Andreaus: il 2022 per prendere le misure, ora si cresce

08.03.2023
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Marco Andreaus si affaccia alla sua seconda stagione da under 23 con tante aspettative. Il 2022 è scivolato via con un alcuni buoni risultati, tra cui il primo podio nella categoria. Il diciannovenne trentino ha preso le misure tra gli under 23, come un sarto, ed ora è pronto ad affrontare il 2023. 

Andreaus nel 2022 alla Due Giorni Alessandro Bolis ha conquistato il primo podio in maglia CTF (photors.it)
Andreaus nel 2022 alla Due Giorni Alessandro Bolis ha conquistato il primo podio in maglia CTF (photors.it)

Esperienza e apprendimento

In questa seconda stagione gli verrà chiesto di alzare l’asticella, consapevole che corri in una delle squadre più in mostra: Il Cycling Team Friuli.

«Il primo anno l’ho preso più per esperienza – dice Andreaus – quando avevo la scuola ho fatto molte gare regionali. Corse adatte a corridori di primo anno, lì appunto abbiamo ingranato la marcia. Ad aprile sono iniziate le internazionali e mi sono ambientato in qualcosa di diverso, più impegnativo. Devo dire che la prima parte del 2022 è andata bene, abbiamo seguito il percorso di crescita prefissato. Una volta fatto l’esame di maturità ho staccato un attimo dagli allenamenti. Nel finale di stagione ho iniziato ad andare abbastanza forte, sono andato a correre il Giro di Slovacchia con i professionisti. E’ andato molto bene se pensate che in una tappa sono riuscito anche ad arrivare undicesimo».

Obiettivo professionisti

Correre da under 23 in un team come il CTF è fonte di grande ispirazione, si tratta di una squadra che permette ai propri ragazzi di crescere. I passi sono quelli giusti, soprattutto se si considera il supporto che arriva dalla Bahrain Victorious. 

«Aver visto – continua – come si comportano i professionisti e come si sta all’interno del gruppo è stato molto interessante. Capire come viene gestita una corsa e vedere come ci si muove sulla strada è stato stimolante. Ho notato, com’è giusto, che c’è ancora tanto da lavorare, perché nel finale, quando aprono il gas è tutto un altro andare. Però penso di essere sulla via giusta di crescita, già quest’inverno in cui mi sono riuscito ad allenare senza la scuola ho sentito tanto la differenza. Ho aumentato le ore e i carichi, facendo esercizi con maggiore intensità.

«A gennaio ho avuto anche la possibilità di andare in ritiro in Spagna e con il caldo sono riuscito ad allenarmi meglio rispetto allo scorso anno. Nel mese di dicembre, invece, complice anche il freddo, ho fatto molto scialpinismo. E’ stato un bel modo per mantenersi in movimento, la squadra era d’accordo e il riscontro è stato positivo. Nel 2023 mi sono posto l’obiettivo di fare il famoso salto di qualità, mi sono posto anche il focus di partecipare alle gare internazionali ad aprile e provare a correre in testa. Fare del mio meglio insomma».

Già nel 2022 Andreaus (il secondo da sinistra) ha avuto modo di fare degli stage insieme ai corridori della Bahrain Victorious
Già nel 2022 Andreaus (il secondo da sinistra) ha avuto modo di fare degli stage insieme ai corridori della Bahrain Victorious

Belgio e prospettive

Renzo Boscolo, in una recente intervista, ci aveva anticipato che i suoi ragazzi avranno la possibilità di andare a correre al Nord. Un cambio, anzi un’opportunità in più, che permetterà loro di uscire dalla comfort zone. 

«Andare in Belgio è un’avventura che non voglio perdere – dice Andreaus – punterò ad essere nella squadra che andrà su o comunque a partecipare al maggior numero di corse. Siamo andati tante volte a correre all’estero, però sempre verso est, anche perché attaccata a noi c’è la Slovenia e in un’ora, massimo due ore di macchina, si arriva in Croazia. Penso che il Belgio sia l’ambiente adatto a me, i percorsi si avvicinano molto alle mie caratteristiche, non vedo davvero l’ora di provarci».

