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Pinazzi e Galli, due “studenti” alla Sei Giorni di Gand

01.12.2022
5 min
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Al recente raduno per la pista a Noto ci sono stati due ritardatari, peraltro pienamente giustificati. Niccolò Galli e Mattia Pinazzi si sono ricongiunti alla comitiva direttamente da Gand, dove avevano preso parte alla Sei Giorni, una delle più importanti del calendario. Un evento reso speciale dai festeggiamenti per l’addio di Iljo Keisse, il funambolico belga che alla soglia dei 40 anni ha deciso di mettere uno stop alla propria carriera.

Pinazzi era già stato nella città belga per la kermesse su pista, per Galli invece era una prima assoluta. Per entrambi è stata un susseguirsi di emozioni e di esperienze, che saranno utili nel prosieguo della loro carriera nei velodromi. Il primo a immergersi nel racconto è Pinazzi: «Lo scorso anno, quando l’avevo disputata con Boscaro avevo faticato di più, questa volta mi sono preparato e la differenza è stata evidente. E’ un’esperienza assolutamente da fare, la pista sembra un tempio, appena ci sali ti prende un magone…».

Pinazzi e Galli nel parterre, in mezzo il loro accompagnatore Giovanni Carini
Pinazzi e Galli nel parterre, in mezzo il loro accompagnatore Giovanni Carini

Quasi come un mondiale

«Io ho meno esperienza, con Mattia abbiamo condiviso la conquista del titolo europeo del quartetto ad Amadia fra gli under 23 – interviene Galli – Gand è stata la prima Sei Giorni importante e prima della partenza ero emozionatissimo. Temevo soprattutto che il livello sarebbe stato altissimo, come un mondiale e in effetti è così, ma anche se eravamo chiaramente indietro nella preparazione ci siamo difesi bene».

I due ragazzi azzurri erano impegnati nella prova per under 23, che ogni sera precedeva quella riservata agli Elite. Erano per così dire chiamati a “scaldare” il pubblico: «Ma non pensate che il programma fosse tanto diverso – chiarisce Pinazzi – anche noi ogni giorno avevamo prove sul giro lanciato o da fermo, gara a punti, americana… Insomma tutto il programma che poi affrontano anche i grandi».

La caduta nella madison della terza sera, costata la classifica ai due azzurri
La caduta nella madison della terza sera, costata la classifica ai due azzurri

Un’esperienza da rifare

A fine esperienza qual è il giudizio, soprattutto da parte di un neofita come Galli? «Assolutamente da rifare – dice – ci mancherebbe… E’ molto impegnativa, si fatica tanto, ma credo che dia molti benefici a lungo andare e sono convinto che ripetendo l’esperienza le cose andrebbero anche meglio».

La coppia azzurra ha chiuso a Gand al 7° posto (vittoria per i locali Milan Van Den Haute e Jasper Bertels), facendo meglio di quanto era avvenuto lo scorso anno: «E senza la caduta nell’americana del terzo giorno sarebbe andata anche meglio – spiega Pinazzi – perché abbiamo dovuto perdere giri in quell’occasione. Alla fine possiamo ritenerci soddisfatti anche perché io arrivavo alla gara già abbastanza rodato al contrario di Niccolò, per questo è stato lui quello che ha maggiormente sorpreso.

«Quando siamo tornati – prosegue il parmense – ho chiesto a Villa di poter verificare se c’era qualche possibilità di fare altre Sei Giorni. Mi piacerebbe tra qualche anno fare quella degli elite, non solo è uno spettacolo assoluto, ma insegna davvero il modo di correre su pista».

Grandi feste per Keisse, finito terzo insieme a De Buyst. Bis per Ghys con De Vilder (foto BeelWout)
Grandi feste per Keisse, finito terzo insieme a De Buyst. Bis per Ghys con De Vilder (foto BeelWout)

Keisse, l’addio di un mattatore

Galli ha vissuto questa esperienza come un paese delle meraviglie: «Non è paragonabile ad alcuna altra manifestazione. Quando corri ti sembra di essere in una bolgia, con gli spettatori anche nel parterre e un tifo incredibile. La pista poi è impressionante, per questo credo che sia un’esperienza che ti dà tanto».

A rendere il tutto ancora più speciale i festeggiamenti per Keisse, un autentico personaggio delle piste, di quelli capaci non solo di vincere, ma anche di fare spettacolo, di caricare il pubblico e per questo particolarmente amato: «C’era un tifo da stadio – ricorda Pinazzi – tutti i corridori a rendergli omaggio insieme al pubblico. Si vedeva che era particolarmente emozionato, sono momenti che non si dimenticano».

