BOLZANO – Q36.5 non è solo ed esclusivamente abbigliamento super tecnico e ricercato. L’azienda bolzanina spinge forte sull’acceleratore e amplia ulteriormente la famiglia delle calzature.
Nascono le Gregarius (in versione Road e Adventure, queste ultime dedicate al gravel), si posizionano al di sotto delle Unique Pro, ma non perdono di vista i focus di termoregolazione e comfort. Entriamo nelle specificità delle Road.
Luigi Bergamo, CEO di Q36.5 ha presentato Gregarius nelle sede di BolzanoLuigi Bergamo, CEO di Q36.5 ha presentato Gregarius nelle sede di Bolzano
Filosofia Q36.5
Allargare la categoria di calzature significa andare anche a toccare una categoria differente di utenti, ecco dove si spinge Q36.5 con le nuove Gregarius. Sono definite maggiormente democratiche rispetto alle Unique Pro lanciate ufficialmente durante la stagione calda, sono meno costose di queste ultime. Sono in ogni caso un prodotto dalla tecnicità elevata, non entry level per concetto e non economico in senso stretto. Il prezzo di listino si attesta a 300 euro.
Le Gregarius riprendono al 100% la filosofia di Q36.5, che vuolecomfort e termoregolazione ottimale ai primi posti della scala dei valori. Ereditano una parte delle peculiarità tecniche dalla Gamma Dottore e Clima.
Doppio rotore Boa per la chiusuraForma mutuata dalle Unique ProTalloniera integrata, supporto alto e linguetta per facilitare l’ingresso del piedeLinguetta sottile, traforata in un pezzo unicoLa suola è un mix tra carbonio e poliammideSoletta interna SolestarDoppio rotore Boa per la chiusuraForma mutuata dalle Unique ProTalloniera integrata, supporto alto e linguetta per facilitare l’ingresso del piedeLinguetta sottile, traforata in un pezzo unicoLa suola è un mix tra carbonio e poliammideSoletta interna Solestar
Un blend di soluzioni
Disegno, forme e ricerca dei materiali collimano in modo perfetto in una calzatura che ha l’obiettivo di diventare un riferimento per i ciclisti che vogliono una scarpa moderna, funzionale, ma non estremizzata. Si parte dalla forma, piuttosto ampianella sezione frontale (DNA Q36.5) a favore della comodità e di una calzata che lascia le dita completamente libere. La tomaia è composta da una microfibra a rete aperta, ai lati e sulla punta, oltre ad un tessuto più compatto e resistente per la linguetta, in tutta la sezione perimetrale e dietro. Questo tessuto ha una resistenza elevata, garantisce longevità e supporto, inoltre permette di integrare completamente la talloniera.
Il sistema di chiusura è delegato al doppio rotore Boa con tiraggio diretto dei cavi. Quello superiore è assecondato da un passante che funge da guida per il cavo stesso. Altro dettaglio da non trascurare è la soletta interna con un importante rialzo mediano a supporto della zona plantare. E’ sviluppata in collaborazione con Solestar. Le taglie disponibili vanno dalla 37 alla 48 e per gli amanti del peso, la taglia 42 è dichiarata a 250 grammi.
Con il modello Sempre, UDOG eleva in modo notevole le prestazioni di una calzatura inserita nella gamma media. Comfort e performance, finiture curate e anche un giusto prezzo.
Alla base di tutto c’è una calzata generosa, come vuole il DNA UDOG, ma anche una calzatura sviluppata da chi pedala per passione e molti dettagli lo dimostrano. Abbiamo provato questa nuova scarpa, ecco le nostre considerazioni.
UDOG Sempre, eleganti e raffinate nel designUDOG Sempre, eleganti e raffinate nel design
Il rotore singolo posizionato nel punto giusto
Il rotore è uno solo, è sviluppato da UDOG ed è posizionato sul lato esterno della scarpa. Agisce su un cavo che si snoda lungo tutto il dorso del piede ed aziona i due passanti (Wrap System) che di fatto obbligano la tomaia ad avvolgere il piede. Si genera così un’azione combinata, ovvero la fasciatura del piede ben distribuitasu unasuperficie ampia della tomaia, la regolazione automatica del volume interno alla scarpa, ai lati e sopra.
Il cavo ed il rotore, il sistema Wrap System, non esprimono l’azione di chiusura lungo una sola sezione e fascia, a tutto vantaggio della distribuzione delle pressioni generate dalla chiusura. Al tempo stesso il comfort non è sacrificato ed il fit risulta di altissimo livello, il piede è ben contenuto e non è compresso. Il solo aspetto che merita un breve periodo di presa di confidenza è legato alla “corona” della calzatura, ovvero quella sezione che gira attorno all’articolazione della caviglia. Buona parte della forza generata dal sistema di chiusura scarica in quel punto la sua forza, ma senza dare fastidio e bloccare l’articolazione stessa.
