La notizia era nell’aria già da qualche settimana, ma solamente in questi ultimi giorni è arrivata l’ufficialità. Pon.Bike, realtà aziendale leader mondiale per quanto riguarda la produzione di biciclette e componenti per il ciclismo, ha acquisito il prestigioso marchio italiano di calzature Nimbl.
Con sede a Porto Sant’Elpidio (Macerata), nel pieno cuore del distretto della calzatura artigianale di qualità, Nimbl è stata fondata appena nel 2020, e da allora ha fortemente esteso la propria attività espandendosi su scala internazionale nel segmento scarpe “high-end” per ciclismo su strada e pista, con clienti che si riconoscono dagli appassionati di ciclismo fino ai campioni del mondo e ai vincitori dei Grandi Giri. Tutte le scarpe Nimbl vengono realizzate a mano all’interno dello stabilimento di Porto Sant’Elpidio.
Nimbl ha accompagnato Jonas Vingegaard alla conquista del suo secondo Tour de FranceNimbl ha accompagnato Jonas Vingegaard alla conquista del suo secondo Tour de France
Create per i campioni
Nimbl produce scarpe che vengono indossate da numerosi ciclisti professionisti durante le maggiori competizioni mondiali. Competizioni che molto spesso “impegnano” le stesse calzature nelle condizioni più estreme. Oggi, circa 125 ciclisti professionisti gareggiano con Nimbl ai piedi. E uno di questi non è altro che il vincitore del Tour de FranceJonas Vingegaard del team Jumbo-Visma. Ma queste scarpe ad altissime prestazioni sono state scelte anche da diversi vincitori del recente campionato del mondo di ciclismo su pista: come Jeffrey Hoogland, iridato a Glasgow nel chilometro.
Le calzature Nimbl sono disponibili in tutto il mondo, la vendita avviene sia online che attraverso una selezionata rete di rivenditori. E oggi, grazie a questa acquisizione, il brand avrà la possibilità di ampliare ulteriormente la propria distribuzione sia negli Stati Uniti quanto in Europa.
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Obiettivo crescita internazionale
Pon Holdings è una multinazionale di riferimento, ancora a conduzione familiare, con sede nei Paesi Bassi e un fatturato annuale di oltre 10 miliardi di euro. La società conta 15.700 dipendenti, in 34 Paesi e in tutti e sei i continenti. Pon Holdings controlla ben 110 aziende, tutte realtà che operano su quattro linee distinte: Automotive, Pon.Bike, Equipment & Power Systems e Agricultural Products & Services. L’obiettivo ultimo di Pon Holdings è quello di continuare a garantire la mobilità di persone, città e settori in maniera efficiente e sostenibile. Nei Paesi Bassi, Pon rappresenta il principale gruppo dedicato alla mobilità, poiché è in grado di offrire a milioni di persone biciclette, automobili e servizi di mobilità innovativi, quali il noleggio di biciclette e la condivisione di auto e monopattini.
Nimbl a Glasglow è salita sul podio iridato grazie al secondo posto di Wout Van AertNimbl a Glasglow è salita sul podio iridato grazie al secondo posto di Wout Van Aert
Quella di Nimbl rappresenta un’aggiunta logica per la famiglia Pon.Bike, gruppo che include oltre 20 prestigiosi e storici brand del mondo del ciclismo come Cannondale, Cervélo, BBB Cycling, Gazelle, Focus, Santa Cruz, Kalkhoff, Swapfiets, Veloretti, GT, Schwinn, Mongoose, Caloi e Urban Arrow.
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La Fizik Stabilita è una calzatura che non ha pari, una scarpa che è fuori dagli schemi. Non è paragonabile ad altre scarpe da bici che il mercato offre, per design, progetto e tecnica.
Le abbiamo provate. Non ci siamo limitati al test, ma abbiamo chiesto ad Alex Locatelli, Product Manager di Fizik, per sapere dove nasce l’idea di una scarpa al top del catalogo, ma over standard.
La suola della Stabilita che, una volta indossata sembra del tutto normaleLa suola della Stabilita che, una volta indossata sembra del tutto normale
Come nasce la Stabilita?
Nasce dai feedback e dalle necessità degli atleti professionisti e dal lavoro che viene svolto con loro in fatto di ricerca e sviluppo. In diversi casi ci è stato chiesto, anche da alcuni biomeccanici delle squadre, di poter sviluppare una calzatura in grado di stabilizzare il piede attraverso l’arco plantare, limitando l’utilizzo di solette custom. I test, le prove e le tante ore di utilizzo hanno mostrato un prodotto capace di contrastare infortuni ed infiammazioni, anche delle articolazioni.
