FAS Airport Services-Guerciotti-Premac, una famiglia nel cross

22.02.2024
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Orgoglio, fiducia, tecnica. Tre sono le parole che sono emerse dalla nostra intervista a tre atleti della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac. Tre differenti aspetti che rappresentano il vissuto di un anno all’interno della formazione di ciclocross italiana. Una su tutte però, la quarta, ci ha colpiti perché ripetuta da tutti, la parola “famiglia“. Un concetto per niente scontato quando si parla di agonismo, ma che spesso riecheggia negli ambienti più sani e prosperi di risultati in questo sport. Ad accompagnarci nel dietro le quinte di questo anno ricco di successi sono stati: Gioele Bertolini, Samuele Leone e Sara Casasola.

Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti
Il campionato italiano di “casa” è stato un successo per i colori Guerciotti

Poker tricolore e non solo

A rendere un successo la stagione della FAS Airport Services-Guerciotti-Premac c’è su tutti il poker di maglie conquistato nei campionati italiani organizzati proprio da Guerciotti a Cremona. Per il team manager Alessandro Guerciotti, è stato un anno da incorniciare con risultati che vanno a completare una bacheca già ricca. 

«E’ stata veramente una stagione esaltante per i nostri colori – afferma Guerciotti – con i titoli italiani conquistati dalla junior Elisa Ferri, da Valentina Corvi alla prima stagione tra le under 23 e dalla elite Sara Casasola, nonché nel team relay: un poker importante di maglie tricolori. E Sara Casasola è arrivata terza al campionato d’Europa delle elite: una medaglia che a noi mancava. Non solo: fino al termine del 2023 eravamo privi della maglia tricolore femminile elite, in passato le avevamo vinte con le juniores e under 23, quindi Sara Casasola ha tolto un ulteriore zero dalla casella. Le quattro vittorie di Sara nelle corse internazionali e i piazzamenti tra le prime nelle prove della Coppa del Mondo hanno garantito al nostro team notevole visibilità».

Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno
Bertolini ha dimostrato una crescita costante anche in questo anno

L’orgoglio di Gioele

Come primo traghettatore in questo viaggio nel team Guerciotti, ci ha accompagnato il corridore con più esperienza, Gioele Bertolini. Nelle sue parole si può notare l’attaccamento alla maglia e la consapevolezza di essere una guida per gli altri. 

«Io cerco sempre – dice Bertolini – di aiutare e mettere a disposizione la mia esperienza, nell’ottica della squadra in primis ed anche per i miei compagni. La differenza di questo team dalle altre squadre è il concetto di famiglia. Guerciotti è così forte grazie alla storia che ha alle spalle con i grandi campioni che hanno vestito questa maglia e la passione che ci mettono tutt’ora, nello strutturare e formare una squadra competitiva.

«Da ogni stagione c’è sempre qualcosa da imparare e mettere a frutto nelle stagioni a venire. Vestire questa maglia in giro per l’Europa per me è motivo di orgoglio e responsabilità, sapendo anche quanti campioni nel passato hanno corso per Guerciotti e questo mi rende fiero nel vedere la gente che riconosce la maglia».

Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)
Samuele Leone ha trascorso tre stagioni nel team Guerciotti (foto Alain VDP Photography)

Leone e la tecnica

Samuele Leone ha appeso la bici al chiodo per dedicarsi alla sua passione più grande, fare il meccanico di bici a tempo pieno. Così abbiamo chiesto al classe 2001 che quest’anno ha conquistato il Turin International Cyclocross e numerose top ten, di portarci nella tecnica della squadra. 

«Nei miei tre anni – racconta Leone – mi sono sempre trovato bene. Ho un bellissimo rapporto con Gioele, quando c’erano difficoltà mi sono sempre appoggiato a lui e l’ho visto sempre come un fratello più grande. Sicuramente avevamo un ottimo livello, con Sara e i giovani siamo stati davvero forti. Tutti nel nostro piccolo abbiamo fatto il meglio possibile. Vito Di Tano ha l’esperienza giusta per dare i consigli e far crescere ogni atleta giovane o esperto che sia.

«Come bici usavamo la Eureka CXS. Un modello davvero performante con cui tutti si sono trovati molto bene. Non abbiamo mai avuto problemi tecnici. Siamo stati seguiti maniera perfetta. Avevamo l’assistenza sia di due meccanici belgi che hanno lavorato con grandi squadre e che quindi non ci han fatto mai mancar niente. Mentre in Italia eravamo seguiti da più meccanici, però sicuramente molto bravi. E poi c’è sempre il supporto di Alessandro Migliore che ci mette tanta esperienza e passione e non ha mai sbagliato un colpo».

Sara Casasola con Alessandro Guerciotti
Sara Casasola con Alessandro Guerciotti

La fiducia di Casasola

Per concludere il nostro viaggio tra le fila del team FAS Airport Services-Guerciotti-Premac non potevamo non sentire la voce della campionessa italiana Sara Casasola. La medaglia di bronzo all’europeo elite, ha sottolineato più volte la parola “fiducia” per descrivere l’ambiente della squadra. 

«Questo – spiega Casasola – era il mio secondo anno. Ho trovato un ambiente molto sereno e professionale. Una cosa altrettanto importante è se la squadra riesce a trasmettersi quella serenità che ti permette di rendere al meglio. Qui ho trovato tutto ciò, non mi hanno mai dato nessun tipo di pressione, anche quando c’erano appuntamenti più importanti. All’ultima tappa di Coppa del mondo mi sono ritirata. Io ero mortificata perché appunto, era l’ultima gara della stagione con la maglia di campione italiano. Loro hanno compreso sotto ogni punto di vista e mi hanno dato supporto fin dal primo momento. Un lato umano per niente scontato.

«C’è molta serenità – conclude – ed è trasmessa da tutti nel team. La famiglia Guerciotti è sempre lì a darti una parola di conforto. Con Alessandro mi sento spesso e mi sostiene anche durante la mia stagione su strada. Sul campo invece Vito e Max Bonanomi sono fondamentali e sopratutto tutti ci diciamo tutto e la pensiamo allo stesso modo. Uscire da una bella stagione così nel cross ti porta ad avere una confidenza e una carica di fiducia per niente scontata che poi viene trasmessa alla strada. Per due anni è stato così e spero che possa esserlo anche nel futuro».

Guerciotti Eureka CXS, la bici dei pro’ è ora acquistabile

03.02.2024
3 min
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L’abbiamo vista sfrecciare e vincere guidata dagli atleti del team FAS Airport Services-Guerciotti-Premac. L’Eureka CXS ha dimostrato di essere al massimo livello fra le bici dei pro’ durante le prove di ciclocross. Un design unico, con i colori rappresentativi del team e le linee sinuose disegnate dai progettisti di Guerciotti. Caratteristiche da bici devota alla performance e alla massima rendita sui terreni più difficili. Una bici pensata per eccellere e assecondare ogni esigenza del ciclista. Le Eureka CXS dei pro’ sono già in parte disponibili per la vendita a negozi e privati, il tutto a condizioni di prezzo notevolmente vantaggiose.

