Da sabato gli europei e Pontoni ha un poker in mano

Da sabato gli europei e Pontoni ha un poker in mano

06.11.2025
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Un weekend per capire a che punto siamo. Oggi la nazionale italiana è partita per Middelkerke, in Belgio, per gli europei di ciclocross concentrati in due giorni. Un programma di gare denso, tre appuntamenti al sabato e tre alla domenica con la forzata (e dolorosa in chiave italiana) rinuncia al team relay. La località belga è un caposaldo dell’attività sui prati e normalmente ospita una delle ultime classiche della stagione, ma chi pensa di rivedere gli atleti in gara sul classico percorso del campionato belga 2022 dovrà ricredersi, come spiega il cittì della nazionale Daniele Pontoni.

Daniele Pontoni insieme al suo vice Luigi Bielli. Il cittì ha portato in Belgio 15 elementi
Daniele Pontoni insieme al suo vice Luigi Bielli. Il cittì ha portato in Belgio 15 elementi
Daniele Pontoni insieme al suo vice Luigi Bielli. Il cittì ha portato in Belgio 15 elementi
Daniele Pontoni insieme al suo vice Luigi Bielli. Il cittì ha portato in Belgio 15 elementi

«La zona di gara è completamente diversa – spiega il friulano – siamo in una base militare e questo ha comportato anche un diverso approccio. Sono stato a visionarlo quando sono salito per i mondiali gravel. Da quel che ho visto è un percorso simile a quello di Koksijde, con leggermente un po’ meno sabbia. C’è anche qualche duna perché si corre per un tratto in riva al mare. Il fondo è quasi tutto sabbioso, con dell’erba sopra in alcuni passaggi, ma sotto c’è sempre la sabbia. C’è un tratto abbastanza lungo da fare a piedi uscendo dall’arenile, dove ci sarà prima una discesa su una specie di scivolo che porta dalla base al mare, poi si risale e lì a piedi si andrà per una dozzina di secondi, forse anche più. Poi ci sarà anche un breve tratto in cemento».

Nella costruzione della squadra il fatto di non aver ancora avuto confronti internazionali è stato un problema?

No, nel costruire la squadra sono stato facilitato dalle varie gare italiane di ottobre, nelle quali ho visto tutti all’opera, poi Casasola e Viezzi hanno avuto anche qualche uscita all’estero, peraltro positiva. La selezione è stata abbastanza facile e rispecchia i valori attuali.

Agostinacchio ha vinto gli europei 2024. Gareggerà sabato, dopo le junior e prima delle Elite
Agostinacchio ha vinto gli europei 2024. Gareggerà sabato, dopo le junior e prima delle elite
Agostinacchio ha vinto gli europei 2024. Gareggerà sabato, dopo le junior e prima delle Elite
Agostinacchio ha vinto gli europei 2024. Gareggerà sabato, dopo le junior e prima delle elite
Quali sono le categorie che secondo te sono in questo momento più competitive a livello internazionale?

Noi su almeno quattro categorie- garantisce Pontoni – abbiamo buone ambizioni. Non voglio sbilanciarmi troppo, ma credo che possiamo anche puntare alle medaglie, uniche fuori da questo contesto sono le under 23 e la prova elite maschile dove siamo ancora un po’ lontani. C’è molta curiosità, credo che la gara fatta tutta sulla sabbia un po’ ci penalizzi rispetto ai locali, ma io sono fiducioso nei ragazzi che porto. Ho visto buoni risultati l’anno scorso anche su percorsi simili, ad esempio a Zonhoven dove Agostinacchio ha vinto in Coppa del mondo, quindi ci giochiamo carte importanti.

Accennavi ad Agostinacchio. C’è molta curiosità per vedere all’opera sia lui che Viezzi nella categoria under 23. Considerando l’esperienza nella categoria, si presentano con prospettive e propositi diversi?

Io credo che siano abbastanza vicini come rendimento in questo momento. Sicuramente Stefano ha da parte sua il vantaggio che parte davanti, rispetto a Mattia che il ranking lo deve scalare tutto, però ha una buona fase esplosiva in partenza e potrebbe colmare quasi subito questo gap. Quindi io sono ottimista su entrambi, potranno essere nel vivo della gara.

La Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
Giorgia Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
La Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
Giorgia Pellizotti punta a ripetere il podio e sarà la prima a scendere in gara
Per quanto riguarda gli juniores?

Abbiamo ragazzi molto promettenti e molto competitivi. Io penso che per le sue caratteristiche di adattabilità al percorso, Patrick Pezzo Rosola può fare molto bene. Lo stesso dicasi per Grigolini. Cingolani e Vaglio sono al primo anno juniores, è la loro prima esperienza a questi livelli, bisognerà vedere anche come arrivano lì. Loro sono lì per imparare ma questo non significa che non possano fare un buon risultato. Come anche tra le donne dove abbiamo Giorgia Pellizotti che arriva dal bronzo dell’anno scorso. Poi abbiamo Bianchi e Azzetti che erano con me già lo scorso anno mentre la Righetto è la piccolina del gruppo.

Poi c’è Sara Casasola ed è chiaro che i suoi risultati di questo inizio stagione la pongono fra le favorite…

Sicuramente può fare bene- sentenzia Pontoni – come ci ha dimostrato anche nelle ultime gare in Belgio. Anche se sono sempre stato convinto che soprattutto la gara in cui si assegna un titolo azzeri tutto, lì valgono le sensazioni del giorno, come staranno i ragazzi (la ragazza in questo caso) e il feeling che troveranno su questo percorso. Sono però fiducioso perché l’ho vista pedalare bene, conosce i suoi mezzi, ha incominciato ad osare e non ha più quel timore reverenziale che magari all’inizio hai verso quelli che ritieni i mostri sacri della tua categoria. Quindi se la gioca alla pari con la Brand che è la favorita numero 1.

I recenti risultati in Belgio fanno di Sara Casasola una delle favorite per sabato (foto Facebook)
I recenti risultati in Belgio fanno di Sara Casasola una delle favorite per sabato (foto Facebook)
I recenti risultati in Belgio fanno di Sara Casasola una delle favorite per sabato (foto Facebook)
I recenti risultati in Belgio fanno di Sara Casasola una delle favorite per sabato (foto Facebook)
Che idea hai degli avversari?

Vedremo chi sarà al via, ad esempio è incerta la presenza della Van Empel. Ma più che guardare gli avversari dobbiamo pensare a noi stessi, rispettare tutti ma non temere nessuno perché io ho massima fiducia nei ragazzi che porto con me.

Overijse incorona la Casasola, una prima storica

Overijse incorona Sara Casasola, una prima storica

27.10.2025
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Le avvisaglie c’erano, ma forse non così evidenti da far pensare alla grande impresa compiuta ieri da Sara Casasola. La friulana (in apertura, foto Cor Vos) iscrive il suo nome nell’albo d’oro della classica di Overijse, tappa del Superprestige. L’azzurra della Crelan-Corendon è la seconda italiana capace di vincere una tappa nella prestigiosa challenge dopo la Arzuffi, ma mai era avvenuto in quello che è considerato uno dei templi del ciclocross mondiale.