Al di là della colorazione, la Fizik Stabilita è una scarpa eleganteAl di là della colorazione, la Fizik Stabilita è una scarpa elegante
Rispetto ad una prima idea, quante modifiche sono state necessarie prima di arrivare al prodotto così come lo vediamo oggi?
E’ difficile quantificare il numero di realizzazioni che sono state eseguite prima di arrivare alla Stabilita così come è oggi. In termini temporali ci sono voluti quasi due anni. Un progetto di innovazione, come lo è la Stabilita richiede tanta ricerca e un lavoro enorme su tutti i dettagli. Nei vari step l’utilizzo della stampa 3D è stato fondamentale così come le simulazioni del software.
Densità differenziata per l’arco plantareDensità differenziata per l’arco plantare
Quale è stata la parte più difficile da sviluppare?
Trovare i giusti componenti che potessero lavorare in modo ottimale tra loro. E poi tutto quello che ha riguardato il fine tuning per la zona dell’arco plantare. A questo aggiungo anche tutta la fase di test ed il tempo per leggere e capire in modo corretto i feedback. D’altronde si tratta di una scarpa diversa.
Ci sono dei feedback che ti hanno colpito in modo particolare?
Considerando una categoria, quella degli stradisti che è molto conservatrice e poco incline alle innovazioni, mi ha colpito il fatto che gli atleti che hanno provato la Fizik Stabilita non sono più tornati sulla calzatura standard. I riscontri si sono concentrati sul supporto anche del tendine d’Achille e del ginocchio.
I due Boa sono facilmente azionabili anche durante la pedalataI due Boa sono facilmente azionabili anche durante la pedalata
A chi si rivolge principalmente questa calzatura?
E’ una scarpa per l’atleta evoluto, non solo per il professionista, o comunque adatta a quei corridori che attraverso il supporto di una calzatura comoda non vogliono disperdere le energie. Ovviamente non è per tutti, non fosse altro per il prezzo, ma dietro il progetto Stabilita c’è tanta tecnologia e ricerca. Aggiungo che questa tipologia di prodotto è adatta anche a quel ciclista che deve contrastare dei problemi alle articolazioni che spesso sfociano in infiammazioni.
La soletta dedicata a StabilitaLa parte interna dell’intersuola, specifica per questo progettoSi vede la punta che rientra leggermente all’internoLa soletta dedicata a StabilitaLa parte interna dell’intersuola, specifica per questo progettoSi vede la punta che rientra leggermente all’interno
Come è fatta
La Stabilita ha una suola full carbon che adotta una laminazione dedicata della fibra composita. Questa soluzione è voluta per assecondare l’evidente punto di scarico nella zona dell’arco plantare, dove la suola non è presente, ma anche un indice di rigidità che raggiunge i 10 punti, ovvero il massimo nel range Fizik. Le asole per il montaggio della tacchetta hanno un’ampio scarrellamento anteriore e posteriore che risulta davvero utile. Inoltre le stesse asole sono leggermente arretrate rispetto agli standard del passato, che vedevano i filetti più avanzati di circa mezzo centimetro. La scarpa non è dritta, ma segue, proprio grazie alla suola, un’arcuatura che tende a rientrare verso l’interno, a partire dalla zona mediana, fino alla punta. Un concetto tecnico e di design che influiscono in modo esponenziale sulla qualità della pedalata.
Nella zona dell’arco plantare il tessuto della tomaia ha un’elasticità e una porosità differenti ed si vede la banda elastica sdoppiata che funge da tirante. Dynamic Arch Support 2.0, questo è il nome e include anche la parte interna della suola che non è omogenea, ma è “frastagliata” e la soletta, che segue lo stesso concetto, grazie ad una densità differenziata del foam integrato nell’arco. Si plasma sulla forma del piede grazie al tirante esterno e limita l’impiego di inserti in questa delicata zona del piede ed eventuali plantari che talvolta risultano scomodi ed eccessivamente caldi. L’obiettivo è quello di creare un’adattabilità massimizzata, limitando l’utilizzo di componenti esterni alla scarpa.
Ci sono i due Boa Li2, quello più alto è collegato alla fascia elastica, quello inferiore funge da guida per un cavo che incrocia ed ha il compito di adeguare la tomaia al piede. Il materiale della Tomaia è molto compatto ed elastico al tempo stesso, offre un sostegno di altissimo livello e presenta una serie infinita di fori. La linguetta è sottilissima, si adegua bene al piede e non accumula calore.