Grafiche ricercate e orginali
Grafiche ricercate e orginali

Vincente e ricercata

Come detto l’indole della Eureka CXS è votata completamente alla competizione nel cross. Elastica, ma allo stesso tempo rigida in fase di rilancio, è la bici che ha portato al successo i portacolori della formazione giallo blu nella stagione che va verso la sua conclusione. Dal terzo posto di Sara Casasola ai campionati europei Elite a Pont Chateau, alla conquista di quattro maglie tricolori ai recenti campionati italiani di ciclocross di Cremona. 

Proprio come la divisa, la bici riprende i colori e li esalta con una grafica originale. Il design si ispira al linguaggio del collettivo post-modernista milanese Memphis Studio, che combina geometrie Art Deco, con la tavolozza Pop Art ed un gusto kitsch anni ’50.

Gli allestimenti sono quelli dei pro’, affidabili e performanti
Gli allestimenti sono quelli dei pro’, affidabili e performanti

Caratteristiche e vendita

Sul piano tecnico la Eureka CXS vanta soluzioni da vera e propria top di gamma. A partire dal telaio in fibra di carbonio monoscocca ad altissimo modulo, lavorato con resina a freddo in full EPS. Il passaggio cavi interno al telaio dona un’estetica pulita e moderna. Le geometrie racing invece garantiscono la massima reattività nei cambi di direzione. Il sistema di frenata è di ultima generazione, con freni a disco e pinze flat mount che offrono performance ai massimi livelli.

Per il montaggio è possibile scegliere tra il gruppo Sram Force AXS 2×12 e lo Sram Rival XPLR 1×12. Le ruote sono le Ursus TS37 in carbonio con tubolari Challenge nelle versioni Limus Baby Limus e Grifo. Il resto del montaggio include la sella Selle Italia Team Edition in carbonio, attacco QTC Carbon e manubrio QTC Alloy. Le bici sono vendute senza pedali.

Alcuni corridori hanno già chiuso la stagione, mentre altri termineranno le gare con i mondiali di Tabor, quindi tutte le bici del team saranno disponibili da metà febbraio. Per info su disponibilità e prezzi contattare Guerciotti Export srl scrivendo all’indirizzo email info@guerciotti.it oppure rivolgersi ai rivenditori autorizzati.

Guerciotti

L’assolo di Casasola, il tricolore di Cremona è tutto suo

14.01.2024
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CREMONA – Quando il timido sole compare sul rettilineo d’arrivo del campionato italiano di ciclocross, Sara Casasola sta completando il suo assolo tricolore con un margine incolmabile per le inseguitrici. Una gara condotta in testa dal primo all’ultimo metro, gestendo curva dopo curva anche gli inequivocabili favori del pronostico.

Alle spalle della friulana della Fas Airport Services Guerciotti Premac chiude ad 1’17” Letizia Borghesi (EF Education Cannondale), brava prima a recuperare piano piano su Rebecca Gariboldi, lesta poi ad approfittare di una caduta della stessa lombarda del Team Cingolani, terza al traguardo. Casasola torna a vestire la maglia “verde-bianco-rossa” dopo il titolo da U23 nel 2019, quando anche allora la gara era valevole come Trofeo Guerciotti. Per lei questo è stato il sesto successo della sua buonissima stagione, ennesimo risultato dove spiccano il bronzo europeo e tre top cinque in Coppa del Mondo. Ed ora lo sguardo si sposta un po’ più avanti di qualche settimana.

Per Casasola è il secondo tricolore dopo quello del 2019 da U23. Ed è anche la sesta vittoria stagionale (foto De Negri)
Per Casasola è il secondo tricolore dopo quello del 2019 da U23. Ed è anche la sesta vittoria stagionale (foto De Negri)

Vista dal fidanzato

Sotto il podio delle premiazioni c’è anche Davide Toneatti, fidanzato di Casasola ed anche lui con un passato da crossista, nel quale vinse il campionato italiano da U23 nel 2022. L’atleta della Astana Qazaqstan Development Team sorride, ben contento dei progressi complessivi fatti da Sara.

«Penso che quest’anno abbia fatto un bel salto in avanti – racconta Toneatti mentre la attende sotto le scale del palco – e naturalmente sono felice per lei. Tutto il lavoro che ha fatto la scorsa estate, anche con una stagione su strada corposa, sembra aver ripagato. Adesso ha gli ultimi obiettivi. Spero che vadano bene anche perché la scorsa settimana non è stata bene. Teoricamente potrebbe anche migliorare di condizione.

«Ho notato che ultimamente – prosegue Toneatti – sta anche attenta alla cosiddetta dieta. Infatti si è asciugata. Su strada ha sempre corso abbastanza, ma non seriamente. La vedeva più come preparazione al ciclocross. Credo che quest’anno ci punterà un po’ di più, ora che è in una squadra con un buon progetto. Secondo me le capacità le ha. Se nel cross vai forte, significa che il motore c’è. Ovvio che poi su strada le gare sono diverse può fare bene. Se posso cerco di rendermi utile dandole consigli (ride, ndr), però anche lei ne dà a me».

Casasola ha spinto forte fin dal primo metro, restando concentrata fino alla fine
Casasola ha spinto forte fin dal primo metro, restando concentrata fino alla fine

Una vittoria da favorita

Vincere quando hai tutti gli occhi addosso e quando tutti ti pronosticano, non è mai facile. Però Casasola sembra non averci pensato tanto. Da quando al via ha spinto sui pedali, per le altre non c’è stata partita. La concentrazione era evidente ad ogni passaggio, quando ormai aveva scavato il solco e il campionato italiano stava diventando realtà.

«Sono molto contenta per come è andata – spiega Casasola – anche se all’inizio ero titubante perché sono stata poco bene. Era un’incognita per me, ma sono partita forte, cercando di allungare subito. Quando ho visto che avevo guadagnato qualche secondo, ho insistito e tirato dritto fino alla fine. Ringrazio il mio team che mi ha sostenuto tutto l’anno e questo è stato il mio modo ringraziamento a loro. La dedica la divido fra il team, la mia famiglia ed anche Davide.

«I prossimi obiettivi – continua – sono le ultime due prove di Coppa del Mondo ed il mondiale di Tabor in Repubblica Ceca. Spero che vada tutto bene. Poi dovrei iniziare anche la stagione su strada, magari sfruttando la condizione prima di un doveroso periodo di riposo. A quel punto mi focalizzerò sulle corse di aprile e maggio, però sto definendo i programmi con la squadra (la Hess Cycling Team, ndr)».