Prima vittoria per la Casasola nel Superprestige, con 28" sulla Brand e 37" sull'altra olandese Van Alphen (foto Facebook)
Prima vittoria per la Casasola nel Superprestige, con 28″ sulla Brand e 37″ sull’altra olandese Van Alphen (foto Facebook)
Prima vittoria per la Casasola nel Superprestige, con 28" sulla Brand e 37" sull'altra olandese Van Alphen (foto Facebook)
Prima vittoria per la Casasola nel Superprestige, con 28″ sulla Brand e 37″ sull’altra olandese Van Alphen (foto Facebook)

Un’impresa per il ciclocross italiano

I numeri dicono che l’impresa rappresenta quasi uno spartiacque nella carriera di Casasola, che sul traguardo di Overijse ha preceduto una maestra come Lucinda Brand, al suo 44° podio consecutivo, non senza un pizzico di fortuna vista la caduta dell’olandese. La portata dell’impresa è ancora da assimilare, quando risponde al telefono dal suo appartamento belga appena rientrata dalla gara.

«Era un percorso abbastanza duro – racconta – dove imposti il tuo passo, con una salita piuttosto tecnica, quindi ho cercato di stare davanti. La Brand ha provato più volte a fare forcing, ma sono riuscita a rimanere sempre attaccata e ho provato un paio di volte anch’io a metterle un po’ di pressione. Lei andava forte ed ero un po’ in difficoltà, ma a poco meno di un giro dalla fine, in discesa avevo preso qualche metro. Lei deve avere rischiato un po’ per rientrare, ha centrato in pieno un palo e è caduta. Io ho sentito qualcosa dallo speaker, mi sono voltata e non c’era più, quindi poi ho dovuto fare l’ultimo giro a manetta per non farla rientrare».

Per l'azzurra sono evidenti i benefici tratti dall'intensa stagione su strada, sulla quale punta molto (foto Facebook)
Per l’azzurra sono evidenti i benefici tratti dall’intensa stagione su strada, sulla quale punta molto (foto Facebook)
Per l'azzurra sono evidenti i benefici tratti dall'intensa stagione su strada, sulla quale punta molto (foto Facebook)
Per l’azzurra sono evidenti i benefici tratti dall’intensa stagione su strada, sulla quale punta molto (foto Facebook)
In occasione della prima vittoria al Giro delle Regioni, avevi detto che eri un po’ indietro rispetto alle condizioni che avresti voluto, ma hai recuperato abbastanza velocemente, anche perché a parte questa vittoria, già eri andata molto bene nel circuito anche il weekend scorso…

Sì, l’anno scorso ero arrivata con un buon ritmo gara il primo weekend di ottobre e andavo già su con molta brillantezza. Quest’anno sono partita volontariamente più piano, lavorando sui miei punti deboli. Ho fatto una buona base, ho fatto un bel po’ di forza, palestra, fondo, perché nel passato quel che mi mancava era la potenza pura, il ritmo vero e proprio. Infatti ho iniziato nelle ultime settimane a lavorare un po’ di più sull’intensità. La scorsa settimana ero andata bene, ma erano percorsi veloci, meno adatti a me. Ho sofferto molto, ma lì è tutto un po’ più livellato, quindi se sei più intelligente riesci a venirne a capo.

Perché Overijse è così importante nella stagione del ciclocross, considerata come una classica monumento della strada?

E’ una gara storica, è stata anche Coppa del mondo in passato. Prevede un percorso impegnativo, quindi appunto penso che per vincere uno debba avere buone gambe, buona tecnica. E’ un tracciato molto completo e piace a molti, tutti si presentano qui al massimo e puntano alla vittoria, quindi credo che sia anche questo il motivo per cui sia così rinomata.

La friulana era già stata seconda nella tappa di Ruddenvoorde, dietro la Norbert Riberolle
La friulana era già stata seconda nella tappa di Ruddenvoorde, dietro la Norbert Riberolle
La friulana era già stata seconda nella tappa di Ruddenvoorde, dietro la Norbert Riberolle
La friulana era già stata seconda nella tappa di Ruddenvoorde, dietro la Norbert Riberolle
Questo era il secondo weekend che ti confrontavi a livello internazionale. Cominci adesso anche ad avere un quadro della situazione anche di come sono le tue avversarie, a che livello sono e come sono in relazione a te?

Al momento la più ostica è sicuramente la Brand – sentenzia la Casasola – sulla Van Empel c’è un gran punto di domanda perché ha vinto sì due corse, ma qui dicono che era un po’ indietro come preparazione, io però penso che all’europeo arriverà in condizione. La Alvarado è ancora ferma e riprenderà a correre verso fine novembre. Quindi la Brand è il vero riferimento. Tira sempre fuori qualcosa di più.

Rispetto agli anni scorsi parti per certi versi avvantaggiata dal fatto che hai avuto una stagione su strada corposa e impegnativa…

Sì, io penso che abbia dato una grossa mano e questo lo vedremo meglio più avanti, perché appunto la strada di solito ti dà un buon fondo e lo vedi correndo di più. A dicembre e gennaio si vedrà, però penso che abbia dato una buona mano. A livello di ritmo di base sono migliorata molto e quindi credo che fare una buona stagione su strada aiuti sempre.

La gara maschile ha visto primeggiare il belga Michael Vanthourenhout, con 7" sull'olandese Ronhaar (foto Facebook)
La gara maschile ha visto primeggiare il belga Michael Vanthourenhout, con 7″ sull’olandese Ronhaar (foto Facebook)
La gara maschile ha visto primeggiare il belga Michael Vanthourenhout, con 7" sull'olandese Ronhaar (foto Facebook)
La gara maschile ha visto primeggiare il belga Michael Vanthourenhout, con 7″ sull’olandese Ronhaar (foto Facebook)
Come l’hanno presa nel team questa tua vittoria?

Erano molto contenti. Poi arriviamo da due gare di Superprestige vinte, quindi il morale è decisamente alle stelle. Ora vediamo la prossima gara, il Koppenberg sabato prossimo: è una bella corsa, è sempre molto selettiva, si parte proprio sulla salita del Giro delle Fiandre, poi scendi sul prato e risali dal famoso muro, quindi è una corsa bella, impegnativa.

Magari ci prendi le misure per tornarci la prossima primavera…

Sarebbe bello, anche se su strada sono più una da corse a tappe che da classiche, però mai dire mai, sarebbe bello appunto fare il Fiandre una volta…

Grigolini

A Osoppo riecco Grigolini, bronzo mondiale con grandi progetti

13.10.2025
6 min
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Terza tappa al Giro delle Regioni dalla quale emerge tutto il meglio del ciclocross nazionale. Un test fondamentale un po’ per tutti e per tutte le categorie, tanto è vero che il cittì Daniele Pontoni ha riempito il suo ideale taccuino di appunti in vista del primo grande appuntamento stagionale, gli europei del secondo weekend di novembre. Da una parte emerge un livello qualitativo alto in quasi tutte le categorie assolute (i giovani di ieri premono e stanno cominciando a rimescolare le carte anche fra gli Elite), dall’altra si rivedono anche corridori che avevamo lasciato lo scorso inverno con una grande gioia e tante prospettive, come il bronzo mondiale Filippo Grigolini.

