Dopo la vittoria, Rivi è pronto per la prossima fuga

30.08.2023
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24 agosto 2023. Una data che per Samuele Rivi potrebbe rappresentare una svolta e non parliamo tanto di sviluppi di carriera, certamente importanti, ma intanto nel suo animo, nel suo viversi corridore. A 25 anni è finalmente arrivata la prima vittoria da professionista, al Tour Poitou Charentes sulle strade francesi e niente più di un successo ti dà la carica per andare avanti.

Curiosamente Rivi sembra essere legato a filo doppio con la corsa transalpina. Già due anni fa era emerso su quelle strade, andando a prendersi alla fine il terzo posto nella classifica degli scalatori, cosa che neanche ricordava più: «Ora che ci ripenso è vero, ma su quelle strade mi sono sempre trovato bene come in generale in Francia, è un modo di correre che per uno come me che va sempre a caccia delle fughe si adatta bene».

La rimonta del gruppo non va in porto. Gabburo è a 1″, gli altri a 3″. Per Rivi è il tripudio
La rimonta del gruppo non va in porto. Gabburo è a 1″, gli altri a 3″. Per Rivi è il tripudio
Quand’era l’ultima volta che avevi alzato le braccia al cielo?

Nel 2019, correvo ancora per il Tirol Ktm. Io non sono mai stato un “vincitore”, anche nelle categorie giovanili ho avuto poche occasioni per gioire personalmente, privilegiando il lavoro di gruppo e cercando di mettere in evidenza la mia capacità di trovare la fuga. Anche in Francia la vittoria è arrivata proprio grazie a una fuga, nata perché l’ho voluta, ma anche per una serie di fattori.

Quali?

Il percorso del Tour Poitou Charentes è molto adatto alle mie caratteristiche e speravo di poter far bene in classifica, ma il giorno prima sono caduto e le possibilità di piazzarmi bene sono andate a farsi benedire… Ho pensato che questo mi avrebbe dato un po’ più di libertà, così il giorno dopo ho provato a entrare nella fuga di giornata. Il gruppo non ci ha dato mai troppo spazio, oltretutto col passare dei chilometri sono arrivati pioggia e vento. Si è avvicinato tantissimo ma questa volta non volevo mollare e alla fine ce l’ho fatta, per appena 4 secondi. Magici…

La vittoria in Francia ha profondamente colpito Rivi, che la inseguiva da anni
La vittoria in Francia ha profondamente colpito Rivi, che la inseguiva da anni
Che effetto ti ha fatto?

Bellissimo, proprio perché se non sei abituato a vincere, tutto assume un sapore speciale come qualcosa di mai provato prima. Quando fai questo mestiere senza essere il campione di riferimento, ogni successo è importante e per me sapere che nella mia carriera almeno una vittoria c’è rappresenta molto, non a tutti è riuscito.

Di te si è sempre parlato come dell’uomo alla perenne ricerca delle fughe. Questa caratteristica ti è rimasta cucita addosso?

Sì e per certi versi ci tengo, è il mio marchio di fabbrica. Quest’anno però è stato più difficile perché è stata una stagione quasi disastrosa dal punto di vista fisico.

Alla Sanremo il trentino aveva provato l’attacco, come lo scorso anno
Alla Sanremo il trentino aveva provato l’attacco, come lo scorso anno
Perché?

E’ stato un continuo di problemi, sin da un virus intestinale preso a inizio stagione. Mi ero ripreso e avevo fatto una buona Tirreno-Adriatico, alla Sanremo avevo anche centrato la fuga iniziale ma già le cose non andavano bene. Al Tour of the Alps mi sono ritirato alla seconda tappa, tornato a casa ho fatto gli esami scoprendo che avevo contratto la mononucleosi. Sono rientrato ai primi di giugno cominciando a risentirmi me stesso al Giro d’Austria, dove sono andato all’attacco un paio di volte. Ho centrato una top 10 al Tour du Limousin-Perigord e quello mi ha detto che ero sulla strada giusta per poi emergere sempre in Francia. Evidentemente mi porta bene…

Come ti trovi all’Eolo Kometa?