Letizia Borghesi ha conquistato l’argento tra le elite, come la sorella Giada (U23) e la mamma Lara (master 5)
Letizia Borghesi ha conquistato l’argento tra le elite, come la sorella Giada (U23) e la mamma Lara (master 5)

Tris tricolore

Ci sperava e forse ne era sicuro Alessandro Guerciotti. Quando prima di Natale lo avevamo sentito, si era augurato di poter realizzare un bel tris nelle categorie femminili. Detto fatto, anche se con qualche piccolo brivido.

Detto di Casasola nelle elite, tra le U23 la maglia tricolore è andata, o meglio è rimasta a Valentina Corvi che di fatto ha cucinato a fuoco lento Giada Borghesi, a lungo in testa alla gara, andando a bissare il titolo dell’anno scorso a Roma tra le junior. Terzo posto per Carlotta Borello. Curioso invece il weekend vissuto dalla famiglia Borghesi. Oltre agli argenti raccolti Letizia e Giada, anche la loro mamma Lara Torresani ha chiuso seconda nelle Donne Master 5.

«Nonostante l’influenza – dice Corvi nel dopo corsa – sapevo di avere una discreta condizione ed essendo questo italiano organizzato dalla mia società, ci tenevo a fare bene. Credo di essere stata brava a gestire le difficoltà di metà gara senza perdere di vista Giada. Nel finale sono rientrata sulla testa della gara e rilanciare la mia azione. Questa vittoria la dedico in particolare a mio nonno».

A completare l’en-plein della Fas Airport Services Guerciotti Premac c’è il successo di Elisa Ferri nelle junior in un’altra gara a senso unico. Dietro la pisana classe 2007, a più di un minuto sono giunte la veneta Ilaria Tambosco (S.S. Fiorese) e la valdostana Sofia Guichardaz (Beltrami Tsa Tre Colli).

Grande entusiasmo FAS Airsport Services per il team Guerciotti

04.12.2023
4 min
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L’inizio della stagione ciclocrossistica della nuova FAS Airport Services-Guerciotti-Premac si sta rivelando davvero ricco di soddisfazioni. Il team guidato da Paolo e Alessandro Guerciotti ha infatti già ottenuto diversi successi a livello nazionale e internazionale. Fra questi spicca sicuramente il terzo posto di Sara Casasola ai recenti campionati europei di Pontchateau.

Risultati così importanti si possono ottenere solamente quando si hanno alle spalle degli sponsor, che sono anche dei compagni di viaggio, che portano in dote alla squadra grande entusiasmo. E’ questo sicuramente il caso di FAS Airport Services, da quest’anno nuovo sponsor della formazione di casa Guerciotti.

Paolo Guerciotti e Lucio Dognini
Paolo Guerciotti e Lucio Dognini

L’entusiasmo di Lucio Dognini

A guidare FAS Airport Services è Lucio Dognini, da sempre vicino al mondo del ciclismo (in apertura con Gioele Bertolini, Paolo e Alessandro Guerciotti). Con i marchi FAS Airport Services e Travel & Services, ha iniziato nel 2014 a sponsorizzare il ciclismo, innanzitutto col Gruppo Sportivo Villongo e poi in abbinamento alla Valcar. Qui ha avuto modo di raccogliere le sue prime soddisfazioni nel mondo del ciclocross grazie ad Alice Arzuffi e Silvia Persico.

Riguardo alla collaborazione con la famiglia Guerciotti, si è espresso con queste parole: «Quando ho incontrato Paolo Guerciotti e i suoi figli nella sede di Milano mi hanno raccontato l’affascinante storia del team che vanta ben 10 titoli Mondiali vinti. E’ ora di rinverdire i grandi allori, ci vuole a breve o medio termine il titolo di campione del mondo. Sono orgoglioso e onorato di appartenere al clan Guerciotti».

Il giorno della firma di Corvi qui insieme a Alessandro e Micaela Guerciotti
Il giorno della firma di Corvi qui insieme a Alessandro e Micaela Guerciotti

Scopriamo FAS Airport Services

FAS Airport Services nasce nel 2010 a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo. L’azienda si occupa della gestione delle emergenze aeroportuali, della fornitura di servizi dedicati a tutte le principali compagnie aeree operanti sugli scali Italiani, su alcuni del sud della Francia, Corsica compresa, della Slovenia e Croazia, nonché su alcuni aeroporti della Polonia. 

Ryanair, Volotea, Wizz Air, Ita Airways, Brussels Airlines, Hibernian Airlines, Easy Jet, Lufthansa, Austrian Airlines, Air France, Air Dolomiti, Aeroitalia, Swiss International Airlines, nonché le principali società di Handling operanti in tutti gli aeroporti Italiani, sono solo alcuni dei clienti che usufruiscono dei servizi di FAS Airport Services.

Grazie ai servizi offerti, l’azienda ha avuto modo in più di una occasione di collaborare con team sportivi, come conferma lo stesso Lucio Dognini: «Negli ultimi anni tramite un team specializzato, viene offerto a diverse aziende e squadre sportive un servizio dedicato alla gestione delle loro trasferte di lavoro o per competizioni sportive, occupandoci di prenotazioni alberghiere, prenotazione voli aerei e gestione del trasporto di attrezzature e bagagli, prenotazioni di mezzi o di alloggi sul luogo di destinazione, mettendo i nostri clienti nella condizione di non doversi preoccupare di nulla e di pensare solo al loro business o alla performance sportiva».

Casasola ha iniziato il 2023 del cross con 5 vittorie, il terzo posto agli europei e il 4° in Coppa a Troyes
Casasola ha iniziato il 2023 del cross con 5 vittorie, il terzo posto agli europei e il 4° in Coppa a Troyes

Pronti per Vermiglio

Ricordiamo che nel prossimo fine settimana la FAS Airport Services-Guerciotti-Premac vedrà alcuni dei suoi atleti impegnati in Coppa del mondo a Vermiglio. Tra questi ci sarà sicuramente anche Sara Casasola pronta a rappresentare al meglio il team.

La formazione lombarda guarda però già ai primi giorni del prossimo anno quando sarà impegnata nell’organizzazione dei campionati italiani di ciclocross 2024 che si svolgeranno il 13 e 14 gennaio a Cremona. 

A proposito della collaborazione con la famiglia Guerciotti chiudiamo con un ultimo pensiero di Lucio Dognini:  «Mi ha accolto come se ci conoscessimo da sempre, ringrazio gli atleti per questo inizio di stagione ricco di successi. Il 2024 sarà il loro 60° anno di fondazione dell’azienda e hanno dato moltissimo al ciclismo: meritano nuovamente il Mondiale».