L'arrivo vittorioso di Grigolini, con 13" su Tommaso Cingolani e 18" su Dell'Oglio (foto Paletti)
L’arrivo vittorioso di Grigolini, con 13″ su Tommaso Cingolani e 18″ su Dell’Oglio (foto Paletti)
L'arrivo vittorioso di Grigolini, con 13" su Tommaso Cingolani e 18" su Dell'Oglio (foto Paletti)
L’arrivo vittorioso di Grigolini, con 13″ su Tommaso Cingolani e 18″ su Dell’Oglio (foto Paletti)

Si parte dal bronzo mondiale

Battuto nettamente a Tarvisio dal campione d’Italia Patrick Pezzo Rosola, Grigolini si è preso una sonora rivincita sempre in terra friulana, su un percorso che conosce a menadito, traendo dalla gara quelle rassicurazioni sulla sua forma che cercava: «Siamo partiti e subito con il mio compagno di squadra Filippo Cingolani abbiamo fatto il vuoto. Io già dopo la prima curva mi sono messo in testa e non l’ho più lasciata. Al terzo giro Filippo si è staccato e il resto della gara l’ho fatto da solo. Ho un po’ riscattato quel pizzico di delusione vissuto a Tarvisio: lì stavo bene, ma nevicava, pioveva, col freddo sono andato in crisi».

Grigolini è al secondo anno nella categoria, ma chiaramente la nomea di bronzo mondiale in carica lo porta alle gare con un carico d’attenzione addosso che gli avversari non hanno: «A me non pesa questa pressione, è anche normale che ci sia. Il fatto del podio mi dà una motivazione in più per trovare quest’anno tutti gli strumenti per provare a vincerlo, il mondiale…».

Il friulano insieme a Tommaso Cingolani, poi staccato. Grigolini punta deciso al mondiale di Hulst 2026 (foto Paletti)
Il friulano insieme a Tommaso Cingolani, poi staccato. Grigolini punta deciso al mondiale di Hulst 2026 (foto Paletti)

Dalla strada una nuova dimensione

Dopo il mondiale, il friulano ha vissuto una stagione su strada, la sua prima in assoluto, senza troppe gare, ma vissuta con grande attenzione e risultati di un certo peso: «Non avevo mai corso prima, è stata un’esperienza bella. Mi sono anche trovato bene, anche se con il mio team, il Borgo Molino Vigna Fiorita non si è instaurato il giusto feeling. Ma è stata un’esperienza positiva che mi aiuterà anche molto per questa stagione di ciclocross».

26 giorni di gara con alcune Top 10 di qualità, sia nelle corse di un giorno che nelle classifiche dei giovani delle corse a tappe. Qual è allora la tua dimensione ideale? «Io credo di essere andato soprattutto forte nelle corse di più giorni. Anche se magari ho avuto una giornata storta e perdevo tempo senza quindi riuscire a consolidare bene la classifica ed è su questo aspetto che voglio lavorare perché vedo che ho grandi margini».

Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo
Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo (foto Instagram)
Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo
Uno sconsolato Grigolini al Giro del Medio Po, ripreso a 10 metri dal traguardo (foto Instagram)

Una vittoria sfuggita per… 10 metri

Qual è stata la tua gara migliore su strada? «Al Giro d’Abruzzo devo dire che mi sono divertito e ho fatto anche bene con due Top 10 e il 6° posto finale, ma la mia gara migliore secondo me è stata al successivo Giro del Medio Po, non tanto per il 5° posto finale, miglior risultato della mia stagione quanto perché me la stavo giocando alla grande per la vittoria, mi hanno ripreso proprio sul traguardo. Ero andato via in salita e credevo davvero di avercela fatta, fino agli ultimi 10 metri…».

Ma ora Grigolini possiamo considerarlo un ciclocrossista o uno stradista? «Entrambe le cose, io voglio fare bene in ambedue. Per questo ho messo da parte la mtb per concentrarmi su queste due discipline che per me sono bellissime».

28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)
28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)
28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)
28 giorni di gara su strada con 9 Top 10, un bottino di buon livello per la sua prima stagione (foto Instagram)

Già nel mirino di un devo team

Tanti obiettivi nel corso dell’inverno e non solo: «Ora si lavora per gli europei, poi ci sarà il lungo avvicinamento alle gare titolate di gennaio e come ho detto la mia mente è focalizzata sul mondiale e quei gradini del podio da scalare. Poi ci sarà la stagione su strada, in un nuovo team per le gare in Italia, ma farò anche alcune prove estere con un devo team internazionale con il quale poi conto di passare direttamente da Under 23. Non sarò stagista, avrò proprio un doppio tesserino, uno per le gare italiane e uno per quelle all’estero, fra pochi giorni dovrebbe essere annunciato il tutto».

Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)
Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)
Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)
Il podio della prova Open con Bertolini (3°), Scappini al secondo successo e Ceolin (foto Paletti)

Giornata no per Viezzi, sì per Scappini

La domenica di Osoppo, allestita con la consueta perizia dal Jam’s Bike Team Buja è stata importante anche per altre categorie. Appassionante la prova Open maschile dove le gerarchie della domenica precedente si sono ribaltate e Scappini è tornato a ruggire, aggiudicandosi la gara questa volta con tutti i migliori contro. Viezzi, trionfatore a Tarvisio ha pagato una pessima partenza ma peggio è andata a Mattia Agostinacchio, al suo esordio fra gli U23, caduto al primo giro insieme a Bertolini e poi alle prese con una doppia scollatura alla ruota posteriore che l’ha costretto al ritiro. Alla fine Scappini ha avuto la meglio in volata su Ceolin contenendo il ritorno furioso di Bertolini.

Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)
Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)
Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)
Secondo successo nel circuito per la Casasola, qui alle spalle della Borello sempre leader (foto Paletti)

La salita a tutta birra della Casasola

Seconda apparizione e seconda vittoria invece per Sara Casasola, andata via al penultimo giro e unica donna capace di superare la rampa più ripida del percorso senza mettere piede a terra. Un dato importante, che l’ha confortata anche più della vittoria su Elisa Ferri (all’esordio fra le U23) e la leader di classifica Carlotta Borello, sulla strada verso la miglior condizione da mostrare già nelle prime prove del Superprestige.

Casasola: il fango resta, ma la strada è di più

08.10.2025
5 min
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Non solo Viezzi. La tappa del Giro delle Regioni di ciclocross, allestita a Tarvisio dal Bandiziol Cycling Team con la supervisione dello staff di Fausto Scotti, ha offerto anche la prima chance di vittoria per Sara Casasola. Chance colta al volo dalla friulana della Crelan Corendon, arrivata al suo primo impegno sui prati dopo una stagione su strada mai così impegnativa e qualificata.

L’occasione di Tarvisio, con una vittoria mai in discussione è stata utile per fare il punto sulla situazione in vista della nuova stagione alla quale lei prima di tutti chiede molto a se stessa: «La prima gara è sempre un po’ un contraccolpo per il fisico, devo dire che è andata molto bene, quindi sono contenta. Poi con le condizioni che abbiamo trovato è stata parecchio impegnativa. Il bello è che alla presentazione i compagni di squadra mi schernivano: “Furba tu che corri in Italia al caldo…”. Invece io ho trovato condizioni invernali, loro gareggiavano con un clima primaverile. Poi dopo la gara, quando li ho sentiti mi sono presa la rivincita…».

Netta la vittoria della friulana a Tarvisio, staccando Borello e Gariboldi (foto Paletti)
Netta la vittoria della friulana a Tarvisio, staccando Borello e Gariboldi (foto Paletti)
Netta la vittoria della friulana a Tarvisio, staccando Borello e Gariboldi (foto Paletti)
Netta la vittoria della friulana a Tarvisio, staccando Borello e Gariboldi (foto Paletti)
Alla tua prima gara che sensazioni hai provato?

