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Azzurri per Namur, Pontoni spiega le sue scelte

03.11.2022
5 min
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Daniele Pontoni è pienamente convinto delle sue convocazioni in vista degli europei di Namur in programma nel fine settimana. Ha portato in nazionale 17 corridori coprendo tutte le categorie e questo è già un risultato importante considerando che alcuni dei big (a cominciare dal bronzo mondiale Persico) non hanno ancora iniziato la loro stagione. Eppure fare la squadra non è stato così semplice, anche se lo zoccolo duro, quello relativo alle categorie giovanili, Pontoni lo ha forgiato nel tempo, portandolo a inizio stagione a gareggiare in Spagna con un obiettivo: fare gruppo.

«Visti numeri e risultati delle ultime gare – esordisce il cittì, in apertura al mondiale gravel con Chiara Teocchi – e considerando anche le caratteristiche del percorso, questa è la squadra migliore che si potesse avere. Ci sono anche altri corridori validi che avrebbero meritato di essere considerati, ma voglio ricordare che la stagione ha ancora tre mesi di gare, ci saranno altre occasioni, chi non c’è deve sentirsi stimolato a far meglio per guadagnarsi la convocazione».

Il dettaglio del percorso di Namur, una classica del calendario internazionale
Il dettaglio del percorso di Namur, una classica del calendario internazionale
Manca la Venturelli…

Sì, è l’unica assenza di peso che abbiamo. Ha sintomi di tosse e catarro, abbiamo preferito non rischiarla, d’accordo anche con la sua società. Ho aspettato fino all’ultimo per decidere, ma poi ho scelto così. Federica si era ripresa dall’infortunio al braccio dei mondiali su strada e stava progredendo, ma vista la situazione e considerando anche la stagione così pregna tra strada e pista che ha vissuto, preferisco averla più fresca più avanti, pensando ai mondiali, soprattutto dal punto di vista mentale.

Le convocazioni rispecchiano molto quelle che erano state fatte per le categorie giovanili per le prime gare in Spagna. Quanto è stata importante quella trasferta?

Molto, ci ha consentito di fare gruppo, anche perché eravamo soprattutto con ragazzi molto giovani. Fra gli junior ad esempio avremo 5 partenti, di cui due al primo anno come Bosio e Viezzi, ragazzi che hanno dato buone prove e si sono presi la maglia affrontando le gare con sfrontatezza. Con loro ci saranno Cafueri, Paccagnella e Scappini, più rodati, ma dietro ci sono tanti altri ragazzi che stanno crescendo, penso ad esempio a Travella e Stenico. Lo stesso si può dire per gli under 23: con Bergagna, Leone, Masciarelli e Toneatti lavoro da tempo e da settembre abbiamo formato un gruppo molto compatto. I risultati dimostrano che sono i più forti.

Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur 2021, nella prova di Coppa del mondo
Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur 2021, nella prova di Coppa del mondo
Partiamo dagli Under 23: che cosa possono fare?

A Tabor, in Coppa del mondo, Toneatti era tra gli ultimi all’inizio eppure i suoi tempi sul giro erano vicinissimi a quelli dei primi e pedalando dietro, tra sorpassi e contatti, è molto più difficile, per cui credo possa fare molto bene. Sugli junior c’è invece da fare un discorso a parte…

Quale?

I ragazzi mi avevano molto deluso a Tabor e gliel’ho detto. In Coppa per me sono da primi 5, ma i risultati arrivano correndo con attenzione e testa e loro non l’hanno avuta. A Maasmechelen ho cambiato molti nomi lanciando un segnale: bisogna restare umili e viaggiare con i piedi per terra. Se faranno tutto per bene si prenderanno belle soddisfazioni sul percorso belga, sanno che ho molta fiducia in loro, ma servono disciplina e attenzione.

Da sinistra Scappini, Cafueri e Paccagnella, sul podio in Spagna. Pontoni punta molto su di loro
Da sinistra Scappini, Cafueri e Paccagnella, sul podio in Spagna. Pontoni punta molto su di loro
Quanto pesa l’assenza della Venturelli?

Molto, ma Valentina Corvi su quel percorso è salita sul podio in Coppa del mondo, a lei il tracciato di Namur piace particolarmente. Con lei ci sarà Arianna Bianchi, campionessa europea allieve di mtb, è al suo primo anno di categoria, deve correre con la massima serenità e imparare quanto più possibile.

A Tabor ha impressionato la Casasola, che dopo aver dominato al Giro d’Italia ha sfiorato la Top 10 popolata però quasi interamente da olandesi.

Sara sembra rinvigorita dal cambio di squadra, sta tornando ai livelli che le erano abituali. A Tabor è partita dalla quarta fila, ha fatto qualcosa di notevole. Io so quanto vale, la nuova aria le ha dato nuovi stimoli, ma attenzione anche alla Gariboldi perché il percorso le si adatta. Fra le under 23 avremo tre giovani come Carlotta Borello, Alice Papo e Asia Zontone, potrebbero far bene in un contesto di massimo livello.

Per la Casasola un bell’inizio di stagione, ora gli europei possono lanciarla anche fuori dall’Italia (foto FB)
Per la Casasola un bell’inizio di stagione, ora gli europei possono lanciarla anche fuori dall’Italia (foto FB)
Fra gli elite ci sarà il solo Bertolini…

Gioele si sta pian piano ritrovando. Su quel percorso entrare nella Top 10 per lui equivarrebbe a un’impresa, ma so che può farlo.

Come dicevi, ci sono assenze importanti…

Dorigoni ha appena finito la stagione di mtb, la Persico so che inizierà il 26 novembre e poi seguirà tutto il calendario per essere al top per i mondiali. Avrei voluto vederla ai mondiali gravel, sono convinto che poteva stupire tutti anche lì, ma non va dimenticato che la sua stagione è stata ricchissima di impegni. Io poi parto da un presupposto: costringere gli atleti a gareggiare non va mai bene, devi correre con voglia, avere fame. Io confido molto in Silvia per i mondiali, quel percorso le si addice come un guanto e lo stesso vale per la Venturelli. Intanto però un passo alla volta: andiamo a Namur con la coscienza a posto e consci di poter far bene.

A Brugherio si rivede Ceolin, in Coppa guerra fra i belgi

31.10.2022
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Si era già detto alla vigilia e tante volte l’argomento è saltato fuori parlando del calendario di ciclocross: con le tante concomitanze in Italia e all’estero, alcune prove rischiano di essere penalizzate. All’International Cyclocross di Brugherio è successo solo in parte, perché anche se erano tutti italiani quelli al via (e neanche tutti i migliori considerando che il giorno dopo c’era la Coppa del Mondo a Maasmechelen) la gente ha mostrato un afflusso clamoroso, degno delle grandi classiche del settore in Belgio e Olanda.