La generosità della calzata si percepisce ancor di più quando sono indossateBen equilibrato e lineare il lato dell’arco plantareCorona della calzatura ben imbottita, rifinita e votata ad espellere l’umiditàIl claim di UDOG riportato sulle linguetteLa generosità della calzata si percepisce ancor di più quando sono indossateBen equilibrato e lineare il lato dell’arco plantareCorona della calzatura ben imbottita, rifinita e votata ad espellere l’umiditàIl claim di UDOG riportato sulle linguette
Calzata generosa, le dita sono libere
La calzata, soprattutto nella parte mediana e quella dell’avampiede è davvero abbondante, un dettaglio a nostro parere molto vantaggioso per tutte le categorie di utilizzatori. Significa avere le dita sempre libere, per nulla compresse e schiacciate uno al di sopra dell’altro, talvolta capita per il mignolo che si sovrappone al quarto dito. Ne beneficiano il comfort complessivo, la gestione dellatemperatura internaalla calzatura e del piede stesso. Si ha così la possibilità di indossare calze di differente tipologie, più sottili o con uno spessore maggiore.
Il fattore è vantaggioso anche in termini di performance percepita (a nostro parere anche quella reale), soprattutto nel medio, lungo e lunghissimo periodo. Dopo tante ore di sella, magari trascorse con temperature medio/alte, situazione in cui il piede tende a spanciare un po’ e dilatarsi verso i lati, non si verifica nessuna compressione. La qualità complessiva della pedalata e dell’esperienza in bici si alza, il male ai piedi non compare, le dita restano libere.
Forma e dettagli della suola perfettamente in linea con le scarpe più in alto nella gamma1,3 centimetri di spazio utile per le tacchette: è molto in questa categoria di scarpeForma e dettagli della suola perfettamente in linea con le scarpe più in alto nella gamma1,3 centimetri di spazio utile per le tacchette: è molto in questa categoria di scarpe
Tanto volume interno, spazio alle soggettività
Il volume interno alla UDOG Sempre è tanto ed è assecondato da una tomaia morbida ed elastica (non così comune a calzature di questa categoria), molto compatta e resistente, senza inserti plastici e cuciture ridotte all’osso (quelle presenti sono impercettibili). Traducendo, attriti e frizioni dovuti al movimento praticamente inesistenti, molto spazio interno ad una calzata che trova ampie personalizzazioni. E’ adatta a chi ha un piede con il collo alto ed il retinacolo molto sviluppato (una fascia fibrosa che mantiene in sede i tendini muscolari), ma anche a chi necessita di utilizzare plantari customizzati (più spessi, rispetto agli standard), così come a chi è abituato ad usare una soletta standard con spessore aumentato. In questo frangente un ulteriore valore aggiunto è la forma e l’arcuatura della suola.
Non ha una zona dell’arco plantare molto accentuata, è piuttosto neutra. Inoltre prevede la parte anteriore che tende leggermente verso l’interno, un aspetto che facilita il posizionamento della tacchetta ed aumenta il margine di orientamento di quest’ultima con scostamenti minimi dell’asse ottimale con il ginocchio. Anche in questo caso ci troviamo ad argomentare un dettaglio tecnico spesso lasciato in secondo piano in questa fascia di calzature.
Le UDOG Sempre lasciano tanta libertà al movimento della cavigliaLe UDOG Sempre lasciano tanta libertà al movimento della caviglia
In conclusione
UDOG Sempre è una scarpa da 180 euro di listino, ma dal lato pratico vale di più. Ha poco o nulla da invidiare a molte calzature top level di altri brand, non è estremamente impegnativa e mette il fattore comfort al di sopra di tutto il resto, mentre la resa tecnica diventa funzionale all’interpretazione (soggettiva) della scarpa. La sua comodità facilita anche quel feeling immediato che non guasta mai, soprattutto quando si parla dei piedi e della loro zona comfort, di quanto le estremità corporee ed il loro benessere influiscono sulla prestazione a 360°.
Sempre è il classico esempio di calzatura capace di accontentare (anche) una fascia di agonisti che amano avere il piede alloggiato e non compresso, sono poco inclini ad usare suole estreme in fatto di rigidità. Al tempo stesso non vogliono le pantofole che flettono da ogni lato e non vogliono spendere una follia, senza dimenticare il design e lo stile.
In perfetto stile UDOG, ovvero offrire molto, dare qualità e la giusta tecnicità sempre con il giusto prezzo. Tenendo ben presente questo concetto il marchio veneto ufficializza la sua calzatura di media gamma, la Sempre.
Un po’ Cento, la prima UDOG con il rotore Twist Tech, ma un po’ Distanza, ovvero la UDOG specifica per il gravel, quest’ultima ha le stringhe e la V rovesciata laterale che funge da tirante. Sempre è il giusto match di soluzioni, un prodotto che punta al comfort, senza estremizzazioni e curatissima nel dettaglio.