Keisse, 39 anni, chiude con 4 titoli europei e 25 Sei Giorni vinte, 6 solo a Gand (foto Cor Vos)
Keisse, 39 anni, chiude con 4 titoli europei e 25 Sei Giorni vinte, 6 solo a Gand (foto Cor Vos)

Un problema di cultura

«Per me – interviene Galli – è stato speciale. Keisse lo vedevo sempre in tv, sono cresciuto con idoli come lui che mi hanno fatto amare la pista. Il fatto di essere lì, condividere quei momenti, potergli stringere la mano è stato speciale. Non ha perso la sua umiltà e credo che il pubblico lo abbia amato e ringraziato anche per questo».

Sarebbe possibile qualcosa del genere anche in Italia? Noi con Milano eravamo quasi la culla delle Sei Giorni nel secolo scorso, poi con il crollo del Palasport non se ne è fatto più nulla, se non in sporadici casi: «Secondo me sarebbe difficile ricreare qualcosa del genere – ammette Pinazzi – perché lì c’è un’altra cultura, il ciclismo è quasi una religione. Per noi che corriamo, avere una gara qui sarebbe una manna dal cielo».

Cavendish caduta 2021

A Gand un weekend da incubo per Cavendish

24.11.2021
5 min
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Ci sono weekend che non vanno mai come vuoi. Per Mark Cavendish quello appena passato è stato davvero da incubo, fra un contratto con la Quick Step che non giunge a buon fine e una serata finale alla Sei Giorni di Gand finita in ospedale.

Andiamo con ordine. Il patron del team Patrick Lefevere era stato chiaro: «Voglio che si giunga a una soluzione entro la settimana, non possiamo continuare, la cosa mi sta dando sui nervi». Lefevere si era recato alla Sei Giorni proprio per parlare con il suo ragazzo: nessuno nell’ambiente ritiene che non si arriverà a un accordo, ma il tempo passa e gli animi si accalorano. Il problema? Cavendish vuole un aumento di stipendio, Lefevere vuole invece aumentare gli incentivi e non la base contrattuale: «Mi ha anche chiesto di lavorare con me per un futuro da dirigente in società: possibile che mi tocchi pagare per insegnare a qualcuno? Non ha senso…».

Tutto per colpa di una borraccia…

Evidentemente non era un Cavendish sereno quello che ha preso il via per l’ultima americana. La situazione era appassionante, con 4 coppie in lotta per il successo, davanti a tutti i due campionissimi danesi Morkov e Hansen, poi i belgi De Ketele e Ghys, Cavendish con l’altro belga Keisse, il tedesco Kluge con il padrone di casa De Buyst. Nel pieno della lotta è accaduto che qualcuno, prendendo il rifornimento, ha fatto cadere il liquido dalla borraccia: «Si è formata una pozza d’acqua, sulla quale è passato prima il mio compagno Thijssen – racconta Michele Scartezzini, l’unico italiano in gara – ma è rimasto in piedi, dietro De Ketele ha sbandato, Hansen è caduto e su di lui è piombato Cavendish franando sulla pista».

Il grande giorno di De Ketele

Una botta tremenda: «Ci sono voluti molti minuti perché tornasse in piedi, l’ho visto avvicinarsi al suo box da solo, non sembrava tanto claudicante, ma evidentemente non respirava bene”. In ospedale la diagnosi è stata due costole rotte e un lieve pneumotorace. Stop alla preparazione e tensione per il gallese sempre più alta.

Keisse ha continuato da solo, Hansen è tornato in gara ma non era più lui e e ha potuto dare uno scarso contributo alla coppia nella lotta per il successo, tanto che i danesi hanno perso 6 giri rispetto a De Ketele e Ghys, alla fine vincitori a pari giri con Kluge e De Buyst. Per De Ketele è stata un’apoteosi, nella sua ultima Sei Giorni di Gand, chiusa in un’atmosfera di festa dove miglior saluto non poteva avere.

Gand pubblico 2021
Parterre pieno a Gand, ma per i tifosi era vietato bere. Altrimenti doveva accomodarsi in tribuna
Gand pubblico 2021
Parterre pieno a Gand, ma per i tifosi era vietato bere. Altrimenti doveva accomodarsi in tribuna

Per Scartezzini anche una vittoria

Per Scartezzini non è stata la settimana che si aspettava: «Ho visto sin dal primo giorno che le cose non andavano, soprattutto che Gerben (il suo compagno Thijssen, ndr) non era in grande condizione, al contrario di quel che mi aveva detto i giorni prima e che lui stesso pensava. Nell’americana della prima sera a un certo punto mi sono ritrovato solo: si era fermato perché non ce la faceva… In una Sei Giorni vai avanti in classifica solo se si funziona in due».