Ho vissuto sulla mia pelle tutta la loro crescita, entrando nel 2021 quando sono diventati squadra professional. Mi sono sempre trovato bene, come in tutte le squadre ci sono dei pro e dei contro ma fa parte del nostro lavoro, posso dire che non fanno mancare davvero nulla. Sicuramente avere una vittoria nel proprio curriculum mi dà una spinta in più.

L’ultima vittoria di Rivi risaliva al 2019, al GP Sudkarnten in Austria con la maglia del Tirol Ktm (foto Facebook)
L’ultima vittoria di Rivi risaliva al 2019, al GP Sudkarnten in Austria con la maglia del Tirol Ktm (foto Facebook)
Ora arrivano le classiche italiane di fine stagione. Conti di riprovarci?

Con questa iniezione di fiducia sicuramente. Intanto andremo in Francia per la prova di Fourmies, poi mi aspetta il Giro di Slovacchia, non so se riuscirò a fare il bis ma una cosa è certa: riproverò ad andare in fuga, con ancora più convinzione.

In corsa con Dinamo, le dritte di Samuele Rivi

27.07.2022
3 min
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Sul tema dei gel Dinamo torna in scena Samuele Rivi, che ci aveva già guidato nell’uso delle barrette del marchio varesino. Dinamo è infatti il fornitore ufficiale del Team Eolo-Kometa per quanto riguarda la supplementazione.

«Di fatto – spiega il trentino – abbiamo a disposizione tutto il catalogo e da questo scegliamo. Poi va detto che per le nostre abitudini di corridori, una volta trovati i prodotti con cui ci troviamo meglio, gli altri tendiamo a non guardarli. Solo in allenamento magari a volte cambiamo, per fornire qualche riscontro e apportare eventuali variazioni o personalizzazioni».

Gel, In-Activity. e Ultra-Activity: nel sacchetto del rifornimento non manca niente
Gel, In-Activity. e Ultra-Activity: nel sacchetto del rifornimento non manca niente

Gel di 4 gusti

Come ha spiegato bene Alessandro Bonetti nell’ultimo articolo di Rossella Ratto, i gel nel catalogo Dinamo hanno quattro gusti e quattro composizioni differenti: ciascuna con le sue proprietà. Quello al Miele Salato, con sale rosa dell’Himalaya, particolarmente utile per migliorare il tono muscolare, contrastare i crampi e la rigidità articolare. Il Lemon Beet, in cui la presenza combinata del limone, ricco di vitamina C, e della barbabietola (beet), migliora l’ossigenazione dei tessuti. Infine Caffè e Mirtillo, con ingredienti piuttosto particolari.

Il gel al caffè contiene the verde e le antocianine del mirtillo, che forniscono una buona fonte di antiossidanti. Inoltre compare anche il caffè verde, che favorisce i processi che permettono l’uso dei grassi come fonte di energia. Ai precedenti, si aggiunge la presenza di cola (caffeina) e guaranà, che sono energizzanti naturali.

I quattro gel by Dinamo a disposizione della Eolo Kometa
I quattro gel by Dinamo a disposizione della Eolo Kometa

Nessun fastidio allo stomaco

«Non è un caso – spiega Rivi – che io utilizzi soprattutto gli ultimi due, caffè e mirtillo. Il primo è buono, sa di crema caffè e già se un gel è buono siamo un bel passo avanti. Probabilmente non ha lo stesso quantitativo di caffeina di altri prodotti, ma puoi sempre prenderne due ed essere certo che non faranno male allo stomaco. Vanno giù bene. Quello al mirtillo invece non ha caffeina e se mi rendo conto di aver esagerato col caffè, lo uso per… stemperare un po’. L’eccesso di caffeina in corsa è sempre da evitare, anche se personalmente non ho problemi di crampi».