Una calzatura molto leggera, taglia 42,5La talloniera è integrata e non è troppo strettaUna calzatura molto leggera, taglia 42,5La talloniera è integrata e non è troppo stretta
Che comfort
La Fizik Stabilità ha nel comfort uno dei soggetti principali e questa stessa comodità è il risultato di diversi fattori che collimano in modo ottimale tra loro. L’ergonomia, grazie alla forma con la sezione frontale che curva leggermente verso l’interno. Non è un dettaglio secondario, perché permette di posizionare la tacchetta dritta e tenere sempre la scarpa (e di conseguenza il piede) sempre perfettamente in asse sul pedale. Uno shape del genere facilita anche la presa di confidenza per chi è solito pedalare con le punte leggermente all’interno.
C’è ovviamente il sostegno dell’arco plantare e di tutta la parte mediana/interna del piede e le pressioni che si generano sono facilmente personalizzabili, anche quando si pedala. Lo stesso sostegno, la stabilità e anche quella sensazione di “sentire la scarpa”, parte proprio da questa zona che rende la calzatura un tutt’uno con il piede.
Anche nelle fasi di spinta perentorie il piede non cede verso l’arco plantareAnche nelle fasi di spinta perentorie il piede non cede verso l’arco plantare
In conclusione
La Fizik Stabilita è una scarpa diversa, ma non è dedicata esclusivamente a chi vuole un oggetto “non convenzionale”. Questa calzatura è tecnicamente un gran prodotto che fa collimare alla perfezione i diversi aspetti della performance. I rigida, ma non è estrema, sfruttabile da tutte le categorie di ciclisti. È comoda, ma non è solo una pantofola, ha una tomaia morbida e plasmabile, ma non è lasca. E’ moderna, grazie alle soluzioni che adotta ed è ben curata anche nel più piccolo dei dettagli. Non è a buon mercato, perché 410 euro non sono pochi, ma anche in questo caso è giusto sottolineare che la Stabilita è un equipaggiamento al top del catalogo.
E‘ l’ultima versione delle calzature top di gamma dell’azienda veneta, sono quelle con i lacci e le indossa Tadej Pogacar. Le DMT KR SL hanno la suola alleggerita, la tomaia in Knit 3D senza cuciture e puntano ad un comfort assoluto. Le abbiamo provate.
Una calzatura super fascianteUna calzatura super fasciante
KR SL, la suola è tutta nuova
La tomaia in Knit 3D è una sorta di marchio di fabbrica che accomuna le scarpe all’apice del listino di DMT. Questo tessuto è funzionale al comfort, alla ventilazione e alla performance tecnica di una categoria di calzature che fanno della comodità un fattore non secondario. Le stringhe sono compatte e sono senza aria, aspetto che offre dei vantaggi nella tenuta del nodo. E poi la suola full carbon ha una forma completamente diversa rispetto ai modelli che hanno preceduto la KR SL, meno spanciata sull’avampiede e con una arco plantare più basso. Ci sono le feritoie che aiutano un abbondante ingresso dell’aria anche da sotto.
La suola alleggerita con le 4 feritoie
Due suole a confronto KR1 vs KR SL
La suola alleggerita con le 4 feritoie
Due suole a confronto KR1 vs KR SL
I numeri e alcuni dettagli da considerare
441 grammi per la coppia di scarpe DMT (solette incluse) sono davvero pochi. Il prezzo di listino invece è di 379 euro: non è basso, ma in linea con le richieste per questa categoria di prodotti. I lacci sono molto compatti e hanno degli occhielli che fungono da sede in fase di tiraggio della stringa. In corrispondenza di questi, sotto la tomaia, ci sono dei tiranti che contribuiscono a far sì che il tessuto copi la forma del piede.
La linguetta non è separata, ma è integrata alla tomaia, con la sua piccola tasca superiore che nasconde il nodo delle stringhe. La talloniera è nascosta e non è estremamente rigida, neppure ingombrante, il tutto a favore di un comfort eccellente e di zero punti di pressione. Qui ci sono due piccoli cuscinetti che hanno l’obiettivo di bloccare il piede. Il profilo della DMT KR SL è basso, per una calzatura che lascia tanta libertà all’articolazione e alla porzione superiore del piede. La suola è tutta in carbonio, ha 4 aperture in totale (con una retina di protezione nel mezzo) e la predisposizione con i tre fori (sono ben 8 i millimetri di scarrellamento). Davanti e dietro ci sono degli inserti protettivi per la suola.