«Il progetto CTF – conclude – si vede, è concreto. Avere davanti corridori che sono passati in questa squadra ed ora sono nel mondo dei professionisti dà morale. Fa capire a noi giovani che la squadra c’è e si lavora bene, questo ci stimola a lavorare meglio e impegnarci. Anche avere la possibilità di allenarsi con corridori della Bahrain nei vari stage è incredibile. Ho avuto la fortuna di andare a Calpe con loro sia l’anno scorso che quest’anno ed ogni volta è stato un sogno».

In famiglia c’è un altro ciclista: si tratta di Elia, fratello piccolo di Marco (a sinistra, photors.it)
In famiglia c’è un altro ciclista: si tratta di Elia, fratello piccolo di Marco (a sinistra, photors.it)

Un piccolo “rivale”

Marco Andreaus in casa ha un rivale, se così vogliamo simpaticamente definirlo, si tratta del fratello minore: Elia.

«E’ un 2006 – racconta il fratello grande – ed è appena passato nella categoria juniores, ha esordito settimana scorsa. Andiamo molto d’accordo, anche se non siamo mai usciti insieme in bici per allenarci, da quest’anno però qualche lungo magari lo faremo l’uno accanto all’altro. Elia mi chiede tante cose e mi ascolta, anche se – dice con una risata – prova a battere tutti i miei record, diciamo che c’è una rivalità sana in casa. Ha seguito il mio stesso percorso: da allievo ha corso al Veloce Club Borgo, mentre da junior è passato al Team Assali Stefen Omap».

Persico regola Bruttomesso: la San Geo è sua

25.02.2023
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L’urlo per celebrare la vittoria della Coppa San Geo di Davide Persico viene portato via dal forte vento che ha contraddistinto tutta la giornata. Il bergamasco ha regolato il gruppo in una volata ristretta sul traguardo di San Felice del Benaco, paese che si affaccia sulla sponda bresciana del lago di Garda (in apertura foto Rodella). Il velocista della Colpack Ballan è stato di parola, ci aveva detto, pochi giorni fa, di volersi prendere la squadra sulle spalle, e così è stato.

A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)
A completare il podio, insieme a Persico e Bruttomesso c’è D’Amato della Biesse Carrera (foto Rodella)

Buona la prima

Scherzando diciamo a Persico che la nostra intervista a casa Santini gli ha portato fortuna e lui sorride. Il Team Colpack-Ballan oggi ha preso le redini della corsa fin dai primi chilometri, a testimonianza che l’obiettivo era chiaro: vincere. 

«E’ stata una gara un po’ nervosa – dice Persico – essendo la prima, tutti avevano qualche dubbio sulla condizione e puntavano a stare davanti, per non trovarsi a rincorrere. Noi abbiamo cercato di restare sempre nelle prime posizioni, ma la corsa è stata sempre incerta. I due circuiti finali erano veloci, ma con due strappi importanti che man mano hanno sgretolato il gruppo. Negli ultimi tre giri c’era davanti un mio compagno (Romele, ndr), aveva anche lui possibilità di fare risultato.

«Io stavo bene, mi sono messo sulla ruota degli altri ed ho aspettato paziente il momento giusto. Devo ringraziare i miei compagni, soprattutto Romele che, dopo essere stato in fuga, mi ha dato una mano a prendere una migliore posizione per la volata. Ci tenevo a partire bene, è una gara speciale per me, l’ho vinta due anni fa e nel 2022 sono arrivato terzo».

Ecco Bruttomesso

Alle spalle di Persico, con una volata di rimonta, si è piazzato Bruttomesso, alla sua prima corsa con il CTF. Sul palco qualcuno gli dice che è un secondo posto d’oro. Lui sorride, ma lo sguardo trasmette poca convinzione nelle parole ascoltate.

«Sono contento del risultato – dice – mi sentivo bene e le sensazioni erano ottime, anche in corsa mi sentivo veramente bene. Sullo strappo finale sono andati via inizialmente in due, successivamente siamo scollinati in tre. Ma in men che non si dica, ad un chilometro dalla fine ci hanno ripreso a causa della poca collaborazione tra di noi. Mi sono comunque lanciato nella volata perché stavo bene, un po’ di rammarico c’è, non posso nasconderlo.

