipato ai primi due raduni voluti da Villa in Sicilia e Slovenia, ma è in contatto con il cittì azzurro.
«Non ho voluto perdere giorni di allenamento – dice – ho parlato con Marco e lui sa che ci tengo a mantenere la pista. Aspetteremo che Montichiari riapra e poi ricomincerò ad andarci, se non per tre volte alla settimana, almeno una vorrei esserci. Ho parlato con le ragazze che sono andate in ritiro, si sono trovate tutte molto bene. Spero si riesca a mantenere il gruppo e credo anche che l’esperienza di Villa per noi sia una grande occasione».
Ai mondiali di Roubaix ha corso la madison con Letizia Paternoster Agli europei di Grenchen terza nell’omnium Tokyo, in questa fase è lei a lanciare il quartetto
Il tocco di Giorgia
Ora però si pensa alla strada e, vista la grande occasione, è anche giusto. In squadra l’ha voluta Giorgia Bronzini, che ha lasciato la Trek-Segafredo per dare al nuovo team un’impronta personale. Ad ora le ragazze si sono ritrovate per pochi giorni di team building, in attesa di aprire la stagione con un ritiro in Toscana proprio nei prossimi giorni.
«Per adesso – racconta – è tutto molto bello. Si sta rivelando una squadra molto familiare. C’è più professionalità che serietà, mentre me la sarei aspettata più rigida. Ci sono regole chiare, ma grande informalità. Il tocco di Giorgia è evidente, in questo clima c’è tanto del suo stile. Cercare un ottimo rapporto all’esterno della gara darà a tutte la spinta per fare il meglio. E fra qualche giorno saremo finalmente in bici».
Livello WorldTour
Le sue vittorie le ha portate a casa, anche se per il tipo di organizzazione che aveva costruito attorno a sé – atleta unica di squadra continental – il suo calendario 2021 è stato per forza limitato e per fortuna c’è stata la nazionale che a luglio l’ha portata a correre il Baloise Tour, concluso con il secondo posto nell’ultima tappa.
«Non abbiamo stabilito ruoli – dice – ma la squadra crede in me come velocista e questo fa piacere e un po’ mette ansia. Cercherò di fare del mio meglio. So che ci sarà da soffrire per il livello delle rivali e delle corse. Al Baloise ho visto che tutto sommato posso reggere certi ritmi, ma chi ha corso tutto l’anno nel WorldTour mi ha detto che il livello ha continuato ad alzarsi. Verrà certamente in corsa il momento in cui mi chiederò chi me l’abbia fatto fare, ma per ora non se ne parla (una bella risata argentina scaccia i brutti pensieri, ndr)».
Chilometri e salita
Adesso si lavora, con la spinta di quando è tutto nuovo. Il suo allenatore resta Stefano Nicoletti e con lui Rachele ha aumentato carichi e ritmi per farsi trovare pronta.
«Sono cambiate delle cose – conferma – avevo bisogno di aumentare i chilometri e le ore, per far crescere la resistenza che, avendo fatto corse minori e concentrata sulla pista, avevo un po’ messo da parte. E poi c’è la salita, altro fattore su cui sto lavorando. Sono tornata a vivere a Serramazzoni, per cui ogni giorno per rientrare a casa devo fare 10-12 chilometri di salita. Prima delle volate, ormai c’è sempre qualche ostacolo e sarà bene farsi trovare pronte. Inizierò con la Valenciana, ma faremo programmi dettagliati in ritiro. Fra Giro e Tour è più probabile che corra il Giro. Non si conosce il percorso, ma parlano di tappe veloci. Non ho mai fatto una corsa di 10 giorni, sarà comunque una grande esperienza».
Atleta e basta
E così, indossando la nuova maglia e pedalando sulla nuova bici, Rachele ha chiuso con gratitudine la porta sulla squadra costruita attorno a sé e ha potuto concentrarsi solo sul fare l’atleta.
«Sono stata contenta di quell’esperienza – sorride – ma devo riconoscere che sia stato impegnativo, anche per il rapporto con gli sponsor. Essendo tutte persone che conosco e che mi seguono come tifosi, temevo di non fare mai abbastanza. Abbiamo parlato e li ho trovati tutti contenti che abbia firmato con la LIV. E’ rimasto un bellissimo rapporto, ma che bello avere già tutto organizzato. I voli. I tamponi. Devo dire che pensare a fare solo l’atleta è davvero un’altra cosa…».