L’impatto scenico ha lasciato molti senza fiato. Fra questi anche colui che è risultato il grande protagonista di giornata, Federico Ceolin tornato alla vittoria dopo un inizio balbettante nelle primissime uscite, da mettere in conto considerando il suo impegno quest’anno su strada: «Io vengo dalla mtb e questa è stata la mia prima vera stagione su strada, con tutto che fra una caduta con clavicola e due costole rotte a inizio stagione covid preso appena tornato dopo due mesi, sono andato sempre in rincorsa. Risultati non ce ne sono stati, ma l’influsso rispetto al ciclocross è stato enorme».

L’arrivo vittorioso di Ceolin nella gara di Brugherio, valida per il Master Cross (foto Alessandro Di Donato)
L’arrivo vittorioso di Ceolin nella gara di Brugherio, valida per il Master Cross (foto Alessandro Di Donato)

L’importanza della strada

Il portacolori della Beltrami Tsa Tre Colli conferma una volta di più come il binomio ciclocross-strada sia estremamente funzionale: «Prima quando affrontavo le gare di ciclocross notavo che nella parte finale soffrivo e spesso andavo un po’ spegnendomi. Ora, con la base di un corridore abituato a pedalare per quattro ore, le prove di un’ora sono sempre impegnative, ma il mio fisico le assorbe molto meglio e nel finale sono sempre in grado di dare la “menata” giusta, quel cambio di ritmo che garantisce la vittoria».

E’ stato così anche a Brugherio: «Avendo perso un po’ di punti nel ranking mi sono ritrovato a partire dalla seconda fila, ma già nel primo giro ero dietro i primissimi. Sono rimasto un po’ coperto e poi nel secondo giro ho dato gas per fare selezione. Con me è rimasto solo Samuele Leone. Siamo andati insieme, poi è cambiato qualcosa…

Ceolin e Leone in fuga. I consigli arrivati dai box a quest’ultimo hanno avuto un prezzo (foto Di Donato)
Ceolin e Leone in fuga. I consigli arrivati dai box a quest’ultimo hanno avuto un prezzo (foto Di Donato)

La scelta del male minore

«Passando davanti ai box ho sentito che i suoi responsabili gli dicevano di abbassare il ritmo, in modo da permettere a Bertolini di tornare sotto. A quel punto ho capito che dovevo scrollarmelo di dosso e ho dato proprio una delle menate di cui sopra. Nell’ultimo giro ho pensato ad amministrare». Per la cronaca, Ceolin ha chiuso con 14” su Leone e 39” sul sempre presente Cominelli (Cycling Café).

Una vittoria che gli ha dato nuovo vigore, proprio per il contorno che ha trovato in terra lombarda: «E’ stato eccezionale, una gara in un clima anomalo, sembrava di pedalare in estate. Faceva un caldo tale che ho deciso di tenere la borraccia sia per levarmi un po’ di polvere che per bere ogni tanto. Sapevo che mi avrebbe dato problemi nel caricare la bici in spalla, ma su quel percorso si scende di sella solo una volta a giro, ho deciso di scegliere il male minore. E poi la gente, mamma mia quanta gente c’era, sembrava davvero di essere al nord…».

A Brugherio è proseguito il bell’inizio di stagione della Casasola (foto Alessandro Billiani)
A Brugherio è proseguito il bell’inizio di stagione della Casasola (foto Alessandro Billiani)

Polemiche in casa belga

A proposito di Nord, il weekend è stato molto intenso, prima con la tappa del Superprestige a Ruddenwoorde e poi con la Coppa del Mondo a Maasmechelen. In attesa che i tre tenori entrino in gioco, gli specialisti si stanno dando battaglia e nell’ambiente non mancano le polemiche. In casa belga sono esplosi antichi rancori, che hanno le proprie radici nell’addio di Laurens Sweeck alla Pauwels Sauzen, la squadra di Iserbyt e Vanthourenhout. Sabato, con Iserbyt che in volata aveva prevalso su Sweeck, quest’ultimo al traguardo era esploso.

«Non si prende mai le sue responsabilità. Con Van Der Haar in fuga – si è sfogato – stava a lui e a Vanthourenhout inseguire, invece aspettavano che mi muovessi io. Poi, appena l’olandese ha avuto sfortuna, Eli è scattato senza aver fatto nulla per ricucire lo strappo. Non si è campioni così…».

Iserbyt in patria inizia a non essere molto ben visto: molti tifosi e non solo loro lo accusano di vincere solo perché non ci sono i “veri” grandi: «Che cosa faccio di sbagliato se vinco quando loro non ci sono? Dovrei arrivare secondo? Quanto a Sweeck, è solo frustrato perché non vince lui. La verità è che siamo noi a fare sempre la corsa, è successo nelle tappe di Coppa del Mondo ed è successo anche a Ruddenwoorde». Poi la stoccata finale: «Laurens ha un bel passo, ma non abbastanza per stare con noi, adesso capirà che lusso era stare nel nostro team lo scorso anno, perché io e Michael gli toglievamo le castagne dal fuoco».

Laurens Sweeck a Maasmechelen. Il suo addio alla Pauwels Sauzen ha avvelenato gli animi (foto Photo News)
Laurens Sweeck a Maasmechelen. Il suo addio alla Pauwels Sauzen ha avvelenato gli animi (foto Photo News)

Regolamento di conti

Sweeck non l’ha digerita e quella di Maasmechelen è diventata una sfida al calor bianco. Ha trasformato la gara in una faccenda privata, ha imposto un forcing fortissimo, ha retto quando Iserbyt ha provato il suo solito numero in salita e poi ha sfruttato l’errore di quest’ultimo nel finale.

«Quando è avvenuto – dice – sono riuscito a scavare un divario incolmabile. Per me la vittoria chiude ogni discorso, non mi va di andare avanti con le polemiche, d’altronde è la mia prima in Coppa del mondo, l’avevo inseguita tanto. La caccia è conclusa, ora se ne aprono altre».

Il prosieguo di stagione internazionale si prospetta ricco di motivi d’interesse.

Di Tano lancia la sfida: «Competitivi in ogni categoria»

12.10.2022
4 min
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La stagione del ciclocross è appena iniziata, ma già la Selle Italia Guerciotti Elite ha fatto man bassa di vittorie al Giro d’Italia con un ritrovato Bertolini già al centro delle operazioni (in apertura, agli europei 2021). Parliamo di una delle principali società del panorama non solo italiano, perché l’impostazione che il team ha voluto dare è quella il più possibile vicina alle formazioni belghe e olandesi che fanno il bello e il cattivo tempo in campo internazionale. E d’altronde è quello il target della formazione, per il quale Vito Di Tano, l’ex iridato che coordina i ragazzi, lavora.