«Il cambio di squadra – riprende dopo l’interruzione per le interviste in diretta – l’ho sentito. Complice anche il fatto che non ho più la scuola a cui pensare. Mi sono allenato bene durante l’inverno, con tante ore sulla bici. Ho modificato un po’ la preparazione lavorando un po’ anche in palestra, la differenza si sente».

Esperienze comuni per crescere

La cosa che accomuna Persico e Bruttomesso è la voglia di emergere, che passa anche per le corse all’estero. Il CTF porta i propri ragazzi oltre confine già da qualche stagione, soprattutto verso Est. Da quest’anno l’obiettivo è puntare al Nord, per trovare una nuova scuola dalla quale imparare. Ce lo hanno confermato anche in mattinata, prima della partenza, i diesse. I ragazzi fremono per queste nuove opportunità e non vedono l’ora di partire. 

Per la Colpack, invece, la novità è più fresca, lo avevamo raccontato quest’inverno quando i calendari erano da definire: «Anche con la squadra – conferma Persico – ci siamo dati l’obiettivo di essere più competitivi in ambito internazionale. Andremo a fare qualche gara in Belgio e in Croazia il prossimo mese, dove cercheremo di fare del nostro meglio e di crescere. Si è visto negli ultimi anni come il velocista deve tenere anche sugli strappi, il percorso della San Geo ne è la prova.

«Mi sono allenato tanto per diventare un corridore sempre più e anche lui (dice indicando Bruttomesso, ndr) si vede che è più preparato. Siamo due velocisti importanti per il movimento giovanile italiano e sfidarsi così a viso aperto non può che alzare il livello di entrambi. Di sicuro ci rivedremo anche al Giro d’Italia Under 23 e saranno altre belle volate».

I dilettanti ripartono. Persico e Nencini primi re

27.02.2021
5 min
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E’ stato Davide Persico il primo vincitore della stagione dei dilettanti. E’ lui ad alzare le braccia al cielo alla Coppa San Geo. Il ragazzo della Colpack, ha preceduto di una quarantina di minuti Tommaso Nencini, re della Firenze-Empoli.

Due corse, un pomeriggio di rinascita. Voglia di correre, di fare fatica, di misurarsi… Il Covid ha tenuto lontano il pubblico e le gare sono state organizzate secondo le normative imposte dalla pandemia: un bel messaggio per amministrazioni locali e altri organizzatori.

Alla San Geo misure anticovid attivate (foto Rodella)
Alla San Geo misure anticovid attivate (foto Rodella)

San Geo thrilling

La gara lombarda era un po’ più veloce rispetto a quella toscana. Nonostante il vento, sembrava che i ragazzi avessero già molti giorni di corsa nelle gambe.

Attacchi, contrattacchi e alla fine il gruppo si presentava compatto nel finale. Una bellissima azione è stata quella di Matteo Zurlo della Zalf-Euromobil-Désirée-Fior. Il corridore di Ciano Rui, che per la prima volta dopo 35 anni non era in ammiraglia, è stato ripreso a 700 metri dall’arrivo, poco prima dell’ultima curva. Spianato sulla bici, Zurlo è stato fuori nei chilometri finali tenendo il vantaggio sempre intorno ai 20″. Poi la Iseo-Rime e la Colpack Ballan negli ultimi 2.000 metri non gli hanno lasciato scampo.

Davide Persico conquista la Coppa San Geo numero 97 (foto Rodella)
Persico conquista la Coppa San Geo numero 97 (foto Rodella)

Persico capitano a tavolino

Poi Persico, fratello d’arte, ha fatto il resto. Si è messo dietro a Colnaghi, che forse è partito troppo presto, e quando lo ha affiancato lo ha staccato di un paio di bici immediatamente. Quasi una vittoria per distacco. Tanto che ha smesso di pedalare in anticipo e ha dovuto riprendere a spingere per accompagnare la bici sull’arrivo.

