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Zoccarato CX 2021

Guarda chi c’è nel ciclocross: la scelta di Zoccarato

30.12.2021
5 min
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Scorrendo l’ordine di arrivo del Trofeo San Fior, tappa conclusiva del Master Cross Selle Smp, un nome ci ha quasi fatto sobbalzare: al 15° posto, staccato di 4’25” dal vincitore Filippo Fontana, è giunto Samuele Zoccarato, il 23enne di Camposampiero (PD) portacolori della Bardiani CSF Faizané. Una presenza la sua sorprendente perché non stiamo parlando di un corridore multidisciplinare né tantomeno di un ciclista con esperienze pregresse nel ciclocross, come potrebbe essere per un Trentin ad esempio.

Zoccarato viene da una stagione, la sua prima nel mondo pro’, decisamente positiva, con la perla del terzo posto ai Campionati Italiani ma con tanti altri segnali positivi, ad esempio il suo primo Giro d’Italia portato a termine. Parlando con lui, la motivazione per cui ha deciso di gareggiare nel ciclocross dice molto della sua serietà.

«E’ stata una mia iniziativa, nata dal fatto che voglio migliorare alcune lacune che ho, soprattutto nella guida del mezzo ma anche nel pedalare fuori soglia, nei rilanci, anche nelle volate. Devo lavorare molto su me stesso e penso che il ciclocross sia ideale per questo».

Zoccarato San Fior 2021
Una prima esperienza positiva per Zoccarato nel ciclocross, non senza qualche errore (foto BIlliani)
Zoccarato San Fior 2021
Una prima esperienza positiva per Zoccarato nel ciclocross, non senza qualche errore (foto BIlliani)
Che esperienza è stata?

Molto divertente, anche se le difficoltà non sono mancate. La differenza che vedevo con gli specialisti era enorme, ad esempio perdevo molto nel risalire in bici. Ho fatto tante “papere” tecniche, alcune volte mi veniva anche da ridere, ma alla fine credo di essermela cavata.

Che hanno detto in società di questa tua idea?

All’inizio erano scettici, poi quando hanno capito che avevo intenzione di fare anche qualche gara e che lo ritenevo necessario, mi hanno appoggiato, raccomandandosi solo che non mi faccia male. Io sono partito da un ragionamento: ci sono giornate con nebbia e pioggia nelle quali allenarsi su strada è più un peso, invece uscire con la gravel, la Mtb, la bici da ciclocross ti permette di divertirti e al contempo effettuare lavori molto utili, ne giova il fisico ma anche la mente.

Zoccarato Serenissima 2021
Samuele ama molto spaziare fra le varie bici: qui è alla Serenissima Gravel
Zoccarato Serenissima 2021
Samuele ama molto spaziare fra le varie bici: qui è alla Serenissima Gravel
Secondo te un’idea del genere troverebbe accoliti anche tra i tuoi colleghi, nella tua società ma anche in altre?

Penso di sì, ma mi sono accorto sulla mia pelle che gli ostacoli non sono pochi. Innanzitutto devi avere il materiale tecnico a disposizione, almeno due bici e una quantità di ruote. Io ne ho acquistata una, con tanto fango sul percorso la gara neanche la finisco… Poi molti corridori credo temano di fare brutte figure, di commettere le “papere” di cui ho detto prima. Come tecnica c’è tanto da imparare, cambia tutto…

Sai che il cittì Pontoni ha intenzione di avere contatti con le società italiane per cooptare quanti più stradisti possibile per il ciclocross e spingere verso la doppia attività per i più giovani…

E’ un’ottima idea, ma per chi non viene da quel mondo io penso sia una buona idea istituire anche una piccola “accademia”, per insegnare i fondamentali, perché il ciclocross non si inventa. Sono discipline diversissime, cambiano l’assetto di corsa, le bici, i materiali, la tecnica di guida, insomma tutto.

Zoccarato pioggia 2021
Nelle giornate di pioggia il veneto alterna alla strada anche uscite offroad
Zoccarato pioggia 2021
Nelle giornate di pioggia il veneto alterna alla strada anche uscite offroad
A tuo parere troverà spazio la sua idea?

A patto che riesca a vincere una vecchia concezione imperante nel ciclismo su strada italiano, dove tanti direttori sportivi sono ancora convinti che per emergere bisogna allenarsi solo stando molte ore in sella, quando invece la preparazione è profondamente cambiata, basata più sullo stimolo allenante, sull’intensità dell’allenamento e le altre specialità, come il ciclocross o la Mtb, possono essere molto utili in tal senso. Molti però pensano che le altre esperienze siano inutili se non dannose.

La tua scelta di gareggiare nel ciclocross è legata anche alle tue esperienze al Nord? In alcune gare avevi dimostrato di cavartela più che bene…

Effettivamente sì, per emergere su quelle strade devi avere una grande capacità di guida. Sono come ciclocross che durano 5 ore e passa, fra dossi, spartitraffico, rotonde, devi saper guidare la bici più che bene se vuoi emergere. Il ciclocross in tal senso è un’ottima scuola per gestire la fatica, essere sempre lucidi per lo sforzo che compi. A San Fior, ad esempio, ero agitato alla partenza, ma ho visto che giro dopo giro andavo sempre meglio.