Nelle compresse In-Activity è contenuto anche ribes nigro
Nelle compresse In-Activity è contenuto anche ribes nigro

Sali meno dolci

Sul fronte dei prodotti Dinamo che si utilizzano durate lo sforzo, quindi In-Activity e Utra-Activity, Rivi racconta di essersi portato dietro anche alla Eolo-Kometa l’abitudine di non ricorrere agli aminoacidi, ma di far ricorso ai sali e alle maltodestrine: come avrete certamente letto, i due prodotti in questione ne ricalcano le proprietà.

«Rispetto ai sali che si trovano in commercio – spiega Rivi – i sali Dinamo sono meno dolci, probabilmente perché trattandosi di soli ingredienti naturali, non sono addizionati di zuccheri o sostanze chimiche».

Tanti carboidrati e non si sciolgono: Rivi e le barrette Dinamo

06.07.2022
3 min
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Samuele Rivi è uno dei tester dei prodotti Dinamo alla Eolo-Kometa e in quanto tale continua a usarli con un occhio a parte, per offrire i necessari feedback nella messa a punto.

«Utilizziamo tanto le barrette naturali – conferma dopo aver fatto mente locale – soprattutto quelle di cacao e datteri e quelle albicocca e uvetta. Sia a casa per allenarci, sia in corsa. In questi ultimi tempi abbiamo provato anche altri prodotti per offrire i nostri report».

Un’altra consistenza

Il corridore trentino, che dopo i campionati italiani si è fermato per recuperare un po’ di forze, accetta di parlare di queste barrette totalmente naturali, come ha raccontato Luca Spada, titolare assieme a sua moglie Tiziana Ardo del marchio Dinamo.

«Se parliamo di barrette – dice Rivi – cambia proprio il prodotto di base. Una volta ricordo che andavano forte quelle all’albicocca, che però sono sparite dal mercato. Ora invece si punta su barrette più proteiche e… cioccolatose. A differenza di queste, le barrette Dinamo sono gustose e anche di qualità. Non c’è rischio che si sciolgano in tasca e questo in una stagione calda come adesso fa la differenza. Hanno una buona quantità di carboidrati, un fattore che ultimamente si guarda molto più di quanto accadesse un tempo. Si considerano ormai tutti i parametri introdotti dalla Jumbo Visma e un’alimentazione che dia fino a 110 grammi di carboidrati l’ora è considerata soddisfacente. Io non ho mai avuto problemi».

Al Giro d’Italia, Rivi fra gli animatori delle prime fughe in Ungheria
Al Giro d’Italia, Rivi fra gli animatori delle prime fughe in Ungheria

Un catalogo su misura

Le barrette Dinamo sono completamente artigianali e senza conservanti, emulsionanti né zuccheri aggiunti. Sono adatte anche a diete vegane e prive di lattosio. Ce ne sono di due tipi. Una con fave di cacao e datteri, l’altra a base di albicocca e uvetta. Le prime sono dei super-food, le altre sono più ricche di potassio, ma con meno potere antiossidante.

«Queste barrette – prosegue Rivi – strizzano totalmente l’occhio all’ambiente e non contengono conservanti. Si masticano bene e sono gustose. Quella con datteri e cacao è buona e richiama il gusto della cioccolata. Il catalogo Dinamo è certamente qualcosa di particolare nel mondo del ciclismo. Abbiamo a disposizione tutto, per cui ognuno di noi in base alle sue esigenze e alla sua storia attinge per quello di cui ha bisogno. So che sulla base delle nostre indicazioni, è anche possibile realizzare dei prodotti su misura e questa forse è la parte più interessante assieme all’uso di ingredienti 100 per cento naturali».