Il vicecampione del mondo della madison ha quindi pensato soprattutto alle prove individuali, per testarsi in vista della ripresa della Champions League del prossimo fine settimana: «Ho anche vinto una corsa a punti, la condizione non è male, devo dire che questi giorni sono stati comunque utili».

Scartezzini Thijssen 2021
Scartezzini e Thijssen ai box: il belga è stato appena preso dall’Intermarché Wanty Gobert
Scartezzini Thijssen 2021
Scartezzini e Thijssen ai box: il belga è stato appena preso dall’Intermarché Wanty Gobert

Si riparte, destinazione Lituania…

Scartezzini, che per la cronaca ha chiuso al penultimo posto insieme al compagno di squadra belga a 57 giri ai vincitori, ha vissuto una Sei Giorni un po’ diversa dal solito: «A Gand eravamo abituati a vedere sempre il pienone, invece lo si è registrato solo nel weekend, inoltre devo dire che l’organizzazione è stata molto attenta nella gestione della sicurezza. Si poteva entrare solo con il Green Pass, la vendita di birra era permessa solo nelle zone attigue alle tribune ma non sul parterre, dove normalmente avveniva e questo ha un po’ cambiato le cose».

Appena tornato a casa, un paio di giorni di riposo e poi di nuovo in sella, pensando alla prossima tappa della Champions League che sabato lo vedrà impegnato a Panevezys in Lituania. L’azzurro è intenzionato a migliorare la sua dodicesima posizione in classifica: «Riparto con una maggiore consapevolezza, anche nella gestione dei rapporti a Gand la situazione è migliorata, segno che la gamba è più tonica. Sono curioso di vedere quel che succederà». Degli avversari, nessuno era a Gand, magari è un vantaggio…

Sei Giorni Gand 2019

Scartezzini verso Gand: «La Sei Giorni più bella»

15.11.2021
5 min
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In volo al mattino, in pista alla sera e fino a notte fonda. Michele Scartezzini ha già le valigie pronte per Gand, per prendere parte alla Sei Giorni più importante della stagione. 12 coppie che si daranno battaglia fino a domenica prossima, per la sfida su pista più sentita della stagione, l’ultima vestigia della stagione gloriosa delle Sei Giorni, come aveva raccontato Silvio Martinello qualche giorno fa.

Per Michele Scartezzini è la quarta volta a Gand, dove se non sei uno specialista vero e affermato non ti chiamano. D’altronde la sua stagione, da componente del gruppo del quartetto oro a Tokyo e Roubaix e da viceiridato nella Madison è stata ampiamente positiva e tale da richiamare l’attenzione degli organizzatori e prima di prendere l’aereo i ricordi fioccano: «La prima volta è stata nel 2017 con Elia Viviani, stavamo andando benissimo ma il terzo giorno ebbi problemi fisici che ci costrinsero al ritiro. Poi ho gareggiato due volte con Francesco Lamon, con un 7° e un 8° posto. Questa volta con il giovane belga Gerber Thijssen speriamo di far meglio».

Il corridore di Isola della Scala è perfettamente d’accordo, quella di Gand è la migliore Sei Giorni attualmente in calendario: «E’ durissima, considerando che ogni sera si fanno dai 100 ai 120 chilometri e bisogna considerare che la pista è piccola, solo 166 metri. Si comincia alle 20:00 per finire alle 2 del mattino e non si è a letto prima delle 4-5. Ogni serata è infarcita di gare, l’unico momento per recuperare è dopo la lunga Madison delle 22:30. Ma il pubblico ci tiene molto e si fa sentire per tutto il tempo».

Scartezzini Lamon 2017
Scartezzini per tre volte presente a Gand, miglior risultato il 7° posto con Lamon
Scartezzini Lamon 2017
Scartezzini per tre volte presente a Gand, miglior risultato il 7° posto con Lamon

Ogni serata ha un menù completo

Che tipo di gare sono comprese nel programma? «Di solito si comincia con una corsa a punti, poi ogni serata è intrisa di gare, dal giro lanciato a coppie ai 500 metri a cronometro sempre a coppie, dall’eliminazione alle sfide dietro derny, dallo scratch al supersprint, una gara a 12 corridori con eliminazione ogni 3 giri finché non ne rimangono 6 che si giocano tutto in 10 giri. Sono tutte sfide molto adrenaliniche e divertenti per chi guarda».