Una linea filante ed eleganteUna linea filante ed elegante
Rotore Twist Tech e sistema UDOG TWS 2.0
Si tratta di un sistema di chiusura che è unico nel suo genere, oltre al fatto che il rotore è proprietario UDOG. Si argomenta un sistema che ha sicuramente l’obiettivo di fermare la calzatura sul piede, ma adeguare facilmente il volume della parte interna facendo lavorare “tutta” la tomaia. Questo è possibile anche grazie ad una tomaia morbida, ben fatta, quasi malleabile. Il rotore laterale fa lavorare un cavo sfrutta dei passanti in tessuto e fa lavorare in modo ottimale i due tiranti ( V rovesciata) laterali. Automaticamente la tomaia fascia il piede sfruttando una superficie ampia. Il comfort e l’efficienza ne guadagnano.
La tomaia della Sempre è in PU ed è forata al laser. Ci sono degli inserti in TPU applicati in modo strategico, fungono da sostegno e proteggono.
La suola in nylon caricato al carbonioLa suola in nylon caricato al carbonio
La suola è un blend di carbonio e nylon
Sempre non vuole essere la scarpa di riferimento per l’agonismo spinto. Per questa interpretazione ci sono la Cento e Cima. Sempre vuole accontentare anche una sorta di fascia media, che vuole sicuramente una calzatura performante e bella da vedere/indossare, gratificante nello stile, nel design e nelle forme, ben fatta e comoda anche quando è indossata per una giornata intera.
UDOG è tutto questo e non ha bisogno di una suola in carbonio super rigida. E’ in nylon caricato al carbonio con dei canali utili alla ventilazione, con i tre fori (con ampie asole) per il posizionamento delle tacchette. Lo shape è generoso nella porzione anteriore e si stringe verso il centro e nella sezione posteriore.
Livrea full whiteIl design non ha nulla da invidiare a calzature di altissima gammaUn occhio anche alla sostenibilità grazie alla confezione/packagingLivrea full whiteIl design non ha nulla da invidiare a calzature di altissima gammaUn occhio anche alla sostenibilità grazie alla confezione/packaging
Qualche numero
Buono il valore dichiarato alla bilancia, considerando la categoria di appartenenza, 276 grammi nella misura 42. Sono disponibili 11 taglie, dalla 38 alla 48. Il prezzo di listino è di 180 euro, confermando un’ottimale rapporto qualità/prezzo. Due le livree cromatiche, full white e ottanio.
Non è solo la DMTche indossa Pogacar, ma è la DMT più leggera mai creata e si chiama Pogi’s Superlight. Il design ed il primo impatto estetico sono tutto ciò che ha reso celebre questa calzatura fin dalla prima versione, ma nel tempo il prodotto è evoluto ed è cambiato tantissimo.
La nuova Pogi’s Superlight è complessivamente il 15% più leggera della versione precedente, con una rigidità ottimale ed una forma che rende questa calzatura anche efficiente in fatto di aerodinamica. Vediamola nel dettaglio
Integrazione e leggerezza, comfort e rigidità, le nuove Pogi’s SuperlightLe KR gialle con i lacci usate nel 2020Integrazione e leggerezza, comfort e rigidità, le nuove Pogi’s SuperlightLe KR gialle con i lacci usate nel 2020
La DMT con i lacci, ora integrati
Quel corridore che si presenta con le scarpe gialle e nere e utilizza le stringhe, nell’era dei rotori. Era il Pogacar del 2020 ed in quell’anno vinse il primo Tour de France, ma lanciò di fatto anche una tendenza che ora come ora è più che mai attuale. Le scarpe con i lacci hanno preso una bella quota del mercato e diversi marchi hanno emulato la scarpa da bici con le stringhe.
I passaggi sono stati diversi in questi cinque anni e le nuove Pogi’s Superlight sono il risultato di un percorso evolutivo di forme, materiali e soluzioni tecniche. Ora hanno i lacci intergrati (non più le stringhe classiche) e nella taglia 42 hanno ridotto il peso dell’11% (se messe a confronto con la versione più anziana), passando da 220 a 195 grammi nella taglia 42.
I passanti integrati dove scorrono i lacciInserto protettivo sulla puntaIl logo NFC presente su una delle due calzatureLa talloniera è integrata nella tomaiaLa zona interna dell’arco plantareSuola rivista, rigida e leggeraI passanti integrati dove scorrono i lacciInserto protettivo sulla puntaIl logo NFC presente su una delle due calzatureLa talloniera è integrata nella tomaiaLa zona interna dell’arco plantareSuola rivista, rigida e leggera
Sono cambiate la tomaia e la suola
Non solo questione di chiusura. La tomaia 3D è stata completamente cambiata, perché è più leggera ed anche aerodinamica, è confortevole e molto traspirante. La tasca superiore alla linguetta, quello che funge da contenitore per i terminali dei lacci ha una posizione rivista. Viene riproposta l’integrazione della tecnologia Ice-Key che permette il riconoscimento del corridore in caso di incidente. Il dispositivo è all’interno della tomaia. DMT è il primo fornitore di calzature ad aver integrato questa tecnologia.
Tutta nuova anche la suola full carbon Super Light, certamente alleggerita, ma capace di mantenere un eccezionale rapporto tra la rigidità ed il peso. Al pari della suola è stato applicato un tacchetto posteriore sostituibile ed in materiale bicomponente.