Guerciotti

FAS

Vermiglio aspetta la Coppa: Casasola ci porta sulla neve

28.11.2023
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La condizione è in arrivo. E mentre guida dall’aeroporto verso casa, completando il rientro dalla Coppa del mondo di Dublino, Sara Casasola ammette di aver avuto buone sensazioni. Il nono posto, migliore fra le italiane in gara, fa seguito al quarto di Troyes e al podio degli europei e dà un’altra dimensione alle cinque vittorie colte finora. E’ il segno che le cose cominciano a girare anche contro le più grandi. Fra due settimane la Coppa del mondo farà tappa a Vermiglio sulla neve e su quei sentieri bianchi la friulana, che nel cross corre con la maglia FAS Airport Services-Guerciotti – Premac, lo scorso anno colse un ottimo 8° posto. Meglio fece Silvia Persico, quarta, che però quest’anno non ci sarà, per cui le attese azzurre saranno puntate tutte su di lei.

Che cosa significhi correre nella neve, in quel vallone gelido esposto a nord, è qualcosa che può raccontare soltanto chi l’ha provato. Per questo, dopo la presentazione che si è tenuta ieri a Trento, proprio Casasola sarà la nostra guida verso la data italiana di Coppa del mondo, prevista per il 10 dicembre.

Ma cominciamo da te: come stai?

Bene, a Dublino non è andata super bene, però neanche così male. In realtà, per essere stata una giornata un po’ storta, mi sono anche salvata. Per fortuna abbiamo Viezzi, che per ora tiene in alto la bandiera italiana.

E’ stata appena presentata la prova di Vermiglio, che cosa diresti dovendone parlare a chi non ne sapesse nulla?

Sicuramente si corre su un percorso molto particolare e differente, anche più difficile da interpretare, proprio per l’incognita della neve. E’ sempre molto particolare perché appunto in base a com’è il clima, a quanto fa caldo, se ghiaccia oppure no, si possono trovare sempre delle sorprese. Quindi sicuramente sarà un percorso dove valgono molto le doti tecniche. Abbiamo visto l’anno scorso che l’abilità di guida era fondamentale. Avevano disegnato un bel percorso. C’erano anche dei tratti in cui spingere, quindi era completo. Ovviamente sarà più difficile da interpretare rispetto agli altri, perché non siamo abituati a gareggiare sulla neve. Per cui, anche se l’hai già fatta una volta, è come se ogni volta fosse la prima. Quindi, sarà sicuramente una bella gara come lo scorso anno.

L’hospitality sopra il quartier generale della gara è un ottimo punto di osservazione (foto Podetti)
L’hospitality sopra il quartier generale della gara è un ottimo punto di osservazione (foto Podetti)
Come dicevi, molto dipende dalla temperatura. La neve cambia consistenza molto velocemente…

E non si può prevedere molto, per cui prendiamo quel che viene. L’anno scorso, dal sabato alla domenica, abbiamo trovato due percorsi completamente diversi. Il sabato sembrava sabbia e c’erano anche pezzi duri, dove tenere la bici era veramente impegnativo. Invece la notte la temperatura è scesa di colpo e il giorno dopo era un percorso completamente ghiacciato, che non c’entrava niente con quello del giorno precedente. A livello di terreno quindi, è un’incognita da non sottovalutare. Magari guardando le previsioni, si potrà prevedere che percorso ci aspetta.

In che modo quel cambiamento notturno ti fece modificare le scelte tecniche?

Ritoccai solo la pressione delle gomme. Il sabato giravi non tanto gonfio, fra 1-1,2 bar. La domenica invece abbassammo ancora, perché si scivolava tantissimo e proprio non teneva. Mi pare addirittura che Silvia Persico fosse partita a 0,9-1, una cosa del genere, ma non vorrei dire una sciocchezza (nessuna sciocchezza: la bergamasca conferma, ndr). Era un terreno che, se non stavi attento, scivolavi anche sul dritto. E questo incide tanto sicuramente anche sulla scelta delle coperture e su come gonfiare.

Dopo la vittoria 2021 di Van Aert, c’era grande attesa nel 2022 per Van der Poel che però ha deluso (foto Val di Sole)
Dopo la vittoria 2021 di Van Aert, c’era grande attesa nel 2022 per Van der Poel che però ha deluso (foto Val di Sole)
Invece la temperatura in che misura incide? E’ più freddo rispetto a un giorno invernale del Belgio, ad esempio?

In realtà l’anno scorso era freddo, perché ovviamente sulla neve non fa caldo. Però abbiamo patito meno di quando piove e c’è magari qualche grado in più e rimani tutto zuppo. Se in Val di Sole ci sarà clima secco e attorno allo zero come l’anno scorso, sarà sopportabile. La condizione climatica devastante è quando piove per tutta la gara.

E se correndo nella neve nel tratto di salita si bagnano i piedi, quello non provoca un freddo cane?

Bè, i piedi erano parecchio freddi. Su piedi e mani patisci tanto freddo, perché sono le parti terminali. Io ricordo che avevo attaccato degli scaldini nelle scarpe, perché soffro tanto il freddo ai piedi e anche altri avevano fatto così. In realtà nei tratti di corsa a piedi, proprio perché aveva ghiacciato, non c’era neve smossa, quindi non è che ti bagnassi. Era proprio il fatto che faceva freddo, quindi il piede era esposto.

Casasola ha iniziato il 2023 del cross con 5 vittorie, il terzo posto agli europei e il 4° in Coppa a Troyes
Casasola ha iniziato il 2023 del cross con 5 vittorie, il terzo posto agli europei e il 4° in Coppa a Troyes
Se la neve molla, seguire le scie è più complicato?

Sì, sicuramente. In quei casi, la neve somiglia un po’ alla sabbia, quindi il terreno si smuove molto.

Vermiglio e la neve sono un episodio unico nella stagione: sarebbe meglio averne qualcuna in più?

In realtà dipende tutto dai progetti dell’UCI. Io avevo capito che questa prova fosse stata introdotta anche come test per l’eventuale inserimento del cross nelle Olimpiadi Invernali. Se l’idea è ancora quella, sarebbe anche interessante avere qualche prova in più in calendario. Potremmo testare di più il terreno, dato che obiettivamente è una situazione diversa e se non hai dimestichezza con il tipo di terreno, le classifiche possono essere anche stravolte.

Anche perché si tratta di condizioni difficilmente ripetibili, no?

Diciamo che ci sono percorsi ghiacciati che potrebbero somigliare a Vermiglio, la guidabilità almeno è la stessa. Magari 10 anni fa sicuramente i percorsi innevati c’erano. Adesso invece, col fatto che ancora a novembre abbiamo 15 gradi, si capisce che la neve non la vediamo praticamente più. Per questo in certi casi sono avvantaggiati quelli che alla neve ci sono abituati, come gli austriaci: la Heigl l’anno scorso andò bene.

Il podio degli europei è stato per Casasola un ottimo modo per iniziare la stagione delle sfide più prestigiose
Il podio degli europei è stato per Casasola un ottimo modo per iniziare la stagione delle sfide più prestigiose
Alla luce di questo, cosa fa Sara Casasola nella settimana che precede Vermiglio?