Un po’ una via di mezzo perché sentivo di avere forza, di riuscire a spingere. Mi manca un po’ il ritmo gara ovviamente, quindi è stato più faticoso del normale. Tecnicamente sono però contenta, ho avuto buone sensazioni anche sul bagnato, è stato subito un buon approccio.

Tu arrivi a questa stagione di ciclocross in maniera un po’ diversa rispetto al passato, perché la tua stagione su strada stavolta è stata abbastanza importante, come gare fatte e anche come risultati…

Sì, diciamo che ho corso un po’ di più degli anni scorsi, ma è cambiato soprattutto il livello delle gare che ho fatto, che è stato molto più alto. Sicuramente mi tornerà utile per la questa stagione di cross e spero appunto di vedere dei miglioramenti dovuti anche al fatto di aver fatto una buona stagione su strada. Soprattutto intera, perché negli anni passati ho sempre avuto un po’ di problemi. Non avevo mai corso tutta l’estate, quindi ho comunque lavorato perché quando non correvo eravamo in ritiro in altura. E’ stato fatto un bel blocco di lavoro in generale durante tutta l’estate e penso pagherà.

Condizioni di terreno difficili, ma per la Casasola sono state un test molto utile (foto Paletti)
Condizioni di terreno difficili, ma per la Casasola sono state un test molto utile (foto Paletti)
Condizioni di terreno difficili, ma per la Casasola sono state un test molto utile (foto Paletti)
Condizioni di terreno difficili, ma per la Casasola sono state un test molto utile (foto Paletti)
E’ stata la tua migliore stagione su strada?

Penso proprio di sì. In squadra erano contenti, hanno detto che alcune gare sono state addirittura al di sopra delle aspettative che si erano fatti. Mi conoscevano come una crossista che su strada faceva poca attività. In alcune corse che dovevano essere di preparazione sono stata comunque utile alla squadra e mi sono anche ritagliata dei miei spazi. Quindi erano contenti e anche loro sono molto fiduciosi del fatto che sicuramente aiuterà per la stagione di ciclocross.

La sensazione però è che ti hanno presa come punta per l’inverno ma ora si ritrovano con una di quelle atlete che sono sulla breccia tutto l’anno…

Effettivamente parlandone anche con la squadra, mi hanno chiesto cosa ne pensassi del fatto di fare un po’ più di gare su strada. Io ovviamente gli ho detto che mi fa piacere e mi piace anche per perché appunto, se le corse le prepari e son corse adatte a te, con un obiettivo che sia anche di gregariato, è anche più bello correre su strada. Il focus rimane sempre il cross. La squadra mi ha fatto firmare per quello, ma ora si aspettano comunque che renda anche su strada tutto l’anno. E me lo aspetto anch’io.

Su strada la Casasola ha lavorato per le compagne dell'Alpecin Fenix, soprattutto al Giro Women
Su strada la Casasola ha lavorato per le compagne dell’Alpecin Fenix, soprattutto al Giro Women
Su strada la Casasola ha lavorato per le compagne dell'Alpecin Fenix, soprattutto al Giro Women
Su strada la Casasola ha lavorato per le compagne dell’Alpecin Fenix, soprattutto al Giro Women
Sei all’inizio della stagione, quindi c’è tutto un cammino da fare. Come lo imposterai?

Chiaramente il primo appuntamento importante è quello di inizio novembre con gli europei. In questo periodo comincio ad avere buone sensazioni dopo un agosto tormentato, con problemi di salute che mi hanno frenato e dato reazioni altalenanti. Sono un po’ più indietro di preparazione rispetto all’anno scorso quando andavo già super forte in Belgio. Ma ho fatto una buona base con le corse che sto facendo qua in Italia e con un po’ di rifinitura fatta a casa si andrà a cercare un po’ più il ritmo, che è quello che mi manca.

Che cosa ti aspetti e si aspettano da te?

Gli obiettivi principali sono sicuramente gli europei a inizio novembre, ma stando bene anche un po’ prima ci sono gare che mi interessano, perché appunto abbiamo Koppenberg e Overijse, tutte gare che mi si addicono e quindi sono state segnate in rosso con la squadra. Lì vorrei ritagliarmi delle soddisfazioni, condizione permettendo.

Questa parte della stagione della campionessa d'Italia è puntata verso gli europei di Middelkerke dell'8 e 9 novembre
Questa parte della stagione della Casasola è puntata verso gli europei di Middelkerke dell’8 e 9 novembre
Questa parte della stagione della campionessa d'Italia è puntata verso gli europei di Middelkerke dell'8 e 9 novembre
Questa parte della stagione della Casasola è puntata verso gli europei di Middelkerke dell’8 e 9 novembre
Ma la squadra ti ha chiesto qualcosa di specifico per la stagione del ciclocross, visto che ormai ti sei ritagliata questo ruolo di alternativa alla marea arancione?

Dopo la stagione passata ci sono un po’ più di aspettative anche da parte della squadra, ma l’anno scorso ero un po’ sopra le aspettative, adesso dovrebbe essere una cosa normale vedermi davanti. Ma devo dire che non mi mettono una pressione esagerata. Di appuntamenti ne avremo molti e la squadra mi dà anche molta fiducia quindi sono tranquilla ed è anche bello avere delle responsabilità se sai il motivo per cui te le danno…

La prima di Viezzi, che ora è pronto per sfondare

06.10.2025
5 min
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I primi freddi autunnali (ma sarebbe meglio dire invernali guardando i gradi e soprattutto la pioggia caduta) hanno contraddistinto la seconda tappa del Giro delle Regioni. Quella del ritorno a casa delle stelle azzurre che fanno attività all’estero, Stefano Viezzi e Sara Casasola, alla loro prima uscita stagionale e subito vincenti. Per l’ex iridato junior è stato un esordio anche contrastato e proprio per questo utile per il futuro della sua stagione.

Viezzi si prepara per una stagione di ciclocross alla grande, primo obiettivo gli europei
Viezzi si prepara per una stagione di ciclocross alla grande, primo obiettivo gli europei
Viezzi si prepara per una stagione di ciclocross alla grande, primo obiettivo gli europei
Viezzi si prepara per una stagione di ciclocross alla grande, primo obiettivo gli europei

Un buon inizio, senza forzare

Il corridore del devo team dell’Alpecin Deceuninck aveva chiuso la sua stagione su strada a inizio settembre, al Giro del Friuli e da allora si è subito mentalizzato verso il ciclocross che resta “l’altra metà della mela” nella sua attività ciclistica: «Ho avuto buone sensazioni per essere la prima gara. Dopo l’ultima su strada ho continuato ad allenarmi inserendo progressivamente anche lavori specifici, almeno un paio dedicati alla tecnica, così da riprendere confidenza con la bici. Ho spostato il baricentro dalla strada al cross, inserendo anche un paio di sedute in palestra».