Tonelli e Rivi, l’apertura più bella per lo show dei giganti

20.03.2022
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Tonelli e Rivi in fuga fino al Poggio. Come le band che aprono il concerto delle rockstar, anche alla Sanremo le professional hanno scelto la fuga come solo modo per avere ribalta e inquadrature. E’ l’unico spazio che viene loro concesso dalle WorldTour, per la disciplina non scritta e non necessariamente elegante che vige nel gruppo. Fa eccezione la Alpecin-Fenix che alla massima categoria approderà presto per merito. Per il resto, il gruppo esige che i più… piccoli restino al loro posto nelle retrovie. Al punto che l’undicesimo posto di Albanese e quel Fiorelli capace di prendere la Cipressa in venticinquesima posizione sono da annotare tra i fatti rilevanti della giornata.

Ieri lo scampolo di maggior gloria è spettato a Samuele Rivi e Alessandro Tonelli, partiti dall’inizio e capaci con il passare dei chilometri e delle ore di liberarsi dei due corridori della Drone Hopper, dei due Astana e di Conca, stremato dai crampi.

La fuga ha preso il largo in partenza, ma non ha guadagnato più di 7 minuti
La fuga ha preso il largo in partenza, ma non ha guadagnato più di 7 minuti

Un conto aperto

Alessandro Tonelli corre con la Bardiani-Csf-Faizané, ha 29 anni ed è professionista dal 2015. Con la Sanremo aveva un conto aperto e ieri probabilmente ne ha saldato una parte.

«Non pensavo di arrivare così avanti – ha detto dopo la doccia e poggiandosi all’ammiraglia – volevo almeno scollinare la Cipressa, perché è il quarto anno di fila che andavo in fuga e ogni anno sono arrivato più avanti. L’anno scorso mi hanno preso a metà salita, quest’anno volevo scollinarla, invece sono arrivato alle prime curve del Poggio, meglio di così non poteva andare…». 

Ricordi lontani

Rivi di anni ne ha 23 ed è professionista dallo scorso anno con la Eolo-Kometa. Lui la Sanremo l’aveva vista solo in televisione e quando si è ritrovato nella fuga, ha pensato che il gruppo avrebbe lasciato minuti a grappoli.

«Invece non ci hanno lasciato tanto spazio – ha ammesso – mi ricordavo quando le guardavo in tv, che alla fuga lasciavano anche 12 minuti. Invece ne abbiamo avuti al massimo 7, perciò mi sono detto che ci avrebbero preso presto e mi sarebbe toccato fare fatica anche dopo. La mattina mi hanno lasciato via libera, non vedevo l’ora. E’ stata una sorpresa arrivare così lontano, lo è stato per tutti. Il Poggio sarebbe stato comunque decisivo…».

Sul Capo Berta, è stato Rivi a forzare i tempi, tagliando fuori i due della Drone Hopper
Sul Capo Berta, è stato Rivi a forzare i tempi, tagliando fuori i due della Drone Hopper

Destini intrecciati

Dal momento dell’attacco, la loro giornata è stata parallela e intrecciata da scelte comuni. Come quando si sono resi conto che il resto della compagnia non aveva più gambe.

TONELLI: «Abbiamo sempre collaborato, poi la fatica si è fatta sentire e gli altri hanno iniziato a saltare i cambi. E’ salito un po’ di nervosismo, così Rivi ha voluto fare forte il Capo Berta e si sono rimescolate le carte. Sulla Cipressa invece ho accelerato io da metà in poi e siamo rimasti in due. Ho anche provato a staccarlo, ma non ci sono riuscito, però è stato meglio così, perché tra Cipressa e Poggio ci siamo dati due cambi».

RIVI: «Si è visto che cominciavano a tirare poco. Non avevano grandi gambe, però portarseli in giro non fa mai piacere. Abbiamo accelerato un po’ perché il gruppo si avvicinava. La visibilità in tv per una squadra come la nostra è sempre utile».