Non cambia nulla. Se iniziassero ad esserci più prove di questo tipo, allora per puntarci avrebbe senso provare ad allenarsi sullo stesso tipo di percorso. Ma non è facile, da noi ad esempio, la neve adesso non c’è proprio. Per cui purtroppo avremo solo l’occasione delle prove libere al sabato e diciamo che ce le faremo bastare. A casa è tutto abbastanza secco, c’è bel tempo e quindi ghiaccio non ne trovi ancora.

Scopriamo il team Hess, la nuova casa (su strada) di Casasola

24.11.2023
5 min
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Grazie al passaggio nelle sue file di Sara Casasola, l’Hess Cycling Team è diventato famoso anche dalle nostre parti. Molti sono rimasti sorpresi dalla scelta del bronzo europeo di ciclocross, approdato nelle file di un team continental poco rinomato e soprattutto poco presente in Italia. Eppure dietro a quella scelta c’è la storia di una squadra che ha grandi ambizioni e che, in un ciclismo femminile in velocissima evoluzione, vuole trovare un suo spazio.

Pirmin Lang, 38 anni, dopo una lunga carriera fra strada e ciclocross ha costruito il team con Rolf Hess (foto Ronan Merot)
Pirmin Lang, 38 anni, dopo una lunga carriera fra strada e ciclocross ha costruito il team con Rolf Hess (foto Ronan Merot)

Abbiamo quindi deciso di saperne di più attraverso il suo direttore sportivo, lo svizzero Pirmin Lang, che riveste i compiti di direttore sportivo del team: «Il patron è Rolf Hess, che ho incontrato nel 2020 e che è un ricco imprenditore e appassionato sportivo che vive a Londra e che prima si dedicava alle arti marziali e al calcio. D’inverno veniva a Sankt Moritz dove vive sua sorella e lì abbiamo iniziato a parlare di qualcosa a favore dello sport femminile. Io vengo dal ciclismo e sono riuscito a indirizzarlo verso la creazione di un team femminile su due ruote. Era il settembre 2022, volevamo farlo prima da soli, poi abbiamo fatto uno scambio con un’altra squadra per fonderci, infine abbiamo comprato la licenza, iniziando nel 2023 con una squadra femminile continentale».

Perché la squadra quest’anno ha avuto licenza lussemburghese e nel prossimo britannica?

Volevamo farlo nel Regno Unito, ma eravamo un po’ in ritardo con tutto. Dovevamo comunque iniziare se volevamo rientrare nell’evoluzione dell’Uci con i team professional, così abbiamo avuto la licenza lussemburghese. Ma è un team britannico a tutti gli effetti, collaboriamo con un’agenzia di marketing a Londra, quindi nel 2024 saremmo affiliati in Gran Bretagna.

Il team è britannico, per ora ha 14 elementi, ma potrebbero arrivarne ancora un paio (foto team)
Il team è britannico, per ora ha 14 elementi, ma potrebbero arrivarne ancora un paio (foto team)
La vostra è una vera multinazionale con ben 12 Paesi rappresentati: è una vostra scelta precisa?

Per certi versi sì, perché Hess ha attività di vario genere un po’ in tutto il mondo e il team rispecchia la sua globalità. Ovviamente, quando si tratta di vendite, è importante che tu sia presente in tutti i Paesi d’Europa, quindi devi avere un’immagine attraverso ciclisti da tutta Europa e oltre. Non è un sistema diverso da quello delle squadre WorldTour, basti pensare alla Lidl-Trek. Vogliamo avere corridori in tutta Europa, ma guardiamo anche oltre, infatti abbiamo preso anche l’ex campionessa nazionale australiana Nicole Frain.

Che ambizioni avete per la prossima stagione e perché state cambiando così profondamente il roster della squadra?

Al momento abbiamo 14 corridori, di cui 6 sono della passata stagione. L’obiettivo è, ovviamente, crescere, migliorare, farci notare. Dando alle cicliste la possibilità di svilupparsi anche in modo da sentirsi a proprio agio. Punteremo soprattutto alle classiche, alle corse d’un giorno dove abbiamo un parco atlete qualificato, come anche per le gare brevi a tappe. Ad esempio l’irlandese Imogen Cotter sarà una delle nostre punte. Essendo adatta alle prove abbastanza impegnative, con salite selettive. Noi vogliamo partecipare a gare di categoria 1.1 Pro e cerchiamo inviti prestigiosi.

Nel 2023 non sono arrivati grandissimi risultati. Qui il team alla Picto Charentaise (foto team)
Nel 2023 non sono arrivati grandissimi risultati. Qui il team alla Picto Charentaise (foto team)
Come mai avete scelto Sara Casasola e siete favorevoli alla sua doppia attività fra strada e ciclocross?

Personalmente sì, io ho le mie radici nel ciclocross, sono dello stesso borgo di Dieter Runkel, campione del mondo nel 1998. Quindi ne sono sempre stato interessato. Credo che se è possibile che Van Aert, VDP e Pidcock facciano la doppia attività, non vedo perché non possa avvenire anche fra le donne. E se vedi come si è sviluppata Sara negli ultimi due, tre anni, è davvero la strada da percorrere. Quando vedi ciò che sta ottenendo ora, è davvero fantastico. Io dico che ha tutte le potenzialità per diventare qualcosa come Silvia Persico o anche di più. Nel ciclocross ha un marchio come Guerciotti a supportarla che è una garanzia, poi subentreremo noi e proveremo a farla migliorare ancora.

Che obiettivo vi siete posti per il prossimo anno?

Sì, migliorare anche a livello di squadra. Ora siamo molto indietro ma è normale, vogliamo diventare una delle squadre migliori nella classifica delle continental, almeno fra le prime 8. Per farlo dovremo conquistare qualche podio nelle gare 1.1. Abbiamo una squadra costruita per questo.

Nicole Frain, australiana, ultimo acquisto del team, è stata campionessa nazionale
Nicole Frain, australiana, ultimo acquisto del team, è stata campionessa nazionale

Prima l’accordo, poi il bronzo europeo

Resta però una domanda: come si sono congiunte le strade dell’Hess Cycling Team e della Casasola? E’ la stessa azzurra a spiegarlo: «Sinceramente non conoscevo questo team prima, ma tramite un amico in un’agenzia di procuratori mi è arrivata voce che cercavano un profilo simile al mio, così siamo entrati in contatto e mi hanno fatto subito una buona impressione. Ho visto che hanno iniziato quest’anno, hanno effettuato molte gare, si sono ben inseriti. Abbiamo parlato dei programmi, delle prospettive e ho intravisto un futuro».

Il contatto è precedente il tuo bronzo europeo?

Sì, avevamo già stabilito tutto prima. Non nego che mi ha favorevolmente colpito anche la loro volontà di favorire la mia doppia attività, era quello di cui avevo bisogno, chiaramente stabilendo i giusti periodi di riposo e recupero. Sanno che cosa significa abbinare le due specialità e questo è molto importante nella programmazione del giusto calendario.