Il team lombardo consta di 7 atleti, con qualche novità rispetto allo scorso anno: «Con l’arrivo di Sara Casasola abbiamo un’esponente di grido anche fra le elite, mentre Loconsolo va ad aggiungersi ad Agostinacchio e Leone costituendo una forte componente fra gli Under 23. Inoltre è arrivato Nicholas Tavella, vicecampione italiano fra gli allievi 2° anno che passa di categoria e sul quale contiamo molto per il futuro».

Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Di Tano è da anni manager della Selle Italia Guerciotti, da quest’anno presente in ben 6 categorie
Partiamo nell’analisi da un elemento che già faceva parte del vostro team: Federica Venturelli, reduce da un’eccezionale stagione fra pista e strada, che ha fermamente voluto continuare anche nel ciclocross…

Lei ha bisogno di continui stimoli agonistici, tanto che va un po’ frenata. Io ad esempio avrei preferito fermarla in questo periodo, ma lei teneva particolarmente a rispondere alla chiamata in azzurro per la trasferta giovanile in Spagna e non me la sono sentita di negargliela. Sa però che non deve spingere perché gli effetti della caduta in Australia ancora si sentono, soprattutto al braccio col quale non riesce a tirare su la bici. Cercheremo comunque di gestirla in modo da farla emergere per le gare titolate.

La Venturelli è un patrimonio di tutto il ciclismo: con Pontoni avete ragionato su come dosarla in questo inverno?

Con Daniele ci sentiamo spesso, lei e la Corvi sono due atlete di primissimo piano che possono davvero ottenere grandi cose ai mondiali anche perché la Backstedt passa di categoria, ma Federica va gestita nella maniera giusta per farla arrivare in forma. Oltretutto con lei bisognerà lavorare anche sull’aspetto tecnico: ha una posizione un po’ statica in bici, può migliorare da questo punto di vista.

Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Ettore Loconsolo, nuovo entrato nel team a rafforzare il comparto U23 (foto Alessandro Billiani)
Come siete arrivati alla Casasola?

Ci eravamo sentiti già in primavera, Sara voleva trovare nuovi stimoli non perché si trovasse male alla DP66, ma proprio perché a 25 anni dopo molte stagioni nel team friulano voleva respirare aria nuova. Noi le abbiamo dato fiducia e finora l’ha già ripagata, io sono convinto che anche a livello internazionale possa fare bene, aveva solo bisogno di ripartire anche mentalmente.

Che cosa ti aspetti dai tre under 23?

Gli dico sempre che sono bravi, ma devono dimostrarlo. Devono fare il salto di qualità e quello possono farlo solo loro, attraverso il loro impegno. Per crescere hanno bisogno di confrontarsi con il meglio e per questo dovranno gareggiare molto all’estero: la Coppa del mondo prevede che ci siano 5 prove per under e juniores, le ultime 3 da affrontare con la nazionale. Noi saremo nelle altre due e poi gareggeranno nelle altre in mezzo agli elite. Questa è un’arma a doppio taglio, perché ti ritrovi a gareggiare con gente più smaliziata. Se vai bene, il morale cresce, ma se prendi batoste devi saperle valutare e prendere quanto di buono ci può essere a livello di esperienza.

Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Bertolini punta sull’apertura di Coppa del Mondo a Tabor (foto Alessandro Billiani)
Con voi c’è anche la Realini…

Quest’anno cambia squadra su strada passando alla Trek Segafredo, vedremo che attività potrà fare. Credo che anche lei, come molte altre divise fra ciclocross e strada, farà il suo esordio a dicembre. Si segue la strada tracciata da Van Der Poel e Van Aert ed è normale che sia così. Troppe gare non possono essere fatte, oltretutto i campioni arrivano più freschi quando gli specialisti puri si sono già dati battaglia per settimane. C’è una disparità di forze, ma l’evoluzione del ciclismo è questa.

Bertolini dove può arrivare?

Io sono convinto che il vero Bertolini sia quello di Valkenburg 2018, saldamente fra i primi 10 al mondo, deve solo crederci e avere una stagione priva di infortuni. E’ chiaro che i campioni che vengono dalla strada sono di un altro pianeta, ma io sono convinto che può arrivare lontano e riprendersi quel che la sfortuna gli ha tolto. Contiamo molto anche su Tavella, che ha vinto anche su strada e che ora, cambiando categoria, dovrà dimostrare davvero di che pasta è fatto perché è fra gli junior che si comincia a far sul serio. Abbiamo una squadra completa, ora il verdetto sta alle gare.

Casasola profeta in patria, per ritrovare la strada giusta

10.10.2022
5 min
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Verdetti uguali a sette giorni prima. Il Giro d’Italia di ciclocross ha fatto tappa a Osoppo e nelle due gare principali, quelle Open, i vincitori sono gli stessi di Corridonia. Gioele Bertolini e Sara Casasola hanno confermato di avere una marcia in più e guardano con ottimismo ai prossimi appuntamenti cominciando anche a pensare a come tradurre questa superiorità interna in buoni risultati in campo internazionale.

Ci tiene soprattutto la Casasola, vittoriosa in casa scacciando via anche i fantasmi di precedenti brutte esperienze: «Ci tenevo a far bene nella prova di Osoppo, dove qualche anno fa sotto la pioggia fui costretta al ritiro e persi la maglia rosa. Qui non potevo e non volevo sbagliare».

L’arrivo vittorioso della Casasola, seguita da Gariboldi e Bulleri (foto Lisa Paletti)
L’arrivo vittorioso della Casasola, seguita da Gariboldi e Bulleri (foto Lisa Paletti)

Casasola, un anno di problemi

Neoacquisto della Selle Italia Guerciotti Elite, la friulana voleva partire subito forte, ripensando a quanto avvenuto nel corso dell’anno: «Mi sono preparata con calma, considerando che ho chiuso la stagione su strada già con il Giro di Toscana a fine agosto. Le gare su strada in estate sono servite soprattutto per riprendere confidenza con la bici dopo essere stata ferma tre mesi per problemi fisici che hanno di fatto inficiato tutta l’annata. Ho praticamente perso un anno e mi dispiace perché avevo iniziato bene, fra Strade Bianche e Cittiglio che mi avevano dato fiducia. Considerando che ho chiuso solo una decina di gare è proprio un anno perso».

Nel frattempo però il panorama del ciclocross è cambiato, le esperienze dei vari VDP e Van Aert hanno fatto scuola e anche alcune big italiane come Persico e Arzuffi hanno fortemente ridotto il loro impegno nel ciclocross guardando più avanti nella stagione: «Sinceramente dispiace perché sappiamo bene che verrebbero fuori gare molto diverse con loro presenti, ma intanto questo principio vale anche per molte protagoniste all’estero, poi io sono abituata a guardare il mio giardino e non quello degli altri.