Il peso è davvero ridotto
La talloniera con la sua imbottitura interna
Fitting comodo, avvolgente e comunque non ingombrante
Il peso è davvero ridotto
La talloniera con la sua imbottitura interna
Fitting comodo, avvolgente e comunque non ingombrante
KR SL, le nostre considerazioni
Nell’ottica di performances di altissimo livello, siamo stati abituati a ricercare delle calzature molto rigide, talvolta estreme ed eccessive, con il rischio di essere scomodi e di aver male ai piedi durante le lunghe uscite. La KR SL vuole essere comoda e leggera, una scarpa che non costringe il piede e che lascia tanta libertà al movimento dell’articolazione. La suola non è invadente, ingombrante e scomoda.
L’elevata resa tecnica di questa calzatura arriva da una combinazione di fattori, che vanno dalla capacità di adattamento della tomaia, ad una chiusura molto efficiente e grazie ad una suola che sembra stabilizzare il piede anche nelle fasi di spinta più importanti. La tomaia non accumula sudore, il piede non si bagna e non si scalda in maniera eccessiva, anche nel corso delle lunghe salite con temperature da canicola.
I tiranti sotto la tomaia sono speculari Interno/esterno
Una scarpa sfinata ed elegante
I tiranti sotto la tomaia sono speculari Interno/esterno
Una scarpa sfinata ed elegante
In conclusione
Tanto è leggera e morbida, quanto è forte e piacevole da indossare questa DMT KR SL. E’ una calzatura “da scalatore”, perché invita a spingere sulla parte anteriore, quando si sta in piedi sui pedali per diversi minuti e quando si prediligono le variazioni di ritmo agli scatti veri e propri. La tomaia in tessuto Knit permette al piede di mantenere la sua forma; è il tessuto che si adatta all’estremità corporea e la ventilazione costante è un vantaggio non da poco.
La DMT KR SL è sì una scarpa dedicata agli amanti dei pesi ridotti, ma è anche una calzatura di alto livello che vuole la comodità al centro di un concetto di performance di altissima caratura.
UDOG, un’azienda che da poco si è affacciata nel mondo del ciclismo e che è stata subito apprezzata per la qualità dei prodotti, per le soluzioni di design che abbinano performances ed eleganza, ma anche per quella voglia di osare. Quali sono le peculiarità che rappresentano UDOG? Lo abbiamo chiesto ad Alberto Fonte, che ha di fatto inventato il marchio, ma vogliamo anche a snocciolare quelle soluzioni integrate nelle scarpe dell’azienda veneta.
«UDOG è di fatto un gruppo di ciclisti appassionati che pensa oltre agli schemi, talvolta lo fa per necessità, in altre occasione viene naturale – dice Alberto Fonte – cercando sempre la massima cura e ricerca del dettaglio. Le nostre scarpe sono un prodotto diverso – continua Fonte – che utilizza materiali e tecnologie di ultima generazione, creando un match perfetto tra comfort e prestazioni».
Alberto Fonte, fondatore di UDOGAlberto Fonte, fondatore di UDOG
UDOG, icona di stile
Se è vero che le scarpe con i lacci esistono da sempre, le stringhe montate su una calzatura tecnica, di ultima generazione sono comunque una particolarità. E’ una sorta di richiamo al passato, un dettaglio di eleganza, raffinatezza ed “italian style”, ma che è anche in grado di fornire delle prestazioni inaspettate. Un po’ il riassunto delle calzature UDOG, nate da chi la bici la vive, create, come si dice “ da un vero scarparo”.
La tasca che contiene i lacci, uno dei marchi di fabbrica UDOGLa tasca che contiene i lacci, uno dei marchi di fabbrica UDOG
Un concentrato di idee
Ci sono i lacci appunto, che si nascondono nella piccola tasca sopra la linguetta. Le stringhe dei due modelli UDOG, Tensione e Cima, non hanno aria nel mezzo e questo permette di avere una chiusura sicura, compatta, affidabile e ad alta tenuta anche dopo molte ore di bicicletta. Sono piatti e fatti in poliestere 100% riciclato, senza PFC.
C’è la tomaia in Knit, un pezzo unico leggero, traspirante e con un buon potere impermeabile. Il risultato è un tessuto che non si impregna di sudore, fa scivolare via la pioggia e non accumula calore. La costruzione è differenziata: ad esempio il modello Cima (una sorta di top di gamma super leggero) ha una maglia stretta di tessuto nella zona dell’arco plantare mediale per offrire un maggiore supporto al piede dell’atleta.