«Siamo entrati nella curva velocissimi – racconta Persico – davanti a me c’era Gazzoli che ha accelerato e ai 200 metri sono partito, ho dato tutto. Ai 50 metri mi sono girato e ho visto che non c’era nessuno e mi sono detto: ho vinto!».

Però non è stato tutto facilissimo. Per qualche istante Persico ha creduto che la corsa fosse andata.

«Quando mancavano 50 chilometri dall’arrivo c’era davanti una fuga con 15 corridori – riprende – noi avevamo dentro Luca Rastelli, ma la situazione era incerta. Abbiamo aspettato. Poi altre tre squadre hanno chiuso. Infine c’era Zurlo, era sempre lì a una ventina di secondi. Abbiamo aumentato per davvero e solo all’ultimo siamo andati a prenderlo. Un po’ ci ha fatto paura».

Persico ha lavorato bene durante l’inverno e in ritiro. Tutti si aspettavano Gazzoli, specie con un arrivo in volata, invece Davide stesso ci dice che erano già due giorni che avevano deciso di puntare su di lui. 

Per la cronaca, a completare il podio sono stati Samuele Zambelli, secondo, e Tommaso Fiaschi, terzo. Da segnalare la presenza del neo presidente Dagnoni: è lui che ha premiato i ragazzi.

Il Cycling Team Friuli al via della Firenze-Empoli (foto Scanferla)
Il Cycling Team Friuli al via della Firenze-Empoli (foto Scanferla)

Un toscano in Toscana 

Anche in Toscana splendeva il sole, meno forte degli altri giorni ma si respirava pur sempre aria di primavera. E di rinascita.

«Tommaso è un ragazzo in cui ho creduto fortemente – racconta entusiasta Claudio Lastrucci manager della Petroli Firenze Hoppla – E’ un bel corridore davvero, era da un po’ che lo volevo e finalmente quest’anno sono riuscito a convincerlo. E poi oggi è una giornata doppiamente bella visto che in Belgio ha vinto Ballerini, altro nostro gioiello. Questi ragazzi hanno cognomi importanti. Ci tengo a questa cosa. Quando ti chiami Nencini la gente si gira, non puoi arrivare “dopo la banda”. Nencini è di Calenzano, non lontano da casa di Alfredo Martini. La Toscana aveva bisogno di un fiore così da piantare».

Tommaso Nencini conquista la Firenze-Empoli numero 34 (foto Scanferla)
Nencini conquista la Firenze-Empoli numero 34 (foto Scanferla)

Nencini intelligente e veloce

Lastrucci ci dice che Nencini aveva lavorato bene. I test degli ultimi giorni erano incoraggianti. E infatti Tommaso non è andato forte solo in volata.

«Siamo partiti subito a tutta – racconta Nencini – sempre “a blocco” anche sulle salite. La gara è stata veloce. Il Cycling Team Friuli, tra le più organizzate, ha controllato parecchio. Sulla salita delle Casette ho provato a fare la differenza ma non ci sono riuscito. Quindi siamo arrivati nel finale compatti. Devo dire che sono stato un po’ fortunato (noi diremmo attento, ndr) perché agli 800 metri è partito un ragazzo della Delio Gallina e l’ho seguito. Mi sono voltato e ho visto che c’era un piccolo buco. Così ho aspettato, ho aspettato e quando ho visto che stavano rimontando, anche se mancavano 300 metri, sono partito e… non mi ha passato nessuno. C’era gente veloce come i due della Continental Qhubeka Assos (Luca Coati, secondo, e Kevin Bonaldo, terzo, ndr).

«Che corridore sono? Sprinter è un parolone. Non sono un velocista ma mi difendo in volata. Non sono uno scalatore ma mi difendo in salita. Diciamo che quando c’è la gamba vado forte dappertutto».

Infine una battuta. Spesso i giovani corridori di oggi non conoscono la storia del ciclismo e quando chiediamo a Tommaso se sa chi fosse Gastone Nencini risponde secco: «E’ un mio parente! Ma Gastone era Gastone e Tommaso è Tommaso». Insomma meglio non fare troppi paragoni, specie con chi la sua carriera deve ancora scriverla.