Tutto utile in vista della prima uscita, vissuta sempre con quel pizzico di apprensione accresciuta alzando lo sguardo all’insù: «Pioggia e freddo avevano caratterizzato la vigilia e io pensavo soprattutto a come il terreno avrebbe reagito. La mattina era tanto acquoso, poi asciugandosi è diventati pastoso, con tanti sassi lungo il suo sviluppo. Provandolo ho visto che comunque era rimasto abbastanza veloce. Quando abbiamo corso noi era riemersa dell’erba, sicuramente più scorrevole che passare sul fango. Sono partito davanti, mettendomi alle spalle di Ceolin. Nel secondo giro ho preso qualche metro, ma verso la fine è ritornato sotto Bertolini, che non aveva fatto una grandissima partenza e ha provato subito ad andar via. Ha fatto un giro forte, ma non è riuscito a staccarmi. Alla fine poi ho capito che ne avevo più io di lui e all’ultimo giro sono partito».

Solo 21 giorni di gare su strada, ma grande impegno nelle corse a tappe, intese come apprendistato (FotoLunaMi)
Solo 21 giorni di gare su strada, ma grande impegno nelle corse a tappe, intese come apprendistato (FotoLunaMi)
Solo 21 giorni di gare su strada, ma grande impegno nelle corse a tappe, intese come apprendistato (FotoLunaMi)
Solo 21 giorni di gare su strada, ma grande impegno nelle corse a tappe, intese come apprendistato (FotoLunaMi)

Ottobre impegnato nelle gare italiane

Una gara ideale per la ripresa? «Sì, in piena gestione. Non sono mai andato veramente a tutta, forzando un po’ solo negli ultimi due giri per incrementare il vantaggio, quindi sono contento di com’è andata».

Come si svilupperà ora la tua stagione considerando che fai parte di una squadra estera? «Questo mese sarò in Italia e farò le tappe friulane del Giro delle Regioni, quindi domenica a Osoppo e la successiva allo Zoncolan per poi gareggiare in Belgio e nel frattempo vedere se sarò convocato per gli Europei. Poi la stagione è da decifrare ma credo che farò almeno un mese ininterrotto fra Belgio e Olanda con il team».

Nel team il friulano ha trovato un buon equilibrio, sia su strada che nel cross (foto Sarnowski)
Nel team il friulano Viezzi ha trovato un buon equilibrio, sia su strada che nel cross (foto Sarnowski)
Nel team il friulano ha trovato un buon equilibrio, sia su strada che nel cross (foto Sarnowski)
Nel team il friulano Viezzi ha trovato un buon equilibrio, sia su strada che nel cross (foto Sarnowski)

Alpecin, team giusto per crescere

Tu sei adesso al secondo anno con la squadra dell’Alpecin, come ti sei trovato finora? «Il bilancio è sicuramente positivo, la squadra è ideale per il cross come per la strada e per me era importante avere una squadra per entrambe le discipline. Sono stato molto in Belgio per fare gare lassù, ma mi sono divertito, è stato bello».

La tua stagione su strada come la giudichi, visto che hai corso solo 21 giorni? «Non è poco, dipende da come la si vuol vedere. All’inizio ho fatto corse singole, ma per la maggior parte sono state corse a tappe preparate con cura, col giusto intervallo fra l’una e l’altra. Era un primo anno e ci siamo andati abbastanza piano».

Condizioni del terreno abbastanza difficili a Tarvisio, con tanto fango ma anche tratti più scorrevoli (foto Paletti)
Condizioni del terreno abbastanza difficili a Tarvisio, con tanto fango ma anche tratti più scorrevoli (foto Paletti)
Condizioni del terreno abbastanza difficili a Tarvisio, con tanto fango ma anche tratti più scorrevoli (foto Paletti)
Condizioni del terreno abbastanza difficili a Tarvisio, con tanto fango ma anche tratti più scorrevoli (foto Paletti)

Tanto lavoro da fare per toccare il vertice

L’impressione è che non vogliano precorrere i tempi, ma farti crescere con calma…: «Sì, non sento pressione, ho il contratto per un’altra stagione ma posso concentrarmi sull’allenamento, su che cosa devo migliorare e quindi è giusto così. Ho ancora molto margine per migliorare, questo lo sanno, quindi bisogna avere un po’ di pazienza, giustamente devo crescere su molti aspetti».

Punterai a questo punto alla maglia rosa? «Non ho fatto la prima tappa ma ci sarò per tutto il suo nocciolo duro, visto che sono solo 5 prove. Staremo a vedere, magari è una possibilità per iniziare bene la stagione sui prati».

Esordio anche per Sara Casasola, che sarà impegnata anche domenica a Osoppo (foto Paletti)
Esordio anche per Sara Casasola, che sarà impegnata anche domenica a Osoppo (foto Paletti)
Esordio anche per Sara Casasola, che sarà impegnata anche domenica a Osoppo (foto Paletti)
Esordio anche per Sara Casasola, che sarà impegnata anche domenica a Osoppo (foto Paletti)

Primo acuto anche per la Casasola

Come Viezzi, nella gara di Tarvisio curata tecnicamente dal Bandiziol Cycling Team, è emersa anche Sara Casasola, tornata a gareggiare in casa per riassaporare il ciclocross dominando la gara su una comunque tenace Carlotta Borello, vincitrice della prima prova a Corridonia che ha comunque consolidato la sua leadership in classifica: «Anch’io sarò presente anche domenica a Osoppo. Qui non potevo mancare, sono a 50’ da casa e domenica sarò molto più vicina. Il bello è che io ho gareggiato con pioggia e freddo, i miei compagni in Belgio con sole e 15°. Il mondo al contrario…».

Pieterse, la biker che ha conquistato la Freccia Vallone

23.04.2025
5 min
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HUY (Belgio) – Spunta persino un raggio di sole quando sta per arrivare la Freccia Vallone femminile. A bordo strada la folla è calorosa come per gli uomini poco prima. Tutti già si fregano le mani per Lotte Kopecky, eroina belga. Invece, quando inizia il Muro d’Huy, l’iridata perde posizioni. Sta per vincere Demi Vollering, la rivale olandese, e invece chi ti spunta? Puck Pieterse, che è sempre olandese… ma non è Vollering, la rivale delle rivali per i belgi.

In tutto questo non va dimenticata la nostra numero uno indiscussa, Elisa Longo Borghini. Terza, di nuovo sul podio alla Freccia. Se abbiamo ben capito, quando ha tagliato il traguardo, mentre ancora il fiatone si impossessava dei suoi polmoni, per radio ha sussurrato alle ragazze: “Sorry”. Ed è arrivata terza. Come diceva Totò: “Signori si nasce”.

Al colpo di reni, Longo Borghini precede Niewiadoma
Al colpo di reni, Longo Borghini precede Niewiadoma

Una biker sul Muro

Ma veniamo alla protagonista di giornata. L’atleta della Fenix-Deceuninck non solo ha vinto, ma ha rilanciato con forza un tema che per l’assalto ai Muri circolava persino fra gli uomini, secondo cui biker e ciclocrossisti fossero favoriti da questo segmento così ripido.

Pensate che Remco Evenepoel aveva detto alla vigilia: «Non dobbiamo portare Thibau Nys in carrozza sotto al Muro». E in tantissimi davano per favorito, o comunque rivale numero uno di Pogacar, Tom Pidcock.

«Se sono stupita della vittoria di Pieterse? – spiega Elisa Longo Borghini – Fino a un certo punto. Sì, era più un’outsider, ma questi sforzi di tre minuti, perché tanto dura il Muro, sono molto adatti a chi fa cross o mtb».