Livrea black antraciteLivrea black antracite
Le altre cose da sapere
Il prezzo di listino delle DMT Pogi’s Superlight è di 439 euro e saranno disponibili nella colorazione full white, oppure black antracite. E’ una tipologia di calzatura che mette al centro il comfort e la termoregolazione, ma è stata sviluppata a braccetto con Pogacar ed anche per questo motivo resta un prodotto da competizione. La tomaia 3D è ben protetta nei punti critici e ben strutturata, ma il brand consiglia di non utilizzare detergenti chimici aggressivi per la pulizia.
Il test completo delle Giro Imperial II è una sorta di evoluzione della Giro Empire SLX, ma questa è la versione con i due rotori Boa Li2 in alluminio. Il design e le forme sono in parte mutuate da quella con i lacci, ma il modello con i rotori si rivolge a chi preferisce aggiustare il fitting anche in corsa, oltre ad offrire una sensazione di rigidità e compattezza maggiori.
460 grammi rilevati nella taglia 42 (per entrambe le scarpe, senza solette), un peso molto buono, per una calzatura che si pone come il giusto compromesso tra ventilazione massimizzata, peso ridotto e rigidità della suola. L’abbiamo provata.
Giro Imperial II, super ventilate e con i Boa in alluminioGiro Imperial II, super ventilate e con i Boa in alluminio
Una scarpa Giro ha sempre dei plus
Prima di tutto il fitting, mai banale, un marchio che come pochi altri è in grado di far collimare una calzata asciutta ad un comfort di altissimo livello. All’apparenza si vede una scarpa magra ed allungata, ma una volta indossata l’avampiede si distende, si allarga e le dita non restano compresse. Il vantaggio nel medio e lungo periodo legato al comfort e il piede ringrazia. Ovviamente entra in gioco anche la tomaia Synchwire in TPU monofilamento, un misto tra una sorta di mesh trasparente (un tessuto particolarmente arcigno, seppur retato) e zone in cui il tessuto è compatto, mai eccessivamente duro. Risulta contenitivo, non cedevole ed è anche piacevole al tatto, quasi da sembrare pellame naturale nella zona del tallone.
E poi ci sono i due rotori Boa Li2 in alluminio, tosti e belli da vedere, comunque leggeri ed entrambi hanno i cavi incrociati. Tutti i passanti di scorrimento dei cavi sono in tessuto. Ci piace questa trovata, perché assolvono ad una doppia funzione, quella di chiudere e quella di adeguare il volume della calzatura al piede. Vicino alla linguetta ed ai lati il piede non mostra spazi vuoti, seguendo una sorta di fil rouge della versione con i lacci, sempre perfettamente aderente al piede.
Gli spessori che caratterizzano la suola, con il tacchetto posteriore fisso1,5 centimetri di margine per lo spostamento della tacchettaBen equilibrata anche nelle fasi di fuorisellaGli spessori che caratterizzano la suola, con il tacchetto posteriore fisso1,5 centimetri di margine per lo spostamento della tacchettaBen equilibrata anche nelle fasi di fuorisella
Suola in carbonio, spessori differenziati
E’ tutta in carbonio unidirezionale ed è rigida. Nella scala dei valori Giro è quella al top, anche se non è estrema. Ha una sorta di linea centrale con spessore maggiorato, così come è più spesso il punto di connessione/supporto della tacchetta. Le asole filettate hanno ben 1,5 centimetri di scorrimento (tantissimo), tanto da portare la tacchetta, tanto avanti o tanto indietro, in base alle necessità e preferenze.
La suola non è piatta e soprattutto nella zona dell’arco plantare si rialza leggermente, senza essere invasiva. Sostiene e non crea fastidi, lascia spazio per eventuali solette interne personalizzate e non influisce negativamente sul fitting.
La parte interna del tallone non presenta tessuti ruvidi e controproducenti per la giusta termoregolazioneI due rotori Boa Li2 in alluminioLa soletta customizzabile nell’arco plantareLa parte interna del tallone non presenta tessuti ruvidi e controproducenti per la giusta termoregolazioneI due rotori Boa Li2 in alluminioLa soletta customizzabile nell’arco plantare
I tre vantaggi principali della Imperial II
Fitting asciutto e plasmabile al tempo stesso, grazie ad una suola che non è estremamente rigida, soprattutto nel percepito. Volume interno ottimale, perché la scarpa Giro in questione permette di inserire un plantare customizzato, oppure una soletta leggermente più spessa rispetto a quella in dotazione con arco plantare personalizzabile in fase di riempimento (ed è un’ottima soletta).
Nonostante il doppio incrocio dei cavi, la tomaia e la linguetta non schiacciano la struttura del retinacolo del piede. Ovviamente la ventilazione è costante, grazie a buona parte del tessuto “quasi” trasparente ed anche chi soffre di più del calore ai piedi può ringraziare.