Per la Casasola (55) ora inizia la stagione delle gare all’estero (foto Alessandro Billiani)
Per la Casasola (55) ora inizia la stagione delle gare all’estero (foto Alessandro Billiani)

Un livello sempre molto alto

«Certamente cambia il tipo di gare, con loro presenti sarebbero più tirate. A Osoppo è venuta fuori una prova molto tattica, con me, la Gariboldi e la Bulleri che a turno provavamo gli attacchi e poi rallentavamo, alla fine è andata bene a me».

Sul tema però la Casasola tiene a chiarire un punto: «Io credo che le gare internazionali resteranno di livello molto alto, lo abbiamo visto anche nell’apertura di Coppa del Mondo in America (vittoria della Van Empel su Alvarado e Brand con 6 olandesi davanti, ndr). Per emergere servirà il massimo impegno: io sono convinta che quando Silvia, Alice e le altre rientreranno troveranno pane per i loro denti…».

Il podio maschile con Bertolini fra il compagno di team Loconsolo e Marco Pavan (foto Lisa Paletti)
Il podio maschile con Bertolini fra il compagno di team Loconsolo e Marco Pavan (foto Lisa Paletti)

Gioele e la tattica di squadra

Due vittorie su due, ma ora la friulana cambia registro: «Domenica a Porto Sant’Elpidio non ci sarò, gareggerò in Svizzera e poi dovrei avere altre prove estere, ma dopo la corsa di domenica prossima faremo il punto. Io spero di entrare nelle convocazioni per gli europei e fare bene nell’apertura di Coppa del Mondo, ci terrei visto quel che ho passato quest’anno. Vorrei una stagione tranquilla e soprattutto continua, sia nel ciclocross che su strada, per dimostrare quel che valgo».

Se la Casasola è emersa vittoriosa da una gara tattica, Bertolini ha potuto sfruttare ancora una volta il lavoro di squadra, che alla fine ha proiettato verso il successo lui anche grazie all’apporto del nuovo arrivato Ettore Loconsolo, secondo e al comando della classifica Under 23: «A Osoppo conta molto guidare bene non essendoci grandi difficoltà tecniche e Ettore ha dimostrato di saperlo fare. Il lavoro in sinergia ha sfiancato gli avversari». «Alla Selle Italia Guerciotti Elite sto imparando tanto – gli fa eco Loconsolo – infatti ho sofferto meno che la scorsa settimana».

Partenza degli junior, Zanolini scatta a tutta: farà il vuoto (foto Alessandro Billiani)
Partenza degli junior, Zanolini scatta a tutta: farà il vuoto (foto Alessandro Billiani)

La prima vittoria in carriera

Verdetti diversi rispetto a quelli di Corridonia invece fra gli junior. Quella di Alan Zanolini (Zanolini Sudtirol Post) ha un sapore unico perché è la prima in carriera per il corridore andato in fuga già alla seconda curva e rimasto in testa con caparbietà. Alla fine anche qualche lacrima per il portacolori della squadra di famiglia: «Finalmente ho potuto onorare la memoria di mio nonno Renzo, mancato quattro anni fa. Era un percorso da stradisti, ho pensato che se provavo dall’inizio avrei avuto qualche speranza, alla fine il sogno s’è realizzato».

Fra le ragazze ritiro per la leader di classifica Arianna Bianchi, che resta comunque al comando della classifica mentre a giocarsi la vittoria erano Nelia Kabetaj e Greta Pighi con vittoria per quest’ultima, che di carattere ne ha da vendere visto che ha cercato di tenere il passo delle più grandi: «Io sono al primo anno, andavano troppo forte, ma ho capito che ci sono anch’io e un domani ci riuscirò».

A Corridonia il Giro d’Italia rilancia subito Bertolini

03.10.2022
5 min
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Il segreto di un corridore è farsi trovare pronto quando davvero serve. Gioele Bertolini (in apertura, le foto sono di Lisa Paletti) aveva vissuto una seconda parte di stagione della mtb (quella più importante, perché comprendente tutte le prove titolate) un po’ sottotono, non aveva la forma che si aspettava. Quindi ha un po’ tirato i remi in barca e ha cominciato già a pensare al ciclocross. Risultato: all’apertura del Giro d’Italia a Corridonia è stato assoluto protagonista, mettendo subito il suo sigillo sulla challenge.

Il giorno successivo alla vittoria marchigiana, dopo poche ore di sonno residuo dal viaggio di ritorno, il suo umore è decisamente improntato al positivo: «Una vittoria che ci voleva in questo periodo, per rilanciarmi verso l’apertura della stagione internazionale. Il percorso di Corridonia mi è piaciuto moltissimo, con tratti veloci alternati a pezzi ripidi, con anche uno strappo che si affrontava giocoforza a bassa velocità. E’ il tipo di tracciato in voga in Belgio e Olanda, quindi è stato un bel banco di prova».

Volata tutta Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini davanti ad Agostinacchio e Leone
Volata tutta Selle Italia Guerciotti Elite, con Bertolini davanti ad Agostinacchio e Leone

Tripletta Selle Italia

Alla prima del Giro sono stati tanti i nomi di spicco presenti, a dispetto del fatto che sia la stagione su strada che quella di mountain bike sono ancora in corso e tengono impegnati molti protagonisti: «Noi della Selle Italia Guerciotti Elite abbiamo fatto un buon gioco di squadra – riprende Bertolini – eravamo in 4 davanti e i compagni mi hanno consentito di attuare la tattica che volevo, emergendo a metà gara con Agostinacchio e Leone. Se ho vinto è anche grazie a loro».

Bertolini guarda già avanti, a una stagione internazionale che deve rilanciarlo: «E’ da troppo tempo che non vivo eventi di spicco nella condizione che voglio e quindi devo essere già pronto per Tabor, l’apertura di Coppa del Mondo del 23 ottobre, dove voglio essere davanti. Io so di poter avere un ruolo fra i primi 15 al mondo, ma devo dimostrarlo sul campo e voglio farlo subito, anche per guadagnarmi la selezione per gli Europei».