E Puck Pieterse non si tira indietro. «In effetti le mie abilità di biker mi hanno aiutato sul Muro. Mi hanno aiutato su certe pendenze e anche a rilanciare la bici. A noi capita spesso di avere a che fare con sforzi violenti e salite così ripide. E’ stato uno sforzo in cui mi sono trovata bene, ma è anche vero che oggi mi sentivo particolarmente in forma. Stamattina mi è stato chiesto quale salita in mountain bike potessi paragonare al Mur de Huy. Ho pensato a una salita molto dura della Coppa del Mondo di Leogang. Mi sono detta: “Faccio finta di essere lì”».

Rivalità “orange”

Pieterse è una ciclista alla Pidcock, se vogliamo: una biker che poi è arrivata alla strada. E che va fortissimo anche nel ciclocross. Ma soprattutto è iridata in carica nella mtb.

«Oggi sono davvero felice. E’ il mio secondo successo su strada (aveva vinto una tappa al Tour de France Femmes, ndr) – ha detto Pieterse – come ripeto stavo bene. Sono partita con grande tranquillità. E lo sono stata per tutta la corsa. La tattica? Era semplice. Aspettare il passaggio finale sul Muro. Devo dire che sono state brave le mie compagne a mantenermi sempre coperta.

«Ho anche rivisto le ultime dieci edizioni. E in più ho ricevuto consigli da Annemiek Van Vleuten. In realtà quando le ho chiesto qualcosa mi ha riempito di dati e analisi. In pratica mi ha mandato un libro!». Lei forse ci credeva eccome.

Qualche giornalista olandese la incalza con il duello interno con Demi Vollering, ma Puck non fa una piega. «Con Demi non c’è una rivalità specifica. Ho pensato a prenderle la ruota, aspettavo che accelerasse di più ma non lo ha fatto. A quel punto, quando l’ho affiancata, ho pensato a dare tutto. E’ davvero incredibile questa vittoria».

Sara Casasola (seconda da sinistra) sotto al podio con le compagne. Tra queste si riconosce Ceylin Alvarado (terza da sinistra)
Sara Casasola (seconda da sinistra) sotto al podio con le compagne. Tra queste si riconosce Ceylin Alvarado (terza da sinistra)

Lo zampino di Casasola

Ma in tutto ciò c’è anche un bel pezzetto d’Italia, e questo pezzetto si chiama Sara Casasola. L’italiana è compagna di Pieterse e ha disputato un’ottima Freccia. Tra l’altro, pur lavorando per la capitana, è arrivata 19ª: non male per chi era all’esordio in queste gare.

«Direi che è andata molto bene – racconta Sara mentre si gusta il podio con le sue compagne – Puck ha vinto, quindi meglio di così! Che ce l’aspettassimo magari no, ma eravamo fiduciose, perché già all’Amstel era salita sul podio e aveva dimostrato una buona condizione. E poi come squadra abbiamo corso bene. Siamo sempre state davanti e compatte. Io dovevo cercare di coprire un po’ le fughe, ma non c’è stato poi questo gran movimento. Per il resto, dovevo assistere un po’ nel posizionamento Puck e infatti l’ho portata davanti all’imbocco del Muro d’Huy.
«Ogni tanto le parlavo e ogni volta mi rispondeva: “Bene, bene”. Ma Puck, quando è così davanti, vuol dire che ha davvero la gamba».

Anche con Sara si parla del discorso delle fuoristradiste su questo percorso, visto che anche lei è una specialista del ciclocross.

«Diciamo che siamo una squadra quasi completamente di crossiste. La multidisciplina paga, a quanto pare. Sicuramente sono nella squadra giusta per fare questo. In generale mi trovo bene in Belgio. Il discorso degli sforzi esplosivi è giusto».

Sara sta davvero assumendo una mentalità belga. Alle prime gare classiche si trova a suo agio, non teme il maltempo, passa dalla bici da cross a quella da strada con grande naturalezza.

«Sono le prime volte che faccio delle classiche vere e proprie qua in Belgio. La squadra mi sta dando molta fiducia, mi ha messo in calendario molte gare importanti. Sto imparando molto, correndo sia il cross che la strada ad alto livello. Certo, bisogna trovare un equilibrio. A fine Ardenne riposerò un po’. Faccio ancora un po’ fatica con le posizioni alle alte velocità, ma so che stiamo facendo il lavoro giusto».

Casasola, la sosta può attendere. Sanremo, poi rotta sulle Ardenne

17.03.2025
5 min
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Per chi arriva dal ciclocross, la stagione su strada è una normale prosecuzione di quella invernale. Una volta terminate le scorribande nel fango, Sara Casasola è passata al… gravel della Strade Bianche Women per il suo esordio con la Fenix-Deceuninck. E ieri è stata protagonista in fuga per più di sessanta chilometri al Trofeo Binda vinto da Balsamo.

«Ieri è andata bene – analizza Casasola con la tipica calma del mattino successivo – il mio compito era quello di andare in fuga e sono riuscita a farlo sulla prima salita del primo passaggio del circuito di Cittiglio. Significa che stavo bene di gambe. Siamo state fuori per metà gara poi ci hanno ripreso a due giri dal termine. A quel punto sono un po’ crollata perché ancora mi manca il finale di gara. Attualmente fino alle tre, tre ore e mezza di corsa sono ancora reattiva, poi mi si spegne la luce. Complessivamente sono molto soddisfatta della mia prestazione perché le mie compagne d’avventura erano tutte molto forti e il ritmo è sempre stato alto».

Nel mezzo, tra Siena e Cittiglio, la 25enne friulana aveva disputato anche il Trofeo Oro in Euro chiudendo davanti, sintomo di una condizione buona e comunque finora ben gestita. Adesso però c’è una primavera che la attende ed è proprio Casasola che ci racconta quali sono i suoi programmi prima di tirare il fiato con calma ed impostare la seconda parte.

Sara com’era andato l’avvicinamento alla Strade Bianche dopo una bella ed intensa stagione nel cross?

Il 16 febbraio ho fatto la mia ultima gara in Belgio (chiusa con la vittoria, ndr) e di comune accordo con la squadra ho fatto quattro giorni totalmente senza bici. Mi sono serviti fisicamente, ma anche tanto mentalmente per ricaricarmi. Dopodiché ho iniziato a fare tante ore di fondo, sapendo tuttavia che la mia autonomia in gara sarebbe stata ancora limitata. Infatti a Siena per due ore e mezza sono andata bene, svolgendo soprattutto i lavori per Kastelijn e Pieterse (rispettivamente sesta e settima al traguardo, ndr). Sia i miei diesse che io sapevamo che nel finale sarei calata. Una gara del genere non la puoi improvvisare, però l’ho comunque preparata e corsa con tanta motivazione.

Viste le tue doti nel fuoristrada, aver esordito alla Strade Bianche è stato più semplice del previsto?

Posso dire sicuramente che saper guidare la bici e sapere come muovermi in certe condizioni mi ha aiutato tanto ad evitare cadute nei tratti sterrati, nei quali riuscivo a recuperare posizioni. Poi certo, quando ti trovi a fare Le Tolfe a blocco, quella è un’altra cosa (sorride, ndr). Nel secondo passaggio sentivo che mancava un po’ di potenza. Tutto sommato sono contenta perché il giorno dopo a Montignoso, seppure il percorso fosse meno esigente ma con un buon livello di partenti, sono andata bene. Insomma, ho tutto il tempo per entrare in forma.