La Casasola sul podio continentale. Sarà la punta della squadra nelle corse a tappe
La Casasola sul podio continentale. Sarà la punta della squadra nelle corse a tappe
Dicono che puntano molto su di te soprattutto per le brevi corse a tappe…

Anch’io penso che sia la mia dimensione giusta su strada perché ho buone doti di recupero e vado più forte negli ultimi giorni di una gara a tappe. Spero che mi permettano di migliorare, tengo molto alla prossima stagione su strada, voglio vedere arrivare risultati all’altezza di quelli che ottengo d’inverno.

Hai metabolizzato la grande gioia di Pontchateau?

C’è voluto un po’ di tempo a dir la verità… Mi sono presa un po’ di riposo, soprattutto a livello mentale, ora punto fortemente sulle prossime prove di Coppa del Mondo per confermare il mio valore ed essere sempre più vicina alle big.

Viezzi fa la storia a Troyes, ora è caccia alla Coppa

20.11.2023
5 min
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Il viaggio di ritorno da Troyes si prolunga: dopo il lungo volo ci sono almeno due ore di macchina per raggiungere casa, ma nella mente di Stefano Viezzi è come se il buio della notte, intervallato dalle luci dei lampioni lungo la strada, non ci sia. Nella mente sfavilla ancora la gioia del successo, la sua prima tappa in Coppa del Mondo. Un successo azzurro che mancava nella categoria dal 28 dicembre 2004, per opera di Davide Malacarne. Viezzi, a quel tempo non era ancora nato…

Al mattino la voce è ancora assonnata e non potrebbe essere altrimenti, ma c’è la consapevolezza che è il mattino di un nuovo Viezzi, ora protagonista assoluto dello scenario internazionale: «Ho rivissuto varie volte la gara, me la sono rivista nella mente in tutti i suoi passaggi. Non era una prova facile, era la mia prima stagionale nelle condizioni classiche del ciclocross, quelle con il fango, dove si vince sì fisicamente, ma anche con la tecnica e soprattutto la strategia».

L’azzurro dietro il campione europeo Sparfel. Era fondamentale essere fra i primi sin dall’inizio (foto Uci)
L’azzurro dietro il campione europeo Sparfel. Era fondamentale essere fra i primi sin dall’inizio (foto Uci)
Pontoni nel giudizio sulla gara sottolineava come tu sia stato ligio alla tattica prevista alla vigilia…

Quello francese era un percorso infido, dove il minimo errore poteva costarti la gara. Inoltre richiedeva il massimo dell’attenzione in ogni singolo passaggio e col passare dei giri e l’aumento della stanchezza, il rischio di sbagliare aumentava.

Come hai costruito la tua vittoria?

Al primo giro avevamo stabilito con il cittì che sarei rimasto guardingo, ma dovevo partire bene perché dopo 300 metri c’era una contropendenza e se non eri nei primi 5-6 dovevi fermarti e scendere di bici. Ho studiato gli avversari e nel secondo giro ho alzato il ritmo per vedere se qualcuno mi seguiva, invece mi sono ritrovato da solo. Al penultimo giro ho visto che il campione panamericano David John Thompson (USA) era vicino, sotto i 10”, ma non ho mai realmente sofferto, nel finale anzi mi sono goduto la gioia del successo.

Viezzi fra lo staff azzurro dopo l’arrivo. Il successo ha riscattato l’europeo andato non come se lo aspettava (foto Uci)
Viezzi fra lo staff azzurro dopo l’arrivo. Il successo ha riscattato l’europeo andato non come se lo aspettava (foto Uci)
Questa era la tua seconda esperienza all’estero quest’anno, che idea ti sei fatto del livello generale?

E’ sicuramente molto alto perché c’è tanta concorrenza. Alcuni già li conoscevo dallo scorso anno, ma ci sono tanti che sono entrati nella categoria quest’anno che vanno già molto forte. Il livello è alto in molti Paesi, più che in altre categorie.

Ora questo successo cambia un po’ le tue prospettive, gli altri ti guarderanno come l’uomo da battere…

A me non cambia nulla nell’approccio alle gare, continuerò ad affrontarle gare come sempre, con grande attenzione per ogni singolo particolare perché questo è l’unico modo per emergere. Non guardo tanto agli avversari che ci sono, quanto ai singoli tracciati e a far bene quel che so fare.

Il podio finale con Viezzi fra l’americano Thompson e il francese Sparfel (foto Uci)
Il podio finale con Viezzi fra l’americano Thompson e il francese Sparfel (foto Uci)
Seguirai ora tutto il percorso della Coppa?

Vorrei tanto. Sicuramente sarò a Dublino e sarà un test importante, poi vedremo per le altre ma vorrei decisamente provare a tenermi questa maglia di leader perché rappresenta tanto. A dir la verità il calendario italiano non l’ho neanche più guardato, temo che non ci saranno molte occasioni per frequentarlo, campionato nazionale a parte.

La vittoria ti consente di partire davanti a tutti…

Già a Troyes avevo diritto alla prima fila, infatti sono riuscito a passare per 3° o 4° alla prima curva, ora però ho punti in più e sono più tranquillo. La stagione è lunga e poter essere davanti è un vantaggio notevole per le prossime gare. Io ci voglio provare…

Fra gli elite nuovo successo per Iserbyt: solo l’olandese Van Der Haar è rimasto sempre vicino
Fra gli elite nuovo successo per Iserbyt: solo l’olandese Van Der Haar è rimasto sempre vicino

Viezzi, ma non solo: parla Pontoni

A dare garanzie a Viezzi è lo stesso Pontoni, anche lui reduce da pochissime ore di sonno: «Ho già parlato con Amadio, seguiremo tutto il percorso di Coppa, perché Stefano merita di giocarsi le sue chance. Ma vorrei sottolineare che è tutta la categoria che sta facendo bene: Agostinacchio e Fantini stavano ampiamente nella top 10 quando un francese è andato addosso al primo che ha colpito il secondo. Risultato: rottura del cambio per Agostinacchio e bici rovinata anche per l’altro azzurro. Ma hanno dimostrato che le possibilità per emergere ci sono».

Stefano ha detto che la tattica giusta l’avevi suggerita tu…

Diciamo che ne abbiamo discusso prima della gara. La sua grande capacità è quella di leggere la corsa prima che si effettui. Dopo la ricognizione del sabato ne abbiamo parlato a lungo e anche dopo il giro domenicale ci siamo confrontati per trovare la tattica giusta. Gli avevo detto che c’erano tanti tratti dove a causa della pioggia del giorno prima e del fango c’era una sola traiettoria disponibile per non cadere, bisognava stare davanti. Lui ha saputo gestire il tutto in maniera precisa, non ho mai temuto per il risultato neanche quando l’americano si avvicinava.

