Due corse e il ritiro: la storia di Sciortino può far riflettere

06.11.2023
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Come è possibile che di colpo si sia spento tutto è una delle domande con cui Carlo Sciortino fa i conti quasi quotidianamente. Il giovane siciliano ha restituito bici e maglia a Cesare Turchetti, come prima di lui aveva fatto Salvatore Florio. Tuttavia, mentre il compagno di squadra ha parlato di celiachia e di pochi soldi per i sacrifici richiesti, Sciortino usa altri argomenti.

«Soldi ne girano pochi – dice Sciortino da Palermo – lo sapevo e non avrebbe senso lamentarsene. Florio ha sbagliato a usare questo argomento, perché secondo me non è stata quella la vera motivazione, poi non lo so… In tutte le squadre ne girano pochi, nel ciclismo in generale è così. Ormai si campa solo di calcio. Io non ho smesso per i soldi o perché non avessi capacità, ho smesso perché quello che facevo non mi divertiva più. Non mi sentivo pronto. E’ difficile dire se sia dipeso dalla lontananza, ma di certo ha influito. Ancora ci penso e non riesco a darmi una spiegazione. Intanto però ho provato i test per Scienze Motorie e sono entrato. Sto studiando da un mesetto e mi sto appassionando…».

Sciortino correva nel Casano-Matec di Giuseppe Di Fresco, che aveva portato la squadra in Sicilia proprio per stare vicino ai suoi pupilli e concittadini. I risultati erano venuti, era arrivata la convocazione in nazionale e anche al Giro della Lunigiana la rappresentativa gialla e rossa si era messa in evidenza. Poi il passaggio fra gli U23, una delle uniche due vittorie 2023 della Gallina-Ecotek-Lucchini-Colosio (foto di apertura) e il black out, riaccendendo la luce sul ciclismo del Sud usato a fini elettorali e poi inesorabilmente abbandonato a se stesso.

Giro della Lunigiana 2022, Sciortino con la rappresentativa siciliana e il suo diesse Di Fresco
Giro della Lunigiana 2022, Sciortino con la rappresentativa siciliana e il suo diesse Di Fresco
Andiamo con ordine, ti va? Lo scorso anno hai finito gli juniores e hai firmato con Delio Gallina. Quando li hai incontrati?

Li ho conosciuti al primo ritiro di gennaio. Ero in vacanza da scuola, sono salito e ho partecipato al primo ritiro. Era tutto a posto, non avevo intenzione di mollare. Quindi studiavo e mi allenavo come ho sempre fatto. Solo che lentamente, continuando ad allenarmi qui in Sicilia, ho capito che ero svantaggiato rispetto a come si allenavano gli altri under 23. E a quel punto, ho iniziato a maturare la decisione di smettere. Quando ho finito la maturità non mi sentivo pronto e ho deciso di continuare gli studi.

Da junior hai fatto vedere belle cose, con quali obiettivi sei passato U23? Avevi in testa di passare?

Al primo anno da junior, mi sono divertito tanto, anche se magari le prestazioni erano inferiori a quelle del secondo. Nella stagione successiva, da maggio sono andato in ritiro a Massa e sono stato per quattro mesi lontano da casa, sempre in viaggio. Il divertimento è iniziato a mancare e ho cominciato a capire che quando una cosa non ti diverte più come prima, sicuramente c’è qualche problema. Per questo a inizio anno, pensavo che sarebbe stato molto difficile riuscire a passare. Non per le capacità, ma perché non riuscivo più a divertirmi come prima.

Di recente Michael Leonard ha ricordato la sua prima vittoria del 2022, battendo te. Avevi grandi numeri…

Mi ricordo bene quel giorno. Come numeri c’ero, è stato un fatto psicologico. Stare lontano da casa ha avuto il suo peso, rispetto a quando facevo avanti e indietro. Però devo dire che anche quando ero qua in Sicilia e di mattina andavo a scuola, il pomeriggio mi allenavo svogliatamente. Quindi non avevo più le prestazioni che magari mi avrebbero spinto a fare meglio e anche questo ha influito. L’anno scorso avevo la squadra qui in Sicilia che mi dava una mano, quest’anno ero solo. Quando ha smesso Florio, sono rimasto spiazzato. Non me l’aspettavo e anche quella è stata una botta. Però non ha influito, perché comunque il mio pensiero era quello di continuare a pedalare.