Dopo una bella stagione nel cross, Casasola ha esordito con la Fenix-Deceuninck sugli sterrati della Strade Bianche
Dopo una bella stagione nel cross, Casasola ha esordito con la Fenix-Deceuninck sugli sterrati della Strade Bianche
Il tuo calendario cosa prevede nelle prossime settimane?

Correrò la Milano-Sanremo Women poi andrò in ritiro con la squadra a Benicasim per quasi un mese a preparare le Ardenne. Dovrei rientrare il 18 aprile con la Freccia del Brabante e sulla carta dovrei correre anche Amstel, Freccia Vallone e Liegi. Il programma indicativamente è questo, ma vedremo solo più avanti.

Dopo le Ardenne per Sara Casasola ci sarà la tanto sospirata sosta per recuperare?

Sì, certo. Abbiamo previsto 10-15 giorni di pausa totale senza bici. L’idea è questa, perché abbiamo il tempo necessario per riprendere i lavori in vista del Giro d’Italia Women. In quella occasione, essendo il mio primo anno in un team WorldTour come la Fenix-Deceuninck, spero di essere di aiuto alle compagne che punteranno alla generale. Per quello che mi riguarda invece, mi piacerebbe provare a giocare le mie carte in alcune tappe.

Nell’ultima annata ti abbiamo vista più asciugata fisicamente e sei entrata in una nuova dimensione anche su strada. Pensavi di aver perso il treno giusto?

Per come va il ciclismo in generale, un corridore della mia età può essere considerato… non più giovane, per non dire vecchio (sorride, ndr). Anche nel ciclismo femminile c’è questa tendenza, però è anche vero che ci sono più occasioni per entrare in un team di alto livello. A me è capitata questa possibilità e tutto sta andando di conseguenza.

Cosa intendi?

Le motivazioni aumentano in base ai risultati o alle prestazioni e viceversa. Ora posso fare la vita da pro’ e mi sento sicuramente più serena. Probabilmente sono calata di peso proprio per questo motivo, senza dover fare diete drastiche. Lavorare con la mente più libera da certi pensieri ti aiuta a performare meglio. Bisogna avere pazienza e fiducia perché poi le cose arrivano.

Ultima gara, primo centro per Casasola, con dedica speciale

19.02.2025
5 min
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Ormai soppiantato dalle prime prove su strada, il ciclocross ha chiuso domenica scorsa la sua stagione dedicata ai grandi circuiti e l’ultima tappa dell’X2O Badkamers Trofée nel bellissimo scenario dei giardini dell’Università di Bruxelles ha finalmente regalato a Sara Casasola quella vittoria inseguita per tutta la stagione. Proprio in extremis la friulana, che mai aveva vinto una classica internazionale, ha messo la ciliegina sulla torta di una stagione importante, la sua prima nelle file di un grande team internazionale.

La friulana a Bruxelles ha preceduto in volata Marion Norbert Riberolle, terza la Brand a 39″ (foto CorVos)
La friulana a Bruxelles ha preceduto in volata Marion Norbert Riberolle, terza la Brand a 39″ (foto CorVos)

E’ vero, alcune delle principali protagoniste hanno già virato verso la strada, cosa che anche lei è pronta a fare, ma il successo, anche per l’importanza stessa dell’evento, irradia tutta la sua stagione di una luce nuova.

«La inseguivo dall’inizio – racconta appena tornata a casa, mettendo da parte tutto l’armamentario da ciclocross per preparare la nuova stagione – sapevo di essere in buona condizione e volevo tanto chiudere l’annata senza sentire in bocca l’amaro di un’occasione sprecata. Ci avevo già provato il giorno prima a Sint Niklaas finendo a soli 4” dalla Brand, l’ultima occasione è stata quella buona».

Per Sara Casasola 25 gare, con l’argento iridato nel Team Relay e ben 8 Top 10
Per Sara Casasola 25 gare, con l’argento iridato nel Team Relay e ben 8 Top 10
Che gara era quella nella Capitale?

Non semplice, su un percorso abbastanza diverso da quelli soliti belgi. Non c’era tanto da spingere, ma era molto tecnico anche perché sotto il fango si era formato uno strato di ghiaccio e quindi bisognava guidare bene per non incorrere in cadute. Infatti per gran parte della gara è stata davanti la mia compagna di squadra Norbert Riberolle che sa guidare davvero bene. Io non ero partita benissimo, ma poi l’ho agganciata e nel finale ho sfruttato una piccola rampa per prendere qualche metro, utile per conquistare il successo.

Che giudizio dai a questa stagione, quella del grande cambiamento?

Direi che è stata al di sopra delle mie aspettative. Soprattutto considerando come l’avevo iniziata, con la condizione che non arrivava. D’altro canto era la prima da ciclocrossista vera, impegnata per tutto l’anno e sempre nelle classiche: ho disputato 25 gare, ma in Italia ho corso solo lo sfortunato campionato italiano. In totale per oltre metà delle gare sono stata nella top 5, collezionando molti podi. L’unica vera delusione è stata la tappa di Coppa del mondo a Namur.

A Namur l’unica prestazione negativa in Coppa, dopo una brutta influenza
A Namur l’unica prestazione negativa in Coppa, dopo una brutta influenza
E va considerato anche che nel periodo delle Feste, quello notoriamente più ricco di eventi e più agognato dai grandi specialisti, eri al palo…

Sì, ho preso una brutta influenza che mi ha lasciato strascichi. Ai campionati italiani ero al rientro e c’era una forma fisica tutta da ritrovare. Per questo sono contenta di aver chiuso bene la mia stagione, proprio per riscattare quel periodo buio.

Ora però, mentre negli scorsi anni ti approcciavi alla stagione su strada con relativa tranquillità, si prospetta davanti a te una stagione impegnativa, nel WorldTour…

E’ vero, ma in questo incide molto il team, le sue prospettive, la sua impostazione. Mi ritroverò a fare gare di altissimo livello e credo che principalmente sarò impegnata come aiutante della capitana di turno, ma spero di potermi togliere qualche soddisfazione. Di sicuro non parto per vivacchiare, ma per fare in pieno il mio dovere e cogliere le occasioni se si presenteranno.

In azzurro Casasola ha colto il 4° posto europeo e 6° mondiale, sfidando le olandesi alla pari
In azzurro Casasola ha colto il 4° posto europeo e 6° mondiale, sfidando le olandesi alla pari
Hai aspettative alte?

Sì, certamente superiori a quelle degli scorsi anni. Partirò con la Strade Bianche, poi farò tutte le classiche italiane con un punto di domanda ancora per la Sanremo. Dopo andrò in ritiro in Spagna per preparare le classiche delle Ardenne e dopo faremo il punto della situazione.

Il che significa che tiri dritto senza prendere fiato…

E’ normale, considerando anche la sosta a Natale, nella quale per una settimana non ho neanche preso in mano la bici. Non tutte le ciclocrossiste proseguono senza fermarsi, ma a me conviene. Inoltre il fatto di esordire con la Strade Bianche è un vantaggio, perché è la più affine alla nostra attività. Lì penso che correremo per la Pieterse che su quel percorso può davvero vincere, ma io voglio fare la mia parte. Più avanti si vedrà quali altri impegni assolvere, penso che poi nella seconda parte cominceremo anche a dosare le energie per arrivare alla stagione di ciclocross già in forma.