Ancora una grande prestazione per la Casasola, quarta alla fine a 5″ dal podio. Prima la Alvarado
Ancora una grande prestazione per la Casasola, quarta alla fine a 5″ dal podio. Prima la Alvarado
Guardando la gara nel suo complesso, colpisce il fatto che belgi e olandesi siano indietro…

Non è un caso, se si guarda la top 10 c’è una grande diffusione geografica. In ambito giovanile sembra strano, ma i riferimenti sono altri: la Francia che sta facendo bene ormai da 5-6 anni, gli stessi americani, l’Ungheria che ha un paio di ragazzi fortissimi. Ma ci metto anche l’Italia soprattutto quando i primo anno saranno cresciuti un po’. Abbiamo tanti giovani emergenti e tutti avranno le loro occasioni. La vittoria di Stefano non è certo un caso.

Europei cross: brilla il bronzo di Sara Casasola

05.11.2023
6 min
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Potente, grintosa, con la gamba piena: Sara Casasola va a prendersi un bronzo europeo fantastico. Un bronzo che forse neanche lei si aspettava. Oggi sul bellissimo circuito di Pontchateu è stata magistrale. E poco importa che Fem Van Empel abbia demolito le sue avversarie. La gioia italiana è tutta sulle spalle di Sara Casasola.

Van Empel a mani bassi

A Pontchateu, cittadina nel Nord-Ovest della Francia, quasi sull’Atlantico, è stato ciclocross vero. Il campionato europeo femminile ha visto una corsa infangata come non accadeva da un po’. Specie per chi è abituato ad assistere al cross alle nostre latitudini e ancora di più nel finale, quando un forte acquazzone è tornato ad appesantire il terreno. L’allerta meteo e il conseguente stop di ieri, avevano “ridisegnato” il tracciato: più fango, fondo più lento, ma anche più tecnico. 

Ma al tempo stesso restava un tracciato “da gamba”: lunghi rettilinei, giusto un paio di tornanti, sede larga… si poteva passare. Un percorso ben diverso dagli stretti fettucciati italiani e sul quale bisognerebbe riflettere.

Ma torniamo a Pontchateu. In questo contesto Van Empel è andata a nozze. Una gara mai in discussione. Già dopo un paio di giri c’erano metri di vantaggio, che sono poi diventati secondi e infine minuti.

«In realtà al primo giro – ha detto la neocampionessa europea – ho avuto qualche problema: non riuscivo a prendere il ritmo, poi le cose sono migliorate e ho fatto la mia corsa. Ora mi godrò questa vittoria e per un paio di settimane mi riposerò».

Il bronzo di Sara

Ma come la fuoriclasse olandese faceva il vuoto, così Casasola recuperava. Dapprima restava in scia a mostri sacri quali Inge Van Der Heijden e Manon Bakker, poi piano piano le passava. Le altre davano sempre più di spalle, mentre la friulana filava via senza indugio, stabile, compatta e sicura sulla sua Guerciotti.

A due terzi di gara, dopo aver superato Van Der Heijden, per un po’ Casasola sembrava riuscire a mettere nel mirino addirittura Celyne Alvarado, nomi che fanno tremare solo a pronunciarli. Ma poi l’olandese rimetteva le cose in chiaro, spingendo e scavando un distacco di sicurezza. Ma al costo di rischi non da poco: imbarcate, scivolate sulle gradinate di legno, cambio di bici.

Sara invece guidava pulita. Cercava l’erba, da sempre segno di tenuta in certe situazioni, e tagliava decisa all’interno delle curve. E all’uscita spingeva bene il rapporto. Davvero un’ottima impressione e un bronzo strameritato.

Aggiungendo una nota di poesia, quando Casasola stava per tagliare il traguardo è anche spuntato un grande arcobaleno e proprio sotto l’arco colorato il cittì Pontoni le correva a fianco per incitarla, anche se ormai i giochi erano fatti. Mancava giusto l’ultima curva su sterrato, poi solo la lingua d’asfalto che portava al traguardo.

Gioia azzurra

Eva Lechner ce lo aveva detto pochi giorni fa: «Sara sta andando davvero bene». Il settimo posto in Coppa del mondo non era dunque casuale. E questo bronzo può aprire nuove prospettive.

Un bronzo che non è piaciuto del tutto agli olandesi. La stampa di Amsterdam ha parlato di: “sorprendente italiana”, “giovane inaspettata” e “l’italiana che ha interrotto l’egemonia olandese”. Visto che le top 7 erano tutte olandesi, gli Orange si aspettavano una tripletta facile facile e invece…

Sara prima di tutto complimenti. Hai guidato benissimo…

Grazie – risponde con tono raggiante – effettivamente stavo bene.

Ti aspettavi un risultato simile?

Dire che me lo aspettavo no, magari dopo i buoni tempi sul giro fatti in Coppa potevo sperare nelle cinque. Speravo più che altro in una buona giornata, ma non nel podio. Anche perché a questi livelli le migliori arrivano accanite e ben preparate.

Hai cambiato qualcosa nella tua preparazione?

Sinceramente no, semplicemente sono riuscita a fare una stagione su strada più completa, senza troppi intoppi. Quelli che invece avevo avuto lo scorso anno. Come si dice, si cresce di anno in anno e credo sia questa la motivazione del mio miglioramento.

Tempesta, allerta meteo e un percorso diverso: ti è piaciuto questo fango?

A me i tracciati così difficili non dispiacciono e anche se c’era da correre a piedi non mi spaventava perché sono sempre andata bene. Semmai c’era l’incognita del maltempo perché di fatto in Italia non abbiamo mai trovato fango, maltempo… ma sempre tutto secco. Stamattina invece, quando abbiamo provato era tutto diverso, specie dopo la gara degli under 23.

Sara Casasola (classe 1999) raggiante sull’arrivo e anche dopo
Sara Casasola (classe 1999) raggiante sull’arrivo e anche dopo
E infatti ti volevo chiedere proprio di questo e delle scelte tecniche. Con che gomme hai corso?

All’inizio pensavamo di mettere una da fango davanti e un’intermedia dietro, ma poi vedendo i ragazzi e parlando anche con Daniele (Pontoni, ndr) abbiamo deciso di non rischiare e ho montato entrambe le gomme da fango. Anche perché poi con tutta quell’acqua e quel fango non c’erano più tutti questi tratti così scorrevoli.

E poi ha anche ripreso a piovere…

Esatto. Il meteo è andato peggiorando e questa si è confermata la scelta giusta. Gli under 23 scivolavano veramente tanto.

Ultima domanda, sappiamo che sei impegnatissima in questo post gara: ma dicci la verità, ti è passata per la mente l’idea di andare a riprendere la Alvarado?

Eh sì, per un po’ ci ho anche pensato. Io ci ho provato fino all’ultimo, ho dato tutto, ma credo che nel finale i miei tempi sul giro si siano alzati un po’, mentre lei è stata costante. Forse ho pagato un po’ la mia parte centrale di gara, in cui ho spinto di più. Ma va bene così dai!