Buon esordio per Paletti al cambio di categoria: 6° assoluto e 4° fra gli U23
Buon esordio per Paletti al cambio di categoria: 6° assoluto e 4° fra gli U23

Giovani okay

A questo proposito la scelta del cittì Pontoni di dare spazio in Coppa alle categorie giovanili lasciando gli elite a muoversi per conto proprio lo trova abbastanza d’accordo: «Ha fatto così anche lo scorso anno. So che Pontoni è in diretto contatto con il mio diesse Vito Di Tano, d’altro canto in Coppa noi elite possiamo gareggiare con le nostre società, mentre per le categorie inferiori sarebbe più difficile fare esperienze che sono fondamentali, inoltre vivere l’atmosfera in nazionale è sempre importante per crescere. Magari sarebbe bello qualche piccolo strappo alla regola ed esserci anche noi, anche per dare ai più giovani qualche “dritta”, ma Pontoni ha una tale esperienza e un tale carisma che le sue scelte non si discutono».

Tornando all’aspetto internazionale, Bertolini dice la sua anche sull’assenza dei big nella prima parte di stagione: «E’ chiaro che senza i vari Van Der Poel, Van Aert e Pidcock c’è più spazio. Ha ragione Iserbyt quando dice che bisogna sfruttare soprattutto le occasioni date dalle loro assenze, perché hanno una marcia in più. Io con VdP ho corso a lungo, so che puoi battere lui e gli altri solo se hanno una defaillance, l’importante è essere pronti quando questa arriva…».

Per Scappini primo successo in maglia tricolore. L’umbro punta all’oro europeo
Per Scappini primo successo in maglia tricolore. L’umbro punta all’oro europeo

Bielli punta su Scappini

L’apertura del Giro, contraddistinta da sole e un vento un po’ fastidioso, ha coinvolto tra una categoria e l’altra ben 750 corridori, un dato davvero confortante sullo stato di salute del movimento.

In assenza di Pontoni, coinvolto nell’avventura del gravel, c’era il suo vice Bielli a prendere appunti sullo stato di salute di molti. Ad esempio sugli junior, dove Samuele Scappini dopo qualche buon risultato su strada ha ripreso la sana abitudine di vincere sui prati: «Finalmente ho bagnato con una vittoria la mia maglia tricolore, ma spero di sostituirla presto: io voglio andare agli europei per vincere…». Il portacolori del Team Fortebraccio ha trovato resistenza soprattutto in Tommaso Cafueri (DP66 Giant SMP), nome da appuntare per le prossime tappe.

Il podio femminile. La Casasola ha vinto la tappa di apertura come lo scorso anno
Il podio femminile. La Casasola ha vinto la tappa di apertura come lo scorso anno

Donne, ancora Casasola

Fra le ragazze, impegnate tutte insieme, è subito vittoria per Sara Casasola, che completa la grande giornata della Selle Italia Guerciotti Elite, dopo un’aspra battaglia a tre con Rebecca Gariboldi (Team Cingolani) e Alessia Bulleri (Cycling Café): «Volevo staccarle per evitare la volata che non è il mio forte, sono arrivata che ero sfinita. Anche se ho vinto, ho capito che c’è ancora tanto da lavorare per trovare la forma migliore, ma sono sulla buona strada».

Dietro le tre, spuntano due atlete appena passate di categoria: Alice Papo (DP66 Giant Smp) porta a casa la maglia rosa fra le Under 23, mentre Arianna Bianchi (Guerciotti Development) è prima fra le junior, a poche settimane dalla conquista del titolo europeo di cross country con il quale ha salutato la categoria allieve nella mtb. Un’altra atleta da tenere sott’occhio e non solo per il ciclocross…

Casasola 2022

Casasola stradista, in credito con la sorte

02.05.2022
4 min
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Nell’ultima edizione del Gran Premio Liberazione tornato anche al femminile, scorrendo la starting list sembrava di ritrovarsi davanti ai campionati italiani di ciclocross: Silvia Persico che poi ha vinto, ma anche Francesca Baroni e Sara Casasola, finite fra le ritirate. Non è un caso: anche per quest’ultima, ormai l’attività su strada ha un peso notevole nella sua evoluzione e, parlando con lei, si coglie soprattutto il fatto che i valori delle varie specialità sono agli occhi suoi cambiati.

Il risultato di Roma non le ha fatto piacere e poco importa se il numero delle ritirate è stato molto alto (36 arrivate al traguardo a fronte di 63 che hanno abbandonato). Ma è un esito che non l’ha colta impreparata: «La stagione era partita bene, ero cresciuta e mi aspettavo di cominciare a raccogliere i frutti dopo il Trofeo Binda, invece ho preso una bronchite che mi ha fermato per un paio di settimane e dalla quale mi sto riprendendo solo ora. Sapevo di non essere in condizione per il Liberazione e mi dispiace perché ci tenevo».

Casasola strada 2022
Al primo anno alla Born to Win, la Casasola aveva iniziato con un 14° posto a Montignoso
Casasola strada 2022
Al primo anno alla Born to Win, la Casasola aveva iniziato con un 14° posto a Montignoso
E ora?

Si ricomincia da capo. Mi fermo per un po’ per riprendermi bene, quindi salto la trasferta in Repubblica Ceka che era in programma, peccato perché era dove avevo pensato di portare a casa qualcosa. Devo rimettermi in sesto fisicamente, andare avanti così è inutile. Vorrà dire che sposterò i miei obiettivi più avanti, intanto però voglio esserci a Bolzano il 15 e nella settimana successiva al Giro di Campania, sperando di star meglio che a Roma. Poi penseremo ai campionati italiani cercando di fare bene.

Siamo abituati a vederti correre in inverno. In estate come ti trovi?

Nel complesso bene, non ho problemi. Spero anzi di avere maggiori occasioni per poter gareggiare proprio perché finora non ne ho avute così tante.

Casasola mare 2022
Terza ai Tricolori di ciclocross a Variano, l’azzurra punta ad indossare la maglia della nazionale ai prossimi mondiali (foto Cuna Photo)
Casasola mare 2022
Terza ai Tricolori di ciclocross a Variano, la Casasola punta a tornare in azzurro ai prossimi mondiali (foto Cuna Photo)
Proviamo ad andare oltre: la sensazione è che tu stia interpretando questa stagione in maniera diversa dalle precedenti, non più come propedeutica per il ciclocross ma come una stradista al 100 per cento…

E’ una sensazione giusta. Mi sento come un “work in progress”. Nelle occasioni in cui mi sono sentita bene, mi sentivo anche a mio agio in gruppo, sempre più reattiva e attenta anche in tutte quelle situazioni nelle quali tecnicamente mi sentivo in difficoltà fino allo scorso anno. Per questo il mio rammarico è forte: avevo cominciato meglio che nel 2021, quando mi potei limitare solo al Binda e altre 4-5 gare prima del Giro d’Italia, dove corsi fino alla terz’ultima tappa. Quest’anno la mia intenzione è fare più gare e più ravvicinate.

Da che cosa nasce questa scelta?

