Fiandre, pressioni basse e vestiario “pesante”

04.04.2021
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Partenza del Giro delle Fiandre. Le soluzioni tecniche sono state molto personali. Ruote, gomme ed anche vestiario… tanto è stato lasciato alla scelta dei singoli corridori.

Alaphilippe bardato

Al via c’erano sei gradi, ma grande umidità, tanto più che lo start era sul lungofiume di Anversa. In parecchi tuttavia sono partiti senza guanti e con i normali pantaloncini corti, senza neanche i gambali o i “tre quarti”. La maggior parte però aveva sia i guanti lunghi che i gambali fino alla caviglia. A mani nude erano davvero in pochi: il Fiandre è molto esigente anche per i suoi tratti in pavé e il guantino, benché sottile, attutisce un po’.

In casa Ineos Grenadiers si è optato per una soluzione intelligente: Gabba a mezza manica, con “cuciture” termiche, quindi piatte, ma pantaloncino corto. «Anche se fa freddo qui ci si scalda presto e volevamo essere liberi», ci ha confidato Leonardo Basso.

Altra particolarità: più di qualche corridore, tra cui Giacomo Nizzolo ha posizionato il numero più in basso del solito, anziché sulla parte bassa della maglia o del boby. Perché? Perché con i tagli attuali molto aderenti, e le mani presumibilmente fredde e con meno mobilità, è più facile prendere e mettere le cose nelle tasche.

Chi era ben coperto era Julian Alaphilippe (in apertura). Per il campione del mondo, scaldacollo, maglia, guanti e gambali lunghi e copripunta sulle scarpe. Meglio risparmiare energie che spenderle per difendersi dal freddo. Poi si spoglierà strada facendo.

Gomme

E veniamo alle gomme, il capitolo che più merita attenzione. Il Fiandre, quasi come la Roubaix, impone soluzioni differenti. Ma se alla Roubaix c’è da fare i conti “solo” con il pavé, qui ci sono anche i muri, quindi la componente peso conta. O al contrario conta meno quella aerodinamica. Le pressioni sono state per tutti, anche per i pesi “massimi”, intorno ai 5,5 bar al posteriore e 5,3 all’anteriore. Ma c’è chi è andato oltre.

Sonny Colbrelli ci ha studiato un bel po’. E’ in Belgio da diverse settimane e ha svolto più test. Il bresciano ha optato per dei tubeless da 28 millimetri, con uno speciale liquido sigillante all’interno che gli ha permesso di scendere al di sotto dei 5 bar. Pensate: 4,5 all’anteriore e 4,8 al posteriore. «Sto provando queste soluzioni già da un po’ – ha detto Colbrelli – le ho testate anche in gara, alla Gand, e mi sono trovato bene. La bici saltella davvero poco».

In casa UAE, il solo Matteo Trentin è rimasto fedele al vecchio setup composto da tubolari e ruota Bora tradizionale. I suoi compagni avevano il tubeless con il nuovo modello Campagnolo, le Wto One, già avvistato alla Sanremo.

Ruote

E qui si apre un mondo. Un po’ come per il vestiario si tratta di una scelta del tutto personale. I corridori dei piccoli team belgi avevano quasi tutti le ruote da 30 millimetri (che ormai sembrano bassissime), ma poi si è visto di tutto. Van Aert per esempio si è presentato con ruote da 60 millimetri, tubolari da 25 millimetri e la Cervelo S5, la bici aero e decisamente rigida e massiccia della Jumbo Visma. Sembrava la bici per una gara piatta e veloce. Evidentemente si sente sicuro così, anche per una gara tecnicamente impegnativa come il Fiandre.

Intelligente, sempre per restare tra gli italiani, la scelta di Basso. Leonardo ha optato per un profilo differenziato. Le sue Shimano Dura Ace, erano da 60 millimetri al posteriore e 40 millimetri all’anteriore: soluzione che agevola un po’ la guida.

La regola però è stato il profilo da 50-60 millimetri (a seconda dei marchi) per tutti. Evidentemente questo standard è quello che i corridori preferiscono. L’avvento del freno a disco con il perno passante e la sezione del cerchio un po’ più larghe rende queste ruote anche confortevoli e ben guidabili.

Particolarità da Fiandre

E poi ci sono le particolarità. Daniel Oss da una settimana sta utilizzando la sella Specialized in “schiuma” 3D. Una sella che a quanto pare è ideale per i fondi in pavé. «Direi “morbida”, ma non perché affondi, piuttosto perché attutisce bene i sobbalzi», ha detto Daniel.