Talloniera integrata e nascosta sotto la tomaia, ben fattaUna calzatura “dritta” una volta agganciata al pedaleTalloniera integrata e nascosta sotto la tomaia, ben fattaUna calzatura “dritta” una volta agganciata al pedale
In conclusione
Giro Imperial II è una tipologia di scarpa tanto redditizia, quanto capace di soddisfare diverse tipologie di utenza. Ideale per chi ricerca leggerezza e una ventilazione costante, ma non è disposto ad indossare una scarpa cedevole dove il risparmio dei grammi è parallelo ad un calo delle performance e della stabilità. E poi l’impatto estetico, perché Imperial II è una calzatura che gratifica il colpo d’occhio. E’ asciutta ed elegante. Sotto il profilo prestazionale non è eccessiva, anche se la rigidità della suola si sente e non poco, soprattutto nella zona anteriore. Eppure non è una di quelle calzature che invita a portare tutto il peso sulla tacchetta/pedale, per un equilibrio nel gesto ed una semplicità di “lettura” della scarpa che non è banale.
Le cuciture interne sono ridotte all’osso, un fattore che si sente soprattutto nel medio e lungo periodo. Non si percepiscono attriti e frizioni inutili, è sinonimo di una ricerca qualitativamente elevata e proprio la quasi totale assenza di cuciture interne aumenta quell’aspetto di libertà del piede. Imperial II non è una calzatura che fa spanciare il piede, ma è davvero confortevole. Non da ultimo, ci piacciono la talloniera completamente integrata ed il tessuto interno, morbido ed adattivo, comunque anti sfregamento, ma comunque votato a non accumulare sudore/calore, in linea con il focus primario della scarpa Giro. Il prezzo di listino è di quelli importanti, di qualche centesimo inferiore ai 430 euro, anche se in realtà rientra nel range di una categoria top level.
Q36.5 ha appena presentato le Unique Pro, le scarpe più performanti mai create dal brand bolzanino. I loro punti di forza sono una suola in carbonio sottilissima e brevettata, una calzata avvolgente che trasmette ogni watt sui pedali e tutta la comodità di una tomaia che sembra una seconda pelle.
Delle scarpe per chi cerca il massimo in termini di leggerezza e prestazioni (non a caso sono giù usate da diversi atleti del Q36.5 Pro Cycling Team).
Unique Pro sono il punto più alto raggiunto da Q36.5 per quanto riguarda le scarpe da stradaIl loro punto di forza principale è la suola in carbonio brevettata: la più sottile mai creataUnique Pro sono il punto più alto raggiunto da Q36.5 per quanto riguarda le scarpe da stradaIl loro punto di forza principale è la suola in carbonio brevettata: la più sottile mai creata
La suola più sottile al mondo
La prima e forse più importante innovazione riguarda la suola in fibra di carbonio. Q36.5 ha lavorato con una fabbrica artigianale di Montebelluna (TV) fino a creare la suola più sottile al mondo: il suo spessore è inferiore ai 2,2 mm. Questo naturalmente si traduce in un vantaggio in termini di peso (le Unique Pro sono davvero leggerissime, come vedremo alla fine), ma non solo.
Questo accorgimento permette anche di ridurre al minimo la distanza tra il centro del pedale e l’interno della scarpa, cosa che garantisce una migliore trasmissione della potenza e anche un vantaggio aerodinamico. In sintesi, grazie a questa nuova suola sottilissima la scarpa e il pedale diventano quasi un tutt’uno.
Ma le migliorie riguardano anche il design. Il tallone è sagomato in modo da avvolgere perfettamente la parte posteriore del piede, per ridurre ancora di più la flessibilità in quella zona. Al contempo rispetto alla versione precedente, la zona del metatarso è stata ampliata di 1 cm per garantire più libertà di movimento e una calzata più confortevole.
La suola avvolge anche il tallone, aumentando la rigiditàLa suola avvolge anche il tallone, aumentando la rigidità
Tomaia avvolgente in mesh e sistema Power Wrap
Le Unique Pro sono state pensate per essere comode anche dopo molte ore in sella. Gli ingegneri di Q36.5 hanno realizzato una tomaia in microfibra da 1 mm, sotto la quale è stato inserito un pannello in mesh che avvolge il piede come una calza (senza cioè la classica linguetta). Questa soluzione, oltre al comfort, aumenta anche la superficie di ventilazione, dal momento che il mesh è leggerissimo e molto traspirante.
La rigidezza torsionale delle Unique Pro è poi migliorata anche dal sistema Power Wrap. Si tratta di un pannello termoplastico ( più rigido della tomaia) nella parte interna della scarpa che ha lo scopo di supportare l’arco plantare, aumentando tutta la stabilità generale. Infine la chiusura è assicurata da due rotori Boa in alluminio, precisi ed eleganti.
Il sistema Power Wrap (la parte in grigio nella foto) all’interno della scarpa aumenta il supporto della calzataIl sistema Power Wrap (la parte in grigio nella foto) all’interno della scarpa aumenta il supporto della calzata
Peso, taglie e prezzo
Abbiamo detto all’inizio che le Unique Pro, grazie a tutte queste soluzioni, sono leggerissime. Il loro peso in taglia 42 si ferma ad appena 225 grammi.