Nel 2022 Sciortino ha partecipato al Tour du Pays de Vaud con la nazionale juniores
Nel 2022 Sciortino ha partecipato al Tour du Pays de Vaud con la nazionale juniores
Hai sempre avuto Filippo Fiorelli fra i tuoi riferimenti: hai parlato con lui di questa decisione?

No, ho parlato solo con la mia famiglia, con nessun altro. Turchetti è rimasto male, ha detto che si aspettava di più da me. La cosa che noto è che comunque esco sempre in bici, mi alleno ogni tanto, per divertimento. Quando incontro Fiorelli, usciamo insieme, parliamo. Non ho tagliato i ponti, continuo a parlare con tutti. Mio padre c’è rimasto un po’ male i primi giorni, però mi ha lasciato libero di fare le mie scelte.

Si diceva che per te fosse difficile andare d’accordo con la bilancia e chi l’ha provato sa quanto questo conti nel ciclismo di adesso.

E’ tanto faticoso, tanto. Finché c’era il divertimento, lo facevo con piacere. Quando poi è venuto a mancare il gusto di uscire in gruppo con altri miei compagni, stando da solo ho mollato di testa. Già è difficile, da soli è difficilissimo.

Ti manca l’adrenalina della gara?

Diciamo che sono riuscito a compensarla perché l’anno prossimo penso di farmi qualche garetta con gli amatori, qualche circuito qui in Sicilia. Il ciclismo mi è rimasto addosso. Riesco ad allenarmi qualche oretta, due al massimo e diciamo che sono ancora un po’ competitivo.

Possiamo dire che se in Sicilia e al Sud in generale ci fosse un vero calendario, forse questa storia sarebbe stata diversa?

Penso proprio di sì. Si parla tanto del fatto che a una certa età bisogna lasciare la Sicilia e in genere le regioni dove il ciclismo non si mastica. Adesso che studio, la voglia è di restare nel ciclismo per diventare allenatore e portare un po’ di aria fresca. Questo è un bell’obiettivo, poi comunque è tutto da vedere: la strada è lunga.

Sciortino è arrivato alla Delio Gallina per l’interessamento diretto di Cesare Turchetti
Sciortino è arrivato alla Delio Gallina per l’interessamento diretto di Cesare Turchetti
Magari riuscirai tu a fare una squadra in Sicilia?

Per ora, onestamente, in Sicilia di movimento ce n’è pochissimo, veramente poco. Forse non siamo stati mai a un livello così basso, quindi mi sembra un po’ dura. Speriamo che da qui a 10 anni, la situazione migliori. Al momento ci sono più preparatori e biomeccanici che atleti. Ho letto la notizia che entro un mese dovrebbe riaprire il velodromo di Palermo, però è un anno che deve riaprire fra un mese. Vanno sempre posticipando.

Quante corse hai fatto quest’anno?

Ho corso qui in Sicilia e ho vinto (in apertura il podio al Memorial Francesca Alotta e Rosario Patellaro, vinto su Samuele La Terra Pirré, ndr). E poi una sola fuori regione. Ma devo dire che non ho il rimpianto di non aver fatto qualche corsa più importante, perché non avevo la testa necessaria. Ho preso questa strada, lo studio mi appassiona.

Allora buona vita, il ciclismo resterà comunque un’ottima scuola. Escludi che la passione possa tornare?

Grazie, magari ci vediamo a Palermo. Ma non penso proprio che la passione possa tornare.

EDITORIALE / Il ciclismo non è per tutti

27.02.2023
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Il ciclismo non è uno sport per tutti e non lo è mai stato. Solo in un certo periodo, breve nel quadro complessivo ma che parve eterno, alcuni imbonitori persuasero anche atleti senza mezzi ad acquisirli in modo alternativo.