Qualcuno ha montato il cambio Shimano Ulterga anziché il più pregiato Dura Ace: scelta tecnica o ritardo della fornitura?

Infine un’occhiata ai classici “promemoria” che si attaccano sui manubri. La maggior parte dei corridori aveva il numero del muro e il chilometraggio corrispondente al suo inizio, ma Bettiol aveva persino i tratti in pavè, questi erano evidenziati in arancione.

Pinarello F12 Ineos

Coppi e Bartali, giro tecnico (curioso) fra le ammiraglie

26.03.2021
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In occasione della Settimana Internazionale Coppi e Bartali 2021 siamo andati a curiosare fra i bus, le ammiraglie e le bici alla partenza per vedere quali scelte tecniche siano in voga nel gruppo, fra tubolari, tubeless, selle, ruote e pedivelle.

Le scelte di Rebellin

Partiamo dalla Work Service Cycling di Davide Rebellin. Questa squadra pedale sulle biciclette italiane Dynatek, per la precisione il modello Delirio. Quello che ci è saltato all’occhio è la scelta delle ruote di Rebellin, infatti il corridore veneto è l’unico della sua squadra a montare delle Schmolke. Si tratta di un marchio tedesco che produce anche selle, manubri e reggisella tutti in carbonio. A detta di Rebellin sono molto leggere e reattive. Sempre Rebellin utilizza una sella Repente Quasar, che ha larghezza di 142 millimetri. Il rail è in Aisi Stainless Steel, una tipologia di acciaio dalle proprietà meccaniche estremamente elevate per un peso di 170 grammi.

Sempre più tubeless

Passando al Team Colpack Ballan abbiamo notato che sulle Cinelli Pressure e Superstar quasi tutti i corridori montano pneumatici tubeless Pirelli con misure di 26 e 28 millimetri. A conferma di quello che proprio Pirelli ci aveva confermato sullo sviluppo di questo tipo di copertura. Sempre per rimanere su questo discorso, anche le Cervélo del Team Jumbo Visma sono equipaggiate con i tubeless Vittoria da 25 millimetri, anche in questo caso una conferma di quello che la stessa Vittoria ci aveva raccontato pochi giorni fa.

In casa Israel Start Up Nation abbiamo notato i tubolari da 25 millimetri completamente neri senza scritte di Alessandro De Marchi, che ci ha confermato che sta provando un nuovo prototipo di gomma, ovviamente sempre di Maxxis: il marchio che equipaggia la squadra israeliana.

La sella e le pedivelle di Cav

Dando uno sguardo alle selle abbiamo visto che molti corridori stanno optando per quelle corte. Una scelta tecnica che rimane molto personale, ma che rispetto a qualche stagione fa sta vedendo un aumento delle misure più corte. Da notare la sella Specialized di Mark Cavendish e di altri corridori della Deceunink – Quick-Step, con il modello Power Mirror realizzata attraverso la stampa 3D con un polimero liquido. Rimanendo sulla bici del campione britannico non potevamo non notare le pedivelle molto corte da 170 millimetri, che si addicono alle gambe più corte e potenti di cui è dotato lo stesso Cavendish.

Alla ricerca dell’aerodinamica

A livello di manubri, possiamo dire che l’integrato va per la maggiore, come si vede anche dall’immagine di apertura con i Most integrati sulle Pinarello della Ineos Grenadiers. Ma allo stesso modo delle selle, anche per il manubrio parliamo di un componente che va molto a gusto personale del singolo corridore.

Da sottolineare le prese molto chiuse di Sebastian Berwick della Israel Start Up Nation. Scelta fatta ormai da alcuni corridori e che sembra portare un effettivo vantaggio aerodinamico.

Dischi piccoli all’anteriore

Per finire un occhio ai freni. Premettendo che ormai quasi tutte le squadre sono dotate di freni a disco, manca all’appello solo la Ineos Grenadiers fra i grandi team, non potevamo non segnalare la scelta particolare della Eolo Kometa. I corridori del team di Basso e Contador montano dei dischi anteriore dei 140 millimetri. Solitamente la scelta fatta da quasi tutti è quella di un 160 millimetri all’anteriore e un 140 al posteriore. Ma Ravasi e compagni hanno optato per la misura piccola anche sull’anteriore delle loro Aurum.