E’ un cammino di maturazione. Non sono più una ciclocrossista prestata alla strada, ma una stradista a tutti gli effetti, o meglio voglio esserlo sempre di più perché mi accorgo che c’è ancora tanto da imparare e da fare. Fino allo scorso anno lavoravo in prospettiva di quello che sarebbe stato in inverno, ora invece penso alla strada, il ciclocross arriverà a tempo debito. Ciò significa che sono molto più concentrata e carica in quello che faccio.

La friulana è concentrata sulla strada: al ciclocross si penserà da settembre in poi
La friulana è concentrata sulla strada: al ciclocross si penserà da settembre in poi
Il cittì Pontoni ha detto che conta di tirare un po’ le fila a fine agosto. Ti sei sentita con lui?

Non ultimamente, ma so che mi segue come anche tutte le altre. Ci sarà tempo per pensarci e programmare al meglio la stagione, so che per allora ci sarà da pensare anche a un necessario periodo di stacco per preparare la campagna invernale e interpretare le gare su strada con un occhio anche al futuro, ma non è un problema che mi pongo ora.

Alla Born to Win G20 Ambedo che cosa dicono di questa tua attività doppia, storcono un po’ il naso?

Al contrario, ho trovato massima disponibilità e proprio questo mi invoglia a fare sempre di più e meglio. Già mi hanno detto che quando sarà il momento mi lasceranno staccare la spina. E’ un ambiente tranquillo e sereno, oltretutto finora ho avuto occasione di correre quasi sempre con le altre ragazze italiane e abbiamo formato un bel gruppo anche fuori dalle gare. In questo modo ti viene voglia di andare a gareggiare e impegnarti di più. Per questo sono ancora arrabbiata per come sono andate finora le cose, è il momento che la fortuna dia una decisa sterzata.

Born to Win G20, buona la prima! Ma è già rivoluzione…

10.01.2022
5 min
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Neanche il tempo di assorbire il primo anno (il 2021) con la licenza UCI, che la Born to Win G20 Ambedo, team continental femminile, già guarda a questa stagione e ad un movimento in continuo cambiamento, in cui le squadre WorldTour sono passate da otto a quattordici dal 2020 ad oggi. 

Addentriamoci quindi con Roberto Baldoni, presidente della società con sede a Loreto e giunta alla sesta stagione di attività, per sentire il suo punto di vista sul ciclismo femminile italiano e per conoscere meglio la sua formazione.

Formazione che quest’anno potrà contare su undici atlete (solo tre le conferme), tra cui i nuovi ed interessanti innesti di Sara Casasola, fresca del terzo posto al campionato italiano di ciclocross e Silvia Magri.

Roberto, se l’anno scorso per qualche formazione della seconda serie non è stato facile farsi notare nelle gare internazionali, nei prossimi dodici mesi potrebbe diventare ancor più difficoltoso…

A dire il vero noi abbiamo sentito meno questo salto rispetto a squadre che sono continental da più tempo. Di certo bisognerà impegnarsi di più in ogni gara e su più fronti per guadagnarsi la “vetrina”. All’ultimo Giro d’Italia Donne la Born to Win si era messa in mostra all’ottava tappa grazie alla lunga azione solitaria di Anastasia Carbonari e che le è valsa il passaggio alla Valcar Travel&Service. 

Un passo alla volta…

L’esperienza che abbiamo fatto nel 2021 ci ha permesso di calcare palcoscenici importanti come Giro, Strade Bianche, Cittiglio o come Giro di Toscana, Giro dell’Emilia e Tre Valli Varesine. Abbiamo corso anche in Francia, Belgio e Serbia. Tutti scenari che potrebbero ridursi per formazioni come le nostre se qualcosa non cambierà.

Il WorldTour femminile ha davvero stravolto tutto?

Secondo me sì e troppo velocemente. Già per il 2023 parlano di un paio di nuove licenze. Per me dovrebbero andare in percentuale sul totale delle squadre femminili (ad oggi si contano 14 worldtour e 37 continental, ndr) e non sparare per le atlete uno stipendio minimo con cifre troppo alte. Sarebbe stato più gestibile anche per le formazioni più piccole. Ecco, se vogliamo per le ragazze quello economico è il solo lato positivo di questo cambiamento. Poi c’è un altro calcolo matematico da fare.

Partecipazioni importanti al primo anno con licenza UCI, ecco il team (qui Francesca Balducci) al Trofeo Binda
Partecipazioni importanti al primo anno con licenza UCI, ecco il team (qui Francesca Balducci) al Trofeo Binda

Quale?

Ci sono quattordici team WorldTour che hanno una media di 13 atlete per un totale di più di 180. Siamo sicuri che siano tutte all’altezza? Direi di no. Anche queste squadre, che ricercano corridori validi, alla fine devono prendere ragazze mediocri. Poi questo stesso calcolo matematico riguarda anche la partecipazione alle corse.

Spiegaci pure...

Ad esempio, al prossimo Giro Donne ci saranno 24 posti disponibili. Tra i team WorldTour e le due migliori continental siamo già a sedici. Gli altri otto chi li prende? Dipende che interessi avranno gli organizzatori, non è detto che diano la priorità alle squadre italiane, anche se sarebbe la scelta più logica. Almeno lo spero per noi. A margine di tutto questo, bisognerà tenere presente che la corsa rosa (in programma dall’1 al 10 luglio, ndr) sarà in concomitanza con i Giochi del Mediterraneo (in Algeria, crono 30 giugno e in linea il 2 luglio, ndr) e con gli europei U23 (ad Anadia in Portogallo, crono 7 luglio e in linea il 10 luglio, ndr).

Bisogna pertanto guardare ad un calendario estero?

Sì, però non è facile, bisogna considerare gli eventuali inviti. O meglio, come è sempre stato, se hai le possibilità economiche fai le corse in giro per l’Europa senza problemi, altrimenti devi ottimizzare i costi. Certo, se in Italia ci fossero più gare non sarebbe male, ma in questo 2022 qualche nuova corsa internazionale è stata inserita.

Tutto ruota attorno al budget...

Certo, è una linea di demarcazione netta, legata anche agli interessi che ha una formazione. O a come è stata costruita. Se vuoi mantenere una ragazzina brava la devi assecondare dal punto di vista monetario, altrimenti la perdi. 

Anastasia Carbonari in azione durante la cronoscalata della Val Formazza al Giro Donne 2021
Anastasia Carbonari in azione durante la cronoscalata della Val Formazza al Giro Donne 2021
E reperire i fondi non è semplice…

Direi che è sempre difficile. Dobbiamo dare certe garanzie di attività a chi ci supporta. E chi sceglie di supportarci lo fa per tre motivi. Per interesse diretto, perché sono aziende di bici o abbigliamento o altri componenti. Per la passione, perché trovi titolari di aziende che amano il ciclismo. E infine per un discorso contabile, ovvero di puro investimento. E comunque, in tutti e tre i casi, devi dare grande visibilità ai tuoi marchi. Quello è fondamentale.