Foto di gruppo alla Guerciotti, con la friulana in alto a sinistra e Di Tano a destra
Foto di gruppo alla Guerciotti, con la friulana in alto a sinistra e Di Tano a destra
Al di là della stagione e anche del prestigio intrinseco della gara di Bruxelles, hai detto che il successo colto ha per te un significato particolare: perché?

Sinceramente avrei voluto poterlo dedicare a Vito Di Tano, ma purtroppo sono arrivata tardi. Vito è stato per me, come per altre, un mentore, una persona preziosa. Ricordo che quando arrivai in Guerciotti ero piena di dubbi, dicevo che non avevo abbastanza basi di velocità per vincere. Lui mi ha preso da parte, mi ha caricato col risultato che ho vinto le prime due gare e proprio in volata. E lui lì: «Hai visto quanto sei veloce?». Con la sua bontà, ha  toccato l’animo di molte atlete, infatti continuavamo a sentirci quasi ogni settimana e speravo davvero che rimanesse con noi ancora un po’. Questa vittoria è anche sua.

Bilancio del ciclocross. Pontoni mette i numeri sul tavolo

16.02.2025
5 min
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Il 22 febbraio ci sarà il Consiglio federale e anche Daniele Pontoni è sulla graticola. E’ confermato fino a ottobre, ma c’è da programmare un intero quadriennio e il discorso è ben diverso. Il tecnico friulano giunge all’appuntamento mettendo sul tavolo quanto fatto dall’inizio del suo mandato, in particolare nel ciclocross e i risultati sono sotto gli occhi di tutti, con un progresso e un prestigio acquisito che sono frutto di grande lavoro.

Sono i numeri a parlare a favore dell’ex iridato: «Tra ciclocross e gravel abbiamo conquistato ben 21 medaglie, tra le quali metto anche con particolare soddisfazione la Coppa del mondo vinta da Viezzi. Negli ultimi due anni abbiamo vinto due titoli nella stessa categoria e questo non capita spesso, soprattutto fra gli juniores, significa che abbiamo investito bene e che il lavoro a livello giovanile ha funzionato, ma non siamo assolutamente arrivati, c’è ancora tanto da fare».

Stefano Viezzi, friulano come il cittì: con lui e Agostinacchio il futuro è assicurato
Stefano Viezzi, friulano come il cittì: con lui e Agostinacchio il futuro è assicurato
La curiosità è che in entrambi i casi non c’è stata la possibilità di difendere il titolo, visto che sia Viezzi che prossimamente Agostinacchio cambieranno di categoria…

E’ vero, ma significa, guardando la cosa da una prospettiva diversa, che l’anno prossimo avremo due campioni a competere fra gli under 23 e penso che sarà una grande opportunità, avremo di che divertirci… Ma io andrei anche oltre perché non abbiamo solo Stefano e Mattia. Credo che la forza vera del movimento è che abbiamo un folto gruppo di corridori di vertice, basti pensare che quest’anno fra juniores e Under 23 siamo andati a medaglia con 5-6 corridori diversi e questa è una novità. Ma io sono convinto che andando avanti questo numero si allargherà ancora.

Una delle caratteristiche di questi anni è stata l’aver voluto coinvolgere sempre più anche gli allievi. Si è sempre detto che a quell’età il ciclismo deve mantenere un preponderante aspetto ludico, ma nel ciclismo attuale così precoce sembra un discorso ormai sorpassato, tu che cosa ne pensi lavorando con loro?

E’ un tema delicato. Io credo che sia così, che ormai gli allievi siano già sotto i riflettori di procuratori e tecnici e la cosa un po’ mi spiace. Secondo me l’aspetto ludico deve continuare a pervadere l’attività non solo alla loro età ma anche dopo e soprattutto bisogna lasciare i corridori liberi di esprimersi. Faccio un esempio: quel che ha fatto Agostinacchio non solo nelle gare titolate, ma soprattutto a Zonhoven non lo insegni in allenamento. Lì c’è molto di lui, della sua fantasia, del suo modo di essere e questa libertà deve sempre rimanere.

Persico a Fayetteville, abbracciata da Pontoni dopo il bronzo iridato 2022
Persico a Fayetteville, abbracciata da Pontoni dopo il bronzo iridato 2022
E’ d’altronde fondamentale per allargare la base, continuerai su questa strada?

Se verrò confermato sicuramente, ma io vorrei segnalare che il discorso non riguarda solo noi. Guardate il ranking Uci, tra i nostri, i francesi, lo spagnolo giunto 4° ai mondiali, si vede chiaramente come gli juniores di 1° anno siano subito pronti, molto più di quanto avveniva solo pochi anni fa e noi dobbiamo essere al passo. Ormai i ragazzi non sanno più che cosa sia il timore reverenziale…

Secondo te quanto ci vorrà per trasfondere questa forza d’insieme anche fra gli elite dove ancora siamo lontani da Olanda e Belgio?

Io dico che la distanza è molto minore e si ridurrà sempre meno con atleti come Viezzi, Casasola (io penso farà lo stesso Agostinacchio) che corrono in team esteri abbinando le due discipline. Prima era un tabù, ho visto io stesso tanti talenti lasciare il ciclocross dove avrebbero potuto ottenere tanto: Persico, Toneatti, Paletti, Venturelli e potrei andare avanti a lungo. Finalmente le cose stanno cambiando e questo anche perché finalmente procuratori e tecnici iniziano a sentire le volontà dei corridori.

L’esempio di Sara Casasola, espatriata per correre in un grande team, sarà sempre più imitato
L’esempio di Sara Casasola, espatriata per correre in un grande team, sarà sempre più imitato
Secondo te l’eventuale ingresso nel programma olimpico avrà effetto?

Enorme. Io penso che cambierà completamente la cultura ciclistica anche da noi perché il discorso a cinque cerchi darà un’impronta diversa a tutta la disciplina e saranno sempre di più quelli che vorranno competere ma soprattutto squadre e sponsor che cercheranno quella vetrina. Noi dobbiamo farci trovare pronti.

E per il gravel?

Lì la situazione è più nebulosa perché la specialità deve trovare ancora la sua conformazione. Io aspetto il 22 per metterci mano, ho presentato un piano e vedremo se verrà accettato. E’ chiaro che per ora ci si muove parallelamente alla strada, con molti corridori che dedicano al gravel gli scampoli di tempo e quindi possono agire soprattutto a fine stagione, quando ci sono le gare titolate. Ma una sua conformazione tecnica, fatta di specialisti, la disciplina deve ancora trovarla.

Il gravel si sta evolvendo solo ora, ma secondo Pontoni deve ancora trovare una sua strada
Il gravel si sta evolvendo solo ora, ma secondo Pontoni deve ancora trovare una sua strada
Sinceramente, ti saresti aspettato di arrivare a fine contratto con un bilancio simile?

Scherzi? Se me lo avessero detto avrei messo 1.000 firme… Ma da solo avrei fatto ben poco, con me c’è uno staff che è andato di pari passo, è cresciuto insieme a me e ai ragazzi. Pochi sanno che le gare sono quasi un riposo per noi, è durante le settimane, durante i ritiri e gli allenamenti che si fa il grosso del lavoro ed è il più impegnativo. Ora bisogna tenere la ruota oliata, continuare a investire, avere a disposizione budget adeguati com’è stato in questi anni perché di soddisfazioni possiamo prendercene ancora tante e anche di più.