Quando si parla di Sei Giorni c’è un concetto che deve essere chiaro: non è tutto solo agonismo. I ciclisti sono vicinissimi al pubblico, le gare devono attirarlo. Una volta, nei tempi d’oro della pista, c’erano corridori che guidavano con i piedi o che nel mezzo della gara si fermavano ai tavoli del ristorante per rubare una bottiglia di champagne e passarsela in gruppo. Oggi si è un po’ meno guitti, ma il legame c’è sempre, magari con una “ola” nel bel mezzo dello scratch lanciata proprio dai corridori…

Quel che è sempre rimasto è il cameratismo tra i protagonisti. Una volta si smontava alla domenica in una città e due giorni dopo erano di nuovo in gara da un’altra parte d’Europa. Oggi il calendario è molto meno pieno, ma i legami restano: «Ci sentiamo spesso fra noi – testimonia Scartezzini – Jonas Rickaert ad esempio (belga che a Gand sarà in gara con lo svizzero Silvan Dillier, ndr) mi ha chiesto di portargli un manubrio che aveva commissionato in Italia, gli farò volentieri da corriere».

Viviani Kejsse 2018
Elia Viviani e Iljo Keisse, vincitori nel 2018 davanti a De Ketele e Ghys (foto Luc Claessen)
Viviani Kejsse 2018
Elia Viviani e Iljo Keisse, vincitori nel 2018 davanti a De Ketele e Ghys (foto Luc Claessen)

Quanto servirebbe un calendario più ricco…

Il portacolori delle Fiamme Azzurre è testimone diretto della lenta involuzione delle Sei giorni: «Iniziai a disputarle nel 2009: al tempo ce n’erano tante: Brema, Rotterdam, Berlino… Alcune sono rimaste, altre no ed è un peccato. Per noi che privilegiamo la pista è una fonte di guadagno, sarebbe giusto rilanciarle. Ora l’Uci sta investendo sulla Champions League, io ne faccio parte e proprio per gareggiare nel circuito dovrò rinunciare alla Sei Giorni di Rotterdam, ma sarebbe bello se ci fosse maggior sostegno per queste gare perché regalano spettacolo».

D’altro canto le Sei Giorni non sono solo corsa, come detto, ma un’occasione per la gente per vivere serate diverse: «Anche a Gand il pubblico è la parte essenziale. Il parterre è affollatissimo e non nascondo che a fine serata sono tanti quelli che hanno alzato il gomito e sono vicinissimi ai nostri box. Certe volte viene da pensare che un affollamento simile sia assurdo, soprattutto ora, ma per noi ciclisti la sicurezza è garantita. Resta il fatto che ogni manifestazione simile è soprattutto una festa».

Thijssen 2021
Con Scartezzini farà coppia Gerber Thijssen, belga di 23 anni, oro europeo 2017 nell’Eliminazione
Thijssen 2021
Con Scartezzini farà coppia Gerber Thijssen, belga di 23 anni, oro europeo 2017 nell’Eliminazione

Favoriti i danesi Morkov-Hansen, c’è Cavendish

A Gand saranno in scena 12 coppie: il numero 1 di pettorale è andato a due componenti del quartetto danese, gli esperti Michael Morkov e Lasse Norman Hansen (vincitori venerdì della Tre Giorni di Copenhagen) i belgi faranno il tifo per Kenny De Ketele (una delle colonne del circuito, quello che fa un po’ da “capobanda” anche quando c’è da attirare l’attenzione con qualche simpatica “mattana”…) e Robbe Ghys, ma protagonista assoluto sarà l’altro belga Iljo Keisse, altro personaggio storico, alla sua ultima apparizione a Gand e che sarà accoppiato a un certo Marc Cavendish…: «So che per Iljo faranno grandi celebrazioni – racconta Scartezzini – l’ultimo giorno ci sarà una vera festa in suo onore».

Michele correrà con il giovane Thijssen: «So che ci tiene tanto, mi ha contattato più volte, per sapere come sto, già pensa alle strategie di gara. Sicuramente non parto per fare la comparsa, mi piacerebbe intanto migliorare il mio miglior risultato a Gand, poi vedremo domenica a che punto saremo. E’ spettacolo, sì, ma è pur sempre una gara…».

Miche Pistard Sei Giorni

Miche, pista e strada sempre al top

22.12.2020
4 min
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Sono poche le aziende nel mondo del ciclismo che possono vantare più di 100 anni di storia, fra queste c’è Miche. Il marchio veneto produce ruote, gruppi e componenti per tutti i tipi di biciclette, dalla strada fino alla mountain bike, con una gamma specifica per le elettriche e anche per la pista. Proprio nell’ambito della pista, Miche rifornisce la nazionale italiana. Abbiamo parlato di questa collaborazione e non solo con Paolo Bisceglia, Sales Manager di Miche e possiamo definire figura storica dell’azienda.