Il forcing della UAE Emirates sulla Cipressa ha iniziato a intaccare il vantaggio della fuga
Il forcing della UAE Emirates sulla Cipressa ha iniziato a intaccare il vantaggio della fuga

Un giorno lunghissimo

Una giornata interminabile, da dividere in frazioni per farla passare meglio. Anche se il vento ha reso ogni corsa frenetica e anche il tempo alla fine è passato.

TONELLI: «Quand’è così, si parla o vado nei miei pensieri e basta. Questa volta siamo stati molto fortunati, perché c’era vento a favore e siamo andati veloce. La prima parte mi è passata molto veloce fino al Turchino. Mi sembrava di non andare avanti da Genova ad Albenga e poi è volata. Sul Poggio non mi ero accorto che li avevo a ruota. Ho fatto la curva larga e nel rilanciare mi sono guardato dietro e c’era Laporte che tirava. Fuga finita. Se fossimo stati due in più, potevamo pensare di arrivare, ma così era impossibile».

RIVI: «Non abbiamo parlato tantissimo, un po’ sul Turchino, perché c’erano le condizioni migliori per fare due chiacchiere, per il resto siamo andati forte tutto il tempo. Il vento non è mai stato del tutto a favore. Siamo partiti ed era laterale, poi ci sono stati dei tratti a favore, ma sul mare e lungo la costa non era sempre da dietro. A volte venivano delle ventate contro che rendevano l’azione non troppo regolare. A tratti andavamo a 40 all’ora, a volte a 55. Era un po’ strano. Questo ha reso la corsa più facile soprattutto per noi in fuga, perché ci ha permesso di avere un ritmo più alto e il gruppo avrebbe dovuto andare troppo forte per chiuderci subito. Anche con un minuto in più non sarei riuscito ad arrivare davanti, ma è stato bello così».

Tonelli e Rivi si sono ritrovati sull’Aurelia dopo la Cipressa e sono arrivati al Poggio
Tonelli e Rivi si sono ritrovati sull’Aurelia dopo la Cipressa e sono arrivati al Poggio

Entrambi sono ripartiti acclamati dai compagni e dai tifosi che li hanno riconosciuti. Per Rivi si tratterà ora di correre la Coppi e Bartali, Tonelli andrà al Nord. Di certo le loro immagini rimarranno ancora per un po’ negli occhi del pubblico che ha seguito la diretta integrale e dei tifosi che lungo la strada aspettavano la corsa. Una fuga così non passa inosservata, degno antipasto per un finale da gran gourmet.

Caro Rivi, per aiutare Fortunato rinunceresti alle fughe?

14.02.2022
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Sabato finalmente Rivi è andato in fuga. Nella tappa di Termessos con arrivo in salita non sarebbe servito stare attorno a Lonardi, così lui e Bais, corregionali e compagni di squadra alla Eolo-Kometa, sono entrati nell’azione che si è giocata la corsa. E stando lì davanti, il gigante di Trento ha respirato la sua aria preferita.

Samuele Rivi è di quelli che i riflettori non li cerca e si meraviglia quando lo trovano. Infatti quando siamo arrivati al furgone e Francesco Caielli, addetto stampa del team varesino gli ha chiesto di scendere, si è sentito chiaramente dall’interno: «Sicuro che vogliano me?».

Insomma, un po’ la sua discrezione e un po’ la tendenza dei media a concedere spazi in base ai punti UCI, quando ce lo siamo trovato di fronte, era quasi in imbarazzo. Poi il ghiaccio si è sciolto.