A proposito di questo, come avete vissuto quella giornata al Giro Donne con la Carbonari?

Vi dirò che magari con un pizzico di fortuna in più saremmo potuti anche arrivare al traguardo, tanto più che avevo due ragazze su tre in fuga (l’altra era la russa Studenikina, ndr). Detto questo, firmerei altre dieci volte se dovesse succedere la stessa cosa anche quest’anno. Quel giorno ero soddisfatto perché quel suo attacco era stato pianificato a tavolino.

Roberto, concludiamo con uno sguardo al vostro roster. Chi dovremo tenere d’occhio?

Mi aspetto qualcosa dalla russa Duiunova. La Casasola invece andrà molto forte in salita, vedrete. E poi la Magri, che sa andare bene un po’ ovunque. Avrà tanto spazio, quello che non aveva più alla Valcar. Aveva richieste dall’estero, ma penso che abbia fatto la scelta giusta venendo da noi. Inoltre è stata contattata dal cittì Sangalli che la porterà ad un ritiro con la nazionale a febbraio. Sono convinto che abbia la mentalità giusta per crescere.

Ferentino 2021

Giro d’Italia, per Pavan una vittoria di costanza

01.01.2022
5 min
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Contrariamente agli anni scorsi, il Giro d’Italia di ciclocross ha chiuso i battenti senza attendere lo scavallamento dell’anno. A Ferentino (FR) su un percorso completamente nuovo ricavato nel campo di D&D Infissi, la challenge ha chiuso i battenti senza il suo mentore. Fausto Scotti infatti, per la prima volta dopo anni ha dovuto rinunciare alla presenza non magari per una concomitanza internazionale come gli accadeva ai tempi della sua milizia nel settore tecnico azzurro, ma per ragioni ben più gravi.

Dalla sera di Natale infatti il tecnico romano è in ospedale, uno dei tanti alle prese con il Covid in maniera forte. Dal suo letto Fausto non ha mancato di seguire le vicende dell’ultima tappa e di rimanere vicino alla sua creatura. Dall’altra parte il pensiero nei suoi confronti non è mancato, convogliato in un augurio generale di pronta guarigione.

Loconsolo Ferentino 2021
Loconsolo all’arrivo, battendo uno sconsolato Folcarelli che ha visto svanire la maglia rosa
Loconsolo Ferentino 2021
Loconsolo all’arrivo, battendo uno sconsolato Folcarelli che ha visto svanire la maglia rosa

Arriva un vincitore a sorpresa

I campionati italiani si avvicinano e gare come quella di Ferentino servivano ad alcuni per avere un segnale in vista della rassegna tricolore. Almeno per quelli che non seguono l’attività internazionale come accade ad esempio per i team di Guerciotti e Bramati. Ecco quindi che la gara open ha premiato un vincitore completamente inatteso, l’U23 Ettore Loconsolo (Team Fractor) autore di una prova maiuscola che ha fatto andare di traverso la fine dell’anno ad Antonio Folcarelli, che sui prati di casa puntava a ribaltare in extremis la situazione di classifica. Il secondo posto infatti non gli è bastato per superare Cristian Cominelli, che ancora una volta in base alla sua costanza di rendimento ha portato a casa la maglia rosa.

Terzo assoluto a Ferentino è risultato Marco Pavan, il portacolori della DP66 Giant Smp che da questo punto di vista è come Cominelli, un autentico orologio: «Dopo che ho conquistato la maglia bianca nella tappa di Follonica, con il team abbiamo deciso di fare del Giro il mio obiettivo stagionale, rinunciare a qualche trasferta estera non è stato un sacrificio, era qui che dovevo e volevo emergere».

Pavan Ferentino 2021
Marco Pavan, torinese tesserato per la DP66 Giant Smp, 2° ai Tricolori 2021
Pavan Ferentino 2021
Marco Pavan, torinese tesserato per la DP66 Giant Smp, 2° ai Tricolori 2021

All’insegna della multidisciplina

Pavan, torinese di stanza in Friuli, è un esponente di quella nuova generazione che ama la multidisciplina. «Ho iniziato presto ad andare in bici – racconta e da allievo a concentrarmi sul ciclocross. Lì ho avuto una parabola finora sempre in crescita, ma oltre ad esso mi dedico anche a Mtb e strada. Pratico forse più la prima, ma nell’ultimo anno ho aumentato le mie presenze su strada dove, sprint a parte, vedo che riesco a fare bene su molti percorsi, come un classico passista-scalatore. Per me comunque le altre discipline sono sempre propedeutiche per il ciclocross».

La maglia bianca, frutto soprattutto delle presenze sul podio di Follonica, Gallipoli e Ferentino, è il giusto viatico verso i tricolori dove Pavan, secondo lo scorso anno, vorrebbe provare a salire di un gradino, anche se nelle dichiarazioni preferisce volare basso: «Mi piacerebbe riconfermare il podio ma il livello si è alzato, non solo con i nuovi innesti dagli juniores dello scorso anno. So che sarà difficile, ma ce la metterò tutta. Una maglia azzurra in caso di vittoria? Pontoni è stato chiaro, i posti a disposizione per i Mondiali sono pochissimi, non mi faccio grandi illusioni».

Pavan Gallipoli 2021
Pavan in azione a Gallipoli. La strada potrebbe essere però il suo sbocco (foto Luca Carluccio)
Pavan Gallipoli 2021
Pavan in azione a Gallipoli. La strada potrebbe essere però il suo sbocco (foto Luca Carluccio)

Tappa a Bulleri, Casasola in rosa

Loconsolo è solo l’ultimo arrivato di una categoria che già prima dell’inizio della stagione era giudicata molto promettente: «Ho preferito attaccare prima della curva finale per evitare la volata, sapevo che imboccandola in testa avrei potuto vincere. Questa vittoria è dedicata a Paolo Alberati, che mi ha preso sotto la sua ala dalla scorsa estate e i risultati si stanno vedendo».

L’esito della gara femminile può suonare come una sorpresa, con l’elbana Bulleri capace di dare scacco matto a Sara Casasola, contenta comunque per aver messo in bacheca un’altra challenge dopo il Master Cross: «Volevo arrivare alla fine dell’anno nella forma migliore, perché coincide con l’appuntamento tricolore e questa vittoria dice che l’obiettivo è stato raggiunto, posso guardare ai campionati italiani con più fiducia».