Le taglie vanno dal 37 al 48 (con le mezze taglie dal 39 al 46) e per ora sono disponibili solo in bianco. Da Q36.5 fanno sapere però che a breve dovrebbero uscire anche in total black. Il prezzo consigliato nel sito dell’azienda è da scarpe top di gamma: 550 euro.
MASSA MARITTIMA – La nuova calzatura Fizik vista in primavera, indossata da alcuni atleti del Team Movistar, ha un nome ed un’identità ben precisa. Il suo nome è Vega Carbon. Come sempre capita in queste situazioni, il nostro riferimento al quale strappare qualche considerazione tecnica aggiuntiva, è Alex Locatelli, Product Manager Fizik.
«Vega Carbon è la nostra scarpa race oriented – racconta Locatelli – che mutua il concetto della tomaia dal modello Powerstrap ed i Boa dallo Stabilita, ma è fondamentale sottolineare che è un progetto completamente nuovo, con un DNA proprio. A tal proposito, visto che la Powerstrap resta in catalogo, voglio dire che non esiste un sistema di chiusura migliore o peggiore, perché ritengo che la scarpa nella sua totalità deve essere funzionale alle proprie esigenze e necessità».
Will Barta, tra i tester ufficiali Fizik per le Vega CarbonWill Barta, tra i tester ufficiali Fizik per le Vega Carbon
Vega Carbon, la nuova scarpa race
La nuova Vega Carbon, prosegue Locatelli, utilizza un’integrazione importante ed un blend di soluzioni dedicate alla shape che hanno l’obiettivo di offrire comfort in primis e di adattarsi all’anatomia del piede.
«Abbiamo cercato – conclude Locatelli – di azzerare qualsiasi punto di pressione. Rispetto a tutte le scarpe Fizik, attuali e del passato, la Vega Carbon ha una “costruzione a calzino” che è funzionale alla stabilità, per distribuire meglio le pressioni generate, inevitabilmente, dai rotori Boa e si abbina alla perfezione alla caratteristica tomaia».
Alex Locatelli, come sempre, ci ha illustrato la scarpa e messa a confronto con la PowerstrapLa suola con il carbonio nascosto e tanto spazio di regolazione delle tacchetteLa sezione dell’arco plantare e dell’interno del piedeIl tallone con la talloniera al di sotto della tomaia (foto Roofowler-BCA)I due rotori Boa con il tiraggio differenziato dei caviAlex Locatelli, come sempre, ci ha illustrato la scarpa e messa a confronto con la PowerstrapLa suola con il carbonio nascosto e tanto spazio di regolazione delle tacchetteIl tallone con la talloniera al di sotto della tomaia (foto Roofowler-BCA)La sezione dell’arco plantare e dell’interno del piedeI due rotori Boa con il tiraggio differenziato dei cavi
I punti chiave delle Vega Carbon
La particolare tomaia (Aerowave Pro) non è solo un mesh, non una rete e assolutamente non è un tessuto Knit. La tomaia delle Vega Carbon è un sistema che nasce qualche anno fa con la prima versione delle Powerstrap. Una prima evoluzione c’è stata nella seconda generazione di quelle scarpe, opportunamente riprogettata per le Vega Carbon. Perché? Perché rispetto ai due velcri, l’azione dei Boa Li2 è diversa. E’ particolarmente traspirante e ventilata, non accumula calore ed umidità, non si inzuppa di acqua in caso di pioggia. Aerowave Pro è molto tenace, robusta e resistente.
Ha una forma anatomica, molto equilibrata su tutta la superficie della suola, ma anche nella larghezza della pianta, con l’obiettivo di lasciare spazio al movimento delle dita (anche del mignolo). Il concetto di integrazione è espresso principalmente con la suola. E’ in carbonio e prevede una scocca esterna, una punta protettiva ed il tacco posteriore a tutto vantaggio del grip. Nella sua totalità la suola esprime un valore numerico di rigidità pari a 10 nella scala Fizik.
Calzatura filante ed asciutta nelle formeCalzatura filante ed asciutta nelle forme
Alcuni numeri delle Vega Carbon
Per gli amanti dei pesi ridotti, il valore dichiarato alla bilancia è di 239 grammi, molto ridotto se consideriamo che ci sono i due rotori con i relativi cavi e punti di passaggio. Le taglie sono disponibili dalla 36 alla 48.
Il prezzo di listino è di 390 euro. E’ importante, ma non eccessivo (in realtà è al di sotto della media della categoria race), considerando l’estrema ricerca di ogni singolo componente, della fattura e della qualità che Fizik mette sempre sul piatto.
Che Tadej Pogacar abbia fatto breccia nel cuore e nell’immaginario dei tifosi più giovani è ormai fatto noto, ne abbiamo parlato anche noi raccontando la bella storia di Petra.
Questo aspetto non è sfuggito a Dmt, l’azienda che fornisce le scarpe al campione sloveno, che ha deciso di presentare le KR4 PJ Junior, un modello pensato per i campioni di domani.