Zoccarato tricolori 2021
La grande impresa di Zoccarato a Imola, terzo dietro il vincitore Colbrelli e Masnada
Zoccarato tricolori 2021
La grande impresa di Zoccarato a Imola, terzo dietro il vincitore Colbrelli e Masnada
Sei soddisfatto della tua stagione su strada?

Ci mancherebbe… Come primo anno direi che non sia stata male, anche se in alcune occasioni mi è mancato quel pizzico di fortuna, qualche fuga alla quale sono mancati gli ultimi chilometri, qualche secondo in più per gestirla fino all’arrivo. In tante occasioni ho rischiato di fare risultato senza riuscirci, spero di farlo nel 2022.

Farai altre gare?

Sì penso almeno un paio di uscite fino ai campionati Italiani, poi tornerò a concentrarmi sulla preparazione specifica per la strada. Mi aspetta un anno impegnativo, nel quale voglio tornare al Giro d’Italia se il mio team verrà invitato e riuscire a cogliere qualche occasione con la fuga giusta. Io intanto mi preparo…

Jakob Dorigoni, San Fior 2020

Dorigoni sicuro: «Ho visto Aru bello tirato»

02.01.2021
4 min
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Si avvicina la settimana più importante per il ciclocross italiano, con la chiusura del Giro d’Italia il 6 gennaio a Sant’Elpidio e i tricolori del weekend successivo a Lecce, ma nell’ambiente ancora si parla della gara di San Fior, vinta da Dorigoni lo scorso 30 dicembre, e soprattutto della nuova uscita di Fabio Aru. Questa esperienza sui prati sta restituendogli il piacere di pedalare e questa è già una bellissima notizia, tanto che il sardo pensa di gareggiare anche alla rassegna tricolore pugliese, dopo l’inatteso debutto di Ancona. Tecnicamente però, queste sue prime uscite che cosa dicono? 

Fabio Aru, San Fior 2020
Per Fabio Aru, a San Fior, nessun problema nei tratti pedalati (foto Billiani)
Fabio Aru, San Fior 2020
Per Aru, nessun problema nei tratti pedalati (foto Billiani)

Un’opinione di peso può averla chi gli ha “pedalato contro”, chi ha condiviso con il neoacquisto della Qhubeka-Assos fango e sudore. In primis Jakob Dorigoni, che la gara trevigiana appunto l’ha vinta.

Il campione tricolore non si tira indietro. Appena terminato il quotidiano allenamento, esprime il suo parere sottolineando un punto a suo dire importante.

«Prima ancora che dal punto di vista tecnico – dice Dorigoni – la cosa che mi ha più colpito era la sua espressione. L’ho visto rilassato ma felice, come se avesse ritrovato il calore di una famiglia. Il ciclocross è così, ci dividono le squadre, ma per il resto siamo un gruppo unico e ora Aru ne fa parte. Si vede che il ciclocross per lui non è una cosa nuova, è chiaro però che 8 anni di lontananza si fanno sentire. Gli può mancare un po’ di pratica, come se fosse necessario levare la ruggine da certi meccanismi, ma è solo questione di tempo».

Jakob Dorigoni, San Fior 2020
Dorigoni, sul podio di San Fior, un altro passo avanti verso il tricolore di Lecce (foto Billiani)
Jakob Dorigoni, San Fior 2020
Dorigoni, un altro passo verso Lecce (foto Billiani)
Hai avuto possibilità di vederlo all’opera, pur essendo tu davanti a tutti?

Certamente, mi sembra che migliori gara dopo gara. Non va dimenticato che, quando gareggiava negli anni giovanili, era anche molto bravo e non puoi certo dimenticare come si va in bicicletta… Sono convinto che gli servano solo tranquillità e tempo per ritrovare se stesso, anche nel ciclocross.

Fisicamente come lo hai visto?

Magro come sempre, nella parte superiore del corpo estremamente tirato e anche con qualche filo di muscolo in evidenza. Le gambe sono asciutte come quelle di chi ha già messo chilometri in cascina. Certamente c’è ancora molto da lavorare, ma la strada è quella giusta, almeno secondo me.

Fa bene a mettere i campionati Italiani nel mirino?

Fa benissimo, deve continuare a gareggiare, perché ogni occasione lo farà andare più forte, fa parte della crescita. Nel suo caso il risultato finale non sarà fondamentale, esserci invece sì.

Fabio Aru, San Fior 2020
Ma questo Aru, che ritrova la condizione e la coordinazione, inizia a diventare interessante (foto Billiani)
Fabio Aru, San Fior 2020
Per Aru segnali di risveglio tecnico nel cross (foto Billiani)
Parliamo di Dorigoni: a che punto sei?

Mi sembra di star bene, di essere in crescita esattamente nella maniera che volevo, piano piano per essere al top quando servirà, a fine gennaio per i mondiali. So che è iniziato un mese importante e non sto lasciando nulla al caso.

Guardando le gare internazionali del periodo delle feste, ti è mancato avere l’occasione di qualche confronto diretto?

Sinceramente sì, mi avrebbe dato quel qualcosa in più, soprattutto come percezione del mio livello, mi avrebbe dato quel pizzico in più per arrivare al 100 per cento. Credo ormai che non ci sarà più occasione, conviene continuare sulla strada intrapresa, considerando anche le difficoltà negli spostamenti, e concentrare tutto sulla gara iridata.

Proviamo a esprimere un sogno: che tipo di clima e di percorso vorresti ai mondiali?

Fango o terreno secco non importa, ho solo un desiderio: che non sia freddo…