Paletti Ferentino 2021
Paletti secondo a Ferentino ma primo nella generale, un trionfo dedicato al padre ex pro’
Paletti Ferentino 2021
Secondo a Ferentino e primo nella generale, Paletti dedica il trionfo al padre

Paletti ci ha preso gusto

E’ tradizione ormai che la categoria più lottata e in grado di catalizzare l’attenzione sia soprattutto quella junior maschile e l’ultima tappa è stata un vero thrilling, con tre atleti (Ivan Carrer, Simone Vari, Luca Paletti) quasi appaiati, il che significava che chi arrivava prima a Ferentino avrebbe vinto.

Carrer ha giocato in difesa contro uno scatenato Paletti, alla fine ne ha approfittato Filippo Borello, vincitore di tappa ma estraneo alla grande sfida che alla fine ha premiato Paletti, capace di collezionare challenge in extremis come aveva fatto pochi giorni prima al Master Cross: «Mio padre si è commosso vedendo che ce l’avevo fatta. Lui per me è allenatore, psicologo, supporter e soprattutto padre, nessuna vittoria può essere condivisa più di così».

Folcarelli 2021

Folcarelli, dai banchi di mercato al ciclocross a tutta

17.11.2021
4 min
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Non era una tappa facile, quella di Follonica per il Giro d’Italia di ciclocross. Intanto per il tempo atmosferico con la pioggia battente che ha reso il percorso scivoloso e intriso di fango. Poi per la forzata assenza di quasi tutti i big azzurri, impegnati nella contemporanea tappa di Coppa del Mondo a Tabor, città ceka che richiama sempre grande partecipazione in casa italiana.

Per questo il fatto che, nonostante la pioggia non si sia mai fermata, avere oltre 500 atleti al via fra le varie categorie è stato un risultato clamoroso: Follonica è rientrata nel circuito rosa dalla porta principale, regalando spettacolo e anche qualche storia degna di nota.

Come quella di Antonio Folcarelli. Si ha un bel dire che non c’erano Bertolini e Dorigoni, impegnati nelle stesse ore a riportare il vessillo italiano nella Top 10 della Coppa del Mondo d’elite, ma per vincere come ha fatto il laziale, significa che devi avere le gambe pronte e indifferenti alla pioggia e al freddo e considerando le difficoltà nelle quali spesso il giovane Folcarelli si è dibattuto, non è cosa da poco.

Folcarelli podio 2021
Il podio di Follonica, con Folcarelli fra il leader di classifica Cominelli e quello U23 Pavan
Folcarelli podio 2021
Il podio di Follonica, con Folcarelli alla sinistra del leader di classifica Cominelli

Stagione persa per un… investimento

Per Folcarelli il successo, arrivato dopo aver imposto il suo ritmo sin dalle battute iniziali guadagnando costantemente sui rivali, ha un sapore particolare: «La stagione passata era andata in fumo per un incidente tanto insensato quanto grave: ero in discesa in una gara e dietro una curva mi sono trovato un tizio che attraversava… L’ho preso in pieno, col risultato di rompermi il polso destro. Dopo 10 giorni ero già in bici con il tutore, ma per tornare normale ci sono voluti tre mesi e le gare che contavano erano andate».

Ciò nonostante, Folcarelli ha vissuto una stagione nella Mtb abbastanza redditizia: «Ho vinto le due gare principali dei Monti Aurunci, la mia zona, tra cui la Marathon che è una classica e ho chiuso ottavo ai Campionati Italiani. Considerando quel che avevo passato, non è poco».

Il nome Folcarelli nel mondo italiano dell’offroad è un’istituzione: oltre alle vittorie ottenute da Antonio, soprattutto a livello giovanile, suo padre Massimo è tra i più celebrati Master, campione del mondo a ripetizione nella sua categoria sia nel ciclocross che in Mtb. I due hanno un team intitolato a loro nome. Il loro connubio è continuo, fra lavoro e bici: «Alle 5 e 30 siamo già al nostro banco al mercato, significa che ci si alza molto prima e si lavora fino all’una e mezza. Poi al pomeriggio via con l’allenamento e mio padre è sempre con me, almeno non ci annoiamo…».

Casasola Follonica 2021
L’impegno della Casasola in salita testimonia la pesantezza del tracciato grossetano
Casasola Follonica 2021
L’impegno della Casasola in salita testimonia la pesantezza del tracciato grossetano

Un sogno tutto azzurro

Dietro i due della Selle Italia Guerciotti, Folcarelli è considerato insieme a Cominelli la principale alternativa e non è un caso se i due siano in lotta per la maglia rosa: «Io ci provo – ammette il laziale – ma a parte il divario in classifica, dipenderà molto dal meteo. I percorsi come quello di Follonica mi piacciono molto: era già duro con l’asciutto, ma si poteva fare tutto in bici. Con il fango sono aumentati a dismisura i tratti a piedi, c’era da correre molto e io mi trovo bene in questi casi».

Ogni vittoria accresce non solo la sua autostima, ma anche le speranze di guadagnarsi la considerazione di Pontoni: «Con il nuovo cittì non ho ancora avuto contatti, spero di spingerlo a considerarmi tramite i risultati. Sarà estremamente difficile guadagnarsi una maglia azzurra considerando che i Mondiali sono al di là dell’Atlantico, ma io continuo a sperare. Intanto voglio essere al massimo per le gare internazionali, dal 5 dicembre in poi. La nazionale bisogna meritarsela, di questo sono convinto».

Partenza follonica 2021
Lo start della gara junior di Follonica: Simone Vari ha il numero 51
Partenza follonica 2021
Lo start della gara junior di Follonica: Simone Vari ha il numero 51

Intanto la Casasola ruggisce

Intanto dietro Cominelli, pur finendo a oltre un minuto e mezzo ha rafforzato il primato mentre Marco Pavan, terzo, è saldamente leader degli Under 23. Continua fra le donne la crescita esponenziale di Sara Casasola, la portacolori della DP66 Giant SMP anche lei a suo agio sul tracciato intriso d’acqua. La differenza con Rebecca Gariboldi (Team Cingolani), in evidenza nelle prime tappe, è emersa sin dalle battute iniziali mentre l’unica che ha provato a contrastarla è stata l’elbana Alessia Bulleri (Cycling Cafè).

Fra gli junior, assente il bronzo continentale Luca Paletti dominatore assoluto delle prime gare, la gara è tornata a essere incerta come lo scorso anno, quando ogni tappa decretava un vincitore diverso. Questa volta l’ha spuntata Simone Vari, che come il terzo arrivato Federico De Paolis è tesserato per il Race Mountain Folcarelli: in terra grossetana la famiglia Folcarelli ha fatto davvero festa, considerando anche papà Massimo primo tra i Master di fascia 2…