Il design riprende quello classico delle scarpe del campione sloveno, a partire dalla chiusura con i lacciIl design riprende quello classico delle scarpe del campione sloveno, a partire dalla chiusura con i lacci
Stesso stile del campione
Le KR4 PJ Junior riprendono lo stile delle scarpe create da Dmt per Pogacar: bianche e con la chiusura a lacci, la più evidente caratteristica. Gli aspetti tecnici sono, naturalmente, meno esasperati rispetto a quelli che si trovano nei modelli top di gamma, ma restano comunque di buon livello, anzi ottimo considerando che si rivolgono a ciclisti in erba.
La tomaia è in rete mesh, leggera, traspirante e che si asciuga velocemente, per pedalare comodamente anche e soprattutto nelle giornate estive. La suola è in nylon, quindi rigida ma non in maniera esagerata, e provvista di prese di areazione sia nella parte anteriore che in quella centrale.
Un fumetto con Hulk in giallo rende le KR4 PJ Junior ancora più accattivanti per i più giovaniUn fumetto con Hulk in giallo rende le KR4 PJ Junior ancora più accattivanti per i più giovani
Fumetto di Hulk-Pogacar, un supereroe ai propri piedi
Sappiamo che Pogacar ama attaccare sul manubrio uno sticker di Hulk, il suo supereroe preferito. Essendo le KR4 PJ Junior delle scarpe pensate per i ragazzini, in Dmt hanno deciso di ispirarsi a quel personaggio per rendere questo modello unico.
Nella parte interna è stato stampato un Hulk in versione Pogacar, con tanto di maglia gialla e ciuffetto che sporge dal casco. In questo modo durante le loro pedalate i campioni di domani avranno sempre un supereroe al loro fianco (cioè, ai loro piedi).
La linguetta in microfibra, assieme alla tomaia in mesh, garantiscono un’ottima calzataLa linguetta in microfibra, assieme alla tomaia in mesh, garantiscono un’ottima calzata
Altri dettagli, taglie, peso e prezzo
La comodità della calzata è garantita – oltre dalla chiusura con i lacci – anche dalla linguetta in microfibra che si adatta a tutti i tipi di piede. In più, come le scarpe “dei grandi” la tacchetto posteriore è intercambiabile. Le taglie vanno dal 35 al 39, e il peso è di 195 grammi (per la misura 36). Il prezzo delle KR4 PJ Junior indicato nel sito di Dmt è di 119 euro
Il Pogacar visto ieri all'Amstel è parso affaticato, come se non avesse recuperato dopo la Roubaix. Avrebbe dovuto recuperare? Un peccato non averci pensato
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
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In una ipotetica scala di valori Sidi ci sono le Shot 2S, le Wire 2S e poi le Ergo 6. Le prime sono quelle sviluppate per un utilizzo professionale e sono molto utilizzate dai corridori di mestiere. Le Wire 2S non si discostano molto, modello anche questo parecchio utilizzato nelle categorie pro’.
E poi ci sono le Ergo 6, con una suola full carbon meno estrema (scende di solo un punto il valore della rigidità), calzatura che utilizza un posizionamento asimmetrico dei due rotori a favore di un elevato supporto dell’arco plantare. A questo aspetto tecnico collima alla perfezione il concetto Millenium Fit. Entriamo nel dettaglio della nostra prova.
Punta rotonda rinforzata, fit abbondante, tallone robusto che non costringe eccessivamentePunta rotonda rinforzata, fit abbondante, tallone robusto che non costringe eccessivamente
Sidi Millenium Fit, la calzata fa la differenza
La misura del nostro piede: 27 centimetri la lunghezza (con la calza estiva, quella usata anche in inverno), 11 centimetri di larghezza sulla linea metatarsale. Misure, soprattutto quella relativa alla lunghezza, che portano alla scelta di una taglia 42,5, considerando anche una tomaia in microfibra molto morbida che si adegua in fretta alla forma del piede. La scelta della misura corretta di una scarpa di livello professionale, la Sidi Ergo 6 lo è, dovrebbe sempre partire dalla misurazione effettiva del piede.
Il fitting mantiene un indirizzo per uso agonistico, considerando però che, a parità di taglia, il concetto Millenium Fit aumenta leggermente la lunghezza (paragonandolo al classico fit Sidi) e di poco l’ampiezza anteriore. Un esempio pratico: se si possiede una Sidi taglia 42, con una scarpa Millenium Fit è necessario indossare una taglia 41,5 per avere il medesimo feeling della calzata. Rispetto al fit classico non cambia il volume interno.
