Tour of the Alps, Ciccone vince la prima con lo sguardo al Giro

21.04.2025
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SAN LORENZO DORSINO – Il paese che ospita la partenza e l’arrivo della prima tappa del Tour of the Alps è adagiato sul verde del Parco Adamello Brenta, circondato da nuvole che accarezzano le cime delle montagne. La notizia della morte di Papa Francesco arriva quando la carovana è già allineata per dare il via a questi primi chilometri di gara. Il gruppo si toglie il casco in segno di rispetto e viene osservato un minuto di silenzio. L’applauso che accompagna l’ultimo saluto al Santo Padre diventa quello che saluta la partenza del 48° Tour of the Alps. Durante lo scorrere delle ore le nuvole grigie vengono soffiate via dolcemente da un vento lieve che apre il cielo ai raggi caldi del sole. Come un ultimo saluto di chi ci ha accompagnato con la sua presenza per tanti anni dando allo sport un valore di condivisione e unioneA donare un valore aggiunto a questa giornata ci pensa Giulio Ciccone, il quale dopo una tappa corsa con pazienza incorona il lavoro della Lidl-Trek con una vittoria che mancava da tanto tempo.

Ciccone vince la prima tappa del Tour of the Alps con un’azione da finisseur
Ciccone vince la prima tappa del Tour of the Alps con un’azione da finisseur

Un altro paio di occhiali

Così “Cicco” torna a regalare, o meglio lanciare, i suoi occhiali al pubblico con una forza e un ghigno di soddisfazione che fanno capire quanto mancassero queste emozioni. Ciccone ha il fuoco dentro, un animo pronto ad accendersi e incendiare qualsiasi corsa e il primo passo mosso al Tour of the Alps dona un’ulteriore scarica di adrenalina.

«Avevo messo un segno rosso su questa tappa – racconta l’abruzzese – e fin da ieri sera avevamo pensato a una tattica. La squadra è stata fantastica nel metterla in atto, per questo li ringrazio. Sono contento di rientrare alle corse dopo un periodo di ritiro in altura e trovare subito la vittoria. Mi serviva, soprattutto per il morale, perché l’anno scorso è stato un po’ difficile. Nonostante un’operazione a inizio stagione (al soprasella, ndr) e una condizione costruita non perfettamente ero comunque riuscito a fare bene, ma non a vincere».

L’anno giusto?

Per lo scalatore della Lidl-Trek la breve corsa a tappe dell’Euregio rappresenta il ritorno in gara. L’ultima volta che lo avevamo visto con il numero sulla schiena è stato alla Milano-Sanremo, poi da lì un periodo di stacco e un volo che lo ha portato in cima al Teide per preparare il grande obiettivo di stagione. Bisogna capire con quali ambizioni arriverà alla partenza di Durres, in Albania, tappe o classifica generale?

«L’ultima volta che ho corso il Giro d’Italia era il 2022 – racconta ancora in conferenza stampa Ciccone – tornerò alla corsa rosa dopo tre anni. E’ la mia gara preferita, quella che da bambino guardavo in televisione e grazie alla quale mi sono innamorato di questo sport. Per me correre il Giro d’Italia è già qualcosa di unico. Come ho detto negli ultimi anni, il mio obiettivo è quello di avere una stagione in cui arrivo alla partenza del Giro consapevole di aver fatto tutto al meglio e di stare bene. Nelle ultime stagioni ci sono stati diversi problemi e non ho mai avuto questa possibilità. Ora non voglio dirlo perché non voglio dirlo, però quest’anno le cose stanno andando nel verso giusto, non manca tantissimo ma manca ancora un po’ alla partenza. Non voglio sbilanciarmi o fantasticare troppo, l’unica cosa che chiedo è tranquillità e arrivare alla partenza consapevole di essere al 100 per cento».

Il cronometro come giudice

Nel 2024 un guaio fisico ha impedito a Ciccone di tornare al Giro. Nonostante una stagione di rincorsa il Tour de France ci aveva consegnato un corridore maturo e in grado di lottare per un posto nei dieci alla Grande Boucle. Il podio al Lombardia ci aveva lasciati con la curiosità di vedere l’abruzzese al suo meglio, ora questa chance si fa sempre più concreta.