Nell’anfiteatro di Aspendos, la Eolo-Kometa in posa. Rivi è il primo da sinistra
Nell’anfiteatro di Aspendos, la eolo-Kometa in posa. Rivi è il primo da sinistra
Finalmente all’attacco…

Mi piace particolarmente andare in fuga. Se mi avessero dato il via libera sarei andato volentieri anche nelle prime tappe, ma mi hanno tenuto in gruppo. Cerco di fare quello che mi dicono, poi se c’è la possibilità di attaccare è bello. Perché entri nel vivo della corsa subito e insomma… Penso che senti la corsa in maniera diversa, in una maniera che mi piace molto. Fa parte di me.

Il fuggitivo è il primo che la gente vede arrivare, dopo le staffette e le prime auto.

Ci ho pensato, soprattutto al Giro d’Italia con tanti spettatori. C’era tantissima gente a bordo strada ed era emozionante (nella tappa di Sega di Ala, ha anche riconosciuto suo fratello, che non vedeva da un mese, ndr). Anche io mi ricordo quando andavo sulla strada del Giro e i primi che vedi effettivamente sono quelli in fuga. Hai sempre il tifo di tutta la gente, perché uno può avere come beniamino i grandissimi scalatori o chi va a vincere la classifica generale o la tappa, però la fuga prende sempre il tifo da tutti. Io non penso di aver sentito mai nessuno dire: speriamo che li vanno a riprendere. Ti sostengono sempre e penso che sia bello.

Una fuga che ricordi?

Oddio, ne ho viste tante. Perché ogni volta che c’era il Giro del Trentino o il Giro d’Italia, ero a bordo strada. Però mi piaceva di più andare in zona arrivo, perché poi andavo a chiedere le borracce ai massaggiatori, per provare a portare a casa qualcosa.

E se ti trovi in fuga con uno che non collabora?

Inizia il nervosismo. Se non ci sono le telecamere, può scappare qualche parola (sorride, ndr). Se ci sono le telecamere bisogna darsi un contegno. Però dipende dalle situazioni. Se uno non collabora perché non ce la fa, allora porti pazienza. Però se è un corridore importante che non collabora, allora innervosisce

Ogni cosa a suo tempo

Rivi è alto 1,87, pesa sui 72 chili e sul viso porta la barba incolta e un sorriso buono. Siccome è un ragazzo di spirito, sul bus è lui che sceglie la playlist. Sulla bici è allungato come prima di lui, ad esempio, Leonardo Giordani. E al pari dell’iridato U23 di Verona 1999, anche Samuele va forte in salita. Lui al professionismo c’è arrivato senza vittorie, dopo due anni alla Viris Vigevano e uno al Tirol KTM.

«A volte il corpo – ha detto in una precedente intervista – ha bisogno di tempo per maturare ed ognuno ha i suoi ritmi. E’ fondamentale capire se il ciclismo può essere una strada per il futuro e se si è adatti a farlo: servono tanta testa e dedizione»

Nelle tappe di pianura del Tour of Antalya, Rivi ha lavorato per tenere coperto Lonardi
Nelle tappe di pianura del Tour of Antalya, Rivi ha lavorato per tenere coperto Lonardi
Che inverno è stato?

Abbastanza freddo a casa, però poi siamo stati in ritiro con la squadra in Spagna e abbiamo trovato temperature migliori. Comunque un inverno regolare come l’anno scorso. Ci siamo potuti allenare nonostante la situazione del Covid e questo è stato un aspetto positivo.

Hai visto crescere questa squadra, com’è dall’interno?

E’ bello farne parte dal primo anno e sicuramente mi accorgo che siamo più rispettati in gruppo. Però c’è ancora tanto da lavorare, non ci accontentiamo, facciamo sempre il nostro lavoro. 

Bene le fughe, infatti, ma c’è anche da aiutare.

E’ bello, ma è diverso. L’ideale sarebbe poter aiutare i compagni essendo già in fuga (ride, ndr). Per noi comunque è un lavoro, quindi dobbiamo fare quello che dice la squadra. E poi è ovvio che aiutare in modo fondamentale un compagno che vince è una bella soddisfazione.