Europei al via, ma Pontoni guarda più lontano

02.11.2023
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Sono 20 i ragazzi che da venerdì saranno impegnati a Pontchateau negli europei di ciclocross e l’evento ha quest’anno un sapore particolare, soprattutto in casa italiana, perché a differenza di quanto avveniva negli scorsi anni, non ci sono state prove introduttive. Questa è la prima uscita della nazionale impostata da Daniele Pontoni, che finora si è mosso attraverso un raduno con i suoi ragazzi e valutando le loro apparizioni, scarne, nelle gare d’inizio stagione.

Va subito detto che si tratta di una scelta forzata. In Coppa del mondo si sono disputate due sole prove, di cui una negli Usa disertata dai più e anche in Italia la stagione sta entrando ora nel vivo, dopo le prime tre gare del Giro d’Italia e il classico appuntamento di Brugherio. Per questo Pontoni parte per la Francia con tanta curiosità.

Tommaso Cafueri, appena passato U23 è subito in nazionale, dopo una buona stagione su strada (foto Billiani)
Tommaso Cafueri, appena passato U23 è subito in nazionale, dopo una buona stagione su strada (foto Billiani)

«Non posso negarlo – dice il tecnico friulano – arrivo a quest’evento con uno spirito diverso rispetto a quello dello scorso anno. E’ come un nuovo inizio: abbiamo un gruppo rinnovato, soprattutto nella sua componente giovanile. La metà degli junior che sono del primo anno e gli altri, salvo rarissimi casi, all’esordio internazionale. Sono 10 ragazzi e potevano essere di più, ma ci saranno occasioni per rifarsi con le tappe europee di Coppa, ci saranno opportunità per tutti».

Come tuo costume hai scelto di puntare soprattutto sulle categorie giovanili…

Sì, anche fra gli under 23 abbiamo Filippo Agostinacchio, Paletti e Cafueri che sono tutti fra i più giovani della categoria. Ho le idee chiare non solo su questi europei, ma su tutto il cammino da compiere. I convocati sapevano già da un paio di settimane di questa opportunità proprio perché voglio che non ci siano fraintendimenti e che ci si possa concentrare completamente sull’obiettivo.

Per Sara Casasola buoni risultati nelle sue uscite internazionali. L’obiettivo è almeno una top 10
Per Sara Casasola buoni risultati nelle sue uscite internazionali. L’obiettivo è almeno una top 10
Che cosa ti aspetti da loro?

Partiamo un po’ al buio non avendo avuto occasioni di confronto, ma io sono ottimista. E’ chiaro che altre Nazioni, soprattutto quelle di riferimento come Belgio e Olanda sono più rodate, ma anche i nostri ragazzi hanno potuto gareggiare più volte e, grazie al nuovo calendario internazionale in Italia, raccogliere punti utili per partire più avanti. Cominceremo venerdì con la novità del Team Relay e i ragazzi sanno quanto io tenga a questa prova, che testimonia lo stato di salute del movimento.

Che idea hai del percorso?

Io lo conosco bene, sono sempre andato molto bene su quel tracciato francese, arrivavo sempre primo o secondo, anzi paradossalmente l’ultimo mio mondiale, nel 2004 disputato proprio a Pontchateau è stata la volta dove ero andato più forte. Bucai appena fuori dal box e mi feci mezzo giro con la ruota sgonfia, eppure risalii dal ventesimo al quarto posto. Fu un legno che aveva un sapore davvero particolare… Tornando ai ragazzi, conoscono bene le particolarità e insidie del tracciato, abbiamo visionato più volte le gare disputate negli scorsi anni, sanno come devono interpretarlo.

Per Francesca Baroni un importante ritorno in azzurro, il primo con Pontoni cittì
Per Francesca Baroni un importante ritorno in azzurro, il primo con Pontoni cittì
C’è una variabile che può influenzarlo?

Sicuramente il vento. Da quelle parti – siamo nella Francia del nord, particolarmente vicini all’Atlantico e al Belgio – il vento c’è sempre e cambia continuamente direzione, quindi farà la sua parte.

Sarà anche la prima volta per Francesca Baroni sotto la tua guida…

Sono molto contento che ci sia, se lo è meritato. Dopo due anni di gare in Belgio, ho trovato una ragazza più matura, conscia delle sue possibilità. La sua stagione è iniziata presto, si è avvicinata alla gara continentale nella maniera giusta, sono molto confidente che possa far bene. Questa oltretutto è una tappa fondamentale per tutto il lavoro che stiamo facendo. Ad esempio con me ci sarà un tecnico del gruppo performance, Marco Decet con cui stiamo lavorando specificamente su tutta la parte del riscaldamento pregara.

Pontoni con Silvia Persico. Possibile un suo ritorno in gara per dicembre
Pontoni con Silvia Persico. Possibile un suo ritorno in gara per dicembre
L’impressione è che si parta per questa trasferta con una formazione “work in progress”…

E’ vero in parte, nel senso che non andiamo certo solo per figurare. Questo lavoro è proiettato molto in avanti, verso il prossimo biennio. Ci sono tanti esordienti e l’aspetto psicologico, l’impatto emotivo ci sarà, ma dovranno essere bravi a saperlo gestire, anche quello fa parte del gioco. Se facciamo tutto bene però, so che possono arrivare anche buoni, anzi ottimi risultati, ma non mi sbilancio sui pronostici, non è mia abitudine.

A questa nazionale mancano atlete di spessore come Corvi, Venturelli senza dimenticare Silvia Persico. Hai una road map su quando e come saranno impiegate nel corso della stagione?

Ho avuto frequenti contatti con ognuna di loro e con i loro team, il mio compito è assecondare i programmi stabiliti dalle squadre e in base ad essi studiare come e quando potrò averle a disposizione. Ci sarà chi inizierà fra poco e chi più avanti, nel pieno della stagione internazionale, ma è obiettivo di tutte loro, e anche mio, essere presenti al suo culmine, ossia nella parte di fine gennaio-inizio febbraio coincidente con i mondiali. Strada facendo vedremo come arrivarci al meglio.

Bertolini sarà con Ceolin l’unico italiano al via tra gli elite, dove Iserbyt, Nys e Van Der Haar sono i favoriti
Bertolini sarà con Ceolin l’unico italiano al via tra gli elite, dove Iserbyt, Nys e Van Der Haar sono i favoriti
Un cenno finale sulla gara clou, quella elite maschile che sarà naturalmente priva dei “tre tenori”…

Noi saremo al via con Bertolini e Ceolin. Che cosa mi aspetto? Innanzitutto attaccamento alla maglia e ai colori. Sono professionisti, so che hanno tutte le possibilità per una gara di alto livello, poi i risultati verranno di conseguenza se sapranno tradurre il loro valore sul percorso. Ma questa è la base della nostra attività, non sto dicendo nulla di nuovo.