«Riconosco – conclude Ciccone – che il mio problema principale è sempre stata la cronometro. Lo scorso anno ho perso la top 10 al Tour proprio nella tappa di Nizza. Ho cercato di lavorare su questo aspetto e di migliorare. Ne ho già corse due e le sensazioni sono state positive con dei risultati che mi hanno lasciato soddisfatto. Questo era il mio obiettivo principale durante l’inverno in vista di curare maggiormente la classifica generale o comunque in ottica delle corse a tappe».

Faulkner, due tappe al Giro. Ecco la sua LIV Langma

10.07.2022
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Con quale bici si vince la tappa regina del Giro d’Italia Donne, resistendo al ritorno di Cavalli, Van Vleuten e Longo Borghini? C’è riuscita ieri Kristen Faulkner, l’atleta americana di 29 anni, che corre con la Bike Exchange-Jayco e a San Lorenzo Dorsino si è sciroppata 73 chilometri di fuga, sulla sua LIV Langma Advanced Pro Disc, arrivando con 59 secondi su Cavalli.

«E’ stata davvero dura – ha detto – sapevo che il modo migliore per vincere la tappa era partire da lontano, quindi sulla prima salita, neanche 20 chilometri dopo la partenza, Gaia Realini è partita e io sono andata con lei. E’ stata una gara di resilienza, la tappa di Cesena è stata piuttosto dura per me per la disidratazione, mentre ieri Amanda Spratt e Georgia Baker non sono partite per il Covid, quindi è stato davvero speciale restare forti e mostrare l’unione della nostra squadra e come non lasciamo che nulla ci abbatta».

Faulkner ha portato la sua LIV al successo dopo 73 chilometri di fuga
Faulkner ha portato la sua LIV al successo dopo 73 chilometri di fuga

Il cuore della Langma

Faulkner ha portato per tutto il giorno sulle salite del Trentino la stessa bici in dotazione alle ragazze del team ufficiale LIV-Xstra. Mentre gli uomini della Bike Exchange-Jayco corrono con bici Giant, alle ragazze è stato fornito il modello di punta di LIV, brand femminile del gruppo taiwanese.

Il cuore della Langma è un telaio ultraleggero in carbonio Advanced Grade, che offre un ottimo rapporto fra rigidità e peso per una reattività ed esplosività senza pari. I tubi hanno sezione ellittica troncata. 

In discesa nella tappa di ieri. La conformazione dell’obliquo rende la LIV molto guidabile
In discesa nella tappa di ieri. La conformazione dell’obliquo rende la LIV molto guidabile

L’obliquo è rettangolare e massiccio, mentre l’orizzontale è sovradimensionato. Essi lavorano all’unisono per fornire precisione di sterzata e maggiore resistenza alla torsione, offrendo una rigidità di guida e di pedalata senza precedenti.

Stabile nelle curve

Interessante anche la concezione del cannotto di sterzo. I cuscinetti della serie sterzo sono sovradimensionati (1-1/2” inferiore, 1-1/4” superiore) e il tubo è conico, lavorando in armonia per fornire la massima rigidità dell’anteriore.

«Mi sento molto stabile sulla bici – ha confermato Faulkner dopo la tappa di ieri – risponde molto bene, soprattutto nelle curve in discesa. Ce sono state molto critiche in questa tappa. Anche quando piove e la strada è scivolosa e me ne sono accorta al Giro di Svizzera. E’ stabile e sicura. E sono riuscita a esprimere una bella potenza, senza mai avere la sensazione che la pioggia rendesse pericoloso oppure ostacolasse il mio avanzare. E questo grazie alla bici».

Posizione avanzata

Faulkner pedala con altezza di sella di 69,5 e un discreto avanzamento, per avere una posizione aggressiva e reattiva: un’impostazione che le viene anche dall’attitudine per le crono. Oltre alla tappa di montagna di ieri, l’americana ha vinto anche il prologo di Cagliari, conquistando la prima maglia rosa (foto di apertura).