Nacque un ciclismo con differenti velocità e periodi blindati. Si andava forte per un arco limitato di settimane e ogni periodo aveva i suoi vincitori. Sembra passato un secolo. E se oggi Pogacar, Vingegaard ed Evenepoel possono vincere in corse fuori stagione rispetto ai loro obiettivi è perché le qualità dei grandi corridori vengono fuori come quando si sfidavano da ragazzini e il più forte vinceva sempre.

Vingegaard ha aperto la stagione al Gran Camino, vincendo le tre tappe e la classifica finale
Vingegaard ha aperto la stagione al Gran Camino, vincendo le tre tappe e la classifica finale

L’esempio di Visconti

Probabilmente il fatto di essere in piena scrittura di un libro sulla storia di Giovanni Visconti sta suscitando continui paragoni. Il ciclismo non è per tutti e forse il percorso del campione palermitano ne è la dimostrazione perfetta. Il ciclismo richiede rinunce, quelle che Alfredo Martini non voleva mai chiamare sacrifici: se lo scegli, non è sacrificio.

Visconti (come pure Nibali un anno dopo) un giorno partì da casa e si trasferì in Toscana, ospite di un’altra famiglia. Non è facile a 16 anni: se ce la fai, hai evidentemente la determinazione che serve per fare il professionista. Occhio però, non è una lettura limitata al ciclismo: chiunque lasci casa per inseguire un sogno e farne un progetto ha bisogno di carattere e determinazione. Il mondo del lavoro non è meno spietato e cinico.

Pogacar invece ha vinto la Vuelta a Andalucia, conquistando due tappe
Pogacar invece ha vinto la Vuelta a Andalucia, conquistando due tappe

Il ritiro di Benedetti

Nei giorni scorsi ha fatto parlare il ritiro di Gabriele Benedetti, neoprofessionista nella Drone Hopper che, ancor prima di aprire le ali, stava chiudendo i battenti. Si è parlato di poco carattere, magari senza conoscerne la storia. Si è puntato il dito verso un ciclismo che illude i ragazzi e li spreme. Si è attinto nei commenti a una letteratura di sentito dire che non spiega, ma ingarbuglia.

Così oggi vi raccontiamo di un altro ritiro, certo meno illustre, ma che conferma la difficoltà di emergere ai massimi livelli e come il dilagare delle promesse facili anche nelle categorie giovanili – a volte anche da parte dei loro direttori sportivi – rischi di guastare il ragionamento di alcuni.

Si è ritirato Salvatore Florio, 18 anni palermitano, della Delio Gallina. Nella squadra di Cesare Turchetti lo ha mandato (assieme a Carlo Sciortino ) Giuseppe Di Fresco, tecnico del Team Casano Matec, e pare che il tecnico bresciano ne fosse soddisfatto. Eppure Florio, in cui Di Fresco credeva ciecamente, si è fermato.

Gabriele Benedetti si è ritirato ai primi di gennaio. L’ultima corsa è stato il Tour du Limousin
Benedetti si è ritirato ai primi di gennaio. L’ultima corsa è stato il Tour du Limousin

I due diesse

Il suo diesse in Sicilia, Alessandro Mansueto, parla della difficoltà di fare il corridore in cambio di 2-300 euro, al punto che per vivere devi chiedere soldi ai tuoi genitori. E avendo a sua volta lasciato la Sicilia per correre in Toscana, ricorda che alla fine degli anni Novanta, un dilettante guadagnava molto più di adesso. Erano gli anni in cui le fatture venivano usate anche per altri motivi ed è quindi corretto ricordare che girassero più soldi. Oggi non si può più.