Calzatura con tomaia molto forata e aerataIl tallone con l’imbottitura internaLa suola con l’ispessimento nella zona della tacchettaLa soletta con una doppia densitàCalzatura con tomaia molto forata e aerataIl tallone con l’imbottitura internaLa suola con l’ispessimento nella zona della tacchettaLa soletta con una doppia densità
Come è fatta la Ergo 6
La suola è completamente in carbonio ed ha un indice di rigidità 11 (la scala Sidi termina a 12). E’ differente se messa a confronto con le suole di Shot 2S e Wire 2S, perché ha una finitura diversa (unidirezionale) e le nervature sono meno pronunciate. E’ meno aggressiva. Ha una protezione anteriore e un tacchetto posteriore (non sostituibile) dal grip elevato. Ci sono due asole/aperture, quella anteriore e quella mediana. Importantissima la zona di posizionamento della tacchetta del pedale, con asole che permettono uno scarrellamento aggiuntivo (si aggiunge a quello delle tacchette) di 15 millimetri, avanti o indietro ed è tantissimo.
La tomaia in microfibra ha uno spessore di 1,2 millimetri, è ricca di microfori che variano il diametro in base alle zone delle scarpa. Internamente c’è un rivestimento in tessuto, con un’imbottitura leggera nel punto intorno alla caviglia. La talloniera è integrata sotto la tomaia. La punta della scarpa ha uno strato aggiuntivo/protettivo che ha l’obiettivo di proteggere la tomaia.
Rotori facili da azionare anche durante la pedalataRotori facili da azionare anche durante la pedalata
Chiusura disassata
I due rotori Sidi hanno un posizionamento leggermente disassato che dà forma ad un tiraggio asimmetrico dei cavi e della tomaia. Entrambi hanno il cavo in Dyneema (super resistente), diretto a mandata singola quello superiore, con incrocio quello inferiore.
L’azione di chiusura è completata ed assecondata dai supporti laterali Firmor, una sorta di bretella in TPU applicata eseternamente alla tomaia. Tende ad irrobustire quest’ultima e a far si che l’arco plantare riceva un sostegno aggiuntivo. Tecnicamente è una bella soluzione, perfettamente integrata, efficace e non modifica il design elegante della scarpa.
Sistema di chiusura Sidi e cavi DyneemaI rotori sono attaccati alla tomaia nella loro parte inferioreLe “bretelle” Firmor che completano il supporto all’arco plantareSistema di chiusura Sidi e cavi DyneemaI rotori sono attaccati alla tomaia nella loro parte inferioreLe “bretelle” Firmor che completano il supporto all’arco plantare
I nostri feedback
Se dovessimo confrontare le Sidi Ergo 6 con le Shot 2S e/o le Wire 2S, potremmo subito scrivere che le prime sono meno rigide nella zona della suola, al tempo stesso super fascianti, con un fitting “quasi” plasmabile, in tutto quello che concerne la tomaia. Le Ergo 6 offrono delle prestazioni elevate e non sacrificano nulla in fatto di comodità. Una calzatura Sidi, a prescindere dalla categoria, non sarà mai estrema, ma tra i vantaggi mostrati dalla Ergo 6 c’è quel rapporto ottimale tra la tomaia, il sistema di chiusura e la suola. L’arcuatura di una suola Sidi rimane un must, in grado di rispondere alle esigenze di chi pedala con il tallone verso l’interno, oppure verso l’esterno. Il tallone risulta perfettamente alloggiato.
Molto buone le risposte che arrivano dal pacchetto chiusura, se pur orfano dell’archetto posteriore (presente su Shot e Wire) che tende a trattenere maggiormente il tallone. Ergo 6 mostra un eccellente supporto lungo tutta la fascia del mesopiede e al tempo stesso distribuisce perfettamente le pressioni che si creano tra arco plantare e punto esterno laterale, anche grazie ai rotori facilmente azionabili in movimento.
L’arcuatura della suola contribuisce a facilitare il posizionamento corretto della tacchettaL’arcuatura della suola contribuisce a facilitare il posizionamento corretto della tacchetta
Suola equilibrata
Come accennato in precedenza, la suola trasmette una buona rigidità fin dalle prime pedalate, non è invasiva e “troppo” rigida, ma soprattutto è ben equilibrata lungo tutta la superficie di appoggio. Il concetto di equilibrio si riferisce alla piena sfruttabilità in diverse situazioni e per differenti necessità (e modi di pedalare), al fatto che ha un arco plantare neutro e quindi perfettamente interfacciabile con solette/plantari di varia natura. Non porta a pedalare troppo sulla punta o scaricando le forze eccessivamente verso il tallone.
Nessun archetto sulla talloniera, ma la scarpa è tanto stabileNessun archetto sulla talloniera, ma la scarpa è tanto stabile
In conclusione
Il rapporto tra la qualità, la resa tecnica ed il comfort, considerando il prezzo di listino di 299 euro è davvero eccellente. Non significa che siamo di fronte ad una calzatura economica, significa a nostro parere che parliamo di una scarpa con tutti i crismi dell’alto di gamma con un prezzo accessibile.
Sidi Ergo 6 è una di quelle calzature che regala una confidenza immediata e considerando l’ampio delta di pubblico al quale si rivolge non è un dettaglio secondario. Anche dopo diverse ore di bici non stanca il piede, non mostra punti di pressione (sempre poco tollerati), merito anche di una tomaia davvero morbida.