I freni a disco integrati flat mount offrono la sicurezza necessaria per mantenere la velocità anche in curva e pedalare in condizioni meteorologiche variabili, come testimoniato dall’atleta americana. Ieri il meteo è stato tutt’altro che incerto, ma l’impianto frenante è stato piuttosto stressato dalle discese veloci e tecniche di tutta la tappa. La Langma può ospitare anche pneumatici fino a 32 millimetri, anche se l’atleta americana utilizza sempre Tubolari vittoria da 28, montati su ruote Cadex da 42 millimetri di altezza.

La LIV Langma Advanced Pro Disc è leggerissima: 6,8 chili
La LIV Langma Advanced Pro Disc è leggerissima: 6,8 chili

Quanto al resto dei componenti, spicca la sella Alacra Sl, disegnata proprio per il pubblico femminile. La forma riduce la pressione, il telaio è in lega superleggera. Il design del naso largo e corto offre più supporto in varie posizioni di guida.

A Kristen Faulkner non resta che la tappa di Padova di oggi, poi il suo Giro sarà concluso e l’americana potrà tirare il fiato. E magari riposerà anche la sua bici Liv…

Cavalli le prova tutte, stacca la Van Vleuten ma non basta

09.07.2022
6 min
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Ci ha provato in tutti in modi, ma non le è riuscita la rivoluzione. A San Lorenzo Dorsino, sede della nona tappa del Giro d’Italia Donne, Marta Cavalli stacca nel finale Van Vleuten ma non le basta e chiude ancora seconda, stavolta dietro alla vincitrice Kristen Faulkner, in fuga dai primissimi chilometri.

La maglia rosa (quarta al traguardo) cede solamente 15” sfruttando le menate di Longo Borghini (davanti a lei) che stava sensibilmente mettendo nel mirino il terzo posto nella generale, complice un’altra giornata infelice di Mavi Garcia. Ottima prova ancora di Gaia Realini, in avanscoperta inizialmente con l’americana della BikeExchange-Jayco e alla fine quinta all’arrivo.

«L’anno scorso ero sempre in fondo – spiega in mixed zone la Faulkner, che vincendo tutti e tre i gpm di giornata ha conquistato ufficialmente la maglia verde – quest’anno invece è stato molto speciale con finora due vittorie. Volevo dare il massimo non solo per la gloria personale, ma soprattutto per la squadra che fa un lavoro eccezionale. Dopo la fuga di ieri volevo continuare. Mi sentivo bene e sono riuscita stavolta a mantenere a distanza le avversarie dando spettacolo. Difficile chiedere di più. Domani a Padova proverò a dare una mano alle compagne più adatte alla volata».

Una battuta con Delcourt

Anche se salirà sul secondo gradino del podio finale, Cavalli non esce minimamente ridimensionata da questo Giro. Mentre vanno le vestizioni delle maglie di classifica, scambiamo due chiacchiere col general manager della FDJ Nouvelle Aquitaine, Stephen Delcourt. Lo avevamo sentito prima della Liegi, cosa ha portato di nuovo questo Giro?

Ci parla di un grande risultato, benché dopo i trionfi ad Amstel e Freccia l’unico obiettivo fosse la vittoria della corsa rosa. Forse un’eccessiva pressione. Ed ecco spiegato perché nelle ultime due frazioni le riunioni tattiche siano durate più del dovuto. Ed ecco perché solo alla partenza di stamattina ci aveva concesso a denti stretti di fare una breve intervista con la sua capitana. Il fatto che dopo l’arrivo il tecnico francese fosse tanto sereno da parlare più liberamente e ringraziarci per aver compreso la situazione, è il segnale che probabilmente qualcosa si può gestire con meno tensione.

Stephen Delcourt, general manager della Fdj Nouvelle Aquitaine, soddisfatto per il Giro della Cavalli
Stephen Delcourt, general manager della Fdj Nouvelle Aquitaine, soddisfatto per il Giro della Cavalli

Un’altra Marta

Quando la Cavalli – alla nostra richiesta di una foto con mamma Romina e la sorella Irene – si gira verso di loro facendo una scherzosa boccaccia, abbiamo la netta impressione che per la cremonese sia un senso di liberazione. E la conferma ce l’abbiamo qualche minuto dopo, quando sul podio per l’ultima premiazione di giornata (quella della maglia azzurra di miglior italiana), stappa la magnum di spumante direzionando il getto con energia sempre verso mamma, sorella e amici.