Con Pellaud e Marengo in una fuga del Giro 2021: nel 2022, se ci sarà, avrà la stessa libertà di movimento?
Con Pellaud e Marengo in una fuga del Giro 2021: nel 2022, se ci sarà, avrà la stessa libertà di movimento?
E qui veniamo a Fortunato: com’è vederlo diventare capitano?

Non fa molto effetto, in realtà, perché il rapporto con noi non è cambiato. E’ un ragazzo molto umile, simpatico. Ha fatto anche una videochiamata l’altra sera, perché in questi giorni ha iniziato anche lui a correre. Era in hotel, sempre sorridente, non è che abbiamo vissuto un grande cambiamento in lui. Poi è chiaro che nel modo di correre, alcune dinamiche cambieranno. Per un’eventuale classifica al Giro d’Italia o comunque altre corse, bisogna comportarsi in maniera diversa. Non ci si può permettere di prendere dietro alcune salite o alcuni punti cruciali della corsa, perché avendo un corridore che può fare da leader in una corsa del genere, ci sarà da aiutarlo nel migliore dei modi.

Rimboccarsi le maniche, insomma…

Ovvio, è bello a volte avere dei riconoscimenti, ma il nostro lavoro è sempre cercare di vincere delle corse e questo non cambia.

Rivi ci porta in fuga con sé, fra numeri e sensazioni

22.05.2021
5 min
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La tappa di ieri, la Ravenna-Verona di 198 chilometri era la più piatta di tutto il Giro d’Italia. Su carta una tappa facile da interpretare, tanto più che non c’era vento, l’unica possibile insidia. Ma come si affronta una frazione simile? Quanto spende un corridore? Cosa pensa? Lo abbiamo chiesto a Samuele Rivi della Eolo-Kometa uno dei tre fuggitivi, insieme agli altri due attaccanti più stakanovisti del Giro: Simon Pellaud dell’Androni Giocattoli e Umberto Marengo della Bardiani Cfs Faizanè.

Dopo l’arrivo Rivi ha cercato subito dei liquidi
Dopo l’arrivo Rivi ha cercato subito dei liquidi
Samuele, la tua fuga era programmata?

Sì, perché io in squadra sono colui che ha meno possibilità di attaccare quando c’è salita e quindi tra noi della Eolo-Kometa toccava a me ieri.

Siete partiti al chilometro zero, giusto?

Esatto, con una tappa del genere così piatta si sapeva che non ci sarebbe stata bagarre, che si sarebbe arrivati in volata. Ci siamo ritrovati in tre davanti. Un’azione così andava bene agli uomini di classifica e alle squadre dei velocisti. In più con la fuga in atto, anche in caso di vento laterale ci sarebbe stata meno bagarre in gruppo. Una fuga del genere per prenderla servono un po’ di volontà e buone gambe.

Quindi non si è lottato: di solito si fanno dei lunghi periodi a tutta prima di prendere il largo…

Di solito è così: per 10-15′ anche 20′ si gira molto forte, ma ieri in una fuga come la nostra si è andati subito regolari. Abbiamo cercato di prendere il ritmo.

E cioè? A quanto andavate?

Quasi sempre sui 42-43 all’ora, tanto il vantaggio come sempre è il gruppo che lo decide. Magari se avessimo spinto a 50 all’ora, avremmo subito preso 6′. Poi però anche il gruppo si sarebbe messo a 50 all’ora e a quel avremmo dovuto sfinirci per tutta la tappa per restare davanti.

C’era vento?

Un po’, quasi sempre laterale e a favore nel finale.

La tabella riassuntiva dei dati espressi ieri da Rivi in gara
La tabella riassuntiva dei dati espressi ieri da Rivi in gara
Che rapporti hai spinto e che cadenza avevi?

Quasi sempre il 54×14 e la cadenza media è stata, dato del computerino alla mano, di 88 rpm.