L’avvolgimento a tensione, identificato con l’acronimo TWS (tension wrap system) è un sistema unico nel suo genere, che prende forma grazie ai lacci e ai tensori posizionati sulla tomaia. Lo sviluppo di questo concetto è differente tra Cima e Tensione, pur avendo in comune il fatto di fasciare il piede in maniera ottimale, aumentando il comfort e il trasferimento della potenza tra piede, scarpa e pedale. Il corretto tensionamento della tomaia aiuta a stabilizzare il piede.
La suola in carbonio deve trasmettere feeling e comodità, ma deve essere performante. I due modelli di scarpe hanno delle suole diverse, quella della UDOG Cima è più tosta, con un indice di rigidità pari a 11, mentre quella di Tensione è un composto di nylon+carbonio ed ha un indice di 7. Entrambe hanno un’ampio shape di appoggio ed hanno un canale di ventilazione che permette l’ingresso costante dell’aria.
Qui invece la suola della scarpa Cima
La suola del modello Tensione
I lacci senza aria e un dettaglio del tensionatore di Tensione
Qui invece la suola della scarpa Cima
La suola del modello Tensione
I lacci senza aria e un dettaglio del tensionatore di Tensione
Ultimo fattore, ma non Ultimo nella scala valori
“Ultimo” è il nome della forma dove tutto ha inizio ed è lo strumento meccanico utilizzato per dare forma ad una calzatura. Non è un calco, ma è un vero e proprio blocco progettato con una forma larga nella parte dell’avampiede, mentre il tallone invece è magro e snello.
La scarpa è costruita intorno a questa forma. Non deve essere dimenticata la confezione, costruita grazie ad imballaggi riciclati e riciclabili al 100%. Inoltre tutti i partner e i materiali di UDOG sono certificati con protocolli da enti riconosciuti GRS, FSC e RCS.
Il brand italiano Crono, attivo nella produzione di calzature per ciclismo di altissima qualità, ha recentemente introdotto una nuova veste grafica ed un nuovo packaging “green”.
Cartone super ecologico
Tenendo fede ai principi che ispirano l’azienda, si è deciso di utilizzare per il confezionamento e la spedizione delle calzature, un materiale super ecologico. Si tratta di uno speciale cartone realizzato mediante l’impiego di materia prima proveniente esclusivamente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile, secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. E proprio quale conseguenza di questa rigorosa decisione, Crono da qualche giorno può permettersi di utilizzare su tutti gli imballi, e su tutte le scatole delle proprie calzature, il marchioFSC(Forest Stewardship Council).
Crono imballaggio sostenibile FSC
Sugli imballaggi delle scarpe Crono campeggiano i marchi FSC e GREENER
Sugli imballaggi delle scarpe Crono campeggiano i marchi FSC e GREENER
Pieno rispetto dei valori umani e ambientali
Ma la sensibilità ambientale di Crono non esaurisce esclusivamente con il processo appena descritto. La stessa azienda utilizza energia certificata e proveniente da fonti rinnovabili, come dimostra e testimonia l’impiego del marchio GREENER. «La nostra mission aziendale – sottolineano i fratelli Stocco, i titolari del calzaturificio Sabena che del brand Crono è la realtà proprietaria – è sempre stata quella di realizzare ottimi prodotti per i nostri clienti nel pieno rispetto sia dei valori umani quanto del nostro ambiente. Con questa scelta vogliamo rendere ancora più evidente questa nostra sensibilità. Speriamo che questo esempio possa magari essere d’ispirazione anche per altre realtà lavorative, e non solo ed esclusivamente attive nel settore della bicicletta».
Tra gli atleti che usano le scarpe Crono c’è anche Davide RebellinTra gli atleti che usano le scarpe Crono c’è anche Davide Rebellin
Crono, Made in Veneto dal 1973
Il Calzaturificio Sabena si conferma in continua evoluzione, da quando nel 1973 Giancarlo Stocco e la moglie fondarono l’azienda che all’epoca realizzava scarpe di qualsiasi tipologia. La specializzazione nel settore della calzatura sportiva arrivo successivamente negli anni ’80. Con il brand Crono, Sabena rappresenta molto bene cosa significhi il vero made in Italy… veneto: quello legato indissolubilmente alla realizzazione di un prodotto eccellente e fatto a mano. Designer, progettisti, modellisti, fornitori di materie prime tradizionali, e all’avanguardia, sono solo alcuni dei partner con cui il Calzaturificio Sabena si confronta ogni giorno per creare il prodotto migliore.