Di Fresco non ci sta. Si dice deluso perché in Florio credeva e per la figuraccia fatta con Turchetti, che lo ha chiamato apostrofandolo bruscamente. Conferma che il rimborso offerto al ragazzo fosse dell’entità indicata da Mansueto, ma ricorda che quando a sua volta salì nel 1994 in Toscana, partì da zero e lentamente convinse i suoi dirigenti. Precisa che la Delio Gallina si fosse impegnata a pagare i biglietti aerei per Florio, facendolo alloggiare in una casa, in cui doveva pensare solo ad allenarsi.

Ricorda i ringraziamenti del ragazzo per l’occasione e il fatto che, concluso il liceo, avrebbe potuto puntare solo sullo sport. Solo che, andato a casa per un mese dopo il primo ritiro del 2023, qualcosa si è inceppato ed è arrivata la decisione di smettere. Con le prevedibili rimostranze della nuova squadra, che ha investito sul ragazzo per poi ritrovarsi con nulla fra le mani. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe la recente scoperta di Florio di essere celiaco.

Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro
Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro

Intollerante al glutine

E Florio cosa dice? Ci risponde da Palermo, in attesa di partecipare a settembre alla selezione per l’Università e studiare materie sanitarie. Ringrazia la sua famiglia per avergli insegnato che nella vita serve comunque una cultura (ha concluso il liceo classico), che ti permette di attraversare meglio i momenti più complicati.

«Sin dall’inizio – spiega – ho sempre avuto valori del sangue molto bassi. Pensavo fosse anemia, invece circa tre mesi fa ho scoperto di essere intollerante al glutine. Ero appena passato nella categoria dei dilettanti, quindi cominciavo ad allenarmi seriamente. Tanti chilometri in rapporto a quel problema. Correvo già con 35 di ematocrito, continuare così non sarebbe stato opportuno. Perciò ho preferito fare sacrifici nel mondo del lavoro, studiando all’Università e creando il mio futuro in maniera diversa».

Giro della Lunigiana 2022: Florio è il secondo da sinistra. Il primo a destra è il diesse Giuseppe DI Fresco
Giro della Lunigiana 2022: Florio è il secondo da sinistra. Il primo a destra è il diesse Giuseppe DI Fresco

Pochi soldi

La celiachia nel ciclismo esiste, le abbiamo dedicato un articolo poco tempo fa in cui il dottor Giorgi spiega come sia possibile ugualmente avere prestazioni ai massimi livelli. Perciò spostiamo il discorso.

«Senza dubbio correre adesso è diventato veramente pesante – spiega Florio – si fanno troppi sacrifici pagati troppo poco. Io avrei voluto dedicare tutta la mia vita al ciclismo, ma come fa qualcosa a diventare il tuo lavoro se ti pagano 200 euro al mese? Anche questo sicuramente è uno dei motivi per cui non vale più la pena continuare. O si è campioni e allora finisci nel mirino delle squadre importanti e cominci a prendere qualche soldino, ma essere pagato così poco non ti fa venire la voglia di continuare. Perché magari vedi un calciatore che già alla nostra età prende 2.000 euro al mese. Invece nel ciclismo, che per me è uno degli sport più duri, si viene pagati troppo poco».

Visconti e Nibali, entrambi partiti dalla Sicilia inseguendo un sogno: quel modello è superato e irripetibile?
Visconti e Nibali, entrambi partiti dalla Sicilia inseguendo un sogno: quel modello è superato e irripetibile?

Testa, gambe e fortuna

Il ciclismo non è uno sport per tutti, ma non è che il mondo del lavoro sia poi tanto diverso. Le continental non sono squadre professionistiche. Corrono fra i pro’, ma non ne hanno le prerogative. E se a 18 anni entri in un’azienda per fare uno stage, nessuno ti pagherà mai per quelli che sono i tuoi sogni o i tuoi sacrifici. Si stringono i denti e si aspetta di arrivare a un contratto. Ecco perché tanti puntano a passare pro’ a 18 anni, persuasi da procuratori e tecnici che in un modo o nell’altro avranno pure la loro convenienza. E chi non passa, magari pensa di essere un fallito e molla.