Rispetto alla presentazione dei team dieci giorni fa a Cagliari, la 24enne della Fdj Nouvelle Aquitaine è un’altra persona. Più rilassata. Ma anche un’altra atleta. Più consapevole. Non che si mettesse in dubbio la sua stagione o il suo valore, solo che ora la Cavalli è una certezza per il presente e per il futuro, specie per le gare a tappe.

Cavalli prova il forcing nel finale. Staccherà Longo Borghini, Van Vleuten e Realini.
Cavalli prova il forcing nel finale. Staccherà Longo Borghini, Van Vleuten e Realini.

«Avevo tante ambizioni per questo Giro Donne – commenta Marta, al secondo posto parziale consecutivo – ed è andata come speravamo, sono stata all’altezza. Purtroppo oggi ho sfiorato la vittoria e mi è spiaciuto un sacco. Però sì, ora sono un’altra persona perché la soddisfazione ha preso il posto della pressione. Non è una soddisfazione al 100 per cento, ma al 99,9 periodico. Sicuramente non ho rammarichi. Sono partita un po’ in ombra e probabilmente era dovuto al fatto che dovevo entrare nel mood della corsa. Adesso invece si sta concludendo nel verso giusto, ovvero quello che tutti ci aspettavamo.

«Il mio obiettivo – prosegue – non era quello di un risultato in particolare, quanto di dare spettacolo e di animare la corsa. Ho fatto il possibile. Spero che chi ha guardato e chi è venuto a tifarmi a bordo strada abbia apprezzato. Non posso che essere contenta. Devo soprattutto ringraziare la squadra che mi ha messo a disposizione le cinque migliori compagne in questo momento, che si spendono per me dalla mattina quando si parte fino alla sera. E questo vale anche per lo staff. Siamo veramente un bel gruppo che lavora in sintonia. Non potevo chiedere di meglio».

Negli ultimi due giorni ci ha provato in tutti i modi, soprattutto nel tappone odierno. «Sì sì, dovevo farlo – analizza la Cavalli – anche se il margine era ampio non volevo dare l’idea di accontentarmi. Volevo far vedere che avevo il carattere per provarci e di rischiare pur di guadagnare un solo secondo. Sono contenta. Avevamo pianificato stamattina come muoverci per tutta la tappa. Ho cercato di rispettare gli ordini e spingere più che potevo».

Nell’ultima discesa, memore di quello che era accaduto a Van Vleuten ventiquattro ore prima, Marta attacca in discesa e guadagna subito 20”. Chissà se ci ha creduto come tutto il pubblico al traguardo.

«Sì, per un momento abbiamo pensato di chiudere su Faulkner – spiega – se l’avessimo raggiunta e se fossimo arrivate in un gruppetto con Longo Borghini e Van Vleuten, la vittoria sarebbe spettata a me secondo i nostri accordi, perché loro due si sarebbero accontentate rispettivamente del terzo podio nella generale e l’altra della maglia rosa. Avrei avuto il via libera per la tappa. Mi sarebbe piaciuto sinceramente perché tanta gente era venuta fino qui per vedermi e volevo coronare questo Giro. Ma va bene così».

Il futuro è suo

La Luperini ieri ce lo aveva sentenziato: il futuro è della Cavalli. Ma per vincere i prossimi Giri cosa le manca?

«Ci sono tanti marginal gains – conclude – come posizionamento o maturità fisica, che ancora mi manca sulle lunghe distanze. Poi esperienza dopo esperienza. Avere quella solidità che ti permette di tenere sotto controllo ogni tipo di situazione e gestirla mentalmente al meglio. Sto bene e farò il Tour, ma in Francia vedrete una Marta gregaria».

Al Giro Donne non manca che la decima ed l’ultima frazione, da Abano Terme a Padova per un totale di 90,5 chilometri. In palio c’è l’ultima volata e la maglia ciclamino. Balsamo, che ha solo dieci punti di distacco da Van Vleuten, vuole fare tris, ma la concorrenza è agguerrita.