Andatura regolare, però nel secondo traguardo volante hai forzato anticipando Pellaud e Marengo. In quel caso a quanto andavi e con che rapporto?

Memore di un piccolo screzio-incomprensione che era accaduto in occasione del primo traguardo volante, ho fatto 3,5 chilometri molto forte. Andavo via con il 54×12 a 95 rpm, quindi andavo sui 55-56 all’ora. In quel caso è una lunga volata e non vai a “mezzo gas”. Io quando spingo di solito mi attesto sempre poco al di sotto delle 100 rpm. Mi viene naturale. Non c’è una regola fissa chiaramente.

Capitolo alimentazione, quanto e cosa hai mandato giù? Ricordiamo che la temperatura era di 22-24 gradi circa.

Cinque borracce le ho consumate tutte, quattro di acqua e una di maltodestrine. Se fossi rimasto in gruppo in una tappa tipo quella di ieri forse avrei bevuto meno, ma in fuga hai più tempo per pensare e non ti distrai. Ho mangiato 3 rice cake, 3 barrette e 2 gel isotonici. Uno l’ho preso a 40 dall’arrivo e uno intorno ai meno 20. Ho mangiato “a sentimento” non avevo una tabella precisa, ma credo che tra una mangiata e l’altra passavano 30′-40′. Alla fine non abbiamo bruciato tantissimo. Io mi sono fermato a 3.600 calorie.

Beh, neanche poco…

Nei giorni precedenti più volte abbiamo sballato le 5.000 calorie.

Parliamo dei numeri. Prima di tutto toglici una curiosità: ma in una tappa “biliardo” come quella di ieri in piena Pianura Padana quanto dislivello si accumula?

Il computerino segnava 432 metri: tutti ponti e dossi! Io faccio partire la registrazione al chilometro 0 perché se per radio mi dicono per esempio, al chilometro 140 c’è il traguardo volante, io devo avere il riscontro preciso sul display e non devo stare a calcolare anche il trasferimento (che ieri era di 5,5 chilometri).

Rivi, Pellaud e Marengo, sono i tre corridori in fuga ieri nella Ravenna-Verona
Rivi, Pellaud e Marengo, sono i tre corridori in fuga ieri nella Ravenna-Verona
Samuele, veniamo ai numeri: potenza, battiti… Ma prima dicci quanto sei alto e quanto pesi?

Sono alto 187 centimetri e peso 73 chili. Vi dico i dati: i battiti medi di ieri sono stati 133 e quelli massimi 181. La potenza media è stata di 230 watt, quella normalizzata di 285 e quella massima di 1.320 watt toccata in occasione del primo traguardo volante.

E la velocità?

Io ho fatto 42 di media oraria, ma va considerato che per la mia filosofia, cioè che se non sono davanti nel finale è inutile fare fatica, risparmio energie. E così negli ultimi 3 chilometri dopo che ci hanno ripreso sono andato tranquillissimo e mi sono volutamente staccato dal gruppo (lasciandosi sfilare ultimo a 2’58” da Nizzolo, ndr). Nel finale prima di essere riassorbito ho provato ancora perché semmai fossi riuscito a restare solo avrei insistito un altro po’. Un po’ di visibilità in più: per noi professional è importante.

Giustamente bisogna risparmiare, il Giro è lungo e oggi poi c’è lo Zoncolan…

Per assurdo la tappa di oggi per me, che in salita non posso attaccare, è “tranquilla”. Immagino ci sarà la bagarre per andare in fuga, ma dalla salita prima dello Zoncolan si formerà il gruppetto e a quel punto con il rapportino andrò all’arrivo.

Chiudiamo con una battuta: ma in una fuga come quella di ieri come passate il tempo? Si parla?

Sì, un po’ abbiamo chiacchierato. Pellaud è il più loquace. E’ stato l’animatore della fuga. Tende a fare il simpatico ma certe volte dovrebbe essere più concentrato!