«Chi mi conosce – dice Florio – sa quanti sacrifici ho fatto. Ho studiato e ho corso, ma ho avuto sfortuna. Sono sicuro che se fossi stato stimolato dal pensiero di lavorare e di guadagnare qualcosa di serio, sicuramente avrei provato a continuare, gestendo meglio la celiachia e continuando a sognare di passare professionista. Anche se sappiamo tutti che adesso è molto, molto difficile. Bisogna avere testa, gambe e fortuna. Se manca la fortuna, non si va da nessuna parte...».

Leggi, mastichi e ci ripensi. Da quale parte sarà la verità? Oppure, dando per scontato che tutti abbiano detto la propria, che idea vale la pena farsi?

Sciortino e Florio: due palermitani per il team Casano

03.05.2022
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L’UC Casano Matec da quest’anno ha allargato la sua influenza anche alla Sicilia, aggiungendo, oltre all’affiliazione toscana, quella della regione della Trinacria. Sono cinque i corridori siciliani che si sono aggregati al team guidato da Giuseppe Di Fresco, ma su due di loro si concentrano attese particolari: Carlo Sciortino e Salvatore Florio. Con Alessandro Mansueto, tecnico regionale della Sicilia e dell’affiliazione del team sull’isola, andiamo alla scoperta di questi due ragazzi molto promettenti.

Team Casano Matec al completo con la nascita dell’affiliazione siciliana si sono aggiunti 5 nuovi ragazzi
Team Casano Matec al completo con la nascita dell’affiliazione siciliana si sono aggiunti 5 nuovi ragazzi
Innanzitutto come va questa doppia affiliazione?

Molto bene, il rapporto di collaborazione ed il confronto sono costanti. Il lavoro è organizzato tramite i 4 diesse del team, io mi relaziono con Daniele Della Tommasina, storico preparatore del team. Ci siamo incontrati quest’inverno e abbiamo stilato un programma di lavoro per i ragazzi del team che sono qui in Sicilia, in totale sono 5: Carlo Sciortino, Salvatore Florio, Gabriele Barone, Vincenzo Pardo ed Enrico Lombardo.

Quanto è importante questa opportunità per i ragazzi?

E’ fondamentale. E’ un’ottima occasione per mettersi in mostra e per crescere dal punto di vista atletico e umano. Hanno la possibilità di fare un bel calendario nazionale e di giocarsi delle buone chance di essere convocati dal cittì Salvoldi. Anche perché qui in Sicilia gli juniores tesserati sono pochi, solamente una cinquantina. Quindi alle volte capita che debbano correre con gli under 23, che a loro volta sono solamente 15. E’ un buon banco di prova ma serve anche fare delle gare nazionali per crescere al meglio. 

Le gare come si suddividono?

Per il momento abbiamo corso un po’ in Toscana e un po’ in Sicilia. L’esordio è stato alla “Ballero Nel Cuore” poi abbiamo corso ancora in Toscana e ci sono state anche due gare in Sicilia.

Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec
Carlo Sciortino (classe 2004) da quest’anno veste i colori dell’UC Casano Matec

Parliamo di Sciortino…

«Già l’anno scorso aveva fatto vedere delle belle prestazioni, andava molto forte anche in salita. Quest’anno abbiamo rivoluzionato un po’ tutto: dall’alimentazione al posizionamento in sella, aveva delle piccole imperfezioni». 

Del tipo?

Basculava un po’ con il bacino ed in più era un pelo alto. Con i ragazzi così giovani è difficile lavorare perché il corpo si adatta anche se non è perfettamente posizionato, ma il rischio è di creare poi dei problemi futuri.

Sta lavorando anche con Erica Lombardi sull’aspetto nutrizionale?

Sì, lei lavora a stretto contatto con il team, pensate che è passato da 65 chili a 61 grazie a un’alimentazione più corretta. E’ alto 166 centimetri. Il posizionamento in bici l’ho curato io insieme ad Alessandro Colò, un biomeccanico che lavora con il Casano

La squadra corre sia in Toscana che in Sicilia, qui sono al Gran Premio Liberazione di Massa
La squadra corre sia in Toscana che in Sicilia, qui sono al Gran Premio Liberazione di Massa
Il programma di allenamento è cambiato?