Fornitori degli azzurri su pista

In occasione della nostra visita alla nazionale italiana su pista avevamo notato che alcuni componenti erano marcati da Miche.
«La nostra collaborazione con la nazionale italiana riguarda alcuni componenti – esordisce Paolo Bisceglia – che sono le guarniture complete di movimento centrale e gli ingranaggi, le catene e i pignoni, sia nella versione normale che nella versione Sei Giorni, che è quella con i rapporti più alti, vale a dire le corone anteriori che vanno dal 59 al 63».

Ampio range di rapporti

Rapporti che per i comuni mortali sembrano “mostruosi” ma che i ragazzi e le ragazze della pista spingono regolarmente, cercando l’equilibrio più vantaggioso con i pignoni posteriori. Proprio a Montichiari avevamo potuto vedere come alcune ragazze provassero in allenamento rapporti come il 61×14 o il 57×13. La scelta cambiava in base al tipo di lavoro che dovevano sostenere e anche in base alle sensazioni di ognuna. Proprio per questo motivo Miche rifornisce la nazionale italiana sia con la linea Sei Giorni che quella più standard Advanced che ha un range di rapporti che va dal 44 al 58.

La catena Miche per la pista con uno spessore maggiore
La catena Miche per la pista sono più spesse rispetto a quelle per la strada

Catene particolari

Anche sul piano delle catene la pista richiede delle caratteristiche particolari, infatti lo spessore è superiore ai 9 millimetri, mentre per una catena da strada sempre prodotta da Miche e compatibile con Shimano a 11 velocità, siamo a 5,5 millimetri. Paolo Bisceglia ci ha anticipato che: «In ottica 2021 stiamo lavorando ad un nuovo tipo di catena, che stiamo sviluppando proprio in questo periodo». Anche se abbiamo insistito per farci dire qualcosa di più, da Miche non vogliono svelare troppi dettagli di questa nuova catena. Ma le novità non finiscono qui.

Miche Attiva

«Stiamo chiudendo in questi giorni l’accordo per il rinnovo con la nazionale italiana – continua Paolo Bisceglia – e vi posso dire che quasi certamente forniremo agli azzurri anche la nostra ultima novità, che è la guarnitura Attiva Pista, con il potenziometro SRM integrato». Certamente sarà una bella novità che verrà apprezzata dai nostri pistard e che offre una serie di vantaggi: «Avendo il misuratore di potenza SRM ha il vantaggio che una volta tarata non ha più bisogno di ulteriori regolazioni, anche se si dovessero sostituire la lunghezza delle pedivelle o la corona per cambiare rapporti». Questo è un bel vantaggio soprattutto in pista dove i rapporti vengono cambiati spesso a seconda delle molteplici variabili che sono in gioco.

La nuova guarnitura Attiva Pista con misuratore di potenza SRM
La nuova guarnitura Attiva Pista con misuratore di potenza SRM

E sulla strada?

Abbiamo chiesto a Paolo Bisceglia che 2021 sarà per Miche a livello di presenza nel mondo professionistico: «Per il prossimo anno collaboreremo con l’Androni Giocattoli a cui forniremo le ruote Supertype da 38 e 50 millimetri di profilo nella versione per tubolari con freni a disco. Oltre a queste ruote forniamo anche la Supertype da 40 millimetri di profilo però per copertoncino che i ragazzi possono usare sia in allenamento che in gara. Per le cronometro gli forniremo la lenticolare come posteriore e all’anteriore le ruote da 50 e da 88 millimetri. In questo caso sono per freni tradizionali, perché le bici da crono non hanno i dischi».

Simon Pellaud in azione con le Supertype di Miche
Simon Pellaud in azione alle Strade Bianche con le Supertype di Miche

I pro’ sono il banco di prova

Infine, abbiamo chiesto se Miche utilizza queste collaborazioni per sviluppare nuovi prodotti e farli testare ai corridori «Noi sviluppiamo e testiamo i nostri prodotti internamente, e forniamo alle squadre dei materiali che sono sicuri e affidabili, oltre che prestazionali. Per noi la sicurezza viene prima di tutto. Ovviamente riceviamo i feedback dai professionisti che sono il nostro banco di prova, se vanno bene a loro allora vuol dire che abbiamo lavorato bene».