E’ stato rivoluzionato. Abbiamo ridotto notevolmente il numero di ore aumentando la qualità. Considerate che Carlo esce da scuola alle 14 e alle 14,30 è già in bici. Riesce a fare 3 ore, massimo 3 ore e mezza. Si è lavorato molto anche sulla frequenza di pedalata. Prima aveva una media intorno alle 85 rpm, ora è a 105 e questo gli permette di conservare meglio la gamba per il finale della corsa.

Che tipo di corridore è?

Leggero ed esplosivo, ha un ottimo rapporto peso/potenza. Nelle gare di un giorno ha fatto vedere grandi cose. Per le corse a tappe, invece, al Lunigiana, la scorsa stagione è andato in crescendo tappa dopo tappa arrivando all’ultima con una buona gamba. Tant’è che proprio quel giorno abbiamo tentato anche di attaccare più volte.

Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro
Alessandro Mansueto con Salvatore Florio dopo la vittoria del campionato regionale a cronometro

E poi c’è Florio

«Ci eravamo concentrati molto su Sciortino – dice Mansueto – invece Salvatore ci ha sorpreso molto. In realtà ci aspettavamo potesse crescere, ma non così tanto. Mi verrebbe da dire che è riuscito a raggiungere i livelli di Carlo (Sciortino, ndr)». 

Programma di allenamento stravolto anche per lui?

Sì, meno ore e più qualità, come tutti i nostri ragazzi. Abbiamo la fortuna che abitano tutti nella provincia di Palermo, ad eccezione di Lombardo che invece è a Noto, quindi è più semplice seguirli. 

Lui che tipo di corridore è?

E’ il classico passista-scalatore, è alto 177 centimetri e pesa 63 chili. Ha una buona dote anche a cronometro, infatti sabato ha vinto il campionato regionale, con una bella prova sui 15 chilometri.

Giuseppe Di Fresco in primo piano: alla sua sinistra c’è Alessandro Mansueto
Giuseppe Di Fresco in primo piano: alla sua sinistra c’è Alessandro Mansueto
Le caratteristiche per un profilo da grandi Giri…

Sì, ha queste doti che lo rendono adatto alle corse a tappe. In più ha un grande spunto sul chilometro iniziale in salita, riesce a farlo a potenze notevoli. Finora ha lavorato molto per Sciortino, ma ha saputo anche ritagliarsi i suoi spazi ottenendo molti piazzamenti e anche una vittoria a Palermo in circuito. In più ha anche un’ottima visione di corsa, una dote innata che per il momento ha sfruttato per aiutare i suoi compagni ma che in futuro potrà usare anche per vincere.

I due vanno ancora a scuola, come se la cavano?

Bene! Florio è un ottimo studente, ha fatto la primina e quest’anno ha la maturità. Ci tiene molto al percorso scolastico, è capitato che saltasse qualche allenamento per preparare verifiche o interrogazioni, ha detto che vorrebbe anche continuare dopo la maturità. Vedremo.

I ragazzi del Team Casano corrono con bici Orbea
I ragazzi del Team Casano corrono con bici Orbea
Sciortino invece?

Lui fa lo Scientifico, è al quarto anno. E’ uno studente normale, si impegna e va bene.

La scuola è fondamentale, così quest’estate potranno divertirsi in bici senza pensieri…

Assolutamente, alla fine dell’anno scolastico con tutti i ragazzi siciliani andremo in Toscana. Vivranno nella “casetta” del team Casano dove avranno tutto il necessario per allenarsi e vivere comodamente (lo stesso Mansueto da corridore trascorse parecchio tempo nel ritiro toscano dei team di Daniele Tortoli, ndr).

Che carattere hanno?

Sciortino è un po’ più espansivo, ma entrambi sono molto gentili ed amichevoli. Qui li definiamo “amiciari” ovvero due persone che tendono a fare subito amicizia.